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TESTO Dio di per sè si fa per tutti

padre Gian Franco Scarpitta  

Santissima Trinità (Anno A) (22/05/2005)

Vangelo: Gv 3,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

Mi è piaciuta moltissimo, durante un incontro di preghiera che mi trovai a presiedere lo scorso anno, la riflessione di un signore intorno al mistero della Trinità, la quale mi ha fatto pensare che, mentre noi ci si inerpica nella vana sottigliezza delle speculazioni e dei raziocini inconcludenti, a volte basta anche una semplice innocua considerazione per risolvere ogni dubbio su questo Mistero: "Che io mi chiami Francesco, l'ho saputo sin dalla prima infanzia. L'ho saputo tuttavia non documentandomi all'anagrafe o facendo ricerche, né chiedendolo in giro e neppure perché mia mamma me lo ha detto... ma semplicemente perché mia mamma ha cominciato a chiamarmi con questo nome: Francesco, sicché io non ho avuto mai motivo di non crederle. Analogamente, se Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo, uno solo in Tre persone, io non ho bisogno di crederlo perché lo verifico, ma perché la Chiesa così me lo ha presentato. Di più: lo credo perché Dio stesso mi si è mostrato= chiamato nella mia vita come colui che mi ha creato, Colui che guida la mia vita come uomo e colui che mi illumina nelle difficoltà." E così questo bravo signore, sia pure inconsapevolmente, ha reso l'epitome di interi volumi di teologia in modo convincente!

Dio ama l'uomo sotto tutti gli aspetti, ma poiché è onnipotente, lo ama mostrandosi a lui contemporaneamente come creatore e sorgente di vita origine di tutte le cose e quindi ragione primaria della nostra esistenza (Padre); come compagno di viaggio nonché redentore che ci accompagna nella sua figura di Verbo Incarnato indirizzandoci al padre (Figlio) e come Colui che infonde il dono del discernimento come ispiratore (Spirito Santo). Tali sono le tre Persone della Trinità quando si rivelano nella storia e tale è la grandezza di Dio che mostra la sua potenza e onnipotenza nell'essere Uno e allo stesso tempo Tre per realizzare la salvezza dell'umanità, secondo una dicotomia che in teologia si definisce Trinità Economica e trinità Immanente.

La parola Trinità non appartiene ad alcun linguaggio della Bibbia poiché il termine stesso ivi è inesistente, introdotto solo nel III secolo d.C; tuttavia a partire dalla vita di Gesù Cristo e dalla sua relazione con il Padre è facilmente riscontrabile questa essenza di Dio Uno solo e allo stesso tempo in Tre Persone: 1) Nel qualificarsi di Gesù come una cosa sola con il Padre (Io e il Padre siamo una cosa sola) 2) Nel fatto che Gesù attribuisca a se medesimo termini e concetti appartenenti allo Spirito Santo; 3) che quest'ultimo (lo Spirito Santo) negli atti degli apostoli prenda decisioni assieme all'assemblea e suggerisca le decisioni da prendere. Nel prologo al Vangelo di Giovanni si mostra in modo evidente che Dio e il Verbo sono la medesima Persona, mentre lo spirito che aleggia sulle acque appare anche nella creazione (Genesi), mentre più volte le lettere apostoliche di Paolo si chiudono con la benedizione nel nome delle Tre Persone e sempre nel loro nome Gesù invia gli apostoli a battezzare, cosa che sembra essere contraddetta da Pietro che invece invita i Giudei a farsi battezzare "Nel nome di Gesù", ma che in realtà conferma l'identità delle Tre Persone.

Ma quello che più deve affascinarci del Mistero Trinitario è quanto abbiamo detto in apertura, cioè che si tratta di un mistero di amore. Dio ama l'umanità come Padre, Figlio e Spirito Santo e il suo amore viene rivolto in tale forma indistintamente a tutta la creazione; e ciò avviene per il fatto che Egli stesso è una comunità di amore: in Dio vige una comunione di Persone per la quale il Padre ama il Figlio, il Figlio ama il Padre e lo Spirito Santo, Persona anch'Essa, è il vincolo stesso d'amore fra Padre e Figlio. Amore che non rimane chiuso in se stesso ma che si esplica in tutta la comunità umana, per realizzare la medesima comunione e il medesimo vicolo di condivisione.

In altre parole l'amore che intercorre fra le Tre Persone ci suggerisce il prototipo della comunità di amore perfetta anche fra gli uomini.

Per meglio spiegare questo concetto diremo immediatamente questo:

è vano ed illusorio pretendere che in un gruppo, una compagnia, un'associazione ecclesiale tutto scorra liscio e fluido, senza che vi siano dissapori e malintesi fra i membri: purtroppo l'esperienza insegna che le divisioni e le faziosità o quantomeno i malintesi sono all'ordine del giorno nel contesto della vita associata e chi spera di poter ovviare al problema fuggendo presso atre dimensioni di gruppo non fa' che ritrovarsi, gira che ti rigira, ad affrontare i medesimi problemi, non riuscendo mai ad integrarsi da nessuna parte. Occorre tentare di superare i problemi o mostrarsi superiori ad essi con la giusta diplomazia e circospezione, piuttosto che fuggire altrove. La panacea non la si troverà in alcun luogo.

Ciò non toglie tuttavia che noi possiamo aspirare alla realizzazione di una comunità o associazione ideale, poiché abbiamo un archetipo proprio nella vita trinitaria e la comunione delle Tre Persone ispira che anche fra gli uomini possa vigere la concordia e la fraternità, specialmente nelle nostre parrocchie e comunità ecclesiali.

La Trinità invita insomma alla comunione, alla solidarietà e all'accettazione reciproca perché nella terra e nei singoli apparati di vita comune si fomenti la comunicazione, la giustizia, la concordia e ci si apprezzi gli uni gli altri sull'esempio delle Persone divine e del Signore Gesù Figlio incarnato che verso di esse ci orienta.

E c'è anche un ulteriore aspetto che in Dio ci viene suggeritoi: la simbiosi fra l'uomo individuale e l'uomo sociale: che Dio sia uno solo ma in tre persone questo è monito a riscoprire la necessità dell'essere se stessi mantenendo intatta e coltivamndo la propria individualità e allo stesso tempo essere in sintonia con gli altri e saper partecipare alla vita aggregata in modo tale che scongiurino forme esagerate ed estremistiche di individualismo, soggettivismo e dall'altra parte di sfrenato socialismo che toglie spazio all'individualità poiché se il singolo è persona individuale ciò non esclude che debba sentirsi associato al corpo comunitario.

Si tratta, come stiamo osservando, di un Dio tutt'altro che avulso e distante dalla vita e dalla storia, ma che addirittura in se stesso opera un orientamento per tutto e per tutti.

 

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