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TESTO

21. Coraggio, fratello   3

Tonino Bello, Il parcheggio del calvario, in Omelie e scritti quaresimali, vol. 2, p. 307, Luce e Vita

Coraggio, fratello che soffri.
C'è anche per te
una deposizione dalla croce.
C'è anche per te una pietà sovrumana.
Ecco già una mano forata
che schioda dal legno la tua...
Coraggio.
Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio.
Tra poco, il buio cederà il posto alla luce,
la terra riacquisterà i suoi colori
e il sole della Pasqua
irromperà tra le nuvole in fuga.

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5.0/5 (7 voti)

inviato da Monaci Silvestrini Benettini - Bassano Romano (VT), inserito il 07/04/2012

TESTO

22. Senza vedere   3

Carlo Carretto

Cos'hai provato Maria quando la Maddalena ti ha detto di aver visto Gesù nel giardino? E quando Pietro e Giovanni vennero a te, correndo, per raccontarti come avevano visto la tomba vuota? Cos'è capitato in quel giorno? Cosa significa credere che Cristo è risorto dai morti? E tu l'hai rivisto in quei giorni? Perché il Vangelo non parla di te? Ed eri la più interessata. Perché non è apparso a te? Quanto mi ha fatto pensare questo silenzio del Vangelo! O che Gesù voleva accennare a te quando disse a Tommaso: "Beati quelli che pur non avendo visto crederanno"? Forse tu eri l'unica che non aveva bisogno di vedere per credere? Ed eri beata. Io penso di sì. Ed è per questo che sei la nostra maestra nella fede e la lode di Elisabetta fin da principio fu la più grande lode che ti si poteva fare. "Beata te che hai creduto". Tu non avevi bisogno di vedere per credere. Tu credevi al tuo Figlio Risorto e ti bastava. Credere alla Resurrezione di Gesù significa credere senza vedere. E anche io voglio credere senza vedere: come te. L'unica cosa seria è la fede. Ed è per fede che io credo alla Resurrezione di Cristo. E quando credo sono invincibile: "Questa è la vittoria che vince il mondo: la nostra fede".

MariaMadonnafedefiduciarisurrezioneresurrezione

5.0/5 (2 voti)

inviato da Angela Magnoni, inserito il 23/01/2012

TESTO

23. Se non c'è l'uomo che risorgerà

Giuseppe Impastato S.I.

Una pecorella si è smarrita
e ha fame ed ha paura dei lupi...
Il pastore è rimasto con le altre,
al sicuro, nell'ovile.

Uno straccione affamato e stanco
(sembra un ragazzo di buona famiglia,
ma puzza di maiali) giunge ad una villa....
Vien coperto di insulti e lo cacciano via.

Un cieco (sembra che lo sia da sempre)
chiede la carità lungo la strada...
I passanti danno l'obolo,
mentre si asciuga la piscina di Siloe.

Un mesto corteo accompagna un giovane
per affidarlo al sepolcro... Alla madre
(una povera vedova, rimasta senza figli)
non sanno offrire che lacrime effimere.

Furiosamente un uomo vaga tra le tombe
solo. Solo e isolato e chiuso in sé,
divenuto pericolo per tutti...
Un branco di porci pascola tranquillo.

Una bambina dodicenne si sta spegnendo...
al padre che brancola disperato per le strade
nessuno sa indicare qualcuno a cui andare...
Le lamentatrici già urlano nella sua casa.

Gesù risortoGesù Diorisurrezioneresurrezionesperanzavitarinascita

5.0/5 (4 voti)

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 23/01/2012

TESTO

24. Pasqua nel sepolcro

Giuseppe Impastato S.I.

Può restare immobile
in un sepolcro
chi va in cerca di una pecorella smarrita
e sulla croce spalanca le braccia?

Può restare al buio e muto
in un sepolcro
chi dà la vista al cieco e la parola ai muti
e svela il luminoso volto di Dio?

Può restare prigioniero
in un sepolcro
chi libera gli uomini dalle loro carceri
e riporta a vita paralizzati e schiavi?

No. Non può restare ad ammuffire
in un sepolcro
chi si inginocchia per lavare i piedi
e spezza agli uomini pane d'amore!

E non può attendere meste lacrime
in una tomba
il chicco di grano bagnato di sangue
che pulsa di vita e si vuole donare.

Gesù risortopasquaresurrezionevitarisurrezione

4.0/5 (5 voti)

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 23/01/2012

TESTO

25. Irrompe la Pasqua!   2

Tonino Bello

Coraggio! Irrompe la Pasqua!
È il giorno dei macigni
che rotolano via dall'imboccatura dei sepolcri.
È il tripudio di una notizia
che si temeva non potesse giungere più
e che corre di bocca in bocca
ricreando rapporti nuovi tra vecchi amici.
È la gioia delle apparizioni del Risorto
che scatena abbracci nel cenacolo.
È la festa degli ex-delusi della vita,
nel cui cuore all'improvviso dilaga la speranza.
Che sia anche la festa in cui
il traboccamento della comunione
venga a lambire le sponde
della nostra isola solitaria.

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4.0/5 (4 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 22/04/2011

TESTO

26. Partecipi della Pasqua di Cristo

San Gregorio di Nazianzo, Discorso 45, 23-24

Saremo partecipi della Pasqua, presentemente ancora in figura,
ma fra non molto ne godremo di una più trasparente e più vera,
quando il Verbo festeggerà con noi la nuova Pasqua nel regno del Padre.
Offriamo ogni giorno a Dio noi stessi e tutte le nostre attività.
Con le nostre sofferenze imitiamo le sofferenze, cioè la passione di Cristo.
Siamo pronti a patire con Cristo e per Cristo.
Se sei Simone di Cirene, prendi la croce e segui Cristo.
Se sei il ladro e se sarai appeso alla croce, se cioè sarai punito,
fai come il buon ladrone e riconosci onestamente Dio,
che ti aspettava alla prova.
Egli fu annoverato tra i malfattori per te e per il tuo peccato,
e tu diventa giusto per lui.
Se sei Giuseppe d'Arimatèa, richiedi il corpo a colui che lo ha crocifisso,
assumi cioè quel corpo e rendi tua propria, così, l'espiazione del mondo.
Se sei Nicodemo, il notturno adoratore di Dio,
seppellisci il suo corpo e ungilo con gli unguenti di rito,
cioè circondalo del tuo culto e della tua adorazione.
E se tu sei una delle Marie, spargi al mattino le tue lacrime.
Fa' di vedere per prima la pietra rovesciata,
vai incontro agli angeli, anzi allo stesso Gesù.
Ecco che cosa significa rendersi partecipi della Pasqua di Cristo.

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4.5/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 19/04/2011

TESTO

27. Inno Pasquale

Asterio, vescovo di Amasea, 410 d.C.

O notte più chiara del giorno!
O notte più luminosa del sole!

O notte più bianca della neve,
più illuminante delle nostre fiaccole,
più soave del Paradiso.

O notte che non conosce tenebre;
tu allontani il sonno,
e ci fai vegliare con gli Angeli.

O notte, terrore dei demoni,
notte pasquale, attesa per un'anno!

Notte nuziale della Chiesa
che dai la vita ai nuovi battezzati
e rendi innocuo il demonio intorpidito.

Notte in cui l'Erede introduce
gli eredi nell'eternità.

pasquaveglia pasqualerisurrezioneresurrezione

5.0/5 (4 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 19/04/2011

TESTO

28. Sono stato invitato per Venerdì, sul Golgota   1

Giuseppe Impastato S.I.

C'ero anch'io. Una giornata indimenticabile.
Mi sono sgolato e ho perso la voce gridando:
"Viva Gesù! Osanna! E' il figlio di Davide!".
Ho raccolto un ramoscello di ulivo
e l'ho portato in casa
come ricordo della festa
e l'ho messo bene in vista.
Io voglio bene a Gesù.
Io sono un suo discepolo!
Ho ricevuto un invito.
Gesù mi vuole accanto a lui, Venerdì.
Mi ha scritto: "Non mancare.
Ci tengo. Fammi compagnia.
Sarà una festa imprevedibile!".
Se vai Venerdì, se ti rechi sul Golgota,
guarda che tornerai col vestito macchiato.
Di sangue.
Un vestito macchiato di sangue
- meglio se c'è una ferita sulla tua carne -
sarà domenica il luminoso biglietto d'ingresso
per la festa di Pasqua.
Sarai veramente un suo discepolo!

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4.6/5 (5 voti)

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 19/04/2011

TESTO

29. Risurrezione

Ronald Stuart Thomas

Ci sono stati momenti in cui dopo ore passate in ginocchio in una chiesa fredda, una pietra è rotolata via dalla mia mente, e ho guardato dentro e ho visto le vecchie domande giacere piegate e messe in un angolo a parte, come il mucchio di panni funebri di un corpo d'amore risorto.

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1.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 15/04/2011

TESTO

30. Avete ricevuto uno spirito da figli adottivi

Ireneo di Lione, Contro le eresie

Se dunque, fin da ora, per aver ricevuto questa caparra, noi gridiamo "Abbà, Padre", che sarà quando, risuscitati, "lo vedremo a faccia a faccia"? Quando tutte le membra, a fiotti straripanti, faranno sgorgare un inno di esultanza, glorificando colui che li ha risuscitati dai morti e li ha gratificati della vita eterna? Infatti, se già una semplice caparra, avvolgendo in se stessa l'uomo da ogni parte, lo fa gridare: "Abbà, Padre", cosa non farà la grazia intera dello Spirito, una volta data agli uomini da Dio? Essa ci renderà simili a lui e compirà la volontà del Padre, poiché farà l'uomo ad immagine e somiglianza di Dio.

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inviato da Qumran2, inserito il 29/05/2009

TESTO

31. Pasqua   1

Carlo Maria Martini

Mentre il Natale evoca istintivamente l'immagine di chi si slancia con gioia (e anche pieno di salute) nella vita, la Pasqua è collegata con rappresentazioni più complesse. È una vita passata attraverso la sofferenza e la morte, una esistenza ridonata a chi l'aveva perduta. Perciò se il Natale suscita un po' in tutte le latitudini, anche presso i non cristiani e i non credenti, un'atmosfera di letizia e quasi di spensierata gaiezza, la Pasqua rimane un mistero più nascosto e difficile. Ma la nostra esistenza, al di là di una facile retorica, si gioca prevalentemente sul terreno dell'oscuro e del difficile.

Mi appare significativo il fatto che Gesù nel suo ministero pubblico si sia interessato soprattutto dei malati e che Paolo nel suo discorso di addio alla comunità di Efeso ricordi il dovere di «soccorrere i deboli». Per questo vorrei che questa Pasqua fosse sentita soprattutto come un invito alla speranza anche per i sofferenti, per le persone anziane, per tutti coloro che sono curvi sotto i pesi della vita, per tutti gli esclusi dai circuiti della cultura predominante, che è (ingannevolmente) quella dello "star bene" come principio assoluto. Vorrei che il senso di sollievo, di liberazione e di speranza che vibra nella Pasqua ebraica dalle sue origini ai nostri giorni entrasse in tutti i cuori.

In questa Pasqua vorrei poter dire a me stesso con fede le parole di Paolo nella seconda lettera ai Corinti: «Per questo non ci scoraggiamo, ma anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne». (2Corinti 4,16-18). È così che siamo invitati a guardare anche ai dolori del mondo di oggi: come a «gemiti della creazione», come a «doglie del parto» (Romani, 8,22) che stanno generando un mondo più bello e definitivo, anche se non riusciamo bene a immaginarlo. Tutto questo richiede una grande tensione di speranza.

Più difficile è però per me l'esprimere che cosa può dire la Pasqua a chi non partecipa della mia fede ed è curvo sotto i pesi della vita. Ma qui mi vengono in aiuto persone che ho incontrato e in cui ho sentito come una scaturigine misteriosa dentro, che li aiuta a guardare in faccia la sofferenza e la morte anche senza potersi dare ragione di ciò che seguirà. Vedo così che c'è dentro tutti noi qualcosa di quello che san Paolo chiama «speranza contro ogni speranza» (ivi, 4,17), cioè una volontà e un coraggio di andare avanti malgrado tutto, anche se non si è capito il senso di quanto è avvenuto. È così che molti uomini e donne hanno dato prova di una capacità di ripresa che ha del miracoloso. Si pensi a tutto quanto è stato fatto con indomita energia dopo lo tsunami del 26 dicembre di due anni fa o dopo l'inondazione di New Orleans. Si pensi alle energie di ricostruzione sorte come dal nulla dopo la tempesta delle guerre.

È così che la risurrezione entra nell'esperienza quotidiana di tutti i sofferenti, in particolare dei malati e degli anziani, dando loro modo di produrre ancora frutti abbondanti a dispetto delle forze che vengono meno e della debolezza che li assale. La vita nella Pasqua si mostra più forte della morte ed è così che tutti ci auguriamo di coglierla.

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inviato da Qumran2, inserito il 14/04/2009

TESTO

32. C'ero anch'io...   3

Mariangela Forabosco

C'ero anch'io, Signore Gesù, quella notte, nel giardino del Getsemani!
Ero lì, con i tuoi Apostoli ancora sconvolti per tutto quello che ti avevano sentito dire, quella sera; per quei piedi lavati proprio da te, il Maestro; per quel incomprensibile, straziante annuncio della tua imminente morte!

Ero lì, e ti ho visto piangere lacrime e sudare sangue, ti ho sentito implorare il Padre tuo di allontanare l'amaro calice della passione che sentivi vicino...io non capivo!

Avrei voluto inginocchiarmi accanto a te, sulle pietre aguzze, asciugare il tuo sudore di sangue, accarezzare il tuo volto sconvolto, implorarti di fuggire lontano, di metterti in salvo dalla crudeltà degli uomini, ma ti ho sentito dire:" Non sia fatta la mia, ma la tua volontà, Padre"!
Il peso di queste parole è stato troppo grande, per me: ti ho lasciato solo, mi sono allontanata e ho dormito, insieme ai tuoi apostoli.
Ti ho lasciato solo!

C'ero anch'io, Signore Gesù, quel mattino, nel pretorio di Pilato!
Ero lì, e sentivo la folla rumoreggiare, fuori; erano come impazziti, tanto da scegliere, urlando, la liberazione di Barabba e la tua condanna.

Ero lì, quando i soldati ti legavano alla colonna; ero lì, quando i flagelli incidevano la tua carne, quando la tua schiena si inarcava per il dolore atroce. Avrei voluto strappare di mano ai soldati quelle fruste che si accanivano sulla tua carne innocente, avrei voluto liberare quelle tue mani che avevano portato sollievo a tante persone, avrei voluto gridare la mia rabbia per tanto strazio, ma non ho saputo fare altro che rintanarmi in un cantuccio nascosto: ho avuto paura di svelare apertamente il mio amore per te, avevo paura di essere riconosciuta come tua sorella, tua amica e mi sono nascosta.
Ti ho lasciato solo!

C'ero anch'io, Signore Gesù, quel mattino, nel cortile del pretorio, quando Pilato ti consegnò ai soldati per la crocifissione!

Ero lì, quando l'intera coorte iniziò a torturare il tuo corpo martoriato dalla flagellazione. Ti rivestirono di porpora e, intrecciata una corona con pungentissime spine, te la conficcarono nel capo, profondamente; si inginocchiavano davanti a te, uomo dei dolori, dicendoti:"Salve, re dei Giudei!", e ti sputavano addosso e continuavano a percuotere il tuo corpo straziato.

Avrei voluto strappare spina per spina dal tuo capo, avrei voluto liberare il tuo santo corpo da tanta crudeltà, avrei voluto gridare a tutti che si ricordassero quante parole sananti avevi pronunciato, quanti peccati avevi perdonato, con quelle labbra ora tumefatte e sanguinanti. Invece, ancora una volta mi sono nascosta dietro le mie paure, la mia voglia di quieto vivere, la tentazione di non impicciarmi, di non rischiare, e sono fuggita.
Ti ho lasciato solo!

C'ero anch'io, Signore Gesù, quando, carico della croce, percorrevi la via che portava al luogo del supplizio. Tanta gente urlava, ai lati, e ti scherniva: erano gli stessi che la domenica delle Palme stendevano i loro mantelli sotto i tuoi passi e ti chiamavano "Figlio di Davide".

Ero lì, quando cadevi sotto il peso di quel legno! Avrei voluto togliertelo di dosso, asciugarti il volto come ha fatto la Veronica, offrirti dell'acqua, gridarti il mio dolore e la rabbia che provavo nel vederti sopportare così passivamente tanta crudeltà. Invece, non ho trovato il coraggio di farmi riconoscere; ho preferito assistere al tuo martirio senza compromettermi troppo.
Ti ho lasciato solo!

C'ero anch'io, Signore Gesù, quando i colpi del martello risuonavano nell'universo e il Figlio di Dio veniva inchiodato ad una croce, tra due malfattori. Ero lì, quando, ormai allo stremo, trovavi la forza di perdonare i tuoi carnefici "perché non sanno quello che fanno": così hai detto!

Ero lì, quando hai consegnato tua Madre a Giovanni e Giovanni a tua Madre; c'ero anch'io, in quella consegna; c'ero anch'io, in quel perdono; c'era anche la mia salvezza, in quel "tutto è compiuto"! Avrei voluto abbracciare quella croce, che tratteneva il tuo corpo ormai senza vita; avrei voluto strappare di mano la spada che ti ha trafitto il costato; avrei voluto dare la mia vita per la tua, ma, ormai, era troppo tardi, tutto era irrimediabilmente finito!

C'ero anch'io, Signore Gesù, davanti al sepolcro vuoto, quel mattino del primo giorno della settimana! Ero lì, con le altre donne, con Pietro, con Giovanni, con la Maddalena, a guardare stupita la pietra rimossa, le bende piegate, a chiedermi dove fosse il mio Signore.

Ero lì, e non capivo, perché la mia fede era provata duramente dalla tua morte, ma anche perché sapevo di averti lasciato solo, e il mio cuore mi suggeriva rimorso e rimpianto.

Ero lì, e piangevo e avrei voluto ancora una volta fuggire lontano, nascondermi al mio stesso dolore, consapevole che avevo cercato tanto il mio Signore, ma che la mia paura me l'aveva fatto perdere per sempre! Ed ecco che, improvvisamente, quando stavo per andarmene, sconsolata, ho sentito una voce dolcissima chiamarmi per nome: era la tua voce, Signore Gesù!

Eri tornato, eri vivo, eri lì, davanti a me; eri venuto a cercarmi e mi avevi trovata. I miei abbandoni, i miei tradimenti li hai presto dimenticati; hai voluto dirmi che tu sei il vivente, che non mi lascerai mai, che la morte è vinta per sempre ed io sto partecipando, insieme a tutta la creazione, alla tua risurrezione.

Cristo è risorto, alleluia!

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5.0/5 (2 voti)

inviato da Mariangela Forabosco, inserito il 21/03/2008

TESTO

33. Il Calvario tre giorni dopo   1

Tonino Bello

I Vangeli ci raccontano numerose apparizioni del Risorto avvenute nel giorno di Pasqua. Se è lecito esprimere delle preferenze, quella che mi commuove di più è l'apparizione a Maria di Magdala, piangente accanto al sepolcro vuoto.

Le si avvicina Gesù e le dice: "Perché piangi?". Donna, le tue lacrime non hanno più motivo di scorrerti dagli occhi. A meno che tu non pianga per gioia o per amore. Vedi: la collina del Calvario, che l'altro ieri sera era solo un teschio coperto di fango, oggi si è improvvisamente allagata di un mare d'erba. I sassi si sono coperti di velluto. Le chiazze di sangue sono tutte fiorite di anemoni e asfodeli. Il cielo, che venerdì era uno straccio pauroso, oggi è limpido come un sogno di libertà. Siamo appena al terzo giorno, ma sono bastate queste poche ore perché il mondo facesse un balzo di millenni. No, non misurare sui calendari dell'uomo la distanza che separa quest'alba luminosa dal tramonto livido dell'ultimo venerdì. Non è trascorso del tempo: è passata un'eternità. Donna, tu non lo sai: ma oggi è cominciata la nuova creazione.

Cari amici, nel giorno solennissimo di Pasqua anch'io debbo rivolgere a ciascuno di voi la stessa domanda di Gesù: "Perché piangi?". Le tue lacrime non hanno più motivo di scorrerti dagli occhi. A meno che non siano l'ultimo rigagnolo di un pianto antico. O l'ultimo fiotto di una vecchia riserva di dolore da cui ancora la tua anima non è riuscita a liberarsi. Lo so che hai buon gioco a dirmi che sto vaneggiando. Lo so che hai mille ragioni per tacciarmi di follia. Lo so che non ti mancano gli argomenti per puntellare la tua disperazione. Lo so.

Forse rischio di restare in silenzio anch'io, se tu mi parli a lungo dei dolori dell'umanità: della fame, delle torture, della droga, della violenza. Forse non avrò nulla da replicarti se attaccherai il discorso sulla guerra nucleare, sulla corsa alle armi o, per non andare troppo lontano, sul mega poligono di tiro che piazzeranno sulle nostre terre, attentando alla nostra sicurezza, sovvertendo la nostra economia e infischiandosene di tutte le nostre marce della pace.

Forse rimarrò suggestionato anch'io dal fascino sottile del pessimismo, se tu mi racconterai della prostituzione pubblica sulla statale, del dilagare dei furti nelle nostre case, della recrudescienza di barbarie tra i minori della nostra città.

Forse mi arrenderò anch'io alle lusinghe dello scetticismo, se mi attarderò ad ascoltarti sulle manovre dei potenti, sul pianto dei poveri, sulla miseria degli sfrattati, sulle umiliazioni di tanta gente senza lavoro.

Forse vedrai vacillare anche la mia speranza se continuerai a parlarmi di Teresa che, a trentacinque anni, sta morendo di cancro. O di Corrado che, a dieci, è stato inutilmente operato al cervello. O di Lucia che, dopo Pasqua, farà la Prima Comunione in casa perché in chiesa, con gli altri compagni, non potrà andarci più. O di Nicola e Annalisa che, dopo tre anni di matrimonio e dopo aver messo al mondo una creatura, se ne sono andati ognuno per la sua strada, perché non hanno più nulla da dirsi.

Queste cose le so: ma io voglio giocarmi, fino all'ultima, tutte le carte dell'incredibile e dire ugualmente che il nostro pianto non ha più ragione di esistere.

La Resurrezione di Gesù ne ha disseccate le sorgenti. E tutte le lacrime che si trovano in circolazione sono come gli ultimi scoli delle tubature dopo che hanno chiuso l'acquedotto.

Riconciliamoci con la gioia. La Pasqua sconfigga il nostro peccato, frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi e perfino la morte, dal versante giusto: quello del "terzo giorno". Da quel versante, il luogo del cranio ci apparirà come il Tabor. Le croci sembreranno antenne, piazzate per farci udire la musica del Cielo. Le sofferenze del mondo non saranno per noi i rantoli dell'agonia, ma i travagli del parto.

E le stigmate lasciate dai chiodi nelle nostre mani crocifisse, saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d'ora le luci di un mondo nuovo!
Buona Pasqua!

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5.0/5 (2 voti)

inviato da Marcello Rosa, inserito il 04/03/2008

TESTO

34. Inno Pasquale

Ippolito di Roma, III secolo

Cristo è risorto
e tu, inferno, sei stato distrutto.
Cristo è risorto
e i demoni sono caduti.
Cristo è risorto
e gli angeli si rallegrano.
Cristo è risorto
e nessun morto resta nel sepolcro.
Cristo è risorto dalla morte,
è il capo di coloro che dormono.
A lui gloria e potenza nei secoli! Amen.

pasquarisurrezioneresurrezione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Tommaso Cuciniello, inserito il 11/04/2007

TESTO

35. Inno Pasquale

Epifanio di Salamina, V secolo

Rallegrati, Chiesa, Sposa del Cristo!
La resurrezione dello Sposo ti ha rialzato dalla terra
in cui i passanti ti calpestavano.
Gli altari dei demòni non disperdono più i tuoi figli,
ma i templi del Cristo accolgono nuovi battezzati.
La tirannia degli idoli si avvicina alla fine,
gli altari del Cristo trionfano.

pasquarisurrezioneresurrezione

inviato da Don Tommaso, inserito il 07/04/2007

TESTO

36. Morto

Hans Christian Andersen, Il violinista

«Morto!» Che mondo di dolore è racchiuso in questa breve parola.
È una spada a due lame che, mentre colpisce chi ci è caro, affonda anche nel nostro petto. Tutto si oscura ai nostri occhi e il mondo ci sembra nero, anche se il sole illumina altri milioni di persone felici. Una sola parola, ancor più breve dell'altra, ci permette di rialzarci in piedi dandoci il soccorso necessario: «Dio».

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inviato da Centro Giovani Diocesi Di Pinerolo, inserito il 02/10/2005

TESTO

37. Risorgerò nel mio popolo

Oscar Arnulfo Romero

Spesso hanno minacciato di uccidermi. Come cristiano devo dire che non credo nella morte senza resurrezione: se mi uccidono, risorgerò nel popolo salvadoregno. Lo dico senza superbia, con la più grande umiltà. In quanto pastore ho l'obbligo, per divina disposizione, di dare la mia vita per coloro che amo ossia per tutti i salvadoregni, anche per coloro che potrebbero assassinarmi. Se le minacce giungessero a compimento, fin d'ora offro a Dio il mio sangue per la redenzione del Salvador.

Il martirio è una grazia di Dio che non credo di meritare. Ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita, il mio sangue sia seme di libertà e segno che la speranza sarà presto realtà. La mia morte, se Dio l'accetta, sia per la libertà del mio popolo e sia una testimonianza di speranza per il futuro.

Può dire anche, se mi uccideranno che perdono e benedico quelli che lo faranno. Dio voglia che si convincano di perdere il loro tempo.

Morirà un vescovo, ma la Chiesa di Dio, ossia il popolo, non perirà mai.

sacrificiooffertamortemartiriofederisurrezioneresurrezione

inviato da Massimo Di Lullo, inserito il 29/07/2004

TESTO

38. Corri presto, Maria!

Romano il Melode, Inno XL

Corri presto, Maria, a radunare i miei discepoli.
Ho in te una tromba dalla voce potente:
suona un canto di pace
alle orecchie timorose dei miei amici nascosti,
svegliali tutti come dal sonno
perché mi vengano incontro
con le fiaccole accese.
Va' a dire loro:
«Lo sposo si è destato, uscendo dalla tomba,
e trascinando ogni cosa dalla morte alla vita.
Scacciate, apostoli, la tristezza mortale,
poiché si è ridestato
Colui che offre agli uomini caduti
la risurrezione.»

Pasquaresurrezionerisurrezionemariasperanza

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 29/07/2004

TESTO

39. Pasqua, festa dei macigni rotolati   1

Tonino Bello, Pietre di Scarto

Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E' la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.
E' il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.

pasquaresurrezionerisurrezionerinascitavita nuovapeccatosperanza

5.0/5 (2 voti)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 29/07/2004

TESTO

40. Ricomincia

Se sei stanco e la strada ti sembra lunga,
se ti accorgi di aver sbagliato strada,
non lasciarti portare dai giorni e dai tempi.
Ricomincia.

Se la vita ti sembra troppo assurda,
se sei deluso da troppe cose e da troppe persone,
non cercare di capire il perché.
Ricomincia.

Se hai provato ad amare ed essere utile,
se hai conosciuto la povertà dei tuoi limiti,
non lasciare un impegno assolto a metà.
Ricomincia.

Se gli altri ti guardano con rimprovero,
se sono delusi da te, irritati,
non ribellarti, non domandar loro nulla.
Ricomincia.

Perché l'albero germoglia di nuovo dimenticando l'inverno,
il ramo fiorisce senza domandare perché
e l'uccello fa il suo nido senza pensare all'autunno.
Perché la vita è Rinascita.

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inviato da Ylenia, inserito il 21/08/2002

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