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TESTO

1. La strada del presepio

Primo Mazzolari

Se il mondo vorrà avere ancora uomini liberi,
se vorrà avere uomini giusti,
se vorrà avere uomini che sentono la fraternità,
bisogna che noi non dimentichiamo la strada del presepio!
Esso infatti è la scuola dove l'alunno anche più superficiale
può imparare i grandi insegnamenti del Natale:
il gusto delle cose semplici e pulite, il silenzio, la pace, l'amore.
Il presepio: un punto luminoso dove tutto converge, dove c'è il Bambino,
capace solo lui di lavare la faccia della terra e farla girare dalla parte giusta!

presepenatalesemplicità fraternità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Simone Nannetti, inserito il 20/02/2023

TESTO

2. Io sono il tuo Dio   2

Io sono il tuo Dio e ti sto vicino; non ti basta? Che vuoi dunque di più sulla terra di ciò che riempie il mio cuore?

Io sono il tuo Dio e ti resto fedele anche quando ti mando la croce; per quanto questa pesi, ricordati che io sono con te: che vuoi di più?

Io sono il tuo Dio e penso a te. Dall'eternità io penso a te. Ho scritto il tuo nome profondamente nel mio Cuore, perché tu non avessi mai a dimenticarti di te.

Io sono il tuo Dio e regolo tutto per il meglio, per il tuo meglio: se ora non lo capisci, un giorno lo vedrai con tutta chiarezza.

Io sono il tuo Dio e ti amo fedelmente; conosco tutto ciò che affligge il tuo cuore; vedo ogni sguardo, ascolto ogni parola che ti contraria. Accetta tutto con tranquillità e pace, perché sono io che ho disposto così; tu persevera, restami fedele affinché il mio cuore te ne ricompensi.

Io sono il tuo Dio. Sei solo? Ti farò compagnia. Nessuno ha una buona parola per te? Vieni da me che sarò sempre il tuo tutto, ti compenserò di ciò che ti è negato in terra.

Io sono il tuo Dio. Che vuoi di più? Fatti coraggio! Nulla ti costi, perché chi possiede il mio divin Cuore ha tutto ciò che gli può abbisognare. Il mondo passa, il tempo fugge, gli uomini scompaiono, la morte tutto rapisce. Una cosa sola ti resterà per sempre: il tuo Dio!

Diopreghierarapporto con Dio,

5.0/5 (1 voto)

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 20/02/2023

TESTO

3. Resta viva   1

Virginia Woolf

Qualunque cosa succeda, resta viva.

Non morire prima di essere morta davvero. Non perdere te stessa, non perdere la speranza, non perdere la direzione.

Resta viva, con tutta te stessa, con ogni cellula del tuo corpo, con ogni fibra della tua pelle.

Resta viva, impara, studia, pensa, costruisci, inventa, crea, parla, scrivi, sogna, progetta.

Resta viva, resta viva dentro di te, resta viva anche fuori, riempiti dei colori del mondo, riempiti di pace, riempiti di speranza.

Resta viva di gioia. C'è solo una cosa che non devi sprecare della vita, ed è la vita stessa.

vitaviveregioia

3.5/5 (2 voti)

inviato da Simona Pirlo, inserito il 17/09/2022

TESTO

4. La persecuzione più astuta

S. Ilario di Poitiers, Contro l'imperatore Costanzo, 5

Oggi ci troviamo a lottare contro un persecutore subdolo, un nemico seducente. Un tentatore che non flagella il dorso, ma liscia il ventre; non esilia a vita, ma condanna a morte coprendo di ricchezze; non ci chiude in carcere, dandoci la vera libertà, ma ci accoglie nei suoi palazzi, e così ci rende schiavi; non ci tormenta i fianchi, ma si impossessa del nostro cuore; non decapita con il ferro della spada, ma uccide l'anima con l'oro; non ci minaccia apertamente del rogo, ma in segreto attira su di noi il fuoco della Geènna. Non ci sfida, per non essere sconfitto, ma prevale su di noi con l'adulazione. Professa il nome di Cristo per poi sconfessarlo; si adopera per la conciliazione e ci toglie la pace; opprime gli eretici per fare sparire i cristiani; copre di onori i sacerdoti perché non vi siano più pastori; costruisce chiese e distrugge la fede.

persecuzionefedemaletentazione

inserito il 11/02/2022

TESTO

5. Provvidenza

don Luigi Verdi, Fraternità di Romena, Omelia 21 luglio 2019

Noi abbiamo voluto fare i moderni, abbiamo distrutto tante cose con questa modernità; abbiamo ucciso anche tante parole che ci sembravano deboli, come la tenerezza, come la gentilezza e come la provvidenza.

Una delle parole che mi sta più a cuore dei nostri nonni, è la provvidenza, a cui non crediamo più. Perché pretendiamo senza accogliere.

La provvidenza non viene così, la provvidenza arriva se ti muovi, non se stai fermo ad aspettare che arrivino i miracoli.

La provvidenza degli angeli, e poi viene fuori questo miracolo del figlio inaspettato (in riferimento alla promessa fatta ad Abramo nella lettura). È perché Abramo apre la porta, Abramo accoglie, altrimenti non sarebbe successo nulla.

E allora vorrei fare l'ultima preghiera, proprio sulla provvidenza. Perché ognuno di noi la possa risentire viva dentro di sé:

Provvidenza parola detta con tanta naturalezza. Ma per i nostri nonni la provvidenza era come una luce che splende dall'altra riva, come la luna e le stelle che illuminano il cammino di una notte, era il loro appuntamento con un eco che parlava di futuro, era il lievito del pane quotidiano. Attendevano i nostri nonni la provvidenza, con schiene dritte e volentieri. Accoglievano Dio nella loro casa, perché lo sentivano camminare dentro i giorni, vedevano crescere il grano e contemporaneamente vedevano un angelo volargli accanto.

Quando mi sorreggo alla provvidenza, sento in me una pace calda e finiscono i miei lamenti, sento ogni giorno, con tanta semplicità, che il mio cuore batte più regolare.

Provvidenza, dono del cielo diretto ai mansueti, ai miti e a tutti i custodi della vita.

provvidenza

inviato da Marcello Rosa, inserito il 23/06/2020

TESTO

6. Io mi sento Chiesa

Anna Marinelli

Io mi sento Chiesa, nonostante le porte chiuse:
Lo Spirito Santo passa attraverso
e mi pervade di fervore nuovo.

Io mi sento Chiesa, nonostante il Silenzio,
c'è un fervore di cuori
che battono come tamburi.

Io mi sento Chiesa in comunione perenne,
ho un tabernacolo pieno di pane di perdono.

Mi manca il segno della pace e l'abbraccio fraterno
ma c'è una catena di mani che supplica l'Eterno.

Il virus dell'Amore è quello da contagiare,
pregando e amando il fratello ci si potrà salvare.

chiesaviruscoronaviruscomunionefraternità

1.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Marinelli, inserito il 11/03/2020

TESTO

7. Andate...   1

Giuseppe Impastato S.I.

Andate, N. e N.,
sia l'Amore a guidarvi.
Amandovi, sarete preziosi per questo nostro mondo
assetato di Assoluto e di senso,
e mostrerete che in voi oggi si è accesa una luce.
Andate e amatevi in pienezza, per la vita,
e seminerete simpatia e speranza.
Noi, qui presenti, parte di una Chiesa più grande,
ci stringiamo a voi e vi siamo grati
per il vostro gioioso “Sì” all'amore di Cristo Gesù,
e questo incoraggerà anche noi a dire sì
a Dio, alla vita, all'amore.
Andate e conservate intatti
I sentimenti che oggi vi animano.
Gesù vi accompagnerà con la sua forza
e con il suo coraggio di amare.

Andate insieme nella gioia, nella pace, incontro alla vita.

matrimoniocoppiasposifamiglia

3.0/5 (1 voto)

inviato da Giuseppe Impastato, inserito il 12/01/2020

TESTO

8. Cimitero   1

Giuseppe Impastato S.I.

Per ritrovare i volti
di chi mi sorrise all'incontro
segnato dal primo grido,
per richiamare sguardi e abbracci
che mi spinsero a credere
in un Amore più grande,
per preparare il finale mio cammino
verso la pace,
son passato tra i filari dei cipressi
mentre le rondini in volo
ricamavano in cielo
la volta della mia futura casa.

cimiteronascitaresurrezionegratitudine

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 27/06/2019

TESTO

9. La pace è finita, andate a Messa   1

Tonino Bello, Affliggere i consolati

Il frutto dell'eucaristia dovrebbe essere la condivisione dei beni. I nostri comportamenti invece sono l'inversione di questa logica. Le nostre messe dovrebbero smascherare i nuovi volti dell'idolatria. Le nostre messe dovrebbero metterci in crisi ogni volta. Per cui per evitare le crisi bisognerebbe ridurle il più possibile. Non fosse altro che per questo. Dovrebbero smascherare le nostre ipocrisie e le ipocrisie del mondo. Dovrebbero far posto all'audacia evangelica. Non dovrebbero servire agli oppressori.

Bonhoeffer diceva che non può cantare il canto gregoriano colui che sa che un fratello ebreo viene ammazzato. Non si può cantare il canto gregoriano quando si sa che il mondo va così.

Tante volte anche noi, presi da una fede flaccida, svenevole, abbiamo fatto dell'eucaristia un momento di compiacimenti estenuanti, che hanno snervato proprio la forza d'urto dell'eucaristia e ci hanno impedito di udire il grido dei Lazzari che stanno fuori la porta del nostro banchetto.

Se dall'eucaristia non parte una forza prorompente che cambia il mondo, che dà la voglia dell'inedito, allora sono eucaristie che non dicono niente.

Se dall'eucaristia non si scatena una forza prorompente che cambia il mondo, capace di dare a noi credenti l'audacia dello Spirito Santo, la voglia di scoprire l'inedito che c'è ancora nella nostra realtà umana, è inutile celebrare l'eucaristia. Questo è l'inedito nostro: la piazza. Lì ci dovrebbe sbattere il Signore, con una audacia nuova, con un coraggio nuovo. Ci dovrebbe portare là dove la gente soffre oggi. La Messa ci dovrebbe scaraventare fuori.

Anziché dire la messa è finita, andate in pace, dovremmo poter dire la pace è finita, andate a messa. Ché se vai a Messa finisce la tua pace.

eucaristiamessasolidarietàcambiamento

inviato da Eleonora Polo, inserito il 27/06/2019

TESTO

10. Famiglia luogo di perdono   1

Non esiste una famiglia perfetta. Non abbiamo genitori perfetti, non siamo perfetti, non sposiamo una persona perfetta, non abbiamo figli perfetti. Abbiamo lamentele da parte di altri. Ci siamo delusi l'un l'altro. Pertanto, non esiste un matrimonio sano o una famiglia sana senza l'esercizio del perdono. Il perdono è vitale per la nostra salute emotiva e per la nostra sopravvivenza spirituale. Senza perdono la famiglia diventa un'arena di conflitto e una ridotta di punizioni.
Senza perdono, la famiglia si ammala. Il perdono sterilizza dell'anima, pulisce la mente, libera il cuore. Colui che non perdona non ha pace nell'anima o comunione con Dio. Il dolore è un veleno che intossica e uccide. Mantenere il dolore nel cuore è un gesto autodistruttivo. Colui che non perdona diventa fisicamente, emotivamente e spiritualmente malato.
Ed è per questo che la famiglia ha bisogno di essere un luogo di vita e non di morte, il territorio della cura e non della malattia, lo scenario del perdono e non della colpa.
Il perdono porta gioia dove il dolore produce tristezza e dove il dolore ha causato la malattia.

Testo erroneamente attribuito a Papa Francesco, non se ne conosce la fonte corretta.

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3.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 22/03/2018

TESTO

11. 10 punti utili nella vita   3

1) La preghiera non è una "ruota di scorta" che utilizzi quando hai una preoccupazione... ma è il volante che ti dà la giusta direzione per tutta la tua vita (1 Tessalonicesi 5,17).

2) Perché il parabrezza della tua macchina è cosi largo e i retrovisori cosi piccoli? Perché il nostro passato è meno importante del nostro futuro; quindi guarda avanti senza fermarti (Salmo 90,12).

3) L'amicizia è come un libro, prende fuoco in un attimo, ma ci vogliono anni per scriverlo (Proverbi 17,17).

4) Tutte le cose nella nostra vita sono passeggere... Se sono buone approfittane, non rimarranno per sempre, se sono cattive, non preoccuparti non dureranno per sempre (Matteo 12,35).

5) I vecchi amici sono come l'oro! I nuovi amici sono come diamanti! Se trovi un diamante non dimenticarti dell'oro, perché il diamante non regge se non è sostenuto dall'oro (Proverbi 18,24).

6) Spesso quando perdiamo la speranza e crediamo che la nostra vita sia finita, Dio sorride dall'alto e ci dice: "Calmati è solo una curva, non la fine" (Romani 9,33).

7) Quando Dio risolve i tuoi problemi, tu credi in lui. Quando Dio non risolve i tuoi problemi, lui crede nelle tue capacità (Proverbi 3,5-6).

8) Una persona cieca chiede a Dio: "Cosa c'è di peggio che perdere la vista?" Dio risponde: "Perdere la fede" (Giacomo 2,26).

9) Quando preghi per gli altri, Dio ascolta le tue richieste e le benedice, e quando sei in sicurezza e nella gioia, ricordati che qualcuno ha pregato per te (Giacomo 5,16b).

10) Essere preoccupati non ti toglie la preoccupazione di domani, ma ti toglie la pace di oggi (Matteo 6,34).

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4.5/5 (2 voti)

inviato da Qumran, inserito il 01/12/2017

TESTO

12. Per il mattino di Pasqua   1

David Maria Turoldo, O sensi miei…Poesie 1948-1988, Rizzoli, 1996 pagg 364-366

Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Andrò in giro per le strade
zufolando, così,
fino a che gli altri dicano: è pazzo!
E mi fermerò soprattutto coi bambini
a giocare in periferia,
e poi lascerò un fiore
ad ogni finestra dei poveri
e saluterò chiunque incontrerò per via
inchinandomi fino a terra.
E poi suonerò con le mie mani
le campane sulla torre
a più riprese
finché non sarò esausto.
E a chiunque venga
anche al ricco dirò:
siedi pure alla mia mensa,
(anche il ricco è un povero uomo).
E dirò a tutti:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Tutto è suo dono
eccetto il nostro peccato.
Ecco, gli darò un'icona
dove lui bambino guarda
agli occhi di sua madre:
così dimenticherà ogni cosa.
Gli raccoglierò dal prato
una goccia di rugiada
è già primavera
ancora primavera
una cosa insperata
non meritata
una cosa che non ha parole;
e poi gli dirò d'indovinare
se sia una lacrima
o una perla di sole
o una goccia di rugiada.
E dirò alla gente:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.

Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Non credo più neppure alle mie lacrime,
e queste gioie sono tutte povere:
metterò un garofano rosso sul balcone
canterò una canzone
tutta per lui solo.
Andrò nel bosco questa notte
e abbraccerò gli alberi
e starò in ascolto dell'usignolo,
quell'usignolo che canta sempre solo
da mezzanotte all'alba.
E poi andrò a lavarmi nel fiume
e all'alba passerò sulle porte
di tutti i miei fratelli
e dirò a ogni casa: pace!
e poi cospargerò la terra
d'acqua benedetta in direzione
dei quattro punti dell'universo,
poi non lascerò mai morire
la lampada dell'altare
e ogni domenica mi vestirò di bianco.

pasquarisortoresurrezionepaceannunciogioia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Sara Baroni, inserito il 08/05/2017

TESTO

13. Francesco, va' e ripara la mia casa!

Avevo il cuore in subbuglio, non sapevo cosa fare della mia vita, qual era il progetto di Dio per me. Quelle settimane passeggiavo tanto e la mia meta preferita era la chiesetta diroccata di San Damiano, poco fuori delle mura di Assisi.

Chissà da quando non si celebrava la Messa in quella chiesetta, quando ci andavo vedevo qualche contadino che, dopo il lavoro, entrava e pregava, qualche bambino portava talvolta qualche fiori di campo.

I temporali avevano rovinato le mura e il tetto, che ormai era crollato del tutto, il pavimento non c'era più, c'erano pietre tutto intorno. Quel giorno c'era tanto silenzio, tanta pace e tranquillità. Era una bellissima giornata di sole che ormai volgeva al tramonto.
Sono entrato, come al solito nella chiesetta, mi sono avvicinato al grande Crocifisso e ho iniziato a pregare. Ho pensato al mio animo tanto turbato, alla ricchezza che possedevo, ma anche a quella chiesetta diroccata e alle persone povere che incontravo ogni giorno per le vie di Assisi.

Immerso nei miei pensieri ho alzato gli occhi verso il Cristo in croce e ho sentito una voce molto chiara nel mio cuore: "Va' Francesco, ripara la mia casa, che come vedi, va in rovina!".

Sono rimasto ammutolito e senza parole, ma sentivo già la risposta nascere dentro di me: "Sì, Signore... dimmi cosa devo fare".

Alla fine della mia vita ho capito che Gesù voleva che io riparassi la sua casa, ma anche che mi donassi ai poveri e a tutti gli uomini e costruissi così una Chiesa più vera e più bella, come la voleva lui!

san francescovocazionechiesaimpegnodisponibilità

inviato da Qumran2, inserito il 19/04/2017

TESTO

14. Beati noi, poveri nello spirito

Paolo VI, Visita alla Basilica dell'Annunciazione in Nazareth (5 gennaio 1964)

Beati noi, se, poveri nello spirito,
sappiamo liberarci
dalla fallace fiducia nei beni economici
e collocare i nostri primi desideri
nei beni spirituali e religiosi;
e abbiamo per i poveri riverenza ed amore,
come fratelli e immagini viventi del Cristo.

Beati noi, se, formati alla dolcezza dei forti,
sappiamo rinunciare alla potenza funesta
dell'odio e della vendetta
e abbiamo la sapienza di preferire
al timore che incutono le armi
la generosità e il perdono,
l'accordo nella libertà e nel lavoro,
la conquista della bontà e della pace.

Tratto da "La vita in Cristo e nella Chiesa, maggio 2014, pag. 53"

beatitudinipovertàricchezzaforzadebolezzaperdonovendetta

inviato da Giuseppe Impastato, inserito il 20/02/2017

TESTO

15. E' facile dire Natale

Giuseppe Impastato S.I.

Come dire "Natale" alle giovani braccia alzate
per fermare i carri armati? Che orrore: no! No!
non si sono arrestati quei carri... e fu stritolato
lo sterminato grido di popolo oppresso,
e tanto sangue innocente bagnò la grande piazza
sotto gli occhi muti e increduli del mondo!

Come dire ‘Natale' ad Auschwitz, Dachau, Nagasaki,
alle Fosse Ardeatine e di Katyn, a Piazza Fontana,
al mare di Lampedusa e ai cieli di Ustica? Che orrore,
mio Dio: non tacciono i fucili dei plotoni di esecuzione,
sono accesi i forni crematori, bruciano le Torri Gemelle...
e stadi e carceri sono affollati di nemici del potere!

Come dire ‘Natale' a Tobagi, Bachelet, Dalla Chiesa,
Anna Frank, Martin Luther King, Falcone, Pino Puglisi?
Che orrore, mio Dio! Non si sono inceppate le P38,
si ode il crepitio dei kalashnikov, si propagano le nubi
di Cernobyl, scoppiano le mine antiuomo, crollano
gli ospedali di Siria, il ponte di Mostar... Sangue, sangue.

Come dire ‘Natale' all'immenso coro di dolore,
che si innalza da ghetti, campi di sterminio, al pianto
di neonati buttati tra i rifiuti, di uccisi nelle strade,
agli occhi lucidi di vecchi soli buttati lontano dalla vita...
Cosa dire agli inebetiti dalle droghe e dall'alcool,
dagli istupiditi dal gioco, ad abusati e violentate?

Mescolate col sangue scorrono sangue e bestemmie.
Caino è sempre tra noi, su Abele si dirigono le belve umane,
a Betlem si levano urla di madri, Susanna è condannata a morte.
Su melma e su fango, tra lacrime grida e spari
si spande un biancore puro di luce: sei tu, Gesù. Per tutti
è Natale di attenzione, vicinanza, pace, gioia, speranza.

nataledolorepaceguerra

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 28/12/2016

TESTO

16. Io vorrei donare

David Maria Turoldo, O sensi miei…, Rizzoli, 1993

Io vorrei donare una cosa al Signore
ma non so che cosa.
Non credo più neppure alle lacrime,
e queste gioie sono tutte povere:
metterò un garofano rosso sul balcone
canterò una canzone
tutta per lui solo.
Andrò nel bosco questa notte
e abbraccerò gli alberi
e starò in ascolto dell'usignolo,
quell'usignolo che canta sempre solo
da mezzanotte all'alba.
E poi andrò a lavarmi nel fiume
e all'alba passerò sulle porte
di tutti i miei fratelli
e dirò a ogni casa: "Pace!"
e poi cospargerò la terra
d'acqua benedetta in direzione
dei quattro punti dell'universo,
poi non lascerò mai morire
la lampada dell'altare
e ogni domenica mi vestirò di bianco.

donolodecreatoringraziamentoadorazionerapporto con Dio

inviato da Cesarina Volonte', inserito il 27/12/2016

TESTO

17. Viviamo la Santa Messa   1

Ettore Lomaglio Silvestri

Quale momento di profonda unione con Dio è la Santa Messa, egli ci invita alla sua mensa come fosse il Giovedì Santo. Ci fa sentire come i suoi apostoli ed ognuno di noi deve esserlo ricevendo il suo Corpo. Vi sarà sempre un Giuda Iscariota ma noi non dobbiamo esserlo.
Raccogliamoci quindi nella preghiera e nel dialogo con nostro Signore. Ogni momento ha il suo significato. E ascoltiamo con devozione la Parola del Signore e l'omelia, sono la nostra catechesi quotidiana. E durante la preghiera eucaristica non siamo distratti, meditiamo in ginocchio ogni parola. E il segno della pace diamolo col sorriso della vera pace... Poi quando ci accostiamo alla comunione non camminiamo come ad una sfilata ma con la testa china nella preghiera prepariamo il nostro cuore a ricevere il Corpo di Cristo. Facciamolo con la preghiera profonda, anche commuovendoci.
Insomma che la Santa Messa sia il culmine della nostra giornata dedicata al Signore.
Io provo questa grazia quasi ogni giorno e il peccato non osa avvicinarsi a me.

Messaeucaristiapaceliturgiapartecipazione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Ettore Lomaglio Silvestri, inserito il 05/09/2016

TESTO

18. L'avarizia   1

San Zenone di Verona, L'avarizia, I, 10;11

L'avarizia è un'incantatrice, un dolce male, una maledizione per l'umanità tutta, in ogni tempo. Giustamente Dio odia l'avarizia: è una brama senza fondo, un desiderio di rapina che non ha confine, una tensione che non trova pace, che non conosce contento. Spezza la fedeltà, spegne ogni sentimento, pone se stessa al di sopra dei diritti divini e, con argomentazioni cavillose, riduce a nulla ogni diritto umano e, se le fosse possibile, usurperebbe il mondo intero.

avariziaavidità

inviato da Paola Berrettini, inserito il 05/09/2016

TESTO

19. Pace a voi, il saluto di Cristo risorto ai suoi discepoli

Papa Francesco, Omelia Festa della Divina Misericordia, 3 aprile 2016

«Pace a voi!»: è il saluto che Cristo porta ai suoi discepoli; è la stessa pace, che attendono gli uomini del nostro tempo. Non è una pace negoziata, non è la sospensione di qualcosa che non va: è la sua pace, la pace che proviene dal cuore del Risorto, la pace che ha vinto il peccato, la morte e la paura. È la pace che non divide, ma unisce; è la pace che non lascia soli, ma ci fa sentire accolti e amati; è la pace che permane nel dolore e fa fiorire la speranza. Questa pace, come nel giorno di Pasqua, nasce e rinasce sempre dal perdono di Dio, che toglie l'inquietudine dal cuore. Essere portatrice della sua pace: questa è la missione affidata alla Chiesa il giorno di Pasqua. Siamo nati in Cristo come strumenti di riconciliazione, per portare a tutti il perdono del Padre, per rivelare il suo volto di solo amore nei segni della misericordia.

misericordiapacesperanzaamoreperdonoGesù RisortoPasqua

inviato da Stefano Molisso, inserito il 26/08/2016

TESTO

20. Beati i ragazzi   2

Valerio Bocci, Insegnare Religione, Elledici, n. 5 Maggio-giugno 2013

Beati i ragazzi che non pensano solo ai soldi
ma si spendono gratuitamente in nome di Dio:
Lui li accoglie a braccia aperte nella sua famiglia.

Beati i ragazzi che si accorgono di chi soffre
e donano sorrisi e mani calorose:
quando piangeranno Dio sarà con loro.

Beati i ragazzi teneri di cuore
che non fanno i bulli e i prepotenti:
sono "forti" agli occhi di Dio.

Beati i ragazzi che sono "troppo giusti"
e non scendono a facili compromessi:
grazie a loro Dio risanerà le ingiustizie del mondo.

Beati i ragazzi dal cuore grande
che sanno perdonare non una ma cento volte:
in loro si riflette la bontà di Dio.

Beati i ragazzi che sono limpidi
e trasparenti come l'acqua:
riflettono sempre il volto di Dio.

Beati i ragazzi che fanno spuntare fiori di pace
in casa, a scuola, sui campi da gioco:
tutti li riconosceranno come veri figli di Dio.

Beati i ragazzi che sanno essere fedeli
nelle piccole cose di ogni giorno:
ad essi Dio regala la sua infinita amicizia.

beatitudiniragazzifortezza

inviato da Qumran2, inserito il 25/08/2016

TESTO

21. Raggiungere Dio   1

Benedetto XVI, Udienza generale, 13 febbraio 2013

Penso alla figura di Etty Hillesum, una giovane olandese di origine ebraica che morirà ad Auschwitz. Inizialmente lontana da Dio, lo scopre guardando in profondità dentro se stessa e scrive: "Un pozzo molto profondo è dentro di me. E Dio c'è in quel pozzo. Talvolta mi riesce di raggiungerlo, più spesso pietra e sabbia lo coprono: allora Dio è sepolto. Bisogna di nuovo che lo dissotterri" (Diario, 97). Nella sua vita dispersa e inquieta, ritrova Dio proprio in mezzo alla grande tragedia del Novecento, la Shoah. Questa giovane fragile e insoddisfatta, trasfigurata dalla fede, si trasforma in una donna piena di amore e di pace interiore, capace di affermare: "Vivo costantemente in intimità con Dio".

ricerca di Diofedeinsoddisfazioneshoaholocaustodubbioricercagiornata della memoriacampi di concentramento

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 07/02/2016

TESTO

22. L'operatore di pace

Valentino Salvoldi

L'operatore di pace è figlio di Dio:
ama come Cristo, porgendo l'altra guancia a chi lo percuote.
E con gioia testimonia
che la verità senza carità non viene da Dio.
La giustizia senza misericordia non viene da Dio.
La lotta senza contemplazione non viene da Dio.
Perché "Dio è amore".

Scarica la raccolta completa di preghiere e testi di don Valentino Salvoldi

operatore di pacepacemisericordiamitezza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Valentino Salvoldi, inserito il 16/06/2015

TESTO

23. Arcobaleno di pace

Valentino Salvoldi

Arcobaleno di pace sul mondo a Natale:
silenzioso allinearsi di Cristo coi poveri.

Aurora di pace per l'Epifania:
silenzioso allinearsi di Cristo con i peccatori.

Tripudio di pace a Pasqua:
silenzioso allinearsi di Cristo con i non violenti
che sconfiggono il male su una croce.

Scarica la raccolta completa di preghiere e testi di don Valentino Salvoldi

natalepasquaredenzionemisericordiamitezzanon violenza

5.0/5 (2 voti)

inviato da Don Valentino Salvoldi, inserito il 16/06/2015

TESTO

24. Serenità interiore   1

San Serafino di Sarov, Detti

Acquista e conserva la pace interiore e migliaia intorno a te troveranno la salvezza.

Nulla aiuta di più la pace interiore che il silenzio: il dialogo incessante con se stessi e il silenzio con gli altri.

Non bisogna mai esagerare in nulla, ma fare in modo che il nostro amico, il corpo, rimanga fedele e partecipi alla nostra vita interiore.

Bisogna essere pazienti verso se stessi e sopportare le proprie mancanze come si sopportano quelle degli altri, ma bisogna anche non lasciarsi prendere dalla pigrizia e sforzarsi di sempre migliorare.

Davanti alle nostre mancanze non arrabbiamoci, non aggiungiamo un male ad un altro male, ma conserviamo la pace interiore, e dedichiamoci con coraggio a convertirci. La virtù non è una pera che si mangia in un solo boccone.

Dobbiamo attenderci gli attacchi del demonio. Come possiamo sperare che ci lascerà tranquilli se ha tentato anche nostro Signore Gesù?

Se Dio abbandonasse l'uomo a se stesso, il diavolo sarebbe pronto a ridurlo in polvere come un chicco di grano sotto la macina.

Guàrdati dallo spirito di scoraggiamento, perché di qui nasce ogni male.

Giudica te stesso, allora cesserai di giudicare gli altri.

gioiapace interioreserenitàmancanzeaccettazione di séinterioritàcrescitatentazionepazienzanon giudicare

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inviato da Qumran2, inserito il 21/01/2015

TESTO

25. Il Natale sei tu   7

P. Dennis Doren Lahr L.C., Sembrando Esperanza II, 2012

Natale sei tu, quando decidi di nascere di nuovo ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima.
L'albero di Natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita.
Gli addobbi di Natale sei tu quando le tue virtù sono i colori che adornano la tua vita.
La campana di Natale sei tu quando chiami, congreghi e cerchi di unire.
Sei anche luce di Natale quando illumini con la tua vita il cammino degli altri con la bontà la pazienza l'allegria e la generosità.
Gli angeli di Natale sei tu quando canti al mondo un messaggio di pace di giustizia e di amore.
La stella di Natale sei tu quando conduci qualcuno all'incontro con il Signore.
Sei anche i re magi quando dai il meglio che hai senza tenere conto a chi lo dai.
La musica di Natale sei tu quando conquisti l'armonia dentro di te.
Il regalo di natale sei tu quando sei un vero amico e fratello di tutti gli esseri umani.
Gli auguri di Natale sei tu quando perdoni e ristabilisci la pace anche quando soffri.
Il cenone di Natale sei tu quando sazi di pane e di speranza il povero che ti sta di fianco.
Tu sei la notte di Natale quando umile e cosciente ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del mondo senza rumori ne grandi celebrazioni; tu sei sorriso di confidenza e tenerezza nella pace interiore di un Natale perenne che stabilisce il regno dentro di te.
Un buon Natale a tutti coloro che assomigliano al Natale.

Tale testo è presente sul web e su molti social network ed è attribuito a Papa Francesco, mentre in realtà è stato scritto da P. Dennis Doren L.C., vedi qui la versione video in spagnolo.

nataletestimonianza

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inviato da Qumran2, inserito il 24/12/2014

TESTO

26. Vivere le beatitudini   2

Beata te che, povera in spirito,
non ti affanni per le cose di questa terra.
Dio sarà la tua ricchezza

Beata te che, soffrendo per il male che c'è nel mondo,
ti lasci raggiungere dal dolore degli altri.
Dio ti darà la sua consolazione.

Beata te che, avendo un cuore mite,
al male rispondi con il bene.
Dio ti darà la comunione con lui.

Beata te che, avendo fame e sete di santità,
non ti senti mai sazia di Dio.
Dio ti darà la pienezza della vita.

Beata te che sei misericordiosa
pronta a perdonare e a fare il primo passo.
Dio sarà generoso nel perdonarti.

Beata te che hai un cuore sincero e trasparente
incapace di doppiezza.
Dio ti farà dono della sua presenza.

Beata te che diffondi la pace
e costruisci un ambiente fraterno
Dio ti considererà a pieno titolo sua figlia.

Beata te che consideri la sofferenza come normale compagna di viaggio
e non ti meravigli delle calunnie, fraintesi e persecuzioni.
Dio è con te, ti protegge e difende.

Parafrasi delle beatitudini, composta in una comunità femminile

beatitudini

inviato da Filippa Castronovo, inserito il 21/06/2014

TESTO

27. I tre setacci   7

Dan Millman, La via del guerriero di pace

Nell'antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza. Un giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse:
- Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?
- Un momento - rispose Socrate. - Prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci.
- I tre setacci?
- Sì. - continuò Socrate. - Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero?
- No... ne ho solo sentito parlare...
- Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono?
- Ah no, al contrario!
- Dunque, - continuò Socrate, - vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell'utilità. E' utile che io sappia cosa mi avrebbe fatto questo amico?
- No, davvero.
- Allora, - concluse Socrate, - quello che volevi raccontarmi non è né vero, né buono, né utile; perché volevi dirmelo?

pettegolezzidicerieverità

3.7/5 (3 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 14/04/2014

TESTO

28. La vera gratitudine   2

Dio non ti abbandona, Edizioni di Vita Universale

Accettate tutto con gratitudine... così la gioia e l'amore rimarranno in voi.
Accettate con gratitudine le preoccupazioni, i problemi e le sofferenze ed essi scompariranno.
Nel ringraziamento c'è la forza.
La vera gratitudine è vivere positivamente.
Chi percepisce, pensa e parla in modo positivo, vive e ringrazia incessantemente.
Le forze positive dell'infinito sono così al suo servizio.
Esse suscitano gioia, amore, armonia, fiducia e pace nell'uomo.
Le preoccupazioni, i problemi e le difficoltà si allontaneranno da lui, dato che nella vera gratitudine non c'è posto per le sofferenze e le preoccupazioni di questo mondo.
La gratitudine è segno di grandezza.
La vera gratitudine racchiude in sé la certezza che Dio, l'eterna Legge, guiderà ogni cosa nel migliore dei modi.
La gratitudine racchiude in sé anche la protezione e la vicinanza di Dio.
La protezione e la vicinanza di Dio apportano, a loro volta, pace.
Chi è ricolmo di pace è anche ricolmo di amore ed è altruista.
Lo Spirito di Dio fiorisce così dall'interiore dell'uomo.
L'uomo che è appagato in Dio emana, come una rosa, il sacro profumo dell'eterno Io Sono.
La gratitudine racchiude in sé la speranza, la consolazione e la fiducia.

accettazionegratitudinepositività

5.0/5 (3 voti)

inviato da Cinzia Novello, inserito il 13/03/2013

TESTO

29. Se tu credi   2

P. Gilbert

Se tu credi,
che un sorriso è più forte di una lacrima,
se tu credi alla potenza di una mano offerta,
se tu credi che quello che unisce gli uomini
è più forte di quello che divide,
se tu credi che l'essere diversi
costituisce una ricchezza e non un pericolo,
se tu preferisci la speranza al sospetto,
se credi che devi fare il primo passo anziché gli altri,
allora la pace verrà.

Se lo sguardo di un bambino riesce ancora
a disarmare il tuo cuore,
se l'ingiustizia fatta agli altri ti suscita ribellione
come se l'avessi subita tu stesso,
se per te l'estraneo è un fratello che ti viene presentato,
se sai donare gratuitamente un po' del tuo tempo per amore,
se sai accettare che un altro ti renda un servizio,
se dividi il tuo pane e sai aggiungere un po' del tuo cuore,
se credi che il perdono va più lontano della vendetta,
allora la pace verrà.

Se puoi ascoltare gli infelici che ti fanno perdere tempo
e conservare il sorriso,
se sai accettare la critica ed approfittarne
senza respingerla e difenderti,
se sai accogliere un consiglio diverso dal tuo e adottarlo,
se ti rifiuti di versare sul petto altrui la tua colpa,
se per te la collera è una debolezza e non una prova di forza,
se tu preferisci essere abbandonato
anziché fare torto a qualcuno,
se tu rifiuti che dopo di te venga il diluvio,
se ti schieri dalla parte del povero e dell'oppresso
senza pretendere di essere un eroe,
se tu credi che l'amore è la sola forza della discussione,
se tu credi che la pace sia possibile,
allora la pace verrà.

pacesperanzafiduciaottimismo

4.8/5 (5 voti)

inviato da Cinzia Novello, inserito il 06/03/2013

TESTO

30. Giudizi   3

Imitazione di Cristo

Se terrai conto massimamente dell'interiorità, non darai molto peso a parole che volano; giacché nei momenti avversi, è prudenza, e non piccola, starsene in silenzio volgendo l'animo a Dio, senza lasciarsi turbare dal giudizio della gente. La tua pace non dimori nella parola degli uomini. Che questi ti abbiano giudicato bene o male, non per ciò sei diverso.

giudizio degli altriserenitàcritichesilenziointerioritàesteriorità

3.0/5 (3 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 23/09/2012

TESTO

31. Calma, soavità e pace

Papa Giovanni XXIII

Ancora più calma, ancora più calma e soavità e pace nelle cose mie. Se non posso fare tutto il bene che credo necessario al profitto delle anime nella missione affidatami, non mi debbo per nulla né turbare, né inquietare. Tutto il Signore sa volgere al trionfo del suo Regno, anche il mio non poter fare di più.

pastoralecalmaserenitàsenso del limitepacetranquillità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 20/09/2012

TESTO

32. Le tappe della pace   2

Tonino Bello

Dobbiamo impegnarci in scelte di percorso, in tabelle di marcia: non possiamo parlare di pace indicando le tappe ultime e saltando le intermedie!
Se non siamo capaci di piccoli perdoni quotidiani fra individuo e individuo, tra familiari, tra comunità e comunità... è tutto inutile!
La pace non è soltanto un pio sospiro, un gemito favoloso, un pensiero romantico... è, soprattutto, prassi.

paceimpegnoresponsabilità

4.5/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 20/09/2012

TESTO

33. Voglia di Natale

Gianni Fanzolato

Non
avete notato?
C'è nell'aria e nel cuore
tanta voglia di natale. Vi siete
chiesti il perché? Si dice che a Natale
tutti ci si sente più buoni. Ma perché Dio si è messo
in cammino per incontrare i suoi figli che si erano perduti,
e la bontà, il perdono, la gioia vera si sono sposati in ogni uomo che nasce
nel Dio che si è fatto bambino, per regalarci il perdono e la pace. Il canto di gloria e di gioia
e di pace
degli angeli
nella stalla di Betlemme,
lungo la storia l'abbiamo sfumato,
trasformato, dimenticato e stonato. E' sì rimasto
il Natale ma ha camminato altrove, la gioia e la pace del
Bambino Santo si è cambiata in festa di regali, lucette sfolgoranti,
ferie esotiche, ma il mondo non ha ancora trovato la Pace. Forse ci stiamo
dimenticando che è Natale perché Dio si è incarnato per ridarci la vita, insegnarci il
perdono, abbattere i muri creare famiglia. Ecco perché quest'anno sentiamo tanta voglia
di natale. Che Dio nasca nell'Iraq martoriato, che Gesù
rinasca fra
le macerie
di terremoti
e tsunami,
che rinasca
nei cuori di
milioni di
bambini
sfruttati, violentati, sfigurati e uccisi;
che rinasca nella sua Betlemme
dilaniata e nella Gerusalemme divisa
e nel cuore di ogni uomo di buona
volontà. Sì, la voglia di natale, del
natale vero si respira nell'aria e
negli occhi di tutti gli uomini.
Vieni Signore Gesù.

natale

2.3/5 (3 voti)

inviato da Gianni Fanzolato, inserito il 20/09/2012

TESTO

34. La pace tornerà   2

La pace tornerà se credi che il sorriso è più di un'arma, che quanto unisce è più di quanto divide, che la diversità è un arricchimento.
La pace tornerà se preferisci la speranza al sospetto, se fai tu il primo passo verso l'altro, se ti rallegri per la gioia del vicino.
La pace tornerà se stai dalla parte del povero e dell'oppresso, se l'ingiustizia che colpisce questi ti ferisce quanto quella che subisci tu.
La pace tornerà se sai donare con amore un po' del tuo tempo, accettare il servizio che l'altro ti offre, condividere con cuore il tuo pane.
La pace tornerà se rifiuti di battere la tua colpa sul petto degli altri, se accetti la critica e ne trai profitto; se valorizzi l'opinione diversa dalla tua.
La pace tornerà se ritieni la collera una debolezza e non una forza; se vedi nell'altro anzitutto un fratello, se credi che la pace è possibile.
...Allora la pace tornerà.

paceimpegnoresponsabilitàimportanza del singolodiversitàgiustiziaingiustiziatolleranza

5.0/5 (4 voti)

inviato da Maurizio Gasperi, inserito il 20/09/2012

TESTO

35. Pensa agli altri   1

Mahmoud Darwish, Kazahri al-Lawzi aw Ab'ad (come il fiore di mandorlo o più lontano)

Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,
non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.
Mentre paghi la bolletta dell'acqua, pensa agli altri,
coloro che mungono le nuvole.
Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti, pensa agli altri,
coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio.

caritàamorealtruismosolidarietàingiustiziagiustiziaaltripacepovertàricchezza

4.0/5 (2 voti)

inviato da Letizia Mariotti, inserito il 12/08/2012

TESTO

36. L'amore di una mamma   4

Patrizia Pace

Quando pensi di avere tutto o tutto sembra perduto
Quando sei pieno di gioia o la tristezza predomina in te
Quando hai la mano aperta o chiusa a pugno
Quando i tuoi piedi corrono veloci o si rifiutano di camminare
Quando i tuoi sogni sono realizzabili o irraggiungibili
Quando sei sicuro di te o indeciso
Quando ti senti amato o odiato
Quando hai tanti amici o ciascuno ti sembra nessuno
Dovunque tu sia
In qualsiasi situazione tu ti trovi
C'è sempre la mamma
Che ti avvolge con la sua ombra
E ti rende un essere speciale
Con tutto l'amore possibile ed immaginabile!

amorefigligenitorimaternitàmammaprotezioneaccettazione

4.7/5 (3 voti)

inviato da Patrizia Pace, inserito il 24/06/2012

TESTO

37. Cuore Trafitto

Amici della Zizzi, Commento al Vangelo Giovanni 19-31-37

La nostra salvezza è venuta dal cuore trafitto di Gesù. La salvezza del nostro prossimo deve passare attraverso le ferite che infliggeranno al nostro cuore.

Vi siete mai domandati perché ci sono così tanti divorzi? Perché molte persone iniziano a fare volontariato e poi smettono o cambiano direzione? Perché in tanti lasciano la fede? Il motivo alla base di tutto è la paura di farsi male.

Quando tra marito e moglie si crea un malinteso, o non sono d'accordo su qualcosa bisognerebbe parlarne, ma ciò provoca dolore, turbamento, doversi dire cose spiacevoli ed in molti casi si evita. Così accade che da una piccola cosa si vengano a creare brutte situazioni dalle quali è poi difficile uscirne. Se nella rete di un pescatore si forma un piccolo nodo, se non lo si leva subito, darà origine a due piccoli nodi, che a loro volta creeranno quattro piccoli nodi e poi otto ed in men che non si dica diverranno una matassa talmente intricata che la soluzione più veloce diventerà il taglio della rete.

Ma la soluzione c'è ed è molto semplice, ogni nodo che si forma lo si deve togliere con minuziosa pazienza.

In un rapporto, qualunque esso sia, si deve imparare a soffrire per il bene dell'altro e tanto maggiore e duratura è questa sofferenza, maggiore è il bene che all'altro deriverà.

Oggigiorno l'egoismo imperversa e una persona possa sacrificarsi per il prossimo è cosa assai rara da trovare, ma vedete che alone di amore che crea attorno, un alone nel quale anche chi soffre per gli altri troverà la sua pace e la sua gioia.

Gesù morendo sulla Croce ha sofferto ed è nata la fede. Dio soffrendo ogni giorno per noi che siamo suoi figli crea attorno a noi protezione e speranza.

Non facciamo così noi genitori verso i figli? Non siamo disposti a disposti a soffrire, a sacrificarci, a farci trafiggere il cuore per dargli un'opportunità in più?

famigliamatrimoniodivorzioseparazioneamoreproblemisoluzionedoloresacrificio

inviato da Riccardo Ripoli, inserito il 19/06/2012

TESTO

38. Vi lascio la pace, vi do la mia pace   1

Amici della Zizzi, Commento al Vangelo

Quanti significati si danno alla parola "pace".
Fare pace con qualcuno, essere in pace con le persone, pace nel senso di pazientare.
Sono tutte interpretazioni, sfaccettature annacquate di una stessa realtà. Ognuno applica la pace secondo il proprio comodo ed interesse.
Avete presente quando due bambini piccoli litigano per un gioco ed i genitori intervengono obbligandoli a fare pace? Le espressioni su quei volti sono come a dire: "Grrr... faccio pace con te perché mi obbligano, ma appena posso t'accoppo...". Poi per fortuna sono bimbi e non portano rancore.
Ma noi come facciamo? Talvolta per buona creanza o per quieto vivere siamo costretti dalle circostanze a fare pace con qualcuno, ma la vera pace nasce dal cuore, non il contrario.
Se non sentiamo un impeto di rappacificarsi con la persona che a nostro avviso ci ha fatto un torto, non è vera pace.
Come si può pensare di essere perdonati da Dio se non siamo noi i primi a perdonare dal profondo della nostra anima?
La pace, quella vera, ti porta a vivere meglio senza rancori, vendette, accidie.
Se il mondo conoscesse e mettesse in pratica la pace che Gesù ci ha insegnato, non ci sarebbero più guerre.
Prendiamo queste parole del Vangelo per fare le pulizie di primavera dentro di noi. Facciamo mentalmente la lista delle persone contro le quali abbiamo qualcosa e cominciamo a perdonarle dentro di noi, per poi andare con cuore puro e sincero a perdonarle con il nostro sguardo, il nostro sorriso, le nostre parole.
Forse non cambieremo il mondo, ma daremo un insegnamento ai nostri interlocutori che magari lo riporteranno in giro come un buon virus.

paceperdono

inviato da Riccardo Ripoli, inserito il 08/05/2012

TESTO

39. Il mio Natale   3

P. Gianni fanzolato, Loreto S. Natale 2011

Annunciazione
Anche per me, come a Maria, c'è stato un annuncio:
un angelo mi ha chiesto se ero disposto a portare Gesù ai fratelli;
e come per miracolo ho trovato Cristo nei poveri, carcerati, migranti.
Dal sì di Maria come centri concentrici tutti i sì di chi si sente amato dal Padre.
E nasce l'amore!

Natale.
Per me è Natale quando Cristo mi ha cambiato la vita col battesimo e sono rinato.
Da quel momento ho visto nascere attorno a me tanti che sognano un pane,
fratelli in carcere per i quali è natale quando qualcuno li va a visitare,
tanti ragazzi, uomini migranti per il mondo che aspettano di essere accolti.
E nasce la gioia!

I Re Magi
Ogni volta nel mio cuore nasce l'amore a Dio e ai fratelli, è oro che offro.
Quando lascio tutto e perdo tempo in tua compagnia è incenso che sale.
Se vivo nella tua grazia e la vita si fa dono a chi soffre è mirra che profuma.
Permettimi, Signore di inginocchiarmi per adorarti presente nel mio prossimo.
E nasce la lode!

Epifania
Ti manifesti a me nel dolore del malato, di chi vive lontano dalla patria.
Sei continua epifania negli avvenimenti della storia e di chi cammina accanto.
Ti sveli come d'incanto per chi sa scorgerti nella Parola, nel Pane e nella vita.
E il mondo avvolto dalle tenebre del peccato, toglie il velo e risorge a una luce nuova.
E nasce la pace!

annunciazionenataleepifaniare magi

3.7/5 (3 voti)

inviato da Gianni Fanzolato, inserito il 07/05/2012

TESTO

40. Auguri pasquali di Don Tonino bello   7

Tonino Bello

Cari amici,
come vorrei che il mio augurio, invece che giungervi con le formule consumate del vocabolario di circostanza, vi arrivasse con una stretta di mano, con uno sguardo profondo, con un sorriso senza parole!
Come vorrei togliervi dall'anima, quasi dall'imboccatura di un sepolcro, il macigno che ostruisce la vostra libertà, che non dà spiragli alla vostra letizia, che blocca la vostra pace!

Posso dirvi però una parola. Sillabandola con lentezza per farvi capire di quanto amore intendo caricarla: "coraggio"!
La Risurrezione di Gesù Cristo, nostro indistruttibile amore, è il paradigma dei nostri destini. La Risurrezione. Non la distruzione. Non la catastrofe. Non l'olocausto planetario. Non la fine. Non il precipitare nel nulla.

Coraggio, fratelli che siete avviliti, stanchi, sottomessi ai potenti che abusano di voi.
Coraggio, disoccupati.
Coraggio, giovani senza prospettive, amici che la vita ha costretto ad accorciare sogni a lungo cullati.
Coraggio, gente solitaria, turba dolente e senza volto.
Coraggio, fratelli che il peccato ha intristito, che la debolezza ha infangato, che la povertà morale ha avvilito.

Il Signore è Risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di "amare", non c'è morte che tenga, non c'è tomba che chiuda, non c'è macigno sepolcrale che non rotoli via.
Auguri. La luce e la speranza allarghino le feritoie della vostra prigione.

Vostro,
don Tonino, vescovo

Pasquaresurrezionerisortocoraggiosperanzafiducia

5.0/5 (5 voti)

inviato da Laura Sardonini, inserito il 07/04/2012

TESTO

41. A Natale tutto cambia...

Giuseppe Impastato S.I.

Fratello, se a Natale non riesci a cantare a squarciagola:
"Osanna, Pace agli uomini da Dio amati",
se non ti viene di alzare con gratitudine le mani al cielo
per lodare benedire ringraziare,
se hai difficoltà a stringere le mani a chi ti sta accanto
solo perché è un prediletto da Dio,
se non avverti la spinta a gettarti in ginocchio per adorare Dio
e temi di rovinare la striscia dei pantaloni,
se non avverti la fame di giustizia e di verità
che vibra attorno a te oggi in questo mondo,
se non ardi dal desiderio che ci sia pace e amore
anche per le creature dell'Africa e dell'Asia,
se non brami occhi puri e cuore limpido
per vedere il mondo che Dio ama e salva,
è tempo che tu smetta di illuderti.
Tu non attendi più un Messia e un Salvatore.
Dillo pure: mi bastano le varie assicurazioni,
la carta di credito, il libretto di assegni,
le multi-proprietà, gli investimenti che rendono,
le giuste conoscenze, le amicizie influenti,....
Fratello, puoi andare in chiesa per Natale,
ma se a Gesù non hai spalancato la tua vita,
non celebrerai il vero Natale.
Fratello, se a Natale sai dire solo:
"Auguri di Buon Natale",
"buone feste",
"buona fine e buon principio"
il Natale è per te un giorno di vacanza,
non un giorno di festa e di gioia piena.

Nataleconversioneaperturachiusura

5.0/5 (3 voti)

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 08/11/2011

TESTO

42. Il profumo del Lunedì Santo   1

Il tuo profumo
o Donna misteriosa
è un profumo che non ha prezzo
per noi che siamo abituati a calcolare.

Il tuo profumo è
profumo di ascolto,
per noi che abbiamo il cuore e le orecchie indurite.

Il tuo profumo è
profumo di pace
per noi che siamo abituati a litigare.

Il tuo profumo è
profumo di accoglienza per noi
che non sempre sappiamo aprire le porte.

Il tuo profumo è
profumo di riconoscenza per noi
che abbiamo solo debiti.

Il tuo profumo è
profumo di fede per noi
che pensiamo di credere molto ma crediamo poco.

Il tuo profumo è
profumo di speranza per noi
che non sappiamo guardare lontano.

Il tuo profumo o Donna misteriosa è
profumo di Amore autentico
per noi che siamo impastati di amore falso.

Insegnaci a sprecare ogni tanto un po' del tuo profumo
gratuitamente
e inondaci di esso
in ogni Lunedì Santo della nostra vita.

lunedì santounzioneamore gratuitodonazionegratuitàfede

inviato da Roberta, inserito il 06/07/2011

TESTO

43. Il digiuno che piace al Signore   7

Digiuna dal giudicare gli altri:
scopri Cristo che vive in loro.
Digiuna dal dire parole che feriscono:
riempiti di frasi che risanano.
Digiuna dall'essere scontento:
riempiti di gratitudine.
Digiuna dalle arrabbiature:
riempiti di pazienza.
Digiuna dal pessimismo:
riempiti di speranza cristiana.
Digiuna dalle preoccupazioni inutili:
riempiti di fiducia in Dio.
Digiuna dal lamentarti:
riempiti di stima per quella meraviglia che è la vita.
Digiuna dalle pressioni e insistenze:
riempiti di una preghiera incessante.
Digiuna dall'amarezza:
riempiti di perdono.
Digiuna dal dare importanza a te stesso:
riempiti di compassione per gli altri.
Digiuna dall'ansia per le tue cose:
compromettiti nella diffusione del Regno.
Digiuna dallo scoraggiamento:
riempiti di entusiasmo nella fede.
Digiuna da tutto ciò che ti separa da Gesù:
riempiti di tutto ciò che a Lui ti avvicina.
Spirito Santo, che hai condotto Gesù nel deserto,
dove Egli ha digiunato per quaranta giorni e quaranta notti,
per l'intercessione di Maria SS.,
Madre di Gesù e Madre mia,
aiutaci a digiunare così come tu vuoi.

digiunoquaresimapenitenzadesertopace interioreumiltà

4.5/5 (2 voti)

inviato da Paola Rivella, inserito il 10/03/2011

TESTO

44. Riflessioni sulla guerra e la pace

La guerra è una inutile strage.
Benedetto XV

Tutto è perduto con la guerra, niente è perduto con la pace.
Pio XII

Mai più la guerra!
Paolo VI

La guerra è il male peggiore che affligge la società umana ed è fonte di ogni male e di ogni corruzione morale. Ad essa non è possibile fornire una cura assoluta e immediata.
Immanuel Kant

La vera scelta non è tra non violenza e violenza ma tra non violenza e non esistenza... Se non riusciremo a vivere come fratelli moriremo tutti come stolti.
Martin Luther King

O l'umanità distruggerà gli armamenti o gli armamenti distruggeranno l'umanità.
Mahatma Gandhi

Un'elementare coerenza esige che chi cerca la pace difenda la vita. Nessuna azione per la pace può essere efficace se non ci si oppone con la stessa forza agli attacchi contro la vita in ogni sua fase, dal suo sorgere sino al naturale tramonto.
Giovanni Paolo II

La religione non deve mai essere utilizzata come motivo di conflitto. Cristiani e musulmani, insieme con i credenti di ogni religione, sono chiamati a ripudiare la violenza per costruire un'umanità amante della vita, che si sviluppi nella giustizia e nella solidarietà.
Giovanni Paolo II

Nessuna civiltà potrà essere considerata tale se cercherà di prevalere sulle altre.
Mahatma Gandhi

paceguerra

inserito il 19/02/2011

TESTO

45. La pace è il desiderio di ogni uomo

Ernesto Olivero, Il sogno di Dio, Città Nuova, 2006

La pace è il desiderio di ogni uomo. Pace è avere la serenità dentro,
è sapere che la propria famiglia può avere il necessario per ogni giorno.
Pace è vivere in armonia con Dio creatore e con gli uomini affratellati tra di loro.
Pace è non avere paura, è desiderare di vivere con pienezza, è non temere la morte.
Ma la pace non abita in questo nostro tempo,
come non ha mai abitato in mezzo a noi,
perché troppi uomini badano principalmente ai propri interessi.
Eppure l'uomo è per la pace, l'umanità va verso la pace,
la storia diventerà pace per tutti.

pace

5.0/5 (1 voto)

inviato da Laura Baravelli, inserito il 08/01/2011

TESTO

46. Tu lo puoi chiamare amore ma è Dio

Maria Teresa Crovetto, Perle di Spirito

Quando pensi all'amore e lo desideri
senza averlo trovato;
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!

Quando guardi il bambino diverso
e lo trovi cento volte più bello degli altri:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!

Quando guardi gli avvenimenti sbagliati del mondo
e desideri rimediarvi:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!

Quando senti nel cuore il desiderio
di far vivere la pace alle persone che ami:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!

Quando senti il desiderio di solitudine
per contemplare i tuoi pensieri
e senti nel cuore la gioia di esistere:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio che prega in te!

amorevedere Dioriconoscere Diorapporto con Dio

inviato da Elena Zanchiello, inserito il 05/09/2010

TESTO

47. La strada maestra   1

Martin Buber, Storie e leggende chassidiche, Mondadori

Rabbi Mendel soleva lamentarsi: "Fino a che non c'erano ancora le strade maestre, la notte bisognava interrompere il viaggio. E allora nella locanda si dicevano in pace salmi, si apriva un libro e si ragionava tra ebrei. Ora si viaggia sulla strada maestra notte e giorno, e non vi è più pace".

progressofrettainterioritàtemposilenzioesteriorità

4.5/5 (2 voti)

inviato da Elena Calvini, inserito il 05/09/2010

TESTO

48. I momenti più belli   1

François Garagnon, Joy e la ricerca della felicità, ed. Paoline 2008

La nuova collezione che farò sarà una collezione di sorrisi.
In questo caso è sicuro, non ci sono ombre; solo luce.
Mi è capitato una volta per strada così:
mi sono resa conto che, dietro ai volti chiusi, ci sono cuori che chiedono soltanto di aprirsi.
E un sorriso è come una porta che si apre.
Improvvisamente ho trovato il mondo talmente magnifico che ho sorriso alla prima persona che ho incontrato.
Ebbene, sai cosa?
Anche lei mi ha sorriso.
E il mondo è diventato ancora più magnifico!
Allora ho continuato a sorridere ad un altro sconosciuto, poi ad un altro,... e ad un altro ancora.
Ed ogni volta era come se mettessi la spina
e accendessi una nuova piccola luce.
Avevo l'impressione, continuando così,
di poter illuminare il mondo intero, a tutti i livelli!
In quei momenti, sento un amore folle
che mi attraversa come una dolce violenza.

amiciziasorrisolucepace

4.7/5 (3 voti)

inviato da Claudio G., inserito il 03/09/2010

TESTO

49. Se crediamo nel perdono

Cristina Raimbolt

Se crediamo che il perdono è più forte del male che ci colpisce e più grande del nostro orgoglio e della nostra sofferenza;
se crediamo che il perdono è capace di trasformare lo spirito e il cuore per strapparci ai nostri limiti e spingerci oltre;
se crediamo che il perdono è sorgente di una più grande libertà, pace e dolcezza e che fa crescere in ognuno di noi la vita;
se crediamo che il perdono è accoglienza, umiltà e maturazione e che è in grado forgiare un essere nuovo e bello;
se crediamo che il perdono fa crescere nel più profondo di noi stessi la gioia della resurrezione e l'allegria della Pasqua;
allora per oggi e per ogni altro giorno che verrà
noi trasformeremo la nostra vita grazie al perdono.

fedeperdonosperanzafiduciarinascitaconversione

3.0/5 (2 voti)

inviato da Bruna Coin, inserito il 22/12/2009

TESTO

50. Dio abita in noi

Madre Speranza di Gesù, Come un Padre e una tenera Madre

Che cosa dobbiamo fare per incontrarci con Dio?
Per incontrarci con Dio non è necessario che ci affatichiamo molto, andando di qua e di là: Egli si trova molto vicino a noi ed anche dentro di noi.
Si trova molto vicino a noi, perché è presente in tutte le creature che ci circondano; si trova dentro di noi perché la nostra persona può diventare un Tabernacolo vivente, se invitiamo il Signore a rimanere con noi, con la certezza che egli vi resterà e prenderà dimora nel nostro povero e misero cuore.
Quanta fiducia può infondere il pensiero che per quanto siano dure le prove, le tentazioni, le croci, le fatiche per le quali dobbiamo passare, possiamo essere certi che è con noi il Signore, Lui che è onnipotente, al quale niente resiste!

Dobbiamo essere persuasi che il Signore vive in noi come un intimo amico.
Egli sa che, da soli, non possiamo coltivare la vita soprannaturale, né camminare nella santità; perciò opera insieme a noi come il più valido collaboratore, supplendo, istante per istante, con la sua grazia alla nostra impotenza.
Abbiamo bisogno di luce per penetrare nella verità della fede?
Invochiamolo! Egli, l'Autore della luce, illuminerà la nostra intelligenza.
Abbiamo bisogno di risolutezza e coraggio per far fronte ai nostri impegni? Egli ci darà le energie soprannaturali che ci sono necessarie per compiere tutto secondo i suoi desideri.
Ricorriamo a lui che ci sta aspettando per darci aiuto e forza.

Non c'è cosa più grande e più dolce che amare il nostro Dio.
Questo amore procura una grande pace all'anima; pace che cresce se siamo profondamente persuasi che il nostro Dio abita in noi con paterna sollecitudine.

La persona che ama il Signore è felice e gode continuamente della sua presenza.
Ha compreso che per trattare con lui non c'è bisogno di muovere neppure un passo, poiché il Signore dimora e vive dentro di lei.

inabitazione di Diorapporto con Diograziavita di grazia

inviato da M. Lucia Lisci, inserito il 09/12/2009

TESTO

51. Un pensiero di pace

Anna Marinelli

Io la Pace la penso così,
come una terra immensa,
senza frontiere,
senza confini:
una terra feconda
che produca frumento
per tutte le bocche,
una terra allietata
da chiari corsi d'acqua.

Io la pace la penso così,
come un abito azzurro;
azzurro come il manto della nostra Madre Maria,
azzurro come le speranze
di tutti i popoli oppressi,
azzurro come un cielo senza confini spaziali,
azzurro come lo sguardo della Natura
quando era immersa nel giardino dell'Eden,

Io la pace la penso così,
come un padre che ama, che guida, che corregge,
che raduna dalle varie lontananze
il suo gregge,
chiama per nome ogni figlio e ogni figlia,
perché la Chiesa è come una famiglia.

Io la Pace la penso così e voi?

pace

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Marinelli, inserito il 08/12/2009

TESTO

52. Che bella coppia formano due credenti   1

Tertulliano

Che bella coppia formano due credenti che condividono la stessa speranza, lo stesso ideale, Lo stesso modo di vivere, lo stesso atteggiamento di servizio!
Ambedue fratelli e servi dello stesso Signore senza la minima divisione nella carne e nello spirito, insieme pregano, insieme s'inginocchiano e insieme fanno digiuno.
Si istruiscono l'un l'altro, si esortano l'un l'altro, si sostengono a vicenda.
Stanno insieme nella santa assemblea, insieme alla mensa del Signore, insieme nella prova, insieme nella persecuzione, insieme nella gioia.
Non c'è pericolo che si nascondano qualcosa l'un l'altro, che si evitino l'un l'altro, che l'uno all'altro sian di peso.
Volentieri essi fan visita ai malati ed assistono i bisognosi.
Fanno elemosina senza mala voglia, partecipano al sacrificio senza fretta, assolvono ogni giorno i loro impegni senza sosta.
Ignorano i segni di croce furtivi, rendon grazie senza alcuna reticenza,
si benedicon senza vergogna nella voce.
Salmi e inni recitano a voci alterne e fanno a gara a chi meglio sa cantare le lodi al suo Dio.
Vedendo e sentendo questo Cristo gioisce e ai due sposi manda la sua pace. Là dove sono i due ivi è anche Cristo.

matrimoniopreghierafamigliasposicoppiaserviziosintonia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Giovanna Martinetti, inserito il 07/12/2009

TESTO

53. Il mondo che io ho voluto

Canto brasiliano

La natura che io ho voluto non è questa qui,
che cade indifesa, perdendo la bellezza,
recando tristezza alla terra che ho creato.

La terra che io ho voluto non è questa qui,
fatta a pezzi dai ricconi, dalle mani criminose degli uomini che io ho fatto.

L'uomo che io ho fatto non è questo qui,
che vive oppresso, che cammina disorientato,
che cade ucciso nel mondo che io ho fatto.

Forse ho sbagliato? Ditemelo voi.
Forse ho messo molta acqua nel mare?
Forse è il calore del mio sole che brucia?
Se per caso è così, perdono! Ho sbagliato.

Adesso vi dico qual è il mondo che io ho voluto:
le stelle non litigano, il sole non si allontana,
il mare non invade la terra che io ho fatto.

Adesso vi dico qual è l'uomo che io ho voluto:
un uomo libero, fraterno e aperto,
che fa della vita un canto felice.

Forse ho sbagliato ad essere troppo buono?
Forse l'amore, la giustizia e la pace
non hanno più alcun valore in questo mondo mio?
Se è così, perdono! Ho sbagliato.

ecologianaturainquinamentocreazionecreato

5.0/5 (1 voto)

inviato da Stefano Foschi, inserito il 07/12/2009

TESTO

54. Natale.... un'alba!   1

Giosy Cento

Non so davvero quale differenza ci sia tra
l'alba della Creazione
e l'alba dell'Incarnazione.
Se provo ad immaginarle
vedo solo Dio,
la sua onnipotenza,
il suo Amore.
Il primo mattino: l'emergere del creato
dalla amorosa progettazione e manualità dei tre divini.
E' tutto novità,
è tutto che stupisce,
nuovo, incontaminato.
"E' buono, è bello", esclama Dio.
Allora la Creazione intona il Gloria:
terra e cielo a braccetto,
sorella e fratello, in pace, fanno sentire ai tre divini
il Grazie per l'essere creati
e per la prospettiva d'essere e vivere eternamente.
Il mistero di salvezza poi si srotola nella storia.
Le vicende umane sono lunghi attimi pieni di promesse di Dio.
Ed ecco l'alba: è a Betlehem.
Qui il fatto più umano e quotidiano della terra
"il nascere" rivela una nuova Creazione.
Nasce un bimbo da un grembo inviolato: è Dio.
Emerge un fatto insolito, divino:
nella grotta c'è la tenda di convegno dei tre divini
e, per un nuovo, amoroso disegno, la Creazione,
non più incontaminata,
riveste il Figlio di sé e viene innalzata
oltre la sua primitiva dignità.
Ora "Creatura" è il Creatore:
e l'uomo adora, compreso ma incapace di comprendere.
Allora, anche in quell'alba di speranza,
cielo e terra come fratello e sorella,
mano nella mano,
fanno sentire il Grazie,
il "Gloria a Dio nell'alto dei cieli
e pace in terra agli uomini amati da sempre".
E' Natale: sia per me e per te... un'alba!

natalenascitacreazionecreatoreredenzioneincarnazione

5.0/5 (2 voti)

inviato da Rita Cattaneo, inserito il 06/08/2009

TESTO

55. Semina   2

Semina sorriso fin dal mattino,
e nel tempo fiorirà un giardino.
Semina grani di certa speranza
ci sarà molta esultanza.
Semina nella fede e con l'ardore
e l'angolo più grigio avrà colore.
Semina parole e fatti d'amore
e nel mondo avrà senso il cuore.
Semina entusiasmo e semplicità
e sarà facile la felicità.
Semina sempre con forza e coraggio
e la paura avrà nuovo linguaggio.
Semina in pazienza e perseveranza
e la terra avrà frutti in abbondanza.
Semina gesti di vera dolcezza
perché la violenza genera tristezza.
Semina dovunque germi di pace
e di certo l'urlo di guerra tace.
Semina, semina il bene: crescerà
ed ogni seme nuova vita darà.

seminareamorepacetestimonianzagratuitàsperanzaperseveranza

4.0/5 (1 voto)

inviato da Albamaria Bianchi, inserito il 22/06/2009

TESTO

56. Bontà

Ogni giorno lungo i sentieri della vita c'è sempre qualcuno che ne elemosina un tantino, perché la bontà è la sola cosa che riempie, dà pace, non mette in imbarazzo nessuno e non si esaurisce in chiacchiere.
Per essere buoni basta togliere la scorza dell'animo, acquietare i litigi e la rabbia, sotterrare l'orgoglio, aprire la porta e dire: "Entra in questa casa, è tua".
Bontà è mettere l'altro al primo posto, è ricordarsi che non vale la pena essere cattivi, per quel poco che si vive.
E' un po' di perdono la bontà, è andare verso gli ultimi; non usare violenza, farsi un po' piccoli, magari un po' ingenui, un po' poeti.
Bontà è essere puri di cuore, ignorando la partita doppia.
Bontà è far scoprire il cuore agli uomini, è far ritornare il sorriso sul viso di un bimbo.

amorebontàsemplicitàaccoglienzaumiltà

inviato da Forner Fortunato, inserito il 17/06/2009

TESTO

57. Il segreto dell'amore

Thomas Merton, Nessun uomo è un'isola, Garzanti

Non basta all'amore di essere partecipati, bisogna che sia partecipato liberamente, perché nella costrizione non vi può mai essere felicità. Un amore disinteressato che si riversa su un oggetto egoista non dà una felicità completa: non perché l'amore abbia bisogno, per amare, di ricambio o di ricompensa, ma perché riposa nella felicità dell'amato. E se questi riceve l'amore egoisticamente, l'amante non è soddisfatto, perché vede che il suo amore non è riuscito nell'intento di rendere felice l'amato, non ha risvegliato in lui la capacità di amare senza egoismo.

Di qui il paradosso che l'amore disinteressato può riposare completamente solo in un amore perfettamente ricambiato: perché sa che la sola vera pace si trova in un amore che non cerca se stesso. Un tale amore accetta di non essere amato disinteressatamente per amore di colui che ama e, nel far così, perfeziona se stesso.

Il dono dell'amore è il dono della potenza e della capacità di amare e quindi darlo in pieno vuol dire anche riceverlo. Così lo si può conservare solo se lo si dona e lo si può donare perfettamente solo se lo si riceve.

amorefelicitàgratuitàdisinteressereciprocità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Giovanna Martinetti, inserito il 11/06/2009

TESTO

58. La carezza   1

Michele Illiceto, Corpi alla ricerca di un volto

La carezza libera le mani dalla propria prigionia.
Nelle tue mani, le mie.
Nelle mie, le tue.
Nelle nostre, le mani di ogni uomo
in cerca di carezza.
La carezza permette alle mani
di portare nel corpo la pace,
smascherando la violenza
come forma inutile di relazione.
Perché la vera pace inizia da dentro di me,
dal mio corpo.
La carezza riconcilia il mio corpo
con la propria forma.
È in essa e con essa
che il mio corpo ritrova
la propria forma originaria.
Le mani sono come le porte dell'anima.
Soltanto l'amore libera le tue mani
dalla paura di dover perdere ciò che donerai.

affettivitàtenerezza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Michele Illiceto, inserito il 05/06/2009

TESTO

59. La pace

Madre Teresa di Calcutta

Possa oggi esserci la pace.
Possa tu avere fiducia nelle tue possibilità,
che tu sia esattamente dove avresti voluto essere.
Possa tu non dimenticare le infinite
possibilità che nascono dalla fede.
Possa tu usare questi doni che hai ricevuto
e trasmettere l'amore che ti è stato donato.
Sii contento di sapere di essere figlio di Dio.
Sia questa presenza fissata nelle tue ossa e
permetti alla tua anima di essere libera di cantare,
ballare, glorificare e amare.
Sia così per ognuno di voi.

pacefiduciaDiogioia

inviato da Lilly Giuliani, inserito il 02/06/2009

TESTO

60. Se vuoi la pace

Giovanni Elba

Se vuoi la pace dichiara la guerra
al tuo egoismo che vuole tutto per sè
e non ti fa vedere il bisogno di tuo fratello.
Combatti ogni tuo desiderio di dominio
che vuole farti comandare nel gioco,
a casa, a scuola, dappertutto.
Se vuoi la pace fai in modo che
tutti intorno a te abbiano il necessario,
abbiano la possibilità di parlare,
siano liberi!
Come vuoi essere libero tu
di parlare, giocare, lavorare, pregare,
amare e vivere.

amiciziapace

inviato da Lilly Giuliani, inserito il 02/06/2009

TESTO

61. Il silenzio

Il silenzio è qualcosa che spaventa, mi avvicina alle mie paure e le amplifica;
il silenzio è qualcosa che dà pace, mi allontana dalle preoccupazioni e mi rinfranca;
nel silenzio posso guardare nel mio cuore e scoprire di non essere solo;
nel silenzio posso vedere i tuoi occhi, chiederti perdono e dirti grazie.

silenziopace

inviato da Franco, inserito il 02/06/2009

TESTO

62. Chiostri interiori

Chiara Lubich

Non c'è cuore di un uomo, credo, e tanto meno di donna, che almeno una volta, specie durante la giovinezza, non abbia sentito l'attrattiva del chiostro.

Non è l'attrattiva per una forma claustrale di vita, ma per cosa che pare sia concentrato proprio lì, fra quattro mura, e si fa sentire, sonoro, anche da lontano.

Eppure anche la mia casa può avere il profumo del chiostro; anche le pareti del mio abitato possono divenire regno di pace, fortezze di Dio in mezzo al mondo.

Non è tanto il chiasso esterno della radio aperta a tutto spiano, dell'inquilino accanto, e lo strepito delle macchine, o l'urlo degli strilloni, che tolgono l'incanto alla mia casa; è piuttosto ogni rumore dentro di me che fa del mio abitato una piazza senza protezione di mura, perché senza protezione di amore. Il Signore è dentro di me. Egli vorrebbe muovere i miei atti, permeare della sua luce il mio pensiero, accendere la mia volontà, darmi la legge insomma del mio stare e del mio andare.

Ma c'è il mio io, a volte, che non lo lascia vivere. Se quello cessa di disturbare, Iddio stesso prenderà possesso di tutto il mio essere e saprà dare anche a queste mura l'importanza di un'abbazia e a questa stanza la sacralità di una chiesa, al mio seder a mensa la dolcezza di un rito, alle mie vesti il profumo di un abito benedetto, al suono della porta o del telefono la nota gioiosa di un incontro con i fratelli, che rompe, eppur continua il colloquio con Dio.

Allora sul silenzio di me parlerà un Altro e sullo spegnersi mio si accenderà una luce. Ed essa brillerà molto lontano, oltrepassando e quasi consacrando queste mura che proteggono un membro di Cristo, un tempio dello Spirito Santo. E altra gente verrà alla casa mia per cercare con me il Signore e, nella nostra comune ricerca amorosa, s'accrescerà la fiamma, s'alzerà il tono della melodia divina. E il cuor mio pur stando in mezzo al mondo, non chiederà più altro. Cristo sarà il mio chiostro, il Cristo del mio cuore, Cristo in mezzo ai cuori

preghierarumoresilenzioamorevita interioreinterioritàrapporto con Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca, inserito il 29/05/2009

TESTO

63. Beatitudini degli educatori   3

Parrocchiando.it

Beati gli educatori "poveri in spirito"
che, per educare alla fede i ragazzi, tirano fuori e spendono tutto ciò che Dio ha dato loro: tempo, energie, fantasia...

Beati gli educatori "miti"
che evitano la tentazione delle scorciatoie, delle minacce, dei ricatti e prediligono la convinzione, il dialogo, la pazienza.

Beati gli educatori "affamati e assetati di giustizia"
che non si rifugiano nel passato ma lottano per un'educazione alla fede adeguata ai ragazzi di oggi.

Beati gli educatori "misericordiosi"
che, comprendendo le difficoltà dei ragazzi e delle loro famiglie, non sentenziano ma ricercano soluzioni equilibrate.

Beati gli educatori "operatori di pace"
di quella pace che nasce "dalla spada e dal fuoco" del Vangelo contro tutto ciò che può danneggiare il cammino dei ragazzi verso la fede.

Beati gli educatori "perseguitati"
dal tempo che non basta mai; da quei bambini che "se non ci fossero" e invece ci sono; dalla tentazione di lasciare, ma che ricominciano sempre.

Beati gli educatori così!
Avranno un posto bellissimo in cielo.
E in più, la gioia di incontrare "lassù" qualcuno che sta lì perché anche grazie a loro ha imboccato la strada per arrivarci.

beatitudinieducatori

inviato da Marco Malatesta, inserito il 07/09/2008

TESTO

64. Beati voi, sposi!   2

Beati voi, sposi, che nel Signore vi amate con un cuore nuovo e puro,
poiché Dio vi ama per primi e voi lo vedrete.
Beati voi, sposi, che con trepidazione accogliete la missione misteriosa e responsabile di trasmettere e custodire la vita umana, poiché Dio vi fa collaboratori della sua onnipotenza a servizio dell'amore.
Beati voi, sposi e genitori, che con gioia e gratuità date il meglio di voi stessi ai figli e ai giovani, poiché Dio educa i suoi figli per mezzo di voi.
Beati voi, sposi che scegliete l'essenzialità poiché Dio e le persone sono la vostra inesauribile e salda ricchezza.
Beati voi, sposi, che sapete confortare chi è nel dolore, perché sarete consolati.
Beati voi, sposi nel dolore, beati voi, coniugi soli, poiché il Signore Gesù, il risorto che porta nel suo corpo glorioso i segni dei chiodi, fascia le vostre ferite e prepara i giorni del ricongiungimento.
Beati voi, sposi e famiglie, che ospitate Dio nei cuori e nella vostra casa; beati voi, sposi e famiglie, che amate la Chiesa come una sposa e una madre, poiché il Signore "si fermerà a cena con voi" e sarà la vostra pace.
Beati voi, sposi e famiglie, che sperimentate la debolezza e il peccato, poiché il Signore Gesù, morto per togliere i peccati, non vi condanna, ma sostiene i vostri passi e apre la vostra coscienza e i vostri occhi alla
speranza di una vita nuova.
Beati voi, sposi e famiglie che non avete paura di donare la vostra vita e di servire generosamente, poiché il Signore "vi invita a tavola e passa a servirvi".

sposiservizioamorefamigliacoppiamatrimoniogenitori

5.0/5 (2 voti)

inviato da Fr. Fabrizio Migliasso, inserito il 07/09/2008

TESTO

65. Sulla pace

San Pietro Crisologo

E allora, o fratelli, osserviamo i comandamenti che ci danno la vita; la fraternità sia tenuta ben unita con i legami di una pace profonda; sia tenuta ben stretta con il vincolo salutare dell’amore che copre un gran numero di peccati. Noi dobbiamo abbracciare con tutti i nostri desideri l’amore che ha un premio speciale per ognuno dei suoi aspetti buoni. La pace si deve custodire più di tutte le altre virtù, perché Dio é sempre nella pace. Amate la pace e tutto sarà tranquillo. La vostra pace per noi sarà un premio, per voi una gioia e la Chiesa di Dio, fondata nell’unità della pace, potrà godere di una coesione perfetta in Cristo.

pacechiesaunitàunione

inviato da Lucia Varo, inserito il 31/12/2007

TESTO

66. Il nostro tutto   2

Charles de Foucauld

Il migliore, il vero infinito, la vera pace, sono ai piedi del divin tabernacolo. Qui non c'è più in immagine, ma nella realtà, tutto il nostro bene, il nostro amore, la nostra beatitudine: c'è tutto il nostro cuore e tutta la nostra anima, il nostro tempo e la nostra eternità, il nostro tutto.

eucaristiaadorazionerapporto con Dio

inviato da Cristina Tarsi, inserito il 25/11/2007

TESTO

67. L'alfabeto di Dio   3

Gianni Fanzolato

A - Anche se non sei corrisposto, ama lo stesso, mi assomiglierai.
B - Benedici sempre, perché tu sei una benedizione di Dio.
C - Chiamami Padre, solo così potrai chiamare tutti gli altri fratelli.
D - Dona con gioia. I musi lunghi sono figli delle tenebre.
E - Esci dal guscio del tuo egoismo: troverai un mondo che ti aspetta.
F - Fa della tua vita una sinfonia di gioia; darai frutti saporiti.
G - Gira l'ago della tua calamita sempre dove ti porta il cuore: sempre e solo a Dio.
H - Hai un dono straordinario, per cui mi assomigli: l'amore; sfruttalo con gioia.
I - Intorno a te c'è tanta morte, odio e tenebre; ma tu sii sole che illumina e riscalda.
L - La terra non è la tua patria. Sei di terra, ma hai la mia vita: guarda allora in alto.
M - Metti la tua vita nel cuore di mio Figlio e di Maria: sarai dono d'amore.
N - Non permettere che il maligno deturpi la tua libertà. Aggrappati a me e sarai libero.
O - Odia il peccato, ma ama il peccatore: impara a perdonare e ama chi sbaglia, lo conquisterai.
P - Porta la pace di Dio col tuo sorriso: c'è bisogno di un raggio di sole e luce negli occhi.
Q - Quadro stupendo ti ho dipinto col sangue dell'Agnello; sei il mio capolavoro.
R - Resta un po' con me, figlio, quando si fa sera: io ti guardo e tu mi guardi ed è pace.
S - Senza il tuo mattone, la costruzione è vuota. Sii strumento docile nelle mie mani.
T - Tutto ho messo nelle tue mani, sei il signore della natura: conservala senza macchia.
U - Unisci cuore e mente: con la mente progetti, ma è col cuore che salvi e realizzi.
V - Vuoi essere felice? Sgombra tutto ciò che ti impedisce di volare e sciogli le vele.
Z - Zaino di eucaristia, preghiera e servizio sarà il tuo compagno di viaggio: farai miracoli.

vitarapporto con Dioservizioimpegnoresponsabilitàvocazione

3.0/5 (1 voto)

inviato da Padre Gianni Fanzolato, inserito il 24/10/2007

TESTO

68. Mi presento: sono il Silenzio   2

Pino Pellegrino

Per favore. Lasciatemi, una volta tanto, prendere la parola.
Lo so che è paradossale che il silenzio parli. E' contrario al mio carattere schivo e riservato.
Però sento il dovere di parlare: voi uomini non mi conoscete abbastanza!
Ecco, quindi, qualcosa di me.
Intanto le mie origini sono assolutamente nobili.
Prima che il mondo fosse, tutto era silenzio. Non un silenzio vuoto, no, ma traboccante.
Così traboccante che una parola sola detta dentro di me ha fatto tutto!
Poi, però, ho dovuto fare i conti con una lama invisibile che mi taglia dentro: il rumore!
Ebbene lasciate che ve lo dica subito: non immaginate cosa perdete ferendomi! Il baccano non vi dà mai una mano!
Io, invece, sì.
Io sono un'officina nella quale si fabbricano le idee più profonde, dove si costruiscono le parole che fanno succedere qualcosa.
Io sono come l'uovo del cardellino: la custodia del cantare e del volare. Simpatico, no?
Io segno i momenti più belli della vita: quello dei nove mesi, quello delle coccole, quello dello sguardo degli innamorati...
Segno anche i momenti più seri: i momenti del dolore, della sofferenza, della morte.
No, non mi sto elogiando, ma dicendo la pura verità.
Io mi inerpico sulle vette ove nidificano le aquile. Io scendo negli abissi degli oceani. Io vado a contare le stelle...
Io vi regalo momenti di pace, di stupore, di meraviglia.
Io sono il sentiero che conduce al paese dell'anima. Sono il trampolino di lancio della preghiera. Sono, addirittura, il recinto di Dio!
Ecco qualcosa di me.
Scusatemi se ho interrotto i vostri rumori e le vostre chiacchiere.
Prima di lasciarci, però, permettete che riassuma tutto in sole quattro parole:
Custoditemi e sarete custoditi!
Proteggetemi e sarete protetti!
Dal vostro primo alleato
Il Silenzio

silenziointerioritàrapporto con Dio

5.0/5 (1 voto)

inserito il 16/10/2007

TESTO

69. Prendi il tempo   1

Il Pane di S. Antonio, Maggio 2005

Prendi il tempo per riflettere:
è una fonte di pace.
Trova un tempo per svagarti:
è il segreto della giovinezza.
Scegli un tempo per leggere:
è la fonte della saggezza.

Prendi il tempo per amare ed essere amato:
è un dono di Dio.
Trova il tempo per la tenerezza:
è la strada della felicità.
Scegli il tempo per sorridere:
è una musica per l'anima.

Prendi il tempo per dare:
è la porta della fraternità.
Trova un tempo per lavorare:
è il prezzo del successo.
Scegli il tempo per essere solidale:
è la chiave del cielo.

Prendi il tempo per pregare:
è la forza della tua debolezza.

tempovalore del temposcelta

4.3/5 (3 voti)

inviato da Mario Varano, inserito il 21/08/2007

TESTO

70. Spero   1

Marco Malatesta

Spero che la gente sia ottimista,
spero che le persone che conosco siano felici,
spero di rimanere in buona salute,
spero che lo Spirito Santo mi aiuti,
spero che in televisione facciano programmi intelligenti,
spero che nei telegiornali non evidenzino soltanto le notizie negative,
spero che il giovane che ha bevuto un po' troppo faccia guidare l'amico,
spero che ognuno si fermi due minuti in silenzio a riflettere ogni tanto,
spero che i ragazzi diano più ascolto a quella vocina dentro di loro piuttosto che a quella dell'amico,
spero di far pace con l'amico con cui ho litigato,
spero che i bambini non provino la tristezza di una famiglia divisa,
spero che la Chiesa sia vista come veramente è, cioè una guida che ci lascia liberi e non una gerarchia che impone obblighi,
spero che non si diano giudizi affrettati sulle persone prima di conoscerle bene,
spero che la parrocchia sia in grado di rispondere ai bisogni delle persone,
spero che gli anziani non si sentano soli,
spero che, in una coppia, una persona abbia bisogno dell'altra perché le vuole bene e non che le vuole bene perché ha bisogno di lei,
spero di trovare lavoro,
spero di avere molti amici,
spero che la predica di don Valter domenica prossima sia interessante,
spero che al camposcuola ci siano più ragazzi possibili,
spero che la gente legga il vangelo ogni tanto,
spero molte altre cose,
spero che la genti speri.

Sei d'accordo con me? Ora fermati, e rileggi da capo cambiando le parole "spero" con "prego"; sei ancora d'accordo con me? Se speranza si trasforma in preghiera diventa certezza. Non certezza che si realizzi tutto ciò che speriamo, ma certezza che quello che si è realizzato era ciò di cui avevamo bisogno, anche se a volte non ne capiamo subito il motivo.

speranzapreghieraottimismosognare

inviato da Marco Malatesta, inserito il 21/08/2007

TESTO

71. Amate Gesù!

Madre Teresa di Calcutta

Amate Gesù!
Spesso nel corso della giornata dite a voi stessi:
"Gesù è nel mio cuore.
Credo al tuo tenero amore per me, e ti amo, Gesù".
Bisogna dirlo e ripeterlo costantemente.
E vedrete quale forza, quale gioia e quale pace avrete, grazie a quell'amore che nutrite per Gesù.
E potrete amare gli altri come Gesù vi ama.

rapporto con Dioamorecarità

inviato da Mario Varano, inserito il 20/08/2007

TESTO

72. Santità è   2

Rivista salesiana

L'impegno di ogni giorno vissuto con gioia.
La forza di sorridere anche nei momenti più duri.
Dio incontrato in ogni istante della vita.
Accoglienza incondizionata di ogni fratello.
Preghiera che si incarna nella vita e vita che diventa preghiera.
Impegno perché la giustizia sia realtà per tutti.
Dono semplice del proprio essere.
Accogliere ogni minuto come dono di Dio e ringraziare di cuore.
Credere che Dio accompagna e benedice ogni nostra azione, ogni nostro pensiero.
E' il coraggio della verità, della libertà, della giustizia.
E' costruire la pace attraverso i piccoli gesti di ogni giorno.
E' lasciare che la Parola di Dio illumini la nostra vita.
E' il paradiso raggiunto nel quotidiano.
E' gratuità, generosità, condivisione.
E' dare e ricevere.

santità

inviato da Maria Rosa Radigheri, inserito il 20/08/2007

TESTO

73. 24 domande e risposte   3

Madre Teresa di Calcutta

Il giorno più bello? Oggi.
L'ostacolo più grande? La paura.
La cosa più facile? Sbagliarsi.
L'errore più grande? Rinunciare.
La radice di tutti i mali? L'egoismo.
La distrazione migliore? Il lavoro.
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento.
I migliori professionisti? I bambini.
Il primo bisogno? Comunicare.
La felicità più grande? Essere utili agli altri.
Il mistero più grande? La morte.
Il difetto peggiore? Il malumore.
La persona più pericolosa? Quella che mente.
Il sentimento più brutto? Il rancore.
Il regalo più bello? Il perdono.
Quello indispensabile? La famiglia.
La rotta migliore? La via giusta.
La sensazione più piacevole? La pace interiore.
L'accoglienza migliore? Il sorriso.
La miglior medicina? L'ottimismo.
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto.
La forza più grande? La fede.
Le persone più necessarie? I sacerdoti.
La cosa più bella del mondo? L'amore.

vitasenso della vitaottimismosperanzaimpegno

5.0/5 (3 voti)

inviato da Eva Bracco, inserito il 19/08/2007

TESTO

74. Vita comunitaria

Jean Vanier, Ogni uomo è una storia sacra

La vita comune può diventare una vera scuola in cui si cresce nell'amore; è la rivelazione della diversità, anche di quella che ci da fastidio e ci fa male; è la rivelazione delle ferite e delle tenebre che ci sono dentro di noi, della trave che c'è nei nostri occhi, della nostra capacità di giudicare e di rifiutare gli altri, delle difficoltà che abbiamo ad ascoltarli e ad accettarli. Queste difficoltà possono condurre a tenersi alla larga dalla comunità, a prendere le distanze da quelli che danno fastidio, a chiudersi in se stessi rifiutando la comunicazione ad accusare e a condannare gli altri; ma possono anche condurre a lavorare su se stessi per combattere i propri egoismi e il proprio bisogno di essere al centro di tutto, per imparare a meglio accogliere, comprendere e servire gli altri. Così la vita in comune diventa una scuola di amore e una fonte di guarigione. L'unione di una vera comunità viene dall'interno, dalla vita comune e dalla fiducia reciproca; non è imposta dall'esterno, dalla paura. Deriva dal fatto che ciascuno è rispettato e trova il suo posto: non c'è più rivalità. Unita da una forza spirituale, questa comunità è un punto di riferimento ed è aperta agli altri; non è elitista o gelosa del proprio potere. Desidera semplicemente svolgere la propria missione insieme ad altre comunità, per essere un fattore di pace in un mondo diviso.

comunitàgruppo

inviato da Qumran2, inserito il 19/08/2007

TESTO

75. Negli occhi dei bambini, lo sguardo di Dio   1

Gianni Fanzolato

Dio ha donato i suoi occhi all'uomo,
perché potessimo vedere l'anima dentro:
finestre trasparenti spalancate all'infinito,
specchio terso e lucente dell'interiorità.

Glo occhi che conservano la freschezza delle origini
riflettono luce, irradiano lampi di gioia, riflettono Dio.
Ecco perché gli occhi non invecchiano mai.

E' bello riposare in uno sguardo di fanciullo:
parlano con quegli occhi magici ed incantati.
Sono un libro aperto i loro occhioni di madreperla:
ti parlano con la vivacità del lampo e il crepitio delle faville
di un mondo fantastico, di stupore, di giochi inventati.

Gridano con l'esuberanza dei colori dell'iride
che la vita è un arcobaleno di delizie, uno scrigno di tesori.
Sono i loro occhi che ci regalano voli di gabbiani e aquiloni,
e tramonti dipinti da variopinti colori
e danze di rondini e di farfalle che ricamano il cielo a festa.

La loro trasparenza travalica spazio e tempo e sei nella pace:
nel loro sguardo profondo si disegna il mondo beato della quiete.
Sono quegli sprazzi di innocente furbizia nelle pupille
a togliere il malumore e a far ritornare il sereno nell'anima.

Gli occhi di chi è bambino nel cuore e nella mente
spalancano i cieli, sciolgono le nubi cariche di presagi,
fanno vibrare un caldo sole che ti avvolge ed accarezza,
e ti contagiano di quella pace che cerchi in ogni dove.

Sì, nella lucentezza degli occhi bambini ed incantati
scorgi come d'incanto gli stessi occhi di Dio che ti vuole bene.

bambinisemplicità

inviato da P. Gianni Fanzolato, inserito il 18/08/2007

TESTO

76. Amore, ti amerò per sempre

Gianni Fanzolato

Poesia per due amici che hanno deciso di sposarsi in Dio

Anche il mio cuore pare librarsi festoso nell'aria
mentre ti accolgo, amore, illuminando la mia casa.
Ora anche il tempo si è fermato e in ogni dove brilla la luce
rinasce gioia e speranza che leggo nei tuoi occhi trasparenti.
Entra, come un raggio di sole che riscalda, quel tuo amore semplice
tessuto e ricamato come un diadema da quelle abili mani del Vasaio.
Incastonato come pietra preziosa nel nostro anello sponsale,
adorna prezioso le nostre mani il SI' che abbiamo offerto a Dio dall'altare.
Muoiono per sempre freddo e solitudine, trovando pace al tuo focolare;
e anche quando si fa sera, so che sei là ad aspettarmi, perché mi ami.
Raccontami, dove hai attinto quel riflesso e la dolcezza per volermi bene?
Oso pensare che fra le ali del vento hai varcato le porte dell'infinito
per cercarmi, sconvolgere la mia vita e stregare per sempre il mio cuore.
E così si è compiuto il miracolo di chi sa amare donandosi amore.
Restami accanto, camminiamo insieme, mano nella mano verso l'orizzonte;
sostieni il mio passo, dammi la vita, regalami un sorriso, perché l'amore è dono.
Esultiamo nei cuori che battono all'unisono e sfoceremo verso il mare aperto,
Madre e Padre, a immagine del Dio fecondo, daremo frutti come l'albero di vita.
Poveri o ricchi, che importa, se amandoci come siamo, tocchiamo il cielo con un dito,
restando immobili per contemplar felici gli occhi che sanno di mistero.
Eterno amore abbiamo giurato sull'altare, e così sia, per sempre
innamorati.

amorecoppiamatrimoniofamiglia

inviato da P. Gianni Fanzolato, inserito il 14/08/2007

TESTO

77. Aiutaci ad esser profeti

Enzo Bianchi

Quant'è difficile essere profeta della pace!

Se alzo il dito verso un futuro gonfio di speranze, i realisti mi trattano da idealista; e se lo abbasso sul presente affranto da sconfitte, gli utopisti mi tacciano di disfattismo.

Signore, donami il coraggio di accettare solo da te la rude vocazione di profeta e di essere ogni volta un perdente tra gli uomini! Quant'è difficile essere pedagogo della pace!

In mezzo alle tortuosità di un cammino scosceso, come far capire che un male minore anche se tollerato, rimane un male e che bisogna far di tutto per allontanarsi dall'orlo dell'abisso in cui a ogni istante l'umanità rischia di precipitare?

Signore, donami l'abilità di spiegare chiaramente che la pace non è così semplice come se l'immagina il cuore, ma è più semplice di come stabilisce la ragione!
Quant'è difficile accogliere l'evangelo della pace!
Da qualunque parte ci si trovi, all'ovest come all'est.

In una giungla di belve con missili per dentatura, come far capire che perdere l'anima è ancora più pericoloso che lasciarci la pelle?

Signore, donami la forza di aiutare tutti quelli che attingono alla linfa delle beatitudini per spezzare l'assurda logica e l'infernale spirale della violenza!

Signore, tutti questi tiri incrociati sulla pace non mi fanno paura, non mi scoraggiano. Al contrario, mi rivelano che il minimo strappo alla tunica della pace fa gridare l'uomo.

Toccare la pace è più che toccare un problema, e ancor più che toccare l'uomo: è toccare Dio, colui che san Paolo ci presenta come la pace stessa. "E' Lui la nostra pace" (Ef 2,14). Signore, insegnaci a vincere la pace!

profeziapacebeatitudinisperanza

inviato da Cristina, inserito il 14/07/2006

TESTO

78. Il prete

Un prete deve essere contemporaneamente piccolo e grande, nobile di spirito come di sangue reale, semplice e naturale come ceppo di contadino, una sorgente di santificazione, un peccatore che Dio ha perdonato, un servitore per i timidi e i deboli, che non s'abbassa davanti ai potenti, ma si curva davanti ai poveri, discepolo del suo Signore, capo del suo gregge, un mendicante dalle mani largamente aperte, una madre per confortare i malati, con la saggezza dell'età e la fiducia d'un bambino, teso verso l'alto, i piedi a terra, fatto per la gioia, esperto del soffrire, lontano da ogni invidia, lungimirante, che parla con franchezza, un amico della pace, un nemico dell'inerzia, fedele per sempre.

sacerdotesacerdozioprete

inviato da Cristina, inserito il 14/07/2006

TESTO

79. Natale di Gesù   3

Natale di Gesù
e Natale sei anche tu:
quando lavori per la pace,
quando sorridi,
quando aiuti un altro ad essere libero,
quando ami nel silenzio,
quando soffri con gli altri,
quando sei semplice con loro,
perché è allora che Gesù nasce
dentro di te ed intorno a te!

Natalecondivisione

5.0/5 (1 voto)

inserito il 08/06/2006

TESTO

80. Ninna nanna al bambinello

Anna Marinelli, Paradise, Scorpione editrice, Taranto

Ninna-nanna, ninna-nanna
bimbo bello, non tremare,
se non hai una culla calda,
forse un bue e un asinello
scaldan più che un fuocherello.

Ninna-nanna, ninna-nanna
dormi figlio, non pensare,
che un giorno le tue braccia
sulla croce stenderai,
pensa solo che tua mamma
più ti stringe e più s'infiamma.

Ninna-nanna, ninna-nanna
dormi dormi, bambinello,
tu, il re dell'universo,
non hai latte, non hai ori,
solo l'oro dei re magi,
solo il latte dei pastori.

Ninna-nanna, ninna-nanna
su sorridi e non pensare
che la fronte tua bella
un giorno sangue dovrà grondare,
pensa solo ai caldi baci
che la mamma ti sa dare.

Ninna-nanna, ninna-nanna
dormi bimbo, non temere
nella notte così buia
s'ode un canto d'Alleluja
E' un canto che si espande
sopra tutto l'Universo,
dormi figlio, non pensare
il tuo sangue non è perso.

Ninna-nanna, ninna nanna
dormi bimbo, non temere,
in quest'ora tutto tace,
tu hai portato tanta Pace.

Nataleincarnazionecrocepassione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Marinelli, inserito il 01/05/2006

TESTO

81. La montagna

Abbi massimo rispetto per questo luogo
e per tutto ciò che quassù trovi,
se tu non l'hai portato con fatica
qualcun altro l'ha fatto.

Se tu, essere vivente, non credi in un Essere Supremo
guardati attorno e pensa
se tu saresti in grado di fare
tutto ciò che il tuo occhio vede.

Amami e io non ti tradirò
sii coraggioso e mi vincerai.

Attento a dove posi il piede,
per colpa tua qualcun altro più in basso
può lasciarci la vita.

Ai 1500 metri dimentica chi sei,
con persone di differente età usa il voi,
con persone della stessa età usa il tu.

Ai 2000 metri dimentica il mondo, gli affanni, le tasse
e goditi la vera pace.

Ai 2500 metri dimentica il tuo io,
la boria, la cultura, la forza fisica,
perché se quassù sei giunto
sei in tutto e per tutto uguale agli altri
che quassù stanno.

Non credere, piccolo uomo, di essere chissà chi,
perché prima che esistessi
io già c'ero
e quando tu non esisterai più
io ancora ci sarò.

firmato La Montagna

naturastradaroutemontagnacreatocreazione

3.7/5 (3 voti)

inviato da Chiara, inserito il 06/02/2006

TESTO

82. Madre Teresa, sorriso di Dio

Gianni Fanzolato

Mistero affascinante di Dio è l'uomo che cammina sulla terra:
Amore, grazia, stupore, gioia sussultano, odio e peccato fremono
Dentro, in una eterna lotta tra il sorriso e una smorfia fatale.
Raggio di Dio, arcobaleno fra cielo e terra, riflesso dell'amore vero,
Esile e curva, bianco sari rugoso, come un fiore spremuto, Madre
Teresa è icona radiosa e sorriso splendido dell'Autore stesso della gioa.
Epifania del volto misericordioso di un Dio che si è chinato a lavare i piedi,
Ricama con quelle mani esili e i suoi piedi nudi, gesti che restano nel tempo:
Estingue la sete degli intoccabili, la fame degli ultimi, la solitudine dei poveri.
Sfiora con la sua carezza delicata e stringe al cuore quei bimbi abbandonati,
Apre la sua anima inondata di luce a chi si sente ingoiato dalle tenebre,
Semina con ampi gesti carità e adorazione, vita con gli esclusi e intimità con Dio.
Ogni uomo che incontra, ogni bimbo che abbraccia, diventano preziosi ai suoi occhi:
Riflettono per lei la bellezza del creatore, la dignità di chi da sempre è stato sognato
Regale dono prezioso del padre, che sprizza gioia e semina parole di Vita.
Imita e ricalca le orme che il Maestro ha lasciato nei deserti di questo mondo arido,
Solleva in alto le ostie del dolore, i calici ricolmi di disperati, i cristi da noi sacrificati;
Offre sull'altare del mondo l'umanità sofferta e redenta dal sangue dell'Agnello.
Dona un sorriso, asciuga una lacrima, apre la sua casa al disperato, dà speranza;
Intorno a lei si respira aria di cielo e anche nei posti più nauseanti, esala il profumo
Di chi immersa nella Bellezza, catturata dalla Grazia, semina germogli di luce soave.
In tutti hai lasciato una nostalgia di amare, un anelito di preghiera, una grande pace,
Ostia consacrata di Cristo, riflesso dell'Amore, sorriso radioso della gioia di Dio.

madre Teresasantitàtestimonianzacaritàamoresolidarietà

1.5/5 (2 voti)

inviato da P. Gianni Fanzolato, inserito il 05/01/2006

TESTO

83. Non credo

Dorothee Solle

Non credo
al diritto dei più forti,
al linguaggio delle armi,
alla potenza dei potenti.

Voglio credere
ai diritti dell'uomo,
alla mano aperta,
alla potenza dei non-violenti.

Non credo alla razza o alla ricchezza,
ai privilegi, all'ordine della forza e dell'ingiustizia:
è un disordine.
Non credo di potermi disinteressare
a ciò che accade lontano da qui.

Voglio credere che il mondo intero
è la mia casa e il campo nel quale semino,
e che tutti mietono ciò che tutti hanno seminato.

Non credo
di poter combattere altrove l'oppressione,
se tollero l'ingiustizia qui.

Voglio credere che il diritto è uno,
tanto qui che altrove,
che non sono libero finché un solo uomo è schiavo.

Non credo che la guerra e la fame siano inevitabili
e la pace irraggiungibile.

Voglio credere all'azione semplice,
all'amore a mani nude,
alla pace sulla terra.

Non credo che ogni sofferenza sia vana.
Non credo che il sogno degli uomini resterà un sogno
e che la morte sarà la fine.

Oso credere invece, sempre e nonostante tutto,
all'uomo nuovo.
Oso credere al tuo sogno, o Dio,
un cielo nuovo, una terra nuova dove abiterà la giustizia.

giustiziasperanzaimpegnoresponsabilità

inviato da Giovanni Vacca, inserito il 21/06/2005

TESTO

84. Il denaro

Non tutto quello che desideriamo
Può comprarci il denaro.
Per esempio si può comprare:
il letto, ma non il sono;
il cibo, ma non l'appetito;
il libro, ma non l'intelligenza;
la cultura, ma non la sapienza;
una casa, ma non la famiglia;
la medicina, ma non la salute;
lo svago, ma non la felicità;
la tranquillità, ma non la pace;
la sicurezza materiale, ma non la spirituale;
il crocifisso, ma non la fede;
un posto nel cimitero, ma non nel cielo;
compagnia, piacere, risate, ma non veri amici.


Altra versione

I soldi possono comperare una casa, ma non un focolare.
I soldi possono comperare un letto, ma non sonno.
I soldi possono comperare un orologio, ma non il tempo.
I soldi possono comperare una posizione, ma non il rispetto.
I soldi possono pagare le medicine, ma non la salute.
I soldi possono comperare del sangue, ma non la vita.
I soldi possono comperare il sesso, ma non l'amore.

ricchezzasoldifelicitàdenaro

inviato da Don Benito Giorgetta, inserito il 21/06/2005

TESTO

85. Andiamo fino a Betlemme (versione breve)

Tonino Bello

Andiamo fino a Betlem, come i pastori. L'importante è muoversi. Per Gesù Cristo vale la pena lasciare tutto: ve lo assicuro. E se, invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, con tutte le connotazioni della miseria, non ci venga il dubbio di aver sbagliato percorso.

Perché, da quella notte, le fasce della debolezza e la mangiatoia della povertà sono divenuti i simboli nuovi dell'onnipotenza di Dio. Anzi, da quel Natale, il volto spaurito degli oppressi, le membra dei sofferenti, la solitudine degli infelici, l'amarezza di tutti gli ultimi della terra, sono divenuti il luogo dove egli continua a vivere in clandestinità. A noi il compito di cercarlo. E saremo beati se sapremo riconoscere il tempo della sua visita.

Mettiamoci in cammino, senza paura. Il Natale di quest'anno ci farà trovare Gesù e, con lui, il bandolo della nostra esistenza redenta, la festa di vivere, il gusto dell'essenziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della collaborazione, la voglia dell'impegno storico, lo stupore della vera libertà, la tenerezza della preghiera.

Allora, finalmente, non solo il cielo dei nostri presepi, ma anche quello della nostra anima sarà libero di smog, privo di segni di morte, e illuminato di stelle.

E dal nostro cuore, non più pietrificato dalle delusioni, strariperà la speranza.

Clicca qui per la versione completa.

nataleincarnazionericerca di Diosperanza

inviato da Giovanni Vacca, inserito il 19/06/2005

TESTO

86. Beata la famiglia

Beata la famiglia
il cui Dio è il Signore,
e che cammina
alla sua presenza.

Beata la famiglia
fondata sull'amore
e da esso fa scaturire
parole, gesti, decisioni.

Beata la famiglia
aperta alla vita,
che accoglie i figli
come un dono,
valorizza gli anziani,
aiuta i poveri e i sofferenti.

Beata la famiglia
che prega insieme
per lodare il Signore,
per affidargli la propria vita.

Beata la famiglia
che trova il tempo per
dialogare e fare festa insieme.

Beata la famiglia
dove regna la pace,
e la porta nel mondo.

Beata la famiglia
in cui vivere è gioia,
allontanarsi è nostalgia,
tornare è festa.

famiglia

inviato da Anna Lollo, inserito il 19/06/2005

TESTO

87. Lacrime

Le lacrime sono parole che non nacquero,
sentimenti che ammutolirono,
sono sorrisi che non attecchirono,
la fede che che fu contraddetta dalla disperazione.
La lacrima è la voce dei rassegnati.
E' frutto della pace rubata al cuore ancora giovane,
che si è perso senza essere assaggiato.
Acqua che tracima dal suo letto senza direzione.
La lacrima è il grido che non può essere udito.
Sono reticenze collocate nel finale di chi non ha potuto continuare.
E' il momento di dare il nodo in gola,
è l'angoscia espulsa per castigare l'anima di chi non ha potuto amare,
è la tristezza che si è stancata di restare accantonata,
è il canto che non ha motivi,
è il motivo di chi si rassegnò e si arrese.
Dio fece la lacrima per esternare quello che la paura rivela
o che l'allegria non supera.
La verità che non può essere detta,
il dolore che non può essere sentito,
il destino che non può essere mutato,
solamente vissuto...

lacrimedoloredisperazionedestinopiantosofferenza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Jorge T. Correa, inserito il 23/04/2005

TESTO

88. Se per te il Natale

Se per te il Natale
è solo un giorno di felicità
fatta di cose,
non dire: «Oggi è Natale».

Se non fai silenzio dentro di te
per accogliere Cristo che viene,
non dire: «E' Natale per me».

Se continui a dividere
buoni e cattivi, ricchi e poveri,
non dire: «Gesù è nato per tutti noi».

Se, ascoltando
l'annuncio di Betlemme,
non pensi che la guerra e la fame
uccidono ancora,
non dire: «Pace a ogni uomo».

Ma se hai capito
che la pace di Cristo viene
quando tu porti giustizia
nel tuo piccolo mondo;

se hai capito
che i primi nel tuo cuore
devono essere i "poveri",
e che devi giocare la tua vita
ogni giorno per gli altri,

allora puoi davvero gridare:
«Vi annuncio una gioia
grande come il mondo:
oggi a Betlemme
è nato il Salvatore».

Nataleinterioritàesteriorità

inviato da Brigida, inserito il 13/04/2005

TESTO

89. L'amicizia   1

Gianni Fanzolato

L'amicizia è fresca e buona
come un sorso d'acqua
dopo una lunga corsa:
è l'unica che desideri veramente.

L'amicizia è un ponte fra due rive:
se non sai nuotare e hai paura dell'acqua,
senza di lei non puoi passare oltre.

L'amicizia è un fiore rosso
nel davanzale di casa tua:
chi lo vede e gode per i suoi colori,
capisce che dentro c'è un cuore che batte.

L'amicizia è un venticello di tramontana
quando fa caldo e l'afa ti toglie il respiro,
lei è balsamo e rigenera la vita
con la sua frescura.

L'amicizia è una luce che scorgi
in una notte nera e disperata:
quando ti appare ritorna il sorriso.

L'amicizia è una mano sullla spalla,
quando cammini solo e il peso ti sovvrasta:
il suo calore scalda le vene e mette ali ai piedi.

L'amicizia è un libro bianco sulla tua tavola:
ci puoi scrivere, inventare storie e perfino sfogarti,
è sempre aperto e pronto per accoglierti.

L'amicizia è un'oasi verde nel deserto,
è una tenda per il pellegrino errante,
è una porta spalancata, un lampo di speranza.

L'amicizia va a braccetto con l'amore:
quando li separi e non l'intendi,
l'una diventa possesso e l'altro tornaconto.

L'amicizia vera nasce dal cuore di Dio,
quando ti illudi di viverla senza Lui,
al primo ostacolo si spezza
come un cristallo infranto ed è rovina.

L'amicizia è dono,
è gratuita come l'aria che respiri,
e come l'acqua che sorseggi.
L'amicizia è gioia,
colora la tua vita di faville.
L'amicizia è pace,
porta calma fra i marosi.
L'amicizia è Dio che ti vuole bene
e niente più.

amicizia

inviato da P. Gianni Fanzolato, inserito il 11/02/2005

TESTO

90. Si cerca un uomo

Primo Mazzolari

Si cerca per la Chiesa
un prete capace di rinascere
nello Spirito ogni giorno.

Si cerca per la Chiesa un uomo
senza paura del domani
senza paura dell'oggi
senza complessi del passato.

Si cerca per la Chiesa un uomo
che non abbia paura di cambiare
che non cambi per cambiare
che non parli per parlare.

Si cerca per la Chiesa un uomo
capace di vivere insieme agli altri
di lavorare insieme
di piangere insieme
di ridere insieme
di amare insieme
di sognare insieme.

Si cerca per la Chiesa un uomo
capace di perdere senza sentirsi distrutto
di mettere in dubbio senza perdere la fede
di portare la pace dove c'è inquietudine
e inquietudine dove c'è pace.

Si cerca per la Chiesa un uomo
che sappia usare le mani per benedire
e indicare la strada da seguire.

Si cerca per la Chiesa un uomo
senza molti mezzi,
ma con molto da fare,
un uomo che nelle crisi
non cerchi altro lavoro,
ma come meglio lavorare.

Si cerca per la Chiesa un uomo
che trovi la sua libertà
nel vivere e nel servire
e non nel fare quello che vuole.

Si cerca per la Chiesa un uomo
che abbia nostalgia di Dio,
che abbia nostalgia della Chiesa,
nostalgia della gente,
nostalgia della povertà di Gesù,
nostalgia dell'obbedienza di Gesù.

Si cerca per la Chiesa un uomo
che non confonda la preghiera
con le parole dette d'abitudine,
la spiritualità col sentimentalismo,
la chiamata con l'interesse,
il servizio con la sistemazione.

Si cerca per la Chiesa un uomo
capace di morire per lei,
ma ancora più capace di vivere per la Chiesa;
un uomo capace di diventare ministro di Cristo,
profeta di Dio, un uomo che parli con la sua vita.

Si cerca per la Chiesa un uomo.

parrocopretesacerdotesacerdoziovocazione

inviato da Anna Barbi, inserito il 23/01/2005

TESTO

91. Il frutto del servizio è la pace

Madre Teresa di Calcutta

Le opere dell'amore sono sempre opere di pace.
Ogni volta che dividerai il tuo amore con gli altri,
ti accorgerai della pace che giunge a te e a loro.
Dove c'è pace c'è Dio; è così che Dio tocca le nostre vite
e mostra il Suo amore per noi,
riversando pace e gioia nei nostri cuori.
E' soltanto Dio che ha il potere di donare e di togliere:
condividi dunque tutto ciò che ti è stato dato, compreso te stesso.
Non ci vuole molto, può bastare un sorriso:
il mondo sarebbe diverso se sorridessimo di più.
Perciò sorridi, sii allegro, contento che Dio ti ami.

amorepacecondivisioneservizio

inviato da Giuseppe Puccio, inserito il 22/09/2004

TESTO

92. L'ira

Annibale di Francia

L'ira è una passione che mette in turbamento tutta l'anima e fa perdere la ragione. Dove entra l'ira toglie la pace: sia nelle famiglie che nelle comunità. L'ira è una figlia della superbia: l'uomo si adira contro il prossimo perché la sua superbia gli dice che tutti debbono stare a lui soggetti.

iraorgogliosuperbia

inviato da Silvana Foggi, inserito il 29/07/2004

TESTO

93. La mia vocazione è l'amore

S. Teresa di Lisieux, Storia di un'anima

Siccome le mie immense aspirazioni erano per me un martirio, mi rivolsi alle lettere di san Paolo, per trovarvi finalmente una risposta. Gli occhi mi caddero per caso sui capitoli 12 e 13 della prima lettera ai Corinzi. Continuai nella lettura e non mi perdetti d'animo. Trovai così una frase che mi diede sollievo: "Aspirate ai carismi più grandi. E io vi mostrerò una via migliore di tutte" [1 Cor 12,31].

L'Apostolo infatti dichiara che anche i carismi migliori sono un nulla senza la carità, e che questa medesima carità è la via più perfetta che conduce con sicurezza a Dio. Avevo trovato finalmente la pace.

Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ritrovavo in nessuna delle membra che san Paolo aveva descritto, o meglio, volevo vedermi in tutte.

La carità mi offrì il cardine della mia vocazione.

Compresi che la Chiesa ha un corpo composto di varie membra, ma che in questo corpo non può mancare il membro necessario e più nobile. Capii che solo l'amore spinge all'azione le membra della Chiesa e che, spento questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue. Allora con somma gioia ed estasi dell'animo gridai: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione.

La mia vocazione è l'amore.

Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio. Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà.

vocazioneamoremartiriocarità

inviato da Massimo Di Lullo, inserito il 29/07/2004

TESTO

94. Corri presto, Maria!

Romano il Melode, Inno XL

Corri presto, Maria, a radunare i miei discepoli.
Ho in te una tromba dalla voce potente:
suona un canto di pace
alle orecchie timorose dei miei amici nascosti,
svegliali tutti come dal sonno
perché mi vengano incontro
con le fiaccole accese.
Va' a dire loro:
«Lo sposo si è destato, uscendo dalla tomba,
e trascinando ogni cosa dalla morte alla vita.
Scacciate, apostoli, la tristezza mortale,
poiché si è ridestato
Colui che offre agli uomini caduti
la risurrezione.»

Pasquaresurrezionerisurrezionemariasperanza

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 29/07/2004

TESTO

95. Oggi come ieri   1

Henry Scott Holland

La morte non è niente.
Sono soltanto nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Ciò che eravamo prima l'uno per l'altro,
lo siamo ancora.
Chiamami col mio vecchio nome,
che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso
che hai sempre usato.
Non cambiare il tono di voce,
non assumere un'aria di tristezza.
Ridi come sempre facevi ai piccoli scherzi
che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!...
Il mio nome sia sempre
la stessa parola familiare di prima:
pronuncialo senza traccia di tristezza.
La vita conserva tutto il significato
che ha sempre avuto.
E' la stessa di prima,
c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dalla tua mente,
solo perché sono fuori dalla tua vista?
Ti sto aspettando, solo per un attimo,
in un posto qui vicino,
proprio dietro l'angolo.
Il tuo sorriso è la mia pace.

mortealdilàvita eternaparadisodefunti

5.0/5 (1 voto)

inviato da Antonella Longo, inserito il 29/07/2004

TESTO

96. Prometti a te stesso

Prometti a te stesso
di essere così forte
che nulla potrà distruggere
la serenità della tua mente.

Prometti a te stesso
di parlare di bontà,
di bellezza e di amore ad ogni persona che incontri,
di fare sentire a tutti i tuoi amici
che c'è qualcosa di grande in loro,
e di lottare perché il tuo ottimismo diventi realtà.

Prometti a te stesso
di pensare solo al meglio,
di lavorare per il meglio,
di aspettarti solo il meglio,
si essere entusiasta del lavoro degli altri,
come lo sei tu del tuo.

Prometti a te stesso
di dimenticare gli errori del passato
per guardare a quanto di grande puoi fare in futuro,
di essere sereno in ogni circostanza
e di regalare un sorriso
ad ogni creatura che incontri,
di dedicare così tanto tempo
a migliorare il tuo carattere
da non avere tempo per criticare gli altri.

Prometti a te stesso
di essere troppo nobile per l'ira,
troppo forte per la natura,
troppo felice per lasciarti vinvere dal dolore.

fiducia in séottimismofuturopositivitàpace interioreserenità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Lidia Pautasso, inserito il 27/07/2004

TESTO

97. Quando sei disperato....   1

S. Agostino

Se senti vacillare la fede per la violenza della tempesta, calmati: Dio ti guarda.
Se ogni cosa che passa cade nel nulla, senza più ritornare, calmati: Dio rimane.
Se il tuo cuore è agitato e in preda alla tristezza, calmati: Dio perdona.
Se la morte ti spaventa, e temi il mistero e l'ombra del sonno notturno, calmati: Dio risveglia.
Dio ci ascolta, quando nulla ci risponde; è con noi, quando ci crediamo soli; ci ama, anche quando sembra che ci abbandoni.

rapporto con Dioabbandono in Diopace interioreocchi di Dio su di noipauradubbiomortesolitudine

5.0/5 (2 voti)

inviato da Marco Crociani, inserito il 27/07/2004

TESTO

98. Viene per chi sta dietro la porta chiusa   3

Primo Mazzolari

"Ecco sto alla porta e busso..."
Egli non viene né per onorare il suo nome
né per salvare la sua dignità:
viene per chi sta dietro la porta chiusa.
E chi ci sta dietro la porta chiusa?
Io ci sto: in tanti ci stanno; ci sta il mondo.
Il quale mi sembra ancor più sprangato
in questo Natale...
Da secoli, non da decenni, Egli attende...
Ma anche se tardasse un po'..., aspettatelo:
Egli verrà e lo vedrete tutti e ne godrà il vostro cuore
poiché Egli viene a portare la pace al suo popolo
e a restituirgli la vita.

Nataleavventoaccoglienzaconversioneattesa

5.0/5 (2 voti)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 22/12/2003

TESTO

99. La gioia

Madeleine Delbrel

Noi crediamo alla gioia,
il che non si riduce
a dare prova di ottimismo.
Ci sembra che la gioia cristiana,
quella che il Signore chiama "la mia gioia",
quella che egli vuole che sia "piena",
consista nel credere concretamente
- per fede - che noi sempre e dovunque
abbiamo tutto ciò che è necessario
per essere felici.

gioiafelicitàserenitàpace interiorefedefiducia

inviato da Massimo Di Lullo, inserito il 22/12/2003

TESTO

100. Il sorriso di Dio

Gianni Fanzolato

Ogni volta nasce un bimbo,
non importa il colore,
ebreo, cristiano, indù o musulmano,
Dio sorride dall'alto di gioia nel cuore.

Sorride quando sulla terra
Due cuori si incontrano
E sfidando l'egoismo
Si giurano amore eterno
E diventano riflesso sulla terra
Del Dio che è trino, ma uno per l'amore.

Come sorride Dio quando quaggiù
C'è qualcuno che offre il suo dolore,
sorride a quella donna ammalata,
a quel figlio schiavo della droga,
a quel padre stanco e senza lavoro,
ma fiducioso che Dio è Provvidenza.

Ogni volta qualcuno si stringe la mano,
si perdona di cuore, si fa la pace vera,
c'è un uomo che porta speranza,
e un altro che semina la gioia,
Dio dall'alto acconsente e sorride.

Ma Dio sorride anche quando
ci vede troppo indaffarati,
sempre di corsa, con l'ansia nel cuore
eternamente insoddisfatti e alla ricerca.
Dio ci sussurra piano all'orecchio:
"Tranquilli" e stringendoci, ci sorride.

Come ride di gusto Dio
Sulle nostre manie,
sulla mode che passano,
sui cultori dell'effimero,
come sorride
sui soldi accumulati e i cuori ingombri,
sulle storie strappalacrime e inventate,
sui concorsi di bellezza e gli idoli e stravaganze.
Sorride perché sa che tutto si riduce in polvere.

Quante volte trattiene il sorriso
e scoppia in lacrime
sugli orrori, i massacri e le vendette,
sui bambini deturpati e gli anziani abbandonati,
sull'uomo che perde la dignità
e distrugge i valori.

Ma poi, guardando quaggiù
si ricorda che siamo suoi figli
e chiudendo un occhio per amore
continua a sorriderci e la vita non finisce,
perché in fondo è l'uomo il vero sorriso di Dio.

rapporto con Dioamore di Diosperanza

inviato da Padre Gianni Fanzolato, inserito il 27/10/2003

TESTO

101. I colori della pace   1

Alessandra

I colori della pace
non esisteranno
fino a quando il nostro cuore
non imparerà ad amare,
fino a quando
vivremo solo
per calcolare,
fino a quando staremo a discutere
le diversità.

Siamo noi uomini
a vederci diversi.
Dio non ha preferenze
ha solo dolore nel suo cuore
a vedere i suoi figli
uccisi, affamati, nudi
e dall'altra parte
gli altri figli ipocriti.

Mio Dio spalanca i nostri occhi
aprici i cuori
questo mondo è così diverso
da come io immagino il tuo.

pacesolidarietàgiustiziaingiustiziamulticulturalitàpregiudizidiversitàconvivenzarazzismodiscriminazionetolleranzadialogocomunione tra i popoli

inviato da Alessandra, inserito il 28/06/2003

TESTO

102. La pace come cammino

Tonino Bello

A dire il vero non siamo molto abituati a
legare il termine pace a concetti dinamici.
Raramente sentiamo dire:
"Quell'uomo si affatica in pace",
"lotta in pace",
"strappa la vita coi denti in pace"...

Più consuete, nel nostro linguaggio,
sono invece le espressioni:
"Sta seduto in pace",
"sta leggendo in pace",
"medita in pace" e,
ovviamente, "riposa in pace".

La pace, insomma, ci richiama più la vestaglia
da camera che lo zaino del viandante.
Più il comfort del salotto che i pericoli della strada.
Più il caminetto che l'officina brulicante di problemi.
Più il silenzio del deserto che il traffico della metropoli.
Più la penombra raccolta di una chiesa che una riunione di sindacato.
Più il mistero della notte che i rumori del meriggio.

Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire
che la pace non è un dato, ma una conquista.
Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.
Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.

La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia.
Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio.
Rifiuta la tentazione del godimento.
Non tollera atteggiamenti sedentari.
Non annulla la conflittualità.
Non ha molto da spartire con la banale "vita pacifica".

Sì, la pace prima che traguardo, è cammino.
E, per giunta, cammino in salita.
Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi,
i suoi percorsi preferenziali ed i suoi tempi tecnici,
i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste.

Se è così, occorrono attese pazienti.
E sarà beato, perché operatore di pace,
non chi pretende di trovarsi all'arrivo senza essere mai partito, ma chi
parte.

Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista,
anche se mai - su questa terra s'intende - pienamente raggiunta.

paceimpegnoresponsabilità

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 30/04/2003

TESTO

103. Poesia del papa sulla pace

Andrzej Jawin (Karol Wojtyla), Operaio in una fabbrica d'armi, in Tygodnik Powszechny n. 13, 1958

Non influisco sul destino del globo,
non son io che incomincio le guerre.
Sono con te o contro di te - non lo so.
Non pecco.
E proprio questo mi tormenta:
che non influisco, non pecco.
Tornisco minuscole viti
e preparo frammenti di devastazione,
e non abbraccio l'insieme,
non abbraccio il destino dell'uomo.
Io potrei creare un altro insieme,
altro destino (ma come farlo senza frammenti)
di cui io stesso, come ogni altro uomo,
sarei la causa integra e sacra
che nessuno distrugge con le azioni,
né inganna con le parole.
Il mondo che io creo non è buono
eppure non sono io che lo rendo malvagio!
Ma questo basta?

paceguerramondoresponsabilitàconflitti

inviato da Anna Barbi, inserito il 30/04/2003

TESTO

104. La pace nasce da un cuore nuovo   1

Giovanni Paolo II, XVII giornata mondiale della pace (1/1/1984)

E' mia profonda convinzione, è il filo conduttore della Bibbia e del pensiero cristiano, è - come spero - un'intuizione di molti uomini di buona volontà che la guerra prenda origine dal cuore dell'uomo. E' l'uomo che uccide, e non la sua spada e neppure, oggi, i suoi missili.

La sregolatezza del cuore è, in particolare, quella della coscienza, allorché essa chiama bene o male ciò che intende scegliere in base ai suoi interessi materiali o alla sua volontà di potenza. La stessa complessità dell'esercizio del potere non impedisce che vi sia sempre una responsabilità della coscienza individuale nella preparazione, nello scatenamento o nell'estensione di un conflitto; il fatto poi che la responsabilità sia condivisa da un gruppo nulla cambia al principio

E' necessario rimettere in discussione quei sistemi che conducono manifestamente a un punto morto, congelano il dialogo e l'intesa, sviluppano la diffidenza, accrescono la minaccia e il pericolo, senza risolvere i problemi reali, senza offrire una sicurezza vera, senza rendere i popoli veramente felici, pacifici e liberi. Questa trasformazione in profondità dello spirito e del cuore esige certamente un grande coraggio, il coraggio dell'umiltà e della lucidità; essa deve raggiungere la mentalità collettiva, partendo dalla coscienza delle persone. E' utopistico sperarlo? L'impotenza e il pericolo, in cui i nostri contemporanei si trovano, li spingono a non rimandare oltre questo ritorno alla verità, che sola li renderà liberi e capaci di creare sistemi migliori. E' questa, la prima condizione per un «cuore nuovo».

paceviolenzaguerracoscienzaconflitti

5.0/5 (1 voto)

inviato da Gianvincenzo Nicodemo, inserito il 01/04/2003

TESTO

105. Se questo è un uomo   2

Primo Levi, Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per un pezzo di pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.



olocaustorazzismocampi di concentramentoantisemitismocrudeltàgiornata della memoriashoah

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 31/03/2003

TESTO

106. La felicità perduta

S. Antonio di Padova

Richiama alla memoria i più bei giorni della tua vita, i giorni della tua innocenza, quando Dio illuminava con la grazia la tua anima, e ti parlava nella preghiera, e ti guidava e custodiva in tutto quello che ti accingevi a fare. Vivevi allora felice con lui nella sua città; ma tu hai voluto uscirne, e allora gli assassini ti hanno aggredito, ti hanno coperto di ferite, ti hanno spogliato di ogni bene. Piangi e sospira la felicità perduta, ora che giaci quasi senza vita nella tua miseria, incapace di rialzarti.

felicitàgioiapeccatorimpiantoserenitàpace interiorerapporto con Dio

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 31/03/2003

TESTO

107. Pace è un grido di silenzio

Pace è un grido silenzioso,
un sentiero invisibile
tra i rovi dell'odio.

Pace è la carezza impalpabile
della speranza
negli occhi dei bambini
che guardano sempre a un domani.

Pace è il sogno
che vuole essere realizzato,
l'abbraccio dell'anima
all'anima,
è un volo verso terre
sconosciute
governate solo dall'amore.

Non si può spiegare,
la pace.
Dobbiamo inventarla,
nuova e incrollabile,
in questo arcobaleno di albe
senza fine.

La pace
è un marchio del cuore.
Tempo da paradiso sulla terra;
amore,
sentimento bello tra persone, città e stati.
Quando la pace
come ora, è solo un desiderio
l'odio macchia di nero i cuori.
Io credo in un futuro
in cui una stella si illuminerà
e quando su di noi si sarà fermata
la pace ritrovata
porterà un mondo di vita.

paceguerra

inviato da Simona Bonalumi, inserito il 16/03/2003

TESTO

108. E Giuseppe raccontò

Franco Signoracci, La notte più bella

Ricordo bene quella notte, quando l'angelo entrò nel mio sogno.

Era l'ora più buia, quando il giorno trascorso è già dimenticato e l'alba nuova è ancora lontana. Io dormivo profondamente e nei miei sogni c'erano tante storie: immagini strane si mischiavano e si inseguivano tra di loro, come spesso accade. Poi, ad un tratto, anche nei miei sogni ci fu silenzio e buio, e apparve un puntino luminoso che diventava sempre più grande, come la lampada di una barca quando si avvicina di notte alla riva.

Capii subito che quello non era un sogno come gli altri: quella luce era un angelo! E l'angelo parlò.

E mi raccontò di Maria, del bambino, delle difficoltà che avremmo incontrato: "Non temere", mi disse, "starò sempre con voi!".

Mi svegliai di colpo: non ero spaventato, ma quella apparizione mi aveva turbato. Sentivo caldo nel chiuso della mia stanza; dovevo uscire a prendere aria, a pensare un poco a quelle parole. Infilai i sandali e andai a sedermi su di un sasso, poco lontano dalla casa, in una posizione elevata.

Sotto di me c'era tutto il paese addormentato. Sopra di me il cielo stellato e la luna, che tramontava all'orizzonte.

Pensavo di essere solo, poi mi accorsi che non lontano da me c'era un gregge di pecore, custodito da due pastori: i due uomini vegliavano accanto alle braci di un fuoco quasi spento. Poi, tra le case del paese, si aprirono alcune porte e vidi uomini uscire in silenzio: erano i pescatori, che partivano a notte fonda per andare al lago di Tiberiade. Vidi anche un altro uomo uscire dal villaggio, conduceva due asini che avevano anfore legate ai fianchi: andava a prendere l'acqua. Infine, mentre il cielo a oriente si faceva più chiaro, vidi uscire i primi contadini. "Ecco", pensai tra me, "per tutta questa gente, per tutti noi verrà il bambino!" E sentii una grande pace nel cuore.

NatalesognoGiuseppeincarnazione

inviato da Anna Barbi, inserito il 29/01/2003

TESTO

109. Tu puoi...   1

Canto brasiliano

Dio solo può dare la fede,
tu, però, puoi dare la tua testimonianza;
Dio solo può dare la speranza,
tu, però, puoi infondere fiducia nei tuoi fratelli;
Dio solo può dare l'amore,
tu, però, puoi insegnare all'altro ad amare;
Dio solo può dare la pace,
tu, però, puoi seminare l'unione;
Dio solo può dare la forza,
tu, però, puoi dar sostegno ad uno scoraggiato;
Dio solo è la via,
tu, però, puoi indicarla agli altri;
Dio solo è la luce,
tu, però, puoi farla brillare agli occhi di tutti;
Dio solo è la vita,
tu, però, puoi far rinascere negli altri il desiderio di vivere;
Dio solo può fare ciò che appare impossibile,
tu, però, potrai fare il possibile;
Dio solo basta a se stesso,
egli, però, preferisce contare su di te.

testimonianzasperanzafede

3.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 18/01/2003

TESTO

110. La pace

Laurence Housman

La pace guardò in basso
e vide la guerra,
«Là voglio andare» disse la pace.

L'amore guardò in basso
e vide l'odio,
«Là voglio andare» disse l'amore.

La luce guardò in basso
e vide il buio,
«Là voglio andare» disse la luce.

Così apparve la luce
e risplendette.

Così apparve la pace
e offrì riposo.

Così apparve l'amore
e portò vita.

E il Verbo si fece carne
e dimorò in mezzo a noi.

paceresponsabilitàimpegnonataleincarnazione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Barbara, inserito il 17/12/2002

TESTO

111. La comunità del perdono

Jean Vanier, La comunità luogo del perdono, luogo della gioia

La comunità è il luogo del perdono.

Nonostante tutta la fiducia che possiamo avere gli uni negli altri, ci sono sempre parole che feriscono, atteggiamenti in cui ci si mette davanti agli altri, situazioni in cui le suscettibilità si urtano.

È per questo che vivere insieme implica una certa croce, uno sforzo costante e un'accettazione che è un mutuo perdono d'ogni giorno.

San Paolo dice: «Voi dunque, eletti di Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenera compassione, di benevolenza, di umiltà, di dolcezza, di pazienza; sopportatevi a vicenda e perdonatevi gli uni gli altri, se uno ha contro l'altro qualche motivo di lamentela; il Signore vi ha perdonato, fate lo stesso a vostra volta. E sopra ogni cosa sia la carità, che è il vincolo della perfezione. Con questo, la pace di Cristo regni nei vostri cuori: è questa la chiamata che vi ha riuniti in un medesimo corpo. Infine, vivete in azioni di grazie!»

perdonocomunitàvita comunitariaaccettazione

inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002

TESTO

112. Il Natale visto da Gandhi   2

Mahatma Gandhi

Non si dovrebbe celebrare la nascita di Cristo una volta all'anno, ma ogni giorno, perché Egli rivive in ognuno di noi. Gesù è nato e vissuto invano se non abbiamo imparato da lui a regolare la nostra vita sulla legge eterna dell'amore pieno. Là dove regna senza idea di vendetta e di violenza, il Cristo è vivo. Allora potremmo dire che il Cristo non nasce soltanto un giorno all'anno: è un avvenimento costante che può avverarsi in ognuna delle nostre vite. Quando la legge suprema dell'amore sarà capita e la sua pratica sarà universale, allora Dio regnerà sulla terra come regna in cielo. Il senso della vita consiste nello stabilire il Regno di Dio sulla terra, cioè nel proporre la sostituzione di una vita egoista, astiosa, violenta e irragionevole con una vita di amore, di fraternità, di libertà, di ragione. Quando sento cantare "gloria a Dio e pace in terra agli uomini di buona volontà" mi chiedo oggi come sia reso gloria a Dio e dove ci sia pace sulla terra. Finché la pace sarà una fame insaziata, finché noi non saremo riusciti a rinascere come uomini illuminati dallo Spirito, a instaurare con le persone rapporti autentici di comunione da cui siano estranei i sorrisi forzati, l'invidia, la gelosia, la falsa cortesia, la diplomazia, finché non avremo come senso della vita la ricerca della verità su noi stessi, del giusto, del bello, finché non saremo capaci di spogliarci dell'inautentico, di ciò che abbiamo di troppo a spese di coloro che non hanno niente, finché continueremo a calpestare i nostri sogni più belli e più profondi, il Cristo non sarà mai nato.

Quando la pace autentica si sarà affermata, quando avremo sradicato la violenza dalla nostra civiltà, solo allora noi diremo che "Cristo è nato in mezzo a noi". Allora non penseremo tanto ad un giorno che è un anniversario, ma ad un evento che può realizzarsi in tutta la nostra vita. Se dunque si augura un "buon Natale" senza dare un senso profondo a questa frase, tale augurio resta una semplice formula vuota.

Nataleregno di Dio

5.0/5 (2 voti)

inviato da Elena Mencarelli, inserito il 14/12/2002

TESTO

113. Donna

Mahatma Gandhi

Ritengo che la donna sia la personificazione di quella che io chiamo "non violenza", che significa amore infinito capace di assumere il dolore.

Permettiamo alla donna di estendere questo amore a tutta l'umanità. A lei è dato di insegnare la pace ad un mondo lacerato.

pacedonnanon violenzaamore

inviato da Mariella Romanazzi, inserito il 11/12/2002

TESTO

114. Ogni minuto, un attimo di eternità

Justo Mullor, Dio crede nell'uomo

Ogni minuto è il riassunto di tutta la storia: quella universale - che scriviamo tutti, senza rendercene quasi conto - e quella personale, che costruiamo giorno dopo giorno, senza mai sapere quando finirà. Ogni momento può essere il tocco finale di una meravigliosa avventura o la conclusione deludente di un progetto incompiuto.

Il tempo, il cui mistero è più profondo di quello dello spazio, ci è stato dato da Dio come dono e, insieme, come vocazione: quella di usarlo, davanti a Lui e agli altri, per fare del mondo un luogo sempre più degno del suo Creatore e delle creature alle quali Egli lo ha affidato. Il tempo ci è stato dato per moltiplicare le luci che fughino le tenebre; per fare di più e sempre meglio; perché ci siano più case e meno catapecchie; meno analfabeti e più libri; più pace e meno guerre; più libertà e meno schiavitù; più gioia e meno sofferenze; più salute e meno malattie. E, soprattutto, perché "Dio sia tutto in tutti" (1 Cor 15,28): prima nella nostra coscienza, poi nella nostra vita e, infine, nella grande storia dell'umanità.

Il tempo, per il suo carattere inesorabile e fuggente, esige che vigiliamo. Se non del tutto svegli, dobbiamo almeno essere pronti ad aprire gli occhi ed a metterci in cammino al primo segno del passaggio di Dio e delle sue esigenze.

impegnoresponsabilitàtempovalore del tempo

inviato da Eleonora Polo, inserito il 11/12/2002

TESTO

115. Momenti di comunione

Jean Vanier

I momenti di comunione sono attimi di pienezza, momenti di silenzio e di riposo che possono diventare preghiera. Sono momenti di guarigione interiore che due persone si donano reciprocamente.

Questo avviene anche fra amici, quando, dopo aver parlato a lungo, c'è una sorta di momento magico di comunione in cui si sente che si sta bene insieme. Sui due amici scende un silenzio che nessuno dei due ha voglia di infrangere. Questo momento di pace, di amicizia, di comunione, diventa un momento in cui si è insieme nell'umiltà e nel dono di sé. È un istante di eternità in un mondo in cui si intrecciano l'azione, il rumore, l'aggressività, il bisogno individuale di affermarsi e la ricerca dell'efficacia.

Due cuori battono all'unisono, dando libertà l'uno all'altro. Due persone sono presenti l'uno all'altra. E come se il tempo si fermasse.

Tuttavia, l'uno non può bastare all'altro. L'altro non è Dio; non può colmare totalmente il cuore umano. Ma può essere uno strumento di Dio, può rivelare la sua presenza.

amiciziaamorecoppiasilenziocomunione

inviato da Corradini Don Lorenzo, inserito il 07/12/2002

TESTO

116. Semplicemente santi   2

Tonino Bello, messaggio agli aderenti A.C. Diocesi di Molfetta per la festa dell'adesione 8 dicembre 1990

Siate soprattutto uomini.
Fino in fondo.
Anzi, fino in cima.
Perché essere uomini fino in cima
significa essere santi.
Non fermatevi, perciò, a mezza costa:
la santità non sopporta misure discrete.
E, oltre che iscritti all'A.C.,
siate esperti di
cattolicità attiva:
capaci, cioè, di accoglienze ecumeniche,
provocatori di solidarietà planetarie,
missionari "fino agli estremi confini"
profeti di giustizia e di pace.
E, più che tesserati,
siate distributori di tessere
di riconoscimento,
per tutto ciò che è diverso da voi,
disposti a pagare con la pelle
il prezzo di quella comunione
per la quale Gesù Cristo,
vostro incredibile amore,
ha dato la vita.

Azione Cattolicasantità

inviato da Anna Barbi, inserito il 04/12/2002

TESTO

117. Per vivere felici

Manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nella antica chiesa di San Paolo

Procedi con calma tra il frastuono e la fretta, e ricorda quale pace possa esservi nel silenzio. Per quanto puoi, senza cedimenti, mantieniti in buoni rapporti con tutti. Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza, e ascolta gli altri: pur se noiosi e incolti, hanno anch'essi una loro storia. Evita le persone volgari e prepotenti: costituiscono un tormento per lo spirito. Se insisti nel confrontarti con gli altri, rischi di diventare borioso e amaro, perché esisteranno individui migliori e peggiori di te. Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi progetti. Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo.

Usa prudenza negli affari, perché il mondo è pieno di inganno. Ma questo non ti renda cieco a quanto vi è di virtù: molti sono quelli che perseguono alti ideali e dovunque la vita è piena di eroismo.

Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti. Non ostentare cinismo verso l'amore, perché pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità, esso resta perenne come il sempreverde. Accetta docile la saggezza dell'età, lasciando con serenità le cose della giovinezza. Coltiva la forza d'animo, per difenderti nelle calamità improvvise. Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono da stanchezza e solitudine. Al di là di una sana disciplina, sii tollerante con te stesso. Tu sei figlio dell'universo non meno degli alberi e delle stelle ed hai pieno diritto di esistere. E convinto o non convinto che tu ne sia non vi è dubbio che l'universo si stia evolvendo a dovere.

Perciò sta in pace con Dio. E quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa confusione dell'esistenza, mantieniti in pace con il tuo spirito. Nonostante i suoi inganni, travagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso. Sii prudente. Sforzati di essere felice.

gioiaserenitàpace interiorefelicitàumanità

inviato da Federico Bernardi, inserito il 03/12/2002

TESTO

118. Ti auguro un'oasi di pace   1

Tonino Bello

La strada vi venga sempre dinanzi
e il vento vi soffi alle spalle
e la rugiada bagni sempre l'erba
cui cui poggiate i passi.
E il sorriso brilli sempre
sul vostro volto.
E il pianto che spunta
sui vostri occhi
sia solo pianto di felicità.
E qualora dovesse trattarsi
di lacrime di amarezza e di dolore,
ci sia sempre qualcuno
pronto ad asciugarvele.
Il sole entri a brillare
prepotentemente nella vostra casa,
a portare tanta luce,
tanta speranza e tanto calore.

serenitàsperanza

inviato da Anna Lianza, inserito il 25/11/2002

TESTO

119. La cosa più importante per l'umanità

Tien-Min, poeta cinese

Non importa che tu sia uomo o donna
fanciullo o vecchio, operaio o contadino,
soldato o studente o commerciante;
non importa quale sia il tuo credo politico o quello religioso
se ti chiedono qual è la cosa più importante per l'umanità
rispondi prima, dopo, sempre: la pace!

paceguerraconflitti

inviato da Andrea Zamboni, inserito il 20/11/2002

TESTO

120. Ogni società si trova a dover scegliere

Abbé Pierre

Ogni società si trova a dover scegliere fra una legge di vita e di pace, e una legge di morte e di odio. La legge di morte è quella che dice: i forti devono essere i primi. Ciò fa sì che tutti lottino per essere forti, in modo da essere serviti. Questa legge è disperata, perché anche il forte un giorno diverrà debole, e i deboli che lui non ha amato lo lasceranno morire abbandonato. C'è solo una via d'uscita a questa disperazione: obbedire alla legge della vita e dell'amore. Questa legge è il contrario della prima: dice che i poveri e deboli debbono essere serviti per primi. Questa legge porta pace, perché nessuno competerà mai con gli altri, lotterà contro gli altri, ucciderà gli altri per divenire debole e povero. Ed è una legge di vita, perché quando il forte diverrà debole, sarà sostenuto dai deboli che lui ha aiutato quand'era forte.

solidarietàamorecaritàgiustiziaingiustiziaforzavita

inviato da Eleonora Polo, inserito il 18/11/2002

TESTO

121. Gesù risorge anche oggi

L. Cammaroto

Credevo che avessero ucciso Gesù,
e oggi l'ho visto dare un bacio a un lebbroso.
Credevo che avessero cancellato il suo nome,
e oggi l'ho sentito sulle labbra di un bambino.
Credevo che avessero crocefisso le sue mani pietose,
e oggi l'ho visto medicare una ferita.
Credevo che avessero trafitto i suoi piedi,
e oggi l'ho visto camminare nelle strade dei poveri.
Credevo che l'avessero ammazzato una seconda volta con le bombe,
e oggi l'ho sentito parlare di pace.
Credevo che avessero soffocato la sua voce fraterna,
e oggi l'ho sentito dire:
"Perché, fratello?" a uno che picchiava.
Credevo che Gesù fosse morto nel cuore degli uomini
e seppellito nella dimenticanza,
ma ho capito che Gesù risorge anche oggi
ogni volta che ogni uomo ha pietà di un altro uomo.

essere cristianitestimonianzasolidarietàcaritàamoreGesù CristoPasqua

5.0/5 (1 voto)

inviato da Mariangela Molari, inserito il 26/10/2002

TESTO

122. Essere presenza

Cardinale Pironio

"Essere presenza", Signore, è parlare di te senza nominarti.
Tacere nel momento in cui è necessario che siano i gesti al posto della parola.
Essere luce che illumini il linguaggio del silenzio e voce che, anche se sorge della vita, non parla.
È dire agli altri che gli stiamo vicini, pur essendo grande la distanza che ci separa.
È intuire la speranza degli altri e semplicemente riempirla.
È soffrire insieme con quello che soffre al di dentro e mostrargli che Dio guarisce le nostre piaghe.
È ridere con quello che ride e gioire del fratello perché ama.
È gridare con tutta la forza dello Spirito, la verità che è Dio soltanto che ci salva.
È vivere esposto e senza armi, affidandosi ciecamente alla Sua Parola.
È condurre il "deserto" ai fratelli, dividendo il tuo mistero e annunciandogli che tu li ami.
È sapere ascoltare il tuo linguaggio nel silenzio.
È "vedere" al loro posto quando la loro fede sembra spegnersi.
"Essere presenza", o Signore, è sapere aspettare il tuo tempo senza fretta e nella quiete.
È dare tranquillità con una pace molto profonda.
È vivere la tensione dello sconcerto in una Chiesa che, siccome cresce, cambia.
È aprire se stesso ai "segni dei tempi", pur rimanendo fedele alla tua Parola.
È alla fine, essere pellegrino in un cammino pieno di fratelli, che gridano nel silenzio che tu sei vivo e ci tieni stretti nelle tue mani.

testimonianzasolidarietàsperanzapresenza

inviato da Anna, inserito il 30/09/2002

TESTO

123. Cittadino del mondo

Il tuo Cristo è ebreo
e la tua democrazia è greca.
La tua scrittura è latina
e i tuoi numeri sono arabi.
La tua auto è giapponese
e il tuo caffè brasiliano.
Il tuo orologio è svizzero
e il tuo walkman è coreano.
La tua pizza è italiana
e la tua camicia è hawaiana.
Le tue vacanze sono turche,
tunisine o marocchine.
Cittadino del mondo,
non rimproverare il tuo vicino
di essere... straniero.

interdipendenzamulticulturalitàtolleranzapacepopolirazzismo

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 30/09/2002

TESTO

124. Ho detto a Dio

Jean Debruynne, rivista Il Cenacolo 1/2001

Ho detto a Dio
che la sua Pentecoste non valeva gran cosa
e che il suo Spirito Santo non era tanto efficace
con tutte queste guerre, queste divisioni,
questa gente che muore di fame,
questa droga e tutti questi omicidi.
Ma Dio mi ha risposto:
è a te che ho donato
il mio Spirito.
Che cosa ne hai fatto?
Chi farà la giustizia
se tu non incominci ad essere giusto?
Chi farà la verità
se tu stesso non sei vero?
Chi farà la pace
se tu non sei in pace con te stesso e con i tuoi fratelli?
Sei tu che io ho inviato
per portare
la buona notizia.

impegnoresponsabilitàgiustiziapaceSpirito Santo

inviato da Anna, inserito il 27/09/2002

TESTO

125. Confessione di fede della Chiesa del Sud-Africa

Rivista "Il cenacolo" n. 1/2001

Noi crediamo in Dio, il Padre che ha creato il mondo intero e che riunirà tutte le cose in Cristo. Egli vuole che tutti gli uomini vivano insieme come fratelli in un'unica famiglia.

Noi crediamo in Dio, il Figlio che si è fatto uomo, ed è morto ed è risorto nella gloria, riconciliando il mondo intero con Dio, abbattendo tutti i muri che separano gli uomini, tutte le barriere di religione, di classe, di razza, di cultura al fine di creare una umanità unita. Egli è l'unico Signore che ha autorità su tutto. Egli chiama ciascun uomo e la società, la chiesa e la comunità umana, alla riconciliazione, all'unità, alla giustizia, alla libertà.

Noi crediamo in Dio, lo Spirito che è promessa del Regno che viene, che ci dà il potere di annunciare il Vangelo di Cristo e il suo perdono per gli uomini e i popoli, di amare e di servire ogni, creatura, di lottare per la giustizia e per la pace, e di chiamare il mondo intero a riconoscere, qui e ora, il Regno di Dio.

credofede

inviato da Anna, inserito il 27/09/2002

TESTO

126. Avevo una scatola di colori

Tali Sorek, israeliana

Avevo una scatola di colori,
brillanti, decisi e vivaci.

Avevo una scatola di colori.
alcuni caldi, altri molto freddi.

Non avevo il rosso per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero per il pianto degli orfani.
Non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo per le sabbie ardenti.

Ma avevo l'arancio per la gioia della vita.
E il verde per i germogli e i nidi.
E il celeste dei chiari cieli splendenti.
E il rosa per i sogni e il riposo.

Mi sono seduta e ho dipinto la pace.

* note trovate in internet ma non verificate:

si tratta di una poesia trovata nello zainetto di Tali Sarek, una bimba di Beersheba (Israele) di 12 o 13 anni, al tempo della guerra del Kippur.

Esprime con parole semplici e toccanti la reazione di una creatura davanti alla guerra. C'è il rifiuto del dolore, delle atrocità e delle sofferenze. Prevale il sogno e il bisogno della pace.

La poesia è stata inserita nel libro "Mai più la guerra".

paceguerraconflitti

inviato da Barbara, inserito il 27/09/2002

TESTO

127. Verrà un giorno

Jorge Carrera Andrade

Verrà un giorno più duro degli altri:
scoppierà la pace sulla terra
come un sole di cristallo. Un fulgore nuovo
avvolgerà le cose.
Gli uomini canteranno nelle strade
liberi ormai della morte menzognera.
Il frumento crescerà sui resti
delle armi distrutte
e nessuno verserà
il sangue del fratello.
Il mondo sarà allora delle fonti
e delle spighe che imporranno il loro impero
d'abbondanza e freschezza senza frontiere.

pace

inviato da Mariella Romanazzi, inserito il 28/08/2002

TESTO

128. La sete di Gesù   1

Jean Vanier, Gesù, il dono dell'amore

La sete di Gesù
è una sete d'amore per le persone
prese così come sono,
con le loro povertà e le loro ferite,
con le loro maschere e i loro meccanismi di difesa
e anche con tutta la loro bellezza.
La sua sete è che ognuno di noi
- "grande" o "piccolo" non importa -
possa vivere pienamente
ed essere ricolmo di gioia.
La sua sete è rompere le catene
che ci chiudono nella colpevolezza e nell'egoismo,
impedendoci di avanzare
e di crescere nella libertà interiore.
La sua sete è liberare
le energie più profonde nascoste in noi
perché possiamo diventare uomini e donne di compassione,
artigiani di pace
come lui,
senza fuggire la sofferenza e i conflitti
del nostro mondo spezzato,
ma prendendovi il nostro posto
e creando comunità e luoghi d'amore,
così da portare una speranza a questa terra.

conversionecambiamentogioiafelicitàrapporto con Dio

inviato da Ylenia, inserito il 21/08/2002

TESTO

129. Nel suo deserto incontri la verità

Padre Severino Consolaro, Il tuo volto io cerco

Non è un luogo il deserto: è il silenzio delle tue labbra chiuse che custodisce il tuo cuore che parla
Non è un luogo il deserto: è il tuo ascolto nelle profondità del mistero che ti avvolge e ti penetra tutto.
Non è un luogo il deserto:è l'immagine del Dio che ti ha plasmato, riflessa nello specchio, reso puro, della tua anima.
Non è un luogo il deserto: è il fuoco che brucia sotto le ceneri della tua umanità e ti chiede di soffiare per alimentarlo.
Non è un luogo il deserto: è la tua vita che incessantemente rinasce e si rinnova nel silenzio adorante.
Non è un luogo il deserto: è l'estasi di Dio che si contempla in te stesso
Non è un luogo il deserto: è la chiave che apre il tuo cuore perché vi entri il suo regno.
Non è un luogo il deserto: è riposare alla sua presenza "come bimbo svezzato in braccio a sua madre" (sal. 130)
Non è un luogo il deserto: è partecipare al silenzio di Dio, sorgente dell'armonia del cosmo.
Non è un luogo il deserto: è la sua pace che scende in te quando gli presenti il vuoto del tuo nulla.

desertosilenzio

inviato da Moreno Cattelan, inserito il 15/06/2002

TESTO

130. Le persone che sanno amare...   1

Le persone che sanno amare
sono quelle che rendono bello il mondo;
le persone più importanti della terra
sono le persone profondamente buone.
Perché solo loro che sanno dare alla gente
quello di cui ha più bisogno: la bontà.
Chi porta bontà comunica pace, sicurezza, forza,
perché comunica Dio.
Abbiamo bisogno di tante cose:
di salute, di pane, di lavoro, di tranquillità e di pace...
...ma più di tutto di bontà.
Abbiamo bisogno di gente che insegni ad amare.
Amare è calarsi nei problemi degli altri,
è sacrificare il proprio tempo,
è aiutare le persone fino in fondo,
come sa fare Dio con ciascuno di noi.
Amare è comprendere.
Amare è perdonare, è cambiare il male con il bene.
Amare è dare affetto, attenzione e forza a chi non ce l'ha.
Amare è dare, senza attendere il ricambio.
Quando sei paziente mentre tutti perderebbero la pazienza;
quando ti controlli davanti a un pensiero cattivo;
quando fermi una parola di condanna
che sembrerebbe a tutti legittima,
stai diventando esperto in amore.
Amare è fermarsi accanto ad ogni persona senza passare oltre;
è trovare il tempo per uno che soffre
mentre manca il tempo per te e le tue cose.
Amare è rendere presente Dio in mezzo alla gente.
Signore, moltiplica sulla terra le persone capaci di amare,
perché gli uomini hanno bisogno di Te!

amoreamiciziaresponsabilitàdonarebontà

inviato da Luca Peyron, inserito il 12/06/2002

TESTO

131. Mai più la guerra   1

Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica "Centesimus Annus", n. 52

Mai più la guerra,
che distrugge la vita
degli innocenti,
che insegna a uccidere
e sconvolge ugualmente
la vita degli uccisori,
che lascia dietro di sé
uno strascico di rancori e di odi,
rendendo più difficile
la giusta soluzione
degli stessi problemi
che l'hanno provocata!

paceconflittiperdonoconvivere

5.0/5 (1 voto)

inviato da Mariangela Molari, inserito il 10/06/2002

TESTO

132. Un uomo di preghiera   2

Mahatma Gandhi

Io non sono un uomo di lettere o di scienza.
Io pretendo umilmente di essere un uomo di preghiera.
E' la preghiera che ha salvato la mia vita,
senza la preghiera, da molto tempo avrei perso la ragione.
Se non ho perduto la pace dell'anima, nonostante tutte le prove,
è perché questa pace viene dalla preghiera.
Si può vivere qualche giorno senza mangiare, ma non senza pregare.
La preghiera è la chiave del mattino, è il catenaccio della sera.
La preghiera è l'alleanza santa tra Dio e gli uomini per ottenere di essere liberati dalle grinfie del principe delle tenebre.
Dobbiamo fare una scelta:
o allearci con le forze del male o, al contrario, con le forze del bene.
Ecco la mia testimonianza personale;
chiunque ne faccia l'esperienza vedrà che la preghiera quotidiana
aggiunge qualche cosa di nuovo alla sua vita, qualche cosa
che non ha un equivalente in null'altro.

serenitàpreghierapace interiore

inviato da Mariangela Molari, inserito il 01/06/2002

TESTO

133. La piantina

Marcie Hans

Spinto da un milione di ali di fuoco accese dall'uomo, il razzo si fa un tunnel nel cielo, e tutti acclamano.
Spinta da un solo pensiero di Dio, la piantina si fa strada con urgenza nello spessore nero, e quando ha bucato il cielo pesante del suolo e si lancia su verso gli spazi esterni, neanche uno le batte le mani.

paceumiltàpiccolezzaseminareregno di Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 27/05/2002

TESTO

134. Voglio te solo

Rabindranath Tagore

Il mio cuore ripete senza fine
che voglio te, te solo!
Tutti i desideri
che giorno e notte mi distraggono
sono falsi e vani
fin nel profondo dell'anima.
Come la notte cela nelle tenebre
la brama che ha della luce
così nel profondo dell'esser mio
un grido risuona:
Voglio te, te solo!
E come bufera, che nella sua furia
pure ha per meta la pace,
così anche il mio spirito ribelle
lotta con il tuo amore;
e il mio grido è sempre quello:
Voglio te, te solo!

rapporto con Diodesiderio di Dio

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 27/05/2002

TESTO

135. Ho un sogno...   1

Martin Luther King

Oggi, amici miei, vi dico: anche se dobbiamo affrontare le difficoltà di oggi e di domani, io continuo ad avere un sogno.
È un sogno che ha radici profonde nel sogno americano.

Ho un sogno, che un giorno questa nazione sorgerà e vivrà il significato vero del suo credo: noi riteniamo queste verità evidenti di per sé, che tutti gli uomini sono creati uguali.

Ho un sogno, che un giorno sulle rosse montagne della Georgia i figli degli ex schiavi e i figli degli ex padroni di schiavi potranno sedersi insieme alla tavola della fraternità.

Ho un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, dove si patisce il caldo afoso dell'ingiustizia, il caldo afoso dell'oppressione, si trasformerà in un'oasi di libertà e di giustizia.

Ho un sogno, che i miei quattro bambini un giorno vivranno in una nazione in cui non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per l'essenza della loro personalità.
Oggi ho un sogno.

Ho un sogno, che un giorno, laggiù nell'Alabama, dove i razzisti sono più che mai accaniti, dove il governatore non parla d'altro che di potere di compromesso interlocutorio e di nullification delle leggi federali, un giorno, proprio là nell'Alabama, i bambini neri e le bambine nere potranno prendere per mano bambini bianchi e bambine bianche, come fratelli e sorelle.
Oggi ho un sogno.

Ho un sogno, che un giorno ogni valle sarà innalzata, ogni monte e ogni collina saranno abbassati, i luoghi scoscesi diventeranno piani, e i luoghi tortuosi diventeranno diritti, e la gloria del Signore sarà rivelata, e tutte le creature la vedranno insieme.

pacegiustiziadiscriminazionemulticulturalitàrazzismointegrazione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Mariangela Molari, inserito il 26/05/2002

TESTO

136. Tanti fiori in uno stesso campo: così è l'umanità

Libro di Lezard

Ci sono tanti fiori in uno stesso campo; tanti uccelli in uno stesso bosco, tanti profumi che salgono dalla terra; tanti ronzii strani, mormorii confusi; voci rauche o sonore, tante forze, colori, linee.

E tuttavia questo si confonde, si armonizza e si completa nel tutto che si chiama "natura".
Accade lo stesso per l'umanità.

Ogni uomo deve essere quello che è, fedele a se stesso, forte nella sua opinione, nel suo pensiero, nella sua azione; ma deve ammettere attorno a se tutti gli uomini che non pensano come lui, che non agiscono come lui, che perseguono un altro scopo, e che adorano un altro Dio.

E la bontà sarà la forza che permetterà agli uomini di vivere in pace gli uni accanto agli altri, senza nuocersi, rispettosi e benevoli.

La bontà fresca e spontanea sarà la forza che al di sopra del dovere e della virtù austera condurrà gli uomini all'indulgenza reciproca, alla buona volontà, alla cortesia, all'obbedienza, alla giustizia.

E tu sarai indulgente verso gli altri, perché sarai severo verso te stesso.

E chiederai poco agli altri, perché esigerai molto da te stesso.

E sarai cortese, non per abitudine, freddamente, ma perché ti addolorerebbe non esserlo.

E sarai obbediente e giusto, non per timore o per dovere, ma perché qualcosa si sarà schiuso in te; qualcosa che trema, freme e si ribella davanti alla sofferenza e alla tristezza; qualcosa che canta ed esulta davanti alla gioia e alla felicità.

E sarà la bontà, niente altro che la bontà.

Una bontà fresca e ridente che diverrà la forza della tua vita.

conviveremulticulturalitàdiversità

inviato da Andrea Aversa, inserito il 25/05/2002

TESTO

137. Se la nota dicesse...   2

Michel Quoist, Parlami d'amore

Se la nota dicesse: non è una nota che fa la musica
...non ci sarebbero le sinfonie.
Se la parola dicesse: non è una parola che può fare una pagina
...non ci sarebbero i libri.
Se la pietra dicesse: non è una pietra che può alzare un muro
...non ci sarebbero case.
Se la goccia d'acqua dicesse: non è una goccia d'acqua che può fare un fiume
...non ci sarebbe l'oceano.
Se il chicco di grano dicesse: non è un chicco di grano che può seminare un campo
...non ci sarebbe la messe.
Se l'uomo dicesse: non è un gesto d'amore che può salvare l'umanità
...non ci sarebbero mai né giustizia né pace, né dignità né felicità sulla terra degli uomini.
Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota
Come il libro ha bisogno di ogni parola
Come la casa ha bisogno di ogni pietra
Come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua
Come la messe ha bisogno di ogni chicco
l'umanità intera ha bisogno di te,
qui dove sei,
unico,
e perciò insostituibile.

versione breve
L'umanità ha bisogno di te
Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota
Come il libro ha bisogno di ogni parola
Come la casa ha bisogno di ogni pietra
Come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua
Come la messe ha bisogno di ogni chicco
l'umanità intera ha bisogno di te, qui dove sei, unico, e perciò insostituibile.

responsabilitàmissionevocazioneimportanza del singolo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Andrea Aversa, inserito il 24/05/2002

TESTO

138. Carta dei Giovani

Sermig, Fraternità della Speranza

Voglio trovare il senso per la mia vita, che è unica ed irripetibile, per viverla senza guerra, violenza, paura e sperare nel futuro.
Mi impegno perché ogni uomo e donna possa valorizzare le proprie potenzialità e perché nessuno sia sfruttato.
Voglio capire cosa è il bene e cosa è il male, voglio vivere in un mondo dove esiste il perdono e dove la vendetta sia abolita.
Mi impegno a cambiare vita se ho sbagliato.
Voglio lottare contro quelle schiavitù che ci hanno proposto come libertà e che hanno ucciso troppi ragazzi e ragazze come me.
Mi impegno perché abbiano accesso agli strumenti per comunicare e l'informazione sia al servizio della persona.
Voglio amare e capire, nella libertà, che cos'è la verità.
Mi impegno perché il lavoro possa essere un bene per tutta l'umanità.
Voglio avere la libertà di credere o di non credere e di professare la mia fede in ogni parte del mondo.
Mi impegno perché tutte le ricchezze siano usate ed equamente distribuite per contribuire a costruire un mondo migliore e voglio che la terra sia rispettata.

impegnopacegiustiziaamoregiovani

inviato da Andrea Aversa, inserito il 23/05/2002

TESTO

139. Non scommettere su una pace non...

Tonino Bello

Non scommettere sulla pace che non venga dall'alto: è inquinata.
Non scommettere sulla pace non connotata da scelte storiche concrete: è un bluff.
Non scommettere sulla pace che prenda le distanze dalla giustizia: è peggio della guerra.
Non scommettere sulla pace che si proclami estranea al problema della salvaguardia del creato: è amputata.
Non scommettere sulla pace che sorrida sulla radicalità della nonviolenza: è infida.
Non scommettere sulla pace che non provochi sofferenza: è sterile.
Non scommettere sulla pace come "prodotto finito": scoraggia

paceconflitti

inviato da Stefania Raspo, inserito il 21/05/2002

TESTO

140. La guerra più consistente   1

Atenagora di Costantinopoli

Bisogna fare la guerra più consistente
che è la guerra contro noi stessi.
È necessario giungere a disarmarci.
Io ho combattuto questa guerra per molti anni.
È stato terribile. Molto terribile.

Ma posso affermare che adesso sono disarmato.
Non ho paura di niente e di nessuno;
l'amore allontana la paura.
Sono disarmato
dal voler avere ragione,
dal giustificarmi
screditando gli altri.

Non mi chiudo nel mio castello
né m'inorgoglisco delle mie ricchezze.
Accolgo e condivido.
Non mi aggrappo assolutamente
alle mie idee e ai miei progetti.
Se mi si presentano
proposte migliori o almeno buone
Le accetto senza alcun impedimento.

Ho rinunciato a fare confronti.
Ciò che è buono, vero, reale, per me è sempre il meglio.
Per questo non ho paura.
Quando non si possiede nulla
non si ha paura di nulla.

Se uno si disarma,
se smette di possedere,
se si apre al Dio fatto uomo
che fa nuove tutte le cose,
allora Egli fa sparire
il passato negativo
e ci apre il panorama
di un tempo nuovo
in cui tutto è possibile.

guerradisarmoconflittipace

inviato da Filippa Castronovo, inserito il 10/05/2002

TESTO

141. Nel cuore e nel corpo

Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni

La frase si trova in un testo del Concilio, ed è splendida per dottrina e concisione. Dice che, all'annuncio dell'angelo, Maria vergine "accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio".
Nel cuore e nel corpo.

Fece largo, cioè, nei suoi pensieri ai pensieri di Dio, ma non si sentì per questo ridotta al silenzio.

Offrì volentieri il terreno vergine del suo spirito alla germinazione del Verbo; ma non si considerò espropriata di nulla. Gli cedette con gioia il suolo più inviolabile della sua vita interiore; ma senza dover ridurre gli spazi della sua libertà. Diede stabile alloggio al Signore nelle stanze più segrete della sua anima, ma non ne sentì la presenza come violazione di domicilio.

Santa Maria, donna accogliente aiutaci ad accogliere la Parola nell'intimo del cuore. A capire, cioè, come hai saputo fare tu, le irruzioni di Dio nella nostra vita. Egli non bussa alla porta per intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra solitudine.

Non entra in casa per metterci le manette, ma per restituirci il gusto della vera libertà.

Lo sappiamo: è la paura del nuovo a renderci spesso inospitali nei confronti del Signore che viene. I cambiamenti ci danno fastidio. E siccome lui scombina sempre i nostri pensieri, mette in discussione i nostri programmi e manda in crisi le nostre certezze ogni volta che sentiamo i suoi passi, evitiamo di incontrarlo, nascondendoci dietro la siepe, come Adamo tra gli alberi dell'Eden. Facci comprendere che Dio, se gusta i progetti, non ci rovina le festa; se disturba i nostri sonni, non ci toglie la pace.

E una volta che l'avremo accolto nel cuore, anche il nostro corpo brillerà della sua luce.

Mariafiduciaabbandonoprogetto di Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 10/05/2002

TESTO

142. La gioia è la prima testimonianza del vangelo

Oscar Battaglia, La Madre del mio Signore

E' molto bello che nel vangelo di Giovanni la prima presentazione di Maria avvenga a una festa di nozze, in un momento di gioia intensa e partecipata. Se il messaggio di Gesù è un "vangelo", cioè un lieto annuncio, non poteva esserci momento più significativo per proclamarlo. Non meraviglia che la prima a capirlo e a viverlo così sia proprio sua madre. Era abituata a gustare e a condividere la gioia umana più profonda e autentica (con Elisabetta, con il Magnificat, con i pastori, con Simeone e Anna) perché viveva vicino alla sorgente di quella gioia, Gesù.

Chi pensa e vive la propria fede cristiana come un peso schiacciante e un impegno severo che non lascia spazio a manifestazioni di gioia e a distrazioni festose, non ha capito il vangelo. La fede è prima di tutto pace, gioia e festa con Dio Padre e con i fratelli. Il volto del cristiano deve essere il riflesso del Dio della gioia. Maria insegna a tutti a condividere e a comunicare la gioia di vivere. E' la prima e la più semplice testimonianza del vangelo che il Signore ci chiede.

gioiaMariafelicitàtestimonianzanozze di cana

inviato da Mariangela Molari, inserito il 10/05/2002

TESTO

143. Passa tranquillamente (versione breve)

Passa tranquillamente
tra il rumore e la fretta,
e ricorda quanta pace
può esserci nel silenzio.

Dì la verità con calma e chiarezza;
ascolta gli altri:
anche i noiosi ed ignoranti
hanno una storia da raccontare.

Gioisci dei tuoi risultati
così come dei tuoi progetti.
Sii prudente nei tuoi affari
perché il mondo è pieno di tranelli.
Ma ciò non accechi la tua capacità
di distinguere la virtù:
molte persone lottano per grandi ideali
e dunque la vita è piena di eroismo.
Sii te stesso.

Soprattutto non fingere negli affetti
e neppure sii cinico riguardo all'amore;
poiché a dispetto
di tutte le aridità e disillusioni,
esso è perenne come l'erba.
Sii in pace con Dio,
comunque tu lo concepisca,
conserva la pace con la tua anima pur
nella rumorosa confusione della vita.

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pace interioreinterioritàserenitàcalmasaggezza

inviato da Filippa Castronovo, inserito il 06/05/2002

TESTO

144. Che cos'è la preghiera?

Mahatma Gandhi

La preghiera, è la chiave che apre la porta dei mattino e chiude la porta della sera. Non c'è pace senza la grazia di Dio e non c'è grazia di Dio senza preghiera. Ecco perché chiedo a tutti voi di seguire la consuetudine della preghiera.

La preghiera non è il passatempo ozioso di una vecchietta. Compresa nel suo vero valore e ben impiegata, essa è il più potente mezzo di azione. Senza dubbio la preghiera richiede una viva fede in Dio. La preghiera vuota è come un suono di tromba, o un rumore di cembali. Deve venire dal cuore. La preghiera che viene dal cuore ci distende, ci dà il senso della nostra misura, ci indica con chiarezza qual è il prossimo passo da fare.

Nella vita possiamo perdere molte cose, ma non la preghiera che ci lega in cooperazione a Dio e gli uni agli altri. La preghiera dovrebbe essere un bagno di purificazione per lo spirito dell'uomo. Se non ci laviamo nel corpo, ne soffre la salute, allo stesso modo lo spirito diventa immondo, se non laviamo il cuore con la preghiera. Vi chiedo, pertanto, di non trascurarla mai.

Scrivendo ad un amico sul tema della preghiera, mi venne tra mano una cosa bellissima scritta da Telinyson e la voglio presentare ai lettori per vedere se riuscissi, per caso, a convertirli ad una fede sicura sull'efficacia della preghiera. Questo il gioiello: "Più cose opera la preghiera di quelle che il mondo possa sognare. Lascia pertanto che la tua voce zampilli come una fonte per me, notte e giorno. Che cos'è l'uomo più di una pecora o di una capra che nutre una vita cieca dentro il proprio cervello se, conoscendo Dio, non alza le mani in preghiera per se stesso e per quelli che lo chiamano amico? E così l'intera terra rotonda, da ogni parte è legata con catene d'oro ai piedi di Dio".

preghiera

inviato da Emilio Centomo, inserito il 04/05/2002

TESTO

145. La Pace a tutti i costi

don Primo Mazzolari, Tu non uccidere

Ci siamo accorti che non basta essere custodi della pace e neanche uomini di pace nel nostro intimo, se lasciamo che altri ne siano i soli testimoni. Come cristiani dobbiamo essere in prima linea nello sforzo comune verso la pace. Davanti per vocazione non per paura. Quando fa buio la lampada non la si mette sotto la tavola.

Opponendo guerra a guerra, violenza a violenza non si fa che moltiplicare le rovine. Invece di uno saremo in due a buttar giù, non importa se per ragioni o con animi opposti. Perché non ammazzo chi non è d'accordo con me, non vuol dire che io sia d'accordo con lui. Non l'ammazzo perché sono certo che la mia verità ha tanta verità da superare l'errore dell'altro. La verità non ha bisogno della mia violenza per vincere. Il cristiano è contro ogni male, non fino alla morte del malvagio, ma fino alla propria morte, dato che non c'è amore più grande che quello di mettere la propria vita a servizio del bene del fratello perduto. Vince chi si lascia uccidere, non chi uccide. La storia della nostra redenzione si apre con la strage degli Innocenti e si chiude con il Calvario.

Un cristiano deve fare la pace anche quando venissero meno le ragioni della pace. Al pari della fede, della speranza e della carità, la pace è vera beatitudine, quando non c'è tornaconto o interesse o convenienza, vale a dire quando incomincia a sembrare follia davanti al buon senso della gente ragionevole.

Tutti si battono e si sputano addosso e aizzano gli uomini, i tuoi figli, gli uni contro gli altri. Tutti si armano pieni di superbia. Tutti fanno come se la pace e la guerra fossero in loro potere.

paceperdononon violenzagiustiziaamare i nemiciconflitti

inviato da Gianmarco Marzocchini, inserito il 03/05/2002

TESTO

146. La cornacchia e l'abete

Stefan Wyszynski, Appunti dalla prigione

17 gennaio 1954, domenica

Una cornacchia si è seduta in cima ad un alto abete. Si è guardata attorno con espressione autoritaria e ha emesso un grido di vittoria. A questo essere rumoroso sembra davvero che l'abete le debba tutto: la sua esistenza, la sua bellezza slanciata, il verde sempre vivo, la forza nella lotta col vento. Questa superbia della Cornacchia è stupefacente. Grande benefattrice dell'abete silenzioso! E l'abete neppure trema; sembra che non veda la cornacchia; meditabondo leva i suoi rami verso il cielo. Sopporta tranquillamente l'ospite rumoroso. Nulla turba i suoi pensieri, la sua serietà, la sua pace. Tante nubi sono già passate su di lui, tanti uccelli si sono fermati qui! E se ne sono andati, così come tu te ne andrai. Questo non è il tuo posto, non ti senti sicura e urlando così cerchi di supplire alla mancanza di forza. Io sono cresciuto da questa terra e sono piantato con le mie radici nel suo cuore. E tu, nube passeggera, che getti un'ombra di tristezza sulla mia cima dorata, sei in balia dei venti. Bisogna sopportarti tranquillamente. Tu gracchi la tua canzone noiosa, senza anima e povera, poi te ne vai. Che cosa riesci a fare con un urlo? Io resto, per perseverare nel raccoglimento, per costruire la mia pazienza, per sopportare turbini e tempeste, per andare sempre più in alto, tranquillamente. Non mi oscuri il sole, non mi affascini, non muti il fine del mio salire. C'era il bosco e voi non c'eravate, non ci sarete e ci sarà il bosco. Una favola? Non, non è una favola.

Stefan Wyszynski: nato nel 1901, nel 1948 primate di Polonia; nel 1953, dura fase di repressione contro la Chiesa; il 25 settembre è arrestato, internato, isolato da ogni contatto è liberato il 28 ottobre 1956, muore il 28.5.1981. "Appunti... 1953-56" date alle stampe 3 settimane prima di morire, sono note personali.

fortezzaumiltàtempo

inviato da Don Angelo, inserito il 25/04/2002

TESTO

147. Amicizia   2

Kahlil Gibran, Il profeta

Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
È il vostro campo, che seminate con amore e mietete ringraziando.
Egli è la vostra mensa e la vostra dimora
perché, affamati, vi rifugiate in lui
e lo cercate per la vostra pace.
Se il vostro amico vi confida il suo pensiero
non nascondetegli il vostro.
Quando lui tace
il vostro cuore non smette di ascoltarlo,
perché nell'amicizia
ogni pensiero, desiderio, speranza
nasce in silenzio e si partecipa con gioia.
Se vi separate dall'amico non addoloratevi,
perché la sua assenza vi illumina su ciò che più in lui amate,
come la montagna, per chi sale, è più nitida dal piano.
E non vi sia nell'amicizia altro intento
che scavarsi nello spirito a vicenda.
Perché l'amore che non cerca unicamente
che lo schiudersi del proprio mistero
non è amore, ma una rete che pesca soltanto cose inutili.
La parte migliore di voi sia per l'amico.
Se egli deve conoscere il deflusso della vostra marea,
fate in modo che ne conosca anche il flusso.
Perché cos'è il vostro amico,
se andate in cerca di lui per uccidere il tempo?
Cercatelo invece per avere tempo da vivere.
Perché egli è lì per servire il vostro bisogno,
non per riempire il vostro vuoto.
Condividetevi le gioie
sorridendo nella dolcezza amica,
perché nella rugiada delle piccole cose
il cuore scopre il suo mattino
e si conforta.

amicizia

4.0/5 (1 voto)

inviato da Cristiano Ciferri, inserito il 16/04/2002

TESTO

148. Inno alla vita   1

Madre Teresa di Calcutta

La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, conservala.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, vivila.
La vita è una gioia, gustala.
La vita è una croce, abbracciala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è pace, costruiscila.
La vita è felicità, meritala.
La vita è vita, difendila.

vitaottimismosperanza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 12/04/2002

TESTO

149. Amate i vostri nemici   2

Martin Luther King, La forza di amare

Ai nostri più accaniti oppositori, noi diciamo: noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d'animo. Fateci quello che volete, e noi continueremo ad amarvi. Noi non possiamo, in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi ingiuste, perché la non-cooperazione col male è un obbligo morale non meno della cooperazione col bene. Metteteci in prigione, e noi vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli, e noi vi ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case, nell'ora di mezzanotte, batteteci e lasciateci mezzi morti, e noi vi ameremo ancora. Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno, noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi, e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria.

pacenon violenzaamare i nemiciperdono

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002

TESTO

150. Se siamo un mondo senza pace

Primo Mazzolari, "Tu non uccidere"

Se siamo un mondo senza pace, la colpa non è di questi o di quelli, ma di tutti. Se dopo venti secoli di Vangelo siamo un mondo senza pace, i cristiani devono avere la loro parte di colpa.

Tutti abbiamo peccato e veniamo ogni giorno peccando contro la pace. Se qualcuno osa tirarsi fuori dalla comune colpevolezza e farla cadere soltanto sugli avversari, egli pecca maggiormente, poiché, invelenendo gli animi, fa blocco e barriera col suo fariseismo.

Se la colpa di un mondo senza pace è di tutti, e dei cristiani in modo particolare, l'opera della pace non può essere che un'opera comune, nella quale i cristiani devono avere un compito precipuo, come precipua è la loro responsabilità.

Ogni sforzo verso la pace ha una sua validità: chiunque vi provi dev'essere guardato con fiducia e benevolenza. Il politico può far delle cernite, porre delle pregiudiziali: il cristiano mai. Il cristiano non può rifiutare che il male, per comporre universalmente ogni cosa buona.

La pace è un bene universale, indivisibile: dono e guadagno degli uomini di buona volontà.

La pace non s'impone ("Non ve la do come la dà il mondo"); la pace si offre ("Lascio a voi la pace"). Essa è il primo frutto di quel comandamento sempre "nuovo", che la germina e la custodisce: "Vi do un comandamento nuovo: amatevi l'un l'altro".

paceconflittitestimonianza

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002

TESTO

151. Beati noi giovani   2

Comunità di Taizé

Se avremo il coraggio dell'autenticità
quando falsità e compromesso
sono più comodi:
la verità ci renderà liberi.

Se costruiremo la giovinezza
nel rispetto della vita e nell'attenzione
dell'uomo in un mondo malato d'egoismo:
daremo testimonianza di amore.

Se, in una società deturpata
dall'odio e dalla violenza,
sapremo accogliere e amare tutti:
saremo costruttori e artigiani della pace:
"I giovani e la pace camminano insieme".

Se sapremo rimboccarci le maniche
davanti al male, al dolore, alla disperazione:
saremo, come Maria, presenza amica e discreta
che si dona gratuitamente.

Se avremo coraggio di dire in famiglia,
nella scuola, tra gli amici
che Cristo è la certezza:
saremo sale della terra.

giovinezzatestimonianzacoerenza

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002

TESTO

152. Beatitudini per il nostro tempo   1

Beati quelli che sanno ridere di se stessi:
non finiranno mai di divertirsi.

Beati quelli che sanno distinguere un ciottolo da una montagna:
eviteranno tanti fastidi.

Beati quelli che sanno ascoltare e tacere:
impareranno molte cose nuove.

Beati quelli che sono attenti alle richieste degli altri:
saranno dispensatori di gioia.

Beati sarete voi se saprete guardare con attenzione le piccole cose e serenamente quelle importanti:
andrete lontano nella vita.

Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo:
il vostro cammino sarà sempre pieno di sole.

Beati voi se saprete interpretare con benevolenza gli atteggiamenti degli altri anche contro le apparenze:
sarete giudicati ingenui ma questo è il prezzo dell'amore.

Beati quelli che pensano prima di agire e pregano prima di pensare:
eviteranno tante stupidaggini.

Beati soprattutto voi che sapete riconoscere il Signore in tutti coloro che incontrate:
avete trovato la vera luce e la vera pace.

beatibeatitudinigioiasapienzastrada

inviato da Barbara, inserito il 08/04/2002

TESTO

153. Il tuo desiderio è la tua preghiera   2

S. Agostino, Commento sui Salmi, dalla Liturgia delle Ore, vol. I, p. 289

Il tuo desiderio è la tua preghiera: se continuo è il tuo desiderio, continua è pure la tua preghiera. L'Apostolo infatti non a caso afferma: "Pregate incessantemente" (1 Ts 5,17). S'intende forse che dobbiamo stare continuamente in ginocchio o prostrati o con le mani levate per obbedire al comando di pregare incessantemente? Se intendiamo così il pregare, ritengo che non possiamo farlo senza interruzione. Ma v'è un'altra preghiera, quella interiore, che è senza interruzione, ed è il desiderio. Qualunque cosa tu faccia, se desideri quel sabato (che è il riposo in Dio), non smetti mai di pregare. Se non vuoi interrompere di pregare, non cessare di desiderare. Il tuo desiderio è continuo, continua è la tua voce. Tacerai, se smetterai di amare. Tacquero coloro dei quali fu detto: "Per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà" (Mt 24,12). La freddezza dell'amore è il silenzio del cuore, l'ardore dell'amore è il grido del cuore. Se resta sempre vivo l'amore, tu gridi sempre; se gridi sempre, desideri sempre; se desideri, hai il pensiero volto alla pace.

preghieraperseveranzadesideriounione con Dio

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 08/04/2002