PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

don Roberto Rossi  

Santissima Trinità (Anno A) (22/05/2005)

Vangelo: Gv 3,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 3,16-18

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

Nella prima domenica dopo la Pentecoste, noi Chiesa siamo chiamati a celebrare la festa della SS. Trinità.

E' la grande rivelazione che Dio fa di se stesso in maniera graduale lungo tutta la Bibbia, come una luce che diventa sempre più luminosa, fino alla rivelazione piena offertaci da Gesù il Cristo, quando, come scrive l'evangelista Giovanni: "Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito."

La Trinità è il mistero centrale della nostra fede, mistero che non riesco a comprendere, ma in cui credo perché l'ha rivelato Gesù e lo propone la Chiesa.

Abbiamo pregato con queste parole: Padre, fedele e misericordioso, che ci hai rivelato il mistero della tua vita donandoci il tuo unico Figlio e lo spirito d'amore, sostieni la nostra fede e ispiraci sentimenti di pace e di speranza, perché riuniti nella comunione della tua Chiesa, benediciamo il tuo nome glorioso e santo.

La festa della Trinità ci invita a una grande umiltà davanti al mistero di Dio, che però ha un grande significato per la nostra vita. Gesù ci ha rivelato che c'è un solo Dio, ma in tre persone, che hanno tra loro un misterioso rapporto d'amore. Un amore così intenso che si espande all'esterno e si manifesta in tre modi: nella creazione dell'uomo e del cosmo; nella redenzione e nel perdono del peccato dell'uomo; nella santificazione, cioè nel far partecipare l'uomo alla vita di Dio. Ecco il significato della Trinità per noi: siamo chiamati a partecipare alla vita di Dio. La nostra risposta al mistero di Dio è amarlo, adorarlo. E' davvero una cosa grande: vivere la vita di Dio, partecipare alle relazioni di amore della Trinità, non con l'intelligenza, lo studio, ma attraverso il cuore, la volontà di amare, il fuoco, la passione dell'amore. La Trinità ci dice che nessuno di noi può vivere da solo, chiuso in se stesso, ma siamo stati creati per amare, per uscire da noi stessi e donarci a Dio e al prossimo. Noi cristiani dobbiamo imparare ad essere persone dedicate all'amore, cordiali, disponibili, capaci di perdonare, di interessarci agli altri, di aiutare. Solo così ogni persona trova la pace del cuore e la gioia di vivere.

Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, che oggi contempliamo nella Trinità, sono la radice, la fonte, il sostegno della Chiesa, di quella comunità nata nel giorno di Pentecoste, segno dell'unità di tutto il genere umano. La Chiesa non nasce dal "basso", non è il risultato della convergenza degli interessi delle persone che la compongono, non è il frutto dell'impegno o dello slancio di cuori generosi, non è la somma di tanti individui che decidono di stare assieme. La Chiesa viene dall'alto, da Dio. Più precisamente, da un Dio che è "comunione" di tre persone. Esse - proviamo a balbettare qualche parola - si vogliono a tal punto bene l'una con l'altra da essere una cosa sola. Da tale comunione d'amore nasce la Chiesa e verso tale comunione essa cammina. La Trinità è origine e termine della Chiesa.

Per questo la Chiesa è anzitutto e soprattutto mistero; mistero da contemplare, da accogliere, da rispettare, da custodire, da amare. Solo in questa realtà la Chiesa è comunità, organizzazione, corpo strutturato... Pertanto, chi ascolta il vangelo con il cuore non è solo accolto in una comunità organizzata, è accolto soprattutto nel mistero trinitario, nella comunione con Dio. Noi viviamo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Il segno della croce ci ricorda appunto questo mistero nel quale siamo inseriti. È senza dubbio un grande dono. Ma è anche un compito. La comunità che nasce a Pentecoste perciò non è neutra; essa ha nella sua stessa costituzione una vocazione: il servizio dell'unità e della comunione.

L'uomo non è stato creato a immagine di un Dio solitario, ma di un Dio amore. Ogni singola persona e l'umanità stessa non saranno se stesse al di fuori della comunione. Così e solo così potranno salvarsi. Dio non ha voluto salvare gli uomini singolarmente, ma radunandoli in un popolo. La Chiesa, nata dalla comunione e ad essa destinata, si trova perciò a essere impegnata nel vivo della storia di questi anni come lievito di comunione e di amore.

La festa della Trinità è un caldo invito ad inserirsi nel dinamismo stesso di Dio, ad avere le sue stesse ambizioni, a vivere la sua stessa vita, a gioire dell'amore che più non tramonta. Il Signore, che vuole la salvezza di tutti, la realizza raccogliendo gli uomini e le donne attorno a sé come in una grande famiglia. La salvezza si chiama, appunto, comunione con Dio e tra gli uomini. È il sogno di Dio sul mondo.

 

Ricerca avanzata  (53953 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: