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TESTO

1. Resta viva   1

Virginia Woolf

Qualunque cosa succeda, resta viva.

Non morire prima di essere morta davvero. Non perdere te stessa, non perdere la speranza, non perdere la direzione.

Resta viva, con tutta te stessa, con ogni cellula del tuo corpo, con ogni fibra della tua pelle.

Resta viva, impara, studia, pensa, costruisci, inventa, crea, parla, scrivi, sogna, progetta.

Resta viva, resta viva dentro di te, resta viva anche fuori, riempiti dei colori del mondo, riempiti di pace, riempiti di speranza.

Resta viva di gioia. C'è solo una cosa che non devi sprecare della vita, ed è la vita stessa.

vitaviveregioia

3.5/5 (2 voti)

inviato da Simona Pirlo, inserito il 17/09/2022

TESTO

2. Piena gratitudine

Anna Lisa Baldisserotto

Quando la gratitudine prenderà ogni tua fibra proverai una gioia spirituale immensa. Se starai lavorando ti dovrai fermare e lasciare che il tuo cuore ringrazi. Ti troverai a ringraziare senza usare la ragione.

gratitudinegioia

1.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Lisa Baldisserotto, inserito il 23/12/2020

TESTO

3. La gioia di essere perdonati

Papa Francesco, Meditazione mattutina 21 dicembre 2017

Se tu hai una faccia da veglia funebre, come possono credere che sei un redento, che i tuoi peccati sono stati perdonati?

gioiatestimonianzaperdono

1.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 15/01/2018

TESTO

4. Per il mattino di Pasqua   1

David Maria Turoldo, O sensi miei…Poesie 1948-1988, Rizzoli, 1996 pagg 364-366

Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Andrò in giro per le strade
zufolando, così,
fino a che gli altri dicano: è pazzo!
E mi fermerò soprattutto coi bambini
a giocare in periferia,
e poi lascerò un fiore
ad ogni finestra dei poveri
e saluterò chiunque incontrerò per via
inchinandomi fino a terra.
E poi suonerò con le mie mani
le campane sulla torre
a più riprese
finché non sarò esausto.
E a chiunque venga
anche al ricco dirò:
siedi pure alla mia mensa,
(anche il ricco è un povero uomo).
E dirò a tutti:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Tutto è suo dono
eccetto il nostro peccato.
Ecco, gli darò un'icona
dove lui bambino guarda
agli occhi di sua madre:
così dimenticherà ogni cosa.
Gli raccoglierò dal prato
una goccia di rugiada
è già primavera
ancora primavera
una cosa insperata
non meritata
una cosa che non ha parole;
e poi gli dirò d'indovinare
se sia una lacrima
o una perla di sole
o una goccia di rugiada.
E dirò alla gente:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.

Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Non credo più neppure alle mie lacrime,
e queste gioie sono tutte povere:
metterò un garofano rosso sul balcone
canterò una canzone
tutta per lui solo.
Andrò nel bosco questa notte
e abbraccerò gli alberi
e starò in ascolto dell'usignolo,
quell'usignolo che canta sempre solo
da mezzanotte all'alba.
E poi andrò a lavarmi nel fiume
e all'alba passerò sulle porte
di tutti i miei fratelli
e dirò a ogni casa: pace!
e poi cospargerò la terra
d'acqua benedetta in direzione
dei quattro punti dell'universo,
poi non lascerò mai morire
la lampada dell'altare
e ogni domenica mi vestirò di bianco.

pasquarisortoresurrezionepaceannunciogioia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Sara Baroni, inserito il 08/05/2017

TESTO

5. Il sole   2

Jean Giono

Il sole non è mai così bello quanto nel giorno che ci si mette in cammino.

camminostradaitinerariogioia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 27/12/2016

TESTO

6. La felicità più profonda

Jean Galot, Il cristiano e la gioia, Città Nuova Editrice, Roma 1988

L'uomo è fatto per entrare in comunione con Dio e solo in questa comunione può trovare la sua felicità più profonda. La scoperta dell'amore deve essere in lui non soltanto il risveglio all'amore per un'altra persona umana, ma all'amore di Dio. In particolare, è solo l'entrata in comunione con Dio che può conferire alla gioia la sua qualità più alta. Naturalmente vi sono diversi gradi di felicità, ma quello più alto si trova nell'avvicinamento dell'uomo a Dio. A tutti gli uomini viene chiesto l'amore totale per il Signore, perché solo con questo possono giungere alla felicità per la quale sono stati creati.Il segreto della gioia umana si trova nel segreto di Dio. Dio ha fatto comprendere all'uomo che l'ha creato per la felicità; gli ha rivelato soprattutto come ha salvato questa felicità e come, mediante l'azione della sua grazia, ha promesso una gioia ben superiore a quella richiesta dalla natura umana per se stessa. Con la sua luce, ha pure distolto l'uomo da tutte le illusioni, da tutte le false apparenze di felicità. Infatti, alla fragilità e alle insufficienze della gioia, come si impongono ad ogni esperienza umana, egli ha risposto con il dono della sua gioia divina. Ha voluto che la propria gioia diventasse quella dell'umanità. Dio ha preso l'iniziativa, nella rivelazione, di mostrare all'uomo il vero cammino della gioia.

gioiafelicitàlucecomunionerapporto con Diopienezzarealizzazione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Padre Franco Naldi Ofm, inserito il 06/02/2016

TESTO

7. Il nome di Gesù

suor Chiara Carla Cabras, osc, La preghiera del cuore, dalla rivista "Gesù confido in Te"

Il nome di Gesù libera, salva, guarisce, caccia lo spirito del male, conduce ad ampi spazi di libertà, a nuove ragioni di speranza, a terre inesplorate dell'amore, purifica il nostro cuore e lo rende nuovo, lo fa passare dalla "sclerocardia" (durezza del cuore) alla tenerezza e misericordia; rende il cuore docile, malleabile, pronto a fare la volontà di Dio. Il cuore che conosce il nome di Gesù sarà anche tutto tenerezza e amore, dolcezza, forza e misericordiosa compassione.

nome di Gesùmisericordiaamorepreghieracuoresperanzagioiavolontà di Diotenerezzapurificazione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Stefano Molisso, inserito il 03/02/2016

TESTO

8. A coloro che non trovano pace

Tonino Bello

Carissimi,

l'idea di rivolgermi a voi mi è venuta stasera quando, recitando i vespri, ho trovato questa invocazione: «Metti, Signore, una salutare inquietudine in coloro che si sono allontanati da te, per colpa propria o per gli scandali altrui».

Per prima cosa mi son chiesto se, nel numero delle mie conoscenze, ci fosse qualcuno che poteva essere raggiunto da questa preghiera.

E mi sono ricordato dite, Giampiero, che, dopo essere passato per tutta la trafila dei gruppi giovanili della parrocchia, un giorno te ne sei andato e non ti sei fatto più vedere.

L'altra sera ti ho incontrato per caso. Pioveva. Eri fermo sul marciapiede e ti ho dato un passaggio. In macchina mi hai chiesto con sufficienza se durante la quaresima continuavo a predicare le «solite chiacchiere» ai giovani, riuniti in cattedrale. Ci son rimasto male, perché mi hai detto chiaro e tondo che tu ormai a quelle cose non ci credevi più da un pezzo, e che al politecnico stavi trovando risposte più utili di quelle che ti davano i preti.

Mi hai raccontato che a Torino hai conosciuto Gigi, ex seminarista e mio alunno di ginnasio, il quale ti parla spesso di me. Ho notato che avevi una punta d'ironia e sembrava che ti divertissi quando hai aggiunto che ora sta con una ragazza, bestemmia come un turco, e fuma lo spinello.

Quando all'improvviso ti ho chiesto se eri felice, mi hai risposto che ne avremmo parlato un'altra volta, perché dovevi scendere e poi era troppo tardi.

Addio, Giampiero! L'invocazione del breviario stasera la rivolgo al Signore per te. E per Gigi. E la rivolgo anche per te, Maria, che ti sei allontanata senza una plausibile ragione. Facevi parte del coro. Ora a messa non ci vai nemmeno a Pasqua. Tu dici che hai visto troppe cose storte anche in chiesa, e che non ti aspettavi certe pugnalate alle spalle proprio da coloro che credono in Dio. Non so che cosa ti sia successo di preciso. Ma l'altro giorno, quando sei venuta da me per implorare un ricovero urgente al Gemelli a favore del tuo bambino che sta male, e io ti ho esortata ad aver fiducia in Dio, e tu sei scoppiata a piangere dicendomi che in Dio non ci credi più... mi è parso di leggere in quelle lacrime, oltre alla paura di poter perdere il figlio, anche l'amarezza di aver perduto il Padre.

Non temere, Maria. Pregherò io per il tuo bambino, perché guarisca presto. Ma anche per te, perché il Signore ti metta nel cuore una salutare inquietudine.

Vedo che non afferri il senso di una preghiera del genere. Di inquietudini nei hai già tante e non è proprio il caso che mi metta anch'io ad aumentartene la dose. Tu sai bene, però, che in fondo io imploro la tua pace. Ecco, infatti, come il breviario prolunga l'invocazione su coloro che si sono allontanati da Dio: «Fa' che ritornino a te e rimangano sempre nel tuo amore».

E ora, visto che mi sono messo ad assicurare preghiere un po' per tutti, vorrei rivolgermi anche a voi che, pur non essendovi mai allontanati da Dio, non riuscite ugualmente a trovar riposo nella vostra vita.

Per sè parrebbe un controsenso. Perché Dio è la fontana della pace, e chi si lascia da lui possedere non può soffrire i morsi dell'inquietudine. Però sta di fatto che, o per difetto di affido alla sua volontà, o per eccesso di calcolo sulle proprie forze, o per uno squilibrio di rapporti tra debolezza e speranza, o chi sa per quale misterioso disegno, è tutt'altro che rara la coesistenza di Dio con l'insoddisfazione cronica dello spirito.

Mi rivolgo perciò a voi, icone sacre dell'irrequietezza, per dirvi che un piccolo segreto di pace ce l'avrei anch'io da confidarvelo.

A voi, per i quali il fardello più pesante che dovete trascinare siete voi stessi. A voi, che non sapete accettarvi e vi crogiolate nelle fantasie di un vivere diverso. A voi, che fareste pazzie per tornare indietro nel tempo e dare un'altra piega all'esistenza. A voi, che ripercorrete il passato per riesaminare mille volte gli snodi fatali delle scelte che oggi rifiutate. A voi, che avete il corpo qui, ma l'anima ce l'avete altrove. A voi, che avete imparato tutte le astuzie del «bluff» perché sapete che anche gli altri si sono accorti della vostra perenne scontentezza, ma non volete farla pesare su nessuno e la mascherate con un sorriso quando, invece, dentro vi sentite morire. A voi, che trovate sempre da brontolare su tutto, e non ve ne va mai a genio una, e non c'è bicchiere d'acqua limpida che non abbia il suo fondiglio di detriti.

A tutti voi voglio ripetere: non abbiate paura. La sorgente di quella pace, che state inseguendo da una vita, mormora freschissima dietro la siepe delle rimembranze presso cui vi siete seduti.
Non importa che, a berne, non siate voi. Per adesso, almeno.

Ma se solo siete capaci di indicare agli altri la fontana, avrete dato alla vostra vita il contrassegno della riuscita più piena. Perché la vostra inquietudine interiore si trasfigurerà in «prezzo da pagare» per garantire la pace degli altri.

O, se volete, non sarà più sete di «cose altre», ma bisogno di quel «totalmente Altro» che, solo, può estinguere ogni ansia di felicità.

Vi auguro che stasera, prima di andare a dormire, abbiate la forza di ripetere con gioia le parole di Agostino, vostro caposcuola: «O Signore, tu ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te».

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5.0/5 (6 voti)

inviato da Francesco De Luca, inserito il 16/06/2015

TESTO

9. Serenità interiore   1

San Serafino di Sarov, Detti

Acquista e conserva la pace interiore e migliaia intorno a te troveranno la salvezza.

Nulla aiuta di più la pace interiore che il silenzio: il dialogo incessante con se stessi e il silenzio con gli altri.

Non bisogna mai esagerare in nulla, ma fare in modo che il nostro amico, il corpo, rimanga fedele e partecipi alla nostra vita interiore.

Bisogna essere pazienti verso se stessi e sopportare le proprie mancanze come si sopportano quelle degli altri, ma bisogna anche non lasciarsi prendere dalla pigrizia e sforzarsi di sempre migliorare.

Davanti alle nostre mancanze non arrabbiamoci, non aggiungiamo un male ad un altro male, ma conserviamo la pace interiore, e dedichiamoci con coraggio a convertirci. La virtù non è una pera che si mangia in un solo boccone.

Dobbiamo attenderci gli attacchi del demonio. Come possiamo sperare che ci lascerà tranquilli se ha tentato anche nostro Signore Gesù?

Se Dio abbandonasse l'uomo a se stesso, il diavolo sarebbe pronto a ridurlo in polvere come un chicco di grano sotto la macina.

Guàrdati dallo spirito di scoraggiamento, perché di qui nasce ogni male.

Giudica te stesso, allora cesserai di giudicare gli altri.

gioiapace interioreserenitàmancanzeaccettazione di séinterioritàcrescitatentazionepazienzanon giudicare

4.0/5 (4 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 21/01/2015

TESTO

10. E' nato il nostro Salvatore: rallegriamoci!

San Leone Magno

Oggi, dilettissimi, è nato il nostro Salvatore: rallegriamoci! Non è bene che vi sia tristezza nel giorno in cui si nasce alla vita, che, avendo distrutto il timore della morte, ci presenta la gioiosa promessa dell'eternità. Nessuno è escluso dal prendere parte a questa gioia, perché il motivo del gaudio è unico e a tutti comune: il nostro Signore, distruttore del peccato e della morte, è venuto per liberare tutti, senza eccezione, non avendo trovato alcuno libero dal peccato.

nataleincarnazioneredenzionegioia

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 23/12/2013

TESTO

11. Io sono la Luce

Io sono la Luce, e voi non mi vedete.
Io sono la Via, e voi non mi seguite.
Io sono la Verità, e voi non mi credete.
Io sono la Vita, e voi non mi cercate.
Io sono il Maestro, e voi non mi ascoltate.
Io sono il vostro Dio, e voi non mi pregate.
Io sono il vostro grande Amico, e voi non mi amate.
Se siete infelici, non rimproveratelo a me.

sequeladiscepolatogioiafelicitàinfelicitàtristezzarapporto con Dio

5.0/5 (2 voti)

inserito il 13/03/2013

TESTO

12. L'ottava opera di misericordia

Julie Lavergne

Ho trovato un'ottava opera di misericordia: rallegrare le persone tristi!

opere di misericordiagioiaallegria

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 14/12/2012

TESTO

13. Gioia   3

Madre Teresa di Calcutta

Fate che chiunque venga a voi se ne vada sentendosi meglio e più felice.

gioiadonareserenità

4.0/5 (1 voto)

inviato da Paolè, inserito il 20/09/2012

TESTO

14. La gioia e il dolore   1

Kahlil Gibran, Il profeta

Allora una donna chiese: Parlaci della Gioia e del dolore.

Ed egli rispose: La vostra gioia è il dolore stesso senza maschera. E la fonte stessa dalla quale scaturisce il vostro riso, è stata spesso piena di lacrime. E come potrebbe essere diversamente? Quanto più a fondo scava il dolore nel vostro essere, tanta più gioia potrete contenere. Quando siete felici, guardate in fondo al vostro cuore e scoprirete che è solo quello che vi ha procurato dolore a darvi gioia. Quando siete tristi, guardate ancora dentro di voi e scoprirete di piangere per quella che è stata la vostra gioia. Alcuni dicono: "La gioia è più grande del dolore", altri dicono: "No, è più grande il dolore". Ma io vi dico che sono inseparabili. In verità siete bilance che oscillano tra il dolore e la gioia. Soltanto quando siete vuoti, state fermi in equilibrio.

gioiadoloresofferenzafelicitàequilibrio

4.7/5 (3 voti)

inviato da Roberto Verrani, inserito il 20/09/2012

TESTO

15. Senza Dio la gioia è dolore   2

Beato Luigi Monza, Don Luigi ci parla

Senza Dio la gioia è dolore.
Con Dio il dolore è gioia.
Non temete mai di soffrire quando c'è il Signore.
Temete piuttosto la gioia quando non c'è lui.
Preferite piuttosto il dolore alla gioia
perché il dolore porta infallibilmente i suoi frutti.
Quando avete un dolore più forte di voi,
avete il diritto di aspettarvi da Dio,
qualche cosa di grande, di bello.
I premi che vengono dopo il dolore sono il vero bene.
Aspettate dopo un dolore forte
grazie speciali e personali.

doloregioiasofferenzasperanza

4.0/5 (3 voti)

inviato da Simona Fontanesi, inserito il 11/08/2012

TESTO

16. Perché non siamo felici come i santi   3

Fulton J. Sheen

La ragione per cui non siamo felici come i santi è perché non vogliamo essere santi.

santitàconversionedecisioneimpegnofelicitàsenso della vitagioiainteriorità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 11/08/2012

TESTO

17. La rinuncia più difficile   1

Paul Claudel

E' più facile rinunciare alla propria gioia che al proprio orgoglio.

gioiafelicitàorgoglio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 26/06/2012

TESTO

18. Il Decalogo della gioia   4

mons. Girolamo Grillo

Cristo ti chiede di essere un uomo o una donna capace di portare gioia:

1 - ti chiede gli occhi per guardare la realtà del mondo senza chiuderti in te stesso;
2 - ti chiede la mente per escogitare facezie e battute umoristiche onde riuscire a far sorridere chi piange;
3 - ti chiede orecchie per ascoltare e far tuoi i problemi degli altri, dimenticando le proprie amarezze;
4 - ti chiede le spalle per aiutare i tuoi fratelli a portare la croce, senza infastidirti più di tanto di quella che già tu porti;
5 - ti chiede le braccia per sollevare i pesi che gli altri non riescono a rimuovere, temendo di restare schiacciati sotto di essi;
6 - ti chiede i piedi per andare da chi soffre e portare un sorriso;
7 - ti chiede il cuore per amare chi non ha mai ricevuto una carezza e chi si dibatte tra gli affanni;
8 - ti chiede la bocca per pronunciare parole di incoraggiamento e di consolazione al fine di ridare fiducia nella vita;
9 - ti chiede l'intelligenza e la volontà per diventare sale della terra laddove tutto sembra insipido;
10 - ti chiede di non restare indifferente di fronte al fratello che non riesce a venir fuori dalle tenebre in cui si dibatte e di essere per lui come la luce del sole e come l'aria che respiri.

Porterai gioia e calore, ma ricorda di nasconderti sempre come una viola in un grande prato, della quale tutti sentono il profumo, ma che nessuno riesce a trovare.

gioiaumiltàserviziosolidarietàtestimonianza

4.0/5 (4 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 28/05/2012

TESTO

19. Gioia e presenza di Dio   1

Teilhard de Chardin

La gioia è il segno infallibile della presenza di Dio.

gioiapresenza di Dio

3.0/5 (1 voto)

inviato da Cinzia Novello, inserito il 08/05/2012

TESTO

20. La gioia di un genitore   2

Amici della Zizzi

Che gioia grande per un genitore l'essere in perfetta sintonia con il proprio figlio.
Che gioia grande quando un figlio difende l'operato di un genitore e si immedesima talmente in lui da portare avanti gli stessi principi e valori.
Questo non significa un'identità, un appiattimento, un essere accondiscendente su tutto, è qualcosa che va al di là di ogni significato della parola amore. Vuol dire che un genitore ha saputo trasmettere al proprio figlio l'essenza della vita.

Che gran dolore quando questo non accade. Quando vediamo i nostri figli ribellarsi a noi, quando vediamo che vanno contro quelli che per noi sono principi basilari da sempre. Quando vediamo un figlio che ruba, che risponde male ad un rimprovero, che non studia.
Gran dolore non significa "non amore", anzi, forse è in quei momenti che un genitore ama maggiormente il proprio figlio. E' lui il "malato" per cui pregare, è lui che va sostenuto e cercato di capire, è lui che va amato più di ogni altra cosa con i suoi errori, debolezze, mancanze, affinché senta nel suo cuore quanto sia grande la forza dell'amore, che va al di là di forme ed atteggiamenti sbagliati.

Ecco, noi spesso ci comportiamo come questi figli nei confronti di Dio. Ci ribelliamo, andiamo contro i Suoi principi, ma il Signore continua ad amarci, continua ad avere la speranza che possiamo rinsavire, che possiamo tornare sulla retta via. Al Signore non interessa quanto abbiamo sbagliato o quanto sbaglieremo, a Lui interessa che prima o poi si capisca di aver sbagliato, si alzi gli occhi al cielo e si dica "perdonami" con il cuore e con l'anima prima che con le parole.

Tutti noi sbagliamo, ma nessuno di noi potrà mai fare errori tanto grandi da non poter essere perdonato da Dio, così come faremmo noi per nostro figlio.

genitorifigliadozionepadreperdonoerrorigioiarapporto con Diofigliol prodigopadre misericordioso

5.0/5 (2 voti)

inviato da Riccardo Ripoli, inserito il 08/04/2012

TESTO

21. Il vino della gioia   2

Fratel Carlo Carretto, Meditazioni quotidiane di Carlo Carretto

Se tu bevi quel vino che Dio stesso ti offre, sei nella gioia. Non è detto che tale gioia sia sempre facile, libera dal dolore e dalle lacrime, ma è gioia. Ti può capitare di bere quel vino della volontà di Dio nelle contraddizioni e nelle amarezze della vita, ma senti la gioia. Dio è gioia anche se sei crocifisso. Dio è gioia sempre. Dio è gioia perché sa trasformare l'acqua della nostra povertà nel vino della Risurrezione. E la gioia è la nostra riconoscente risposta. Sì, il discepolo di Gesù deve vivere nella gioia, deve diffondere la gioia, deve "ubriacarsi" di gioia. E questo sarà sempre il suo vero apostolato.

gioiacroceapostolato

5.0/5 (1 voto)

inviato da Angela Magnoni, inserito il 10/07/2011

TESTO

22. Irrompe la Pasqua!   2

Tonino Bello

Coraggio! Irrompe la Pasqua!
È il giorno dei macigni
che rotolano via dall'imboccatura dei sepolcri.
È il tripudio di una notizia
che si temeva non potesse giungere più
e che corre di bocca in bocca
ricreando rapporti nuovi tra vecchi amici.
È la gioia delle apparizioni del Risorto
che scatena abbracci nel cenacolo.
È la festa degli ex-delusi della vita,
nel cui cuore all'improvviso dilaga la speranza.
Che sia anche la festa in cui
il traboccamento della comunione
venga a lambire le sponde
della nostra isola solitaria.

pasquaresurrezionegioiasperanza

4.0/5 (4 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 22/04/2011

TESTO

23. Trenta consigli per rendere la vita più bella   3

1. Cammina da 10 a 30 minuti tutti i giorni. Mentre cammini, sorridi.
2. Siediti e stai in silenzio per almeno 10 minuti.
3. Ascolta ogni giorno della buona musica, è un alimento autentico per lo spirito.
4. Quando ti alzi al mattino pronuncia quanto segue: "Il mio proposito odierno è...".
5. Gioca più dell'anno passato.
6. Leggi più libri dell'anno passato.
7. Osserva il cielo almeno una volta al giorno e renditi conto della maestosità del mondo che ti circonda.
8. Sogna di più quando stai sveglio.
9. Vivi con entusiasmo ed energia.
10. Non farti sfuggire l'opportunità d'abbracciare chi apprezzi.
11. Cerca di far ridere almeno tre persone al giorno.
12. Elimina il disordine dalla tua casa, dal tuo scrittoio e lascia che nuove energie entrino nella tua vita.
13. Fai una colazione da Re, pranza come un Principe e cena da Mendicante.
14. Sorridi e ridi di più.
15. La vita è troppo corta per perdere tempo ad odiare qualcuno.
16. Non prenderti troppo sul serio; non lo fa più nessuno.
17. Non devi necessariamente uscire vincitore da ogni discussione; accetta quando non sei d'accordo ed impara dagli altri.
18. Mettiti in pace con il tuo passato, così non ti rovinerai il presente.
19. Non paragonare la tua vita con quella di un altro; ha fatto un cammino diverso.
20. Nessuno è responsabile della tua felicità se non te stesso.
21. Ricorda che non hai il controllo di tutto ciò che succede, però "Sì" di ciò cha fai con esso.
22. Ogni giorno, impara qualcosa di nuovo.
23. Non importa quanto la situazione sia buona o cattiva; cambierà
24. Il tuo lavoro non si occupa di te quando sarai ammalato. I tuoi amici lo faranno; mantieniti in contatto con loro.
25. Lascia perdere tutto ciò che non sia utile, buono o divertente.
26. L'invidia è una perdita di tempo; hai già tutto quello che desideri.
27. Tieniti in contatto con i tuoi familiari; scrivi loro dicendo ."vi sto pensando"!!!
28. Il meglio deve ancora arrivare.
27. Quello che la maggioranza pensa di te, non è un'incombenza.
29. Sfrutta un viaggio. E' un'opportunità da cui devi trarre il maggior beneficio.
30. La vita è bella; godila finché puoi.

vitagioia di vivereapprezzare le piccole cose

5.0/5 (3 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 08/03/2011

TESTO

24. La speranza

Ernesto Olivero, Sulle orme di Dio

Ho intravisto la speranza
tra le lacrime, i dolori,
le angosce di un carcere,
nella fame di un bimbo,
nel dolore di una madre,
in un volto pieno di rughe.
L'ho intravista,
ho accettato questa scommessa,
ho insistito
e tutti i pianti, i dolori, le angosce
si sono tramutate in danza.

speranzatrasformazioneconversionegioiarisurrezionevita

4.5/5 (2 voti)

inviato da Maria Carmela Moretti, inserito il 17/06/2009

TESTO

25. Lasciagli il tuo sorriso   1

Proverbio cinese

Quando incontri un uomo troppo stanco per offrirti il suo sorriso, lasciagli il tuo. Nessuno ha tanto bisogno di un sorriso quanto colui che non lo sa più donare.

donarefelicitàcondivisionesorrisogioiaapertura verso gli altri

inviato da Forner Fortunato, inserito il 17/06/2009

TESTO

26. Il dolore e la gioia

Kahlil Gibran

Il tuo dolore è lo spezzarsi del guscio che racchiude la tua capacità di comprendere. E se potessi mantenere il cuore sospeso in costante stupore ai quotidiani miracoli della vita, il dolore non ti sembrerebbe meno meraviglioso della gioia; e accetteresti le stagioni del tuo cuore, come hai sempre accettato le stagioni che passano sui tuoi campi.

gioiadolore

inviato da Fiorella Corticelli, inserito il 05/06/2009

TESTO

27. La pace

Madre Teresa di Calcutta

Possa oggi esserci la pace.
Possa tu avere fiducia nelle tue possibilità,
che tu sia esattamente dove avresti voluto essere.
Possa tu non dimenticare le infinite
possibilità che nascono dalla fede.
Possa tu usare questi doni che hai ricevuto
e trasmettere l'amore che ti è stato donato.
Sii contento di sapere di essere figlio di Dio.
Sia questa presenza fissata nelle tue ossa e
permetti alla tua anima di essere libera di cantare,
ballare, glorificare e amare.
Sia così per ognuno di voi.

pacefiduciaDiogioia

inviato da Lilly Giuliani, inserito il 02/06/2009

TESTO

28. Il discernimento della gioia

Benedetto XVI, Il Dio di Gesù Cristo

Una delle regole fondamentali per il discernimento degli spiriti potrebbe essere dunque la seguente: dove manca la gioia, dove l'umorismo muore, qui non c'è nemmeno lo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù Cristo.

E viceversa: la gioia è un segno della grazia. Chi è profondamente sereno, chi ha sofferto senza per questo perdere la gioia, costui non è lontano dal Dio del vangelo, dallo Spirito di Dio, che è lo Spirito della gioia eterna.

gioiaSpirito Santodiscernimentotristezzasofferenzagraziaumorismo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Peyron, inserito il 29/05/2009

TESTO

29. La porta della felicità   2

Paulo Coelho

Quando una porta della felicità si chiude, se ne apre un'altra; ma tante volte guardiamo così a lungo quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.

felicitàgioiadoloreaccettazionefiduciaabbandono

4.0/5 (1 voto)

inserito il 07/09/2008

TESTO

30. Il Calvario tre giorni dopo   1

Tonino Bello

I Vangeli ci raccontano numerose apparizioni del Risorto avvenute nel giorno di Pasqua. Se è lecito esprimere delle preferenze, quella che mi commuove di più è l'apparizione a Maria di Magdala, piangente accanto al sepolcro vuoto.

Le si avvicina Gesù e le dice: "Perché piangi?". Donna, le tue lacrime non hanno più motivo di scorrerti dagli occhi. A meno che tu non pianga per gioia o per amore. Vedi: la collina del Calvario, che l'altro ieri sera era solo un teschio coperto di fango, oggi si è improvvisamente allagata di un mare d'erba. I sassi si sono coperti di velluto. Le chiazze di sangue sono tutte fiorite di anemoni e asfodeli. Il cielo, che venerdì era uno straccio pauroso, oggi è limpido come un sogno di libertà. Siamo appena al terzo giorno, ma sono bastate queste poche ore perché il mondo facesse un balzo di millenni. No, non misurare sui calendari dell'uomo la distanza che separa quest'alba luminosa dal tramonto livido dell'ultimo venerdì. Non è trascorso del tempo: è passata un'eternità. Donna, tu non lo sai: ma oggi è cominciata la nuova creazione.

Cari amici, nel giorno solennissimo di Pasqua anch'io debbo rivolgere a ciascuno di voi la stessa domanda di Gesù: "Perché piangi?". Le tue lacrime non hanno più motivo di scorrerti dagli occhi. A meno che non siano l'ultimo rigagnolo di un pianto antico. O l'ultimo fiotto di una vecchia riserva di dolore da cui ancora la tua anima non è riuscita a liberarsi. Lo so che hai buon gioco a dirmi che sto vaneggiando. Lo so che hai mille ragioni per tacciarmi di follia. Lo so che non ti mancano gli argomenti per puntellare la tua disperazione. Lo so.

Forse rischio di restare in silenzio anch'io, se tu mi parli a lungo dei dolori dell'umanità: della fame, delle torture, della droga, della violenza. Forse non avrò nulla da replicarti se attaccherai il discorso sulla guerra nucleare, sulla corsa alle armi o, per non andare troppo lontano, sul mega poligono di tiro che piazzeranno sulle nostre terre, attentando alla nostra sicurezza, sovvertendo la nostra economia e infischiandosene di tutte le nostre marce della pace.

Forse rimarrò suggestionato anch'io dal fascino sottile del pessimismo, se tu mi racconterai della prostituzione pubblica sulla statale, del dilagare dei furti nelle nostre case, della recrudescienza di barbarie tra i minori della nostra città.

Forse mi arrenderò anch'io alle lusinghe dello scetticismo, se mi attarderò ad ascoltarti sulle manovre dei potenti, sul pianto dei poveri, sulla miseria degli sfrattati, sulle umiliazioni di tanta gente senza lavoro.

Forse vedrai vacillare anche la mia speranza se continuerai a parlarmi di Teresa che, a trentacinque anni, sta morendo di cancro. O di Corrado che, a dieci, è stato inutilmente operato al cervello. O di Lucia che, dopo Pasqua, farà la Prima Comunione in casa perché in chiesa, con gli altri compagni, non potrà andarci più. O di Nicola e Annalisa che, dopo tre anni di matrimonio e dopo aver messo al mondo una creatura, se ne sono andati ognuno per la sua strada, perché non hanno più nulla da dirsi.

Queste cose le so: ma io voglio giocarmi, fino all'ultima, tutte le carte dell'incredibile e dire ugualmente che il nostro pianto non ha più ragione di esistere.

La Resurrezione di Gesù ne ha disseccate le sorgenti. E tutte le lacrime che si trovano in circolazione sono come gli ultimi scoli delle tubature dopo che hanno chiuso l'acquedotto.

Riconciliamoci con la gioia. La Pasqua sconfigga il nostro peccato, frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi e perfino la morte, dal versante giusto: quello del "terzo giorno". Da quel versante, il luogo del cranio ci apparirà come il Tabor. Le croci sembreranno antenne, piazzate per farci udire la musica del Cielo. Le sofferenze del mondo non saranno per noi i rantoli dell'agonia, ma i travagli del parto.

E le stigmate lasciate dai chiodi nelle nostre mani crocifisse, saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d'ora le luci di un mondo nuovo!
Buona Pasqua!

pasquarisortoresurrezionevitagioiadoloresofferenzamortecrocesenso della vita

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inviato da Marcello Rosa, inserito il 04/03/2008

TESTO

31. Gioisci

Se vuoi vivere la gioia di avere, liberati dalla mania di possedere e conservare.
Godi della farfalla che volteggia, godi del fiume che corre incessantemente, godi del fiore che si apre al cielo; godi avendo tutto senza possederlo né conservarlo.
Solo così godrai della vita, sapendo di averla senza possederla, lasciandola correre senza trattenerla!

vitanaturagioiapossedereaverelibertà

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inviato da Teresa Neri, inserito il 18/08/2007

TESTO

32. Immenso

Isacco di Stella, monaco del XII secolo

Che il Figlio di Dio
già formato in te
cresca in te
fino a diventare Immenso.
Ed egli sarà per te
un sorriso,
un'esultanza,
una pienezza di gioia
che nessuno potrà toglierti.

GesùCristogioiarapporto con Dio

inviato da Qumran2, inserito il 29/10/2006

TESTO

33. Dio è la nostra gioia   1

S. Agostino

In un corpo bello, nell'oro, nell'argento e in ogni altra cosa simile c'è un'attrattiva. La stessa vita che viviamo quaggiù ha un suo fascino, dovuto ad una certa bellezza sua propria nonché ai legami con tutte le piccole cose belle. Pure l'amicizia fra gli uomini è cosa dolce, con quel suo piacevole vincolo che lega molti animi facendone un essere solo.

Si commette peccato quando, anelando smoderatamente a queste cose o ad altre simili che sono beni di un valore minimo, si trascurano quelli di valore maggiore, anzi massimo: te, Signore nostro Dio, la tua Verità e la tua Legge.

Anche quei poveri beni danno soddisfazioni, ma non quanto il mio Dio che li ha creati tutti: in lui trova soddisfazione il giusto; egli è la gioia dei retti di cuore.

gioia in Diorapporto con Diopeccatopriorità

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inviato da Leo, inserito il 13/07/2006

TESTO

34. Lettera di chi non ha tutto

Caro Gesù,

quest'anno ho voluto anch'io scriverti per Natale. Questa lettera non la leggerà mai nessuno, ma non importa: l'importante è che arrivi a te.

Non ho particolari cose da chiederti.. anzi nessuna, se non una. Voglio pregarti per tutte le persone che incontro ogni giorno, che incrocio per le strade, che mi passano accanto nei supermercati, che vedo alla televisione, che assistono ai concerti e ascoltano la musica come me. Voglio pregarti perché siano felici.

Eh sì... perché qualche volta ho l'impressione che non sia così. Mi sembrano tanto tristi... E non capisco cosa gli manchi! Secondo la logica di questo mondo io non ho niente e loro tutto...
Pensa... io vorrei parlare, ma non posso.
Urlare... men che meno!
Vorrei correre... ma come faccio?
Saltare non esiste...
Un po' camminare.. ma che fatica!
Mangiare... mai da solo!
Bere... quando me lo danno.
Andare ai servizi... non ne parliamo!
Cantare: un sogno!
Per la musica che fanno gli altri... impazzisco!
Scrivere... non se ne parla;
prima vorrei imparare i colori, ma non ci riesco!
Adoro il calcio, ma non ci gioco...

Una cosa bella, però, ce l'ho anch'io; è una cosa spettacolare, il più grande dono che potessi ricevere: il sorriso.
Quello non lo risparmio mai a nessuno: né ai genitori, né a mia nonna o a mia sorella, né agli educatori né ai volontari, né ai bambini né agli sconosciuti...
È la mia arma vincente e la uso fino in fondo.

Allora, Gesù, ti prego: dona un po' di questo mio sorriso agli altri; è un sorriso semplice, di chi non parla, non canta, non corre, non gioca... ma che viene dal cuore; dal cuore di chi, nel suo silenzio, ti incontra ogni giorno e ti parla nel segreto. Il sorriso di chi, come te, quando giacevi nella mangiatoia in fasce, avevi bisogno di tutto: di essere nutrito, cambiato, lavato, compreso per le espressioni del tuo viso perché senza parole... Ma io ho 26 anni. Nella mia povertà mi sento vicino a te, e per me questo è tutto. Per questo niente di ciò che mi manca potrà mai togliermi il sorriso.

Questa lettera non la leggerà mai nessuno, perché non potrò mai scriverla. Ma ce l'ho nel cuore e vorrei urlarla al mondo intero.

sorrisointerioritàesterioritàgioiafelicitàrapporto con Dio

inviato da Laura De Capitani, inserito il 13/07/2006

TESTO

35. Pace

George B. Shaw

Si possiede un gran tesoro quando si è capaci di gioire, e sentirsi in pace.

pacepace interioreserenitàinterioritàgioia

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inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/12/2004

TESTO

36. Il frutto della fede è l'amore

Madre Teresa di Calcutta

La peggiore malattia dell'Occidente oggi
non è la tubercolosi o la lebbra,
ma è il non sentirsi desiderati né amati,
il sentirsi abbandonati.
L'unica cura è l'amore.
Una volta che comprendi quanto Dio sia innamorato di te,
puoi vivere solo irradiando quell'amore.
L'amore non ha senso se non viene condiviso.
Ciò che conta non è quanto fai, ma quanto amore metti
in ciò che fai e condividi con gli altri.
Amare significa anche accettare la sofferenza con gioia.
Dio ama chi dona con gioia.

fedeamoregioiasolidarietàcaritàcondivisione

inviato da Giuseppe Puccio, inserito il 22/09/2004

TESTO

37. Chi altro ti può capire?

Madre Provvidenza

Chi altro ti può capire se non quel Cuore adorabile che tutto si è dato e ogni giorno continua a donarsi per noi Suoi fratelli: è il Figlio dell'eterno Padre, Gesù Salvatore. Basta guardarlo per farti rapire il cuore.

Lui ha sete, sete profonda di te: ti attende per parlarti e per ascoltarti, ma sei sempre impegnato nel tuo lavoro. Sembra quasi che gli uffici materiali che svolgi siano la cosa più importante per tenerti in vita, ma non è vero. Colui che mantiene ogni vita è il padrone di tutte le vite, che vuol darti quelle gioie che ancora ti mancano, vuol farti capire che senza di lui non puoi far nulla, ma con lui puoi realizzare tutto, anche quello che ti è difficile.

Apri la porta di una chiesa, entra e nella solitudine aprigli il tuo cuore, e, se nel confessionale vi fosse un prete, fatti lavare la coscienza. Tornerà, allora, sul tuo volto il sorriso dei giorni passati, e il desiderio di essere del Cuor di Gesù amico per sempre. Porterai allora più volentieri la tua croce e ti accorgerai che sarà meno pesante perché lui ha accettato di essere il tuo Cireneo, e, senza accorgerti, camminerai più spedito sul sentiero della salvezza.

rapporto con Diomisericordiapreghieracrocefaticagioia

inviato da Anna Lollo, inserito il 27/07/2004

TESTO

38. La gioia

Madeleine Delbrel

Noi crediamo alla gioia,
il che non si riduce
a dare prova di ottimismo.
Ci sembra che la gioia cristiana,
quella che il Signore chiama "la mia gioia",
quella che egli vuole che sia "piena",
consista nel credere concretamente
- per fede - che noi sempre e dovunque
abbiamo tutto ciò che è necessario
per essere felici.

gioiafelicitàserenitàpace interiorefedefiducia

inviato da Massimo Di Lullo, inserito il 22/12/2003

TESTO

39. Sorridere

Gianna Beretta Molla, Lettera al fidanzato, settembre 1995

Sorridere a Dio da cui ci viene ogni dono.
Sorridere ai genitori, fratelli e sorelle, perché dobbiamo essere fiaccola di gioia, anche quando ci impongono doveri che vanno contro la nostra superbia.
Sorridere in associazione bandendo ogni critica e mormorazione.
Sorridere a tutti quelli che il Signore ci manda durante la giornata.
La felicità è avere Gesù nel cuore. È vivere momento per momento, e ringraziare il Signore di tutto ciò che egli, nella sua bontà, ci manda.

sorrisogioiafelicitàumiltàsacrificiorapporto con Diogratitudine

inviato da Giosuè Lombardo, inserito il 27/08/2003

TESTO

40. La felicità perduta

S. Antonio di Padova

Richiama alla memoria i più bei giorni della tua vita, i giorni della tua innocenza, quando Dio illuminava con la grazia la tua anima, e ti parlava nella preghiera, e ti guidava e custodiva in tutto quello che ti accingevi a fare. Vivevi allora felice con lui nella sua città; ma tu hai voluto uscirne, e allora gli assassini ti hanno aggredito, ti hanno coperto di ferite, ti hanno spogliato di ogni bene. Piangi e sospira la felicità perduta, ora che giaci quasi senza vita nella tua miseria, incapace di rialzarti.

felicitàgioiapeccatorimpiantoserenitàpace interiorerapporto con Dio

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 31/03/2003

TESTO

41. L'origine del benessere

Alan Cohen

Noi pensiamo di essere tristi
perché non riceviamo amore.
Non è così.
Noi siam tristi perché non diamo amore.
Siamo nati per amare.
Il nostro benessere non dipende
dall'amore degli altri nei nostri confronti,
ma dall'amore che noi doniamo.

benessereamoredonogratuitàdonaregioia

inviato da Mariella Romanazzi, inserito il 12/12/2002

TESTO

42. Dolore e gioia   1

Kahlil Gibran

Più profondamente scava il dolore nel vostro essere, e più è la gioia che potete contenere.

doloregioiasofferenzainteriorità

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inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 11/12/2002

TESTO

43. Miracoli della vita

Kahlil Gibran

Se solo conservaste in cuore lo stupore per i quotidiani miracoli della vita, il dolore non vi parrebbe meno meraviglioso della gioia.

vitadoloresofferenzastuporegioia

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 11/12/2002

TESTO

44. Perfetta letizia

San Francesco d'Assisi

Venendo una volta santo Francesco da Perugia a Santa Maria degli Angeli con frate Leone a tempo di verno, e il freddo grandissimo fortemente il cruciava, chiamò frate Leone il quale andava un poco innanzi, e disse così: "Frate Leone, avvegnadio ch'e frati minori in ogni terra dieno grande esempio di santità e buona edificazione, nondimeno scrivi, e nota diligentemente, che non è ivi perfetta letizia".

E andando più oltre, santo Francesco il chiamò la seconda volta: "O frate Leone, benché 'l frate minore illumini i ciechi, distenda gli attratti, cacci i demoni, renda l'udire a' sordi, l'andare a' zoppi, il parlare a' mutoli e (maggior cosa è) risusciti il morto di quattro dì, scrivi che non è in ciò perfetta letizia".

E andando un poco, santo Francesco grida forte: "O frate Leone, se 'l frate minore sapesse tutte le lingue e tutte le scienzie e tutte le scritture, sì ch'e sapesse profetare e rivelare non solamente le cose future, ma eziandio i segreti delle coscienzie e degli animi, scrivi che non è in ciò perfetta letizia".

Andando un poco più oltre, santo Francesco ancora chiamò forte: "O frate Leone, pecorella di Dio, benché 'l frate minore parli con lingua d'angeli e sappi i corsi delle stelle e le virtù dell'erbe e fossongli rivelati tutti i tesori della terra e cognoscesse le nature degli uccelli e de' pesci e di tutti gli animali e degli uomini e degli arbori e delle pietre e delle radici e dell'acque, scrivi che non ci è perfetta letizia".

E andando anche un pezzo, santo Francesco chiama forte: "O frate Leone, benché 'l frate minore sapesse sì bene predicare, che convertisse tutti gl'infedeli alla fede di Cristo, scrivi che non è ivi perfetta letizia".
E durando questo modo di parlare bene due

...E durando questo modo di parlare ben di due miglia, Frate Lione con grande ammirazione il domandò: «Padre, io ti prego dalla parte di Dio, che tu mi dica dov'è perfetta letizia».

E Santo Francesco sì gli rispose: «Quando noi saremo a Santa Maria degli Angeli, cosi bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo, e infangati di loto e afflitti di fame, e picchieremo alla porta; e il portinaio verrà adirato e dirà: "Chi siete voi?", e noi diremo: "Noi siamo due de' vostri Frati". E colui dirà: "Voi non dite vero: anzi siete due ribaldi che andate ingannando il mondo e rubando le limosine de' poveri; andate via"; e non ci aprirà, e faracci star di fuori alla neve e all'acqua, col freddo e con la fame insino alla notte; allora se noi tanta ingiura e tanta crudeltate sosterremo pazientemente senza turbarsene e senza mormorare di lui; e penseremo umilmente e caritativamente che quello portinaio veramente ci cognosca, e che Iddio il fa parlare contra a noi: o Frate Lione, iscrivi, che qui è perfetta letizia. E se noi perseveriamo picchiando, e egli uscirà fuori turbato, e come gaglioffi importuni ci caccerà con villanie e con gotate, dicendo: "Partitevi quinci, ladroncelli vilissimi, andate allo spedale, che qui non mangerete né albergherete". Se noi questo sosterremo con pazienza e con allegrezza e con amore: o Frate Lione, iscrivi, che qui è perfetta letizia. E se noi, pur costretti dalla fame e dal freddo, più picchieremo e chiameremo e pregheremo per l'amore di Dio con grande pianto, che ci apra e mettaci dentro; e quello più scandalizzato dirà: "Costoro son gaglioffi importuni, io gli pagherò bene come sono degni"; e uscirà fuori con un bastone nocchieruto e piglieracci per lo cappuccio e getteracci in terra e involgeracci nella neve, e batteracci nodo a nodo con quello bastone: se noi tutto questo sosterremo pazientemente e con allegrezza, pensando le pene di Cristo benedetto, le quali dobbiamo sostenere per suo amore: o Frate Lione, iscrivi, che qui è perfetta letizia. E però odi la conclusione: sopra tutte le grazie e doni dello Spirito Santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, si è di vincere se medesimo e volentieri per amore di Cristo sostenere pene, ingiurie e disagi. Imperocché in tutti gli altri doni di Dio noi non ci possiamo gloriare, perché non sono nostri, ma di Dio; onde dice l'Apostolo: "Che hai tu, che tu non abbi da Dio?"... Ma nella croce della tribolazione ben ci possiamo gloriare, perocché questo è nostro; e perciò dice l'Apostolo: "Io non mi voglio gloriare, se non nella croce del Nostro Signor Gesù Cristo"».

letiziacrocesofferenzaumiltàgioialibertà

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inviato da Emilio Centomo, inserito il 11/12/2002

TESTO

45. Per vivere felici

Manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nella antica chiesa di San Paolo

Procedi con calma tra il frastuono e la fretta, e ricorda quale pace possa esservi nel silenzio. Per quanto puoi, senza cedimenti, mantieniti in buoni rapporti con tutti. Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza, e ascolta gli altri: pur se noiosi e incolti, hanno anch'essi una loro storia. Evita le persone volgari e prepotenti: costituiscono un tormento per lo spirito. Se insisti nel confrontarti con gli altri, rischi di diventare borioso e amaro, perché esisteranno individui migliori e peggiori di te. Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi progetti. Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo.

Usa prudenza negli affari, perché il mondo è pieno di inganno. Ma questo non ti renda cieco a quanto vi è di virtù: molti sono quelli che perseguono alti ideali e dovunque la vita è piena di eroismo.

Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti. Non ostentare cinismo verso l'amore, perché pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità, esso resta perenne come il sempreverde. Accetta docile la saggezza dell'età, lasciando con serenità le cose della giovinezza. Coltiva la forza d'animo, per difenderti nelle calamità improvvise. Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono da stanchezza e solitudine. Al di là di una sana disciplina, sii tollerante con te stesso. Tu sei figlio dell'universo non meno degli alberi e delle stelle ed hai pieno diritto di esistere. E convinto o non convinto che tu ne sia non vi è dubbio che l'universo si stia evolvendo a dovere.

Perciò sta in pace con Dio. E quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa confusione dell'esistenza, mantieniti in pace con il tuo spirito. Nonostante i suoi inganni, travagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso. Sii prudente. Sforzati di essere felice.

gioiaserenitàpace interiorefelicitàumanità

inviato da Federico Bernardi, inserito il 03/12/2002

TESTO

46. Essere in grazia di Dio

San Gregorio Magno

Segno infallibile di essere in grazia di Dio è la gioia del cuore.

gioiagrazia di Dio

4.0/5 (3 voti)

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

47. Passione e risurrezione   2

Madre Teresa di Calcutta, Le mie Preghiere

Ricordate che la Passione di Cristo termina sempre nella gioia della Risurrezione, così, quando sentite nel vostro cuore la sofferenza di Cristo, ricordate che deve venire la Resurrezione, deve sorgere la gioia della Pasqua. Non lasciatevi mai invadere in tal maniera dal dolore da dimenticare la gioia di Cristo risorto.

doloregioiarisurrezioneCristopassionepasquagioiafelicitàsofferenza

5.0/5 (2 voti)

inviato da Anna, inserito il 21/11/2002

TESTO

48. Felicità

Frere Roger Schutz

Chi ti spianerà la via per raggiungere alle sorgenti zampillanti? Solo là e non altrove si sviluppano le forze vive del rischio. Quando ti interroghi dicendo: "Come potrò realizzarmi?", sai di aspirare ad un'esistenza di completezza e non ad una vita inquadrata e senza rischi. Non attardarti in situazioni senza via d'uscita perché vi bruceresti energie vitali. Niente compiacenze con te stesso. Va oltre, senza esitare. E scoprirai che il tuo cuore s'allarga: solo alla presenza di Dio l'uomo si realizza.

coerenzadecisioneconversionefelicitàrealizzazionegioia

inviato da Elena Mencarelli, inserito il 18/11/2002

TESTO

49. Il decalogo della gioia

Mario Foradini, rivista Il Cenacolo 10/2001

1. «Nessuno è felice come Dio e nessuno fa felice come Dio» (S. Agostino).
2. Dio è la fonte della felicità infinita.
3. La gioia è un dono e una conquista.
4. La gioia vera è frutto di un amore vero.
5. La gioia cresce donandola.
6. La gioia è il nutrimento del cuore.
7. Solo chi è sincero può essere felice.
8. Tanto più si prega, tanto più si è nella gioia.
9. Per avere la gioia bisogna volerla donare.
10. Solo un cuore puro può gioire sempre di più.

gioiafelicitàDioserenità

inviato da Anna, inserito il 27/09/2002

TESTO

50. Nessuno è felice come Dio   2

S. Agostino

Nessuno è felice come Dio e nessuno fa felice come Dio.

Diofelicitàgioiaserenità

inviato da Anna, inserito il 27/09/2002

TESTO

51. Giudica il tuo giardino dai fiori

Giudica il tuo giardino dai fiori
e non dalle foglie che cadono,
giudica i tuoi giorni dalle ore felici
e non fermarti ai momenti tristi.

Giudica le notti dalle stelle,
non dalle ombre.

Giudica la tua vita dai sorrisi
non dalle lacrime.

E con gioia per tutta la vita
giudica la tua età dagli amici,
non dagli anni.

ottimismopessimismofelicitàgioiaserenità

inviato da Barbara, inserito il 25/09/2002

TESTO

52. Euforia serale

Felice d'avere tutta una vita alle spalle.
Felice di sorprendermi in vita ogni mattina.
Felice di poter respirare, essere saggio e sereno.
Felice finora di non esser troppo ammalato.
Felice di aver tempo di pregare Dio.
Felice di non esser attaccato a grandi cose.
Felice di vedere tanta gente che mi vuol bene e mi cura.
Felice di aver vissuto un'epoca straordinaria.
Felice di vedere una Chiesa trasformata.
Felice di sapere che ci sarà un seguito.
Felice di arrivare alla fine e dire:...si avvicina.
Felice di rientrare al porto dopo una lunga traversata.
Felice di non aver che una preoccupazione, morire bene.
Felice di non essere solo a condividere.

gratitudinefelicitàgioia

inviato da Rovaris Pinuccio, inserito il 21/08/2002

TESTO

53. La sete di Gesù   1

Jean Vanier, Gesù, il dono dell'amore

La sete di Gesù
è una sete d'amore per le persone
prese così come sono,
con le loro povertà e le loro ferite,
con le loro maschere e i loro meccanismi di difesa
e anche con tutta la loro bellezza.
La sua sete è che ognuno di noi
- "grande" o "piccolo" non importa -
possa vivere pienamente
ed essere ricolmo di gioia.
La sua sete è rompere le catene
che ci chiudono nella colpevolezza e nell'egoismo,
impedendoci di avanzare
e di crescere nella libertà interiore.
La sua sete è liberare
le energie più profonde nascoste in noi
perché possiamo diventare uomini e donne di compassione,
artigiani di pace
come lui,
senza fuggire la sofferenza e i conflitti
del nostro mondo spezzato,
ma prendendovi il nostro posto
e creando comunità e luoghi d'amore,
così da portare una speranza a questa terra.

conversionecambiamentogioiafelicitàrapporto con Dio

inviato da Ylenia, inserito il 21/08/2002

TESTO

54. Donare felicità   2

André Gide

Non appena comprendiamo che il segreto della felicità non sta nel possedere, ma nel donare, diventiamo capaci di donare felicità e di rendere così felici noi stessi.

donare gioiagioiafelicità

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inviato da Nadia, inserito il 03/07/2002

TESTO

55. Abbiamo il potere   2

Madre Teresa di Calcutta

Abbiamo il potere di essere in Paradiso con Dio già adesso, di essere felici con lui anche in questo momento, se amiamo come lui ama, se aiutiamo come lui aiuta, se doniamo come lui dona, se serviamo come lui serve.

caritàparadisofelicitàamoredonaregioia

inviato da Nadia, inserito il 04/06/2002

TESTO

56. Felicità

Arthur Schopenhauer

Per saper quanta felicità una persona può ricevere nella vita, basta sapere quanta è capace di darne.

donare gioiagioiafelicità

3.0/5 (1 voto)

inviato da Nadia, inserito il 04/06/2002

TESTO

57. La felicità   1

Epitteto

Esiste solo una via alla felicità, e consiste nel cessare di preoccuparsi per cose che non è in nostro potere cambiare.

accettazionegioiafelicità

inviato da Nadia, inserito il 04/06/2002

TESTO

58. Il segreto della felicità

Georges Bernanos

Riuscire a trovare la gioia nella gioia altrui: questo è il segreto della felicità!

gioiafelicitàdonare gioia

inviato da Nadia, inserito il 04/06/2002

TESTO

59. Tuo primo dovere

Ludwig Feuerbach

Tuo primo dovere è di far felice te stesso.
Se sei felice, fai felici anche gli altri.
Il felice vuol solo vedersi altri felici attorno.

felicitàgioiatestimonianzadonare gioia

inviato da Nadia, inserito il 02/06/2002

TESTO

60. Trova il tempo   2

Madre Teresa di Calcutta

Trova il tempo di pensare
trova il tempo di pregare
trova il tempo di ridere.
E' la fonte del potere
è il più grande potere sulla terra
è la musica dell'anima.

Trova il tempo per giocare
trova il tempo per amare ed essere amato
trova il tempo di dare.
E' il segreto dell'eterna giovinezza
è il privilegio dato da Dio;
il giorno è troppo corto
per essere egoisti.

Trova il tempo di leggere
trova il tempo di essere amico
trova il tempo di lavorare.
E' la fonte della saggezza
è la strada della felicità
è il prezzo del successo.

Trova il tempo
di fare la carità.
E' la chiave del paradiso.

felicitàgioiaparadisodonaretempovalore del tempo

4.0/5 (2 voti)

inviato da Mariangela Molari, inserito il 26/05/2002

TESTO

61. Non saremo vissuti invano   2

Martin Luther King

Se avremo aiutato una sola persona a sperare, non saremo vissuti invano.

speranzadonare gioia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Andrea Aversa, inserito il 24/05/2002

TESTO

62. Scopri l'amore

Mahatma Gandhi

Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa' bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha mai pianto.
Prendi il coraggio
mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza
e vivi nella luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore
e fallo conoscere al mondo.

gioiafelicitàamoredonaredonare gioia

3.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 23/05/2002

TESTO

63. Spendi l'amore   1

Spendi l'amore a piene mani!
L'amore è l'unico tesoro
che si moltiplica per divisione,
è l'unico dono che aumenta
quanto più ne sottrai,
è l'unica impresa nella quale
più si spende più si guadagna:
regalalo, buttalo via,
spargilo ai quattro venti,
vuotati le tasche,
scuoti il cesto,
capovolgi il bicchiere
e domani ne avrai più di prima.

gratuitàgenerositàfelicitàgioiaamoredonaredonare gioia

4.5/5 (2 voti)

inviato da Emanuela Salvucci, inserito il 22/05/2002

TESTO

64. Il sentiero che porta a Dio

Non lasciare
che passi un solo giorno
senza che si sia levato
un raggio di felicità
su un cuore triste.

Chi, nel cammino della vita,
ha acceso anche soltanto una fiaccola
nell'ora buia di qualcuno,
non è vissuto invano.

In ogni avvenimento
passa un sentiero che porta a Dio.

felicitàgioiasperanzaamiciziadonaredonare gioiasenso della vita

inviato da Emanuela Salvucci, inserito il 21/05/2002

TESTO

65. Amare ed essere amati

Albert Camus

Non essere amati è una semplice sfortuna; la vera disgrazia è non amare.

amoredonaregioiafelicità

inviato da Gianmarco Marzocchini, inserito il 10/05/2002

TESTO

66. Mi ami tu?

Roger Schutz

"Mi ami tu?": è l'ultima domanda di Gesù a Pietro, Pietro era triste al pensiero di aver rinnegato tre volte Gesù, prima della sua crocifissione. Ed ecco il Risorto sta dinanzi a lui. Gesù non lo condanna per il suo rinnegamento. Non prende l'atteggiamento del forte. Non tira sulla corda della cattiva coscienza già attaccata al collo di Pietro.

Nel Cristo vi sono viscere d'umanità: Lui pure durante la sua vita terrena ha percorso cammini d'oscurità.

A Pietro, Cristo dice solo queste tre parole: "Mi ami tu?" e Pietro risponde: "Signore, tu sai che ti amo". Una seconda volta Gesù riprende: "MI ami tu?". E Pietro di nuovo: "Ma lo sai che ti amo". Una terza volta Gesù insiste: "Mi ami più di tutti costoro?" E Pietro scosso: "Signore, tu conosci ogni cosa, tu sai che ti amo":

Da quel giorno ad ogni essere umano sulla terra, il Cristo instancabilmente domanda: "Mi ami tu?".

Vi sono giorno in cui ci turiamo le orecchie: la domanda ci è insopportabile. Essa è intollerabile per colui che non ha mai sperimentato l'amore umano, per chi esperimenta solo l'abbandono, o la ferita ricevuta nell'innocenza della sua infanzia.

Essa è intollerabile per noi tutti quando ci rivela quella parte di solitudine che nessuna intimità umana può colmare, quella parte di solitudine nella quale Dio ci aspetta. E quando la rivolta si esaspera, la domanda ci appare come una condanna poiché per amare non basta un atto della volontà.

Lo sappiamo abbastanza? Il Cristo non obbliga mai ad amarlo. Ma Lui, il Vivente, rimane al fianco di ciascuno, come un povero, come un oscuro. E' presente anche negli eventi più squallidi, nella fragilità dell'esistenza. Il suo amore è presenza non d'un solo istante ma di sempre. Quell'amore d'eternità apre un aldilà al nostro vivere. Senza quell'altrove, senza quell'aldilà, l'uomo non ha più speranza... e svanisce il gusto di procedere. Di fronte a quell'amore d'eternità, lo sentiamo, la nostra risposta concreta non può essere fuggitiva, per un periodo soltanto, con la possibilità di ritornare sulle nostre decisioni in seguito. La nostra risposta non può neppure essere uno sforzo della volontà; taluni vi si infrangerebbero. Essa è innanzitutto un abbandonarsi.

Rimanere dinanzi a Lui, con o senza parole, significa sapere dove riposare il nostro cuore, significa rispondergli da poveri. In questo consiste la molla segreta dell'esistenza, il rischio del Vangelo.

"Anche se talvolta io non so più se ti amo o no, o Cristo, tu sai tutto, tu sai che ti amo".

Grandi felicità sono offerte a colui che corre il rischio di un tale amore, senza calcolarne troppo le conseguenze. Quando ricerchiamo in primo luogo la felicità per noi stessi, essa a breve o lunga scadenza ci abbandona. Quanto più ardentemente la inseguiamo, tanto più lontano se ne fugge da noi.

Cercatore appassionato del suo amore d'eternità, chiunque tu sia saprai dove riposare il tuo cuore? Attraverso le tue stesse ferite, egli apre la porta della pienezza: la lode del suo amore. Abbandonati, donati. In questo consiste la guarigione delle ferite, e non solo delle tue: già, in Lui, ci guariamo reciprocamente.

felicitàgioiapeccatoconversioneamore di Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 10/05/2002

TESTO

67. La gioia è la prima testimonianza del vangelo

Oscar Battaglia, La Madre del mio Signore

E' molto bello che nel vangelo di Giovanni la prima presentazione di Maria avvenga a una festa di nozze, in un momento di gioia intensa e partecipata. Se il messaggio di Gesù è un "vangelo", cioè un lieto annuncio, non poteva esserci momento più significativo per proclamarlo. Non meraviglia che la prima a capirlo e a viverlo così sia proprio sua madre. Era abituata a gustare e a condividere la gioia umana più profonda e autentica (con Elisabetta, con il Magnificat, con i pastori, con Simeone e Anna) perché viveva vicino alla sorgente di quella gioia, Gesù.

Chi pensa e vive la propria fede cristiana come un peso schiacciante e un impegno severo che non lascia spazio a manifestazioni di gioia e a distrazioni festose, non ha capito il vangelo. La fede è prima di tutto pace, gioia e festa con Dio Padre e con i fratelli. Il volto del cristiano deve essere il riflesso del Dio della gioia. Maria insegna a tutti a condividere e a comunicare la gioia di vivere. E' la prima e la più semplice testimonianza del vangelo che il Signore ci chiede.

gioiaMariafelicitàtestimonianzanozze di cana

inviato da Mariangela Molari, inserito il 10/05/2002

TESTO

68. Lo splendore della felicità

Albert Camus

Quando si è visto
una volta sola
lo splendore della felicità
sul viso di una persona
che si ama,
si sa che per un uomo
non ci può essere
altra vocazione
che suscitare questa luce
sui visi che lo circondano.

felicitàgioiadonaredonare gioia

inviato da Stefania Raspo, inserito il 09/05/2002

TESTO

69. Servire è gioia

Rabindranath Tagore

Dormivo e sognavo
che la vita era gioia.
Mi svegliai e vidi
che la vita era servizio.
Volli servire e vidi
che servire era gioia.

serviziovitagioiafelicità

inviato da Emilio Centomo, inserito il 08/05/2002

TESTO

70. Il sorriso

Descalzo

Il sorriso è una grande fedeltà interiore a se stessi... E' un'arte che bisogna praticare con ostinazione e costanza. Non facendo le smorfie di fronte allo specchio, perché il risultato di simili tentativi non è il sorriso, ma la maschera.

Bisogna impararla vivendo, lasciando che l'allegria interiore illumini tutto ciò che ci accade quotidianamente e imponendo ad ognuna delle nostre parole l'obbligo di non uscire dalla bocca senza prima essersi impregnata di un sorriso.

sorrisogioiafelicità

inviato da Luca Soliani, inserito il 30/04/2002

TESTO

71. Sii l'espressione della bontà di Dio   2

Madre Teresa di Calcutta

Non permettere mai
che qualcuno venga a te e vada via
senza essere migliore e più contento.
Sii l'espressione della bontà di Dio.
Bontà sul tuo volto
e nei tuoi occhi,
bontà nel tuo sorriso
e nel tuo saluto.
Ai bambini, ai poveri
e a tutti coloro che soffrono
nella carne e nello spirito
offri sempre un sorriso gioioso.
Da' loro non solo le tue cure
ma anche il tuo cuore.

gioiasorrisoamore

5.0/5 (1 voto)

inviato da Sara D'Erasmo, inserito il 25/04/2002

TESTO

72. Valore di un sorriso   1

Frederik W. Faber

Un sorriso non costa nulla e rende molto.
Arricchisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante
ma il suo ricordo è talora eterno.

Nessuno è così ricco da poterne fare a meno.
Nessuno è così povero da non poterlo dare.
Crea felicità in casa; è sostegno negli affari;
è segno sensibile dell'amicizia profonda.

Un sorriso dà riposo alla stanchezza;
nello scoraggiamento rinnova il coraggio;
nella tristezza è consolazione;
d'ogni pena è naturale rimedio.
Ma è bene che non si può comprare,
né prestare, né rubare,
poiché esso ha valore solo nell'istante in cui si dona.

E se poi incontrerete talora chi non vi dona l'atteso sorriso,
siate generosi e date il vostro;
perché nessuno ha tanto bisogno di sorriso
come chi non sa darlo ad altri.

amiciziasorrisogioiaamoredonarefelicitàsofferenzaconsolaredonare gioia

3.5/5 (2 voti)

inviato da Nadia, inserito il 17/04/2002

TESTO

73. La gioia

Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi

Dio non turba mai la gioia ai suoi figli se non per prepararli ad una più certa e più grande.

gioiafuturoprogetto di Diovocazionemissione

inviato da Don Francesco Diodati, inserito il 09/04/2002

TESTO

74. Beatitudini per il nostro tempo   1

Beati quelli che sanno ridere di se stessi:
non finiranno mai di divertirsi.

Beati quelli che sanno distinguere un ciottolo da una montagna:
eviteranno tanti fastidi.

Beati quelli che sanno ascoltare e tacere:
impareranno molte cose nuove.

Beati quelli che sono attenti alle richieste degli altri:
saranno dispensatori di gioia.

Beati sarete voi se saprete guardare con attenzione le piccole cose e serenamente quelle importanti:
andrete lontano nella vita.

Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo:
il vostro cammino sarà sempre pieno di sole.

Beati voi se saprete interpretare con benevolenza gli atteggiamenti degli altri anche contro le apparenze:
sarete giudicati ingenui ma questo è il prezzo dell'amore.

Beati quelli che pensano prima di agire e pregano prima di pensare:
eviteranno tante stupidaggini.

Beati soprattutto voi che sapete riconoscere il Signore in tutti coloro che incontrate:
avete trovato la vera luce e la vera pace.

beatibeatitudinigioiasapienzastrada

inviato da Barbara, inserito il 08/04/2002