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TESTO Un solo Dio in Tre Persone, unite dall'unico Amor

padre Antonio Rungi

Santissima Trinità (Anno A) (07/06/2020)

Vangelo: Gv 3,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

Oggi celebriamo la solennità della Santissima Trinità, la festa del nostro unico e vero Dio, in tre persone, che si presentano a noi, mortali, con relazioni profonde che attingono al grande mistero di Dio Amore. Il Padre Creatore, il Figlio Salvatore, lo Spirito Santo Santificatore.

La liturgia di questa festa si introduce con una antifona molto bella, che fa da sintesi al primo grande mistero della nostra fede, unità e trinità di Dio. Sia benedetto Dio Padre, e l'unigenito Figlio di Dio, e lo Spirito Santo: perché grande è il suo amore per noi. Un Dio che è amore e che comunica amore e manifesta amore in ogni situazione personale e comunitaria verso l'umanità come ricorda il brano dell'esodo della liturgia della parola di questo giorno. Dio che si manifesta a Mosé sul Monte Sinai e al quale rivela chi è. Egli è un Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà. E nonostante la testardaggine del popolo eletto che non segue il Dio che lo ha liberato dalla schiavitù dell'Egitto, Egli continua a perdonare. L'amore di Dio non può che manifestarsi nel perdono, nella sua tenerezza di Padre e Salvatore.
E' questa precisa identità di Dio, rivelato a noi dal suo Figlio, Gesù Cristo, venuto sulla terra, che è amore infinito e ciò che interessa di più sapere di Lui, il Tutto, il per sempre, l'eterno, l'infinto, l'onnipotente e l'onnisciente. Chi è il Dio in cui noi crediamo? Il catechismo della Chiesa cattolica nel formulare la risposta a questa domanda fondamentale per la fede di ognuno dei battezzati, dice che “Dio si rivela ad Israele come colui che ha un amore più forte di quello di un padre o di una madre per i suoi figli o di uno sposo per la sua sposa. Egli in se stesso «è Amore» (1 Gv 4,8.16), che si dona completamente e gratuitamente e che «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché il mondo si salvi per mezzo di lui» (Gv 3,16-17). Mandando il suo Figlio e lo Spirito Santo, Dio rivela che egli stesso è eterno scambio d'amore.
Lo stesso testo del vangelo che abbiamo ascoltato ci presenta il volto più vero del nostro Dio. Dialogando con Nicodemo, dottore della Legge, fariseo e membro del Sinedrio, uno dei suoi discepoli di nascosto, gli disse: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio».
Questo Dio misericordioso che perdona, che salva e non condanna è l'unico vero Dio in cui crediamo e nel quale possiamo credere. Dio stesso si è rivelato al popolo d'Israele come l'Unico, quando disse: «Ascolta, Israele, il Signore è uno solo» (Dt 6,4), «non ce n'è altri» (Is 45,22).
Gesù l'ha poi confermato in tutto il suo ministero pubblico e nella sua predicazione, durante il triennio di evangelizzazione per i villaggi della Palestina: Dio è «l'unico Signore» (Mc 12,29). Professare che Gesù e lo Spirito Santo sono anch'essi Dio e Signore non introduce alcuna divisione nel Dio Uno.

Questo nostro Dio, grande e Signore dell'universo, si rivela a Mosé come il Dio vivente, «il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe» (Es 3,6). Allo stesso Mosè Dio rivela il suo nome misterioso: «Io Sono Colui che Sono (YHWH)». Il nome ineffabile di Dio già nei tempi dell'Antico Testamento fu sostituito dalla parola Signore. Così nel Nuovo Testamento, Gesù, chiamato Signore, appare come vero Dio. Infatti, mentre le creature hanno ricevuto da Dio tutto ciò che sono e che hanno, Dio solo è in se stesso la pienezza dell'essere e di ogni perfezione. Egli è «Colui che è», senza origine e senza fine. Gesù rivela che anch'egli porta il Nome divino: «Io sono» (Gv 8,28).

Nell'Angelus di due anni fa, il 27 maggio 2018, Papa Francesco presentando i contenuti biblici, teologici e morali della festa della Santissima Trinità, disse che questa è “una festa per contemplare e lodare il mistero del Dio di Gesù Cristo, che è Uno nella comunione di tre Persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Per celebrare con stupore sempre nuovo Dio-Amore, che ci offre gratuitamente la sua vita e ci chiede di diffonderla nel mondo.
La festa della Santissima Trinità ci fa contemplare il mistero di Dio che incessantemente crea, redime e santifica, sempre con amore e per amore, e ad ogni creatura che lo accoglie dona di riflettere un raggio della sua bellezza, bontà e verità.
Egli da sempre ha scelto di camminare con l'umanità e forma un popolo che sia benedizione per tutte le nazioni e per ogni persona, nessuna esclusa. Il cristiano non è una persona isolata, appartiene ad un popolo: questo popolo che forma Dio. Non si può essere cristiano senza tale appartenenza e comunione. Noi siamo popolo: il popolo di Dio.
Da questo grande mistero dell'amore di Dio non è esclusa la Beata Vergine Maria, anzi è stata la creatura che per amore e per singolare privilegio è stata preservata dal peccato ed è stata immersa nell'amore di Dio dall'eternità.
Perciò Maria è un tramite importante per comprendere il Figlio di Dio e perciò stesso il mistero della Trinità. Lei ci aiuti a compiere con gioia la missione di testimoniare al mondo, assetato di amore, che il senso della vita è proprio l'amore infinito, l'amore concreto del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Se la Trinità la facciamo abitare in noi, non ne ostacoliamo la presenza nel nostro essere e nel nostro vivere, nell'unità delle tre persone, produce in noi quei frutti che san Paolo Apostolo, nel brano della sua seconda lettera ai Corinzi fissa in questi comportamenti spirituali ed umani: “Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi. Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano. La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi”.

 

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