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TESTO

1. Un pieno di gioia (Messaggio in occasione dell'inizio della Quaresima - 22 febbraio 1993)   1

Tonino Bello

Carissimi,

incomincia il periodo dell'anno più ricco di grazia, che dal Mercoledì delle Ceneri ci porta alla Pasqua della Resurrezione. Dovrebbe essere l'identikit del nostro itinerario cristiano.

Si parte con l'anima piena di rimorsi, di peccati e di stanchezza e si giunge nell'estuario della luce e della speranza. Perché tutti sappiamo che il dolore, la morte, la malattia non sono stagioni permanenti della vita, ma sono passaggi che ci introducono nella gioia che non ha tramonti.

La mia esortazione quindi, di amico e di vescovo, è che affrontiate sin dall'inizio, con animo deciso al cambiamento, questo tempo di salvezza.

Perché non progettate un po' di digiuno, un po' di preghiera in più, semplice e autentica che vi metta in rapporto vero con Dio? Gli altri atteggiamenti penitenziali propri della quaresima potrebbero esprimersi rinnovando i rapporti con le persone, riscoprendone il volto, facendo la pace. Tutto il resto è chiacchiera.

Un capitale grossissimo da investire sul versante della nostra crescita comunitaria è quello che ci viene offerto dai nostri sofferenti.

Sabato prossimo celebreremo la giornata Diocesana dell'ammalato. E io mi rivolgo a voi, protagonisti del mistero della sofferenza, perché facciate un grande offertorio della vostra povertà. Siamo in tanti. Stavolta ci sono in mezzo anch'io e guiderò il popolo della sofferenza davanti al Signore perché egli dia prosperità e pace alla nostra città.

E ora desidero rivolgermi ai giovani. Ogni anno in quaresima abbiamo vissuto nelle nostre cattedrali incontri carichi di forza e di entusiasmo. Anche quest'anno, nonostante la mia non presenza fisica, v'incontrerete ugualmente guidati da persone che hanno fatto esperienza di Cristo. Sono certo che il bisogno di vedere il volto di Dio e ascoltarne il messaggio, prevalga su tutte le altre gratificazioni di amicizia, d'incontro, di tenerezza, di festa che permeano questi nostri raduni settimanali. Comunque, cari giovani, un affettuosissimo saluto ed un augurio per tutte le cose belle, i progetti, gli affetti che coltivate nel cuore.

Per tutti voi, carissimi fedeli, il Signore faccia il pieno già in anticipo della gioia che si sprigionerà dagli otri della Pasqua.

quaresimamercoledì delle cenericonversione

inviato da Sandra Aral, inserito il 12/03/2009

TESTO

2. La montagna

Abbi massimo rispetto per questo luogo
e per tutto ciò che quassù trovi,
se tu non l'hai portato con fatica
qualcun altro l'ha fatto.

Se tu, essere vivente, non credi in un Essere Supremo
guardati attorno e pensa
se tu saresti in grado di fare
tutto ciò che il tuo occhio vede.

Amami e io non ti tradirò
sii coraggioso e mi vincerai.

Attento a dove posi il piede,
per colpa tua qualcun altro più in basso
può lasciarci la vita.

Ai 1500 metri dimentica chi sei,
con persone di differente età usa il voi,
con persone della stessa età usa il tu.

Ai 2000 metri dimentica il mondo, gli affanni, le tasse
e goditi la vera pace.

Ai 2500 metri dimentica il tuo io,
la boria, la cultura, la forza fisica,
perché se quassù sei giunto
sei in tutto e per tutto uguale agli altri
che quassù stanno.

Non credere, piccolo uomo, di essere chissà chi,
perché prima che esistessi
io già c'ero
e quando tu non esisterai più
io ancora ci sarò.

firmato La Montagna

naturastradaroutemontagnacreatocreazione

3.7/5 (3 voti)

inviato da Chiara, inserito il 06/02/2006

TESTO

3. La nonviolenza, forza dello spirito

Mahatma Gandhi

Non sono un visionario. Mi ritengo un idealista pratico.

La religione della nonviolenza non è intesa soltanto per i saggi indù e per i santi.
E' intesa anche per la gente comune.

La nonviolenza è la legge della nostra specie, come la violenza è la legge dei bruti.

Lo spirito giace in letargo, nel bruto, ed egli non conosce altra legge
che non quella della forza fisica.

La dignità umana chiede che si obbedisca a una legge più alta: alla forza dello spirito.

vendettanon violenzaodioforzaspirito

inviato da Emilio Centomo, inserito il 27/11/2002

TESTO

4. Amate i vostri nemici   2

Martin Luther King, La forza di amare

Ai nostri più accaniti oppositori, noi diciamo: noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d'animo. Fateci quello che volete, e noi continueremo ad amarvi. Noi non possiamo, in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi ingiuste, perché la non-cooperazione col male è un obbligo morale non meno della cooperazione col bene. Metteteci in prigione, e noi vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli, e noi vi ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case, nell'ora di mezzanotte, batteteci e lasciateci mezzi morti, e noi vi ameremo ancora. Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno, noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi, e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria.

pacenon violenzaamare i nemiciperdono

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002