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TESTO Commento su Giovanni 3,16-18

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Santissima Trinità (Anno A) (07/06/2020)

Vangelo: Gv 3,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

Ogni atto liturgico della Chiesa, dalla celebrazione comunitaria più solenne alla preghiera più semplice e individuale, inizia nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutte le volte che ci rivolgiamo a Dio lo facciamo immersi nel mistero della Santissima Trinità. Parlare della Trinità è certamente difficile, millenni di storia della cristianità non sono serviti a rendere una spiegazione assoluta ed esaustiva di questo mistero, gli stessi Padri della Chiesa hanno elaborato teorie e concezioni molto diverse e interessanti che hanno aiutato i cristiani ad avvicinarsi nel giusto modo alla Santissima Trinità. Tra tutte credo sia utile ricordare il celebre episodio di Sant'Agostino. Un giorno Agostino passeggiava lungo la spiaggia meditando sul grande mistero della Trinità. Vide un bambino che, scavata una buca nella sabbia, vi versava l'acqua che attingeva con una conchiglia dal mare. Che fai, bambino mio? Voglio mettere il mare in questa buca... è impossibile... mettere il mare in una buca così piccola... E allora... come puoi tu richiudere nella tua piccola testa... Dio così infinito? Non è possibile al nostro limitato intelletto penetrare e scrutare fino in fondo il mistero della Trinità. Sarebbe bello poterci tuffare in esso e scoprire le meravigliose armonie di amore che intercorrono tra il Padre e il Figlio, e tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Tuttavia, proprio il grande Agostino al termine del suo trattato sulla Trinità, De Trinitate, conclude con questa affermazione che sintetizza in modo meraviglioso quello che noi possiamo comprendere della Santissima Trinità, egli afferma; “Chi vede la carità vede la Trinità”. Parlare della Trinità dunque non è poi così estraneo a noi perché noi siamo immagine della Trinità. Agostino afferma che la Trinità si rende visibile nella carità. Ecco allora il senso più profondo del Vangelo di questa Domenica della Santissima Trinità, dove Giovanni afferma: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito”. Gesù è l'espressione più alta e perfetta della carità, dell'amore del Padre che si rende presente a noi attraverso l'opera dello Spirito Santo. Ogni atto d'amore vero e gratuito porta in sè un riflesso della Trinità, tutte le volte che il cristiano sceglie di uniformare la propria vita a quella di Gesù e si sforza di amare come lui ha amato rende presente nel mondo un raggio della luce inaccessibile della Santissima Trinità. Se è vero che non possiamo comprendere fino in fondo il mistero della Trinità, guardando al crocifisso e all'infinito dono di carità che esso rappresenta, ci è dato di coglierne un raggio di luce. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna“. La carità è al centro di tutta l'azione salvifica di Dio nella storia, unica motivazione del suo agire nel suo Figlio Gesù. Amore sempre pronto a perdonare e a rendere la vita a chi l'ha perduta: “Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui“.

Commento a cura di Paolo Morocutti

 

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