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TESTO Lo accolse pieno di gioia

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Ultima domenica dopo Epifania (anno C) (10/02/2013)

Vangelo: Lc 19,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 19,1-10

1Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Il vangelo di questa domenica è una pagina molto significativa del vangelo di Luca, di cui mostra in sintesi i temi principali. E' imperniata su un episodio di conversione clamorosa, cioè di repentino cambiamento del protagonista, che da una condizione totalmente negativa passa a una vita veramente "nuova".

Zaccheo ci viene presentato da Luca come "capo dei pubblicani" e ricco; il primo epiteto designa quelle persone che si erano messe al servizio dei Romani per riscuotere le tasse, si arricchivano indebitamente ed erano di per sé "impure": ogni buon ebreo evitava qualsiasi contatto con loro per non contaminarsi. Grazie alla sua professione, poi, il nostro personaggio era anche molto ricco.

Luca è l'evangelista che più insiste sul tema della ricchezza, la cui prerogativa è quella di accecare chi la possiede diventando il suo idolo; non a caso Gesù, dopo il fallito incontro con un giovane ricco, esclama: "Quant'è difficile, per coloro che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio! E' più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio." (Luca 18,24-25).

Ora questo Zaccheo, personaggio del tutto negativo per professione e avidità, "cercava di vedere quale fosse Gesù" (v.3); Luca non dice altro, ma dal seguito del racconto si capisce che questo desiderio del pubblicano non era solo curiosità verso l'ormai famoso rabbi itinerante di Nazareth, ma molto di più: si coglie una sottile inquietudine, probabilmente un'insoddisfazione, la speranza che l'incontro con il Maestro portasse qualcosa di nuovo nella sua vita. Egli è molto determinato in questa sua ricerca, tanto da sfidare il ridicolo e l'ironia arrampicandosi come un ragazzetto su un albero, visto che non c'era altro modo per vedere Gesù al suo passaggio.

E a questo punto Luca delinea magistralmente quell'incontro che risulta "emblematico", "tipico", "modello" di ogni incontro tra Gesù il Salvatore e l'uomo peccatore.

Anzitutto, in modo del tutto inaspettato, Gesù chiama Zaccheo per nome (dunque anche Lui "cercava" Zaccheo!) e gli dice semplicemente che vuole essere suo ospite. Se ricordiamo chi erano i pubblicani e come ogni ebreo "giusto" doveva assolutamente evitarli, non possiamo non stupirci di questa decisione che infatti la gente subito critica, "mormorando" (v.7).

Ma la cosa ancora più inaspettata è che il capo dei pubblicani, senza che Gesù gli faccia alcun rimprovero o lo esorti a cambiar vita, dapprima lo accoglie "pieno di gioia" (v.4) e immediatamente dopo gli dichiara con decisione ferma e risoluta (questo è il significato dell'"alzatosi" al v.8): "do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto".

Che cosa è successo? E' qui esemplarmente raffigurata la dinamica tipica di ogni conversione cristiana. Anzitutto c'è un incontro autentico con Gesù, autentico perché sinceramente e fortemente desiderato da Zaccheo, che accoglie pienamente il Salvatore.

In secondo luogo c'è la magnanimità di Gesù, la cui missione è proprio rivelare l'infinita misericordia di Dio: incurante delle mormorazioni, Egli compie un gesto assolutamente scandaloso agli occhi dei "giusti" ebrei: entrare in casa (il che significava allora instaurare un rapporto amicale) di un "pubblico peccatore", e dunque contrarre l'impurità!

Ma è proprio questo gesto che ha aperto gli occhi e il cuore del capo dei pubblicani; la sua conversione è stata spontanea e "istantanea"!, come si vede dalla decisione concreta subito presa: rimediare al male fatto e di conseguenza cambiare vita senza più commettere le violazioni di prima.

E' da notare che la riparazione decisa da Zaccheo va molto al di là di quanto comandato dalla Legge. Il libro del Levitico prescriveva che in caso di frode occorreva restituire l'importo sottratto con l'aggiunta di un quinto (Lev.5,20-26), e Zaccheo vuole restituire quattro volte l'entità di quanto ha rubato! E anche la distribuzione ai poveri di metà delle proprie sostanze supera di gran lunga ciò che nella dottrina rabbinica era considerata la misura più alta delle offerte volontarie per i poveri: un quinto degli averi e non più di un quinto del reddito.

Dunque la novità di vita che l'incontro con Gesù ha provocato nell'esistenza di Zaccheo è veramente un esempio di quella "sovrabbondanza" dell'amore che va molto al di là della Legge, un tema questo che insieme agli altri tipici del terzo evangelista (gioia, misericordia, ricchezza e povertà, accoglienza, conversione) ci mostra riuniti i motivi principali del vangelo di Luca in questo episodio che chiude il viaggio di Gesù verso Gerusalemme, dove la missione del Nazareno giungerà al suo compimento.

 

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