PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Non incenso e fiori, ma il dolore dell'orfano

padre Ermes Ronchi

XXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (31/08/2003)

Vangelo: Mc 7,1-8.14-15.21-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 7,1-8.14-15.21-23

1Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. 2Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate 3– i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi 4e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, 5quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».

6Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:

Questo popolo mi onora con le labbra,

ma il suo cuore è lontano da me.

7Invano mi rendono culto,

insegnando dottrine che sono precetti di uomini.

8Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».

14Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! 15Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».

21Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, 22adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. 23Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

«Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me»: il cuore lontano, il cuore assente, il cuore altrove. È il lamento di Dio. Tanto più che, nella prima lettura, aveva lanciato la sua sfida: «Quale nazione ha un Dio così vicino a sé, come il Signore è vicino a noi?» Un Dio vicino, un cuore lontano. Ecco il dramma della storia sacra. Mentre il Padre si fa vicino, il figlio si allontana da casa.

Il rischio del cuore lontano è quello della falsa religione: emozionarsi per le folle oceaniche ai raduni religiosi, e non saper pregare; amare la liturgia con la sua musica, i fiori, l'incenso, i marmi antichi e non «soccorrere il dolore di orfani e vedove»; volere segni esterni e citazioni verbali del cristianesimo e non viverlo.

La polemica di Gesù è costruita su di una coppia di contrari, fuori e dentro: «Non c'è nulla fuori dell'uomo che entrando dentro possa contaminarlo». Gesù benedice di nuovo le cose. Ogni cosa è pura fin da principio, il cielo, la terra, l'acqua, ogni erba e ogni cosa che nutre. Il creato è benedetto, il suo senso profondo è la santità. Non c'è luogo o angolo di cui si possa dire: il male è qui, questo è il suo nascondiglio, qui allignano le sue radici. Non creatura che possa dirsi malvagia. Unico spazio del male è il cuore dell'uomo: «Dal di dentro, dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive». Per Gesù la vera religione inizia con l'analisi del cuore. Per 900 volte nella Bibbia ricorre questo termine. Non semplice simbolo dei sentimenti e dell'affettività, ma luogo dove si distingue e si ama la verità, dove nascono le azioni, dove si sceglie la vita o la morte, dove Dio seduce. È il tempio del silenzio (Pèguy), luogo di continue nascite, luogo del ritorno, dove lo Spirito riporta e riaccende le parole di Gesù. Tutta la vita è un pellegrinaggio verso il luogo del cuore (Clèment). La donna del cuore è santa Maria che custodisce, conserva e medita, nel cuore - sottolinea Luca per due volte - le parole, gli eventi e i silenzi di Dio. È necessario molto cuore per ascoltare i silenzi di Dio. L'altro nome della verginità è molto cuore. Ma dentro l'uomo c'è di tutto, radici di veleno e frutti di luce, campi seminati di buon grano ed erbe malate, oceani che minacciano la vita e che la generano. Che cosa, io, ne farò uscire fuori? Nell'arte di coltivare se stessi e il cuore, l'istintività va' conosciuta e incanalata. Se fai uscire da te segnali di morte non sei «spontaneo e autentico» come ti illude una falsa psicologia, ma avveleni le tue relazioni. Non far uscire «prostituzioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigia, inganno, invidia, calunnia, superbia, stupidità». Non dare loro libertà, non permettere loro di abitare la terra. Manda solo segnali di vita attorno a te, e non avrai più «il cuore lontano».

Libri di padre Ermes Ronchi

 

Ricerca avanzata  (54158 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: