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TESTO

1. Le tappe della pace   2

Tonino Bello

Dobbiamo impegnarci in scelte di percorso, in tabelle di marcia: non possiamo parlare di pace indicando le tappe ultime e saltando le intermedie!
Se non siamo capaci di piccoli perdoni quotidiani fra individuo e individuo, tra familiari, tra comunità e comunità... è tutto inutile!
La pace non è soltanto un pio sospiro, un gemito favoloso, un pensiero romantico... è, soprattutto, prassi.

paceimpegnoresponsabilità

4.5/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 20/09/2012

TESTO

2. La voce di Dio   1

Cristina Carmagnola

Ho sentito Dio che gorgogliava,
in un limpido ruscelletto nel bosco.
Ho sentito Dio che pigolava,
come un piccolo pulcino giallo affamato.
Ho sentito Dio che rideva,
come ride un bimbo che vede una farfalla colorata.
Ho sentito Dio che russava,
nell'operaio stanco, ma soddisfatto del suo lavoro.
Ho sentito Dio che cantava,
come una mamma canta una dolce ninnananna.
Ma l'ho sentito piangere,
con le lacrime di un popolo distrutto dalla guerra.
L'ho sentito gridare "Papà, aiuto!!",
sulle labbra arse di un bimbo inseguito dai soldati.
E l'ho sentito disperato,
nei richiami speranzosi di un papà che cerca il suo bambino.
Ho sentito Dio tuonare forte,
come il cuore di coloro che scappano e si nascondono,
e come il temporale, che cela il loro pianto.
Ho sentito Dio chiedere "Perché?",
con la voce stanca e spenta di un uomo privato di tutto,
anche della libertà.
L'ho sentito stupirsi,
in un bambino che si accorge con tristezza infinita che,
dove c'è ciò che si legge nelle ultime frasi,
le prime non troveranno mai posto.
Spero, un giorno, di sentirlo dire "basta!",
nella mia voce, nella voce di te che leggi,
nella voce del mondo... nella sua voce.

doloresofferenzapresenza di Dio

inviato da Cristina Carmagnola, inserito il 14/08/2010

TESTO

3. L'ultima lettera di Baden Powell   1

Baden Powell

Cari Scout,

se avete visto la commedia di Peter Pan vi ricorderete che il capo dei pirati ripeteva ad ogni occasione il suo ultimo discorso, per paura di non avere il tempo di farlo quando fosse giunto per lui il momento di morire davvero. Succede press'a poco lo stesso anche a me, e per quanto non sia ancora in punto di morte quel momento verrà, un giorno o l'altro; così desidero mandarvi un ultimo saluto, prima che ci separiamo per sempre. Ricordate che sono le ultime parole che udrete da me: meditatele.

Io ho trascorso una vita felicissima e desidero che ciascuno di voi abbia una vita altrettanto felice. Credo che il Signore ci abbia messo in questo mondo meraviglioso per essere felici e godere la vita. La felicità non dipende dalle ricchezze né dal successo, né dalla carriera, né dal cedere alle nostre voglie. Un passo verso la felicità lo farete conquistandovi salute e robustezza finché siete ragazzi, per poter essere utili e godere la vita pienamente una volta fatti uomini. Lo studio della natura vi mostrerà di quante cose belle e meravigliose Dio ha riempito il mondo per la vostra felicità. Contentatevi di quello che avete e cercate di trarne tutto il profitto che potete. Guardate al lato bello delle cose e non al lato brutto.

Ma il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. Preoccupatevi di lasciare questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto "del vostro meglio". "Siate preparati" così, a vivere felici e a morire felici: mantenete la vostra promessa di esploratori, anche quando non sarete più ragazzi, e Dio vi aiuti in questo.

Il vostro amico

Baden Powell

impegnoresponsabilitàvitasenso della vitafelicità

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/02/2006

TESTO

4. Il segno di croce   3

Romano Guardini

Quando fai il segno di croce, fallo bene. Non così affrettato, rattrappito, tale che nessuno capisce cosa debba significare. No, un segno della croce giusto, cioè lento, ampio, dalla fronte al petto, da una spalla all'altra.

Senti come esso ti abbraccia tutto? Raccogliti dunque bene; raccogli in questo segno tutti i pensieri e tutto l'animo tuo, mentre esso si dispiega dalla fronte al petto, da una spalla all'altra. Allora tu lo senti: ti avvolge tutto, ti consacra, ti santifica. Perché? Perché è il segno della totalità ed il segno della redenzione.

Sulla croce nostro Signore ci ha redenti tutti. Mediante la croce egli santifica l'uomo nella sua totalità, fin nelle ultime fibre del suo essere. Perciò lo facciamo prima della preghiera, affinché esso ci raccolga e ci metta spiritualmente in ordine; concentri in Dio pensieri, cuore e volere; dopo la preghiera, affinché rimanga in noi quello che Dio ci ha donato.

Nella tentazione, perché ci irrobustisca. Nel pericolo, perché ci protegga. Nell'atto di benedizione, perché la pienezza della vita divina penetri nell'anima e vi renda feconda e consacri ogni cosa.

Pensa quanto spesso fai il segno della croce, il segno più santo che ci sia!

Fallo bene: lento, ampio, consapevole. Allora esso abbraccia tutto il tuo essere, corpo e anima, pensieri e volontà, senso e sentimento, agire e patire, tutto vi viene irrobustito, segnato, consacrato nella forza del Cristo, nel nome del Dio uno e Trino.

segno di crocepreghierarapporto con Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Corradini Don Lorenzo, inserito il 04/12/2002

RACCONTO

5. Tre parole   1

Bruno Ferrero

Un giovane e ambizioso cavaliere era noto per la vita dissoluta e sfrenata. Un buon frate cercò di farlo riflettere sui rischi che avrebbe corso presentandosi con l'anima così carica di peccati all'ultimo giudizio del Signore.

"Non ho nessuna paura" rispose sprezzante il cavaliere. "So che il Signore è buono e misericordioso. Poco prima di morire pronuncerò tre prole che mi garantiranno la salvezza eterna. Dirò: Gesù, pietà, perdonami".

Il frate scosse la testa e il cavaliere, ridendo, riprese la sua vita depravata.

Un giorno, durante un terribile temporale, cavalcava a spron battuto sulle rive di un fiume gonfio d'acqua. Non voleva mancare ad una festa. Un fulmine spaventò il cavallo che lo disarcionò e lo fece piombare nella violenta corrente del fiume.

Le ultime tre parole del cavaliere, prima di morire, furono: "Crepa bestiaccia infame!".

egoismomorteconversione

inviato da Patrizia Traverso, inserito il 06/05/2002