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TESTO

121. Così il padre ci ama

John Henry Newman

Il Padre ci vede e ci conosce tutti, uno ad uno.
Chiunque tu sia egli ti vede individualmente,
egli ti chiama con il tuo nome,
egli ti comprende quale realmente ti ha fatto.

Egli conosce ciò che è in te,
tutti i tuoi sentimenti e pensieri più intimi,
le tue disposizioni e preferenze,
la tua forza e la tua debolezza.

Egli ti guarda nel giorno della gioia e nel giorno della tristezza,
ti ama nella speranza e nella tua tentazione,
s'interessa di tutte le tue ansietà, di tutti i tuoi ricordi,
di tutti gli alti e bassi del tuo spirito.

Egli ha perfino contato i capelli del tuo capo
e misurato la tua statura,
ti circonda e ti sostiene con le sue braccia
ti solleva e ti depone.

Egli osserva i tratti del tuo volto,
quando piangi e sorridi,
quando sei malato o godi buona salute.

Con tenerezza egli guarda le tue mani e i tuoi piedi,
sente la tua voce, il battito del tuo cuore,
ode perfino il tuo respiro,
tu non ami te stesso più di quanto egli ti ama.

Tu non puoi fremere dinanzi al dolore,
come egli freme vedendolo venire sopra di te,
e se tuttavia te lo impone è perché anche tu se fossi saggio
lo sceglieresti per un maggior bene futuro.

amore di Diovicinanza di DioDio Padrerapporto con Dio

inviato da Qumran2, inserito il 12/06/2009

TESTO

122. L'anima dell'uomo fedele è più grande del cielo

S. Chiara d'Assisi, Lettera terza a Sant' Agnese di Boemia, FF2892

Per la grazia di Dio, l'anima dell'uomo fedele, che è la più degna di tutte le creature, è più grande del cielo, poiché i cieli con tutte le altre creature non possono contenere il Creatore, mentre la sola anima fedele è sua dimora e sede, e ciò soltanto grazie alla carità di cui gli empi sono privi, come afferma la Verità stessa: "Chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò, e verremo a lui e faremo dimora presso di lui" (Gv 14,21.23).

caritàfedeltàamorerapporto con Dioinabitazione di Dio

inviato da Antonio Antonucci, inserito il 12/06/2009

PREGHIERA

123. Absorbeat

San Francesco d'Assisi

Rapisca, ti prego, o Signore,
l'ardente e dolce forza del tuo amore
la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo,
perché io muoia per amore dell'amor tuo,
come tu ti sei degnato di morire
per amore dell'amor mio.

preghieraamoreDiorapporto con Dio

inviato da Antonio Antonucci, inserito il 12/06/2009

TESTO

124. Sono nato perché Dio mi ha voluto

Ernesto Olivero, Troppo Forte, LDC

Dal momento che ha creato il mondo,
Dio mi ha voluto
e ha atteso tutto questo tempo
per darmi alla vita.
Mi ha voluto per amarmi,
mi ha voluto perché anch'io
conoscessi l'Amore
e ne fossi attratto per l'eternità.

vitaDioamorenascitasenso della vitarapporto con Dio

inviato da Dorina Adelaide Lombardo, inserito il 12/06/2009

TESTO

125. La morte non esiste   3

don Oreste Benzi, commento a Giobbe per la commemorazione di tutti i fedeli defunti

Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra mi apro all'infinito di Dio. Noi lo vedremo, come ci dice Paolo, faccia a faccia, così come Egli è (1Cor 13,12). E si attuerà quella parola che la sapienza dice al capitolo 3: Dio ha creato l'uomo immortale, per l'immortalità, secondo la sua natura l'ha creato. Dentro di noi, quindi, c'è già l'immortalità, per cui la morte non è altro che lo sbocciare per sempre della mia identità, del mio essere con Dio. La morte è il momento dell'abbraccio col Padre, atteso intensamente nel cuore di ogni uomo, nel cuore di ogni creatura.

morteimmortalitàrapporto con Diovita eternasperanzaparadiso

5.0/5 (2 voti)

inviato da Federica Cassetta, inserito il 05/06/2009

PREGHIERA

126. Gesù

Guglielmo Giaquinta

Gesù,
il tuo pensiero mi illumini,
la tua parola mi guidi,
i tuoi occhi mi seguano,
le tue orecchie mi ascoltino.
Le tue braccia allargate sulla croce
mi aprano all'amore universale,
i tuoi piedi crocifissi
mi spingano a donarmi
senza misura di stanchezza ai fratelli.
Il tuo cuore aperto sia per me
fonte di grazia nel cammino
e luogo di riposo nella stanchezza.
Amen.

GesùCristorapporto con Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Tiziana Davico, inserito il 05/06/2009

TESTO

127. Aver paura

Gina Sertorio, Un mondo nuovo. Poesie, Di Stefano Editore

E' assurdo aver paura della morte.
E' come dire che hai paura del vento
e della stessa aria impenatrabile.
E' come dire di aver paura della vita.
Dio, quando mi creò, mi colmò di mille doni
ma il mondo ladro mi derubò d'ogni cosa
e sono arrivata a Dio completamente spoglia.
Lui solo pensò a rivestirmi.

Tratte dal libro di poesie di Gina Sertorio (di Genova) morta in un incidente stradale a 19 anni.

pauravitamorterapporto con Dio

inviato da Forner Fortunato, inserito il 05/06/2009

TESTO

128. Chiostri interiori

Chiara Lubich

Non c'è cuore di un uomo, credo, e tanto meno di donna, che almeno una volta, specie durante la giovinezza, non abbia sentito l'attrattiva del chiostro.

Non è l'attrattiva per una forma claustrale di vita, ma per cosa che pare sia concentrato proprio lì, fra quattro mura, e si fa sentire, sonoro, anche da lontano.

Eppure anche la mia casa può avere il profumo del chiostro; anche le pareti del mio abitato possono divenire regno di pace, fortezze di Dio in mezzo al mondo.

Non è tanto il chiasso esterno della radio aperta a tutto spiano, dell'inquilino accanto, e lo strepito delle macchine, o l'urlo degli strilloni, che tolgono l'incanto alla mia casa; è piuttosto ogni rumore dentro di me che fa del mio abitato una piazza senza protezione di mura, perché senza protezione di amore. Il Signore è dentro di me. Egli vorrebbe muovere i miei atti, permeare della sua luce il mio pensiero, accendere la mia volontà, darmi la legge insomma del mio stare e del mio andare.

Ma c'è il mio io, a volte, che non lo lascia vivere. Se quello cessa di disturbare, Iddio stesso prenderà possesso di tutto il mio essere e saprà dare anche a queste mura l'importanza di un'abbazia e a questa stanza la sacralità di una chiesa, al mio seder a mensa la dolcezza di un rito, alle mie vesti il profumo di un abito benedetto, al suono della porta o del telefono la nota gioiosa di un incontro con i fratelli, che rompe, eppur continua il colloquio con Dio.

Allora sul silenzio di me parlerà un Altro e sullo spegnersi mio si accenderà una luce. Ed essa brillerà molto lontano, oltrepassando e quasi consacrando queste mura che proteggono un membro di Cristo, un tempio dello Spirito Santo. E altra gente verrà alla casa mia per cercare con me il Signore e, nella nostra comune ricerca amorosa, s'accrescerà la fiamma, s'alzerà il tono della melodia divina. E il cuor mio pur stando in mezzo al mondo, non chiederà più altro. Cristo sarà il mio chiostro, il Cristo del mio cuore, Cristo in mezzo ai cuori

preghierarumoresilenzioamorevita interioreinterioritàrapporto con Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca, inserito il 29/05/2009

PREGHIERA

129. Preghiera del mattino

All'inizio di questo nuovo giorno,
ti prego, Signore Gesù.
Fa' che nulla possa sottrarti
il primo posto dalla mia vita.
Nessuna apparenza umana
allontani il mio sguardo da te.
Nessuna parola menzognera
tolga dai miei orecchi la tua parola di verità.
Nessuna falsa promessa
allontani i miei passi dalla tua strada,
esigente ma sicura.
Donami lo Spirito Santo,
per saper cambiare ciò che va cambiato
e accogliere ciò che non è possibile cambiare.
Ma soprattutto, Signore, donami la saggezza
per riconoscerne la differenza.
Maria, madre della Chiesa e madre nostra,
aggiunga ciò che manca alla mia preghiera.
Amen.

saggezzabuongiornorapporto con Diopriorità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Roberto Seregni, inserito il 29/05/2009

PREGHIERA

130. Signore, aiutaci a fidarci di te

don Angelo Saporiti

Signore, aiutaci a fidarci di te,
della tua Provvidenza.
Guardando a ciò che siamo e a ciò che abbiamo,
fa' che ci sentiamo dei privilegiati,
appagati e pieni di gratitudine.

Fa', o Signore,
che arriviamo a comprendere
che nel tuo amore c'è tutto ciò
di cui abbiamo bisogno per vivere
e per essere felici.

A noi, che desideriamo possedere sempre di più,
fa' comprendere che il tuo amore
è la ricchezza più grande che possiamo avere
e che il sentirci amati da te
è il tesoro più prezioso che possiamo desiderare.

Donaci di capire che
non serve essere invidiosi di chi ha più di noi,
non serve essere tristi
se agli altri le cose vanno meglio che a noi.

Se noi abbiamo te,
se tu sei con noi,
noi abbiamo tutto.
Ma veramente tutto!
E questo ci deve bastare e... avanzare,
perché, tu, Signore,
sei il massimo che noi possiamo avere!

Tu sei il nostro bisogno appagato,
il nostro cuore riposato,
il nostro sogno realizzato.

fiduciaricchezzapovertàprovvidenzarapporto con Diobisognisemplicitàsobrietàessenzialitàsuperfluo

inviato da Don Angelo Saporiti, inserito il 17/05/2009

PREGHIERA

131. Il tuo volto, o Signore!

Silvano del Monte Athos

Lo sguardo tuo sereno
e mite incantò l'anima mia,
che cosa potrò dirti
in cambio, Signore,
quale lode ti potrò offrire?

Tu dai la grazia
perché l'anima bruci
incessantemente d'amore
e non conosca riposo,
né giorno né notte.

In te solo trovo riposo,
il tuo ricordo riscalda l'anima.
Ti cerco. Ti perdo.
Mostrami il tuo volto,
desiderato giorno e notte.

Signore, fa' che io ami te solo!

rapporto con Diopreghieraamore

inviato da Qumran2, inserito il 25/01/2009

TESTO

132. La vita comune

Dietrich Bonhoeffer, La vita comune, Queriniana, Brescia 1973, p. 46-47

Infinite volte tutta una comunità cristiana si è spezzata, perché viveva di un ideale...

Dobbiamo essere profondamente delusi degli altri, dei cristiani in generale, se va bene, anche di noi stessi, quant'è vero che Dio vuole condurci a riconoscere la realtà di una vera comunione cristiana... Il Signore non è Signore di emozioni, ma della verità. Solo la comunità che è profondamente delusa per tutte le manifestazioni spiacevoli connesse con la vita comunitaria, incomincia ad essere ciò che deve essere di fronte a Dio, ad afferrare nella fede le promesse che le sono state fatte. Quanto prima arriva, per il singolo e per tutta la comunità, l'ora di questa delusione, tanto meglio per tutti. Una comunità che non fosse in grado di sopportare una tale delusione e non le sopravvivesse, che cioè restasse attaccata al suo ideale, quando questo deve essere frantumato, in quello stesso istante perderebbe tutte le promesse di comunione cristiana stabile e, prima o dopo, si scioglierebbe...

Chi ama il suo ideale di comunità cristiana più della comunità cristiana stessa, distruggerà ogni comunione cristiana, per quanto sincere, serie, devote siano le sue intenzioni personali.

Dio odia le fantasticherie, perché rendono superbi e pretenziosi. Chi nella sua fantasia si crea un'immagine di comunità, pretende da Dio, dal prossimo e da se stesso la sua realizzazione.

Egli entra a far parte della comunità di cristiani con pretese proprie, erige una propria legge e giudica secondo questa i fratelli e Dio stesso.

Egli assume, nella cerchia dei fratelli, un atteggiamento duro, diviene quasi un rimprovero vivente per tutti gli altri.

Agisce come se fosse lui a creare la comunità cristiana, come se il suo ideale dovesse creare l'unione tra gli uomini.

Considera fallimento tutto ciò che non corrisponde più alla sua volontà. Lì dove il suo ideale fallisce, gli pare che debba venire meno la comunità. E così egli rivolge le sue accuse prima contro i suoi fratelli, poi contro Dio, ed infine accusa disperatamente se stesso.

comunitàvita comunedelusionefallimentorapporto con gli altriamiciziaidealirealtàconcretezzachiesaparrocchia

inviato da Qumran2, inserito il 25/01/2009

PREGHIERA

133. Tu hai chiamato   2

S. Agostino

Tu hai chiamato, hai gridato,
e hai superato la mia sordità.
Tu hai sfolgorato,
e hai aperto i miei occhi.
Tu hai sparso i profumi,
li ho respirati
son corso dietro a te!

Io ti ho gustato,
e ho fame e sete di te.
Tu mi hai toccato,
e io brucio dal desiderio
della tua pace.
Quando sarò più vicino a te,
la mia sofferenza sarà finita.

O Signore, abbi pietà di me,
non nascondo le mie ferite;
tu sei il medico e io l'infermo.
Tu sei misericordioso,
e io tanto povero.

Donami ciò che tu comandi,
e poi comanda ciò che tu vuoi.

vocazionerapporto con Dioconversionechiamata

5.0/5 (1 voto)

inviato da Miriam Bolfissimo, inserito il 25/01/2009

TESTO

134. Dove sei?

Abraham Eschel, teologo ebreo

Quando Adamo ed Eva si nascosero dalla sua presenza, il Signore chiamò: "Dove sei?".
Questo richiamo risuona senza tregua. E' l'eco impalpabile di una flebile voce, non compresa nella categoria dei sensi, mai tradotta in parole, ineffabile e misteriosa... Soffocata, attutita, si ammanta di silenzio, ma è come se tutto ciò che esiste fosse l'eco di questa domanda: dove sei?

coscienzarapporto con Dio

inviato da Elena Calvini, inserito il 07/09/2008

TESTO

135. Fede e preghiera

Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera

Tutto dipende dal fatto che noi preghiamo veramente: che facciamo diventare le cose che diciamo verità per noi ed in noi; che la nostra fede sia la verità della nostra vita e non una dispensa per il tempo del bisogno.

fedevitapreghieracoerenzamoralebisognorapporto con Dio

inviato da Luca Peyron, inserito il 07/09/2008

TESTO

136. Coerenza e verità

Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera

Se io pregassi ora con ardore e facessi subito dopo di nuovo delle cose che non possono esistere davanti alla verità del Signore, allora danneggerei la verità del mio pregare: la frantumerei. Può sembrarmi temerario il pensiero che io posso nella verità aver parte alla verità di Cristo; ma questa temerarietà è esigita, perché Cristo possa assumermi.

preghieraveritàcoerenzaincorporazionedivinizzazionefedeltàrapporto con Dio

inviato da Luca Peyron, inserito il 07/09/2008

TESTO

137. L'autentica preghiera   1

Adrienne von Speyr, Esperienza di preghiera

Se preghiamo in autentico abbandono e nella verità, allora la nostra preghiera sarà già compiuta nell'istante in cui la rivolgiamo, diversamente forse da come ce lo aspettavamo, ma tuttavia realmente. E noi ci stupiamo dell'infinita possibilità di compimento che Dio ha, della verità, della ricchezza. Mentre ci stupiamo, comprendiamo più profondamente, e sperimentiamo diversamente, siamo trascinati fuori dal nostro spazio nello spazio che Dio dona, siamo sollevati dalla nostra attesa all'attesa dell'eterna parola che parla.

preghieraveritàcontemplazioneabbandonostuporerapporto con Diofedefiducia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Peyron, inserito il 07/09/2008

RACCONTO

138. La storia della matita   5

Paolo Coelho

Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo una lettera. Ad un certo punto, le domandò: "Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me".

La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote: "E' vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto".

Incuriosito il bimbo guardò la matita senza trovarvi alcunché di speciale.

"Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!".

"Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.

Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi passi."Dio": ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la sua volontà.

Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. E' un'azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.

Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere è un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.

Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.

Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione".

vitaviverepaceimpegnoresponsabilitàsofferenzacamminocrescitainterioritàesterioritàrapporto con Diocorrezione

5.0/5 (3 voti)

inviato da Raffaella Pisanti, inserito il 07/09/2008

TESTO

139. Coraggio   1

Ermes Ronchi, Il canto del pane, pag. 25

Dio non ci tira fuori dalle onde pericolose, ma può darci coraggio dentro le tempeste.

coraggiorapporto con Dio

inviato da Cristina Catapano, inserito il 07/09/2008

PREGHIERA

140. Dalle steppe russe

Rainer Maria Rilke, Monte Croce di Perlè - Idro

Spegnimi gli occhi
e io ti vedo ancora.
Rendimi sordo
e odo la tua voce.
Mozzami i piedi
e corro la tua strada.
Senza parole
a te sciolgo preghiere.
Spezzami le braccia
e io ti stringo.
Se fermi il cuore
batte il mio cervello.
Ardi anche questo
e il mio sangue, allora,
ti accoglierà, Signore,
in ogni stilla.

amore verso Diorapporto con Diofedespiritualità

inviato da Sergio Gandellini, inserito il 07/09/2008

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