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TESTO Commento su Santissima Trinità

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Santissima Trinità (Anno A) (19/06/2011)

Vangelo: Gv 3,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

Lo scorso anno, il giorno in cui veniva festeggiata la Santissima Trinità, mi trovavo in Messico, in visita ad una fraternità dei piccoli fratelli di Charles de Foucauld. Riprendo qui un brano dei miei appunti di viaggio, per commentare questo mistero grande ed essenziale della nostra vita di relazione con Dio e con i fratelli. Parlare di mistero crea sempre una profonda lacerazione alla nostra intelligenza, facciamo fatica ad accettare quanto non possiamo comprendere. È solo l'amore che ci aiuta a credere che Dio non si diverte a mettere in scacco la nostra intelligenza, ma ci propone invece dei segni capaci di cambiare, se sappiamo accoglierli nella loro essenza, la nostra esistenza quotidiana concreta. Se Dio ha creato l'uomo e la donna a "sua immagine e somiglianza", e se Dio è una comunità di tre persone uguali e al contempo diverse, significa che l'uomo e la donna sono chiamati a vivere l'unità nella differenza, nella molteplicità, oltre l'appiattimento su sé stessi, l'amore dell'altro come proiezione dell'amore di sé, che poi è un amore di cattura. È a queste condizioni che possiamo accogliere Gesù di Nazareth che è venuto tra noi a dirci che Dio non ha paura delle differenze e che la vita in Lui è una sinfonia realizzata da tanti strumenti diversi. Un messaggio di speranza, dunque. Dio ama questo nostro mondo, lo ama tanto, anzi, come dice Giovanni nello splendido brano di Nicodemo, da dare per esso il suo Figlio, il quale non è venuto per giudicare questo mondo, ma perché si salvi. In questo giorno di grande festa l'invito è di scoprire la ricchezza unica delle diversità, nella speranza che anche la nostra Chiesa, la nostra comunità di credenti in Cristo, consenta sempre l'espressione di voci diverse, nel pluralismo.
«Seduti, Paco, Francesco ed io, sul muretto di casa (una casa poverissima, in mezzo ad altra case e baracche abitate da gente poverissima, in un barrio denso di problemi e di fatiche). Un minimo di relax dopo una giornata molto faticosa.
- Domani, alle 9,30, c'è l'Eucaristia nella chiesa del barrio, devo pensare all'omelia...
- È sulla Trinità...
- Sì, e non ho alcuna intenzione di tirare in ballo la solita storia del triangolo...
- O quella, magari più teologica, del Padre che genera il Figlio, e il loro amore genera lo Spirito...
- Forse così non lo capirebbero... Bisogna attualizzarlo, questo concetto. Ma l'amore è fondamentale. Su questo bisogna insistere.
- Sarà forse opportuno dire che non sempre ciò che noi pensiamo sia amore, lo sia poi veramente nella realtà...Spesso è amore di cattura...
- Sì, e qui entra in gioco anche un certo modello di fede. Molto esteriore, quella di questo popolo. Domani, dopo la messa, vedrete, ci sarà la fila di persone all'altare per far benedire medagliette, rosari, oggetti, candele... Ogni famiglia in casa ha un altarino, con la statua della Madonna di Guadalupe o di un santo protettore. Se qualcuno acquista un'auto, viene tutta la famiglia davanti alla fraternità per una benedizione. Senza rompere con le tradizioni, perché in ogni tradizione c'è la profonda saggezza di un popolo, io devo insistere sul concetto di amore. Senza amore non c'è fede... Ogni anno ci sono persone, anche anziane, che si mettono in viaggio a piedi per raggiungere in pellegrinaggio il santuario di N.S. di Guadalupe... Come dire a Dio, alla Madonna, ai Santi: ecco io vi prego, faccio tanta fatica per venire nei vostri santuari, vi ricordo nella mia casa, in ciò che indosso...voi però non dimenticatevi di me. Non è questo il nucleo della fede, che è invece l'amore... Un amore che per essere tale è senza condizioni...
- Appunto, quale amore?
- L'amore come esperienza di Dio vissuta attraverso il rapporto intenso con le persone che incontro...
- E che sono diverse da me, perché solo con chi è diverso da me riesco avere un rapporto d'amore...
- Lo stesso rapporto che ha vissuto Gesù con il Padre. In fondo, al di là degli equilibrismi teologici, che cosa ci dice la Trinità? Ci dice che Dio è un essere in relazione, che al suo "interno", se così ci si può esprimere, sussistono relazioni d'amore. Ma se è così, anche l'uomo, fatto a immagine di Dio, è un essere in relazione. Senza relazioni d'amore gratuito non si può vivere. Se non ci si vuole bene - questo dovrò dirlo chiaramente - non conta niente andare a messa la domenica, fare i pellegrinaggi, avere gli altarini in casa, far benedire le macchine, questo non è il nucleo della fede... - si tradisce l'essenza stessa di Dio. Vivere la Trinità significa uscire da sé stessi, chiudere i conti con l'individualismo...
- E voler bene a tutti, anche a coloro di cui non condividiamo le scelte di vita... Alle vittime e ai loro persecutori...
- Certo, perché chi siamo noi per permetterci di esprimere giudizi morali, di giudicare... Sappiamo che cosa passa nel mistero profondo di ogni persona, che Dio stesso rispetta, anche se noi tendiamo a non rispettarlo? Abbiamo il diritto di spegnere la differenza, la varietà delle esperienze?
- Porsi dunque in relazione intima non solo con il divino, ma con l'umano...
- Soprattutto con l'umano, perché se non c'è relazione con l'umano anche la relazione con il divino ne uscirebbe deformata...
- Se il Vangelo non dice mai nulla a caso, è una relazione col divino che parte dalla promessa di Gesù di essere con noi - con noi! - fino alla fine dei tempi. Una promessa che non è diversa - è solo più veritiera - di quella che facciamo alla nostra moglie, al nostro marito, ai nostri figli, ai nostri amici, a tutti quanti ci sono affidati... essere "con" loro...
- Sì, è così, e a questo punto credo che l'omelia sia pronta».
Traccia per la revisione di vita
1) Si dice spesso che la famiglia deve essere costituita a immagine della Trinità, Condividiamo questo concetto? Se lo condividiamo che cosa facciamo per realizzarlo concretamente nella nostra vita quotidiana?
2) Qual è il rapporto che intratteniamo con gli "altri"? In famiglia, con il nostro coniuge, con i figli, sul luogo di lavoro, nella comunità cristiana... È un rapporto di cattura, cerchiamo cioè di adeguare gli altri a noi stessi, oppure accettiamo serenamente e con gratitudine la loro diversità?

 

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