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TESTO Commento su Luca 19,1-10

don Michele Cerutti

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Ultima domenica dopo Epifania (anno C) (07/02/2016)

Vangelo: Lc 19,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Gesù è diretto verso Gerusalemme a muso duro ci dice l'evangelista Luca al capitolo 9. Si dirige verso quella città per compiere il disegno del Padre che culminerà sulla Croce. In quel cammino Gesù ha incrociato sguardi, ha incontrato persone e ha posto in loro una guarigione fisica e morale.
Gesù entra a Gerico ed in quella città sconfitta, come ci dice l'Antico Testamento, e quindi città non considerata dal popolo ebraico Gesù mostra il volto misericordioso a Zaccheo, che è un pubblicano. Era detto pubblicano, nell'antica Roma, l'appaltatore di tributi in genere per i terreni pubblici. In altre parole era un dipendente del governo d'occupazione romano. L'odio per i pubblicani serpeggiava nel popolo ebraico erano espressioni della centralità romana.
Zaccheo è l'uomo lontano che cerca di scrutare la verità. Si pone al di sopra di un sicomoro perché la presenza di folle gli impediva di vedere quel personaggio la cui fama lo precedeva. Zaccheo rappresenta tutti quegli uomini e quelle donne lontane dalla fede, ma che cercano pur nella lontananza di vedere dove si trova Gesù. Egli si arrampica su un sicomoro e questo rappresenta tutti quei cristiani che sono chiamati a far vedere chi è Gesù.
Le grandi folle accerchiano il Maestro. Penso a tutte quelle volte in cui si pensa che l'essere maggioranza in una comunità vuol dire essere a posto perché si è numero che conta e che si ha importanza. Le maggioranze non sono sempre sinonimo di fede autentica: può essere uno schermo che impedisce a lontano di poter vedere Gesù. Le folle richiamano la logica dei grandi numeri. La folla deve creare un varco per permettere ai vari Zaccheo di poter farsi spazio anche lui.
Un utile esame di coscienza ci aiuta a fare questo brano evangelico. Siamo capaci di fare spazio nelle nostre Comunità a coloro che vogliono avvicinarsi alla fede? Siamo giudici noi di chi Gesù può incontrare? Domande serie che prevedono risposte serie e coraggiose per poi verificare quali varchi creare per permettere a tutti coloro che sono lontani di conoscere il Maestro.
Questo scenario avviene in un luogo Gerico malvisto dal popolo ebraico e nei confronti di una persona malvista dalla gente. Gesù incrocia il suo sguardo e lo chiama per nome ancor prima che questo si possa esprimere. Non è Zaccheo a proferire la prima parola, ma è Gesù. "Oggi debbo venire a casa tua". Gesù non rimanda perché la salvezza è questione di immediatezza. "Oggi sarai con me in paradiso" lo dirà sul Croce al ladrone pentito. La salvezza è un dono gratuito che viene dato senza condizioni a coloro che si aprono con generosità. Zaccheo comprende di aver commesso nefandezze e risponde impegnandosi a dare con gioia tutto ciò che ha tolto truffando gente. "Oggi la salvezza è entrata in questa Casa" la salvezza è nell'oggi di Dio. Il Figlio dell'Uomo è venuto per la salvezza di chi è perduto.
Pensiamo di recintare il Signore intorno al nostro clan, ma Gesù va a cercare coloro che si sono perduti perché la salvezza è per tutti non solo per pochi. Quante volte pensiamo di sbarrare le porte della misericordia e non le spalanchiamo? Il Signore sempre ci sorprende. Laddove pensiamo che Lui non agisce ribalta le nostre visioni. Anche a Gerico opera e anche al pubblicano apre le porte della salvezza.
Quante belle storie di conversione di uomini e donne lontane dalla fede che si sono convertite. Le conversioni sono partite perché questi uomini e queste donne hanno trovato persone che sono stati dei veri sicomori per loro. Queste persone si sono lasciate scavalcare per permettere l'incontro con Gesù. I martiri cristiani hanno effuso sangue che ha lavato il persecutore Paolo. Monica ha sparso lacrime e preghiere perché Agostino si potesse convertire. Il perdono della mamma di Maria Goretti nei confronti dell'uccisore della figlia ha permesso a questo di pentirsi e di cambiare vita. Il cappellano delle carceri parigine è stato colui che ha permesso a Jacques Fesch, condannato a morte, di vivere in carcere come un monaco. Quanti esempi si possono elencare!
Anche noi dobbiamo implorare il Signore perché ci porti a essere anche noi strumenti su cui gli altri possono appoggiarsi per veder Gesù.

 

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