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PREGHIERA

161. Fidarci di te

Elke Fischer

Dio mio,
alle volte devo fare
un pezzo di strada con qualcuno,
ascoltare, incoraggiare,
aprirgli gli occhi
sul tuo mondo meraviglioso.

Egli, talvolta,
non ne percepisce neppure il fascino,
per qualcosa che tristemente ha perduto
o sogna qualcosa di impossibile.

Signore,
aiutaci a fidarci di te,
della tua provvidenza.
Guardandoci, fa' che ci sentiamo privilegiati,
appagati e pieni di gratitudine.

Nel tuo amore c'è tutto ciò
di cui abbiamo bisogno.

fiduciaprovvidenzaamore di Dio

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 09/05/2002

TESTO

162. Ho perso la paura e ritrovato l'amore

Mio Dio, da tanto tempo io cercavo il tuo volto e mi chiedevo a chi potessi rassomigliare.

E ora sono contento di scoprire questo bambino neonato coricato sulla paglia di una mangiatoia. Eccolo, dunque, il tuo volto!

Sei tu questo neonato? Ma allora assomigli a tutti i bambini del mondo perché non ci sono differenze tra te e loro. Quanto è strana la vita!

Prima ero io che avevo paura di te, che mi sentivo sempre in colpa; ed ora sei tu quello che non bisogna spaventare.

Prima mi aspettavo che tu ti chinassi su di me per tirarmi fuori dai miei sentieri cattivi ed ora sono io che mi curvo su di te, come ci si curva su un bambino appena nato.

Mio Dio, pensavo che tu fossi uno spauracchio e invece sei un bambino piccolo piccolo.

Là sulla paglia, in questa notte d'inverno, ho perso la paura ed ho ritrovato l'amore.

Nataleamore di Dio

inviato da Emilio Centomo, inserito il 08/05/2002

TESTO

163. Non cambiare   1

Anthony de Mello, Il canto degli uccelli

Per anni sono stato un nevrotico. Ero ansioso, depresso ed egoista. E tutti continuavano a dirmi di cambiare. E tutti continuavano a dirmi quanto fossi nevrotico.

E io mi risentivo con loro, ed ero d'accordo con loro, e volevo cambiare, ma non ci riuscivo, per quanto mi sforzassi.

Ciò che mi faceva più male era che anche il mio migliore amico continuava a dirmi quanto fossi nevrotico. Anche lui continuava a insistere che cambiassi.

E io ero d'accordo anche con lui, e non riuscivo ad avercela con lui. E mi sentivo cosi impotente e intrappolato.

Poi, un giorno, mi disse: «Non cambiare. Rimani come sei. Non importa se cambi o no. Io ti amo così come sei; non posso fare a meno di amarti».

Quelle parole suonarono come una musica per le mie orecchie: «Non cambiare. Non cambiare. Non cambiare... Ti amo».

E mi rilassai. E mi sentii vivo. E, oh meraviglia delle meraviglie, cambiai!

Ora so che non potevo cambiare davvero finché non avessi trovato qualcuno che mi avrebbe amato, che fossi cambiato o meno.

È così che mi ami, Dio?

amore di Dioaccettazione di séaccettazione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Emilio Centomo, inserito il 08/05/2002

TESTO

164. La scintilla della preghiera   2

Per accendere un fuoco basta una scintilla. Prima di avviare una preghiera prova a concentrarti sull'amore di Dio. Prova a dire con molta schiettezza a Dio un grazie di cuore per l'amore personale che ha per te. Ma fallo con responsabilità, con onestà. Non bastano le parole, ci vuole tutto il cuore. Prova a pregare così:

Padre io ti ringrazio per l'amore
personale che hai per me.
Ti ringrazio che mi hai amato
prima che nascessi.
Ti ringrazio che mi amerai
per tutta l'eternità.
Ti ringrazio che mi hai amato
quando non pensavo a te,
quando t'ignoravo,
quando ero indifferente a te,
quando ti offendevo.
Ti ringrazio che mi ameresti
anche se diventassi un Giuda.
Ti ringrazio che mi ami in questo
momento e mi accetti come sono.

Provate anche a riandare ad un momento speciale della vita in cui Dio vi ha fatto toccare con mano il suo amore. Facendo proprio col cuore quest'atto d'onestà verso Dio, che forse non avete mai fatto, o avete fatto raramente, avrete una preparazione eccezionale per affrontare una vera preghiera.

E' la scintilla buttata sulla stoppia: la fiammata non mancherà perché la preparazione migliore ad aprirci all'amore è proprio aprire il cuore e la mente a capire quanto Dio ci ha amati, e ci ama.

preghieraamore di Diodoni di Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luana Minto, inserito il 08/05/2002

PREGHIERA

165. Eterno è il suo amore per noi

David Maria Turoldo

Poter dire anche noi, ognuno di noi:
egli si è degnato di chiamarci alla vita,
chiamando ciascuno per nome:
eterno è il suo amore per noi.

E ci ha dato una mente e un cuore,
e occhi e mani, e sensi;
e la donna ha dato a perfezione dell'uomo:
eterno è il suo amore per noi.

E pur se provati da mali e sventure,
potati come vigne d'inverno,
visitati dalla morte,...
almeno qualcuno riesca a dire:
eterno è il suo amore per noi.

Che tutti gli umiliati e offesi del mondo,
questo immenso oceano di poveri,
possano un giorno insieme urlare:
eterno è il suo amore per noi.

amore di Dio

inviato da Suor Cristina Giustozzi, inserito il 07/05/2002

RACCONTO

166. L'occhio del falegname   4

Bruno Ferrero, Cerchi nell'acqua

C'era una volta, tanto tempo fa, in un piccolo villaggio, la bottega di un falegname. Un giorno, durante l'assenza del padrone, tutti i suoi arnesi da lavoro tennero un gran consiglio.

La seduta fu lunga e animata, talvolta anche veemente. Si trattava di escludere dalla onorata comunità degli utensili un certo numero di membri.

Uno prese la parola: "Dobbiamo espellere nostra sorella Sega, perché morde e fa scricchiolare i denti. Ha il carattere più mordace della terra".

Un altro intervenne: "Non possiamo tenere fra noi sorella Pialla: ha un carattere tagliente e pignolo, da spelacchiare tutto quello che tocca".

"Fratel Martello - protestò un altro - ha un caratteraccio pesante e violento. Lo definirei un picchiatore. E' urtante il suo modo di ribattere continuamente e dà sui nervi a tutti. Escludiamolo!".

"E i Chiodi? SI può vivere con gente così pungente? Che se ne vadano. E anche Lima e Raspa. A vivere con loro è un attrito continuo. E cacciamo anche Cartavetro, la cui unica ragion d'essere sembra quella di graffiare il prossimo!".

Così discutevano, sempre più animosamente, gli attrezzi del falegname. Parlavano tutti insieme. Il martello voleva espellere la lima e la pialla, questi volevano a loro volta l'espulsione di chiodi e martello, e così via. Alla fine della seduta tutti avevano espulso tutti.

La riunione fu bruscamente interrotta dall'arrivo del falegname. Tutti gli utensili tacquero quando lo videro avvicinarsi al bancone di lavoro. L'uomo prese un asse e lo segò con la Sega mordace. Lo piallò con la Pialla che spela tutto quello che tocca. Sorella Ascia che ferisce crudelmente, sorella Raspa che dalla lingua scabra, sorella Cartavetro che raschia e graffia, entrarono in azione subito dopo.

Il falegname prese poi i fratelli Chiodi dal carattere pungente e il Martello che picchia e batte.

Si servì di tutti i suoi attrezzi di brutto carattere per fabbricare una culla. Una bellissima culla per accogliere un bambino che stava per nascere. Per accogliere la Vita.

Dio ci guarda con l'occhio del falegname.

occhi di Dio su di noiamore di Diocorrezione fraternaconvivere

5.0/5 (1 voto)

inviato da Stefania Raspo, inserito il 05/05/2002

PREGHIERA

167. Il dono di nozze da parte di Dio   3

La creatura che hai al fianco è mia. Io l'ho creata.
Io le ho voluto bene da sempre, prima di te e più di te.
Per lei non ho esitato a dare la mia vita. Te la affido.
La prendi dalle mie mani e ne diventi responsabile.
Quando l'hai incontrata l'hai trovata amabile e bella.
Sono le mie mani che hanno plasmato la sua bellezza,
è il mio cuore che ha messo in lei tenerezza ed amore,
è la mia sapienza che ha formato la sua sensibilità,
la sua intelligenza e tutte le qualità che hai trovato in lei.
Ma non puoi limitarti a godere del suo fascino.
Devi impegnarti a rispondere ai suoi bisogni, ai suoi desideri.
Ha bisogno di serenità e di gioia, di affetto e di tenerezza,
di piacere e di divertimento, di accoglienza e di dialogo,
di rapporti umani, di soddisfazione nel lavoro, e di tante altre cose.
Ma ricorda che ha bisogno soprattutto di me.
Sono Io, e non tu, il principio, il fine, il destino di tutta la sua vita.
Aiutala ad incontrarmi nella preghiera, nella Parola,
nel perdono, nella speranza.
Abbi fiducia in me.
La ameremo insieme. Io la amo da sempre.
Tu hai cominciato ad amarla da qualche anno,
da quando vi siete innamorati.
Sono Io che ho messo nel tuo cuore l'amore per lei.
Era il modo più bello per dirti "Ecco te l'affido.
Gioisci della sua bellezza e delle sue qualità".
Con le parole "Prometto di esserti fedele,
di amarti e rispettarti per tutta la vita",
è come se mi rispondessi che sei felice di accoglierla
nella tua vita e di prenderti cura di lei.
Da quel momento siamo in due ad amarla.
Anzi Io ti rendo capace di amarla "da Dio",
regalandoti un supplemento di amore
che trasforma il tuo amore di creatura e lo rende simile al mio.
E' il mio dono di nozze: la grazia del sacramento del matrimonio.
Io sarò sempre con voi e farò di voi gli strumenti del mio amore
e della mia tenerezza:
continuerò ad amarvi attraverso i vostri gesti d'amore.

matrimoniocoppiaamorefamigliainnamoramento

5.0/5 (1 voto)

inviato da Francesco Sessa, inserito il 04/05/2002

TESTO

168. Guardai a lungo i suoi occhi

Una serva fissandolo disse: "Anche questi era con lui". Ma Pietro negò dicendo: "Donna, non lo conosco!". Poco dopo un altro lo vide e disse: "Anche tu sei di loro!". Ma Pietro rispose: "No, non lo sono!". Passata circa un'ora, un altro insisteva: "In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo". Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici". E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte". E uscito pianse amaramente.
(Il rinnegamento di Pietro, Luca 22,54-62)

Avevo un ottimo rapporto con il Signore. Gli chiedevo delle cose, conversavo con lui, lo lodavo, lo ringraziavo...

Ma avevo sempre la sgradevole sensazione che lui volesse che lo guardessi negli occhi, e io non lo facevo. Gli parlavo, ma distoglievo lo sguardo quando sentivo che mi stava guardando.

E sapevo perché: avevo paura. Pensavo che avrei trovato nei suoi occhi l'accusa di un qualche peccato di cui non mi ero pentito. Pensavo che avrei trovato una richiesta nei suoi occhi: ci sarebbe stato qualcosa che lui voleva da me, e che io non volevo dargli.

Un giorno finalmente mi feci coraggio e guardai. Non c'era nessuna accusa. Non c'era nessuna richiesta. Gli occhi dicevano solo: "Ti amo". Guardai a lungo in quegli occhi. Li scrutai. Ma il solo messaggio era: "Ti amo".
E io uscii e, come Pietro, piansi.

misericordiaamore di DiosalvezzaperdonoPietroGesù Cristopentimentorapporto con Dio

inviato da Maria Vitali, inserito il 01/05/2002

TESTO

169. Amami come sei (versione lunga)   2

Mons. Lebrun

Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo; so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: Dammi il tuo cuore, amami come sei...

Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'amore, non amerai mai. Anche se sei vile nella pratica della virtù e del dovere, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non commettere più, non ti permetto di non amarmi. Amami come sei.

In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nell'infedeltà, amami... come sei... voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai.

Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore? Non sono io l'Onnipotente? E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio amore?

Figlio mio, lascia che ti ami, voglio il tuo cuore. Certo voglio col tempo trasformarti, ma per ora ti amo come sei... e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente un gran grido: Gesù ti amo.

Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza, né del tuo talento. Una cosa sola mi importa, di vederti lavorare con amore.

Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che alimenterebbero il tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo. Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che hai... perché ti ho creato soltanto per l'amore.

Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, io il Re dei Re! Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allargare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, moriresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di me e mancare di fiducia.

Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l'azione più insignificante soltanto per amore. Conto su di te per darmi gioia...

Non ti preoccupare di non possedere virtù; ti darò le mie. Quando dovrai soffrire, ti darò la forza. Mi hai dato l'amore, ti darò di poter amare al di là di quanto puoi sognare...
Ma ricordati... Amami come sei...

Ti ho dato mia Madre: fa passare, fa passare tutto dal suo Cuore così puro.

Qualunque cosa accade, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai... Va...

Clicca qui per la versione breve.

accettazione di séamare Dioamore di Dio

4.0/5 (2 voti)

inviato da Sara D'Erasmo, inserito il 26/04/2002

TESTO

170. Sii l'espressione della bontà di Dio   2

Madre Teresa di Calcutta

Non permettere mai
che qualcuno venga a te e vada via
senza essere migliore e più contento.
Sii l'espressione della bontà di Dio.
Bontà sul tuo volto
e nei tuoi occhi,
bontà nel tuo sorriso
e nel tuo saluto.
Ai bambini, ai poveri
e a tutti coloro che soffrono
nella carne e nello spirito
offri sempre un sorriso gioioso.
Da' loro non solo le tue cure
ma anche il tuo cuore.

gioiasorrisoamore

5.0/5 (1 voto)

inviato da Sara D'Erasmo, inserito il 25/04/2002

TESTO

171. La misericordia di Dio

Sant' Agostino, discorso 207,1

Poteva esserci misericordia verso di noi infelici maggiore di quella che indusse il Creatore del cielo a scendere dal cielo e il Creatore della terra a rivestirsi di un corpo mortale?

Quella stessa misericordia indusse il Signore del mondo a rivestirsi della natura di servo, di modo che
pur essendo pane avesse fame,
pur essendo la sazietà piena avesse sete,
pur essendo la potenza divenisse debole,
pur essendo la salvezza venisse ferito,
pur essendo vita potesse morire.

E tutto questo per saziare la nostra fame,
alleviare la nostra arsura,
rafforzare la nostra debolezza,
cancellare la nostra iniquità,
accendere la nostra carità.

misericordiaamore di Diosalvezza

inviato da Sara D'Erasmo, inserito il 25/04/2002

PREGHIERA

172. Ciò che mi muove ad amarti...

S. Teresa d'Avila

Non mi muove, Signore,
ad amarti il cielo che tu
mi serbi promesso.
Né mi muove l'inferno tanto temuto
perché io lasci con ciò di amarti.
Mi muovi tu, mio Dio;
mi muove il vederti
inchiodato su quella croce,
scarnificato.
Mi muove il vedere
il tuo volto tanto ferito,
mi muovono i tuoi affronti
e la tua croce.
Mi muove infine il tuo amore
in tal maniera
che se non ci fosse cielo,
io ti amerei,
e se non ci fosse inferno,
ti temerei.
E non hai da darmi nulla
perché ti ami perché
se quanto aspetto
io non lo aspettassi,
nella stessa maniera che ti amo, io ti amerei.

gratuitàamore di Diotimore di Diocrocepassione

inviato da Sara D'Erasmo, inserito il 25/04/2002

TESTO

173. Non devi pianger più

Antonio Pagano

Piangendo Francesco
disse un giorno a Gesù:

«Amo il sole, amo le stelle,
amo Chiara e le sorelle;
amo il cuore degli uomini,
amo tutte le cose belle.
O Signore,
mi devi perdonare,
perché te solo
io vorrei amare.»

Sorridendo il Signore
gli rispose così:

«Amo il sole, amo le stelle,
amo Chiara e le sorelle;
amo il cuore degli uomini,
amo tutte le cose belle.
O Francesco,
non devi pianger più,
perché io amo
ciò che ami tu.»

amoreamore di Diofratellanza

inviato da Nadia, inserito il 18/04/2002

TESTO

174. Amami come sei (versione breve)   1

Mons. Lebrun

Figlio mio, dice il Signore
conosco la tua miseria, le lotte
e le tribolazioni della tua anima,
so la tua debolezza e le tue infermità,
i tuoi cedimenti e i tuoi peccati,
ma ti dico ugualmente:
dammi il tuo cuore,
amami così come sei!
Se aspetti di essere Santo
per abbandonarti all'amore,
non mi amerai mai.
E' il canto del tuo cuore
che mi interessa
perché ti ho creato per amare.
In tutto ciò che vivi,
nel fervore o nell'aridità,
nella fedeltà o nell'abbandono
amami così come sei.
E allora ti concederò di amare
più di quanto possa immaginare.

Clicca qui per la versione lunga.

accettazione di séamare Dioamore di Dio

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002

TESTO

175. Perché sono nato, dice Dio   2

Lambert Nolen

Sono nato nudo, dice Dio,
perché tu sappia spogliarti di te stesso.
Sono nato povero,
perché tu possa considerarmi l'unica ricchezza.
Sono nato in una stalla,
perché tu impari a santificare ogni ambiente.
Sono nato debole, dice Dio,
perché tu non abbia mai paura di me.
Sono nato per amore,
perché tu non dubiti mai del mio amore.
Sono nato di notte,
perché tu creda che io posso illuminare qualsiasi realtà.
Sono nato persona, dice Dio,
perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.
Sono nato uomo,
perché tu possa essere "Dio".
Sono nato perseguitato,
perché tu sappia accettare le difficoltà.
Sono nato nella semplicità,
perché tu smetta di essere complicato.
Sono nato nella tua vita, dice Dio,
per portare tutti alla casa del Padre.

amoreincarnazionenatale

5.0/5 (1 voto)

inviato da Barbara, inserito il 08/04/2002

Pagina 9 di 9