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TESTO Continuavano a chiamarlo Trinità

don Giacomo Falco Brini  

Santissima Trinità (Anno A) (07/06/2020)

Vangelo: Gv 3,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 3,16-18

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

Il mistero “più misterioso” della fede cristiana: tre persone sono Dio insieme! Sei un solo Dio, un solo Signore, non nella unità di una sola persona, ma nella trinità di una sola sostanza, dice il prefazio liturgico nella festa solenne della SS.ma Trinità. Il cristianesimo è annoverato tra le tre grandi religioni monoteiste, ma dottrinalmente il nostro monoteismo porta in sé una novità assoluta: uno solo è Dio, è vero, lo diciamo anche noi, ma ci sono 3 persone distinte che non si confondono e condividono la stessa natura/dignità divina: sono una comunità, sono una famiglia, e i cristiani da secoli nella chiesa...continuano a chiamarlo Trinità!

La nostra vita è una chiamata a entrare nel mistero di questa comunità, nella conoscenza di questa famiglia da cui tutti proveniamo. Ma come ci si entra? Il vangelo risponde a questa domanda: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna (Gv 3,16). Entrarci è dunque un dono che ci è già stato fatto. Il passo più importante e decisivo è già stato compiuto, lo ha fatto Dio. Egli ha riaperto l'accesso alla comunione con Lui, quell'accesso che noi stessi ci siamo chiusi con la sciagurata scelta di prestare ascolto al serpente (Gen 3,1ss.). Uno di loro si è fatto uno di noi: è Gesù, il Figlio unigenito che sulla croce ci ha mostrato quanto il Padre ci ami, nella resurrezione ci ha mostrato a quale destino Dio ci chiami, nello Spirito Santo ci muove nella storia per fare ritorno a Dio, nostro destino. La chiave di volta per attualizzare le cose capitali che ci sono date in dono, sta però nelle nostre mani, anzi nella nostra anima: perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna. Bisogna credere, attività dello spirito in alcun modo scontata, per entrare nella vera vita.

Infatti, ricevere la vita eterna non è il risultato di un processo matematico, né il frutto di una tecnica di meditazione trascendentale o di uno sforzo sovraumano. La vita eterna, l'immortalità che ogni uomo agogna da sempre, è dono gratuito del Padre di ogni vita, che nel suo Figlio Gesù ci offre di vivere come Lui, ovvero da figli di Dio (1Gv 3,1). Il vangelo di oggi è parte di un più ampio testo dove, nel dialogo tra Gesù e Nicodemo, si contrappone la nostra religiosa pretesa di scalare e conquistare il cielo (la vita eterna) e l'umiltà di Dio che dal cielo scende in terra per donarsi a noi. Ed è proprio l'accoglienza di questa realtà l'unica via che conduce alla eternità. In Gesù, ciò che è eterno è ormai entrato nel tempo: dunque la via che conduce alla conoscenza del Dio trino ed unico, passa per la relazione affettiva con Colui che si è incarnato nella vita umana. Perciò ora anche il tempo e tutto ciò che ricade in esso, è in grado di raggiungere l'eterno: Gesù dice io sono la via, la verità e la vita: nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Gv 14,6).

Il legame d'amore con Gesù, il Figlio, è decisivo per entrare nel mistero di Dio Trinità, ma non solo. Lo è anche per entrare nel proprio mistero, essendo noi uomini immagine e somiglianza di Dio. L'importanza di sperimentare legami di amore in seno a una famiglia lo dimostra. Nessuno può fare a meno di una famiglia. Quanti problemi si moltiplicano nel nostro cammino quando non si riceve amore in famiglia, o quando l'amore (ammalato) dei genitori priva il figlio/a dell'esperienza di essere amati gratuitamente. Ci sono in giro (ahimè) parecchie coppie che hanno messo al mondo biologicamente dei figli, ma che non rivelano genitorialità, cioè non generano i propri figli alla vita da figli. Solo l'amore ci genera alla vera vita, che non è quella biologica. La vita prende avvio qui sulla terra, ma inizia veramente solo quando si scopre il cielo dentro di sé. È la scoperta più importante, quella che mi fa nascere alla verità di me stesso: io sono figlio, ora appartengo alla famiglia divina, alla SS.ma Trinità. Solo con Dio, uno nell'amore e trino nelle persone, l'uomo ritrova se stesso e sa chi è veramente.

 

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