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TESTO

1. Fare il bene

Baden Powell

Essere buoni è qualche cosa, fare il bene è molto meglio.

benebontàimpegnoresponsabilitàvitasenso della vitaconcretezza

4.0/5 (1 voto)

inviato da Francesco De Luca, inserito il 31/05/2018

TESTO

2. Ogni uomo è una lettera   1

Anonimo maestro spirituale hassidico

Ogni uomo è una lettera o parte di una lettera. Il libro è interamente scritto quando non manca nessuna lettera. Ogni uomo è chiamato a scrivere la sua lettera, a scriversi apportando un senso nuovo creativo di verità e di bene: il suo.

unicitàimpegnoimpegnarsifare il beneimportanza del singolo

5.0/5 (2 voti)

inviato da Casa Di Preghiera San Biagio FMA, inserito il 16/06/2015

TESTO

3. Fate il bene   3

John Wesley

Fate tutto il bene che potete
con tutti i mezzi che potete,
in tutti i modi che potete,
in tutti i luoghi che potete,
tutte le volte che potete,
a tutti quelli che potete,
sempre, finché potrete.

benebontàimpegnocostanzamagnanimità

4.2/5 (6 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 27/12/2013

TESTO

4. L'impegno politico

Giorgio La Pira, Discorsi

Non si dica quella solita frase poco seria: la politica è una cosa brutta! No: l'impegno politico - cioè l'impegno diretto alla costruzione cristianamente ispirata della società in tutti i suoi ordinamenti a cominciare dall'economico - è un impegno di umanità e di santità: è un impegno che deve potere convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità.

politicabene comuneservizioimpegno

5.0/5 (1 voto)

inviato da Paola Berrettini, inserito il 13/03/2013

TESTO

5. Il bene   1

Benjamin Franklin

Il bene che gli uomini possono fare da soli è ben poco in confronto a quello che possono fare uniti.

benecomunitàunionecomunione

3.0/5 (3 voti)

inviato da Cinzia Novello, inserito il 16/12/2012

TESTO

6. Di sogni e di meraviglia   2

Luciano Mendes de Almeida

Tante volte si sogna con gli occhi aperti, con la carta e la penna in mano, scrivendo, organizzando i pensieri, immaginando i passi per arrivare a concretizzare quello che non è solo un sogno, ma è una chiamata a fare del bene, ad andare incontro alla pecora smarrita, alle persone bisognose, alle popolazioni che si trovano nella fame, nella guerra, nella sventura.

I sogni sono belli, perché si trasformano tante volte in realtà. C'è qualche cosa in più.

Diceva Helder Camara che il sogno che si sogna da solo non è altro che sogno, ma quello che sogniamo insieme è il sogno che si fa realtà. Proprio perché nell'essere condiviso con gli altri crea unione e collaborazione, porta frutto di vita e di fraternità.

sognifare del benefraternitàcondivisioneportare frutto

4.0/5 (3 voti)

inviato da Simona Pirlo, inserito il 28/10/2012

TESTO

7. Bene e male   2

Andrea Bocelli, Intervista di Paolo Guiducci, Avvenire 14 agosto 2010

Ogni azione ci apre davanti un bivio: la strada del male e quella del bene. La prima sembra una discesa, durante la quale non si pedala e non si fa fatica, ma con il rischio concreto di cadere. La seconda assomiglia tanto a una salita, durante la quale si suda e dietro ad ogni tornante si nasconde l'insidia di mollare. Arrivati in cima però si ha la sensazione di aver fatto un'impresa, di aver portato a termine qualcosa di grande.

benemalesceltacoscienzafaticaimpegnosoddisfazione

4.5/5 (2 voti)

inviato da Luca Peyron, inserito il 20/09/2012

TESTO

8. Fare il bene per...

François de La Rochefoucauld, Massime, 1678

Spesso si fa del bene per poter impunemente fare del male.

benemalemalizia

inserito il 11/08/2012

TESTO

9. Fare il bene

Cesare Cantù, Attenzione! Riflessi di un popolano (Milano, 1871)

Eccellente modo di fare il bene è la ferma risoluzione di combattere il male.

benemale

5.0/5 (1 voto)

inviato da Mariarosa Bosani, inserito il 11/08/2012

TESTO

10. Dirò solo il bene   2

Giovanni XXIII

Prometto che delle persone che conosco dirò solo il bene.
E se non vi sarà nulla di bene da dire starò zitto.

veritàrispettopettegolezzigiudizionon giudicarebenepositività

5.0/5 (2 voti)

inviato da Clerice Capuzzo, inserito il 07/09/2008

TESTO

11. Cosa la Chiesa può sopportare e cosa non può sopportare   1

Primo Mazzolari, Risposta ad un aviatore, 1941, ora in La chiesa, il fascismo, la guerra, Vallecchi, Firenze 1966

Chi capisce come dev'essere presente la Chiesa in questa svolta della storia capisce anche ciò che la sua carità può sopportare e ciò che non può sopportare proprio in nome della stessa carità. Ripeto: in nome della carità, poiché la rivoluzione cristiana, l'unica che può essere giustificata anche davanti alla storia, più che da diritti conculcati o offesi nasce da doveri suggeriti e imposti al nostro cuore dalla carità che ci lega al nostro prossimo. Chi più ama è potenzialmente l'unico e vero rivoluzionario.

La Chiesa sopporta:
- il male che le fanno i suoi nemici, che, per quanto si allontanino e la rinneghino, portano sempre l'incancellabile volto di figli, e di figli tanto più cari quanto più cresce il loro perdimento;
- di essere spogliata di ogni bene materiale e di ogni privilegio concessole più o meno disinteressatamente dagli uomini;
- di vedere le sue basiliche e le sue chiese distrutte, chiusi i suoi conventi e le sue scuole, poiché è già "l'ora che né in Gerusalemme né su questo monte i veri adoratori adorano il Padre in spirito e in verità";
- le persecuzioni aperte e subdole, le calunnie e le blandizie, i vituperi e i panegirici menzogneri;
- gli erranti e in un certo senso perfino l'errore quando esso non può venire colpito senza offesa mortale all'anima dell'errante;
- di essere misconosciuta nella sua carità, colmata di obbrobrio per colpe non sue;
- il disonore che le viene dalla vita indegna dei suoi figlioli stessi, i loro rinnegamenti e i loro tradimenti;
- d'essere baciata da un Giuda, rinnegata da un Pietro.

La Chiesa non può sopportare:
- che vengano negate o diminuite o falsate le verità che essa ha il dovere di custodire e che costituiscono il patrimonio dell'umanità redenta;
- che sia cancellato dalla storia e dal cuore il senso della giustizia che è il patrimonio di tutti, ma in modo particolare dei poveri;
- la libertà e la dignità della persona e della coscienza, che sono il nostro divino respiro. Mentre sopporta senza aprir bocca di essere spogliata e tiranneggiata in qualsiasi modo, non può sopportare che vengano spogliati, conculcati, manomessi i diritti dei poveri e dei deboli, individui, città, nazioni e popoli, cristiani e non cristiani. E nella sua difesa materna e invitta è tanto più grande quanto più la sua tutela si estende alla plebs infedele, egualmente santa. Alcuni gesti di munifica protezione di Pio XII, in favore di ebrei perseguitati, hanno commosso e sollevato l'ammirazione del mondo;
- il potente che abusa della propria forza per opprimere i deboli;
- il sapiente che abusa della propria intelligenza per circuire e trarre in inganno l'ignorante;
- il ricco che abusa delle proprie ricchezze per angariare e affamare il popolo.

Vi sono quindi dei limiti nella sopportazione della Chiesa, e questi limiti vengono non dai raffreddamenti ma dai colmi della sua carità. Ciò che è abominevole per il Signore lo è pure per la sua Chiesa; la quale, senza parteggiare, non può trattare alla stessa stregua la vittima e il carnefice, l'oppressore e l'oppresso.

Chi fermerebbe la mano del malvagio, chi solleverebbe il cuore abbandonato dell'oppresso se un'egual voce raccogliesse il grido dell'uno e il gemito dell'altro?

Sarebbe un delitto il pensare, per il fatto che la Chiesa predica la pazienza ed esalta l'infinito valore del dolore, specialmente del dolore innocente, ch'essa accettasse le tristezze dei prepotenti come un mezzo provvidenziale per moltiplicare i meriti sovrannaturali dei buoni. Purtroppo il nostro linguaggio ascetico, sprovveduto di ampiezza e d'audacia mistica, può indurre un profano in apprezzamenti non solo sproporzionati ma contrari al buon senso.

La sofferenza ben sopportata mi redime e redime, ma non fa diventar buona l'ingiustizia di chi ha pesato su di me. E una bontà conseguente, che non ha nulla da spartire con la causa ingiusta che ha generato la mia sofferenza. Soffrendo bene l'ingiustizia, creo una corrente di bontà: ma non per questo gli uomini sono dispensati dal fermare con tutte le forze la sorgente di male che continua a generare l'errore.

Perché c'è uno che espia in modo edificante, io non sono scusato di lasciar fare e di lasciar passare. Il soffrire non è un bene in sé e se il Signore ci aiuta a cavare il bene dal male non vuole che noi chiamiamo bene il male, il quale va tolto di mezzo nei limiti della nostra responsabilità e della nostra carità. Il perdono stesso delle offese va all'uomo, non all'azione di lui, la quale rimane giudicata anche dopo il perdono, anzi giudicata veramente e irrevocabilmente solo dopo il perdono.

chiesagiustiziaingiustiziabenemaleredenzioneespiazione

5.0/5 (2 voti)

inviato da Carlo Maria Cananzi, inserito il 03/05/2006

TESTO

12. Coscienza

F.F. Carvajal, Parlare con Dio, II, p. 121-122.

Molti autori spirituali hanno paragonato l'anima ad una stanza chiusa. Quanto più si spalanca la finestra ed entra la luce, tanto più si potranno notare i difetti, la sporcizia, gli oggetti senza valore e quelli guasti che vi sono accumulati. Nell'esame, con l'aiuto della luce della grazia, ci conosciamo come in realtà siamo (cioè come siamo innanzi a Dio)... Quando non vediamo di che cosa pentirci, non è, di solito, perché manchino colpe e peccati, ma perché siamo chiusi alla luce di Dio, che ci indica in ogni momento la situazione della nostra anima. Se si chiude la finestra la stanza rimane buia; allora non si vedono la polvere, la sedia fuori posto, il quadro storto e altri disordini e imperfezioni, forse gravi.

coscienza bene e male pentimento esame di coscienza

inviato da Luigi, inserito il 07/12/2004

TESTO

13. Fare il bene

S. Francesco di Sales

Fare il bene e farlo bene è doppio bene.

bene

inviato da Giovanni Palma, inserito il 12/08/2003

TESTO

14. Fare del bene sempre

San Luigi Orione

Fare del bene sempre, del bene a tutti, del male a nessuno.

beneimpegnoamoregratuitàbontà

inviato da Mariella Romanazzi, inserito il 03/12/2002

TESTO

15. L'ora di fare il bene   2

S. Caterina da Sierna

L'ora di fare il bene è subito.

beneimpegnotempovalore del tempo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 27/11/2002

TESTO

16. Lasciare una traccia

Baden Powell

Nel vostro passaggio in questo mondo, che ve ne accorgiate o no, chiunque voi siate e dovunque andiate, state lasciando dietro di voi una traccia.

Altri la noteranno e potranno seguirla. Può essere una traccia che li conduce al bene, ovvero può portarli fuori strada. Ciò dipende da voi.

Può darsi che la vostra traccia sia marcata sugli alberi, per renderla visibile a chi vi segue, o invece può darsi che lasciate inavvertitamente delle orme peraltro riconoscibili sulla sabbia.

In un caso come nell'altro, è bene ricordarsi che si lascia sempre qualche tipo di traccia; e quindi, volgendo i propri passi nella giusta direzione, potete indirizzare bene anche coloro che vi seguono.

La vostra traccia è segnata da azioni, dalle frasi che dite e dalle parole che scrivete. Le azioni sono pietre miliari stabilite in modo permanente; le frasi sono soltanto orme che il tempo può alterare o cancellare; le parole scritte sono tacche coscientemente lasciate sugli alberi.

insegnareimpararetracciaseguirebenemalestradatestimonianzaesempio

inviato da Barbara, inserito il 24/04/2002