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TESTO Numeri e persone

don Daniele Muraro  

Santissima Trinità (Anno A) (19/06/2011)

Vangelo: Gv 3,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

Nella testa di tanta gente sembra che il dogma Trinità abbia a che fare quasi solo con la matematica. In realtà il mistero della Trinità riguarda più le persone che i numeri. Sono Queste che spiegano quelli e non viceversa

Personalità è detto ciascun uomo elevato in dignità, ma tutti noi siamo persone soprattutto dopo essere stati innalzati alla cognizione di un Dio che nella sua costituzione è Persona in modo eccelso.

Le nostre relazioni, finché siamo quaggiù sulla terra, restano provvisorie e incerte. In Dio invece niente è lasciato al caso. La sua eternità comporta che niente in Lui sia provvisorio. Anche le relazioni reciproche di Padre e Figlio e Spirito sono eterne. Essendo le tre Persone divine perfette anche i loro rapporti reciproci sono perfetti.

Per nostra esistenza quotidiana la conoscenza di questa grande verità di fede ha dei riflessi molto più concreti di quanto possiamo a prima vista sospettare.

Ridurre tutto a numero può andare bene per chi di professione è ingegnere, ma tale attitudine al calcolo non esaurisce la gamma di possibilità della vita umana.

Tramite la matematica otteniamo una descrizione astratta delle cose, non solo teorica ma pure incompleta. Certamente con la matematica occorre fare i conti, ma molto più si devono tenere di conto le persone.

La matematica è un aiuto a capire la realtà, ma non possiamo ridurre tutto a calcolo. Essa è un punto di partenza che ci permette di rapportarci alle cose, ma che cosa varrebbe misurare il mondo se questo non ci permettesse di migliorare i nostri rappporti umani?

Per le varie materie di consumo basta quanto sono grandi o quanto pesano, per le persone occorre arrivare all'identità di colui che ci appare più o meno grande, più o meno di peso.

Da lontano senza poter osservare distintamente quello che ci interessa ci interroghiamo su che cosa è. Ma quando ci avviciniamo tanto da poter distinguere che quello è un uomo, subito ci domandiamo chi è.

Quando contiamo le cose possiamo accontentarci della somma finale, ma quando contiamo le persone dietro la statistica delle presenze o delle preferenze sappiamo bene che nasconde sempre il segreto di una coscienza spirituale.

Nei campi di concentramento i prigioneri venivano identificati non dal nome, bensì dal numero e talvolta questo si ripete nel mondo dell'economia e della finanza dove si viene considerati solo in base ai propri numeri bruti.

Questo non è umano. La persona è ben più di una cifra. Dio invece chiama per nome e ai suoi interlocutori su questa terra rivela il proprio nome, che è Padre e Figlio e Spirito santo.

Davanti a Lui che è comunione di Persone, diventiamo più persone anche noi stessi. Il mistero della santissima Trinità ci insegna questa grande verità esistenziale che l'unica unità possibile è quella personale.

Come la democrazia è più che votare, ma consiste nel partecipare, così nella fede credere è più che sapere e consiste nel corrispondere al mistero a cui si aderisce, cioè nell'incontrare quel Dio che si rivela unico, ma in Tre Persone.

Se Dio è relazione non si può capire Dio se non entrando in relazione con Lui. Perciò la proclamazione della vera fede nella Trinità non è l'arte di vincere al lotto cavando il numero giusto delle persone, ma il modo giusto del nostro rapporto la Divinità.

Esiste qualcosa di incomunicabile e non interscambiabile nella costituzione di ciascun uomo e questo è ciò che lo rende propriamente persona. Esiste qualcosa di speciale e fondamentale nell'esistenza di ogni persona umana ed è il suo rapporto con il Padre Creatore, con il Cristo Salvatore e con lo Spirito Santificatore.

Ai nostri giorni abbiamo riscoperto al centro della nostra fede la persona di Gesù e opportunamente; ma non è possibile credere esplicitamente il mistero di Cristo, senza la fede nella Trinità.

Il mistero di Cristo infatti implica l'invio nel mondo del Figlio da parte del Padre, l'assunzione della carne da parte del Cristo concepito per opera dello Spirito Santo e la rinnovazione del mondo mediante la grazia del Padre e l'azione dello stesso Spirito.

Qui si apre tutto il discorso sull'unità di Dio, legata alla sua totalità. L'uno infatti non è numero come tutti gli altri, perché in qualche modo li contiene tutti in sé.

Dio è tutto e ha tutto, ma tutto il suo essere non lo tiene per sé, bensì lo consegna al Figlio il quale come il Padre è uno solo, proprio perché dal Padre riceve tutto quello che Egli ha, cioè in definitiva l'essere Dio.

Tra i doni che il Padre dà al Figlio c'è anche la capacità come Lui di comunicare la vita divina e dall'intesa reciproca di Padre e Figlio viene lo Spirito che è come il sigillo dell'unità e della santità di Dio.

Una persona umana è numerabile per le sue opere e innumerabile nella sua singolarità. Dio è innumerabile nelle sue opere (almeno da parte nostra) e nella sua unità divina, ma è numerabile nelle relazioni che lo qualificano.

Certamente non avremmo mai saputo nulla della Trinità se il Padre stesso non ce lo avesse rivelato nel Figlio e confermato nello Spirito. Tuttavia a questo punto dobbiamo riconoscere che è più facile credere nella Trinità che in un Dio unico.

È con una maggiore confidenza che ci rivolgiamo ad un Dio solo in Tre Persone delle quali conosciamo il nome e che per così dire si garantiscono a vicenda che ad un Dio ignoto e lontano, che non si sa come la pensa fino in fondo.

Questa è la grandezza della nostra fede e la forza della nostra preghiera.

 

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