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TESTO Apre tutte le porte il «respiro» di Dio

padre Ermes Ronchi

Pentecoste (Anno C) - Messa del Giorno (23/05/2010)

Vangelo: Gv 14,15-16.23b-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-16.23-26

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre,

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Viene lo Spirito, se­condo il vangelo di Giovanni, leggero e quieto come un respiro: «A­litò su di loro e disse: rice­vete lo Spirito santo» (Gv 20,22).

Viene lo Spirito, nel rac­conto di Luca, come ener­gia, coraggio, vento che spalanca le porte, e parole di fuoco (Atti 2,2ss).

Viene lo Spirito, nell'espe­rienza di Paolo, come do­no, bellezza, genio diverso per ciascuno (Gal 5,22). Tre modi diversi, per dire che lo Spirito conosce e fecon­da tutte le strade della vita, rompe gli schemi, è ener­gia imprudente, non di­pende dalla storia ma la fa dipendere dal suo vento li­bero e creativo.

La liturgia ambrosiana pre­ga così: «O Dio, che hai mandato lo Spirito, effusio­ne ardente della tua vita d'amore». Lo Spirito è il de­bordare di un amore che preme, dilaga, si apre la strada verso il cuore del­l'uomo.

Effusione di vita: Dio effon­de vita. Non ha creato l'uo­mo per reclamarne la vita, ma per risvegliare la sor­gente sommersa di tutte le sue energie.

Effusione ardente: lo Spiri­to porta in dono il brucio­re del cuore dei discepoli di Emmaus, l'alta temperatu­ra dell'anima che si oppo­ne all'apatia del cuore.

Meraviglia del primo gior­no: «com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?» Lo Spirito di Dio si rivolge a quella parte profonda, nativa, originaria che è in ciascuno e che viene prima di tutte le divisioni di razza, nazione, ricchezza, cultura, età. La lingua nativa di ogni uomo è l'amore. Lo Spirito non solo ricompone la frattura di Babele, fa di più: parla la lingua comune, di festa e di dolore, di stanchezza e di forza, di pace e sogno d'a­more. La Parola di Dio di­venta mia lingua, mia pas­sione, mia vita, mio fuoco. Ci fa tutti vento nel Vento.

Nella Messa di Pentecoste, ripeteremo parole tra le più forti della Bibbia: del tuo Spirito Signore è piena la terra (salmo 103). È piena. Tutta la terra. Ogni creatu­ra. È piena anche se non è evidente, anche se ci appa­re piena invece di ingiusti­zia, di sangue, di follia. È un atto di fede che porta gioia e fiducia in tutti gli in­contri.

Il mondo è un im­menso santuario. Egli è qui, sugli abissi del mondo e in quelli del cuore. Anche se ci pare impossibile. Entra per porte chiuse, per fes­sure quasi invisibili, mette in moto, suscita energie. Guardati attorno, ascolta gli abissi del cosmo e il re­spiro del cuore: la terra è piena di Dio.

Cerca la bellezza salvatri­ce, l'amore in ogni amore. Piena è la terra. E instan­cabile il respiro di Dio por­ta pollini di primavera e disperde le ceneri della morte.

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