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TESTO
Beato Tommaso Maria Fusco, Dagli scritti di don Tommaso M. Fusco
Sapere soffrire senza lamentarsi,
patire noia senza mostrarlo,
divertirsi senza dissiparsi,
mortificarsi senza esternarlo,
è una grande scienza,
ma una scienza assai rara.
sofferenzamortificazionepenitenzasilenzioumiltà
inviato da Antonietta Pignata, inserito il 08/05/2017
TESTO
2. Dio entrerà nell'anima nostra
Beato Tommaso Maria Fusco, Dagli scritti di don Tommaso M. Fusco
Dio entrerà nell'anima nostra, se la trova sola ed isolata; sola, senz'altro pensiero che quello di adorarlo; sola, senz'altro affetto che quello di amarlo; sola, senz'altra volontà che quella che possa a lui piacere.
adorazionepreghieracontemplazionevolontà di Diorapporto con Dioamore di Dio
inviato da Antonietta Pignata, inserito il 08/05/2017
TESTO
3. Ciò che dobbiamo al nostro prossimo 1
Beato Tommaso Maria Fusco, Dagli scritti di don Tommaso M. Fusco
Quattro cose noi dobbiamo al nostro prossimo:
sopportarlo nei difetti,
aiutarlo nei bisogni,
consolarlo nelle sue pene,
edificarlo con i nostri buoni esempi e con la nostra condotta.
inviato da Antonietta Pignata, inserito il 15/04/2017
TESTO
Beato Tommaso Maria Fusco, Dagli scritti di don Tommaso M. Fusco
Il tempo di cercare Dio è la vita,
il tempo di trovarlo è la morte,
il tempo di possederlo è l'eternità.
inviato da Antonietta Pignata, inserito il 15/04/2017
TESTO
5. Pasqua: due giorni di troppo 1
Poteva tutto concludersi
quel venerdì santo!
Ci saremmo limitati a piangerti, Gesù,
per gratitudine e compassione,
a ricordare i giorni trascorsi con te,
ad aiutare le donne a imbalsamarti...
Ma tu sei risorto!
e questo inquieta, scuote, butta giù dal letto
e rivela limiti, riserve, tentennamenti, miserie...
Tu sei risorto e questo ci scomoda!
Ognuno di noi scopre le conseguenze:
c'è da accogliere, farsi impregnare di novità,
dobbiamo ricostruirci, cambiare progetti
per far maturare nel mondo la tua risurrezione.
E poi dobbiamo uscire dai nostri gusci,
perché la tua tomba svuotata è impegnativa:
devo anch'io annunziare, in modo credibile,
c'è da costruire un mondo di chiamati a risorgere...
Tommaso, perché non te ne restavi,
impaurito come gli altri, nel cenacolo,
o almeno quieto, senza contestare?!
Quante belle scuse avremmo accampato,
quanta Psicologia e Sociologia avremmo scomodato
per giustificare paure, pigrizie,
il nostro contentarci di orizzonti ristretti,
il nostro guardare quaggiù...
PasquarisurrezioneimpegnoTommasosperanzaresponsabilitàaperturacoraggio
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 07/04/2012
TESTO
Anna Rita Mazzocco, Il Cantico di Tommaso, Ed. Morlacchi
C'ero anch'io quella mattina
sulla via della croce.
Eri a poca distanza da me
mentre fra sputi ed insulti
arrancavi verso il posto
dove avevamo decretato
che tu morissi.
Attorno a me la folla.
C'era chi voleva solo curiosare
e chi era capitato lì per caso,
ma c'era anche chi voleva partecipare
per vendicarsi di te
almeno solo con lo sguardo.
L'ennesima profanazione di quel corpo
già ridotto ad un'unica piaga:
la miseria umana.
Non so dirti perché accorsi anch'io
a quella sagra dell'ingiustizia
ma, come Zaccheo, mi feci largo tra la folla
per vedere.
Ed ero in prima fila.
Tutto ciò di cui potrei essere capace era lì
davanti ai miei occhi
sprofondati tra quelle piaghe
che invocavano la morte.
Stavi per passarmi davanti
ma io non volevo più vedere oltre.
Avrei voluto essere lontano
il più lontano possibile da quello scempio
ma ormai non potevo più scappare.
Ero imbottigliato tra la folla
che i soldati romani spingevano indietro
per lasciar passare la giustizia dell'uomo.
Ora non eri più una macchia di sangue
sulla via del Calvario.
Ora si riconosceva un volto.
Ed eri ancora umano.
Dicono che tu fossi il più bello fra gli uomini
ma io non ti avevo mai visto prima.
Quella mattina però lo eri davvero
talmente bello da non aver il coraggio di guardarti.
E abbassai lo sguardo
per non correre il rischio d'incontrare il tuo.
Come uno struzzo sperai
d'aver scampato il pericolo di quell'incontro.
E mi passasti davanti
ma io non sollevai gli occhi da terra.
Vidi soltanto i tuoi piedi piagati
che sostarono alcuni secondi davanti a me.
Sicuramente dovevi riprendere fiato.
Ma uno schiocco di frusta
Ti richiamò al tuo dovere di vittima...
E così riprendesti sulle spalle il mio peccato
avanzando ancora con fatica.
Ma sui sassi mi lasciasti il tuo ricordo.
Dicono che moristi alle tre
ma io non venni a vedere.
Ero rimasto lungo la via del Calvario
seduto a terra
davanti a quell'impronta di sangue
che mi schiantava il cuore.
passionecroceGesùCristovia crucis
inviato da Monache Agostiniane Urbino, inserito il 11/08/2010
TESTO
Più si ama qualcuno e più si teme di offenderlo e d'essere privato della sua presenza.
inviato da Marianna Mundo, inserito il 22/06/2009
TESTO
Pretendere che la preghiera sia inutile è lo stesso che affermare che si può arrivare in qualsiasi posto senza camminare.
inviato da Babbo Lupo, inserito il 17/06/2009
TESTO
S. Tommaso d'Aquino, Conferenze
Nessun esempio di virtù è assente dalla croce. La passione di Cristo infatti è sufficiente per orientare tutta la nostra vita.
Chiunque vuol vivere in perfezione non faccia altro che disprezzare quello che Cristo disprezzò sulla croce, e desiderare quello che egli desiderò. Nessun esempio di virtù infatti è assente dalla croce.
Se cerchi un esempio di carità, ricorda: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 13).
Se cerchi un esempio di pazienza, ne trovi uno quanto mai eccellente sulla croce. Infatti «quando soffriva non minacciava» (1 Pt 2, 23) e come un agnello fu condotto alla morte e non aprì la sua bocca (cfr. At 8, 32). Se cerchi un esempio di umiltà, guarda il crocifisso: Dio, infatti, volle essere giudicato sotto Ponzio Pilato e morire.
Se cerchi un esempio di obbedienza, segui colui che si fece obbediente al Padre fino alla morte.
Se cerchi un esempio di disprezzo delle cose terrene, segui colui che è il Re dei re e il Signore dei signori. Egli è nudo sulla croce, schernito, sputacchiato, percosso, coronato di spine, abbeverato con aceto e fiele.
Non legare dunque il tuo cuore alle vesti ed alle ricchezze, perché «si sono divise tra loro le mie vesti» (Gv 19, 24); non gli onori, perché ho provato gli oltraggi e le battiture (cfr. Is 53, 4); non alle dignità, perché intrecciata una corona di spine, la misero sul mio capo (cfr. Mc 15, 17); non ai piaceri, perché «quando avevo sete, mi han dato da bere aceto» (Sal 68, 22).
GesùcrocesofferenzaumiltàpazienzaCrocifissoobbedienzainterioritàesteriorità
inviato da Pier Luca Bancale, inserito il 27/07/2004
TESTO
Per essere di Dio
non occorrono grandi cose:
basta avere un cuore ed amare.
inviato da Figlie Della Carità Del Preziosissimo Sangue, inserito il 01/04/2003
TESTO
inviato da Figlie Della Carità Del Preziosissimo Sangue, inserito il 01/04/2003