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TESTO Santissima Trinità

don Roberto Rossi  

Santissima Trinità (Anno A) (26/05/2002)

Vangelo: Gv 3,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 3,16-18

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito. fuoco d'amore, luce e forza per il nostro amore cristiano!

Iniziamo la santa Messa, come ogni preghiera, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; la terminiamo con la benedizione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Tutto quello che durante la Messa diciamo e facciamo non è altro che un dialogo tra noi e il Padre, fatto per mezzo di Gesti Cristo, nella luce e col sostegno dello Spirito Santo. Questa proclamazione della Trinità nella assemblea eucaristica si accende di tutta la sua luce nella recita del Credo, quando professiamo la nostra fede nel Dio uno e trino dicendo: "Credo in un solo Dio Padre onnipotente... e in un solo Signore Gesù Cristo... e nello Spirito Santo! ".

Se, dalla nostra Messa, passiamo a considerare la nostra vita di cristiani, ci accorgiamo che anch'essa è come una eucaristia più lunga che comincia e finisce nel nome della Trinità: "Io ti battezzo nel nome del Pa–dre e del Figlio e dello Spirito Santo", ci fu detto all'inizio della vita; "Parti anima cristiana da questo mon–do, nel nome del Padre che ti ha creata, del Figlio che ti ha redenta, dello Spirito Santo che ti ha santificata", cosi ci verrà detto al momento della partenza da questo mondo, se avremo la fortuna di concludere la nostra vita con qualcuno ac–canto che prega per noi, in nome e con le parole della Chiesa.

Tra questi due estremi - la nascita e la morte - c'è la nostra esistenza, i cui tempi forti sono anch'essi vissuti con la Trinità: nel nome della Trinità gli sposi sono congiunti in matrimonio; nel nome della Trinità sono consacrati i sacerdoti; nel nome della Trinità sono rimessi i peccati. L'intera esistenza cristiana si svolge in compagnia, nell'amore, nella grazia, nella potenza, della Trinità; le tre Persone sono con noi, camminano con noi. Ma noi tante volte non le riconosciamo! Alla fine della vita, ci succederà come ai discepoli di Emmaus: avevano camminato tutta la strada con Gesù e non lo avevano riconosciuto: che rimpianto!

C'è un modo errato di pensare alla Trinità che ha impedito di percepire la forza che si sprigiona da questo mistero. Consiste nel pensare alla Trinità come una cosa, come una realtà tutta fatta e conclusa in se stessa. Ma la Tri–nità non è una cosa; è una vita, è sem–pre in atto e sta avvenendo continuamente! In Dio, ogni atto è eterno, continuo. Tutto è in atto, nulla è cessato; non bisogna pensare alla Trinità come a un vulcano spento, ma come a un vulcano attivo che emette sempre fiamme di luce, di sapienza, di amore. In Dio tutto è Amore continuamente.

Come fare per restituire a questo mistero, princi–pio e fonte di tutta la vita della Chiesa, la sua luce e il suo giusto posto nella nostra fede? La caduta dell'oriz–zonte trinitario porta, infatti, a una progressiva banalizzazione della fede. Ci si attacca a Gesù; ma presto anche di lui si smarrisce la dimensione trascendente e divina e non resta che l'uomo. Senza il Padre e lo Spirito Santo, è im–possibile credere in Cristo, perché è proprio di essi che egli ci parla e sono proprio essi che ci parlano di lui. Un Gesù senza il suo profondo e ininterrotto dialogo con il Padre - senza il suo Abba! - non è più Gesù; un Gesù senza lo Spirito che lo illumina non è il Gesù ri–sorto che salva e che santifica l'umanità.

Come fare per far tornare a brillare que–sto mistero come nei primi secoli della Chiesa? La litur–gia ci propone lo strumento privilegiato per questo cam–mino: la lettura della Bibbia; essa ci mostra il manife–starsi della Trinità a noi nello svolgersi concreto del piano di salvezza; attraverso l'unità di disegno di tale sto–ria, viene mostrata a noi l'unità di volontà e di natura in Dio; attraverso, invece, i diversi tempi e le diverse operazioni di tale storia, viene mostrata a noi la distin–zione delle Persone in Dio.

Ecco allora la creazione: l'opera particolarmente riferita al Padre. Ecco La Redenzione, opera particolarmente riferita al Figlio. Ecco poi la vita della Chiesa, nella quale si rivela la presenza particolare dello Spirito.

In Dio c'è un'unità profonda - più grande di qualsiasi unità da noi conosciuta o immaginata - che unisce tra loro le tre divine Persone. La Trinità rivelataci da Gesù non distrugge dunque l'unità di Dio, ma la esalta; non è un indietreggiamento rispetto al monoteismo assoluto della Bibbia e di altre religioni (per esempio dell'Islamismo), ma un superamento: Dio - ci dice il vangelo di Gesù - è al di là di ogni no–stro concetto, perfino del concetto che noi abbiamo del–l'unità! In Dio, la Trinità non è divisione, ma ricchezza!

Questa unità profonda del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo tra di loro si manifesta, nella storia della salvezza, nel fatto che ognuna delle tre Persone si rivela rivelando le altre due: non parla di sé, ma dell'altra ed è parlando dell'altra che fa conoscere se stessa. Il Padre si rivela come Padre, nel momento che dice di Gesù: Questi è il mio Figlio diletto!; il Figlio si rivela come Figlio, facendoci conoscere il Padre e pronunciando il suo inconfondibile Abba!; lo Spirito Santo si rivela come Spirito del Padre e del Figlio, quando viene a noi e ci in–segna a dire a nostra volta: Abbà! e: Gesù è il Signore!, cioè quando rivela a noi il Padre e il Figlio suo Gesù Cristo. Ognuno glorifica l'altro ed è glorificato dall'altro.

La Trinità non è per la fede cristiana un sovrappiù di cui si può fare a meno di parlare al popolo, limitan–doci a parlargli genericamente di Dio. E' il mistero fonte di tutti i misteri; è ciò che dà luce e profondità ad ogni affermazione cristiana su Dio: nessuno capisce cosa si–gnifica dire: Dio è amore (oppure: Dio è " persona "), se non tiene conto della Trinità.

Il mistero della Trinità di Dio, cioè il modo profondo della vita di Dio, illumina il mistero della vita degli uomini. La vita di Dio è amore: la vita degli uomini è vera se è amore. Nella Trinità più uno è se stesso, più è comunione con gli altri; più è comunione con gli altri, più è se stesso. La Trinità è verità, è ideale, è modello anche per la vita dell'umanità! Aiuita a superare ogni peccato e di ogni egoismo, di ogni paura!

Io voglio essere veramente uomo? Allora devo vivere in comunione con tutti gli altri; e la vita di comunione con gli altri è vera, se aiuta ciascuno a essere pienamente se stesso. Questo si realizza nella famiglia, nella Chiesa, nella società. La "verità" di Dio è la "verità" dell'uomo.

 

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