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TESTO Commento su Matteo 18 21,22

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della III settimana di Quaresima (05/03/2013)

Vangelo: Mt 18 21,22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,21-35

21Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

"Signore, se mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?" E Gesù gli rispose. "Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette".
Mt 18 21,22

Come vivere questa Parola?
In un breve dialogo qui il Vangelo ci presenta una delle problematiche esistenziali comuni a tutti gli uomini: vi è sottesa la fatica del perdono. In certe esistenze questa fatica si coagula in una sola occasione forte, perfino drammatica: perdonare a chi ti uccide una persona cara, a chi ti calunnia, a chi tradisce la fedeltà matrimoniale... ll risvolto prezioso della Parola di Gesù oggi riguarda la realtà di quelle occasioni di perdono che si affacciano al nostro quotidiano. Spesso è all'interno della coppia e delle relazioni familiari o amicali che scoppiano, improvvise, piccole accuse ingiustificate, parole dure, atteggiamenti aggressivi. In genere non si tratta di cattiveria ma di irritazione momentanea, risentimenti, incomprensioni varie.
E' qui che bisogna collegarsi subito con Gesù vivo e presente nel cuore. Il suo mistero di morte e risurrezione non è forse la storia antica e sempre nuova del suo perdono per tutte le volte che lo abbiamo offeso col peccato? Eppure il Signore non cessa di regalarci il perdono. E' qui che nasce una conseguenza irrefutabile: anch'io sono chiamato a perdonare. Proprio qui si gioca la scelta di essere autentico cristiano.
Signore Gesù dammi di pregare con te il Padre nostro soffermandomi in pausa meditativa sull'espressione: "Perdona a noi che ci impegniamo a perdonare ai nostri fratelli".
La voce di un grande poeta tedesco
Importante è ricordare, ma più importante è dimenticare.
Rainer Maria Rilke

 

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