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TESTO Il risorto e il più umano dei segni

padre Ermes Ronchi

III Domenica di Pasqua (Anno B) (03/05/2003)

Vangelo: Lc 24,35-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,35-48

35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni.

Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Com'è difficile credere! Sorgono dubbi. Sgorga una gioia che pare eccessiva: troppo bello per essere vero! Non basta nemmeno il cuore che balza in petto. Questa straordinaria avventura di stupore e di esitazione da allora non si è più fermata ed ha preso anche me e la mia fede. «Non sono un fantasma», dice Gesù: non sono l'illusione di un dormiente o un sogno ad occhi aperti; non sono un mantello di parole pieno solo di vento. Io ho vita piena: guardate! vedete! toccate! mangiamo insieme! Non alla gioia, non alla visione, non ai racconti e alle profezie, gli apostoli si arrendono ad una porzione di pesce arrostito, al più semplice dei segni, al più umano e primitivo bisogno del corpo. Signore così umile che ti avvicini a questi nostri sensi, che ti fai piccolo e concreto perché ti possiamo toccare; che rinunci ai segni prodigiosi proprio per questo, perché vuoi venire più vicino, essere il più familiare possibile! Gli apostoli, segnati per sempre dal segno fra tutti il più umile e quotidiano, lo daranno come prova: noi abbiamo mangiato con lui dopo la sua risurrezione (At 10,41).

Mangiare è il segno della vita; mangiare insieme è il segno più eloquente di un legame rifatto, di una comunione ritrovata che tiene insieme le vite. Quel lamento – non sono un fantasma – arriva fino a me. Chi sei, Signore? Un'emozione occasionale, un gioco d'ombre sul muro della vita, un mito, pur magnifico e necessario, un rito settimanale, poco più che un fantasma? No, Cristo è il presente e il futuro della mia carne, vita della mia vita; piccola porzione di pesce; concreto punto nella storia e nello spazio, ma che si dilata e mi coinvolge. Non è un fantasma, ma parola come spada, svela e apre la vita; pane e vino che bastano ai giorni: vive in me, mi chiama, si dilata dentro, piange le mie lacrime e sorride come nessuno. Talvolta vive al posto mio e cose più grandi di me mi accadono. Forse tutto è più grande di me. E si fa pace (pace a voi!) che non merito, più grande di ogni mio diritto; e si fa intelligenza che io non ho conquistato (svelò loro il senso delle scritture e della vita); e si fa orizzonte e strada e passi d'amico lungo il cammino.

Vorrei oggi ripartire, come i due di Emmaus, alla ricerca della carne di Cristo. E so che Cristo è sparpagliato nella carne del mondo, un Dio vestito di umanità, e tutti i nostri volti insieme fanno il suo unico volto. L'umanità è il corpo di Dio. Vicinissima a te è la sua carne; affidata a te, in tutti i membri della Chiesa e dell'umanità, i più poveri e sofferenti: là le tue mani possono ancora toccarlo e accarezzarlo, per far sì che non sia più vero il lamento di Cristo: non sono un fantasma, io ho carne e ossa, toccatemi! E siate testimoni.

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