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TESTO

1. Cercare   2

Marina Guarino, Vertigine, ed. Rupe Mutevole, 2010

Nelle pieghe dei giorni
anche quelli di un rigido inverno
sta una bellezza quotidiana.

Puoi scoprirla se posi gli oggetti da lavoro
se non consumi il tempo in tangenziale
a imprecare su chi non spinge l'acceleratore.

Uno sguardo è un contatto d'anime
un abbraccio che annulla le distanze
ogni volto è un pezzo di storia
una tavola apparecchiata di delizie.

Se lentamente si spegne lo sguardo
l'insidia del nulla agguanta il cuore
e il silenzio si fa arido, se l'occhio
non vede l'invisibile dentro le forme
e le figure a cercare una risposta.

interioritàesterioritàcalmafretta

inviato da Marina Guarino, inserito il 25/08/2016

RACCONTO

2. La fede   4

Bruno Ferrero, La vita è tutto ciò che abbiamo

I campi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia. Le foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami. L'erba era sparita dai prati. La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava il cielo di cristallo blu cobalto.

Le settimane si succedevano sempre più infuocate. Da mesi non cadeva una vera pioggia.

Il parroco del paese organizzò un'ora speciale di preghiera nella piazza davanti alla chiesa per implorare la grazia della pioggia.

All'ora stabilita la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena di speranza. Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede. Il parroco guardava ammirato le Bibbie, le croci, i rosari. Ma non riusciva a distogliere gli occhi da una bambina seduta compostamente in prima fila. Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso.

fedefiduciasperanzafiducia in Dio

5.0/5 (4 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 17/07/2009

TESTO

3. La legge del dare e del ricevere   1

Farò un regalo, un complimento, un fiore, una preghiera a chiunque incontri, ovunque vada. Oggi regalerò qualcosa a tutte le persone con le quali entrerò in contatto e avvierò così il processo che fa fluire la gioia, la ricchezza e l'abbondanza nella mia vita e in quella altrui.

Oggi accoglierò con gratitudine tutti i doni che la vita mi offre. Accoglierò i doni della natura: il sole, il cinguettio degli uccelli o le piogge primaverili, o la prima neve dell'inverno. Inoltre sarò disponibile a ricevere anche i doni degli altri, che siano oggetti, complimenti, preghiere.

dareaccoglienzaapertura verso gli altridonarepositivitàottimismo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Maria Carmela Moretti, inserito il 12/06/2009

TESTO

4. Quale amore?

Filosseno di Mabburg, vescovo siriaco del VI secolo, Omelia XIII, in Homélies, a cura di E. Lemoine, Paris 1956, 495

Non far partecipe del tuo corpo il tuo desiderio; non lasciare che il tuo piacere naturale lo dissolva e che la gioia e il diletto che sono in te scompaiano, ma trasportali dal corpo all'anima, come da una casa all'altra. Come si tirano fuori gli oggetti di gran valore da una casa che si sa sul punto di crollare, e li si porta in un'altra, nuova e solida, nella quale si ha fiducia perché non cadrà né verrà saccheggiata, così prendi tutte le passioni, che stanno presso il corpo e che sono note tutte essere un'occasione di bene, e falle entrare e collocale nella dimora della tua anima, in quella casa che non cadrà, non si dissolverà e non andrà in corruzione; togli il calore dal corpo e trasponilo nell'anima, prendi la sua forza e uniscila alla forza dell'anima, cambia tutto quanto gli appartiene in bene dell'anima.... È con ragione che il desiderio dell'anima è stato messo accanto al desiderio del corpo affinché, mescolati insieme, producano un'unica azione di desiderio puro e santo".

amoreagapepassionicorpospiritoascesi

inviato da Luca, inserito il 22/05/2009

TESTO

5. Coscienza

F.F. Carvajal, Parlare con Dio, II, p. 121-122.

Molti autori spirituali hanno paragonato l'anima ad una stanza chiusa. Quanto più si spalanca la finestra ed entra la luce, tanto più si potranno notare i difetti, la sporcizia, gli oggetti senza valore e quelli guasti che vi sono accumulati. Nell'esame, con l'aiuto della luce della grazia, ci conosciamo come in realtà siamo (cioè come siamo innanzi a Dio)... Quando non vediamo di che cosa pentirci, non è, di solito, perché manchino colpe e peccati, ma perché siamo chiusi alla luce di Dio, che ci indica in ogni momento la situazione della nostra anima. Se si chiude la finestra la stanza rimane buia; allora non si vedono la polvere, la sedia fuori posto, il quadro storto e altri disordini e imperfezioni, forse gravi.

coscienza bene e male pentimento esame di coscienza

inviato da Luigi, inserito il 07/12/2004

TESTO

6. Il timore di Dio

A. Hesche, Dio alla ricerca dell'uomo

Il timore è un modo di essere in rapporto con il mistero di tutta la realtà.

Il timore che percepiamo o dovremmo percepire quando ci troviamo alla presenza di un essere umano è un momento di intuizione della somiglianza di Dio che si cela nella sua essenza. Non soltanto l'uomo, ma anche gli oggetti inanimati hanno relazione con il Creatore. Segreto di ogni creatura è l'attenzione e la sollecitudine di cui sono investite da parte di Dio. Qualcosa di sacro è in gioco in ogni avvenimento.

Il timore è l'intuizione della dignità di creature comune a tutte le cose e del grande valore che esse hanno per Dio; è il riconoscere che le cose non sono soltanto quello che sono ma implicano anche, se pure alla lontana, qualcosa di assoluto. Il timore è percezione della trascendenza, percezione del fatto che tutto in ogni luogo si riferisce a colui che è al di là delle cose. Un'intuizione che si manifesta meglio negli atteggiamenti che nelle parole. Tanto più siamo desiderosi di esprimerlo, tanto meno vi riusciamo.

Il significato del timore è di rendersi conto che la vita si svolge sotto orizzonti vasti, che si estendono oltre il breve lasso di tempo di una vita individuale o perfino della vita di una nazione, di una generazione o di un'epoca.

Il timore ci permette di percepire nel mondo le allusioni al divino, di sentire nelle piccole cose il principio di un significato infinito, di sentire ciò che è essenziale nel comune e nel semplice; di avvertire nel fluire del transitorio il silenzio dell'eternità.

timore di Dioricercameravigliastuporericerca di senso

inviato da Luca Peyron, inserito il 28/07/2004

TESTO

7. Dipende dalle mani...   3

Un pallone da Basket nelle mie mani vale 20 Euro.
Nelle mani di Michael Jordan vale circa 30 milioni di Euro.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Una palla da baseball nelle mie mani vale 4 Euro.
Nelle mani di Mark McGuire vale circa 17 milioni di Euro.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Una racchetta da tennis nelle mie mani è praticamente inutile.
Nelle mani di Venus Williams, è la vittoria in un torneo.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Un bastone nelle mie mani tiene lontano un animale selvatico.
Un bastone, nelle mani di Mosè divide il Mar Rosso.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Una fionda nelle mie mani è un giocattolo per bambini.
Una fionda nelle mani di Davide è un'arma straordinaria.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Due pesci e cinque panini nelle mie mani sono una buona merenda.
Due pesci e cinque panini nelle mani di Dio sfamano le moltitudini.
Dipende dalle mani in cui si trovano.

I chiodi nelle mie mani possono produrre una cuccia per cani.
Nelle mani di Gesù Cristo producono salvezza per il mondo intero.
Dipende dalle mani in cui si trovano.

Come vedi, tutto dipende dalle mani in cui gli oggetti si trovano.
Allora, metti i tuoi ragionamenti, le tue preoccupazioni, le tue paure
le tue speranze, i tuoi sogni, la tua famiglia e i tuoi rapporti con
gli altri nelle mani di Dio, perché...
...dipende dalle mani in cui si trovano.

impegnoresponsabilitàrapporto con Diofiducia in Dioabbandono in Dio

4.0/5 (2 voti)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 26/01/2004

RACCONTO

8. La raccoglitrice di vetri sulla spiaggia

Anthony De Mello

Una famiglia di cinque persone si stava godendo una giornata sulla spiaggia. I bambini facevano il bagno nell'oceano e costruivano castelli di sabbia, quando comparve in lontananza una vecchina. I capelli grigi le volavano con il vento e gli abiti erano sporchi e stracciati. Mormorava qualcosa fra sé e sé e intanto raccoglieva oggetti nella sabbia e li metteva in un sacco.

I genitori chiamarono i bambini vicino a sé e raccomandarono loro di stare lontani dalla vecchietta. Quando passò accanto a loro, curvandosi di tanto in tanto per raccogliere roba, ella sorrise alla famiglia. Ma essi non ricambiarono il suo saluto.

Molte settimane dopo vennero a sapere che la vecchina da sempre si era assunta il compito di raccogliere pezzetti di vetro sulla spiaggia per evitare ai bambini di ferirsi i piedi.

ingratitudinenon giudicaregiudizio

4.7/5 (3 voti)

inviato da Maria Teresa Zanfini, inserito il 12/08/2003