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PREGHIERA

1. Mi conosci da sempre

Lucio Renna, Cuore in festa - Edizioni Paoline 1981

Un pensiero mi abbaglia:
io sono un tuo sogno, Signore!
Da sempre mi hai conosciuto:
mi hai amato,
mi hai voluto,
mi hai creato.
Io sono perché tu sei l'amore.
La mia vocazione:
essere dall'amore, nell'amore, per l'amore.
Perché mi hai voluto?
La mia preghiera si fa oscura:
perché proprio me?
Un tuo progetto si è fissato su di me
ma io non lo conosco,
non riesco a indovinare
a quali lidi vuoi guidarmi,
quali incarichi vuoi affidarmi.

Mi sento qualcuno,
mi sento tuo pensiero,
mi sento tuo figlio.

Aiutami, Signore,
a fare ordine dentro di me.
Aiutami a intonare la voce
con le tue attese.
Aiutami ad essere come tu mi vuoi.
Aiutami a trasformare in vita
il tuo sogno su di me.

sogno di Diovocazioneprogetto di Dio

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 08/10/2024

TESTO

2. Il figlio del nostro amore

Hans Urs von Balthasar, Il cuore del Mondo, Milano 2006, 54-55

Io sono la vite, voi i tralci. Siete fioriti uscendo da me: vi meravigliate se una goccia del sangue del mio cuore s’infiltra in tutto il vostro pensare e fare? Vi meravigliate se piano piano i pensieri del mio cuore si insinuano nel vostro cuore terreno? Se in voi sussurra un bisbiglio, e giorno e notte avvertite un brusio, un’aspirazione? All’amore che vuole soffrire; all’amore che, insieme con quello mio, redime? Vi meravigliate del fatto che vi venga voglia di rischiare le vostre energie e la vostra vita, e di giocarle per i vostri fratelli? E di compiere ciò che manca alla mia passione, che ancora deve mancare, fino a quando non ho patito la mia passione in tutte le mie membra e rami? Giacché è chiaro che nessuno di voi viene redento se non per mezzo di me, ma io sono l’intero redentore solo unito con ognuno di voi.

Volete realizzare con me la grande trasformazione e il regno del Padre? Volete provare i miei sentimenti, quelli di colui che non se ne stette avidamente aggrappato alla sua forma divina ma l’ha spezzata e svuotata e ha cominciato a scorrere nei bassifondi del coraggio che si fa schiavo? Lo volete? […] Già da troppo tempo la mia grazia scorre nei vostri vasi vuoti, e sempre ancora li lasciate vuoti in voi, sottraete il vostro grembo alla mia semente. […] Ma ecco che la debolezza con cui tu mi indebolisci non riesce più a frenarmi. Quando io sono debole, allora sono forte. Lasciati indebolire dalla mia debolezza, o tu mia sposa, affinché cresca in te il frutto del mio grembo, il figlio del nostro amore. […] Per quanto tempo ancora tieni separata la mia solitudine dalla tua, invece che lasciarle entrambe confondersi nell’unità di un unico amore? Solo una solitudine che ama è feconda.

unione con Cristofeconditàvite e tralciportare fruttoamore di Diorapporto con Dioforzadebolezzapaurafiduciaabbandono

inviato da Qumran, inserito il 08/10/2024

TESTO

3. Il cuore di Dio. Pasqua: questo giorno, ogni giorno

Alessandro D'Avenia, Avvenire, 5 aprile 2015, Pasqua

Riparare i viventi è il titolo di un bel romanzo scritto della bravissima Maylis de Kerengal che in questi giorni mi ha accompagnato.
Mi sembra il titolo perfetto per questa domenica.
La storia parla di un adolescente che, uscito con i suoi amici in una fredda notte in cerca dell'onda perfetta da cavalcare all'alba con i loro surf ruggenti, sulla strada del ritorno ha un incidente ed entra in coma irreversibile. I suoi genitori consentono l'espianto degli organi, anche se è il cuore il vero protagonista della storia. Il cuore che viene estratto dal petto del ragazzo va a riempire quello di una donna in attesa di un organo che la salvi grazie ad un trapianto. Ad un tratto la madre di Simon, il ragazzo morto, si chiede che accadrà al contenuto del cuore di suo figlio: «Che ne sarà dell'amore di Juliette una volta che il cuore di Simon ricomincerà a battere dentro un corpo sconosciuto, che ne sarà di tutto quel che riempiva quel cuore, dei suoi affetti lentamente stratificati dal primo giorno o trasmessi qua e là in uno slancio d'entusiasmo o in un accesso di collera, le sue amicizie e le sue avversioni, i suoi rancori, la sua veemenza, le sue passioni tristi e tenere? Che ne sarà delle scariche elettriche che gli sfondavano il cuore quando avanzava l'onda? Che ne sarà di quel cuore traboccante, pieno, troppo pieno?».

Che ne sarà del nostro cuore, con tutto quello che ha filtrato di amore e disamore in una vita? Ma non è forse questo il senso della grande promessa di Dio: «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne» (Ez. 36, 26-7)?
Anche noi eravamo a rischio di vita, anzi eravamo già morti, il nostro cuore aveva subito troppi infarti, non riusciva più ad amare senza rischiare il colpo di grazia. E proprio per un colpo di grazia riceviamo un cuore nuovo, che viene trapiantato gradualmente nella nostra vita nella misura in cui lo vogliamo.
L'uomo nuovo di cui parla Paolo nelle sue Lettere è un uomo dopo il trapianto. Rimane l'uomo vecchio, ma il trapianto irrora gradualmente ogni fibra trasformandola. In noi comincia ad abitare il battito di un Altro, che non muore.
La vita di Dio che non può essere distrutta entra e gradualmente trapianta (ci innesta nella sua vita come si fa in botanica), purifica, trasforma, nella misura di quanto vogliamo. C'è tanto del cuore di Dio nella nostra vita quanto noi vogliamo ne venga trapiantato ogni giorno.

Ad un certo punto della narrazione il medico che condurrà l'operazione di trapianto avverte la paziente perché si prepari: «Il cuore sarà qui fra trenta minuti, è splendido, è fatto per lei, vi intenderete alla perfezione. Claire sorride: ma aspetterà che sia qui prima di togliere il mio, vero?».
Il nostro rimarrà, proprio quello nostro, ma il centro di ogni pensiero, decisione, amore, caduta, tristezza, malinconia, il motore di ogni nostro amore e disamore, non verrà tolto, ma trasformato.

La natura umana è riparata perché il Perfetto Uomo ha attraversato tutto l'umano, ha conosciuto tutto ciò che passa per il cuore dell'uomo e lo ha sentito come fosse suo, anche il peccato, non come atto ma nelle sue conseguenze (dalla tentazione, al dolore, alla morte). E quel cuore che ha cessato di battere sulla croce, quel cuore che ha dato tutto, tanto che, quando il soldato lo trafisse con la lancia, sputò sangue e acqua, il siero che si riversa nella sacca del pericardio quando dopo un infarto la parte densa del sangue si separa da quella più leggera, proprio quel cuore diventa nostro.

Quel cuore in realtà non è vuoto, non è il cuore di un morto, inservibile per un trapianto. È il cuore di un vivo, è il cuore del Vivente, è il cuore della Vita; il cuore che ci consente di avere passione per la vita e di patire per la vita; il cuore che ci concede il trasporto erotico per il creato e le creature e la capacità di patire per il creato e le creature. Il cuore di Dio, spiritualmente trapiantato in noi grazie al Battesimo e riparato dagli altri Sacramenti, batte fortissimo nel petto dei cristiani, che per questo ogni giorno, se vogliono, risorgono.
E quando quel cuore verrà pesato (amor meus pondus meum, il mio amore è il mio peso, dice Agostino) alla fine della vita lo si troverà 'pieno' dell'amore di Dio stesso, perché era il Suo in noi.

Solo lui ripara i viventi e i morenti, perché il Suo cuore non ha conosciuto la corruzione della morte, conosce solo la vita e ciò che dà la vita.
Si dice che, dopo aver bruciato Giovanna D'Arco, i carnefici trovarono intatto il suo cuore in mezzo alla cenere. Quel cuore non poteva essere distrutto, perché la sua materia non apparteneva a questo mondo e il fuoco degli uomini non poteva consumarlo. Era il cuore di Giovanna o quello di Dio?

Se è amore che vogliamo per vivere, è un cuore nuovo che vogliamo. Oggi è il giorno del trapianto.

pasquacuore nuovoconversionerinascitaamoreamare

inviato da Marcello Rosa, inserito il 06/07/2018

TESTO

4. Un vuoto nel cuore   2

Blaise Pascal, Breve storia del verbo essere, Andrea Moro

C'è un vuoto a forma di Dio nel cuore di ogni persona e non può mai essere riempito da nessuna cosa.

ricerca di Dioricercarapporto con Dio

4.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 15/01/2018

TESTO

5. Il nome di Gesù

suor Chiara Carla Cabras, osc, La preghiera del cuore, dalla rivista "Gesù confido in Te"

Il nome di Gesù libera, salva, guarisce, caccia lo spirito del male, conduce ad ampi spazi di libertà, a nuove ragioni di speranza, a terre inesplorate dell'amore, purifica il nostro cuore e lo rende nuovo, lo fa passare dalla "sclerocardia" (durezza del cuore) alla tenerezza e misericordia; rende il cuore docile, malleabile, pronto a fare la volontà di Dio. Il cuore che conosce il nome di Gesù sarà anche tutto tenerezza e amore, dolcezza, forza e misericordiosa compassione.

nome di Gesùmisericordiaamorepreghieracuoresperanzagioiavolontà di Diotenerezzapurificazione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Stefano Molisso, inserito il 03/02/2016

PREGHIERA

6. Signore mio   7

Charles De Foucauld

Signore mio Gesù, non voglio che nulla separi il mio cuore dal tuo, non voglio che qualcosa sia nel mio cuore senza che non sia immerso nel tuo. Tutto quel che vuoi io lo voglio, tutto quel che desideri io lo desidero. Dio mio, ti do il mio cuore, offrilo assieme al tuo a tuo Padre, come qualcosa che è tuo e che ti è possibile offrire perché esso ti appartiene.

cuorerapporto con Diovolontà di Dioaccettazioneabbandono

4.7/5 (3 voti)

inviato da Don Angelo Busetto, inserito il 23/09/2012

PREGHIERA

7. Dammi un cuore per amarti   5

Tichon di Zadonsk

Dammi un cuore per amarti, dammi occhi per vederti, dammi orecchi per udire la tua voce, dammi labbra per parlare di te, il gusto per assaporarti. Dammi l'olfatto per sentire il tuo profumo, dammi mani per toccarti e piedi per seguirti.

fedetotalitàrapporto con Dio

4.0/5 (4 voti)

inviato da Don Angelo Busetto, inserito il 23/09/2012

TESTO

8. Fa' il mio cuore ricco di amore

Karl Rahner, Tu sei il silenzio, ed. Queriniana

Fa' il mio cuore come il cuore del Figlio tuo; così largo e così ricco di amore; che i miei fratelli... che uno almeno, nella mia vita, venga per questa via, a comprendere che tu lo ami. Dio del mio Signore Gesù Cristo, che io ti possa trovare nel suo cuore.

amore fraternofratellicuore di Gesùcuoreamore di Diotestimonianza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 05/08/2012

TESTO

9. Disegna il tuo cuore nel mio cuore, Signore   1

Don Angelo Saporiti

Signore,
disegna il tuo cuore nel nostro cuore,
perché sappiamo affrontare con amore
ogni prova della vita.
Disegna il tuo cuore nella nostra storia,
perché i nostri gesti siano coerenti alle nostre parole.
Disegna il tuo cuore nelle nostre azioni,
perché non siano segnate dal tornaconto.
Disegna il tuo cuore nella nostra comunità,
perché sia spazio accogliente per ciascuno.
Disegna il tuo cuore nelle nostre famiglie,
perché siano oasi della tua presenza.
Disegna il tuo cuore in ogni nostra decisione,
perché possiamo essere segno del tuo amore appassionato.
Rendici pieni di stupore e vuoti di egoismo,
ricchi di comprensione e privi di cattiveria,
solidali con gli esclusi e cercatori della vita eterna.
Amen.

CuoreAmoreSequelaComunitàVitaStoriaPresenza di Diosolidarietàbontà

4.3/5 (4 voti)

inviato da Don Angelo Saporiti, inserito il 05/08/2012

PREGHIERA

10. Concedimi di accoglierti nel mio cuore   5

Madre Teresa di Calcutta

Gesù, fa' che il suono
della tua voce riecheggi
sempre nelle orecchie,
perché io impari a capire
come il mio cuore,
la mia mente e la mia anima,
ti possano amare.

Concedimi di accoglierti
negli spazi più nascosti del mio cuore,
tu che sei il mio unico bene,
la mia gioia più dolce,
il mio vero amico.

Gesù, vieni nel mio cuore,
prega con me, prega in me,
perché io impari da te a pregare.

preghierarapporto con Dioconversioneapertura

5.0/5 (1 voto)

inviato da Monache Benedettine Di S. Margherita - Fabriano (AN), inserito il 06/07/2011

TESTO

11. Chiamati ad amare i figli con il cuore di Dio   1

Bartolino Bartolini, Il mio primo libro di preghiera, Elledici

I vostri bambini sono figli di Dio. Dio Padre li ama di un amore infinito ed eterno.
Egli, l'Invisibile, vuole comunicare a loro il suo amore attraverso il vostro amore.

Dio non ha occhi,
ha solo i vostri occhi per contemplare
i vostri bambini e farsi riconoscere da loro.

Dio non ha mani,
ha solo le vostre mani per accarezzarli,
e far sentire a loro il calore della sua tenerezza.

Dio non ha braccia,
ha solo le vostre braccia per stringerli al pettoe far sentire il suo cuore che batte per loro.

Dio non ha labbra, ha solo le vostre labbra per baciarli
e trasmettergli l'infinita dolcezza del suo amore.

Dio non ha bocca,
ha solo la vostra bocca per sorridere
e comunicare la sua gioia.

Dio non ha voce,
ha solo la vostra voce per parlare con loro
e dire quanto è grande il suo amore per loro.

Voi, genitori cristiani, siete chiamati
ad amare i vostri figli con il cuore di Dio.

genitorifigli

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 21/02/2011

TESTO

12. Il cuore cherubico   2

Pavel Aleksandrovič Florenskij, Il cuore cherubico, Piemme 1999

In ciascuno di noi c'è qualcosa di simile ad un cherubino, qualcosa di somigliante all'angelo divino dai molti occhi, come una coscienza.

Ma questa somiglianza non è esteriore, né apparente. La somiglianza con il cherubino è interiore, misteriosa e nascosta nel profondo dell'anima.

E' una somiglianza spirituale. C'è un grande cuore cherubico nella nostra anima, un nucleo angelico dell'anima, ma esso è nascosto nel mistero ed è invisibile agli occhi della carne.

Dio ha messo nell'uomo il suo dono più grande: l'immagine di Dio. Ma questo dono, questa perla preziosa, si nasconde negli strati più profondi dell'anima: chiuso in una rozza conchiglia, fangosa, giace sepolto nel limo, negli strati più profondi dell'anima.

Tutti noi siamo come dei vasi di argilla colmi d'oro scintillante. Di fuori siamo anneriti e macchiati, dentro invece siamo risplendenti di una luce radiosa.

Il tesoro di ognuno di noi è sepolto nel campo della nostra anima. E se qualcuno trova il proprio tesoro, allora trattiene il respiro, abbandona tutti i suoi affari per poterlo portare alla luce. In questo sta la più grande felicità, il bene supremo dell'uomo. In questo consiste la sua gioia eterna.

Il regno dei cieli è la parte divina dell'anima umana. Trovarla in se stessi e negli altri, convincersi con i propri occhi della santità della creatura di Dio, della bontà e dell'amore delle persone, in questo sta l'eterna beatitudine e la vita eterna.

Chi l'ha gustata una volta è pronto a scambiare con essa tutti i beni personali. La perla che il mercante cercava non è lontana, l'uomo la porta con sé ovunque, solo che non lo sa.

E ognuno di noi va angosciato per il mondo, pur avendo un tesoro dentro di sé molto spesso crede che una simile perla sia in qualche posto lontano. Beato colui che vede il suo tesoro! Ma chi è in grado di vederlo? Chi vede la sua perla?

Le cose terrene le vede solo colui che ha un occhio corporeo puro; le cose celesti le vede solo colui che ha puro l'occhio celeste, il cuore. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio, lo vedranno nel proprio cuore e in quello altrui; lo vedranno non solo in futuro, ma anche in questa vita, lo vedranno adesso.
Basta solo che purifichino il loro cuore!

vitafelicitàcuoreimmagine di Diosomiglianza con Diotesororicerca di sensoricerca di Diointerioritàesteriorità

inviato da Suor Maria Roberta Tiberio O.S.B., inserito il 16/07/2009

TESTO

13. Con Dio nel cuore   1

Ernesto Olivero, Sulle orme di Dio

La vita, se è capace di allargarsi,
di fare posto a una nuova vita,
è vita.
Il cielo, se si lascia specchiare e guardare,
se si lascia respirare,
è cielo.
Grazie a te, Maria,
la vita e il cielo
oggi si sono incontrati.

amiciziaamore di Diovitaaperturamaria

5.0/5 (1 voto)

inviato da Maria Carmela Moretti, inserito il 17/06/2009

TESTO

14. Gesù bussa al tuo cuore   1

Vito Mangia

Forse siamo tutti un po' come Giovanni Battista in carcere: quando sorgono i dubbi, le ansie, abbiamo bisogno di conferme.

Noi facciamo il nostro dovere: lavoriamo, studiamo, intratteniamo relazioni, diamo qualcosa di noi stessi agli altri; poi sentiamo bisogno di qualcos'altro, qualcosa di cui non sappiamo dire il nome...

Sarà troppo, sarà esagerato pensare che quel "qualcosa", quel "qualcuno" è Dio? Si tratta di un'esigenza profonda, intima, viscerale.

Quando non capiamo cosa sia, riempiamo, copriamo, quasi annebbiamo questa esigenza.

La "imbottiamo" - per tenerla buona e al suo posto - e la ricopriamo di cose da fare. A volte la riconosciamo, questa benedetta esigenza di Dio, ma è troppo impegnativo seguire le sue indicazioni.

Meglio rimandare a domani, alla prossima settimana, o meglio: alla prossima adorazione, al prossimo ritiro, al prossimo incontro associativo e di gruppo, al prossimo rosario, alla prossima condivisione spirituale, alla prossima confessione, al prossimo silenzio. Cioè lontano, dopo, mai.

In fondo il "poi" è o non è - nei proverbi e nella realtà - parente del "mai"? È la nostra natura, siamo fatti così...

Signore, ci devi proprio capire, noi abbiamo bisogno di segni, di essere scossi, di vederti... sennò non ti seguiamo.

"Hai capito, Signore?", diciamo dentro di noi. E il Signore non capisce. Fa il testardo lui.

Noi gli chiediamo se ne vale davvero la pena e lui risponde a modo suo. Arriva, passa, bussa al cuore, continua a camminare.

A volte ci destiamo, facciamo in tempo ad alzarci dalle comode poltrone dei nostri interessi, a spoltrirci dai comodi divani dei nostri divertimenti e narcisismi; a volte facciamo in tempo ad affacciarci dalla finestra del nostro cuore e lo vediamo. Lui, Gesù, che ci passa accanto ed opera prodigi: alcuni vedono con occhi diversi la realtà, altri sentono finalmente la sua Parola, i poveri in spirito si dicono beati, chi si dimenava negli stagni fangosi del peccato trova il coraggio e la forza di rialzarsi, di ripulirsi, di andare oltre.

A volte ci viene la tentazione di andare alla porta, spalancarla, uscire per strada e gridare: "Aspetta, Gesù, aspettami! Faccio ancora in tempo a seguirti?".

E lui si volta da lontano, guarda con tenerezza infinita dentro i nostri occhi. E si ferma.

attesaavventoimpegnospiritualitàinterioritàvita spiritualerapporto con Dio

inviato da Don Vito Mangia, inserito il 21/02/2005

TESTO

15. La carità cuore di Dio

Paolo VI

Se il cuore non è pervaso di questo amore superiore, ch'è la carità, come la nostra vita ne potrà dare testimonianza esteriore, concreta e sociale? E nel semplice tentativo di sperimentare se il nostro cuore sia abile e pronto ad «amare il prossimo», scopriremo quanto sia logico, quanto sia necessario che l'amore verso il prossimo trovi il suo fondamento, la sua sorgente, la sua suprema ragion d'essere nell'amore di Dio: di Dio a noi, e di noi a Dio. Chi priva l'amore sociale della sua motivazione religiosa, evangelica, espone l'amore sociale a facile stanchezza, a rinascente opportunismo ed egoismo, quando non sia a degenerazione violenta e passionale. È questo il nostro primo fondamento: la religione, che ci unisce a Dio, rende possibile, urgente, perseverante e fecondo l'amore verso gli uomini, che in molti, moltissimi casi sembrano immeritevoli di tale amore, se questo non è alimentato dall'amore di Dio.

caritàamoreprossimorapporto con Dio

inviato da Luca Peyron, inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

16. Quando il cuore è inquieto   1

Signore,
che cosa è questa curiosità
che ci punge dentro?

Sapere, conoscere,
scoprire, capire...

Perché non ci hai fatto
come le pietre,
sempre immobili e serene?

Perché non ci hai creato
come il fiume
che scorre senza interessarsi
di conoscere ciò che lo circonda?

Signore,
perché questo fuoco di desideri
che ci arde dentro?

Niente ci basta mai.
Ogni traguardo
è sempre il punto di partenza
per un'altra cosa.

Perché non ci hai fatto
come i giorni e le stagioni
contente del loro ritmo
e delle loro leggi sempre uguali?

Signore,
cosa è questo riempirsi il cuore
di sentimenti, di affetti...
e trovarlo sempre vuoto?

Signore, è proprio vero:
"Tu ci hai fatto per te
e il nostro cuore è inquieto
finché non riposa in te".

sapereconoscerescoprirecapireinquietudinerapporto con Dioreligiositàsenso della vitaricerca di senso

inviato da Ortensia Cortese, inserito il 26/03/2003

PREGHIERA

17. Donaci un cuore che ascolta

Bernard Häring, Prego perché vivo, vivo perché prego

Dio grande e meraviglioso,
molte volte, nelle nostre litanie,
abbiamo detto: «Ascoltaci, Signore»,
senza esserci prima chiesti se noi abbiamo
ascoltato te,
se siamo stati in sintonia con le tue parole,
con i tuoi silenzi.
Vogliamo che tu porga l'orecchio
alla nostra supplica,
senza preoccuparci di correggere
la nostra sordità, la durezza del nostro cuore.
Interpreta tu, Padre, la nostra povera preghiera;
ed ogni volta che ci senti ripetere:
Ascoltaci, Signore,
sappi che intendiamo dirti:
Apri il nostro orecchio
ad ascoltare la tua voce.
Apri i nostri occhi
a vedere te ovunque.
Apri le nostre labbra per lodare te.
Donaci un cuore che ascolta
te, Padre di misericordia,
con il Figlio e lo Spirito d'amore:
ascolta Dio, e perdona!

ascoltorapporto con Diopreghieraintercessionevolontà di Dio

inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002

TESTO

18. Pregare, cuore e parole

Mahatma Gandhi

Nella preghiera è meglio avere un cuore senza parole che parole senza cuore.

preghierarapporto con Dio

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 27/11/2002

PREGHIERA

19. Busso alla porta del tuo cuore   1

Anselmo d'Aosta

Il mio cuore, è davanti a te, o Signore,
si sforza ma da solo non può farcela:
ti prego fa' tu, ciò che egli non può.
Introducimi nella cella del tuo amore:
te lo chiedo, te ne supplico,
busso alla porta del tuo cuore.

E tu che mi fai chiedere, concedimi di ricevere.
Tu che mi fai cercare, fa' che ti trovi.
Tu che mi esorti a bussare, apri a chi bussa.
A chi darai se non dai a chi ti chiede?
Chi troverà se chi cerca, cerca inutilmente?
A chi darai se non ascolti chi ti prega?

O Signore, da te mi viene il desiderio,
da te mi venga anche l'appagamento.
Anima mia, sta unita a Dio, anche importunatamente,
e tu Signore non la rigettare,
essa si consuma d'amore per te.
Ristorala, confortala,
saziala con il tuo amore e il tuo affetto.

Il tuo amore mi possieda totalmente,
perché con il Padre e con lo Spirito Santo,
tu sei il solo Dio benedetto nei secoli dei secoli.

preghierarapporto con Diosete di Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Marianna, inserito il 26/11/2002

TESTO

20. Dio entra dalla porta del cuore

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Non ti dà nessun vantaggio cercare spiegazioni su Dio. Puoi sentire dei bellissimi discorsi, ma sono sostanzialmente vuoti. Proprio come puoi leggere un'intera enciclopedia sull'amore senza conoscere come amare. Nessuno proverà che Dio esiste. Certe cose nella vita devono semplicemente essere vissute - e mai spiegate. L'amore è una di queste. Dio - che è Amore - è inspiegabile. La fede è un'esperienza infantile, nel magico senso che Gesù ci ha insegnato: "I bambini sono il regno di Dio". Dio non entrerà mai nella tua testa. La porta che Egli usa è il tuo cuore.

federagioneDio

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

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