TESTO Nella Trinità la nostra vita d'amore
padre Gian Franco Scarpitta Chiesa Madonna della Salute Massa Lubrense
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Santissima Trinità (Anno A) (18/05/2008)
Vangelo: Gv 3,16-18

«16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
Promesso ed effuso da Gesù nel giorno di Pentecoste, lo Spirito santo è quindi il Consolatore che ci guida verso la verità tutta intera, affinché noi restiamo liberi (Gv 8, 32); lo Spirito reca a tutti la verità anzi tutti ci orienta verso la verità perché, come afferma Paolo, Egli è il garante della conoscenza di ogni di ogni cosa, che ci permette di scoprire tutti i doni di cui noi siamo stati resi destinatari essendo Lui lo Spirito che "scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio" (1 Cor 2, 9 – 10) e pertanto è in grado di conoscere e rivelarci lo stesso Dio, che, pur restando in se stesso un mistero ineffabile, non resta racchiuso in se stesso ermeticamente, ma rende partecipe anche l'uomo di siffatta gloria e ineffabilità. Così attraverso Cristo, per mezzo dello Spirito Santo accediamo alla verità di Dio, comprendendo quale egli veramente è. Il Dio Uno e Unico e allo stesso in Tre Persone che si appartengono e si suppongono a vicenda secondo un fenomeno che la teologia antica ha definito pericoresi e che in tutti i casi ravvisa la comunione e l'intima compartecipazione delle tre Persone fra di loro nell'amore.
A parlarci di Dio Uno e Trino che è Padre, Figlio e Spirito Santo è Gesù Cristo, una di queste Tre Persone che si è resa carne e solo indirettamente tale concezione di Dio la si riscontra nell'Antico Testamento. Così è necessario è così è anche legittimo e conveniente. Infatti Gesù ci parla di Dio non già nella speculazione astratta e nei sottili ragionamenti della scienza teologica, ma attraverso la sua stessa vita, le sue opere, le azioni e gli insegnamenti che convincono più di qualsiasi discorso e che anche a proposito del vero Dio ci offrono veri ragguagli persuasivi. Nel sanare il lebbroso e l'emorroissa e nel ridonare la vista al cieco nato, come pure nel concedere il perdono alla donna adultera Gesù manifesta l'amore di Dio come Padre di misericordia che avvicina i reietti e i lontani della società, invitando tutti al filiale approccio con Dio che è il "papà" dell'uomo; nel promettere lo Spirito Santo, descritto come il dono concesso dal Padre anche "a voi che siete cattivi" ed effuso nel giorno di Pentecoste, mostra che Dio è lo Spirito Consolatore che indirizza tutti essendo il comune orientamento degli uomini che trovano sprone e santificazione; nell'avvicinare il curioso Zaccheo che lo cerca a stento tra la folla e nel risuscitare l'amico Lazzaro egli medesimo mostra se stesso come Figlio di Dio, Verbo incarnato per accompagnare l'uomo nel difficile percorso della storia, proponendosi a tutti come Via, verità e Vita; nel disporre della missione dei suoi discepoli Gesù li invita a battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e anche nei suoi continui riferimenti alla comunione di sé con il Padre non manca di mostrare il vero Dio.
La vita di Gesù Figlio di Dio e i suoi insegnamenti sono già bastevoli a delucidarci il mistero di Dio e chi non coglie tale messaggio trinitario nella vita del Signore stesso che nella croce affida se stesso alla volontà del Padre con la cooperazione dello Spirito Santo manca di concepire il reale messaggio di Gesù intorno a Dio e alla verità.
Certo, quello di un Dio uno e unico contemporaneamente in Tre Persone resta sempre un mistero inaccessibile alla limitatezza della mente umana, in se stessa già molto limitata e circoscritta e neppure i grandi teologi e i Padri della Chiesa più illustri riuscirono mai ad impossessarsi di questo enigmatico modo di essere di Dio, ma appunto perché Dio è incommensurabile alla nostra limitatezza occorre lasciare lo spazio alla contemplazione e allo sbigottimento della fede, anziché alle preclusioni razionali e darsi quindi alla riverenza dello stesso Signore Uno e Trino.
Ma la fede incondizionata nella Trinità non ci chiede il solo abbandono fiducioso all'onnipotenza del Dio. Suppone anche che noi ci lasciamo coinvolgere nella dinamica d'amore che nello Spirito Santo lega il Padre e il Figlio sin dall'eternità partecipando dello stesso vincolo comunionale che lega le Tre Persone fra di loro. Per mezzo del Figlio Gesù Cristo noi siamo infatti inseriti a partecipare della stessa vita trinitaria innanzitutto recando di essa in noi stessi i segni stessi, giacché Essa inibita in ciascuno di noi (S. Agostino) e ognuno da sempre è frutto dell'amore creativo del Padre, sostenuto dal continuo sostegno del Figlio e animato dalla Grazia dello Spirito Santo, e attraverso le tre Virtù Teologali di Fede, Speranza e Carità noi siamo incoraggiati a recare sulla terra, nella nostra convivenza umana di rapporti reciproci, la stessa comunione sussistente fra le Tre Persone. In parole più semplici, il soggetto cristiano che vive dell'amore e della comunione con gli altri, prodigandosi instancabilmente nella carità e nell'amore al prossimo, testimone dell'amore di Dio, partecipa della vita trinitaria e si rende riflesso di ressa nel quotidiano; la comunità cristiana capace di accoglienza, amore reciproco, solidarietà, condivisione è altresì un emblema nel mondo della stessa comunione intratrinitaria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ed è ancora conveniente ripetere a noi stessi la già citata espressione di Agostino: "Chi vede la carità, vede la Trinità".
La Trinità quindi diventa un fatto di concretezza quando si viva la concordia, l'amore e l'accettazione reciproca anche all'interno delle nostre singole famiglie, come pure nei gruppi e nelle associazioni e finalmente nella comunità sociale intera considerando che nelle Tre Persone vi è sempre l'emblema nonché lo sprone della comunità ideale che di fatto non si riscontra nelle nostre esperienze aggregative ma che non è impossibile a realizzarsi se si guarda al Cristo Signore Figlio di Dio incarnato per noi.