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PREGHIERA

1. Mensa umano mistero   1

Adriana Zarri

Facci, Signore, il dono della cena.
Tu ti sei seduto a cena.
Oh, sì, ma non era una cena come tutte le altre,
sebbene tutte le altre le fossero ordinate:
era una cena unica,
in cui tu eri commensale e vivanda;
E gli apostoli mangiarono con te e di te.
Ma prima di considerare il mistero eucaristico,
lasciaci considerare questo semplice
e dolce “mistero” umano della mensa,
che tu tante volte
hai voluto condividere con i tuoi amici.

L'Eucaristia è il sacramento della tavola,
così come la tavola
è il sacramento della nostra amicizia.
Perciò, prima di farci il dono dell'Eucaristia,
facci, Signore, il dono della cena:
della semplice mensa degli uomini,
della condivisione dell'amore e dei beni,
della cordialità del pacato discorrere
e del calore del volersi bene.

Dacci di sapere cenare in amicizia,
come facevi a casa tua,
come facevi a Cafarnao nella casa di Pietro,
e a Betania, nella casa di Lazzaro;
come facesti a Gerusalemme, nel Cenacolo.

Donaci amore per invitare amici,
ospitalità per servirli,
cordialità per discorrere con loro,
gioia per mettere la tovaglia bella,
letizia per versare il vino dolce.

E fa' sì che in ogni pranzo e in ogni cena
avvertiamo la tua visibile presenza,
ospite sempre invitato, amico sempre amato,
nostro pane, nostro vino,
nostro banchetto eterno.

cenaultima cenaeucaristiaospitalitàamiciziaconvivialità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Marcello Rosa, inserito il 06/07/2018

RACCONTO

2. Una buona bugia   1

Apoftegmi dei Padri del deserto

Un abate stava attraversando il deserto con i fratelli, quando si accorsero che quello che faceva loro da guida aveva sbagliato strada.

Era notte, e i frati dissero all'abate: "Che facciamo? Questo fratello ha sbagliato la via, e noi rischiamo di smarrirci e di morire tutti nel deserto. Non sarebbe meglio fermarci qui per la notte, e riprendere il cammino alla luce del sole?". L'abate rispose: "Ma se diciamo a costui che ha sbagliato, egli si rattristerà. Sentite dunque: io farò finta di essere stanco e dirò che non me la sento di proseguire e che resto qui fino a domattina".

Così fecero, e anche gli altri dissero: "Anche noi non ne possiamo più dalla stanchezza e ci fermiamo con te ". E così riuscirono a non contristare quel fratello, che non seppe mai d'aver sbagliato strada.

La buona educazione non consiste nel non versare la salsa sulla tovaglia, ma nel mostrare di non accorgersi se un altro lo fa.

educazioneumanitàperdonotolleranzamagnanimitàattenzione all'altro

5.0/5 (2 voti)

inviato da Andrea Zamboni, inserito il 23/11/2002