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PREGHIERA
Pierbattista Pizzaballa, Lettera alla Diocesi del Patriarcato Latino di Gerusalemme
Signore Dio nostro,
Padre del Signore Gesù Cristo
e Padre dell'umanità intera,
che nella croce del Tuo Figlio
e mediante il dono della sua stessa vita
a caro prezzo hai voluto distruggere
il muro dell'inimicizia e dell'ostilità
che separa i popoli e ci rende nemici:
manda nei nostri cuori
il dono dello Spirito Santo,
affinché ci purifichi da ogni sentimento
di violenza, di odio e di vendetta,
ci illumini per comprendere
la dignità insopprimibile
di ogni persona umana,
e ci infiammi fino a consumarci
per un mondo pacificato e riconciliato
nella verità e nella giustizia,
nell'amore e nella libertà.
Dio onnipotente ed eterno,
nelle Tue mani sono le speranze degli uomini
e i diritti di ogni popolo:
assisti con la Tua sapienza coloro che ci governano,
perché, con il Tuo aiuto,
diventino sensibili alle sofferenze dei poveri
e di quanti subiscono le conseguenze
della violenza e della guerra;
fa' che promuovano nella nostra regione
e su tutta la terra
il bene comune e una pace duratura.
Vergine Maria, Madre della speranza,
ottieni il dono della pace
per la Santa Terra che ti ha generato
e per il mondo intero. Amen
card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, a un anno dal 7 ottobre
guerrapacegerusalemmepalestina
inviato da Qumran, inserito il 02/05/2025
TESTO
2. Famiglia luogo di perdono 1
Non esiste una famiglia perfetta. Non abbiamo genitori perfetti, non siamo perfetti, non sposiamo una persona perfetta, non abbiamo figli perfetti. Abbiamo lamentele da parte di altri. Ci siamo delusi l'un l'altro. Pertanto, non esiste un matrimonio sano o una famiglia sana senza l'esercizio del perdono. Il perdono è vitale per la nostra salute emotiva e per la nostra sopravvivenza spirituale. Senza perdono la famiglia diventa un'arena di conflitto e una ridotta di punizioni.
Senza perdono, la famiglia si ammala. Il perdono sterilizza dell'anima, pulisce la mente, libera il cuore. Colui che non perdona non ha pace nell'anima o comunione con Dio. Il dolore è un veleno che intossica e uccide. Mantenere il dolore nel cuore è un gesto autodistruttivo. Colui che non perdona diventa fisicamente, emotivamente e spiritualmente malato.
Ed è per questo che la famiglia ha bisogno di essere un luogo di vita e non di morte, il territorio della cura e non della malattia, lo scenario del perdono e non della colpa.
Il perdono porta gioia dove il dolore produce tristezza e dove il dolore ha causato la malattia.
Testo erroneamente attribuito a Papa Francesco, non se ne conosce la fonte corretta.
famigliaperdonoimperfezioneaccettazionemisericordiacoppiagenitorifiglimatrimonio
inviato da Qumran2, inserito il 22/03/2018
TESTO
3. 10 punti utili nella vita 3
1) La preghiera non è una "ruota di scorta" che utilizzi quando hai una preoccupazione... ma è il volante che ti dà la giusta direzione per tutta la tua vita (1 Tessalonicesi 5,17).
2) Perché il parabrezza della tua macchina è cosi largo e i retrovisori cosi piccoli? Perché il nostro passato è meno importante del nostro futuro; quindi guarda avanti senza fermarti (Salmo 90,12).
3) L'amicizia è come un libro, prende fuoco in un attimo, ma ci vogliono anni per scriverlo (Proverbi 17,17).
4) Tutte le cose nella nostra vita sono passeggere... Se sono buone approfittane, non rimarranno per sempre, se sono cattive, non preoccuparti non dureranno per sempre (Matteo 12,35).
5) I vecchi amici sono come l'oro! I nuovi amici sono come diamanti! Se trovi un diamante non dimenticarti dell'oro, perché il diamante non regge se non è sostenuto dall'oro (Proverbi 18,24).
6) Spesso quando perdiamo la speranza e crediamo che la nostra vita sia finita, Dio sorride dall'alto e ci dice: "Calmati è solo una curva, non la fine" (Romani 9,33).
7) Quando Dio risolve i tuoi problemi, tu credi in lui. Quando Dio non risolve i tuoi problemi, lui crede nelle tue capacità (Proverbi 3,5-6).
8) Una persona cieca chiede a Dio: "Cosa c'è di peggio che perdere la vista?" Dio risponde: "Perdere la fede" (Giacomo 2,26).
9) Quando preghi per gli altri, Dio ascolta le tue richieste e le benedice, e quando sei in sicurezza e nella gioia, ricordati che qualcuno ha pregato per te (Giacomo 5,16b).
10) Essere preoccupati non ti toglie la preoccupazione di domani, ma ti toglie la pace di oggi (Matteo 6,34).
bibbiafiduciaamiciziafedesaggezzapreghierapreoccupazionipresentepassatofuturo
inviato da Qumran, inserito il 01/12/2017
TESTO
4. Vi auguro di essere eretici 3
don Luigi Ciotti, Congresso nazionale di Slow Food 2014
Vi auguro di essere eretici.
Eresia viene dal greco e vuol dire scelta.
Eretico è la persona che sceglie e, in questo senso è colui che più della verità ama la ricerca della verità.
E allora io ve lo auguro di cuore questo coraggio dell'eresia.
Vi auguro l'eresia dei fatti prima che delle parole, l'eresia che sta nell'etica prima che nei discorsi.
Vi auguro l'eresia della coerenza, del coraggio, della gratuità, della responsabilità e dell'impegno.
Oggi è eretico chi mette la propria libertà al servizio degli altri.
Chi impegna la propria libertà per chi ancora libero non è.
Eretico è chi non si accontenta dei saperi di seconda mano, chi studia, chi approfondisce, chi si mette in gioco in quello che fa.
Eretico è chi si ribella al sonno delle coscienze, chi non si rassegna alle ingiustizie.
Chi non pensa che la povertà sia una fatalità.
Eretico è chi non cede alla tentazione del cinismo e dell'indifferenza.
Chi crede che solo nel noi, l'io possa trovare una realizzazione.
Eretico è chi ha il coraggio di avere più coraggio.
testimonianzacoraggioimpegnoresponsabilitàingiustiziacoerenzagiustizia
inviato da Qumran2, inserito il 21/08/2017
TESTO
5. Essere generosi è mollare la presa
Piero Ferrucci, La forza della gentilezza, Oscar Mondadori 2005
Essere generosi vuol dire vincere l'antica ansia di perdere ciò che possediamo. Vuol dire ridisegnare i nostri confini. Per la persona generosa i confini sono permeabili. Ciò che è tuo - la tua sofferenza, i tuoi problemi - è anche mio: questa è la compassione. Ciò che è mio - i miei possessi, le mie abilità e conoscenze, le mie risorse, il mio tempo, la mia energia - è anche tuo. Questa è la generosità.
Con la vittoria sui livelli antichi dell'inconscio e una ridefinizione dei confini, la generosità provoca in noi una trasformazione profonda. Inutile negarlo: spesso anche la persona più rilassata e gioviale nell'intimo è aggrappata ai suoi averi con tutte le sue forze. Questi muscoli emotivi sono sempre tesi. Ciò che abbiamo, o che crediamo di avere, ce lo teniamo stretto: una persona, una posizione sociale, un oggetto, la nostra sicurezza. E in questo trattenere c'è paura. Siamo come quei bambini, descritti da una parabola buddhista, che su una spiaggia hanno costruito i loro castelli di sabbia. Ognuno ha il suo castello. Ognuno ha il suo territorio. Tutti si sentono importanti: «È mio!», «È mio!». Magari si azzuffano, fanno la guerra. Poi cala la sera, i bambini ritornano alle loro case. Dimenticano i castelli di sabbia e vanno a dormire. Intanto l'alta marea cancella tutto. I nostri monumenti più preziosi sono castelli di sabbia. Vogliamo prenderci veramente così sul serio? La generosità molla la presa, è molto più rilassata.
generositàattaccamentolibertàavariziaschiavitù
inviato da Qumran2, inserito il 21/08/2017
TESTO
Prometti a te stesso
di essere così forte che nulla potrà disturbare la serenità della tua mente.
Prometti a te stesso
di parlare di bontà, bellezza, amore ad ogni persona che incontri;
di far sentire a tutti i tuoi amici che c'è qualcosa di grande in loro;
di guardare il lato bello di ogni cosa e di lottare perché il tuo ottimismo diventi realtà.
Prometti a te stesso
di pensare solo al meglio, di lavorare solo per il meglio, di aspettarti solo il meglio,
di essere entusiasta del successo degli altri come lo sei del tuo.
Prometti a te stesso
di dimenticare gli errori del passato per guardare a quanto di grande puoi fare in futuro;
di essere sereno in ogni circostanza, di regalare un sorriso ad ogni creatura che incontri;
di dedicare così tanto tempo a migliorare il tuo carattere, da non avere tempo per criticare gli altri.
Prometti a te stesso
di essere troppo nobile per l'ira, troppo forte per la paura, troppo felice per lasciarti vincere dal dolore.
vitaserenitàforza interioreottimismosperanza
inviato da Edda Guastalla, inserito il 21/08/2017
PREGHIERA
7. Invocazione dello Spirito 2
Vieni Spirito della fede
E insegnaci a credere fermamente nell'amore di Dio e nella possibilità di vivere come suoi figli.
Vieni Spirito della speranza
E insegnaci a guardare oltre gli ostacoli, e a vivere ogni sfida della vita guidati dalla certezza che sei in noi e ci doni la tua forza.
Vieni Spirito di carità
E insegnaci ad amare Dio con tutto il cuore, la mente e le forze e diventare prossimo di ogni persona che incontriamo, sullo stile di Gesù, servo per amore.
Vieni Spirito della gioia
E insegnaci a riconoscere i segni della presenza di Dio nella nostra vita, e a esultare come Maria che si sente coinvolta pienamente in questa storia di amore.
Vieni Spirito dell'umiltà
E insegnaci che ogni piccolo passo è necessario per arrivare alle grandi mete che ci realizzano come persone e come credenti.
Vieni Spirito della forza
E insegnaci a non prendere paura se i risultati che speriamo non arrivano subito e chiedono anche un po' di sacrificio e sofferenza.
Vieni Spirito della fedeltà
E insegnaci a non abbandonare il cammino che abbiamo iniziato, e a cercare in te, e nella comunità il sostegno nei momenti difficili.
Vieni Spirito della testimonianza
E insegnaci a dare testimonianza del tuo amore, della bellezza di Dio, della gioia che nasce dal Vangelo vissuto giorno per giorno.
Vieni Spirito dell'ascolto
E insegnaci a cercare nelle parole della Bibbia e nelle parole della cronaca il dialogo con Dio e con i fratelli per condividere con tutti la gioia del Vangelo.
Vieni Spirito della festa
E insegnaci a celebrare con gioia e costanza l'incontro con te nella comunità domenicale.
cresimaSpirito Santopentecoste
inviato da Don Remigio Menegatti, inserito il 30/06/2017
PREGHIERA
Eccomi, Signore,
lieto di essere matita nelle tue mani.
Mi tieni amabilmente stretta,
mi fai scivolare sul foglio della vita
per disegnare il nuovo
e lasciare particolari impronte.
Missionaria è la matita toccata dalla Grazia.
Usa pure il tuo affilato temperino,
quando mi fermo nel solito tran-tran.
Aiutami a ridiventare punta fine,
insegnami a sopportare il dolore,
per essere persona migliore
toccata dalla potenza della croce.
Missionaria è la matita toccata dalla Grazia.
Spesso scrivo e disegno
in modo confuso e sbagliato,
coloro e macchio tanto:
gli errori mi sembrano insanabili.
Ti prego, rivoltami,
usami come gomma
che cancella, pulisce, risana,
per essere pronta a ricominciare.
Missionaria è la matita toccata dalla Grazia.
Signore, mi hai voluta mina forte dentro
per lasciare tocchi profondi fuori.
La missione è il mio orizzonte.
Voglio gridare al mondo:
«Dove passo io, guidata dalla tua mano,
nulla è più come prima"»
Missionaria è la matita toccata dalla Grazia.
Fa' che i segni di bene
diventino segnali per strade senza barriere,
curve armoniose per chi ama e osa l'uscire.
Fa' che ogni puntino
sia inizio del cerchio
dell'Abbraccio d'Amore
disegnato dal Padre.
Missionaria è la matita toccata dalla Grazia.
missionecaritàimpegnocollaborazione
inviato da Silvia Arieti, inserito il 20/02/2017
PREGHIERA
Alberto Marvelli, La mia vita non sia che un atto d'amore, pp. 118-122
Dammi, o Signore, un cuore immenso, simile al tuo,
che travolga i limiti della mia persona
e senta palpitare in me il dolore del mondo.
Che sono le mie ansie interessate, i miei meschini interessi,
i miei piccoli peccati in confronto del dolore degli uomini?
Mi vergogno d'aver pregato tanto e richiesto solo per me,
dimentico di tutto e di tutti,
chiuso in un egoismo più abbietto dei vizi più bestiali del corpo!
Perdonami, o Signore!
Come ho potuto cercare la mia perfezione
lungo i sentieri della più gretta avarizia?
Come ho potuto ignorare che misura del crescere è il donare?
Butterò la mia vita, o Signore, per ritrovarla,
e mi prodigherò per voltarmi indietro,
secondo il tuo esempio incompreso e la legge eterna della vita.
Soltanto alla sera, concedi che, stanco, mi ripieghi un attimo a guardarmi;
non per esaurirmi con snervanti introspezioni,
non per tediarti con meschine richieste,
ma per domandarmi severo: "Quanto ho amato oggi?".
E mi accuserò al tuo cospetto, o Signore, d'ogni peccato contro la carità;
poiché il mondo ha bisogno solo d'amore per guarire dalle sue piaghe.
amorecaritàempatiasolidarietàegoismoaltruismo
inviato da Diego De Martino, inserito il 27/12/2016
RACCONTO
Un uomo scendeva ogni giorno nelle viscere della terra a scavare sale. Portava con sé il piccone e una lampada. Una sera, mentre tornava verso la superficie, in una galleria tortuosa la lampada gli cadde di mano e si infranse al suolo. In un primo tempo il minatore ne fu quasi contento: «Finalmente! Non ne potevo più di questa lampada. Dovevo portarla sempre con me, fare attenzione dove la mettevo, pensare a lei anche durante il lavoro. Adesso ho un ingombro in meno. Mi sento più libero. E poi faccio questa strada da anni, non posso certo perdermi». Ma la strada ben presto lo tradì. Al buio era tutta un'altra cosa. Fece alcuni passi ma urtò contro una parete. Si meravigliò: non era quella la galleria giusta? Come aveva fatto a sbagliarsi così presto? Tentò di tornare indietro gettandosi a terra e camminando a carponi, si ferì le mani e le ginocchia. Gli vennero le lacrime occhi quando si accorse che in realtà era riuscito a fare solo alcuni metri e si ritrovava sempre al punto di partenza. E gli venne un'infinita nostalgia della lampada. Attese umiliato che qualcuno scendesse per venire a cercarlo e gli facesse strada con una lampada.
Alcune domande per capire il senso della storia:
Chi rappresenta il minatore? - Ogni uomo che deve attraversare la vita
Che cos'è la lampada? - La Parola di Dio
Che funzione svolge? - Aiuta i cristiani a trovare la strada giusta, ad illuminare la loro vita
Se la Parola non viene letta né ascoltata? - C'è il buio, l'uomo si accorge che da solo non riesce a vivere bene
L'uomo solo, senza Dio, di chi ha bisogno? - Di qualcuno che lo vada a cercare e gli illumini la vita con la Parola.
Altro finale:
Quando, trascinandosi così sulle ginocchia, mise le mani casualmente sulla sua lampada, provò un piacere immenso, come se avesse incontrato la persona più cara al mondo. La baciò come fosse una reliquia e poi l'accese, con cura. Da allora in avanti non sentì più la noia di portarsela dietro!
Parola di DioSacra Scritturalucestrada
inviato da Qumran2, inserito il 27/12/2016
TESTO
11. Misericordia, legge che abita nel cuore di chi guarda con occhi sinceri
Papa Francesco, Misericordiae Vultus, Bolla d'indizione del Giubileo della Misericordia
Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Non cadiamo nell'indifferenza che umilia, nell'abitudinarietà che anestetizza l'animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell'amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l'ipocrisia e l'egoismo.
È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti.
misericordiabontàopere di misericordiavicinanzasolidarietà
inviato da Qumran, inserito il 25/08/2016
ESPERIENZA
12. La tumulazione di un amico 1
La tumulazione di un amico, di un congiunto, di un fratello, del proprio sposo, del proprio padre è un momento straziante perché pone il sigillo definitivo alla visione fisica della persona amata e ci costringe a prendere consapevolezza che non fummo creati per restare sulla terra ma fummo creati per il cielo.
inviato da Anna Marinelli, inserito il 21/02/2016
TESTO
Jean Galot, Il cristiano e la gioia, Città Nuova Editrice, Roma 1988
L'uomo è fatto per entrare in comunione con Dio e solo in questa comunione può trovare la sua felicità più profonda. La scoperta dell'amore deve essere in lui non soltanto il risveglio all'amore per un'altra persona umana, ma all'amore di Dio. In particolare, è solo l'entrata in comunione con Dio che può conferire alla gioia la sua qualità più alta. Naturalmente vi sono diversi gradi di felicità, ma quello più alto si trova nell'avvicinamento dell'uomo a Dio. A tutti gli uomini viene chiesto l'amore totale per il Signore, perché solo con questo possono giungere alla felicità per la quale sono stati creati.Il segreto della gioia umana si trova nel segreto di Dio. Dio ha fatto comprendere all'uomo che l'ha creato per la felicità; gli ha rivelato soprattutto come ha salvato questa felicità e come, mediante l'azione della sua grazia, ha promesso una gioia ben superiore a quella richiesta dalla natura umana per se stessa. Con la sua luce, ha pure distolto l'uomo da tutte le illusioni, da tutte le false apparenze di felicità. Infatti, alla fragilità e alle insufficienze della gioia, come si impongono ad ogni esperienza umana, egli ha risposto con il dono della sua gioia divina. Ha voluto che la propria gioia diventasse quella dell'umanità. Dio ha preso l'iniziativa, nella rivelazione, di mostrare all'uomo il vero cammino della gioia.
gioiafelicitàlucecomunionerapporto con Diopienezzarealizzazione
inviato da Padre Franco Naldi Ofm, inserito il 06/02/2016
PREGHIERA
ACR, Cammino 2006-2007, Appendice 12-14
Non vedo molto bene da vicino, Signore.
Almeno le cose che mi riguardano:
i miei errori, i miei difetti.
Mentre inquadro benissimo quelli degli altri:
per me non ne azzeccano una giusta,
sbagliano sempre.
Per caso, secondo te, ho problemi di vista?
Sarà per questo che non distinguo i contorni,
non capisco chi ha bisogno di me.
Confondo le illusioni con le cose importanti.
Trovo che è più importante
apparire una brava persona
piuttosto che esserlo veramente.
Devo avere anche un po' di strabismo.
Vorrei andare di qua e, invece, vado di là,
seguire il bene e cado nella trappola del male.
Se continuerò così, Signore, perderò del tutto la vista.
È ora che mi regali un paio di occhiali nuovi
che mi facciano inquadrare chi sono io veramente.
Mi aiutino ad accorgermi
di chi mi passa accanto perché lo senta come fratello o sorella.
Mi facciano vedere che chi chiede una mano
non è un peso ma una possibilità
per restituire quanto ho ricevuto da te,
che chi non mi è simpatico
rappresenta un' occasione per dimostrare
che esiste un altro modo di stare con gli altri.
Fai in modo, Signore, che con i tuoi occhiali
io ti veda in ogni azione della mia giornata,
da passare in tua compagnia.
attenzionegiudizionon giudicaresolidarietàegoismoaltruismoaperturachiusura
inviato da Qumran2, inserito il 03/02/2016
TESTO
15. Seguire Gesù irresistibile e compassionevole
Giovanni Paolo II, Omelia, 7 maggio 1990, Città del Messico
Quale meravigliosa "seduzione" emanava la persona di Gesù, che trascinava dietro di sé folle che dimenticavano persino di mangiare per essere accanto a lui ed ascoltare la sua parola!
Quale desiderio irresistibile di avvicinarsi alla fonte della Vita per soddisfare le ansie più profonde del cuore umano!
Che sensibilità ed umanità quelle di Gesù, al quale la predicazione del Regno di Dio non fa dimenticare il bisogno del sostentamento giornaliero di coloro che lo seguono!
buon pastorecompassionepredicazioneattenzione all'altrofamecaritàsolidarietà
inviato da Qumran2, inserito il 03/02/2016
TESTO
16. Occhi per il cieco e piedi per lo zoppo 1
Papa Francesco, Messaggio per la 23a Giornata Mondiale del Malato (11 febbraio 2015)
«Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo» (Libro di Giobbe 29,15).
Nel discorso di Giobbe che contiene le parole «io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo», si evidenzia la dimensione di servizio ai bisognosi da parte di quest'uomo giusto, che gode di una certa autorità e ha un posto di riguardo tra gli anziani della città. La sua statura morale si manifesta nel servizio al povero che chiede aiuto, come pure nel prendersi cura dell'orfano e della vedova (vv.12-13).
Quanti cristiani anche oggi testimoniano, non con le parole, ma con la loro vita radicata in una fede genuina, di essere "occhi per il cieco" e "piedi per lo zoppo"! Persone che stanno vicino ai malati che hanno bisogno di un'assistenza continua, di un aiuto per lavarsi, per vestirsi, per nutrirsi. Questo servizio, specialmente quando si prolunga nel tempo, può diventare faticoso e pesante. È relativamente facile servire per qualche giorno, ma è difficile accudire una persona per mesi o addirittura per anni, anche quando essa non è più in grado di ringraziare. E tuttavia, che grande cammino di santificazione è questo! In quei momenti si può contare in modo particolare sulla vicinanza del Signore, e si è anche di speciale sostegno alla missione della Chiesa.
malatoassistenzasolidarietàcaritàamoregratuità
inviato da Qumran2, inserito il 16/06/2015
RACCONTO
Apoftegmi dei Padri del deserto
Vivevano in una stessa cella due fratelli assai celebrati per la loro umiltà e pazienza. Un po' alla volta, passando gli anni, si erano accomodati il loro nido eremitico in modo perfetto. La cella l'avevano fatta di vinchi e tutta intonacata; attorno poi avevano piantato un bell'orto con rigagnoli d'acqua derivati da una sorgente vicina, che lo mantenevano fresco tutto l'anno e così ricco di erbaggi e di frutti da averne anche da regalare agli altri eremiti. Non mancavano neppure piccole aiuole di fiori e di erbe odorifere che servivano ad adornare il piccolo altare dell'oratorio.
Un giorno un vecchio monaco che aveva sentito parlare delle grandi virtù di questi due fratelli, volle accertarsene di persona: «Andrò a vedere», disse, «se sarà tutto oro o se vi sarà anche del piombo».
Accolto con molta riverenza e fatta orazione, chiese di vedere il giardino. «Venite venite», dissero i due, e vo lo accompagnarono. «Bello bello!», faceva il vecchio arricciando il naso: «anche troppo bello per degli eremiti...» E, preso un bastone, si mise a menarlo con gran furia a destra e a manca, sbattendolo sui cavoli, l'insalata, i cetrioli, i fiori. Pareva impazzito. I due stavano lì a mani giunte a guardarlo, ed ebbero appena il fiato di dire: «O Dio!», ma non aggiunsero altro.
Più tardi, prostratisi ai piedi di quel santo Padre che nel frattempo s'era seduto all'ombra a tergersi il sudore, gli dissero: «Padre, se ti piace, vorremmo andare a cogliere un poco di quel cavolo che c'è rimasto, e così lo cuoceremo e lo mangeremo tutti e tre insieme». Il vecchio non credeva ai propri orecchi: tutto stupefatto, li abbracciò e disse: «Rendo grazie a Dio, perché veramente lo Spirito Santo abita in voi».
fraternitàconcordiapace interiorepazienzaumiltà
inviato da Il Patriota Cosmico, inserito il 09/06/2015
TESTO
Cammina facendo attenzione ai segni.
Non ci sono bussole che indichino da che parte sta Dio,
ma ci sono dei secoli sul cammino.
Il che tuttavia non ti evita di camminare nella notte
e di ferirti incontrando uno spuntone di roccia.
Ma anche nella notte più tenebrosa ci sono delle stelle.
Chi cerca Dio è una persona attenta!
La ricerca di Dio comporta che si rimetta costantemente
in questione la propria esistenza
e che si abbandonino le proprie sicurezze.
Dio lo si incontra al termine di un lungo cammino.
Chi cerca Dio è un nomade!
Gli esploratori senza entusiasmo
non scoprono nulla e soprattutto
non fanno nascere il desiderio di seguirli.
A volte si va avanti vacillando,
ma sempre con la gioia nel cuore,
perché ci si affretta verso colui che attira e seduce.
Chi cerca Dio è un appassionato!
Il mondo deve essere cambiato oggi.
E' oggi, con i compagni di questo momento,
in mezzo alle gioie e alle difficoltà di questo tempo,
con le possibilità che ci sono offerte ora,
che noi dobbiamo intraprendere la grande avventura
per cercare di riportare il mondo a Dio.
Chi cerca Dio appartiene al suo tempo!
Nel cammino fidati di colui che stai cercando!
Anche se tutte le stelle sembrano spegnersi
e tutte le promesse andare a vuoto,
tu sai che Dio non può chiamarti,
ne destare la tua, voglia di esplorare e di trovare,
per abbandonarti, alla fine, nell'oscurità della notte.
Quando sale la nebbia e ti afferrano la paura e il dubbio:
allora, ti resta solo la fiducia in colui che ti ama e ti cerca.
E credere è proprio dare fiducia,
al di là di ogni apparenza contraria.
Chi cerca Dio è fedele!
camminofiduciafedericerca di Dio
inviato da Qumran, inserito il 05/05/2015
PREGHIERA
Credo in Dio che ama ogni persona,
che per essa ha creato ogni cosa
e gli ha affidato la cura del mondo,
per il bene di tutti.
Credo che questo Dio, unico e buono,
desidera svelare a ciascuno
il senso e la gioia di vivere
confidando in tutti
per costruire un mondo migliore,
Credo in Gesù,
liberatore e salvatore di tutti,
morto per vincere il male
e risorto per dare inizio
a nuovi rapporti di fraternità e di giustizia.
Credo nello Spirito Santo,
donato da Gesù per farci crescere
nella fede e nella libertà,
nell'amore e nel servizio,
nel perdono e nell'impegno.
Credo nella Chiesa,
la famiglia di Dio,
segno del suo progetto
di riunire attorno a Gesù tutti i popoli
superando ogni differenza.
Credo che la vita è bella
e ho fiducia nel domani,
perché so di non essere solo,
ma di avere al mio fianco
il Padre, Cristo, lo Spirito Santo
e la Chiesa.
Amen.
inviato da Stefao Zerbini, inserito il 21/01/2015
PREGHIERA
don Mario Giovanni Petruzzelli
Ogni giorno tristi notizie
scuotono le strade del mondo.
Ogni persona che incontriamo
ha sempre da raccontarci una lacrima sofferta.
Siamo tutti con gli occhi rivolti verso un'alba serena,
che però tarda a spuntare.
A noi, tuoi figli, o Signore,
hai affidato il compito di seminare speranza
dove c'è disperazione,
poiché la tua grazia ha posto in noi
il seme fecondo che genera il mondo redento e salvato.
Aiutaci, Signore, ad essere ogni giorno
non diffusori di lacrimogeni,
ma banditori della Buona Novella che, nonostante tutto,
la storia sfocia in un giardino di salvezza,
perché è tenuta saldamente nella tue mani.
inviato da Paola Berrettini, inserito il 29/10/2014
PREGHIERA
21. Signore, fa' ch'io possa vederti negli ammalati 1
Madre Teresa di Calcutta, Something Beautiful for God
Signore amatissimo, fa' ch'io possa vederti oggi e ogni giorno nella persona dei tuoi malati, e servirti curandoli.
Se ti nascondi sotto la figura sgradevole del collerico, dello scontento, dell'arrogante, fa' ch'io possa ancora riconoscerti e dire: "Gesù, mio paziente, quanto è dolce servirti".
Signore, dammi questa fede che vede chiaro, e allora il mio compito non sarà mai monotono, sempre la gioia zampillerà quando mi presterò ai capricci e risponderò ai desideri di tutti i poveri sofferenti...
O Dio, poiché sei Gesù il mio paziente, degnati anche di essere per me un Gesù che ha pazienza, indulgente con i miei errori e che tiene conto dell'intenzione, perché la mia intenzione è di amarti e di servirti nella persona di ogni tuo malato.
Signore aumenta la mia fede (Lc 17,5), benedici i miei sforzi e il mio compito, ora e sempre.
malatoservizio ai malatipazienza
inviato da Maria Grazia Lucca, inserito il 21/02/2014
TESTO
Rivista Concilium 2/2013, pag 157
Il nostro primo compito nell'avvicinarci a un'altra persona, a un'altra cultura, a un'altra religione è di toglierci i calzari perché il luogo a cui ci stiamo avvicinando è sacro. Sennò potremmo ritrovarci a camminare in un altro sogno. Cosa ancor più grave, potremmo dimenticare che Dio era lì prima del nostro arrivo.
missionepresenza di Dioevangelizzazioneculturarispettoaperturaconoscenza
inviato da Fr. Marcellino Pane, inserito il 20/09/2013
RACCONTO
23. Il contadino e la pietra 6
In tempi antichi un re fece collocare una pietra enorme in mezzo ad una strada. Quindi, nascondendosi, rimase ad osservare per vedere se qualcuno si sarebbe preso la briga di spostare la grande pietra che troneggiava in mezzo alla strada.
Alcuni mercanti ed altri sudditi molto ricchi passarono da lì e si limitarono a girarle attorno; altri protestarono contro il re dicendo che non manteneva le strade pulite, ma nessuno di loro provò a muovere la pietra da lì. Ad un certo punto passò un campagnolo con un grande carico di verdure sulle spalle; avvicinandosi all'immensa roccia poggiò il carico al lato della strada per tentare di rimuoverla.
Dopo molta fatica e sudore riuscì finalmente a spostare la pietra, spingendola fino al ciglio della strada. Tornò indietro a prendere il suo carico e notò che c'era una piccola borsa nel luogo in cui prima stava la pietra.
La borsa conteneva molte monete d'oro e una lettera scritta dal re che diceva che quell'oro era per la persona che avesse rimosso la pietra dalla strada. Il campagnolo imparò quello che molti di noi neanche comprendono: "Tutti gli ostacoli sono un'opportunità per migliorare la nostra condizione".
difficoltàopportunitàimpegnoresponsabilità
inviato da Qumran2, inserito il 06/03/2013
RACCONTO
Un giorno un uomo ricco consegnò un cesto di spazzatura ad un uomo povero. L'uomo povero gli sorrise e se ne andò col cesto, poi lo svuotò, lo lavò e lo riempì di fiori bellissimi. Ritornò dall'uomo ricco e glielo diede.
L'uomo ricco si stupì e gli disse:
«Perché mi hai donato fiori bellissimi se io ti ho dato la spazzatura?».
E l'uomo povero disse:
«Ogni persona dà ciò che ha nel cuore».
ricchezzapovertàinterioritàesterioritàgenerositàbellezza interiore
inviato da Qumran2, inserito il 10/11/2012
TESTO
Abbiate fiducia che Dio vi darà il destino migliore per la sua gloria, il migliore per la vostra anima, il migliore per la persona degli altri, poiché voi non domandate altro che questo, poiché tutto ciò che egli vuole voi lo volete, pienamente e senza riserve.
fiducia in Dioabbandono in Dio
inviato da Qumran2, inserito il 11/08/2012
TESTO
26. Sii più gentile del necessario 4
Sii più gentile del necessario, perché qualunque persona incontri sta combattendo la sua battaglia.
In rete la citazione è spesso attribuita a Platone, ma probabilmente è un incrocio tra una frase di J.M. Barrie e un'altra di Ian McLaren.
gentilezzacaritàbontàpregiudiziogiudizioapparenzeinterioritàesteriorità
inserito il 23/07/2012
PREGHIERA
Diocesi di Brescia, Diocesi.brescia.it
Dio Padre,
origine e principio della Sapienza,
tu che ci hai inviato Gesù il Cristo
come unico e solo Maestro
per ogni essere umano
e che ci hai concesso
lo Spirito di Intelletto,
di Scienza e di Consiglio,
aiutaci a comprendere che educare
non è provare, né dimostrare,
ma evocare e lasciar diventare.
Ti preghiamo:
rendici "servi autorevoli",
capaci di fondere nella nostra persona
il minatore che scava le paure,
l'esploratore che segue le stelle,
e il marinaio che tende verso sponde sicure;
concedici di essere "servi inutili",
in grado di valorizzare lo spazio
di ciascuna relazione umana
in cui ogni nostro alunno si realizza
e in cui, scoprendo se stesso,
giunge all'incontro con te;
insegnaci ad agire da "servi umili",
perché i nostri studenti ci vedano
non come dei miti che li abbagliano,
né come padroniche li vincolano,
nemmeno come amici che li lusingano,
ma come saggi compagni di viaggio
che li orientano a guardare
dove si dirigono i loro passi esistenziali
e verso quale pienezza di vita
desiderano camminare.
Donaci di diventare "servi invisibili",
una presenza che sa amarli
senza pretese nel presente,
ma con una speranza per il loro futuro.
Non ci è dato di risolvere
la loro umanità,
ma solo di custodirla perché,
con il loro impegno,
scelgano di renderla
come tu la desideri per loro.
Amen.
educazioneeducatorieducareinsegnantiinsegnaredocenti
inviato da Qumran2, inserito il 24/06/2012
TESTO
Amici della Zizzi, Commento al Vangelo Giovanni 19-31-37
La nostra salvezza è venuta dal cuore trafitto di Gesù. La salvezza del nostro prossimo deve passare attraverso le ferite che infliggeranno al nostro cuore.
Vi siete mai domandati perché ci sono così tanti divorzi? Perché molte persone iniziano a fare volontariato e poi smettono o cambiano direzione? Perché in tanti lasciano la fede? Il motivo alla base di tutto è la paura di farsi male.
Quando tra marito e moglie si crea un malinteso, o non sono d'accordo su qualcosa bisognerebbe parlarne, ma ciò provoca dolore, turbamento, doversi dire cose spiacevoli ed in molti casi si evita. Così accade che da una piccola cosa si vengano a creare brutte situazioni dalle quali è poi difficile uscirne. Se nella rete di un pescatore si forma un piccolo nodo, se non lo si leva subito, darà origine a due piccoli nodi, che a loro volta creeranno quattro piccoli nodi e poi otto ed in men che non si dica diverranno una matassa talmente intricata che la soluzione più veloce diventerà il taglio della rete.
Ma la soluzione c'è ed è molto semplice, ogni nodo che si forma lo si deve togliere con minuziosa pazienza.
In un rapporto, qualunque esso sia, si deve imparare a soffrire per il bene dell'altro e tanto maggiore e duratura è questa sofferenza, maggiore è il bene che all'altro deriverà.
Oggigiorno l'egoismo imperversa e una persona possa sacrificarsi per il prossimo è cosa assai rara da trovare, ma vedete che alone di amore che crea attorno, un alone nel quale anche chi soffre per gli altri troverà la sua pace e la sua gioia.
Gesù morendo sulla Croce ha sofferto ed è nata la fede. Dio soffrendo ogni giorno per noi che siamo suoi figli crea attorno a noi protezione e speranza.
Non facciamo così noi genitori verso i figli? Non siamo disposti a disposti a soffrire, a sacrificarci, a farci trafiggere il cuore per dargli un'opportunità in più?
famigliamatrimoniodivorzioseparazioneamoreproblemisoluzionedoloresacrificio
inviato da Riccardo Ripoli, inserito il 19/06/2012
TESTO
29. Vi lascio la pace, vi do la mia pace 1
Amici della Zizzi, Commento al Vangelo
Quanti significati si danno alla parola "pace".
Fare pace con qualcuno, essere in pace con le persone, pace nel senso di pazientare.
Sono tutte interpretazioni, sfaccettature annacquate di una stessa realtà. Ognuno applica la pace secondo il proprio comodo ed interesse.
Avete presente quando due bambini piccoli litigano per un gioco ed i genitori intervengono obbligandoli a fare pace? Le espressioni su quei volti sono come a dire: "Grrr... faccio pace con te perché mi obbligano, ma appena posso t'accoppo...". Poi per fortuna sono bimbi e non portano rancore.
Ma noi come facciamo? Talvolta per buona creanza o per quieto vivere siamo costretti dalle circostanze a fare pace con qualcuno, ma la vera pace nasce dal cuore, non il contrario.
Se non sentiamo un impeto di rappacificarsi con la persona che a nostro avviso ci ha fatto un torto, non è vera pace.
Come si può pensare di essere perdonati da Dio se non siamo noi i primi a perdonare dal profondo della nostra anima?
La pace, quella vera, ti porta a vivere meglio senza rancori, vendette, accidie.
Se il mondo conoscesse e mettesse in pratica la pace che Gesù ci ha insegnato, non ci sarebbero più guerre.
Prendiamo queste parole del Vangelo per fare le pulizie di primavera dentro di noi. Facciamo mentalmente la lista delle persone contro le quali abbiamo qualcosa e cominciamo a perdonarle dentro di noi, per poi andare con cuore puro e sincero a perdonarle con il nostro sguardo, il nostro sorriso, le nostre parole.
Forse non cambieremo il mondo, ma daremo un insegnamento ai nostri interlocutori che magari lo riporteranno in giro come un buon virus.
inviato da Riccardo Ripoli, inserito il 08/05/2012
PREGHIERA
30. Preghiera dell'animatore "Buon Samaritano" 3
Insegnami, Signore,
a servirmi delle mani
per donare premure e attenzioni
facendomi vicino a chiunque ha bisogno di me.
Insegnami, Signore,
a servirmi bene degli occhi e dell'udito
per vedere e percepire con il cuore
che ogni persona che incontro può essere il mio prossimo.
Insegnami, Signore,
a usare bene la parola avendo sempre nel volto il sorriso,
per portare a tutti "belle parole"
che edificano e fanno crescere.
Insegnami, Signore,
a usare i miei piedi per andare incontro
a quel prossimo "un po' scomodo"
perché tu mi chiedi di amarlo come me stesso.
Aiutami, Signore,
a mettere in pratica il tuoi insegnamenti
e diventerò un animatore dal cuore grande,
un vero compagno di viaggio
per i bambini e ragazzi a me affidati.
Amen.
inviato da Milena Pavan, inserito il 08/05/2012
RACCONTO
Un principe molto ricco decise di costruire una chiesa per tutte le persone che abitavano nel villaggio. Era un bell'edificio elegante, posto sulla collina e dunque ben visibile a tutti. Ma aveva una stranezza: era senza finestre! Il giorno dell'inaugurazione, prima che il sacerdote cominciasse la celebrazione, il principe fece il suo discorso per consegnare il tempio alla comunità. Disse: "Questa chiesa sarà un luogo d'incontro con il Signore, che ci chiama a pregarlo ed a volerci bene. Vi chiederete come mai non sono state costruite finestre. Lo spiego subito. Quando ci sarà una celebrazione ad ogni persona che entra in chiesa, verrà consegnata una candela. Ognuno di noi ha un suo posto. Quando saremo tutti presenti, la chiesa risplenderà ed ogni suo angolo sarà illuminato. Quando invece mancherà qualcuno, una parte del tempio rimarrà in ombra". Gli abitanti di quel villaggio furono molto grati al principe, che oltre ad essere ricco era anche molto saggio.
Ogni cristiano è luce per gli altri, ed ha un suo posto particolare nella comunità.
lucetestimonianzachiesacomunitàimportanza del singolo
inviato da Pozzato Maura, inserito il 06/05/2012
TESTO
32. Come consolare gli afflitti 1
Agata Fernandez Motzo, Mio tutto oltre la morte
Se non trovo altro modo, si può consolare una persona anche col silenzio, con la sola presenza, purché si faccia con amore: basta un sorriso che esprima la dolcezza della comprensione. Meglio se il silenzio è accompagnato dalla preghiera del cuore. In questo caso forse mi sarà suggerita anche qualche parola. Da chi? Dallo Spirito Santo, che è il vero Consolatore.
consolazionesilenzioascoltocondivisioneempatiasofferenzadolore
inviato da Agata Fernandez Motzo, inserito il 09/04/2012
PREGHIERA
Sarai beato se accoglierai la luce e il buio che convivono dentro te,
se busserai alla porta di chi sta soffrendo,
se conterai lentamente sino a dieci prima di sbottare,
se deporrai l'arma della vendetta,
se eviterai le discussioni inutili,
se farai felice almeno una persona al giorno,
se porterai buon umore attorno a te,
se inizierai per primo a dare il buon esempio,
se lavorerai con passione e precisione,
se ti metterai qualche volta nei panni degli altri,
se offrirai sempre una possibilità a chi ha sbagliato,
se penserai prima di parlare,
se non ricambierai il male con il male,
se rispetterai chi è diverso da te e dalle tue idee,
se scoprirai nelle persone il lato migliore,
se vivrai ogni giornata come se fosse la tua unica occasione per dare il meglio di te.
Se vivrai così, sarai beato,
non avrai vissuto inutilmente
e sarai ricordato con amore.
beatitudinifelicitàgioiavitasenso della vitasperanza
inviato da Don Angelo Saporiti, inserito il 07/04/2012
TESTO
Vive ed opera nel mondo,
ma non appartiene al mondo.
È figlio di uomini,
ma ha l'autorità di renderli figli di Dio.
È povero,
ma ha il potere di comunicare ai fratelli ricchezze infinite.
È debole,
ma rende forti i deboli col pane della vita.
È servitore,
ma davanti a lui si inginocchiano gli Angeli.
È mortale,
ma ha il compito di trasmettere l'immortalità.
Cammina sulla terra,
ma i suoi occhi sono rivolti al cielo.
Collabora al benessere degli uomini,
ma non li distoglie dalla meta finale che è il Paradiso.
Può fare cose che neppure Maria e gli Angeli possono compiere:
celebra la S. Messa e perdona i peccati.
Quando celebra ci sovrasta di qualche gradino,
ma la sua azione tocca il cielo.
Quando assolve rivela la potenza di Dio
che perdona i peccati e ridona la vita.
Quando insegna propone la Parola di Gesù:
«Io sono la Via, la Verità e la Vita».
Quando prega per noi il Signore lo ascolta,
perché lo ha costituito "Pontefice", cioè ponte di collegamento fra Dio e i fratelli.
Quando lo accogliamo
diventa l'amico più sincero e fedele.
È l'uomo più amato e più incompreso;
il più cercato e il più rifiutato.
È la persona più criticata,
perché deve confermare con il suo esempio l'autenticità del messaggio.
È il fratello universale,
il cui mandato è solo quello di servire, senza nulla pretendere.
Se è santo, lo ignoriamo;
se è mediocre, lo disprezziamo.
Se è generoso, lo sfruttiamo;
se è "interessato", lo critichiamo.
Se siamo nel bisogno, lo assilliamo;
se vengono meno le necessità, lo dimentichiamo.
E solo quando ci sarà sottratto comprenderemo
quanto ci fosse indispensabile e caro.
sacerdotesacerdoziopreteanno sacerdotalepresbitero
inviato da Qumran2, inserito il 30/01/2012
TESTO
35. Perché complicarsi la vita? 2
Ti manca una persona? Chiamala.
Vuoi vedere una persona? Invitala.
Vuoi che le persone ti comprendano? Spiegati.
Hai delle domande? Falle.
Qualcosa non ti piace? Dillo.
Qualcosa ti piace? Affermalo.
Vuoi qualcosa? Chiedi.
Ami qualcuno? Diglielo.
Nessuno saprà cosa ti passa per la mente. È meglio esprimerlo piuttosto che aspettarselo.
Hai già dei "no", prenditi il rischio di un "sì".
Noi abbiamo questa vita... Rendiamola semplice!
semplicitàfranchezzaaperturacoraggiodialogoesprimersichiusura
inviato da Qumran2, inserito il 08/01/2012
PREGHIERA
36. Preghiera per il dono del battesimo
Don Angelo Saporiti, Commento al battesimo
Signore,
voglio ringraziarti per il mio Battesimo.
Con il Battesimo non sono diventato più bravo,
più santo, più intelligente, più religioso,
rispetto a chi non l'ha ricevuto.
Quante persone non battezzate
sono più cristiane di tanta gente che va a messa ogni domenica...
Anche a loro, tu, Signore, sei vicino
e li ami come ami me.
Anche loro sono tue creature, tuoi figli,
sono una parte di te, un tuo seme nel mondo.
Anche loro respirano la stessa aria che respiro io,
affrontano gli stessi miei problemi quotidiani,
vorrebbero essere felici e avere la salute,
piangono quando muore una persona cara...
La differenza tra chi non è battezzato e chi lo è
non sta nelle cose della vita,
ma nel come si fanno le cose della vita.
La differenza non sta nel vivere,
ma per chi si vive.
Per me che sono battezzato,
la vita ha senso se mi spendo per te,
se vivo per te, se mi fido di te,
riconoscendoti presente in me e negli altri,
affrontando ogni giornata pensando che tu ci sei,
sentendo la tua presenza amica che guida questo mondo,
guardando la realtà e la gente con i tuoi occhi,
cercando l'eternità in ogni gesto d'amore che do
e che ricevo.
Per me che sono battezzato,
la vita ha una direzione:
la tua, Signore.
Grazie per il mio battesimo!
inviato da Don Angelo Saporiti, inserito il 13/12/2011
TESTO
Don Angelo Saporiti, Commento all'Avvento
Tu verrai, Signore. E io lo so.
Sento che la mia attesa non sarà inutile.
In questo tempo tu Signore, mi dici:
"Figlio mio, resta vivo!
Guarda il cuore delle cose e delle persone e non fermarti all'apparenza.
Resta vivo, figlio mio!
Nelle mille cose che fai, trova il tempo di ascoltare cosa provi e cosa senti.
Resta vivo!
Pensa con la tua testa e segui la tua strada, non quella degli altri.
Resta vivo!
Non cedere mai all'odio, alla vendetta e prova ancora a meravigliarti per ciò che ti circonda.
Resta vivo!
Rialzati sempre dopo ogni delusione e dona ali ai tuoi desideri di infinito.
Resta vivo!
Coltiva in te la gioia e non permettere mai alla sofferenza di cancellare la fede.
Resta vivo!
Continua a credere che ogni persona ha in sé un seme di bontà e che vale la pena lottare per un mondo migliore.
Resta vivo, figlio mio!
Resta attaccato alla sorgente della Vita.
Resta unito a me, che sono il tuo Dio, tuo Padre.
Io non ti lascerò mai solo".
avventovitavivereforzaperseveranzacoraggiosperanza
inviato da Don Angelo Saporiti, inserito il 11/12/2011
TESTO
Dio, nella sua estrema saggezza, osservando l'uomo, notò che oltre alla moglie, ai genitori e ai figli necessitava di qualcun altro per completare la sua felicità ed allora Egli decise di creare un tipo molto speciale. E per raggiungere lo scopo si propose di unire alcune buone qualità per formare questa persona molto speciale.
Egli unì la pazienza, la comprensione, l'affetto e l'amore che sono tipici della madre.
Adattò un po' di determinazione, di forza e di decisione estratti del padre.
E vedendo che ancora mancava qualcosa mescolò, con tutto quello, la purezza, la spontaneità, l'allegria, l'irriverenza e la sincerità dei bambini.
Per dare il tocco finale, egli aggiunse la pazienza e la moderazione dei nonni.
Da tutto questo emerse un qualcuno molto speciale, importante e fondamentale nella vita di tutti noi.
Da tutto quel miscuglio di buone qualità, da tutto ciò che è buono, creò l'Amico.
inviato da Giovanna M., inserito il 10/11/2011
RACCONTO
39. I quattro figli e il giudizio frettoloso 1
Un uomo aveva quattro figli. Egli desiderava che i suoi figli imparassero a non giudicare le cose in fretta, per questo, invitò ognuno di loro a fare un viaggio, per osservare un albero, che era piantato in un luogo lontano. Il primo figlio andò là in Inverno, il secondo in Primavera, il terzo in Estate, e il quarto, in Autunno. Quando l'ultimo rientrò, li riunì, e chiese loro di descrivere quello che avevano visto.
Il primo figlio disse che l'albero era brutto, torto e piegato.
Il secondo figlio disse invece che l'albero era ricoperto di gemme verdi e promesse di vita.
Il terzo figlio era in disaccordo; disse che era coperto di fiori, che avevano un profumo tanto dolce, ed erano tanto belli da fargli dire che fossero la cosa più bella che avesse mai visto.
L'ultimo figlio era in disaccordo con tutti gli altri; disse che l'albero era carico di frutta, vita e promesse.
L'uomo allora spiegò ai suoi figli che tutte le risposte erano esatte poiché ognuno aveva visto solo una stagione della vita dell'albero. Egli disse che non si può giudicare un albero, o una persona, per una sola stagione, e che la loro essenza, il piacere, l'allegria e l'amore che vengono da quella vita può essere misurato solo alla fine, quando tutte le stagioni sono complete.
Se rinunci all'inverno perderai la promessa della primavera, la ricchezza dell'estate, la bellezza dell'Autunno. Non lasciare che il dolore di una stagione distrugga la gioia di ciò che verrà dopo. Non giudicare la tua vita in una stagione difficile. Persevera attraverso le difficoltà, e sicuramente tempi migliori verranno quando meno te lo aspetti! Vivi ogni tua stagione con gioia.
frettagiudizionon giudicareperseveranzadifficoltàsperanzafiducia
inviato da Qumran2, inserito il 16/10/2011
TESTO
40. Il povero, giocattolo da accudire? 1
Ernesto Olivero, Per una Chiesa Scalza, pag. 37
Nella nostra fantasia malata, il povero è un giocattolo da accudire di tanto in tanto; in qualche momento emotivo diciamo di voler spendere la vita per lui, perché pensiamo che non è giusto essere poveri. Ma quando tu lo conosci nella realtà, t'accorgi che a volte il povero ti disturba, è scostante, puzza, è maleducato...; ti accorgi che, anche lui come te, pretende di mangiare ogni giorno, di dormire la notte in un letto, di vestire come te, di mandare i suoi figli a scuola... Vuole essere proprio una persona come te, come noi... E questo povero è diverso da quello dei nostri sogni!
povertàpoverocondivisionesolidarietà
inviato da Flavio Baldi, inserito il 20/01/2011
TESTO
François Garagnon, Joy e la ricerca della felicità, ed. Paoline 2008
La nuova collezione che farò sarà una collezione di sorrisi.
In questo caso è sicuro, non ci sono ombre; solo luce.
Mi è capitato una volta per strada così:
mi sono resa conto che, dietro ai volti chiusi, ci sono cuori che chiedono soltanto di aprirsi.
E un sorriso è come una porta che si apre.
Improvvisamente ho trovato il mondo talmente magnifico che ho sorriso alla prima persona che ho incontrato.
Ebbene, sai cosa?
Anche lei mi ha sorriso.
E il mondo è diventato ancora più magnifico!
Allora ho continuato a sorridere ad un altro sconosciuto, poi ad un altro,... e ad un altro ancora.
Ed ogni volta era come se mettessi la spina
e accendessi una nuova piccola luce.
Avevo l'impressione, continuando così,
di poter illuminare il mondo intero, a tutti i livelli!
In quei momenti, sento un amore folle
che mi attraversa come una dolce violenza.
inviato da Claudio G., inserito il 03/09/2010
TESTO
Ti ho visto fare il girotondo con quei bambini, sulla spiaggia.
Ti ho sentito nel mare, nel vento.
Ti ho guardato, crocefisso, con le braccia aperte per un abbraccio universale.
Ti ho perso, chiedendomi dov'eri, davanti alla foto di un bimbo di 5 anni, dilaniato dallo scoppio di una mina.
Ti ho chiesto perché gli uomini non ascoltano la tua voce, il tuo richiamo incessante.
Ti ho parlato, sperando di avere una risposta.
Ti ho urlato tutto il mio dolore e la rabbia, quando è morto mio nonno.
Ti ho sfidato dicendoti: «Tanto tu stai lassù!»
Ti ho chiesto aiuto, perché la mia fede è in crisi.
Ti ho sussurrato la mia gioia, in tutti i momenti belli.
E tu...
...mi hai sorriso attraverso gli occhi dei bambini.
...mi hai ascoltata quando andavo verso il mare, nel vento, per stare con te.
...mi hai guardata dalla croce, donando il tuo sangue anche per me.
...mi osservavi e piangevi insieme a me per ogni morte innocente.
...mi hai spiegato che l'uomo è libero di fare le sue scelte, nel bene e nel male; libero anche di non ascoltarti.
...mi hai parlato, ma ti sei accorto che adesso ero io a tapparmi le orecchie.
...mi hai fissata, comprendendo fino in fondo alla mia anima il dolore di aver perso una persona amata.
...mi hai perdonato con un abbraccio la mia presunzione e mi sono resa conto che non c'è stato un attimo della mia vita in cui tu mi abbia lasciata sola.
...mi hai aiutata non in un solo modo, ma in 100 modi diversi.
...mi hai sussurrato la tua gioia per tutti i miei momenti belli.
Mi hai amata...
rapporto con Diopresenza di Diolibertàaperturaamore di Diosilenzioascoltochiusura
inviato da Cristina Carmagnola, inserito il 14/08/2010
PREGHIERA
O catechista,
mio catechista,
non farmi diventare
antipatico Gesù.
Mio catechista,
da quello che sento dire,
Gesù dovrebbe essere stato
grandissimo, fortissimo,
ganzissimo,
ma quando me ne parli tu,
mi annoio,
non riesco ad interessarmi,
non rimango affascinato.
Anzi, mio catechista,
a essere sincero,
quando mi parli di Gesù
mi viene da pensare
a una persona lontana,
noiosa,
che non gli sta bene niente
di quello che piace a me..
O catechista,
mio catechista,
ti prego: fa' di tutto
per farmi conoscere Gesù.
Se è vero che ha cambiato
la storia,
che dopo di lui niente
è più come prima,
Gesù deve essere stato,
davvero,
grandissimo, fortissimo,
ganzissimo.
Mio catechista,
io non so cosa devi fare
per riuscire in quello
che ti chiedo.
Ma so che ci devi riuscire.
Perché se Gesù
è grande, è unico,
come sento dire,
io non posso annoiarmi
a sentire parlare di lui.
O catechista,
mio catechista, ti prego:
fammi innamorare di Gesù.
inviato da Stefano Foschi, inserito il 11/08/2010
TESTO
Madre Speranza di Gesù, Come un Padre e una tenera Madre
Che cosa dobbiamo fare per incontrarci con Dio?
Per incontrarci con Dio non è necessario che ci affatichiamo molto, andando di qua e di là: Egli si trova molto vicino a noi ed anche dentro di noi.
Si trova molto vicino a noi, perché è presente in tutte le creature che ci circondano; si trova dentro di noi perché la nostra persona può diventare un Tabernacolo vivente, se invitiamo il Signore a rimanere con noi, con la certezza che egli vi resterà e prenderà dimora nel nostro povero e misero cuore.
Quanta fiducia può infondere il pensiero che per quanto siano dure le prove, le tentazioni, le croci, le fatiche per le quali dobbiamo passare, possiamo essere certi che è con noi il Signore, Lui che è onnipotente, al quale niente resiste!
Dobbiamo essere persuasi che il Signore vive in noi come un intimo amico.
Egli sa che, da soli, non possiamo coltivare la vita soprannaturale, né camminare nella santità; perciò opera insieme a noi come il più valido collaboratore, supplendo, istante per istante, con la sua grazia alla nostra impotenza.
Abbiamo bisogno di luce per penetrare nella verità della fede?
Invochiamolo! Egli, l'Autore della luce, illuminerà la nostra intelligenza.
Abbiamo bisogno di risolutezza e coraggio per far fronte ai nostri impegni? Egli ci darà le energie soprannaturali che ci sono necessarie per compiere tutto secondo i suoi desideri.
Ricorriamo a lui che ci sta aspettando per darci aiuto e forza.
Non c'è cosa più grande e più dolce che amare il nostro Dio.
Questo amore procura una grande pace all'anima; pace che cresce se siamo profondamente persuasi che il nostro Dio abita in noi con paterna sollecitudine.
La persona che ama il Signore è felice e gode continuamente della sua presenza.
Ha compreso che per trattare con lui non c'è bisogno di muovere neppure un passo, poiché il Signore dimora e vive dentro di lei.
inabitazione di Diorapporto con Diograziavita di grazia
inviato da M. Lucia Lisci, inserito il 09/12/2009
PREGHIERA
Rivista Papa Giovanni
O Signore,
aiutaci a non disprezzare mai
nessun uomo,
a vedere in tutti il bene e non il male
e i valori assoluti
di cui ciascuno è portatore
perché è una persona.
Se tu ci presterai i tuoi occhi,
avremo la misura esatta
di quello che vale ogni persona:
i tuoi occhi vedono
in ogni nostro fratello
uno per cui Dio ci ha donato la vita.
accoglienzapreghierainterioritàamorefratellanzanon giudicare
inviato da Mario Varano, inserito il 08/12/2009
TESTO
46. Un pensiero per gli ultimi
Un pensiero per gli ultimi, per gli invisibili.
Per chi lo trascorrerà sotto i ponti
nelle corsie degli ospedali in cerca di ricovero
sulle strade, in servizio, di turno al 118,
ai vigili del fuoco
agli stambecchi affamati, ai bimbi abbandonati nei cassonetti
alle madri che hanno deciso di abortire
a chi ha deciso di trascorrerlo in sobrietà
a chi lo trascorrerà da solo
a quanti hanno perduto da poco una persona cara
a quanti aspettavano un invito che non è arrivato
a quanti lavorano nelle mense caritative
agli immigrati, ai carcerati
che non potranno abbracciare i figli
a chi non crede, a chi non spera più
a chi non ha mai cominciato a sperare
ai vecchi abbandonati come fardelli inutili nelle case di riposo
alle mamme che stanno partorendo
a quanti stanno morendo
a chi comincia solo oggi a vivere
a chi vorrebbe morire proprio oggi,
a me, a te, poeta coltivatore di sogni
inguaribile Pierrot con lo sguardo rivolto alla luna
cercatore di stelle sui prati del cielo
seminatore di briciole ai passeri affamati
tessitore di emozioni col filo lucente della parola
spoletta di luce
che mira a raggiungere il cuore dell'uomo
abbagliandolo di stupore semplice
col fiore d'amore
che sboccia in tutte le stagioni
quasi fosse primavera sempre e non solo a natale.
Buon natale amico mio
ecco qualche parola
prendila, è tua.
inviato da Anna Marinelli, inserito il 08/12/2009
PREGHIERA
Signore, tutti urlano!
Aiutami...
Ad abbassare il tono della mia voce.
A trovare il silenzio dentro e fuori di me.
Ad ascoltare le parole appena sussurrate.
A sentire il profumo di un fiore appena sbocciato.
A discernere il bene dal male.
Ad usare sempre parole buone.
A benedire e non a maledire.
A comprendere i sogni e i desideri nascosti nel cuore della gente.
Ad inginocchiarmi davanti al tuo Santissimo Corpo.
Ad essere un uomo dalle mani dure ma dal cuore buono.
A riconoscere sempre i miei errori.
A togliere l'orgoglio dalla mia vita.
A portare ogni giorno la mia croce.
A riconoscerti nel volto di ogni persona.
Ad amare mia moglie di un amore eterno e sempre nuovo.
Ad accettare che i miei figli non sono "cosa mia".
Ad essere in ogni luogo espressione della tua felicità.
Aiutami, Signore, a riconoscere sempre la tua voce.
Amen.
vitasilenziodelicatezzaascoltoserenitàtranquillitàumiltà
inviato da Adolfo Rebecchini, inserito il 07/12/2009
ESPERIENZA
Ognuno pensa a modo suo, ognuno prende la via che più gli piace e nessuno si ferma un attimo per riflettere. Il Signore ha detto: non siete del mondo, ma vivete nel mondo guardando sempre verso l'alto. Il nostro obiettivo è sbagliato, guardiamo sin troppo i giochi del mondo e siamo interessati nei suoi divertimenti. Noi figli del Dio vivente cosa abbiamo dentro di noi: la sete per Dio o la sete per il mondo?
Lavoravo nella missione in India, ogni tanto andavo dai confratelli per gli incontri. Un giorno pieno di sole mentre tornavo dalla missione salì sull'autubus un ragazzo con un secchio pieno di bevande fresche e cominciò a parlare: Amici miei, dissetatevi! Ho bevande fresche per tutti. Ci invitava a prendere qualcosa, ma nessuno ne voleva. Scendendo dall'autobus diceva a se stesso, nessuno ha sete. Sono belle queste parole: nessuno ha sete. Se qualcuno avesse avuto sete sicuramente avrebbe comprato una bibita o qualcosa di fresco. Nessuno aveva sete e quindi nessuno voleva comprare niente.
Questo succede anche nei confronti di Dio, se una persona non ha sete di Dio non lo cerca, non va da Dio. E' chiaro che andrà altrove a cercare le cose che possono dissetare la sua sete. Quando cominciamo un cammino di fede dobbiamo avere la sete di Dio. Il mondo di oggi può mettere davanti a noi tante cose che possono dissetare la nostra sete, ma la cosa importante è quella di avere sete di Dio e salvare la nostra anima.
inviato da Sebastian Kachapilly, inserito il 05/12/2009
PREGHIERA
Guido Novella, Con Maria in attesa del Signore, Editrice Elledici
La nostra vita,
Signore, è fatta di attesa:
attendiamo una notizia, una persona,
un evento.
Attendiamo perché siamo vivi,
incapaci di accontentarci del nostro oggi;
desiderosi di superarci per essere nuovi,
gioiosi di divenire, in futuro,
quelli che ora non siamo.
Nuova abitazione in terra nuova aspettiamo
dove giustizia e pace regneranno.
I nostri desideri inappagati,
sincere speranze di vita piena,
troveranno rifugio nel tuo cuore di Padre.
Compi, Signore, la nostra fervida attesa!
Le tue promesse sono le nostre speranze, Padre.
Hai mandato Gesù Cristo
e ancora aspettiamo il Salvatore.
Troviamo in lui morto e risorto la gioiosa notizia che tu vinci la morte.
Alla sua venuta,
debolezza e corruzione svaniranno.
Gioiosi cammineremo con Cristo
verso di te.
L'impegno per il mondo,
le conquiste della scienza,
l'infaticabile lavoro, il progresso umano;
l'attesa operosa
di un mondo migliore preparano, o Padre,
la venuta di Cristo;
fraternità, libertà, bontà,
ogni conquista umana
sono l'annuncio del tuo dono più pieno.
Vergine in attesa,
donaci il coraggio di saper aspettare;
aperti al futuro, ma laboriosi nel presente.
Santa Maria,
promessa compiuta del nostro domani,
attendi con noi Gesù Salvatore!
MariaVergineAvventoattesaNovenaImmacolata
inviato da Francesco De Luca, inserito il 25/11/2009
TESTO
Sedulio, Carmen Paschale (II, 48-67)
Quale luce nuova sul mondo, quale grazia per tutto il cielo! Quale fu quel fulgore, quando Cristo uscì dal ventre di Maria, in uno splendore nuovo!
Egli era come uno sposo esultante del suo glorioso talamo, bello di una bellezza attraente al di sopra di quella degli uomini, nelle belle labbra del quale, tra il raggiare della persona, è diffusa una grazia soave.
O pietà premurosa! Perché il giogo servile non ci tenesse sotto il dominio del peccato, il sommo Signore prese membra servili, ed egli che dalla prima origine del mondo veste dei suoi doni tutte le cose che nascono, non ebbe vestimento che i poveri stracci di cui fu coperto; e quello che non riescono a contenere né l'onda agitata del mare tempestoso né tutto il suolo della terra né la spaziosa reggia dell'immenso cielo, stette tutto intero nel corpo di una vergine e - lui Dio! - giacque in una piccola greppia.
Salve, santa madre, che hai partorito un re, il quale governa per i secoli il cielo e la terra, e il cui nume e il cui potere, abbracciata ogni cosa in un eterno cerchio, dura senza fine; tu che, avendo nel ventre beato i gaudi della madre insieme con l'onore della verginità, sei apparsa non aver l'eguale né tra le donne precedenti né tra quelle future: tu sei la sola donna, unica e senza esempio, che sia piaciuta a Cristo!
inviato da Qumran2, inserito il 24/11/2009
TESTO
51. Trucco di bellezza (per la tua anima) 1
- Per avere labbra attraenti, pronuncia parole di tenerezza.
- Per avere occhi preziosi, cerca quello che c'è di buono nella gente.
- Per avere una silhouette snella, condividi il tuo cibo con chi soffre la fame.
- Per avere bei capelli, lascia che un bambino passi le sue dite tra di essi una volta al giorno.
- Per avere una buona posa, cammina sapendo che non cammini mai sola.
- La gente, molto più che le cose, deve essere restaurata, rivissuta, reclamata e redenta; non rifiutare mai nessuno.
- Ricorda sempre che una mano che ti aiuta la trovi sempre all'estremo del tuo braccio.
- Man mano che invecchi, scoprirai di avere due mani, una per aiutare te stesso e l'altra per aiutare gli altri.
- La bellezza di una persona non sta nei vestiti che porta, la figura che ha o come si pettina.
- La bellezza di una persona deve essere cercata nei suoi occhi che sono la porta di accesso al suo cuore, il posto dove risiede l'amore.
- La bellezza di una persona non sta nei tratti del suo viso, la sua vera bellezza si riflette nella sua anima. Sta nell'attenzione che dà con amore, nella passione che mostra.
- La bellezza di una persona aumenta col passare degli anni.
bellezzainterioritàesteriorità
inviato da Don Stefano Rocca, inserito il 11/10/2009
TESTO
52. I dieci comandamenti laici 1
1. Domina la tua lingua. Dì sempre meno di quello che pensi.
2. Rifletti... prima di fare una promessa e di non rispettarla dopo, non importa quanto ti costa compierla.
3. Mai.... Non lasciarti mai sfuggire l'occasione di dire qualcosa di incoraggiante ad una persona, o qualcosa di buono su di lei.
4. Interessati... alle persone che ti circondano, alle loro famiglie, ai loro focolari, ai loro sogni. Stai con coloro che ridono sanamente e conforta quelli che piangono.
5. Sii allegro. Ridi delle buone storie ed impara a raccontarle. Trasmettere allegria è un dono che tutti possiamo fare.
6. Conserva... una mente aperta per tutte le cose. Ricorda che non ci sono verità assolute. E che è una virtù poter divergere pur conservando l'amicizia di chi si oppone alle nostre idee.
7. Lascia... che le tue virtù parlino da sé e rifiuta di parlare delle debolezze e degli errori altrui. Condanna la mormorazione, soprattutto quella malintenzionata.
8. Fa'... attenzione alla suscettibilità dei molti. E' più facile ferire che riparare dopo.
9. Non... fare caso alle chiacchiere sulla tua persona. Vivi in modo che nessuno possa dare loro credito e finiranno per essere dimenticate.
10. Non... essere eccessivamente geloso dei tuoi diritti. Ma lavora, abbi pazienza, conserva la calma, credi in te stesso, sii fermo e riceverai la tua ricompensa.
"Il passo del tempo deve essere una conquista e non una perdita".
inviato da Don Stefano Rocca, inserito il 11/10/2009
RACCONTO
53. Perché le persone gridano quando sono arrabbiate 3
Un giorno un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?".
"Gridano perché perdono la calma", rispose uno di loro.
"Ma perché gridare, se la persona è vicina?", disse nuovamente il pensatore.
"Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti", replicò un altro discepolo.
E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?".
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che, quando due persone sono arrabbiate, i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E, quando l'amore è più intenso, non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano!".
Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete, non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare".
amoreaffettodistanzavicinanzaascoltodialogovocecoppiamatrimoniosposicomunicarecomunicazioneurlaurlare
inviato da Massimo Fasanaro, inserito il 22/06/2009
PREGHIERA
Antonio Merico, Parola Pregata, preghiere per l'anno liturgico A
O Trinità beata,
un solo Dio e un solo Signore,
non nell'unità di una sola persona
ma nella trinità di una sola sostanza.
Noi adoriamo l'unità della natura,
la trinità delle persone,
l'uguaglianza della maestà divina.
Seguire te è lasciarsi guidare dall'amore,
perché tu sei l'amore;
seguire te è uscire dalle tenebre
per passare alla luce della verità.
Fede in te è dar credito
all'esperienza di Gesù,
riconoscerlo come venuto e voluto da te.
Noi siamo tabernacolo vivente
quando ti lasciamo inabitare nel nostro cuore
e più che capire ti contempliamo
lasciandoci da te amare.
Donaci di far conoscere il tuo amore operante
nella storia degli uomini.
Vedi vangelo: Gv 3,16-18
inviato da Titti Scianaro, inserito il 17/06/2009
PREGHIERA
Fa', o Signore,
che io possa diventare
una persona grande,
non solo perché sto crescendo
o perché, forse, diventerò importante...
ma fa' che io possa essere grande
perché capace di amare come te.
Come faccio, Signore
ad imparare ad amare così?
Dove sei per insegnarmelo?
I catechisti mi hanno spiegato
che sei nell'Eucaristia
e la mia nonna dice anche
che ti incontra quando prega.
Io credo che sia vero, se no,
perché ritornare a messa ogni domenica
se non c'è un incontro speciale?
E come farebbe la nonna
ad avere un cuore così grande,
da contenerci tutti,
se non bisbigliasse con te ogni giorno?
Ma io?
Dove sei per me, ora che sono piccolo?
Per capire come mi vuoi bene
vorrei essere abbracciato da te
come fa spesso la mamma
e vorrei anche che,
come il papà ,
mi spiegassi le cose dei grandi.
E' chiaro che loro,
qualche volta, ti hanno incontrato.
Io me ne sono accorto...
Ecco Signore, ho trovato:
facciamo che, quando ti incontrano,
lo spieghi bene a papà e mamma
e così imparo da loro?
genitorifigliricercacomprensione
inviato da Marilena Bertossi, inserito il 05/06/2009
TESTO
56. Madre Teresa di Calcutta e il lebbroso
Una volta un giornalista americano vedendo Madre Teresa che accudiva un lebbroso disse: "Non farei quel lavoro neppure per un milione di dollari!". E lei rispose: "Neppure io".
La grandezza della nostra vocazione sta nel fatto che siamo chiamate a servire Cristo stesso nelle dolorose sembianze del povero e del sofferente. Siamo chiamate tutti i giorni, come il prete durante la Messa, a toccare con mano il corpo di Cristo sotto forma dell'umanità sofferente, e dare Gesù a tutti coloro con i quali veniamo in contatto, diffondendo la fraganza del suo amore ovunque noi andiamo.
Possa ognuno di noi vedere Gesù Cristo nella persona del povero. Più il lavoro o le persone sono ripugnanti, tanto più grandi devono essere la nostra fede, il nostro amore il nostro gioioso e devoto servizio al Signore nelle dolorose sembianze del povero.
inviato da Elena Calvini, inserito il 02/06/2009
TESTO
All'improvviso nella vita incontri una persona che ti corrisponde e dici: ma che cos'è questo? E scopri che è amicizia cristiana.
Allora quando stai con l'altro scopri che non siamo più due ma siamo in tre, io tu e Cristo.
Che bella questa amicizia, perché eterna diventa, e tu sai che quella persona è per te e tu sei per lei, di tutto gli puoi parlare, tutto puoi condividere, gioie e dolori, attese e speranze.
E quando questa ti offende, perché è piccola e debole, c'è sempre il perdono che l'amicizia riconferma, perché tu sai che chi ti unisce a lei fa proprio così con te; e quando cadi ogni volta ti rialza e ti fa persona nuova.
L'amicizia cristiana scoprire ti fa, con stupore ed emozione, che tu con l'altro per sempre sarai, e ti separerai solo per un breve tempo.
E al risveglio tu la rivedrai e prendendola per mano la gioia senza fine con lei condividerai.
E ogni giorno insieme ringrazieremo quel Terzo in mezzo a noi, che tutto questo ci dona.
inviato da Paola Pacchiano, inserito il 02/06/2009
PREGHIERA
58. Preghiera per vivere nell'amore 1
Gesù, ci ha chiamati per vivere nell'amore... riconosco che il mio è assai debole.
Guariscimi dalle piaghe provocate dalla mancanza di amore, guariscimi dai peccati che mi impediscono di amarti al di sopra di ogni cosa, o mio Dio, guarisci il mio cuore dal male che io ho ereditato venendo al mondo, a causa del "peccato del mondo" e di quello dei miei genitori.
Guarisci la mia anima da tutti i fardelli che si sono accumulati nel corso della mia infanzia e della mia giovinezza.
Fa' che la fiamma dell'amore, accesa dalla grazia di guarigione, allontani da me le tenebre e sciolga il ghiaccio del male.
Rendi il mio amore pienamente capace di amare con tutto il cuore ogni persona, anche quelli che mi hanno offeso. Troppo spesso, o Gesù, ho sentito la debolezza del mio amore nel perdonare le offese.
Perdonami l'invidia e la gelosia con cui ho reso pesante la mia vita e quella altrui.
Guarisci anche la mia fede in te.
Fa' che la grazia della fiducia in te tenga lontana da me ogni sfiducia ed ogni sorgente di paura.
Risanami dal mio ateismo che manifesto nel parlare, nel pensare, nell'agire.
Gesù, guarisci l'amore nella mia famiglia, perché assomigli all'amore che regnava nella tua.
Guarisci l'amore tra i coniugi, tra figli e genitori, tra sani e malati...
Gesù, guarisci l'amore di tutti gli uomini che vivono nel mondo.
inviato da Ines Giuliani, inserito il 02/06/2009
TESTO
Accetta il Signore nella luce e nel buio.
Bussa alla porta di chi sta soffrendo.
Cerca in tutto e in tutti il lato positivo.
Dimentica presto il torto ricevuto.
Evita il diverbio con chi ti contrasta.
Fa compagnia a chi vive sempre solo.
Gioisci quando uno riprende la strada del bene.
Hai un cuore e due mani per aiutare chi ha bisogno.
Imita chi sa fare le cose meglio di te.
Lenisci col tuo sorriso la tristezza degli altri.
Mantieni la calma nei momenti di difficoltà.
Non far pesare sugli altri la tua sofferenza.
Offri il perdono a chi vedi pentito.
Prega con fede nel silenzio del cuore.
Quieta con la tua calma l'esacerbato e l'insofferente.
Rispetta chi pensa e vive in modo diverso dal tuo.
Sopporta con pazienza la persona molesta.
Taci gli sbagli e le debolezze degli altri.
Usa sempre intelligenza con chiunque ti avvicina.
Vivi in te il dolore di chi piange.
inserito il 29/05/2009
PREGHIERA
O Gesù, tu che risorgerai,
dona a ciascuno di noi di comprendere
che tu sei l'oggetto ultimo, vero,
dei nostri desideri e della nostra ricerca.
Facci capire che cosa c'è
al fondo dei nostri problemi,
che cosa c'è dentro le realtà
che ci danno sofferenza.
Aiutaci a vedere che noi cerchiamo te,
pienezza della vita;
cerchiamo te, pace vera;
cerchiamo una persona
che sei tu Figlio del Padre,
per essere noi stessi figli fiduciosi e sereni.
Mostrati a noi anche oggi
in questa eucaristia,
perché possiamo ascoltare la tua voce
che ci chiama per nome,
perché ci lasciamo attirare da te,
entrando così nella vita trinitaria
dove sei col Padre l'unico Figlio,
nella pienezza dello Spirito. Amen.
inviato da Cesarina, inserito il 07/04/2009
TESTO
Le persone sono doni che Dio creatore ci manda... imballate.
Alcuni hanno un imballaggio bellissimo,
altri sono imballati in carta ordinarissima,
certe persone sono imballate in maniera molto sciolta,
altre in maniera molto stretta,
a volte il dono è stato maltrattato nella posta,
una volta ogni tanto c'è una consegna speciale!
Ma l'imballaggio non è il dono!
E' così facile commettere questo errore;
è simpatico se lo fanno i bambini.
Certe persone-dono sono facili da aprire;
altre hanno bisogno di aiuto per uscire dalle loro scatole:
sarà perché hanno paura?
Credono forse che fa male lasciarsi aprire?
Forse sono già stati aperti prima e sono stati buttati via!
Sarà che il loro dono non è fatto per me?
Io sono una persona. Perciò anch'io sono un dono!
Prima di tutto sono un dono a me stesso.
Dio creatore mi ha dato me stesso!
Ho mai guardato veramente dentro l'imballaggio?
Ho paura di farlo?
Forse non ho mai accettato il dono che io sono.
E' possibile che ci sia qualcosa di più,
dentro l'imballaggio, di quello che immagino?
Forse non ho mai visto il dono meraviglioso che sono io.
Può il dono di Dio essere altro che bello?
Mi piacciono i doni che mi danno quelli che mi vogliono bene,
perché non il dono di me stesso, il dono che sono io?
Io sono anche un dono dato agli altri.
Accetto di essere dato agli altri?
Di essere una persona per gli altri?
Dovranno gli altri accontentarsi dell'imballaggio,
senza mai godere del dono?
Ogni incontro fra persone è uno scambio di doni.
L'amore è una relazione fra persone
che si vedono come sono realmente:
doni dati da Dio per essere dati agli altri.
accettazione di séinterioritàesterioritàdonoaccettazioneprofondità
inserito il 25/01/2009
RACCONTO
Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo una lettera. Ad un certo punto, le domandò: "Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me".
La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote: "E' vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto".
Incuriosito il bimbo guardò la matita senza trovarvi alcunché di speciale.
"Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!".
"Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.
Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi passi."Dio": ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la sua volontà.
Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. E' un'azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.
Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere è un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.
Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.
Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione".
vitaviverepaceimpegnoresponsabilitàsofferenzacamminocrescitainterioritàesterioritàrapporto con Diocorrezione
inviato da Raffaella Pisanti, inserito il 07/09/2008
TESTO
Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa
Non c'è nulla che possa sostituire l'assenza di una persona a noi cara.
Non c'è alcun tentativo da fare, bisogna semplicemente tenere duro e sopportare.
Ciò può sembrare a prima vista molto difficile, ma è al tempo stesso una grande consolazione, perché finché il vuoto resta aperto si rimane legati l'un l'altro per suo mezzo.
E' falso dire che Dio riempie il vuoto; Egli non lo riempie affatto, ma lo tiene espressamente aperto, aiutandoci in tal modo a conservare la nostra antica reciproca comunione, sia pure nel dolore.
Ma la gratitudine trasforma il tormento del ricordo in una gioia silenziosa.
I bei tempi passati si portano in sé non come una spina, ma come un dono prezioso.
Bisogna evitare di avvoltolarsi nei ricordi, di consegnarci ad essi; così come non si resta a contemplare di continuo un dono prezioso, ma lo si osserva in momenti particolari e per il resto lo si conserva come un tesoro nascosto di cui si ha la certezza.
Allora sì che dal passato emanano una gioia e una forza durevoli.
morteparadisovita eternadefuntimemoriaricordiaffetto
inserito il 20/04/2008
TESTO
Spero che la gente sia ottimista,
spero che le persone che conosco siano felici,
spero di rimanere in buona salute,
spero che lo Spirito Santo mi aiuti,
spero che in televisione facciano programmi intelligenti,
spero che nei telegiornali non evidenzino soltanto le notizie negative,
spero che il giovane che ha bevuto un po' troppo faccia guidare l'amico,
spero che ognuno si fermi due minuti in silenzio a riflettere ogni tanto,
spero che i ragazzi diano più ascolto a quella vocina dentro di loro piuttosto che a quella dell'amico,
spero di far pace con l'amico con cui ho litigato,
spero che i bambini non provino la tristezza di una famiglia divisa,
spero che la Chiesa sia vista come veramente è, cioè una guida che ci lascia liberi e non una gerarchia che impone obblighi,
spero che non si diano giudizi affrettati sulle persone prima di conoscerle bene,
spero che la parrocchia sia in grado di rispondere ai bisogni delle persone,
spero che gli anziani non si sentano soli,
spero che, in una coppia, una persona abbia bisogno dell'altra perché le vuole bene e non che le vuole bene perché ha bisogno di lei,
spero di trovare lavoro,
spero di avere molti amici,
spero che la predica di don Valter domenica prossima sia interessante,
spero che al camposcuola ci siano più ragazzi possibili,
spero che la gente legga il vangelo ogni tanto,
spero molte altre cose,
spero che la genti speri.
Sei d'accordo con me? Ora fermati, e rileggi da capo cambiando le parole "spero" con "prego"; sei ancora d'accordo con me? Se speranza si trasforma in preghiera diventa certezza. Non certezza che si realizzi tutto ciò che speriamo, ma certezza che quello che si è realizzato era ciò di cui avevamo bisogno, anche se a volte non ne capiamo subito il motivo.
speranzapreghieraottimismosognare
inviato da Marco Malatesta, inserito il 21/08/2007
TESTO
Il giorno più bello? Oggi.
L'ostacolo più grande? La paura.
La cosa più facile? Sbagliarsi.
L'errore più grande? Rinunciare.
La radice di tutti i mali? L'egoismo.
La distrazione migliore? Il lavoro.
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento.
I migliori professionisti? I bambini.
Il primo bisogno? Comunicare.
La felicità più grande? Essere utili agli altri.
Il mistero più grande? La morte.
Il difetto peggiore? Il malumore.
La persona più pericolosa? Quella che mente.
Il sentimento più brutto? Il rancore.
Il regalo più bello? Il perdono.
Quello indispensabile? La famiglia.
La rotta migliore? La via giusta.
La sensazione più piacevole? La pace interiore.
L'accoglienza migliore? Il sorriso.
La miglior medicina? L'ottimismo.
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto.
La forza più grande? La fede.
Le persone più necessarie? I sacerdoti.
La cosa più bella del mondo? L'amore.
vitasenso della vitaottimismosperanzaimpegno
inviato da Eva Bracco, inserito il 19/08/2007
PREGHIERA
Fa' che io porti sempre nel cuore il tuo amore e il tuo spirito,
fa' che io porti sempre nella mia mente la tua volontà,
fa' che io porti sempre sulle mie labbra la tua parola,
fa' che la mia persona compia sempre la tua volontà,
affinché diventi al più presto a tua immagine e somiglianza.
inviato da Lara Ettori, inserito il 19/08/2007
TESTO
Spesso ci sentiamo insoddisfatti della nostra vita, vorremmo essere qualcun altro, fare cose diverse. Pensiamo al nostro passato, ai doni che abbiamo ricevuto ma che allora abbiamo sottovalutato, ma che ora sono cambiati. Pensiamo al futuro, che nutriamo di illusioni e che vorremmo comandare noi, abbiamo paura degli eventuali cambiamenti che non ci aspetteremmo. Ma al presente, ci pensiamo?
Quando ti senti così, pensa che l'attimo che stai vivendo è un dono di Dio. Adesso, ora, oggi, lui sta pensando a te, ha bisogno di te, vuole dirti tante cose e affidarti una missione.
Se pensi al passato: ringrazia Dio per i doni che ti ha dato, prega per chi ti ha amato e per chi ti ha ferito. Non spaventarti dei tuoi sbagli, piuttosto impara da essi. Fanne uno scalino che ti porta in alto anziché che ti fa inciampare. A volte dopo uno sbaglio capisci ciò che conta veramente nella vita, e da quella Mano che ti aiuta a rialzarti nasce un rapporto diverso, che magari prima non sarebbe stato così, perché avresti avuto un cuore troppo orgogliosi di te, per fare entrare pienamente Gesù nella tua vita.
Se pensi al futuro: affidalo a Dio. Lui è lassù in cielo, e da lassù vede più lontano di quanto vedi tu quaggiù. Lui fin dall'eternità ha pensato il meglio per te. Non ti abbandona nel momento della prova.
Se pensi al presente: vivilo! è un dono. Ovunque tu sia adesso, se sei con Gesù sei sempre la persona giusta, nel posto giusto, nel momento giusto. Perché è adesso che Gesù ha bisogno di te per portare agli altri il Suo Amore. Ne ha avuto bisogno ieri e ne avrà bisogno domani, ma in particolar modo oggi.
Ieri è passato, domani non c'è ancora, oggi è qui. E' oggi che costruisci il tuo passato e prepari il tuo futuro.
"Non temete, Io sono con voi!" (Gesù).
tempopresentepassatofuturoimpegnoresponsabilitàannunciotestimonianza
inviato da Cristina Stralla, inserito il 18/08/2007
TESTO
Bambino,
capolavoro inestimabile,
tesoro inimitabile,
nuova stella accesa nel cielo della terra,
tra i miliardi e i miliardi di stelle necessarie,
"tu", persona unica,
che mai prima comparisti e non comparirai più.
Bambino,
amato dall'uomo,
benedetto da Dio,
desiderio eterno del Padre,
che prende corpo quando nell'amore egli incontra,
oh meraviglia, il libero desiderio dell'uomo.
Come ha potuto Dio,
incomprensibile follia d'amore,
consegnare all'uomo questo potere,
nel suo corpo la linfa',
nel suo cuore il desiderio
di crearti con Lui, vita nuova,
sorgente nuova zampillata sulla terra degli uomini,
aurora di un fiume immenso,
chiamato a scorrere fino all'eternità!
bambinovitabattesimosperanzacreazioneuomo
inviato da Paola Scapin, inserito il 13/08/2007
PREGHIERA
Simeone Nuovo Teologo, (Sec. XD.C.)
Vieni, luce vera. Vieni, vita eterna. Vieni, mistero nascosto.
Vieni, tesoro senza nome. Vieni, realtà ineffabile.
Vieni, persona che nessuna mente può comprendere.
Vieni, felicità senza fine. Vieni, luce senza tramonto.
Vieni, speranza vera di quanti saranno salvati.
Vieni, risveglio di chi dorme. Vieni, risurrezione di chi è morto.
Vieni, o Potente, o tu che tutto fai, rifai e trasformi col solo tuo volere.
Vieni, invisibile, del tutto intangibile...
Vieni, gioia eterna.
Vieni, consolatore perfetto della povera anima mia.
Vieni, dolcezza, gloria, mio gaudio senza fine.
Ti ringrazierò d'esserti fatto per me luce inestinguibile,
sole senza tramonto perché non hai dove nasconderti,
tu che riempi l'universo della tua gloria...
Vieni, Signore, stabilisci oggi in me la tua tenda,
poni lì la tua abitazione, rimani per sempre, senza separarti,
fino alla fine in me, tuo servo, tu che sei buono,
perché al mio uscire e dopo la mia uscita da questo mondo io sia ritrovato in te e regni con te, Dio al di sopra di tutto...
e fa' che, guardandoti senza interruzione, io che sono morto, viva;
possedendoti, io povero diventi ricco;
e sarò più ricco di tutti i re;
mangiando e bevendo te, e rivestendomi a suo tempo di te,
io mi trovi tra gli ineffabili beni,
e vi sarò godendo pienamente.
Poiché tu sei tutto bene, tutta gloria, tutto gaudio.
A te conviene la gloria, consustanziale e vivificante Trinità,
venerata, confessata, adorata e servita da tutti i fedeli,
ora e sempre, e per i secoli dei secoli. Amen.
inviato da Qumran2, inserito il 24/05/2007
PREGHIERA
70. Preghiera 15ª Giornata Mondiale Malato - 2007 1
Ufficio CEI per la Pastorale della salute
Maria, madre dei deboli
e dei piccoli,
di quelli che soffrono e che sono soli,
di coloro che sono malati
e attendono di essere curati
con amore e competenza.
Maria, madre di tutti gli uomini,
di chi ha bisogno di aiuto
nelle proprie condizioni di fragilità
e di coloro che sono chiamati a prendersene cura.
Grazie, per averci dato Gesù Cristo:
medico del corpo e dello spirito
nome e certezza della nostra speranza,
Buon Samaritano che si china
sulle nostre ferite per risanarle.
A te, Maria, con fiducia filiale,
chiediamo di intercedere presso il tuo Figlio,
perché, in qualsiasi condizione
di fragilità e di sofferenza,
ogni persona si senta amata,
curata e accompagnata
in un cammino aperto alla speranza,
che è data a tutti noi
dal Signore risorto.
inviato da Qumran2, inserito il 16/01/2007
TESTO
- Lunedì: rilettura in famiglia della Parola di Dio ascoltata in chiesa la domenica precedente.
- Martedì: giorno della carità. Avvicinarsi ad una persona bisognosa di conforto, collega di lavoro, anziani, amici di scuola, ammalati, orfani ecc.
- Mercoledì: giorno della rinuncia a qualche cosa che ci costa: sigaretta, alcolici, dolci, bibite ecc. Una rinuncia che fa bene.
- Giovedì: giorno del dialogo con tutti, specialmente con chi non ci è simpatico e ci ha offeso.
- Venerdì: giorno della conversione, della confessione, del ritorno a Dio. Il figlio prodigo che ciascuno di noi è deve ritornare al Padre. Astenersi dalla TV.
- Sabato: giorno a vivere in compagnia della Madonna. La preghiera del rosario può essere fatta anche durante il lavoro in campagna, nei supermercati e negozi, nelle fabbriche e mentre si guida.
- Domenica: giorno in cui la famiglia incontra l'Eucaristia e la comunità cristiana. Giorno in cui si porta l'offerta della settimana destinata al Signore ed ai nostri fratelli bisognosi.
inviato da Alessandro Bianco, inserito il 14/01/2007
PREGHIERA
Signore,
che nessun nuovo mattino
venga ad illuminare la mia vita
senza che il mio pensiero
si volga alla tua resurrezione
e senza che in spirito io vada,
con i miei poveri aromi,
verso il sepolcro vuoto dell'orto!
Che ogni mattino sia, per me,
mattino di Pasqua!
E che ogni giorno,
ogni risveglio,
con la gioia della Pasqua,
mi giunga anche la conversione profonda,
quella che sappia, in ogni situazione
e in ogni persona, conoscerti
come vuoi essere conosciuto oggi,
non quale mi sembrasti ieri,
ma quale ti mostri a me adesso.
Che ognuno dei miei risvegli,
sia un risveglio alla tua presenza vera,
un incontro "pasquale col Cristo nell'orto",
questo Cristo talvolta inatteso.
Che ogni episodio della giornata
sia un momento in cui io ti senta
chiamarmi per nome,
come chiamasti Maria!
Concedimi, allora,
di voltarmi verso di te.
Concedimi di rispondere con una parola,
dirti una parola sola,
ma con tutto il cuore:
«Maestro mio!»
risurrezionePasquarapporto con Dio
inviato da Qumran2, inserito il 02/11/2006
TESTO
73. La grazia per superare le prove
Il monaco cistercense Marcos García, che vive a Burgos, in Spagna, diceva: «A volte Dio toglie una certa benedizione perché la persona possa comprenderlo al di là dei favori e delle richieste. Egli sa fino a che punto può mettere alla prova un'anima - e non si spinge mai oltre».
«In questi momenti, non dobbiamo mai dire: "Dio mi ha abbandonato". Lui non ci abbandona mai. Siamo noi che, a volte, possiamo abbandonarlo. Se il Signore ci pone di fronte a una grande prova, ci dà sempre anche la grazia sufficiente - più che sufficiente, direi - per superarla».
«Quando ci sentiamo lontani dal suo volto, dobbiamo domandarci: "Siamo in grado di saper approfittare di ciò che egli ha messo nel nostro cammino?"».
graziadifficoltàprovadoloresofferenzatentazionerapporto con Dio
inviato da Qumran2, inserito il 10/09/2006
TESTO
74. L'anima che fa la Comunione...
L'anima che fa la Comunione possiede nel proprio cuore la seconda Persona della Ss.ma Trinità non solo come Dio, ma anche come uomo.
Essa ha il paradiso nel cuore, solo che non lo sente.
In Cielo poi, il possesso di Dio si svilupperà in gioia e gaudio.
La Comunione è la vita che si inizia sulla terra e si consuma in Cielo.
Comunioneeucaristiaparadisovita eternarapporto con Dio
inviato da Anna Marinelli, inserito il 21/02/2006
PREGHIERA
75. Signore, fammi incontrare qualcuno da amare 1
Signore quando vado ad incontrare
una persona importante mi preparo,
mi vesto elegante.
Fa' che tutte le volte che incontro qualcuno
io abbia la consapevolezza di incontrare te.
Signore, quando mi sento solo e depresso
donami la forza di andare incontro a qualcuno
che è più scoraggiato di me.
Quando ho voglia di rinchiudermi nel mio io,
di tagliare i ponti con tutti,
perché "tanto non c'è niente da fare",
donami la forza di voler ricominciare,
di donare a tutti un sorriso.
Quando nessuno mi cerca,
donami l'entusiasmo di cercare qualcuno
che si sente solo e abbandonato.
Quando sono stato tradito da un amico
e ho paura di soffrire ancora,
ricorda al mio cuore quante volte ti ho tradito,
quante volte mi sono allontanato
e quale tenerezza tu mi hai donato
ogni volta che ho riconosciuto di aver sbagliato strada.
Quando ritengo di saper bastare a me stesso
e di non aver bisogno di nulla e di nessuno,
Signore fammi comprendere che senza di te
io non posso far nulla e che invece in te,
e solo in Te, io posso tutto.
Quando gli altri mi sembrano lontani,
fa' che io sappia farmi per loro prossimo;
quando gli altri sono tristi fa' che io sappia donare la tua gioia;
quando gli altri mi raccontano solo male e ingiustizie
e mi mettono nel cuore e nella mente pensieri di violenza e di morte,
Tu Signore fammi essere strumento della tua pace.
Fa' o Signore che io abbia l'entusiasmo di creare occasioni di festa,
spazi di incontri veri e creativi,
luoghi in cui ciascuno sappia riconoscere l'altro,
ritrovare se stesso e sperimentare il bisogno di te,
il desiderio di risentire la tua parola che salva, che fa rinascere,
la tua parola che soffia nel cuore,
il tuo Santo Spirito e che fa nuove tutte le cose
testimonianzaaperturaottimismopositivitàmissioneimpegno
inviato da Rita Pistoia, inserito il 07/02/2006
ESPERIENZA
76. Dio, nella sofferenza ci ama in modo particolare.
Spesso sento rivolgermi questa domanda: "Dove trovi la forza di reagire nonostante la tua malattia?".
Nella mia malattia, ho da 10 anni una forma di sclerosi multipla progressiva, ho visto un disegno di Dio, un qualcosa di prezioso, perché Gesù ha scelto, per la redenzione del mondo, il dolore.
Nella sofferenza ho sempre abbracciato, con Amore, la croce che Gesù mi ha donato con la malattia è per questo che Lo ringrazio nel più profondo del cuore. Al mattino il mio primo pensiero è per Lui: "Gesù tu sei tutto il mio bene, la cosa più preziosa che io ho, ti offro la mia giornata, ma soprattutto la mia sofferenza, il mio corpo debilitato dalla malattia, mi rimetto alla Tua volontà".
Io non amo certo il dolore in sé, ma amo Gesù crocifisso e abbandonato che è in me e in ogni persona provata dalla sofferenza, per questo mi sento amata da Dio in modo particolare perché mi fa sentire simile a Suo Figlio.
Non è facile seguire Gesù, mi capita di attraversare momenti di buio dove non riesco più a trovare un rapporto così profondo con Lui.
E' con la preghiera che riesco, con fatica ma poi con gioia, a ritrovare la comunione spirituale con Lui e dirGli: "Donami la forza non solo di un rapporto con Te, ma il coraggio di amarti".
Gesù poteva scegliere mille modi per salvarci, ma ha scelto il dolore per redimerci.
Nei momenti difficili della vita, causati da una sofferenza, da una malattia ricordiamoci che tutto questo è un tesoro, una perla che la comunità e i famigliari stessi, non devono disprezzare ed emarginare.
Io credo, che Dio ci ama tutti di un amore infinito e ad uno ad uno. Gesù sulla croce ha gridato: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato". Un malato non va mai abbandonato, ma ognuno di noi diventi prossimo per l'altro.
amorerapporto con Diocrocesofferenzadoloreredenzionesacrificiosolitudinesolidarietà
inviato da Ercoli Lorena, inserito il 08/12/2005
TESTO
Innamorarsi di Gesù Cristo, come fa chi ama perdutamente una persona e imposta tutto il suo impegno umano e professionale su di lei, attorno a lei raccorda le scelte della sua vita, rettifica i progetti, coltiva gli interessi, adatta i gusti, corregge i difetti, modifica il suo carattere, sempre in funzione della sintonia con lei. Cosa non fa ad esempio un uomo per la sua donna, perché ha impostato la sua vita su di lei?
Osservando la vita di tanti nostri amici, dei nostri compagni di studi, ci accorgiamo come l'amore totalizzante investe non soltanto l'aspetto della loro affettività, ma trascina nel suo vortice i giorni, le notti, il riposo, il lavoro, la gioia, il dolore, le delusioni, le speranze. E' un investimento totale.
Quando parlo di innamoramento di Gesù Cristo voglio dire questo: un investimento totale della nostra vita. Per noi il Signore non è una fascia, una frangia, un merletto, sia pure notevole, che si aggiunge al panneggio della nostra esistenza.
L'amore per Cristo, se non ha il marchio della totalità, è ambiguo. Il Part-time, il servizio a ore, magari col compenso maggiorato per lo straordinario, con Cristo non è ammissibile; un servizio a ore saprebbe di mercificazione...
Innamorarsi di Gesù Cristo vuol dire: conoscenza profonda di lui, dimestichezza con lui, frequenza diuturna nella sua casa, assimilazione del suo pensiero, accoglimento senza sconti delle esigenze più radicali del Vangelo. Vuol dire ricentrare davvero la vita intorno al Signore Gesù, perché la nostra esistenza, come diceva Dietrich Bonhoeffer, diventi "una esistenza teologica".
amoresequelaGesù Cristoradicalità
inviato da Giovanni Vacca, inserito il 21/06/2005
PREGHIERA
78. Preghiera per l'Ascensione
La tua ascensione al cielo, Signore,
mi colma di gioia perché è finito per me
il tempo di stare a guardare ciò che fai
e comincia il tempo del mio impegno.
Ciò che mi hai affidato,
rompe il guscio del mio individualismo
e del mio stare a guardare
facendomi sentire responsabile
in prima persona della salvezza del mondo.
A me, Signore, hai affidato il tuo Vangelo,
perché lo annunciassi su tutte le strade del mondo.
Dammi la forza della fede,
come ebbero i tuoi primi apostoli,
così che non mi vinca il timore,
non mi fermino le difficoltà,
non mi avvilisca l'incomprensione,
ma sempre e dovunque, io sia tua lieta notizia,
rivelatore del tuo amore,
come lo sono i martiri e i santi
nella storia di tutti i popoli del mondo.
ascensioneresponsabilitàimpegnotestimonianza
inviato da Giovanni Vacca, inserito il 19/06/2005
TESTO
79. Preghiera del malato (11 febbraio 2004)
Ufficio e Consulta Nazionale Cei per la Pastorale della Sanità
Rivolgi, o Signore,
il tuo sguardo d'amore su di noi:
sulle nostre paure, i nostri egoismi,
le nostre ferite del corpo e dello spirito.
Guarisci, con la forza e la consolazione
dello Spirito Santo le nostre infermità.
Rendici capaci di accoglienza reciproca,
di solidarietà gratuita,
di vicinanza amorevole
verso ogni persona sofferente.
Apri i nostri occhi, Signore,
per vedere il tuo volto
in ogni persona che incontriamo;
apri il nostro cuore per amarci gli uni gli altri
come tu ci hai amato, e così manifestare
il Dio della solidarietà e dell'amore.
malatimalattiasofferenzadoloresolidarietà
inviato da Silvana Foggi, inserito il 24/03/2005
PREGHIERA
80. Preghiera del Papa per la Giornata mondiale del Malato 2005 1
Giovanni Paolo II, Messaggio Giorn. Mond. Malato 2005
Maria, Vergine Immacolata,
Donna del dolore e della speranza,
sii benigna verso ogni persona che soffre
e ottieni a ciascuno pienezza di vita.
Volgi il tuo sguardo materno
specialmente su coloro che in Africa
sono nell'estremo bisogno,
perché colpiti dall'AIDS o da altra malattia mortale.
Guarda le mamme che piangono i loro figli;
guarda i nonni privi di risorse sufficienti
per sostenere i nipoti rimasti orfani.
Stringi tutti al tuo cuore di Madre.
Regina dell'Africa e del mondo intero,
Vergine Santissima, prega per noi!
inviato da Anna Barbi, inserito il 23/01/2005
TESTO
San Francesco di Sales, Filotea
Spesso diciamo che non siamo nulla, anzi che siamo la miseria in persona, la spazzatura del mondo; ma resteremmo molto male se ci prendessero alla lettera e se ci considerassero in pubblico secondo quanto diciamo. E' proprio il contrario: fingiamo di fuggire e di nasconderci solo perché ci inseguano e ci cerchino; dimostriamo di voler essere gli ultimi, seduti proprio all'ultimo angolino della tavola, ma soltanto per passare con grande onore a capotavola. L'umiltà vera non finge di essere umile, a fatica dice parole di umiltà; perché è suo intendimento non solo nascondere le altre virtù, ma soprattutto vorrebbe nascondere se stessa; se le fosse lecito mentire, o addirittura scandalizzare il prossimo, prenderebbe atteggiamenti arroganti e superbi per potercisi nascondere e vivere completamente ignorata e nascosta... O evitiamo di dire parole di umiltà, oppure diciamole con profonda convinzione, profondamente rispondente alle parole. Non abbassiamo gli occhi senza umiliare il cuore; non giochiamo a fare gli ultimi se non intendiamo esserlo per davvero... L'uomo sinceramente umile sarebbe contento se fosse un altro, anziché lui stesso, a dire di lui che è un miserabile, un nulla, un buono a nulla; o, per lo meno se sa che si dice, non si oppone, ma approva di cuore. Perché se è vero che ne è convinto, è naturale che sia contento di vedere condivisa la propria opinione.
inviato da Anna Barbi, inserito il 07/12/2004
PREGHIERA
82. Effonda ovunque il tuo profumo 1
Gesù, aiutami a diffondere ovunque
il tuo profumo, ovunque io passi.
Inonda la mia anima del tuo Spirito
e della tua vita.
Invadimi completamente e
fatti maestro di tutto il mio essere
perché la mia vita
sia un'emanazione della tua.
Illumina servendoti di me
e prendi possesso di me a tal punto
che ogni persona che accosto
possa sentire la tua presenza in me.
Guardandomi, non sia io a essere visto,
ma tu in me.
Rimani in me.
Allora risplenderò del tuo splendore
e potrò fare da luce per gli altri.
Ma questa luce avrà la sua sorgente
unicamente in te, Gesù,
e non ne verrà da me
neppure il più piccolo raggio:
sarai tu a illuminare gli altri
servendoti di me.
Suggeriscimi la lode che più ti è gradita,
che illumini gli altri attorno a me:
io non predichi a parole
ma con l'esempio,
attraverso lo slancio delle mie azioni,
con lo sfolgorare visibile dell'amore
che il mio cuore riceve da te.
Amen.
evangelizzazionemissioneesempiotestimonianza
inviato da Wanda, inserito il 05/12/2004
ESPERIENZA
83. Lo Spirito Santo protagonista dell'evangelizzazione
L'efficacia della predicazione dipende dall'azione dello Spirito Santo nel cuore di chi ascolta, molto più che dalle qualità del predicatore.
Scott Hahn, il famoso biblista e predicatore americano, passato dal protestantesimo alla Chiesa cattolica, da anni si dedica a predicare appassionatamente, con lunghi discorsi e con abbondanza di argomenti la Parola di Dio.
Un giorno ha incontrato un signore che non conosceva, che gli ha detto: "Io tre anni fa ascoltai una sua conferenza sulla Lettera agli Ebrei e da allora mi sono convertito, sono un'altra persona..."
Allora Scott Hahn gli ha chiesto incuriosito: "Ah, e quale idea l'ha colpita così tanto da convertirla?".
"È stato quando lei ha detto 'Ora passiamo al seguente capitolo'. Io allora ho capito che dovevo cambiare vita, che dovevo lasciare le cose che stavo facendo ed aprirmi alla grazia di Dio e mi sono andato a confessare...".
Spirito Santopredicazioneevangelizzazioneconversione
inviato da PLB, inserito il 06/11/2004
TESTO
Mario Pomilio, Il quinto evangelio
Un prete è sempre un sospetto: ciascuno pretende di trovarlo conforme ad un ruolo e di domandargli se è quel che deve e se crede in ciò che dice; ciascuno lo vuole coerente con l'idea che se ne è fatta e in continuo contatto con l'assoluto e il sublime; ciascuno si stupisce per il coraggio di una scelta che per la sua irreversibilità si è cambiata in un destino.
Ma egli è semplicemente una persona che accetta di confondersi in una comunità e di spendersi per essa.
pretesacerdotecomunitàchiesavocazione
inviato da Wanda, inserito il 09/08/2004
TESTO
Prometti a te stesso
di essere così forte
che nulla potrà distruggere
la serenità della tua mente.
Prometti a te stesso
di parlare di bontà,
di bellezza e di amore ad ogni persona che incontri,
di fare sentire a tutti i tuoi amici
che c'è qualcosa di grande in loro,
e di lottare perché il tuo ottimismo diventi realtà.
Prometti a te stesso
di pensare solo al meglio,
di lavorare per il meglio,
di aspettarti solo il meglio,
si essere entusiasta del lavoro degli altri,
come lo sei tu del tuo.
Prometti a te stesso
di dimenticare gli errori del passato
per guardare a quanto di grande puoi fare in futuro,
di essere sereno in ogni circostanza
e di regalare un sorriso
ad ogni creatura che incontri,
di dedicare così tanto tempo
a migliorare il tuo carattere
da non avere tempo per criticare gli altri.
Prometti a te stesso
di essere troppo nobile per l'ira,
troppo forte per la natura,
troppo felice per lasciarti vinvere dal dolore.
fiducia in séottimismofuturopositivitàpace interioreserenità
inviato da Lidia Pautasso, inserito il 27/07/2004
RACCONTO
Su un aereo di British Airway, durante un volo tra Johannesburg e Londra, una signora bianca di circa cinquant'anni si siede al fianco di un negro.
Chiama la hostess per lamentarsi:
"Qual è il problema, signora?", domanda la hostess.
"Ma come, non vede?", risponde la signora. "Mi hanno dato un posto al fianco di un negro. Non posso rimanere al fiando di una persona immonda. Datemi un altro posto".
"Per favore, stia calma", dice la hostess. "Quasi tutti i posti sono occupati. Vado a vedere se ci sono dei posti in prima classe o in classe affari".
La hostess torna dopo qualche minuto. "Signora, come sospettavo, non ci sono posti liberi in classe turistica. Ho parlato con il comandante e mi ha confermato che non ce ne sono neppure in classe affari. Per fortuna abbiamo un posto in prima classe".
Prima che la signora potesse rispondere, la hostess continuò: "È ben difficile che la nostra compagnia aerea dia un posto in prima classe a qualcuno che ha il biglietto per la classe turistica, però, viste le circostanze, il comandante ha considerato che sarebbe scandaloso che qualcuno fosse obbligato a stare seduto al fianco di una persona così disgustosa".
Nel dire ciò, la hostess fissò l'uomo di colore e disse: "Mi faccia il favore di prendere le sue cose, il posto in prima classe è già pronto".
Tutti i passeggeri all'intorno, che erano stati spettatori della scena, si alzarono in piedi e applaudirono per la decisione della compagnia aerea.
discriminazionerazzismoapartheid
inviato da Don Paolo Benvenuto, inserito il 22/12/2003
PREGHIERA
Gianfranco Venturi, Un tempo per stupirsi
Ti ringrazio e ti benedico, Signore,
che non smetti mai di sorprenderci
con le tue trovate sempre nuove.
Quando meno uno se l'aspetta,
tu arrivi senza neppure un preavviso,
e combini delle cose che ci stupiscono.
Quando si tratta di far conoscere
la tua misericordia senza limiti,
ti vanno bene anche le persone che sembrano meno adatte.
Per ogni persona tu conosci il pozzo
accanto al quale l'aspetti
per farle trovare gratuitamente
quello che per anni ha cercato e rincorso con affanno.
Più che le labbra assetate, alla ricerca di ristoro,
spesso è il mio cuore che cerca un'acqua impossibile
per estinguere un'indefinibile arsura.
Ecco, allora, che tu mi offri un'acqua
che non osavo sperare.
Mi hai donato te stesso, acqua che non ristagna,
acqua che disseta per sempre.
Presso quel pozzo, quando tu mi hai parlato,
sono cadute le tenebre,
il mio cuore si è sentito ricolmo di gioia,
io mi sono sentito rinascere.
Tutto questo ha fatto la tua grazia
che, d'ora in poi, voglio far conoscere
a tutte le persone che ti cercano, senza saperlo,
in ogni briciola di gioia che il tempo offre.
ringraziamentosorpresaattesaannunciomissionerapporto con Diosamaritanaricerca di senso
inviato da Anna Barbi, inserito il 29/01/2003
PREGHIERA
Rivista Il Cenacolo n. 6-2002
Sii benedetto, Signore, per la gioia che mi doni
gioia più grande di tutte le gioie:
la gioia della salvezza che hai offerto,
la gioia della risurrezione che promette futuro,
la gioia del Vangelo che è messaggio di vita,
la gioia della tua parola, Signore,
più ricca di tutti i tesori,
più splendente di tutti gli onori.
Grande è la mia allegria, o Signore,
perché tu mi ami.
Fa' crescere in me, Signore,
la gioia di offrire e la gioia di perdonare,
la gioia di servire e la gioia di condividere,
la gioia di credere e la gioia di sperare.
Grande è la mia allegria, o Signore,
perché tu mi ami.
Il tuo sole entri nella mia casa
e la tua gioia illumini il mio volto.
Perdona le mie arie accigliate,
i miei sorrisi stereotipati,
le mie debolezze e i miei scoraggiamenti.
Perdona se dimentico l'immensa felicità di vivere.
Grande è la mia allegria, o Signore,
perché tu mi ami.
Aiutami a scoprire la faccia luminosa
di ogni persona che incontro,
e che un raggio di sole brilli
su tutti coloro che sono nella miseria.
Donami un cuore inondato di sole perché
sappia offrire ad ogni istante un viso gioioso.
Grande è la mia allegria, o Signore,
perché tu mi ami.
gioiaallegriafelicitàrapporto con Dioamore di Diotestimonianzaessere cristiani
inviato da Anna Barbi, inserito il 17/12/2002
TESTO
89. Trovare Dio in tutte le cose
Trovare Dio in tutte le cose è una meta stupenda. E' il frutto che matura in colui che si mette in cammino e dirige i suoi passi verso il cuore. E' li che Dio si nasconde, nel cuore di tutto ciò che esiste. Dio è il cuore della nostra vita. La sua dimora è il cuore. Trovare Dio in tutte le cose è partire dalle cose per trovare Dio. Fermati. Osserva. Non vedi che le cose "parlano"? Non ti accorgi di nulla?
Che cosa provi quando vedi il sole che tramonta? E quando osservi un fiore? E quando ti avvicini ad una sorgente? Una zolla di terra, un lembo di cielo, il volto di una persona, un frammento di pane, l'acqua che bolle nella pentola, il cibo che prepari con le tue mani... sono tutte cose che possono sorprenderti.
Fermati ancora. Ascolta il respiro: da dove viene? dove ti porta? Il respiro sei tu: da dove vieni? dove vai? Non ti accorgi che stai pregando? La preghiera è dentro di te. E' il tuo essere che prega. Anche quando non ci pensi. Anche quando non gli "corri" dietro.
Adesso sai dov'è Dio. Hai ancora bisogno di cercarlo?
Diotrovare Diorapporto con Dionaturacreazionecreato
inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002
PREGHIERA
Insegnami ad ascoltare, o mio Dio,
chi sta accanto a me,
la mia famiglia, i miei amici, i miei colleghi.
Aiutami a capire che,
per quante parole io possa udire,
il messaggio è:
"Accoglimi come persona. Ascolta me".
Insegnami ad ascoltare, o Dio premuroso,
i lontani,
il bisbiglio dei senza speranza,
il lamento dei dimenticati,
il grido degli angosciati.
Insegnami ad ascoltare, o Dio, mia Madre,
me stesso.
Aiutami ad avere meno paura,
a fidarmi della voce interiore,
che risuona nel mio intimo.
Insegnami ad ascoltare, Santo Spirito,
la tua voce,
nell'attività e nella noia,
nella sicurezza e nel dubbio,
nel rumore e nel silenzio.
inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002
TESTO
91. La via della condivisione 1
I poveri continueremo ad averli sempre con noi, ma se ogni persona trovasse nella solidarietà un senso al proprio vivere, la loro povertà sarebbe diversa; diventerebbe scuola di vita e nella condivisione troveremmo la via per abbattere le miserie che abbrutiscono l'uomo.
povertàsolidarietàcondivisione
inviato da Mariella Romanazzi, inserito il 12/12/2002
TESTO
92. Non lasciatevi sfuggire nulla 2
La vita è un viaggio. Si arriva passo dopo passo. E se ogni passo è meraviglioso, se ogni passo è magico, lo sarà anche la vita. E non sarete mai di quelli che arrivano in punto di morte senza aver vissuto. Non lasciatevi sfuggire nulla. Non guardate al di sopra delle spalle degli altri. Guardateli negli occhi. Non parlate "ai" vostri figli. Prendete i loro visi tra le mani e parlate "con" loro. Non abbracciate un corpo, abbracciate una persona. E fatelo ora. Sensazioni, impulsi, desideri, emozioni, idee, incontri, non buttate via niente. Un giorno scoprirete quanto erano grandi e insostituibili.
Ogni giorno imparate qualcosa di nuovo su voi stessi e sugli altri.
Ogni giorno cercate di essere consapevoli delle cose bellissime che ci sono nel nostro mondo. E non lasciate che vi convincano del contrario.
Guardate i fiori. Guardate gli uccellini. Sentite la brezza. Mangiate bene e apprezzatelo. E condividete tutto con gli altri.
Uno dei complimenti più grandi è dire a qualcuno: "Guarda quel tramonto".
vitatempovalore del tempoattenzione alle piccole coseaffettoconsapevolezzanaturacreato
inviato da Corradini Don Lorenzo, inserito il 11/12/2002
TESTO
Non aspettare mai domani per dire a qualcuno che l'ami. Fallo subito. Non pensare: "Ma mia madre, mio figlio, mia moglie... lo sa già". Forse lo sa. Ma tu ti stancheresti mai di sentirtelo ripetere?
Non guardare l'ora, prendi il telefono: "Sono io, voglio dirti che ti voglio bene". Stringi la mano della persona che ami e dillo: "Ho bisogno di te! Ti voglio bene, ti voglio bene, ti voglio bene...".
L'amore è la vita. Vi è una terra dei morti e una terra dei vivi. Chi li distingue è l'amore.
amoreamiciziaaffettotenerezzapresentevalore del tempo
inviato da Corradini Don Lorenzo, inserito il 10/12/2002
TESTO
La repressione delle tendenze egoistiche e lo sviluppo dell'amore e dello spirito di servizio del prossimo aprono il cuore alla presenza di Dio e producono un cambiamento totale nella persona, dandole un'autentica gioia celeste, tento da farne un essere completamente diverso. Il problema per lui diventa ora non "cosa mi può dare la vita", ma "cosa posso dare io nella vita".
Il servizio non è solo per il tempo libero. Il servizio dev'essere un atteggiamento della vita che trova modi per esprimersi concretamente in ogni momento.
Non riceviamo una paga o una ricompensa per un servizio reso, ma proprio questo fa di noi, che lo rendiamo, uomini liberi. Non lavoriamo per un datore di lavoro, ma per Dio e per la nostra coscienza.
inviato da Corradini Don Lorenzo, inserito il 07/12/2002
PREGHIERA
Signore Dio, ti lodiamo e ti glorifichiamo per la bellezza di questo dono che si chiama dialogo.
E' un "figlio" prediletto di Dio perché è simile alla corrente alternata che rifluisce incessantemente in seno alla Santa Trinità.
Il dialogo scioglie i nodi,
dissipa i sospetti,
apre le porte,
risolve i conflitti,
fa crescere la persona.
E' voncolo di unità
e fonte di fratellanza.
O Signore Gesù, quando appare la tensione concedimi l'umiltà necessaria per non vler imporre la mia verità contrastando la verità del mio fratello, fa' che io sappia tacere al momeno opportuno e aspettare che egli abbia completato il suo pensiero.
Dammi la saggezza per capire che nessun essere umano è in grado di possedere l'intera verità assoluta, e che non c'è errore o stravaganza ai miei occhi che non racchiuda qualche elemento di verità.
Dammi la saggezza per riconoscere che anch'io, posso sbagliare su qualche aspetto della verità, e che dalla verità del fratello posso invece arricchirmi.
E infine dammi la generosità di pensare che anch'egli ricerca onestamente la verità, e di accogliere senza pregiudizi e con benevolenza le opinioni degli altri.
O Signore Gesù, dacci la grazia del dialogo. Amen
inviato da Mariella Romanazzi, inserito il 03/12/2002
RACCONTO
Storie dei Padri del deserto
Un giorno un giovane monaco chiese al suo abate, da tutti considerato una persona santa: "Come posso essere certo di essere alla presenza di Dio?". L'abate rispose: "Tu hai tanto controllo su di essa quanto hai potere di far sorgere il sole". Esasperato, il giovane esclamò: "Ma allora a cosa servono tutti i nostri esercizi spirituali e le preghiere?". "Tu fai queste cose per essere certo di essere sveglio quando si leva il sole".
inviato da Eleonora Polo, inserito il 29/11/2002
PREGHIERA
Signore Gesù,
sul far della sera ti preghiamo di restare.
Ti rivolgeremo questa preghiera,
spontanea ed appassionata,
infinite altre volte nella sera del nostro smarrimento,
del nostro dolore e del nostro immenso desiderio di te.
Tu sei sempre con noi.
Siamo noi, invece, che non sempre sappiamo diventare
la tua presenza accanto ai nostri fratelli.
Per questo, Signore Gesù, ora ti chiediamo di aiutarci
a restare sempre con te,
ad aderire alla tua persona
con tutto l'ardore del nostro cuore,
ad assumerci con gioia la missione che tu ci affidi:
continuare la tua presenza,
essere Vangelo della tua risurrezione.
evangelizzazionemissionerapporto con Diodiscepoli di emmaus
inviato da Anna Lianza, inserito il 25/11/2002
RACCONTO
Paulo Coelho, I racconti del maktub
"Maktub" significa "Così è scritto" Gli Arabi pensano che "Così è scritto" non sia una buona traduzione, perché, sebbene ogni cosa sia già scritta, Dio ha compassione, e ha scritto tutto solo per aiutarci. L'errante è a New York. E' in ritardo ad un appuntamento, e quando lascia il suo hotel, trova che la sua macchina è stata rimossa dalla polizia. Arriva tardi al suo appuntamento, il pranzo dura più del necessario, ed egli sta pensando alla multa che dovrà pagare. Sarà una fortuna. Improvvisamente, ricorda la banconota che trovò per strada il giorno prima, e vede una qualche strana relazione tra la banconota e quello che gli è accaduto la mattina. "Chissà, forse ho trovato quei soldi prima che la persona che avrebbe dovuto trovarli ne avesse avuta la possibilità. Forse ho rimosso la banconota dal cammino di qualcuno che ne aveva realmente bisogno. Chissà chi ho interferito con ciò che era scritto!?". Egli sente il bisogno di liberarsi della banconota, e in quel momento vede un mendicante seduto sul marciapiede. Gli porge velocemente la banconota, e sente di aver riportato un certo equilibrio alle cose. "Aspetta un attimo", dice il mendicante. "Non sto cercando aiuto. Io sono un poeta, e voglio leggerti una poesia in cambio". "Scegline una breve, perché vado di fretta", dice l'errante. Il mendicante risponde: "Se sei ancora vivo, è perché non sei ancora arrivato al punto in cui dovresti essere".
inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002
RACCONTO
Mario, per gli amici Pollicione, prima di venire sulla terra, venne chiamato a rapporto dal Buon Dio, il quale gli presentò a grandi linee le cose che avrebbe dovuto fare nella vita terrena. Quando gli fu riferito che avrebbe dovuto comparire in televisione per una serie di telefilm, si oppose decisamente al progetto, perché era molto timido. Disse: "Non sono il tipo io, per fare queste cose; ci vuole una certa presenza, e poi, io mi emoziono facilmente; con tutti gli attori che ci sono, perché avete scelto proprio me?" "Okay, Mario", gli rispose il Buon Dio, "ti offro la possibilità di trovarti un sostituto, ad una condizione però: dovrà avere le impronte digitali dei pollici uguali e precise alle tue!".
Mario non si perse d'animo, girò e rigirò varie volte la storia presente, passata e futura per cercare un uomo che avesse i pollici uguali ai suoi. Scaduto il tempo stabilito per la ricerca, il Buon Dio chiamò a sé di nuovo Mario e gli disse: "Come potevi sperare di trovare una persona uguale a te? Sei stato creato in modo così originale che nemmeno le impronte dei tuoi pollici sono state copiate da un altro uomo! Ora va' sulla terra e porta a compimento quel progetto che solo tu puoi realizzare: la tua vocazione":
Mario accettò la lezione che il Buon Dio gli aveva dato e, anzi, fu così contento di non essere una copia, che una volta arrivato sulla terra, si mise a mostrare con un pizzico di orgoglio il segno della sua originalità, come a ricordare a tutti che nessun altro è uguale e noi e che quindi non possiamo tirarci indietro nel nostro progetto.
inviato da Andrea Zamboni, inserito il 23/11/2002
TESTO
100. Le regole per essere umani 1
1. Riceverai un corpo.
Potrai amarlo o detestarlo, ma sarà tuo per l'intero periodo di questa vita.
2. Prenderai lezioni.
Sei iscritto a una scuola informale a tempo pieno chiamata Vita. Ogni giorno in questa scuola avrai occasione di prendere lezioni. Le lezioni potranno piacerti oppure potrai considerarle irrilevanti e stupide.
3. Non vi sono errori, soltanto lezioni.
La crescita è un procedimento per tentativi: è sperimentazione. Gli esperimenti "falliti" fanno parte del procedimento tanto quanto l'esperimento che alla fine "funziona".
4. Una lezione viene ripetuta fino all'apprendimento.
Una lezione ti sarà presentata sotto varie forme finché la imparerai. Una volta appresa questa, potrai passare alla lezione successiva.
5. Non si finisce mai di imparare.
Non vi è parte della vita che non contenga le sue lezioni. Finché vivrai ci saranno lezioni da apprendere.
6. "Lì" non è meglio di "qui".
Quando il tuo "lì" sarà diventato un "qui", semplicemente otterrai un altro "lì" che di nuovo sembrerà migliore di "qui".
7. Gli altri sono semplicemente specchi di te.
Non puoi amare od odiare qualcosa di un'altra persona finché ciò non riflette qualcosa che ami od odi di te stesso.
8. Spetta a te decidere cosa fare.
Hai tutti gli strumenti e le risorse di cui hai bisogno. Spetta a te decidere cosa farne. La scelta è tua.
9. Le tue risorse risiedono dentro di te.
Le risposte alle domande della Vita risiedono dentro di te. Tutto ciò che ti serve è guardare, ascoltare e avere fiducia.
10. Dimenticherai tutto questo.
11. Puoi ricordartelo ogni volta che vuoi.
vitacrescereimparareeducarsisbagliare
inviato da Andrea Zamboni, inserito il 23/11/2002
RACCONTO
Rivista Pregare
Un uomo, che si sentiva orgoglioso del verde tappeto del suo giardino, un brutto giorno scoprì che il suo bel prato era infestato da una grande quantità di "denti di leone". Cercò con tutti i mezzi di liberarsene, ma non poté impedire che divenissero una vera piaga.
Alla fine si decise di scrivere al ministero dell'Agricoltura, riferendo tutti gli sforzi che aveva fatto, e concluse la lettera chiedendo: "Che cosa posso fare?".
Giunse la risposta: "Le suggeriamo d'imparare ad amarli".
Autentica piaga è per una persona non accettare gli avvenimenti, non amare tutto ciò che c'è nel suo giardino. Se non si può averla vinta con tanti "denti di leone" che esistono, è necessario apprendere una nuova tecnica: quella dell'amore. Imparare ad amare non è per nulla facile, poiché bisogna perdere, impiegare molto tempo per ascoltare gli altri: piante, animali, persone.
Il vivere in comunità, è come essere piantato in un giardino. In essa ci ogni specie di fiori, piante... Alcuni fioriscono più degli altri; alcuni in un tempo, altri più tardi. Ci sono addirittura piante che non fioriscono mai. Però tutte hanno una funzione, una missione.
I primi cristiani erano "un cuor solo ed un'anima sola, e nessuno riteneva niente come proprio, anzi tutto era di tutti" (Atti, 4,32). Si distinguevano da coloro che non erano cristiani per il solo fatto d'aver appreso ad amare e di crescere nell'amore. Dei primi cristiani affermava Diogneto:
"Amano tutti e da tutti sono perseguitati... Sono poveri, ma arricchiscono tutti. Sono privi d'ogni cosa, ma abbondano in tutto... Li caricano di vituperi, e loro li benedicono... Li si ingiuria e loro onorano. Si comportano bene e sono castigati come malfattori. Condannati a morte, si rallegrano come se fosse loro donata la vita".
comunitàamoreaccettazionetolleranza
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 24/10/2002
PREGHIERA
102. Basta un fiocco di neve 1
Basta un fiocco di neve per far nascere un fiume.
Basta una goccia d'acqua per forare una pietra.
Basta una stella per illuminare il cielo.
Basta un fiore per rallegrare il deserto.
Basta un sorriso per dar vita all'amicizia.
Basta un "sì" per consegnarsi alla persona amata.
Basta una lacrima per cancellare una montagna di peccati.
Basta uno spicciolo per far grande il tesoro.
Tu sei un Dio straordinario, Signore,
perché giudichi grande e meraviglioso
ciò che è piccolo e ordinario;
perché niente misuri con il metro e con la stadèra,
ma solo e sempre
in base al silenzioso e nascosto battito del cuore.
Aiutami, Signore, ogni giorno
a donarti sempre il meglio di me,
anche se è poco,
dal momento che non mi chiedi di fare cose straordinarie
ma soltanto che faccia le cose ordinarie
con un cuore straordinario.
buongiornosantitàpiccolezzaumiltàquotidianitàrapporto con Dio
inviato da Luca Peyron, inserito il 13/06/2002
TESTO
103. Le persone che sanno amare... 1
Le persone che sanno amare
sono quelle che rendono bello il mondo;
le persone più importanti della terra
sono le persone profondamente buone.
Perché solo loro che sanno dare alla gente
quello di cui ha più bisogno: la bontà.
Chi porta bontà comunica pace, sicurezza, forza,
perché comunica Dio.
Abbiamo bisogno di tante cose:
di salute, di pane, di lavoro, di tranquillità e di pace...
...ma più di tutto di bontà.
Abbiamo bisogno di gente che insegni ad amare.
Amare è calarsi nei problemi degli altri,
è sacrificare il proprio tempo,
è aiutare le persone fino in fondo,
come sa fare Dio con ciascuno di noi.
Amare è comprendere.
Amare è perdonare, è cambiare il male con il bene.
Amare è dare affetto, attenzione e forza a chi non ce l'ha.
Amare è dare, senza attendere il ricambio.
Quando sei paziente mentre tutti perderebbero la pazienza;
quando ti controlli davanti a un pensiero cattivo;
quando fermi una parola di condanna
che sembrerebbe a tutti legittima,
stai diventando esperto in amore.
Amare è fermarsi accanto ad ogni persona senza passare oltre;
è trovare il tempo per uno che soffre
mentre manca il tempo per te e le tue cose.
Amare è rendere presente Dio in mezzo alla gente.
Signore, moltiplica sulla terra le persone capaci di amare,
perché gli uomini hanno bisogno di Te!
amoreamiciziaresponsabilitàdonarebontà
inviato da Luca Peyron, inserito il 12/06/2002
RACCONTO
Bruno Ferrero, Il canto del grillo
Un vecchio saggio indiano dava questo consiglio agli irruenti giovani della sua tribù: «Quando sei veramente adirato con qualcuno che ti ha mortalmente offeso e decidi di ucciderlo per lavare l'onta, prima di partire siediti, carica ben bene di tabacco una pipa e fumala.
Finita la prima pipa, ti accorgerai che la morte, tutto sommato, è una punizione troppo grave per la colpa commessa. Ti verrà in mente, allora, di andare a infliggergli una solenne bastonatura.
Prima di impugnare un grosso randello, siediti, carica una seconda pipa e fumala fino in fondo. Alla fine penserai che degli insulti forti e coloriti potrebbero benissimo sostituire le bastonate.
Bene! Quando stai per andare a insultare chi ti ha offeso, siediti, carica la terza pipa, fumala, e quando avrai finito, avrai solo voglia di riconciliarti con quella persona».
I monaci di un convento trovavano molta difficoltà ad andare d'accordo. Spesso scoppiavano dispute, anche per motivi futili. Invitarono allora un maestro di spirito che affermava di conoscere una tecnica garantita per portare l'armonia e l'amore in ogni gruppo. A loro il maestro rivelò il suo segreto: «Ogni volta che sei con qualcuno o ce l'hai con qualcuno, devi dire a te stesso: io sto morendo e anche questa persona sta morendo. Se pensi veramente a queste parole, ogni amarezza scomparirà».
perdonopazienzacomunitàconviverepace interiore
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 03/06/2002
PREGHIERA
Cristo, mio redentore.
Sono libero quando accetto la libertà degli altri.
Sono libero quando riesco ad essere persona.
Sono libero quando non credo nell'impossibile.
Sono libero se la mia unica legge è l'amore.
Sono libero quando credo che Dio è più grande del mio peccato.
Sono libero quando solo l'amore riesce a incantarmi.
Sono libero se mi accorgo che ho bisogno degli altri.
Sono libero quando sono capace di ricevere la felicità che mi regalano gli altri.
Sono libero se solo la verità può farmi cambiare strada.
Sono libero se posso rinunciare ai miei diritti.
Sono libero quando amo il bene del mio prossimo più della mia stessa libertà.
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 01/06/2002
TESTO
106. Ricevere il perdono di Dio
Henri J. M. Nouwen, L'abbraccio benedicente
Una delle più grandi provocazioni della vita spirituale è ricevere il perdono di Dio. C'è qualcosa in noi, esseri umani, che ci tiene tenacemente aggrappati ai nostri peccati e non ci permette di lasciare che Dio cancelli il nostro passato e ci offra un inizio completamente nuovo. Qualche volta sembra persino che io voglia dimostrare a Dio che le mie tenebre sono troppo grandi per essere dissolte.
Mentre Dio vuole restituirmi la piena dignità della condizione di figlio, continuo a insistere che mi sistemerò come garzone. Ma voglio davvero essere restituito alla piena responsabilità di figlio? Voglio davvero essere totalmente perdonato in modo che sia possibile una vita del tutto nuova? Ho fiducia in me stesso e in una redenzione così radicale?
Voglio rompere con la mia ribellione profondamente radicata contro Dio e arrendermi in modo così assoluto al suo amore da far emergere una persona nuova? Ricevere il perdono esige la volontà totale di lasciare che Dio sia Dio e compia ogni risanamento, reintegrazione e rinnovamento.
perdonoconversionepeccatomisericordia di Dio
inviato da Mariangela Molari, inserito il 28/05/2002
TESTO
Carl Jung, Lettera ad una donna cristiana
Vi ammiro, voi cristiani, perché identificate Cristo con il povero e il povero con Cristo, e quando date del pane ad un povero sapete di darlo a Gesù. Ciò che mi è più difficile comprendere è la difficoltà che avete di riconoscere Gesù nel povero che è in voi. Quando avete fame di guarigione o di affetto, perché non lo volete riconoscere? Quando vi scoprite nudi, quando vi scoprite stranieri a voi stessi, quando vi ritrovate in prigione e malati, perché non sapete vedere questa fragilità come la persona di Gesù in voi?
Accettare se stessi sembra molto semplice, ma le cose semplici sono sempre più difficili... L'arte di essere semplici è la più elevata, così come accettare se stessi è l'essenza del problema morale e il nocciolo di un'intera visione del mondo... Ospitando un mendicante, perdonando chi mi ha offeso, arrivando perfino ad amare un mio nemico nel nome di Cristo, do prova senza alcun dubbio di grande virtù... quel che faccio al più piccolo dei miei fratello l'ho fatto a Cristo!
Ma se io dovessi scoprire che il più piccolo di tutti, il più povero di tutti i mendicanti, il più sfacciato degli offensori, il nemico stesso è in me; che sono io stesso ad aver bisogno dell'elemosina della mia bontà, che io stesso sono il nemico d'amare, allora che cosa accadrebbe?
Di solito assistiamo in questo caso al rovesciamento della verità cristiana. Allora scompaiono amore e pazienza, allora insultiamo il fratello che è in noi, allora ci condanniamo e ci adiriamo contro noi stessi, ci nascondiamo agli occhi del mondo e neghiamo di aver mai conosciuto quel miserabile che è in noi.
E se fosse stato Dio stesso a presentarsi a noi sotto quella forma spregevole lo avremmo rinnegato mille volte prima del canto del gallo.
inviato da Mariangela Molari, inserito il 28/05/2002
TESTO
Sermig, Fraternità della Speranza
Voglio trovare il senso per la mia vita, che è unica ed irripetibile, per viverla senza guerra, violenza, paura e sperare nel futuro.
Mi impegno perché ogni uomo e donna possa valorizzare le proprie potenzialità e perché nessuno sia sfruttato.
Voglio capire cosa è il bene e cosa è il male, voglio vivere in un mondo dove esiste il perdono e dove la vendetta sia abolita.
Mi impegno a cambiare vita se ho sbagliato.
Voglio lottare contro quelle schiavitù che ci hanno proposto come libertà e che hanno ucciso troppi ragazzi e ragazze come me.
Mi impegno perché abbiano accesso agli strumenti per comunicare e l'informazione sia al servizio della persona.
Voglio amare e capire, nella libertà, che cos'è la verità.
Mi impegno perché il lavoro possa essere un bene per tutta l'umanità.
Voglio avere la libertà di credere o di non credere e di professare la mia fede in ogni parte del mondo.
Mi impegno perché tutte le ricchezze siano usate ed equamente distribuite per contribuire a costruire un mondo migliore e voglio che la terra sia rispettata.
impegnopacegiustiziaamoregiovani
inviato da Andrea Aversa, inserito il 23/05/2002
RACCONTO
«Perché continui a parlare dei miei errori passati?», domandò il marito.
«Credevo che avessi perdonato e dimenticato!»
«Sì, ho perdonato e dimenticato», disse la moglie, «ma voglio essere sicura che tu non dimentichi che io ho perdonato e dimenticato».
No. L'amore non tiene a mente le offese. L'amore fa nuova la persona amata, ogni giorno.
inviato da Emanuela Salvucci, inserito il 21/05/2002
RACCONTO
Abramo, ormai vecchissimo, era seduto su una stuoia nella sua tenda di capo tribù, quando vide sulla pista del deserto un angelo venirgli incontro.
Ma quando l'angelo gli si fu avvicinato, Abramo ebbe un sussulto: non era l'angelo della vita, era l'angelo della morte.
Appena gli fu di fronte Abramo si fece coraggio e gli disse: "Angelo della morte, ho una domanda da farti: io sono amico di Dio, hai mai visto un amico desiderare la morte dell'amico?".
L'angelo rispose: "Sono io a farti una domanda: hai mai visto un innamorato rifiutare l'incontro con la persona amata?".
Allora Abramo disse: "Angelo della morte, prendimi".
inserito il 08/05/2002
TESTO
Verrà il giorno in cui il mio corpo giacerà su un lenzuolo bianco, rincalzato con cura sotto i quattro angoli di un materasso in un ospedale.
A un certo momento, un medico dichiarerà che il mio cervello ha cessato di funzionare e che la mia vita si è fermata a tutti gli effetti.
Allora non cercate di prolungare la mia vita artificialmente con l'aiuto di una macchina. E non chiamate quel letto il mio letto di morte; chiamatelo il letto di vita e lasciate che tutte le parti del mio corpo vengano utilizzate perché altri possano vivere meglio.
Date i miei occhi a un uomo che non ha mai visto un'aurora, il viso di un bambino e l'amore negli occhi di una donna. Date il mio cuore a una persona che per esso ha patito infinite sofferenze.
Date i miei reni a chi è legato a una macchina per sopravvivere.
Togliete dal mio corpo tutte le ossa, i muscoli e i nervi e studiate il modo di utilizzarli per far camminare un bimbo minorato.
Esplorate ogni angolo del mio cervello. Prendete le mie cellule, se necessario, e conservatele; forse un giorno serviranno affinché un ragazzo privo della parola possa urlare quando gli lanciano il pallone e una bimbetta sorda possa sentire il ticchettio della pioggia sui vetri.
Bruciate quel che resta di me e spargete le ceneri al vento; serviranno a far crescere i fiori.
Se dovete seppellire qualcosa, seppellite i miei difetti, le mie debolezze e tutti i pregiudizi contro i miei simili.
Date i miei peccati al diavolo, la mia anima a Dio.
Se vorrete ricordarvi di me, fatelo con una buona azione e con una parola di conforto per qualcuno che ha bisogno di voi.
Se farete tutto ciò, io vivrò per sempre.
inviato da Francesco Sessa, inserito il 04/05/2002
PREGHIERA
Fa' che niente possa inquinare la mia pace, Signore ma che io riesca a parlare di salute, gioia e prosperità ad ogni persona che incontrerò.
Aiutami, soprattutto, a sapere guardare il volto assolato di quelli con cui vivo.
Mi è difficile a volte sorvolare sui loro difetti e fermarmi un po' sulle loro qualità migliori.
Fammi offrire in ogni momento un volto felice e un sorriso amico ad ogni uomo, tuo figlio e fratello.
Apri i miei occhi all'invisibile perché niente arrivi a spegnere l'entusiasmo di quelli che credono in Te e che credono nell'uomo, che sperano in Te e che credono nell'uomo.
amiciziasperanzagioiasorrisotestimonianza
inviato da Tiziana Veglianti, inserito il 02/05/2002
TESTO
113. Ballate come se nessuno vi guardasse 2
Per tanto tempo ho avuto la sensazione che la vita sarebbe presto cominciata, la vera vita! Ma c'erano sempre ostacoli da superare, strada facendo qualcosa di irrisolto, un affare che richiedeva ancora tempo, dei debiti che non erano stati ancora regolati, in seguito la vita sarebbe cominciata. Finalmente ho capito che questi ostacoli erano la mia vita. Questo modo di percepire le cose mi ha aiutato a capire che non c'è un mezzo per essere felici, ma che la felicità è un mezzo. Di conseguenza, gustate ogni istante della vostra vita, e gustatelo ancora di più perché lo potete dividere con una persona cara, una persona molto cara per passare insieme dei momenti preziosi della vita, e ricordatevi che il tempo non aspetta nessuno. E allora smettete di pensare di finire la scuola, di tornare a scuola, di perdere 5 chili, di prendere 5 chili, di avere dei figli, di vederli andare via di casa. Smettete di aspettare di cominciare a lavorare, di andare in pensione, di sposarvi, di divorziare. Smettete di aspettare il venerdì sera, la domenica mattina, di avere una nuova macchina o una casa nuova. Smettete di aspettare la primavera, l'estate, l'autunno o l'inverno. Smettete di aspettare di lasciare questa vita, di rinascere nuovamente, e decidete che non c'è momento migliore per essere felici che il momento presente. La felicità e le gioie della vita non sono delle mete, ma un viaggio. Lavorate come se non aveste bisogno di soldi. Amate come se non doveste mai soffrire. Ballate come se nessuno vi guardasse.
vitaottimismosperanzafuturopresente
inviato da Gaetano, inserito il 29/04/2002
PREGHIERA
114. In un momento di onestà 3
Signore, quando credo che il mio cuore sia straripante d'amore e mi accorgo, in un momento di onestà, di amare me stesso nella persona amata, liberami da me stesso.
Signore, quando credo di aver dato tutto quello che ho da dare e mi accorgo, in un momento di onestà, che sono io a ricevere, liberami da me stesso.
Signore, quando mi sono convinto di essere povero e mi accorgo, in un momento di onestà, di essere ricco di orgoglio e di invidia, liberami da me stesso.
E, Signore, quando il regno dei cieli si confonde falsamente con i regni di questo mondo, fa' che io trovi felicità e conforto solo in Te.
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 26/04/2002
RACCONTO
115. Un uomo, il suo fiume, il suo ponte 1
Un uomo, dopo molti anni di lavoro e di meditazioni sul miglior modo per attraversare il fiume davanti alla sua casa, costruì una passerella. Si racconta però che gli abitanti del villaggio raramente osavano passarvi sopra, a causa della sua precarietà.
Un bel giorno, da quelle parti comparve un ingegnere che, con l'aiuto della gente del posto, costruì un ponte, la qual cosa mandò su tutte le furie il costruttore della passerella. Questi, infatti, da quel momento incominciò a dire a quanti avevano la pazienza di ascoltarlo che l'ingegnere aveva mancato di rispetto nei confronti del suo lavoro.
"Ma la passerella è ancora lì - rispondevano gli abitanti del villaggio - ed è un monumento ai suoi anni di fatica e di meditazione".
"Nessuno però la usa" ribatteva l'uomo, stizzito.
"Lei signore, è un cittadino rispettabile e noi siamo fieri di lei. Tuttavia, se la gente trova il ponte più bello e utile della sua passerella, che cosa ci possiamo fare?".
"Il ponte attraversa il mio fiume!".
"Ma signore, con tutto il rispetto che abbiamo per il suo lavoro, vorremmo dirle che il fiume non le appartiene. Può essere attraversato a piedi, in barca, a nuoto o in qualsiasi altro modo: se le persone preferiscono attraversarlo utilizzando il ponte, perché non rispettare la loro scelta? Infine, come possiamo aver fiducia di una persona che, invece di cercare di migliorare la sua passerella, passa tutto il tempo a criticare il ponte?".
fiduciarispettotolleranzalibertà interiore
inviato da Matteo Preto, inserito il 16/04/2002
PREGHIERA
116. Preghiera dei Vincenziani 1
Signore, fammi buon amico di tutti,
fa' che la mia persona ispiri fiducia
a chi soffre e si lamenta.
A chi cerca luce lontano da te,
a chi vorrebbe cominciare e non sa come,
a chi vorrebbe confidarsi e non se ne sente capace.
Signore aiutami,
perché non passi accanto a nessuno
con il volto indifferente, con il cuore chiuso,
con il passo affrettato.
Signore, aiutami ad accorgermi subito
di quelli che mi stanno accanto,
di quelli che sono preoccupati e disorientati,
di quelli che soffrono senza mostrarlo,
di quelli che si sentono isolati senza volerlo.
Signore, dammi una sensibilità
che sappia andare incontro ai cuori.
Signore, liberami dall'egoismo,
perché ti possa servire,
perché ti possa amare,
perché ti possa ascoltare,
in ogni fratello che mi fai incontrare.
amoreserviziocondivisionedoloresofferenzacarità
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 12/04/2002
PREGHIERA
117. Padre nostro (parafrasi) 1
PADRE che consideri tutte le persone uguali.
NOSTRO, di ognuno, di tutti quei milioni di persone che abitano la terra, senza differenza di età, colore o luogo di nascita.
CHE SEI NEI CIELI e sulla terra e in ciascuna persona, negli umili e in coloro che soffrono.
SIA SANTIFICATO IL TUO NOME nei cuori pacifici di uomini e donne, bambini e anziani, qui e altrove.
VENGA IL TUO REGNO, il tuo Regno di pace, di amore, di giustizia, di Verità, di libertà.
SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ sempre e tra tutte le nazioni e tutti i popoli.
COME IN CIELO COSI IN TERRA: che i tuoi piani di pace non siano distrutti dai violenti e dai tiranni.
DACCI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO: che sia impastato di pace e di amore, e allontana da noi il pane della discordia e dell'odio che genera gelosia e divisione.
DACCELO OGGI perché domani potrebbe essere troppo tardi. Stanno puntando i missili, forse, qualcuno li sparerà.
RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI, non come perdoniamo noi, ma come perdoni tu, senza risentimento senza rancore nascosto.
NON CI INDURRE IN TENTAZIONE di guardare gli altri con sospetto, di dimenticare i nostri fratelli e le nostre sorelle nel bisogno, di accumulare per noi stessi ciò che potrebbe essere necessario per gli altri, di vivere bene a spese altrui.
LIBERACI DAL MALE che ci minaccia, dall'egoismo dei potenti, dalla morte causata dalla guerra e dalle armi; perché siamo in tanti, Padre, a desiderare di vivere in pace e di costruire la pace per tutti.
padre nostropreghiera di domanda
inviato da Maria Grazia Guidetti, inserito il 12/04/2002
PREGHIERA
No, non è vero che la diversità
viene accettata spontaneamente.
Ci sono momenti in cui essa
mette a dura prova i nostri nervi,
ci sono frangenti in cui vorremmo
annullarla, come d'incanto,
per trovare tutti d'accordo con noi,
con gli stessi gusti e gli stessi desideri.
Tu ci hai fatti diversi:
lo vogliamo o no, questa è la realtà.
Una realtà scomoda,
per chi ama troppo l'ordine,
e la compattezza.
Una realtà colma di ricchezza,
per chi sa apprezzare le risorse
in qualunque persona.
Una realtà imbarazzante
per chi la avverte come un attentato
alle sue opinioni,
alla sua personalità.
Una realtà benefica,
per chi ama la propria e l'altrui libertà.
Grazie, Signore, per tutte le differenze
di pelle, di cultura, di tradizioni.
Grazie per averci salvati
dall'omologazione e dall'appiattimento,
dalla clonazione e dalla massificazione.
Grazie per tutti quelli che ci obbligano
a prendere atto del loro pensiero,
del loro temperamento, delle loro abitudini
così diversi dai nostri.
diversitàmulticulturalitàcoppiafamiglia
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002
RACCONTO
C'era una volta un ragazzo con un brutto carattere.
Suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse di piantarne uno nello steccato del giardino ogni volta che avesse perso la pazienza e litigato con qualcuno.
Il primo giorno il ragazzo piantò 37 chiodi nello steccato.
Nelle settimane seguenti, imparò a controllarsi e il numero di chiodi piantati nello steccato diminuì giorno per giorno: aveva scoperto che era più facile controllarsi che piantare i chiodi.
Finalmente arrivò un giorno in cui il ragazzo non piantò alcun chiodo nello steccato e andò dal padre a dirglielo.
Il padre allora gli disse di levare un chiodo dallo steccato per ogni giorno in cui non aveva perso la pazienza e litigato con qualcuno.
I giorni passarono e finalmente il ragazzo poté dire al padre che aveva levato tutti i chiodi dallo steccato.
Il padre portò il ragazzo davanti allo steccato e gli disse: "Figlio mio, ti sei comportato bene, ma guarda quanti buchi ci sono nello steccato. Lo steccato non sarà mai più come prima".
Quando litighi con qualcuno e gli dici qualcosa di brutto, gli lasci una ferita. Puoi piantare il chiodo nel cuore di una persona, e poi levarlo, ma rimarrà sempre una ferita. Non importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà.
amiciziapassatomaleconseguenzeferiterabbia
inviato da Matteo Preto, inserito il 09/04/2002
TESTO
120. Perché sono nato, dice Dio 2
Sono nato nudo, dice Dio,
perché tu sappia spogliarti di te stesso.
Sono nato povero,
perché tu possa considerarmi l'unica ricchezza.
Sono nato in una stalla,
perché tu impari a santificare ogni ambiente.
Sono nato debole, dice Dio,
perché tu non abbia mai paura di me.
Sono nato per amore,
perché tu non dubiti mai del mio amore.
Sono nato di notte,
perché tu creda che io posso illuminare qualsiasi realtà.
Sono nato persona, dice Dio,
perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.
Sono nato uomo,
perché tu possa essere "Dio".
Sono nato perseguitato,
perché tu sappia accettare le difficoltà.
Sono nato nella semplicità,
perché tu smetta di essere complicato.
Sono nato nella tua vita, dice Dio,
per portare tutti alla casa del Padre.
inviato da Barbara, inserito il 08/04/2002
TESTO
Ho sognato d'intervistare Dio.
"Ti piacerebbe intervistarmi?", Dio mi domandò.
"Se hai tempo" gli dissi.
Dio sorrise.
"Il mio tempo è eterno, che cosa vuoi domandarmi?"
"Cosa ti sorprende dell'umanità?...".
E Dio rispose:
"Siete così ansiosi per il futuro, perché vi dimenticate del presente.
Vivete la vita senza pensare al presente o al futuro. Vivete la vita come se non dovreste morire mai, e morite come se non aveste mai vissuto...
Avete fretta perché i vostri figli crescano, e appena crescono volete che siano di nuovo bambini. Perdete la salute per guadagnare i soldi e poi usate i soldi per recuperare la salute."
Le mani di Dio presero le mie e per un momento restò in silenzio, allora gli domandai: "Padre, che lezione di vita desideri che i tuoi bambini imparino?".
Dio rispose con un sorriso: "Che imparino che non possono pretendere di essere amati da tutti, però ciò che possono fare è lasciarsi amare dagli altri.
Imparino che ciò che vale di più non è quello che hanno nella vita, ma che hanno la vita stessa.
Imparino che non è buono paragonarsi con gli altri.
Imparino che una persona ricca non è quella che ha di più, ma è quella che ha bisogno di meno.
Imparino che in alcuni secondi si ferisce profondamente una persona che si ama, e che ci vogliono molti anni per cicatrizzare la ferita.
Imparino a perdonare e a praticare il perdono.
Imparino che ci sono persone che vi amano profondamente, ma che non sanno come esprimere o mostrare i loro sentimenti.
Imparino che due persone possono vedere la stessa cosa in modo differente.
Imparino che non si perdona mai abbastanza gli altri, però sempre bisogna imparare a perdonare se stessi.
E imparino che io sono sempre qui. Sempre".
inviato da Barbara, inserito il 08/04/2002
TESTO
Per scoprire il valore di un anno,
chiedi a uno studente che è stato bocciato all'esame finale.
Per scoprire il valore di un mese,
chiedi a una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto.
Per scoprire il valore di una settimana,
chiedi all'editore di una rivista settimanale.
Per scopire il valore di un'ora,
chiedi agli innamorati che stanno aspettando di vedersi.
Per scoprire il valore di un minuto,
chiedi a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l'aereo.
Per scoprire il valore di un secondo,
chiedi a qualcuno che è sopravvisuto a un incidente.
Per scoprire il valore di un millesecondo,
chiedi ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d'argento.
Il tempo non aspetta nessuno.
Raccogli ogni momento che ti rimane, perché ha un grande valore.
Condividilo con una persona speciale, e diventerà ancora più importante.
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 07/04/2002