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TESTO

401. Amami come sei (versione lunga)   2

Mons. Lebrun

Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo; so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: Dammi il tuo cuore, amami come sei...

Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'amore, non amerai mai. Anche se sei vile nella pratica della virtù e del dovere, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non commettere più, non ti permetto di non amarmi. Amami come sei.

In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nell'infedeltà, amami... come sei... voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai.

Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore? Non sono io l'Onnipotente? E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio amore?

Figlio mio, lascia che ti ami, voglio il tuo cuore. Certo voglio col tempo trasformarti, ma per ora ti amo come sei... e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente un gran grido: Gesù ti amo.

Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza, né del tuo talento. Una cosa sola mi importa, di vederti lavorare con amore.

Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che alimenterebbero il tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo. Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che hai... perché ti ho creato soltanto per l'amore.

Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, io il Re dei Re! Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allargare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, moriresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di me e mancare di fiducia.

Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l'azione più insignificante soltanto per amore. Conto su di te per darmi gioia...

Non ti preoccupare di non possedere virtù; ti darò le mie. Quando dovrai soffrire, ti darò la forza. Mi hai dato l'amore, ti darò di poter amare al di là di quanto puoi sognare...
Ma ricordati... Amami come sei...

Ti ho dato mia Madre: fa passare, fa passare tutto dal suo Cuore così puro.

Qualunque cosa accade, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai... Va...

Clicca qui per la versione breve.

accettazione di séamare Dioamore di Dio

4.0/5 (2 voti)

inviato da Sara D'Erasmo, inserito il 26/04/2002

TESTO

402. La misericordia di Dio

Sant' Agostino, discorso 207,1

Poteva esserci misericordia verso di noi infelici maggiore di quella che indusse il Creatore del cielo a scendere dal cielo e il Creatore della terra a rivestirsi di un corpo mortale?

Quella stessa misericordia indusse il Signore del mondo a rivestirsi della natura di servo, di modo che
pur essendo pane avesse fame,
pur essendo la sazietà piena avesse sete,
pur essendo la potenza divenisse debole,
pur essendo la salvezza venisse ferito,
pur essendo vita potesse morire.

E tutto questo per saziare la nostra fame,
alleviare la nostra arsura,
rafforzare la nostra debolezza,
cancellare la nostra iniquità,
accendere la nostra carità.

misericordiaamore di Diosalvezza

inviato da Sara D'Erasmo, inserito il 25/04/2002

PREGHIERA

403. Ciò che mi muove ad amarti...

S. Teresa d'Avila

Non mi muove, Signore,
ad amarti il cielo che tu
mi serbi promesso.
Né mi muove l'inferno tanto temuto
perché io lasci con ciò di amarti.
Mi muovi tu, mio Dio;
mi muove il vederti
inchiodato su quella croce,
scarnificato.
Mi muove il vedere
il tuo volto tanto ferito,
mi muovono i tuoi affronti
e la tua croce.
Mi muove infine il tuo amore
in tal maniera
che se non ci fosse cielo,
io ti amerei,
e se non ci fosse inferno,
ti temerei.
E non hai da darmi nulla
perché ti ami perché
se quanto aspetto
io non lo aspettassi,
nella stessa maniera che ti amo, io ti amerei.

gratuitàamore di Diotimore di Diocrocepassione

inviato da Sara D'Erasmo, inserito il 25/04/2002

TESTO

404. Non devi pianger più

Antonio Pagano

Piangendo Francesco
disse un giorno a Gesù:

«Amo il sole, amo le stelle,
amo Chiara e le sorelle;
amo il cuore degli uomini,
amo tutte le cose belle.
O Signore,
mi devi perdonare,
perché te solo
io vorrei amare.»

Sorridendo il Signore
gli rispose così:

«Amo il sole, amo le stelle,
amo Chiara e le sorelle;
amo il cuore degli uomini,
amo tutte le cose belle.
O Francesco,
non devi pianger più,
perché io amo
ciò che ami tu.»

amoreamore di Diofratellanza

inviato da Nadia, inserito il 18/04/2002

PREGHIERA

405. Padre, mi abbandono a te   3

Charles de Foucauld

Padre mio, io mi abbandono a Te,
fa' di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me,
ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la tua volontà
si compia in me
e in tutte le tue creature.
Non desidero niente altro, Dio mio;
rimetto l'anima mia nelle tue mani
te la dono, Dio mio,
con tutto l'amore del mio cuore,
perché ti amo.
Ed è per me un'esigenza d'amore
il darmi,
il rimettermi nelle tue mani,
senza misura,
con una confidenza infinita,
poiché Tu sei il Padre mio.

abbandonoprogetto di Diofedefiducia

4.0/5 (3 voti)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 12/04/2002

TESTO

406. Amami come sei (versione breve)   1

Mons. Lebrun

Figlio mio, dice il Signore
conosco la tua miseria, le lotte
e le tribolazioni della tua anima,
so la tua debolezza e le tue infermità,
i tuoi cedimenti e i tuoi peccati,
ma ti dico ugualmente:
dammi il tuo cuore,
amami così come sei!
Se aspetti di essere Santo
per abbandonarti all'amore,
non mi amerai mai.
E' il canto del tuo cuore
che mi interessa
perché ti ho creato per amare.
In tutto ciò che vivi,
nel fervore o nell'aridità,
nella fedeltà o nell'abbandono
amami così come sei.
E allora ti concederò di amare
più di quanto possa immaginare.

Clicca qui per la versione lunga.

accettazione di séamare Dioamore di Dio

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002

TESTO

407. Messaggio di tenerezza   3

Margaret Fishback Powers

Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che ho camminato sulla sabbia
accompagnato dal Signore,
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.

Ho guardato indietro e ho visto che,
ad ogni giorno della mia vita, proiettati nel film,
apparivano orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.
Così sono andato avanti,
finché tutti i miei giorni si esaurirono.

Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi posti c'era solo un'orma...
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
di maggior paura e di maggior dolore...

Ho domandato allora:
«Signore, tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
ma perché mi hai lasciato solo
proprio nei momenti peggiori della mia vita?»

Ed il Signore mi rispose:
«Figlio mio, io ti amo e ti dissi che sarei stato con te
durante tutta la camminata
e che non ti avrei lasciato solo neppure per un attimo,
e non ti ho lasciato...
I giorni in cui tu hai visto solo un orma sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio.»

rapporto con Dioprogetto di Diosofferenzadoloredifficoltàfiduciafedeserenità

5.0/5 (2 voti)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002

RACCONTO

408. La porta piccola è sempre aperta   2

Intorno alla stazione principale di una grande città si dava appuntamento una folla di relitti umani: barboni, ladruncoli, marocchini e giovani drogati.

Si vedeva bene che erano infelici e disperati. Più che di soldi, avevano tutti bisogno di un po' di consolazione e coraggio per vivere.

Un giovane, sporco e trasandato, si aggirava in mezzo agli altri come se avesse una personale zattera di salvezza. Nei momenti di solitudine e di angoscia più nera, il giovane estraeva dalla sua tasca un bigliettino unto e stropicciato e lo leggeva. Poi lo ripiegava e lo rimetteva in tasca.

Qualche volta lo baciava, se lo appoggiava al cuore o alla fronte. La lettura del bigliettino faceva effetto subito. Il giovane sembrava riconfortato, raddrizzava le spalle, riprendeva coraggio.

In quel biglietto c’erano soltanto sei piccole parole: "La porta piccola è sempre aperta". Glielo aveva dato suo padre. Significava che in qualunque momento sarebbe potuto tornare a casa. E una notte lo fece. Trovò la porta piccola del giardino di casa aperta. Salì le scale in silenzio e si infilò nel suo letto. Il mattino dopo accanto al letto c'era suo padre. In silenzio si abbracciarono.

C'è sempre una piccola porta aperta per l'uomo. Può essere la porta del confessionale, quella della chiesa o del pentimento. E là c’è sempre un Padre che attende. Un Padre che ha già perdonato e che aspetta di ricominciare.

perdonopentimentoconversioneconfessionericonciliazionemisericordia di Dio

4.5/5 (2 voti)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 09/04/2002

TESTO

409. La gioia

Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi

Dio non turba mai la gioia ai suoi figli se non per prepararli ad una più certa e più grande.

gioiafuturoprogetto di Diovocazionemissione

inviato da Don Francesco Diodati, inserito il 09/04/2002

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