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TESTO

41. Umiltà, base di tutto   1

San Giovanni Maria Battista Vianney

L'umiltà è per la virtù quello che la catena è per il rosario: togliete la catena e tutti i grani se ne vanno; togliete l'umiltà e tutte le virtù spariscono.

umiltàvirtùsantità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 07/12/2011

TESTO

42. Cercatori di Dio   1

Anna Maria Cànopi, Ogni giorno sorgerà il sole

La luce che risplende nel cuore di coloro che cercano Dio è una lampada che illumina la Chiesa e gli uomini.

lucericerca di Dio

inviato da Cinzia Novello, inserito il 19/09/2011

TESTO

43. L'inizio e la fine dei santi   1

San Giovanni Maria Battista Vianney

I santi, non tutti hanno cominciato bene, ma tutti hanno finito bene.

santitàconversione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 21/04/2011

TESTO

44. Il digiuno che piace al Signore   7

Digiuna dal giudicare gli altri:
scopri Cristo che vive in loro.
Digiuna dal dire parole che feriscono:
riempiti di frasi che risanano.
Digiuna dall'essere scontento:
riempiti di gratitudine.
Digiuna dalle arrabbiature:
riempiti di pazienza.
Digiuna dal pessimismo:
riempiti di speranza cristiana.
Digiuna dalle preoccupazioni inutili:
riempiti di fiducia in Dio.
Digiuna dal lamentarti:
riempiti di stima per quella meraviglia che è la vita.
Digiuna dalle pressioni e insistenze:
riempiti di una preghiera incessante.
Digiuna dall'amarezza:
riempiti di perdono.
Digiuna dal dare importanza a te stesso:
riempiti di compassione per gli altri.
Digiuna dall'ansia per le tue cose:
compromettiti nella diffusione del Regno.
Digiuna dallo scoraggiamento:
riempiti di entusiasmo nella fede.
Digiuna da tutto ciò che ti separa da Gesù:
riempiti di tutto ciò che a Lui ti avvicina.
Spirito Santo, che hai condotto Gesù nel deserto,
dove Egli ha digiunato per quaranta giorni e quaranta notti,
per l'intercessione di Maria SS.,
Madre di Gesù e Madre mia,
aiutaci a digiunare così come tu vuoi.

digiunoquaresimapenitenzadesertopace interioreumiltà

4.5/5 (2 voti)

inviato da Paola Rivella, inserito il 10/03/2011

TESTO

45. La preghiera

S. Giovanni Maria Vianney, Omelia per la V Domenica dopo Pasqua

Per mostrarvi il potere della preghiera e le grazie che essa vi attira dal cielo, vi dirò che è soltanto con la preghiera che tutti i giusti hanno avuto la fortuna di perseverare. La preghiera è per la nostra anima ciò che la pioggia è per la terra. Concimate una terra quanto volete, se manca la pioggia, tutto ciò che farete non servirà a nulla. Così, fate opere buone quanto volete, se non pregate spesso e come si deve, non sarete mai salvati; perché la preghiera apre gli occhi della nostra anima, le fa sentire la grandezza della sua miseria, la necessità di fare ricorso a Dio; le fa temere la sua debolezza.

Il cristiano conta per tutto su Dio solo, e niente su se stesso. Sì, è per mezzo della preghiera che tutti i giusti hanno perseverato. Del resto, ci accorgiamo noi stessi che appena trascuriamo le nostre preghiere, perdiamo subito il gusto delle cose del cielo: pensiamo solo alla terra; e se riprendiamola preghiera, sentiamo rinascere in noi il pensiero e il desiderio delle cose del cielo. Sì, se abbiamo la fortuna di essere nella grazia di Dio, o faremo ricorso alla preghiera, o saremo certi di non perseverare per molto tempo nella via del cielo.

In secondo luogo, diciamo che tutti i peccatori debbono, senza un miracolo straordinario che accade rarissimamente, la loro conversione soltanto alla preghiera. Vedete santa Monica, ciò che fa per chiedere la conversione di suo figlio: ora essa è al piede del suo crocifisso a pregare e piangere; ora si trova presso persone che sono sagge, per chiedere il soccorso delle loro preghiere. Guardate lo stesso sant'Agostino, quando volle seriamente convertirsi... Si, per quanto fossimo peccatori, se avessimo fatto ricorso alla preghiera e se pregassimo come si deve, saremmo sicuri che il buon Dio ci perdonerebbe.

Ah!, fratelli miei, non meravigliamoci del fatto che il demonio fa tutto ciò che può per farci tralasciare le nostre preghiere, e farcele dire male; è che capisce molto meglio di noi quanto la preghiera è temibile nell'inferno, e che è impossibile che il buon Dio possa rifiutarci ciò che gli chiediamo per mezzo della preghiera...

Non sono né le lunghe né le belle preghiere che il buon Dio guarda, ma quelle che si fanno dal profondo del cuore, con un grande rispetto ed un vero desiderio di piacere a Dio. Eccovene un bell'esempio. Viene riferito nella vita di san Bonaventura, grande dottore della Chiesa, che un religioso assai semplice gli dice: «Padre, io che sono poco istruito, lei pensa che posso pregare il buon Dio e amarlo?».

San Bonaventura gli dice: «Ah, amico, sono questi principalmente che il buon Dio ama di più e che gli sono più graditi». Questo buon religioso, tutto meravigliato da una notizia così buona, va a mettersi alla porta del monastero, dicendo a tutti quelli che vedeva passare: «Venite, amici, ho una buona notizia da darvi; il dottore Bonaventura m'ha detto che noi altri, anche se ignoranti, possiamo amare il buon Dio quanto i dotti. Quale felicità per noi poter amare il buon Dio e piacergli, senza sapere niente!».

Da questo, vi dirò che non c'è niente di più facile che il pregare il buon Dio, e che non c'è nulla di più consolante.

Diciamo che la preghiera è una elevazione del nostro cuore verso Dio. Diciamo meglio, è il dolce colloquio di un bambino con il padre suo, di un suddito con il suo re, di un servo con il suo padrone, di un amico con il suo amico, nel cui cuore depone i suoi dispiaceri e le sue pene.

preghierarapporto con Dioconversionecrescita interiore

inviato da Parrocchia S. Giovanni M. Vianney, Roma, inserito il 10/03/2011

TESTO

46. Pazienza e digiuno   2

San Giovanni Maria Vianney, Pensieri

Un'ora di pazienza vale più di molti giorni di digiuno.

pazienzadigiunoquaresimapenitenza

5.0/5 (2 voti)

inserito il 27/02/2011

TESTO

47. Tu lo puoi chiamare amore ma è Dio

Maria Teresa Crovetto, Perle di Spirito

Quando pensi all'amore e lo desideri
senza averlo trovato;
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!

Quando guardi il bambino diverso
e lo trovi cento volte più bello degli altri:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!

Quando guardi gli avvenimenti sbagliati del mondo
e desideri rimediarvi:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!

Quando senti nel cuore il desiderio
di far vivere la pace alle persone che ami:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!

Quando senti il desiderio di solitudine
per contemplare i tuoi pensieri
e senti nel cuore la gioia di esistere:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio che prega in te!

amorevedere Dioriconoscere Diorapporto con Dio

inviato da Elena Zanchiello, inserito il 05/09/2010

TESTO

48. L'Ave Maria

Beato Alano della Rupe, Il Salterio di Gesù e di Maria, il Santissimo Rosario, libro IV

Quando dico Ave Maria, il Cielo esulta, la terra si riempie di stupore.
Quando dico Ave Maria, Satana fugge, trema l'inferno.
Quando dico Ave Maria, il mondo perde valore, il cuore si strugge di Amore per Dio.
Quando dico Ave Maria, sparisce l'accidia, ogni istinto si placa.
Quando dico Ave Maria, sparisce la tristezza, il cuore si riempie di gioia.
Quando dico Ave Maria, si accresce la devozione, inizia il pentimento dei peccati.
Quando dico Ave Maria, il cuore è colmo di speranza e di consolazione.
Quando dico Ave Maria, l'anima è forte e ricolma di Amor di Dio.

rosariomariamadonna

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Roberto Paola, inserito il 05/09/2010

TESTO

49. Maria, lode di Dio

S. Luigi M. Grignion de Montfort, Trattato della Vera devozione alla S. Vergine, n 225

Ogni volta che tu pensi a Maria, Maria pensa per te a Dio. Ogni volta che tu dai lode e onore a Maria, Maria con te loda e onora Dio. Maria è tutta relativa a Dio, e io la chiamerei benissimo la relazione di Dio, che non esiste se non in rapporto a Dio, o l'eco di Dio, che non dice e non ripete se non Dio. Se tu dici Maria, ella ripete Dio.

S. Elisabetta lodò Maria e la disse beata per aver creduto: Maria, l'eco fedele di Dio, intonò: "L'anima mia magnifica il Signore".

Ciò che Maria fece in quell'occasione, lo ripete ogni giorno. Quando è lodata, amata, onorata o riceve qualche cosa, Dio è lodato, Dio è amato, Dio è onorato, Dio riceve per le mani di Maria e in Maria.

mariaintercessionelode

inviato da Elena Calvini, inserito il 03/09/2010

TESTO

50. Donne e uomini

Maurizio di Gesù Bambino, L'ostrica perlacea. Diario di una malattia, Mimep-Docete, Pessano con Bornago, 1998

Chi ho trovato sulla Via Crucis? Semplicemente uomini sempre in atto di condannare e di percuotere, ma donne sempre pronte a compatire e consolare. È stupefacente, ma è così. Infatti le donne sembrano fare da contrappunto all'atteggiamento degli uomini! Basti osservare l'ordine di comparsa. La Madonna, la Veronica, le pie donne, Maria e le donne sotto la Croce, nella deposizione, presso il sepolcro, nella resurrezione. Con la loro presenza sembrano controbilanciare l'opera di distruzione voluta ed eseguita dagli uomini. Perfino la moglie di Pilato agisce con maggior sapienza e prudenza degli uomini! Gli uomini giudicano, condannano, impongono la croce, colpiscono… Nel mio piccolo soffrire, ho potuto godere di cure che, senza esagerazione, posso dire materne, da parte di alcune donne, che pure con me non hanno alcun legame di parentela. Allora è proprio una questione di cuore!

amoreuomodonnavia crucispassione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Peyron, inserito il 14/08/2010

TESTO

51. Riappacificati con la morte

Carlo Maria Martini

Io, mi sono più volte lamentato col Signore perché morendo non ha tolto a noi la necessità di morire. Sarebbe stato così bello poter dire: Gesù ha affrontato la morte anche al nostro posto e morti potremmo andare in Paradiso per un sentiero fiorito. E invece Dio ha voluto che passassimo per questo duro colle che è la morte ed entrassimo nell'oscurità che fa sempre un po' paura. Ma qui sta l'essenziale: mi sono riappacificato col pensiero di dover morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremmo mai a fare un atto di piena fiducia in Dio. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre delle "uscite di sicurezza". Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio. Ciò che ci attende dopo la morte è un mistero che richiede un affidamento totale: desideriamo essere con Gesù e questo nostro desiderio lo esprimiamo ad occhi chiusi, alla cieca, mettendoci in tutto nelle sue mani.

mortefedefiduciaaffidamentoaccettazionesperanzavita eterna

5.0/5 (1 voto)

inviato da Matteo Salvatti, inserito il 26/06/2010

TESTO

52. Affidarsi allo Spirito

Carlo Maria Martini

Affidarsi allo Spirito significa riconoscere che in tutti i settori arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo, né svegliarlo, ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, seguirlo.

Anche nel buio del nostro tempo, lo Spirito c'è e non si è mai perso d'animo: al contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva là dove mai avremmo immaginato.

Spirito Santo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 29/05/2010

TESTO

53. Un pensiero di pace

Anna Marinelli

Io la Pace la penso così,
come una terra immensa,
senza frontiere,
senza confini:
una terra feconda
che produca frumento
per tutte le bocche,
una terra allietata
da chiari corsi d'acqua.

Io la pace la penso così,
come un abito azzurro;
azzurro come il manto della nostra Madre Maria,
azzurro come le speranze
di tutti i popoli oppressi,
azzurro come un cielo senza confini spaziali,
azzurro come lo sguardo della Natura
quando era immersa nel giardino dell'Eden,

Io la pace la penso così,
come un padre che ama, che guida, che corregge,
che raduna dalle varie lontananze
il suo gregge,
chiama per nome ogni figlio e ogni figlia,
perché la Chiesa è come una famiglia.

Io la Pace la penso così e voi?

pace

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Marinelli, inserito il 08/12/2009

TESTO

54. Io mi impegno - Preghiera per l'adesione all'azione cattolica   1

Azione Cattolica Diocesana di Napoli

Confermando la scelta di aderire all'Azione Cattolica Italiana mi impegno:

- a camminare sulla strada della santità, tenendo fisso lo sguardo su Gesù;
- ad avere un contatto continuo con la Parola di Dio e a vivere una vita sacramentale intensa;
- a curare la mia formazione cristiana, attraverso la meditazione, lo studio personale, la partecipazione alle iniziative di formazione e alla vita dell'associazione parrocchiale, Diocesana e nazionale.
- ad avere a cuore la formazione cristiana dei più piccoli dell'Associazione (ACR);
- a far crescere la qualità della vita dell'AC attraverso la preghiera e la cura delle relazioni con le persone, la condivisione delle proposte che l'associazione offre, la promozione degli obiettivi che si da, la corresponsabilità e il sostegno economico;
- a vivere in comunione con il Vescovo e i sacerdoti, in particolare con il mio parroco, "con tutti i fratelli nella fede e con le altre aggregazioni ecclesiali";
- ad essere "fermento di dialogo con tutti gli uomini di buona volontà" ;
- a spendermi, insieme a tutti gli aderenti all'Associazione, affinché la mia parrocchia sia sempre più accogliente, estroversa, missionaria;
ad andare incontro alle persone che incrocio nelle diverse situazioni della vita;
- a portare da laico, giorno dopo giorno, "il fermento del Vangelo" in famiglia, a scuola, all'università, nei luoghi di lavoro e del tempo libero, nell'economia e nella politica;
- a prendere la vita sul serio e ad essere lievito buono, parola che comunica fiducia, sale che esalta il sapore delle cose.

Affido questi miei santi propositi al cuore e alle mani di Maria, la Madre del Signore Gesù.

azione cattolicaimpegnoevangelizzazionecomunione

inviato da Qumran2, inserito il 07/12/2009

TESTO

55. Invoca Maria

San Bernardo

Non c'è nulla che mi affascini di più che parlare di Maria.
Ella è una scintillante stella che si alza sull'immensità del mare umano e sfavilla con i suoi meriti.
O tu, che ti senti sbattuto dai flutti di questo mondo in mezzo ad uragani e a tempeste, non abbandonare con gli occhi la luce di quella stella se non vuoi fare naufragio.
Se si leva il vento delle tentazioni, se lo scoglio delle tribolazioni ostacola la tua rotta, guarda la stella, invoca Maria.
Se sei sbattuto dalle onde dell'orgoglio, dell'ambizione, del rancore, della gelosia, guarda la stessa, invoca Maria.
Se la collera, l'avarizia, i desideri impuri squassano il vascello della tua anima, guarda a Maria.
Se turbato dall'enormità dei tuoi peccati, vergognoso delle brutture della tua coscienza, spaventato dal giudizio divino, cominci a lasciarti andare alla tristezza, a scivolare nella disperazione, pensa a Maria.
Nei pericoli, nelle angosce, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria.
Il suo nome non si allontani mai dalle tue labbra, non si allontani mai dal tuo cuore.

preghieraconsigliomaria

inviato da Adriana Parodi, inserito il 25/11/2009

TESTO

56. La nascita di Gesù   1

Sedulio, Carmen Paschale (II, 48-67)

Quale luce nuova sul mondo, quale grazia per tutto il cielo! Quale fu quel fulgore, quando Cristo uscì dal ventre di Maria, in uno splendore nuovo!

Egli era come uno sposo esultante del suo glorioso talamo, bello di una bellezza attraente al di sopra di quella degli uomini, nelle belle labbra del quale, tra il raggiare della persona, è diffusa una grazia soave.

O pietà premurosa! Perché il giogo servile non ci tenesse sotto il dominio del peccato, il sommo Signore prese membra servili, ed egli che dalla prima origine del mondo veste dei suoi doni tutte le cose che nascono, non ebbe vestimento che i poveri stracci di cui fu coperto; e quello che non riescono a contenere né l'onda agitata del mare tempestoso né tutto il suolo della terra né la spaziosa reggia dell'immenso cielo, stette tutto intero nel corpo di una vergine e - lui Dio! - giacque in una piccola greppia.

Salve, santa madre, che hai partorito un re, il quale governa per i secoli il cielo e la terra, e il cui nume e il cui potere, abbracciata ogni cosa in un eterno cerchio, dura senza fine; tu che, avendo nel ventre beato i gaudi della madre insieme con l'onore della verginità, sei apparsa non aver l'eguale né tra le donne precedenti né tra quelle future: tu sei la sola donna, unica e senza esempio, che sia piaciuta a Cristo!

marianataleincarnazione

inviato da Qumran2, inserito il 24/11/2009

TESTO

57. La famiglia   1

Chiara Lubich

Natale è la festa della famiglia.

Ma dov'è nata la più straordinaria famiglia se non nella grotta di Betlemme? E' lì, con la nascita del Bambino, che essa ha avuto origine. E' lì che si è sprigionato per la prima volta nel cuore di Maria e di Giuseppe l'amore per un terzo membro: il Dio fatto bambino.

La famiglia: ecco una parola che contiene un immenso significato, ricco, profondo, sublime e semplice, soprattutto reale. La famiglia o c'è o non c'è.

Atmosfera di famiglia è atmosfera di comprensione, di distensione serena; atmosfera di sicurezza, di unità, di amore reciproco, di pace che prende i suoi membri in tutto il loro essere.

Vorrei che questo Natale incidesse a caratteri di fuoco nei nostri animi questa parola: famiglia.

Una famiglia i cui membri, partendo dalla visione soprannaturale, e cioè vedendo Gesù gli uni negli altri, arrivano fino alle espressioni più concrete e semplici, caratteristiche di una famiglia. Una famiglia i cui fratelli non hanno un cuore di pietra ma di carne, come Gesù, come Maria, come Giuseppe.

Vi sono fra essi coloro che soffrono per prove spirituali? Occorre comprenderli come e più di una madre. Illuminarli con la parola o con l'esempio. Non lasciar mancare, anzi accrescere attorno a loro il calore della famiglia.

Vi sono tra essi coloro che soffrono fisicamente? Siano i fratelli prediletti. Bisogna patire con loro. Cercare di comprendere fino in fondo i loro dolori.

Vi sono coloro che muoiono? Immaginate di essere al loro posto e fate quanto desiderereste fosse fatto a voi fino all'ultimo istante.

C'è qualcuno che gode per una conquista o per un qualsiasi motivo? Godete con lui, perché la sua consolazione non sia contristata e l'animo non si chiuda, ma la gioia sia di tutti.

C'è qualcuno che parte? Non lasciarlo andare senza avergli riempito il cuore di una sola eredità: il senso della famiglia, perché lo porti con sé.

E dove si va per portare l'Ideale di Cristo, nulla si potrà fare di meglio che cercare di creare con discrezione, con prudenza, ma con decisione, lo spirito di famiglia.

Esso è uno spirito umile, vuole il bene degli altri, non si gonfia....è la carità vera, completa.

Insomma, se io dovessi partire da voi, lascerei che Gesù in me vi ripetesse: "Amatevi a vicenda... affinché tutti siano uno".

famiglianataleGesùMariaGiuseppegenitorifiglicondivisionesanta famiglia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Franco Canzian, inserito il 24/11/2009

TESTO

58. Quel bambino

Chiara Lubich

Quando ti preghiamo, Gesù, nel nostro cuore, quando ti adoriamo nell'Ostia Santa dell'altare, quando conversiamo con te presente in Cielo, e a te diciamo il nostro grazie per la vita e su te versiamo il pentimento dei nostri sbagli, e da te invochiamo le grazie di cui abbiamo bisogno, sempre ti pensiamo adulto, Signore.

Ora ecco che, luce sempre nuova, ogni anno ritorna Natale e, come una rinnovata rivelazione, ti mostri a noi bambino, neonato in una culla, e un'onda di commozione ci invade. E non sappiamo più formulare parola, né osiamo chiedere, né ci sentiamo di pesare su tante minuscole forze seppur onnipotenti.

Il mistero ci ammutolisce ed il silenzio adorante dell'anima si confonde con quello di Maria, la quale, alla dichiarazione dei pastori che udirono il celeste canto degli angeli, "serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19).

Il Natale: quel Bambino sempre ci appare come uno dei misteri più sconcertanti della nostra fede, perché è principio della rivelazione dell'amore di Dio per noi che poi s'aprirà in tutta la sua divina, misericordiosa, onnipotente maestosità.

NataleamoreGesù bambino

inviato da Franco Canzian, inserito il 24/11/2009

TESTO

59. Benedizione

Anselm Grun e Maria M. Robben, Come vincere nelle sconfitte, Ed. Queriniana 2003

La Parola di Dio che si è fatta carne in Gesù, è per tutti benedizione e salvezza.

Non ti lascio cadere e non ti abbandono.
Resto presso di te con il mio amore,
ti accompagno dovunque andrai.

Il mio amore sia la tua forza, la mia fedeltà la tua difesa.
Ti avvolga la mia tenerezza,
e ti venga incontro la mia brama.

Se sei triste, ti consolerò,
nella tua inquietudine stendo la mia mano su di te,
nel tuo dolore bacio le tue ferite,
nel tumulto mi metto al tuo fianco
come angelo delle difficoltà.

Se gli uomini ti deridono ti irrobustirò le spalle,
nella tua mutezza ti offrirò la mia voce
e quando sarai ricurvo per il dolore ti solleverò
con uno sguardo d'amore.

Quando tutto inaridirà in te, ti regalerò il mio calore,
e quando le preoccupazioni ti opprimeranno,
ti sussurrerò parole di fiducia.

Se l'affanno colmerà la tua anima, lo caccerò,
e la mia presenza sarà per te luce in tutto quello che farai.

Al mattino ti risveglia il mio desiderio
e alla sera ti ricopre il mio amore;
addormentati nelle mie braccia
faccia a faccia, cuore a cuore...
tendi l'orecchio, batte per te... nella lunga notte,
a ogni nuovo giorno...

amore di Dioprovvidenzabenedizioneauguriopresenza di Diotenerezza di Dioamorecoppiamatrimoniofedeltàaiutotenerezza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Monache Benedettine Di S. Margherita, Fabriano (AN), inserito il 14/08/2009

TESTO

60. Maria, donna di parte   1

Tonino Bello

No, non fu neutrale. Basta leggere il Magnificat per rendersi conto che Maria si è schierata. Ha preso posizione, cioè dalla parte dei poveri, naturalmente.

Degli umiliati e offesi di tutti i tempi. Dei discriminati dalla cattiveria umana e degli esclusi dalla forza del destino. Di tutti coloro, insomma, che non contano nulla davanti agli occhi della storia.

Non mi va di avallare certe interpretazioni che favoriscono una lettura puramente politica del Magnificat quasi fosse, nella lotta continua tra oppressi e oppressori, una specie di marsigliese ante litteram del fronte cristiano di liberazione.

Significherebbe ridurre di gran lunga gli orizzonti dei sentimenti di Maria, che ha cantato liberazioni più profonde e durature di quelle provocate dalle semplici rivolte sociali. I suoi accenti profetici, pur includendole, vanno oltre le rivendicazioni di una giustizia terrena, e scuotono l'assetto di ben più radicali iniquità.

Sta di fatto, però, che, sul piano storico, Maria ha fatto una precisa scelta di campo. Si è messa dalla parte dei vinti, ha deciso di giocare con la squadra che perde. Ha scelto di agitare come bandiera gli stracci dei miserabili e non di impugnare i lucidi gagliardetti dei dominatori.

Si è arruolata, per così dire, nell'esercito dei poveri. Ma senza roteare le armi contro i ricchi. Bensì, invitandoli alla diserzione. E intonando, di fronte ai bivacchi notturni del suo accampamento, perché le udissero dall'alto, canzoni cariche di nostalgia. Ha esaltato, così, la misericordia di Dio. E ci ha rivelato che è partigiano anche lui, visto che prende le difese degli umili e disperde i superbi nei pensieri del loro cuore; stende il suo braccio a favore dei deboli e fa rotolare i violenti dai loro piedistalli con le ossa in frantumi; ricolma di beni gli affamati e si diverte a rimandare i possidenti con un pugno di mosche in mano e con un palmo di naso in fronte.

Qualcuno forse troverà discriminatorio questo discorso, e si chiederà come possa conciliarsi la collocazione di Maria dalla parte dei poveri con l'universalità del suo amore e con la sua riconosciuta tenerezza per i peccatori, di cui i superbi, i prepotenti e i senza cuore sono la razza più inquietante.

La risposta non è semplice. Ma diventa chiara se si riflette che Maria non è come certe madri che, per amor di quieto vivere, danno ragione a tutti e, pur di non creare problemi, finiscono con l'assecondare i soprusi dei figli più discoli. No. Lei prende posizione. Senza ambiguità e senza mezze misure. La parte, però, su cui sceglie di attestarsi non è il fortilizio delle rivendicazioni di classe, e neppure la trincea degli interessi di un gruppo. Ma è il terreno, l'unico, dove lei spera che un giorno, ricomposti i conflitti, tutti i suoi figli, ex oppressi ed ex oppressori, ridiventati fratelli, possano trovare finalmente la loro liberazione.

MariaMadonnamagnificatpovertàpoverisconfittadebolidebolezza

inviato da Federica Mancinelli, inserito il 06/08/2009

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