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TESTO Crediamo all'amore di Dio per noi

padre Ermes Ronchi

Santissima Trinità (Anno A) (19/06/2011)

Vangelo: Gv 3,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 3,16-18

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

La Trinità: un dogma che può sembra­re lontano e non toccare la vita. Inve­ce è rivelazione del segreto del vivere, della sapienza sulla vita, sulla morte, sull'a­more, e mi dice: in principio a tutto è il le­game.

Un solo Dio in tre persone: Dio non è in se stesso solitudine ma comunione, l'oceano della sua essenza vibra di un infinito movi­mento d'amore, reciprocità, scambio, in­contro, famiglia, festa. Quando nell'«in principio» Dio di­ce: «Facciamo l'uomo a nostra im­magine e somiglianza», l'immagi­ne di cui parla non è quella del Creatore, non quella dello Spirito, né quel­la del Verbo eterno di Dio, ma è tutte queste cose insieme. L'uomo è creato a immagine della Trinità. E la relazione è il cuore dell'es­senza di Dio e dell'uomo. Ecco perché la solitudine mi pesa e mi fa paura, perché è contro la mia natura. Ecco perché quando amo o trovo amicizia sto co­sì bene, perché è secondo la mia vocazio­ne. In principio a tutto sta un legame d'a­more, che il Vangelo annuncia: «Dio ha tan­to amato il mondo da dare il suo Figlio». Nel Vangelo il verbo amare si traduce sempre con un altro verbo concreto, pratico, forte: il verbo dare. Amare equivale a dare, il ver­bo delle mani che offrono. «Dio ha tanto amato», centro del Vangelo di Giovanni, che ha la definizione più folgo­rante di Dio: Dio è amore; che vuole portar­ci a confessare: noi abbiamo creduto all'a­more che Dio ha per noi!

Se mi domandano: tu cristiano a che cosa credi? La risposta spontanea è: credo in Dio Padre, in Gesù crocifisso e risorto, la Chie­sa... Giovanni indica una risposta diversa: il cristiano crede all'amore.

Noi abbiamo creduto all'amore: ogni uomo, ogni donna, anche il non credente può cre­dere all'amore. Può fidarsi e affidarsi all'a­more come sapienza del vivere. Se non c'è amore, nessuna cattedra può dire Dio, nes­sun pulpito. È lo stesso amore interno alla Trinità che da lì si espande, ci raggiunge, ci abbraccia e poi dilaga. Come legame delle vite.

Dio ha tanto amato il mondo. Non solo l'uo­mo, è il mondo che è amato, la terra e gli a­nimali e le piante e la creazione intera. E se Lui ha amato, anch'io devo amare questa terra, i suoi spazi, i suoi figli, il suo verde, i suoi fiori, la sua bellezza. Terra amata.

La festa della Trinità è specchio del mio cuo­re profondo e del senso ultimo dell'univer­so. Incamminato verso un Padre che è la fon­te della vita, verso un Figlio che mi inna­mora, verso uno Spirito che accende di co­munione le mie solitudini, io mi sento pic­colo e tuttavia abbracciato dal mistero. Pic­colo ma abbracciato, come un bambino. Ab­bracciato dentro un vento in cui naviga l'in­tero creato e che ha nome comunione .

Libri di padre Ermes Ronchi

 

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