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TESTO Commento su Giovanni 3,16-18

padre Paul Devreux

Santissima Trinità (Anno A) (07/06/2020)

Vangelo: Gv 3,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 3,16-18

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

Festa della trinità, festa della dimensione comunitaria della Chiesa.

Personalmente ho cominciato a frequentare la Chiesa anche perché vi ho trovato una dimensione comunitaria. Non penso che siamo fatti per vivere soli e purtroppo oggi sono sempre di più quelli che si ritrovano soli e magari anche anziani.
Noi festeggiamo la Trinità perché è cosi che Dio si rivela nella storia della salvezza. Forse lo ha fatto per presentarci un modello da seguire, per vivere bene.
Prima il Signore si presenta a Mosè dicendo: “Io sono colui che sono”. Vale a dire l'unico Dio esistente veramente. Poi Gesù ce ne parla come di un Padre, tant'è vero che l'unica preghiera che ci insegna è quella del Padre nostro.
Lo stesso Padre ci parla di Gesù due volte dicendo:”Questi è mio figlio”.
Gesù dice che non ci lascerà orfani, ma tornerà da noi, sarà sempre con noi, insieme al Padre che è in lui. In più ci promette lo Spirito Santo.
Da questo viene fuori il credo nella Trinità che ci rivela un Dio unico ma in tre persone, che creano questo mondo sognando di potersi relazionare con noi. Noi siamo il frutto dell'amore di Dio.

In effetti, dire che Dio è amore e che è solo sarebbe un controsenso. Ma ciò che mi ha sempre stupito è il modo nel quale queste tre persone della Trinità si relazionano tra di loro. Il Padre non dice:”Il capo sono io e si fa come dico io.” Dice:”Ascoltate mio figlio”.
Il figlio non dice:”Il capo mi ha dato pieni poteri quindi ubbidite a me”. Punta solo a rivelarci il Padre.
Anche lo Spirito non parla di sè. Viene solo per ricordarci tutto quello che Gesù ha detto del Padre.
In altre parole nessuno parla di se, nessuno dice “Io”. E' come se gareggiassero nello stimasi a vicenda, dicendo sempre:”Gli altri sono più importanti di me”. Questo è amore. E lo stesso atteggiamento ce l'hanno anche nei nostri confronti. Infatti sono solidali con Gesù fino alla Passione, per rivelarci quando ci vogliono bene.

 

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