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TESTO Commento su Gv 3,16-18

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Santissima Trinità (Anno A) (15/06/2014)

Vangelo: Gv 3,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

Lectio
Il brano proposto per questa domenica si trova all'interno del capitolo 3, dedicato in particolare al dialogo tra Gesù e Nicodemo. Gesù aveva parlato a Nicodemo della nuova nascita nello Spirito Santo e del mistero del Figlio dell'uomo. Gesù poi parlando di se stesso (v. 14) gli aveva detto che avrebbe dovuto essere elevato da terra, cioè messo in croce, perché chiunque creda abbia per mezzo di lui la vita eterna. Ora il dialogo compie un ulteriore passo in avanti: all'origine del disegno della salvezza c'è Dio Padre. C'è infatti un disegno, un progetto ideato all'interno della Trinità, il quale si è realizzato attraverso l'invio del Figlio nel mondo. Il vangelo di questa domenica ci racconta in tre versetti di questo progetto e dei suoi obiettivi.
16"Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio ha donato al mondo il suo Figlio. Cosa c'è alla radice di questo dono? L'amore che Dio Padre aveva nei confronti del mondo. Cosa dobbiamo intendere per «mondo»? In Giovanni «mondo» significa gli uomini nel loro insieme, come pure gli uomini in quanto si oppongono alla luce divina. Da come si presenta nel testo è evidente che il mondo ha bisogno di essere salvato. La sua condizione è di incertezza, di incompletezza, in pericolo. Già nel Prologo (Gv 1,10), Giovanni ci ha detto che il mondo fu fatto mediante il Verbo e che il mondo non l'ha conosciuto.
«Dio ama il mondo». E' una realtà fondante, assoluta. L'amore precede tutto, come nel Prologo la luce divina del Verbo esiste per ogni uomo prima della tenebra. Il Dio che ama ha come progetto esclusivamente la salvezza e la vita.
«Dio ha donato il suo Figlio». Con queste parole si indica l'avvento di Gesù nel mondo e tutta la missione da lui realizzata nel suo insieme. Grazie a Gesù, il Padre si è fatto conoscere al mondo e ha avuto inizio la comunicazione tra Dio e l'uomo. Il Figlio è unigenito: si può trovare qui un riferimento al sacrificio di Gesù, poiché egli come Isacco (il figlio unico e amato di Gn 22,2.12) è stato offerto in sacrificio.
Ma quale è il motivo ultimo per cui il Figlio è stato mandato nel mondo? Perché coloro che credono in lui abbiano la vita eterna.
17 Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Questo versetto precisa meglio la motivazione dell'invio del Figlio nel mondo: la salvezza del mondo. Quindi si passa dai credenti che devono avere la vita eterna, al mondo intero, perché sia salvato. La frase viene posta in modo negativo per sottolineare maggiormente il progetto di Dio rivolto alla salvezza degli uomini.
Giovanni gioca molto sugli opposti. «Vita eterna» e «salvare» di oppongono a «perdersi» e «giudicare».
Questi termini si ritroveranno poi nel v. 18 quando si ricorderà che chi si rifiuta di credere è già giudicato.
18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio."
Il risultato del «credere» è nella linea del «non essere giudicato». Alla fine dei tempi avrà luogo il giudizio finale: in base alla condotta degli uomini, il giudizio ultimo deciderà se raggiungeranno la vita o se la perderanno definitivamente. In questi versetti il comportamento da cui dipendono queste due alternative consiste nella risposta di fronte all'Inviato di Dio. Il messaggio di Gesù non è un messaggio qualunque: richiede una presa di posizione da parte dell'uomo. Chi non si decide a favore di Dio della Sua luce, del Suo amore, si condanna da solo. Chi non accoglie la Sua luce rimane nelle tenebre.
Davanti all'amore con cui Dio ha amato il mondo, l'evangelista Giovanni si guarda bene dal richiedere che l'uomo ami a sua volta Dio. La sola opera richiesta è la fede nel Figlio. Tutti vengono chiamati a credere nel Nome dell'unigenito Figlio di Dio. Il nome manifesta la persona nella sua interezza, la fede è adesione a Cristo riconosciuto come Figlio di Dio e come colui che rivela chi è il Padre.
Meditatio
- Mi sono mai sentito/a giudicato/a dal Signore? In che modo?
- Mi sono mai sentito/a amato/a dal Signore? In quale frangente?
- Qual è, secondo me, il desiderio più grande della Santissima Trinità?

Preghiamo
(Colletta della domenica della Santissima Trinità)
Padre, fedele e misericordioso, che ci hai rivelato il mistero della tua vita donandoci il Figlio unigenito e lo Spirito di amore, sostieni la nostra fede e ispiraci sentimenti di pace e di speranza, perché riuniti nella comunione della tua Chiesa benediciamo il tuo nome glorioso e santo. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

 

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