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RACCONTO
1. Il monaco, l'allievo e l'asinello
Tanto tempo fa un santo monaco aveva con sé un allievo, un ragazzo molto attento e ubbidiente.
Un giorno lo chiama e gli dice: «Vai a prendere l'asino e andiamo in città». Il giovane prende l'asino, aiuta l'anziano monaco a salirvi e si avviano verso la città, il monaco in groppa all'asino e il ragazzo a piedi.
Alla prima svolta incontrano un gruppo di persone. Qualcuno, naturalmente, ha qualcosa da ridire: «Ma guarda quanto è infingardo quel vecchio monaco: lui a cavallo, e quel povero ragazzo così gracile e delicato lasciato a piedi!»
Il vecchio monaco, appena udite queste parole, scende dall'asino, vi fa salire il ragazzo e tutti e tre si rimettono in cammino. Poco più avanti incontrano altre persone: «Oh, guarda cosa si deve vedere. Un giovane sano e robusto a cavallo e un povero vecchio a piedi. Non c'è più rispetto, non c'è più carità».
A queste parole il ragazzo salta giù dall'asino, aiuta l'anziano monaco a salirvi di nuovo, risale anche lui e proseguono verso la città.
Strada facendo, altra gente, altri commenti: «Guarda quella povera bestia! Fra poco morirà stremata, sotto il peso di quei due fannulloni! Ci vorrebbe almeno un po' di pietà». Il santo monaco e il ragazzo, allora, scendono in silenzio e proseguono il cammino a piedi.
Ma qualcuno non è ancora soddisfatto: «Guardate, guardate... S'è vista mai una cosa più sciocca? Quei due hanno l'asino, e vanno a piedi!». A questo punto l'anziano monaco dice al ragazzo: «Torniamo a casa».
Strada facendo gli spiega: «Hai capito la lezione, figliolo? Per quanto ti sforzerai di assecondare gli altri, ci sarà sempre qualcuno che avrà qualcosa da ridire. E allora tu impara a tirar diritto per la tua strada e a non prestare ascolto alle chiacchiere della gente».
criticheaccontentaregiudicaregiudizionon giudicarecriticare
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 23/06/2020
TESTO
2. Natale non è Babbo Natale? 1
Non è un telegramma di auguri (Buon Natale e Buone Feste).
Non è una dichiarazione che siamo perdonati (vabbè, scurdàmuci o passato e arrivederci a tutti in paradiso).
Natale non è una promessa elettorale che ci sarà un condono tombale per tutti (tranquilli, non preoccupatevi più) e che tutti i guai che abbiamo combinati sono con un solo tocco magicamente scomparsi (pim pum pam, tutto a posto).
Natale non è una vaporosa o fantasmagorica apparizione in un sogno dove tutto il mondo (abracadabra) è divenuto meraviglioso.
Natale non è una visita di cortesia o di obbligo (toccata e fuga e chi s'è visto s'è visto).
Natale è una presenza,
una presenza povera per distruggere il fascino della ricchezza,
una presenza inerme per distruggere il mito della potenza,
una presenza mite per svilire la tentazione della prepotenza.
una presenza costante, definitiva, di un Dio che amerà senza pretese, senza ripensamenti e senza rimpianti.
Natale è una incarnazione, cioè: il Figlio di Dio è venuto tra noi,
e ormai è uno di noi, uno come tutti gli altri,
che abita come noi in questo sporco fastidioso mondo,
che viene per noi,
per essere cammino di luce e indicarci una via,
per essere energia e forza per cambiare il mondo,
per essere vittoria su ciò che è morte e donare amore.
Nessuno può dirgli: ma tu chi sei? che ci fai qui?
Che ci vieni a raccontare? che ne sai dei nostri guai?
che cosa rappresenti per noi? chi ti ha chiesto di venire?
Avevamo un progetto e un sogno: essere come Dio.
Ma non siamo riusciti a realizzarli.
Ora con Lui progetto e sogno sono realizzabili.
Ma Dio ora realizza il suo progetto e il suo sogno: diventare Uomo!
Ma se ha scelto la nostra vita, vuol dire che è bella!
Coraggio! La vera rivoluzione è iniziata; scegliamo Gesù!
NataleDio con noipresenzaincarnazione
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 29/12/2018
TESTO
3. Cosa aspetti a diventare un capolavoro? 3
Abramo era vecchio;
Giacobbe era uno sbruffone;
Lia era brutta;
Mosé era un balbuziente;
Gedeone era povero in canna;
Sansone era un donnaiolo credulone;
Raab era una prostituta;
Davide era un farabutto traditore;
Elia aveva tendenze suicide;
Geremia era depresso;
Giona era intollerante e razzista;
Rut era una povera vedova;
Giovanni Battista era stravagante;
Pietro era impulsivo e vigliacco;
Marta era apprensiva;
La Samaritana aveva fallito cinque matrimoni;
Zaccheo era avido e disonesto;
Tommaso non credeva a niente;
Paolo era un fondamentalista anticristiano;
Timoteo era timido e insicuro;
Tu sei... tu.
Ma Dio che si è servito di tutte persone "poco di buono" per il suo Regno,
farà anche di te un capolavoro, se la smetti di cercare scuse...
vitapotenzialitàfiduciafiducia in Dioautostimapovertàinterioritàforzaprogetto di Dio
inviato da Qumran2, inserito il 31/05/2018
TESTO
4. Considerare il fratello un candidato all'unità
Chiara Lubich, Payerne (Svizzera), 26 settembre 1982
Ecco la prima idea che può già rivoluzionare la nostra anima se noi siamo sensibili al soprannaturale: la fratellanza universale che ci libera da tutte le schiavitù, perché siamo schiavi delle divisioni fra poveri e ricchi, fra generazioni: padri e figlioli, fra bianchi e neri, fra razze, fra nazionalità, persino fra cantone e cantone siamo schiavi, ci critichiamo; ci sono degli ostacoli, delle barriere. No, La prima idea è svincolarsi da tutte le schiavitù e vedere in tutti gli uomini, in tutti gli uomini...
- Ma anche nel mio bambino?
- Anche in quella donna lì così chiacchierona?
- Anche in quel vecchio rimbambito?
- Anche in quella povera lì?
- Anche in quell'ebreo?
- Anche in quello lì? ma possibile?
Sì, in tutti, in tutti, in tutti vedere dei possibili candidati all'unità con Dio e all'unità fra di noi.
Ecco, bisogna spalancare il cuore, rompere tutti gli argini e mettersi in cuore la fratellanza universale: io vivo per la fratellanza universale!
Dunque, se tutti siamo fratelli, dobbiamo amare tutti, dobbiamo amare tutti, dobbiamo amare tutti. Guardate, sembra una parolina, è una rivoluzione! Dobbiamo amare tutti. "Anche quella signora che sta di là della mia porta? Ma mi critica, mi guarda male, e poi è un tipo!" Anche lei, dobbiamo amare tutti!
unitàamorefratellanzagratuitàdivisionipregiudizi
inviato da Qumran2, inserito il 02/12/2017
RACCONTO
Se io avessi una botteguccia
fatta di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere
sai cosa? La speranza.
"Speranza a buon mercato!"
Per un soldo ne darei
ad un solo cliente
quanto basta per sei.
E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza fargliela pagare.
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 28/12/2016
TESTO
Quelli che hanno ricevuto la libertà mettono a disposizione di Dio tutti i loro beni, dando gioiosamente e generosamente i beni più piccoli perché hanno la speranza dei beni più grandi, come la vedova povera che getta tutta la sua sostanza nel tesoro di Dio.
condividerecondivisionecaritàeternitàinterioritàgenerositàgratuità
inviato da Paola Berrettini, inserito il 16/06/2015
TESTO
Beata te che, povera in spirito,
non ti affanni per le cose di questa terra.
Dio sarà la tua ricchezza
Beata te che, soffrendo per il male che c'è nel mondo,
ti lasci raggiungere dal dolore degli altri.
Dio ti darà la sua consolazione.
Beata te che, avendo un cuore mite,
al male rispondi con il bene.
Dio ti darà la comunione con lui.
Beata te che, avendo fame e sete di santità,
non ti senti mai sazia di Dio.
Dio ti darà la pienezza della vita.
Beata te che sei misericordiosa
pronta a perdonare e a fare il primo passo.
Dio sarà generoso nel perdonarti.
Beata te che hai un cuore sincero e trasparente
incapace di doppiezza.
Dio ti farà dono della sua presenza.
Beata te che diffondi la pace
e costruisci un ambiente fraterno
Dio ti considererà a pieno titolo sua figlia.
Beata te che consideri la sofferenza come normale compagna di viaggio
e non ti meravigli delle calunnie, fraintesi e persecuzioni.
Dio è con te, ti protegge e difende.
Parafrasi delle beatitudini, composta in una comunità femminile
inviato da Filippa Castronovo, inserito il 21/06/2014
TESTO
8. Se non c'è l'uomo che risorgerà
Una pecorella si è smarrita
e ha fame ed ha paura dei lupi...
Il pastore è rimasto con le altre,
al sicuro, nell'ovile.
Uno straccione affamato e stanco
(sembra un ragazzo di buona famiglia,
ma puzza di maiali) giunge ad una villa....
Vien coperto di insulti e lo cacciano via.
Un cieco (sembra che lo sia da sempre)
chiede la carità lungo la strada...
I passanti danno l'obolo,
mentre si asciuga la piscina di Siloe.
Un mesto corteo accompagna un giovane
per affidarlo al sepolcro... Alla madre
(una povera vedova, rimasta senza figli)
non sanno offrire che lacrime effimere.
Furiosamente un uomo vaga tra le tombe
solo. Solo e isolato e chiuso in sé,
divenuto pericolo per tutti...
Un branco di porci pascola tranquillo.
Una bambina dodicenne si sta spegnendo...
al padre che brancola disperato per le strade
nessuno sa indicare qualcuno a cui andare...
Le lamentatrici già urlano nella sua casa.
Gesù risortoGesù Diorisurrezioneresurrezionesperanzavitarinascita
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 23/01/2012
PREGHIERA
9. Come vorrei che tu venissi 1
Come vorrei che tu venissi tardi,
per avere ancora tempo di annunciare
e di portare la tua carità agli altri.
Come vorrei che tu venissi presto,
per conoscere subito, alla fonte, il calore della carità.
Come vorrei che tu venissi tardi,
per poter costruire nell'attesa,
un regno di solidarietà, di attenzione ai poveri.
Come vorrei che tu venissi presto,
per essere subito in comunione piena e definitiva con te.
Come vorrei che tu venissi tardi,
per poter purificare nell'ascesi,
nella penitenza, nella vita cristiana la mia povera esistenza.
Come vorrei che tu venissi presto,
per essere accolto, peccatore, nella tua infinita misericordia.
Come vorrei che tu venissi tardi,
perché è bello vivere sapendo che tu ci affidi
un compito di responsabilità.
Come vorrei che tu venissi presto,
per essere nella gioia piena.
Signore, non so quello che voglio,
ma di una cosa sono certo:
il meglio è la tua volontà.
Aiutami ad essere pronto a compiere
in qualsiasi tempo e situazione
la tua volontà d'amore per noi,
adesso e al tempo della mia morte. Amen.
avventonataleattesavenutavolontà di Diovitamorteresponsabilità
inviato da Qumran2, inserito il 09/12/2011
PREGHIERA
Piero Calamandrei, Preghiera del giudice
Mai una volta, nel giudicare,
ho dimenticato di essere una povera creatura umana schiava dell'errore,
mai una volta nel condannare ho potuto reprimere il turbamento della coscienza,
tremante dinanzi ad un ufficio che, in ultima analisi, è soltanto tuo, o Signore.
giudiziogiudicaregiudiceumiltà
inviato da Qumran2, inserito il 03/06/2011
PREGHIERA
Mario Luzi, Meditazioni sulla Via Crucis
Padre mio, mi sono affezionato alla terra
quanto non avrei creduto.
E' bella e terribile la terra.
Io ci sono nato quasi di nascosto,
ci sono cresciuto e fatto adulto
in un suo angolo quieto
tra gente povera, amabile e esecrabile.
Mi sono affezionato alle sue strade,
mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti,
le vigne, perfino i deserti.
E' solo una stazione per il figlio tuo la terra
ma ora mi addolora lasciarla
e perfino questi uomini e le loro occupazioni,
le loro case e i loro ricoveri
mi dà pena doverli abbandonare.
Il cuore umano è pieno di contraddizioni
ma neppure un istante mi sono allontanato da te.
Ti ho portato perfino dove sembrava che non fossi
o avessi dimenticato di essere stato.
La vita sulla terra è dolorosa,
ma è anche gioiosa: mi sovvengono
i piccoli dell'uomo, gli alberi e gli animali.
Mancano oggi qui su questo poggio che chiamano Calvario.
Congedarmi mi dà angoscia più del giusto.
Sono stato troppo uomo tra gli uomini o troppo poco?
Il terrestre l'ho fatto troppo mio o l'ho rifuggito?
La nostalgia di te è stata continua e forte,
tra non molto saremo ricongiunti nella sede eterna.
Meditazioni sulla Via Crucis fu composta da Mario Luzi nel 1999, per accompagnare la processione del Venerdì Santo guidata da Giovanni Paolo II.
via crucisincarnazioneGesù Cristo
inviato da Qumran2, inserito il 22/05/2011
PREGHIERA
12. Santa Maria, Vergine del meriggio
Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni
Santa Maria, Vergine del meriggio,
donaci l'ebbrezza della luce.
Stiamo fin troppo sperimentando
lo spegnersi delle nostre lanterne,
e il declinare delle ideologie di potenza,
e l'allungarsi delle ombre crepuscolari
sugli angusti sentieri della terra,
per non sentire la nostalgia del sole meridiano.
Strappaci dalla desolazione dello smarrimento
e ispiraci l'umiltà della ricerca.
Abbevera la nostra arsura di grazia nel cavo della tua mano.
Riportaci alla fede che un'altra Madre, povera e buona come te,
ci ha trasmesso quando eravamo bambini,
e che forse un giorno abbiamo in parte svenduto
per una miserabile porzione di lenticchie.
Tu, mendicante dello Spirito,
riempi le nostre anfore di olio
destinato a bruciare dinanzi a Dio:
ne abbiamo già fatto ardere troppo
davanti agli idoli del deserto.
Facci capaci di abbandoni sovrumani in Lui.
Tempera le nostre superbie carnali.
Fa' che la luce della fede,
anche quando assume accenti di denuncia profetica,
non ci renda arroganti o presuntuosi,
ma ci doni il gaudio della tolleranza e della comprensione.
Soprattutto, però, liberaci dalla tragedia
che il nostro credere in Dio
rimanga estraneo alle scelte concrete di ogni momento
sia pubbliche che private,
e corra il rischio
di non diventare mai carne e sangue
sull'altare della ferialità.
MariaMadonnafiduciaperseveranzaricerca
inviato da Francesco De Luca, inserito il 25/11/2009
TESTO
Molti sono i cristiani, figli miei, che non sanno assolutamente perché sono al mondo... "Mio Dio, perché mi hai messo al mondo?". "Per salvarti". "E perché vuoi salvarmi?". "Perché ti amo".
Com'è bello conoscere, amare e servire Dio! Non abbiamo nient'altro da fare in questa vita. Tutto ciò che facciamo al di fuori di questo, è tempo perso. Bisogna agire soltanto per Dio, mettere le nostre opere nelle sue mani... Svegliandosi al mattino bisogna dire: "Oggi voglio lavorare per te, mio Dio! Accetterò tutto quello che vorrai inviarmi in quanto tuo dono. Offro me stesso in sacrificio. Tuttavia, mio Dio, io non posso nulla senza di te: aiutami!".
Oh! Come rimpiangeremo, in punto di morte, tutto il tempo che avremo dedicato ai piaceri, alle conversazioni inutili, al riposo anziché dedicarlo alla mortificazione, alla preghiera, alle buone opere, a pensare alla nostra miseria, a piangere sui nostri peccati! Allora ci renderemo conto di non aver fatto nulla per il cielo.
Che triste, figli miei! La maggior parte dei cristiani non fa altro che lavorare per soddisfare questo "cadavere" che presto marcirà sotto terra, senza alcun riguardo per la povera anima, che è destinata ad essere felice o infelice per l'eternità. La loro mancanza di spirito e di buon senso fa accapponare la pelle!
Vedete, figli miei, non bisogna dimenticare che abbiamo un'anima da salvare ed un'eternità che ci aspetta. Il mondo, le ricchezze, i piaceri, gli onori passeranno; il cielo e l'inferno non passeranno mai. Stiamo quindi attenti!
I santi non hanno cominciato tutti bene, ma hanno finito tutti bene. Noi abbiamo cominciato male: finiamo bene, e potremo un giorno congiungerci a loro in cielo.
inviato da Parrocchia S. Giovanni M. Vianney - Roma, inserito il 26/06/2009
TESTO
San Giovanni Maria Vianney, Omelia per la VI domenica dopo Pentecoste
Quale gioia per un cristiano che ha la fede, che, alzandosi dalla santa Mensa, se ne va con tutto il cielo nel suo cuore!... Ah, felice la casa nella quale abitano tali cristiani!... quale rispetto bisogna avere per essi, durante la giornata. Avere, in casa, un secondo tabernacolo dove il buon Dio ha dimorato veramente in corpo e anima!
- Forse, mi direte ancora: se questa felicità è così grande, perché dunque la Chiesa ci dà il comandamento di comunicarci una volta ogni anno?
- Questo comandamento non è fatto per i buoni cristiani, esiste soltanto per i cristiani pusillanimi e indifferenti verso la salvezza della loro povera anima. Agli inizi della Chiesa, la più grande punizione che si poteva imporre ai cristiani era di privarli di tale felicità; ogni volta che avevano la gioia di assistere alla santa Messa, avevano la gioia di comunicare. Mio Dio! possibile che dei cristiani rimangano tre, quattro, cinque e sei mesi, senza dare questo nutrimento celeste alle loro povere anime? La lasciano morire di inedia!... Mio Dio!, che guaio e quale accecamento!... avendo tanti rimedi per guarirla e un cibo così adatto a conservarla in salute!
La Chiesa, vedendo quanto già i cristiani perdevano di vista la salvezza delle loro povere anime, sperando che il timore del peccato facesse loro aprire gli occhi, dette loro un comandamento che li obbligava a comunicarsi tre volte all'anno, a Natale, a Pasqua e a Pentecoste. Ma in seguito, vedendo che i cristiani diventavano sempre più insensibili alla loro disgrazia, la Chiesa ha finito per non obbligarli più ad avvicinarsi al loro Dio, tranne una volta all'anno. O mio Dio!, che disgrazia e quale accecamento che un cristiano sia obbligato a mezzo di leggi a cercare la sua felicità!
comunione eucaristicaeucaristiaanno sacerdotalecomunione
inviato da Parrocchia S. Giovanni M. Vianney - Roma, inserito il 26/06/2009
TESTO
Agenda biblica missionaria 2007, EMI
C'è una donna che ha qualcosa di Dio per l'immensità del suo amore e molto di un angelo per l'instancabile sollecitudine verso i suoi cari.
Una donna che, da giovane, ha la saggezza di un'anziana e, nella vecchiaia, lavora con il vigore della gioventù.
Una donna che se è povera, è soddisfatta dalla felicità di coloro che ama, e se è ricca darebbe volentieri tutto il suo tesoro per non subire la ferita dell'ingratitudine.
Una donna che pur essendo vigorosa, trema al pianto di un bambino e, pur essendo debole, ha il coraggio di un leone.
Questa donna è la mamma.
inviato da Stefania Ballani, inserito il 05/06/2009
PREGHIERA
Maria Fuxa, Voce dei senza voce, ASLA, Palermo 1980
Sulle tue mani,
fratello prete,
depongo la mia povera vita
perché tu la offra
con la bianca ostia...
E aggiungi il mio sangue
al vino del calice,
quando al cielo sollevi le mani,
fratello prete,
perché amo godere
quella gran luce
che ricevi
e doni...
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 05/06/2009
PREGHIERA
Simeone Nuovo Teologo, (Sec. XD.C.)
Vieni, luce vera. Vieni, vita eterna. Vieni, mistero nascosto.
Vieni, tesoro senza nome. Vieni, realtà ineffabile.
Vieni, persona che nessuna mente può comprendere.
Vieni, felicità senza fine. Vieni, luce senza tramonto.
Vieni, speranza vera di quanti saranno salvati.
Vieni, risveglio di chi dorme. Vieni, risurrezione di chi è morto.
Vieni, o Potente, o tu che tutto fai, rifai e trasformi col solo tuo volere.
Vieni, invisibile, del tutto intangibile...
Vieni, gioia eterna.
Vieni, consolatore perfetto della povera anima mia.
Vieni, dolcezza, gloria, mio gaudio senza fine.
Ti ringrazierò d'esserti fatto per me luce inestinguibile,
sole senza tramonto perché non hai dove nasconderti,
tu che riempi l'universo della tua gloria...
Vieni, Signore, stabilisci oggi in me la tua tenda,
poni lì la tua abitazione, rimani per sempre, senza separarti,
fino alla fine in me, tuo servo, tu che sei buono,
perché al mio uscire e dopo la mia uscita da questo mondo io sia ritrovato in te e regni con te, Dio al di sopra di tutto...
e fa' che, guardandoti senza interruzione, io che sono morto, viva;
possedendoti, io povero diventi ricco;
e sarò più ricco di tutti i re;
mangiando e bevendo te, e rivestendomi a suo tempo di te,
io mi trovi tra gli ineffabili beni,
e vi sarò godendo pienamente.
Poiché tu sei tutto bene, tutta gloria, tutto gaudio.
A te conviene la gloria, consustanziale e vivificante Trinità,
venerata, confessata, adorata e servita da tutti i fedeli,
ora e sempre, e per i secoli dei secoli. Amen.
inviato da Qumran2, inserito il 24/05/2007
PREGHIERA
Ho dato un pane a un povero.
Credevo d'essere stato caritatevole; invece era giustizia,
perché io ho tanto pane e lui ha fame.
Ho guidato un cieco per un tratto di strada.
Mi sentivo buono; invece era giustizia,
perché io ci vedo e lui no.
Ho regalato un abito usato ad una povera anziana.
Credevo d'essere stato altruista; invece era convenienza:
gliel'ho dato per disfarmene, a me non serviva più.
Ho gridato a un giovane di andare a lavorare invece di chiedere l'elemosina.
Credevo di dargli una lezione; invece era ingiustizia:
aveva bisogno di lavoro e di rispetto.
Mi sento un buon cristiano, con la coscienza a posto.
Vado a Messa, recito qualche preghiera, non faccio del male a nessuno;
invece sono egoista e ipocrita.
Perché al Signore, che mi dona ogni istante di vita,
riservo solo le briciole della mia giornata,
e ai miei fratelli riservo le briciole dell'amore che egli mi dona...
amorecaritàegoismosuperficialitàconvenienzagratuitàumiltà
inviato da Daniele, inserito il 06/03/2007
PREGHIERA
19. Il sì della mia risposta 1
Angelo Comastri, Arcivescovo di Loreto
Vergine Immacolata,
prendi il sì della mia risposta
alla chiamata dei Signore
e custodiscilo dentro il tuo sì,
meravigliosamente fedele.
Donami la gioia e la speranza
che trasmettesti ad Elisabetta
entrando nella sua povera casa.
Fa' che la passione di salvare
mi renda missionario infaticabile,
povero di mezzi e di cose,
puro e trasparente nei sentimenti,
totalmente libero
per donarmi veramente agli altri.
Rendimi umile e obbediente fino alla Croce
per essere una cosa sola con Gesù,
Dio disceso dal cielo per salvarmi.
O Maria, affido a te tutte le persone
che ho incontrato e che incontrerò
nel viaggio della fede:
illuminaci il cammino,
riscaldaci il cuore,
portaci alla casa e alla festa dell'Amore
che non avrà mai fine.
Amen.
MariaMadonnamissionarietàvocazioneimmacolata
inviato da Qumran2, inserito il 25/10/2006
PREGHIERA
padre Stefano dell'abbazia di Sant'Antimo
Basta! Sono stanco morto, stanco di pensare troppo.
Come un uccello folle la mia testa gira e rigira a vuoto,
e si imbatte nelle griglie dei mille perché della mia vita.
Ci sono troppe domande, e sempre nessuna risposta!
Perché questa vita stereotipata con i minuti che spingono le ore, le ore che spingono i giorni,
i giorni che spingono i mesi, e poi, tutto ricomincia automaticamente?
Qual è il senso della mia vita?
Sarà per lo studio? E poi? Per la laurea? E poi? Per il lavoro? Per il denaro? Per le vacanze? Per la pensione? E poi? E poi? Per il nulla quando si pensava di avere raggiunto il tutto!
Signore, siamo giovani bulimici di avere e anoressici di essere! Appena sono nato, piccolo pargolo,
mi hanno colmato con il prezzo dei loro giocattoli;
mi hanno nutrito sempre preoccupati se ero sazio abbastanza;
mi hanno vestito con magliette e scarpe alla moda;
mi hanno dato tutto perché non mi mancasse niente...
...e adesso sono vuoto, privo di senso,
con una vita piena di avere e povera di essere!
Tu mi hai detto Signore, «una cosa ti manca: vai,
vendi quello che hai e dallo ai poveri
e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi!».
Donami, Signore, la forza per diventare come Francesco:
povero nel suo saio ed estraneo a qualsiasi moda;
pellegrini tranquillo lungo la strada verso l'eternità;
lontano dalla gabbia dorata di una vita comoda;
irradiazione di gioia cibandosi di nulla;
felice, pur essendo privo di tutto;
pazzo, dopo l'incontro con Te senza il quale non si può Essere;
pazzo come lui, per essere me stesso e felice.
vitasenso della vitainterioritàricerca di sensoesterioritàgiovinezzaricerca
inviato da Maddalena Rotolo, inserito il 07/02/2006