PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Quel pane vivo disceso dal cielo

padre Ermes Ronchi

padre Ermes Ronchi è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

XIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (12/08/2012)

Vangelo: Gv 6,41-51 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,41-51

41Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».

43Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. 44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 45Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Nessuno può venire a me se il Padre non lo attira. Non si diventa cristiani se non per questa at­trazione, non certo per via di indottrinamento o di crociate. Io sono cristiano per attrazio­ne: mi attira un Dio buono co­me il pane, umile come il pa­ne, energia inesauribile che a­limenta la vita, ogni vita, tutta la vita. Si dà e scompare. E an­che i suoi figli faranno come lui, si faranno pane buono. Ai funerali di don Primo Mazzo­­lari, un suo parrocchiano eb­be a dire: ci bastava guardarlo, vederlo passare. Per noi era pa­ne.

Il verbo di questo Vangelo è «mangiare». Così semplice, quotidiano, vitale. Che indica cento cose, ma la prima è vi­vere. Mangiare è questione di vita o di morte. Dio è così: una questione di fondo. Ne va del­la tua vita. Il segreto, il senso ultimo nel tempo e nell'eter­no è vivere di Dio. Non solo di­ventare più buono, ma avere Dio dentro, che mi trasforma nel cuore, nel corpo, nell'ani­ma, mi trasforma in lui. Parte­cipare al corpo e al sangue di Cristo non tende ad altro che a trasformarci in quello che rice­viamo (Leone Magno). Mi ha molto colpito un anziano sa­cerdote francese che porgendo il pane della comunione sole­va dire: che possiamo diventa­re ciò che riceviamo, il corpo di Cristo.

Dio in me: il mio cuore lo as­sorbe, lui assorbe il mio cuore, e diventiamo una cosa sola. Ed è il senso di tutta la storia: por­tare cielo nella terra, Dio nel­l'uomo, vita immensa in que­sta vita piccola. Molto più del perdono dei peccati è venuto a portare: è venuto a dare se stesso.

Mangiare la carne e il sangue di Cristo, non si riduce però al rito della Messa. Il corpo di Cri­sto non sta solo sull'altare, del suo Spirito è piena la terra, Dio si è vestito d'umanità, al pun­to che l'umanità intera è la car­ne di Dio. Infatti: quello che a­vete fatto a uno di questi l'ave­te fatto a me. «Mangiare il pa­ne di Dio» è nutrirsi di Cristo e di Vangelo, respirare quell'aria pulita, mangiare quel pane buono, continuamente. Do­mandiamoci allora: noi di che cosa ci nutriamo? Di che cosa alimentiamo cuore e pensieri? Stiamo mangiando generosità, bellezza, profondità? O stiamo nutrendoci di superficialità, miopie, egoismi, intolleranze, insensatezze? Se accogliamo in noi pensieri degradati que­sti ci riducono come loro; se accogliamo pensieri di vange­lo, di bontà e di bellezza essi ci fanno uomini e donne della bellezza.

Se ci nutriamo di Vangelo, il Vangelo dà forma al nostro pensare, al sentire, all'amare. E diventiamo ciò che ci abita.

Io non sono ancora e mai il Cri­sto, ma io sono questa infinita possibilità (Turoldo). Non ba­sterà questa vita forse, ma lui ha promesso. Ha promesso e io lo credo. Sono convinto che lo diverrò: una cosa sola con lui .

Libri di padre Ermes Ronchi

 

Ricerca avanzata  (53942 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: