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RACCONTO

1. Regalare la felicità

Piero Ferrucci, La forza della gentilezza, Oscar Mondadori 2005

Un'antica storia mediorientale racconta di un uomo così buono e disinteressato che Dio decide di premiarlo. Chiama un angelo, e gli dice di andare da lui e domandargli che cosa vuole: qualsiasi desiderio sarà esaudito. L'angelo compare all'uomo gentile e gli comunica la buona notizia. Ma l'uomo gentile risponde: «Io sono già felice. Ho già tutto ciò che desidero». L'angelo gli fa capire che con Dio bisogna avere tatto: se ci fa un regalo, è meglio accettare. Allora l'uomo gentile risponde: «Va bene: voglio che tutti quelli che entrano in contatto con me si sentano bene. Però non voglio saperne nulla». Da quel momento dove l'uomo gentile passava, le piante avvizzite rifiorivano, gli animali più malandati si riavevano, i malati guarivano, gli infelici venivano sollevati dai loro terribili fardelli, chi litigava faceva la pace e chi aveva un problema riusciva a risolverlo. Ma tutto questo avveniva dietro di lui, nella sua scia, senza che egli ne sapesse niente. Non c'erano da parte sua né orgoglio per il bene compiuto né aspettative di alcun genere. Ignaro e contento, l'uomo gentile camminava per le vie del mondo regalando la felicità.

gentilezzafelicitàbontàgratuitàapertura

inviato da Qumran, inserito il 01/12/2017

RACCONTO

2. Riattacca quel ramo   4

Anthony De Mello, La preghiera della rana. Saggezza popolare dell'Oriente, Volume 2

Buddha fu un giorno minacciato di morte da un bandito chiamato Angulimal.

«Sii buono ed esaudisci il mio ultimo desiderio», disse Buddha. «Taglia un ramo di quell'albero.»

Con un colpo solo di spada l'altro eseguì quanto richiesto, poi domandò:
«E ora che cosa devo fare?»
«Rimettilo a posto» ordinò Buddha.
Il bandito rise.

«Sei proprio matto se pensi che sia possibile una cosa del genere

«Invece il matto sei tu, che ti ritieni potente perché sei capace di far del male e distruggere. Quella è roba da bambini. La vera forza sta nel creare e risanare.»

mortevitacuracuraredistruggerecrearecreazioneforzadebolezza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 15/07/2017

PREGHIERA

3. Due chiacchiere con Gesù

a cura di Luigi Rosadoni, Due chiacchere con Gesù aggiustano tutto, ed Gribaudi

Signore, ho guai d'ogni genere,
ma grazie a Dio mi accorgo
che una piccola chiacchierata con Gesù aggiusta tutto.
Fratello, me lo ricordo bene:
quand'ero un peccatore perduto
gridai: «Gesù, abbi pietà!»
ma l'anima mia rimase tutta quanta sottosopra
finché udii il mio Signore Gesù che mi diceva:
«Vieni qui, io sono la via».
Sì, una piccola chiacchierata con Gesù aggiusta tutto.
A volte il fulmine biforcuto e il tuono rombante
dei dolori e delle tentazioni
rendono la vita difficile a me e anche a voi,
ma Gesù è il nostro amico
e ci sosterrà sino alla fine.
Sì, una piccola chiacchierata con Gesù aggiusta tutto.
Signore, ho guai d'ogni genere,
ma grazie a Dio mi accorgo

che una piccola chiacchierata con Gesù aggiusta tutto.

preghieradifficoltàcoraggiorapporto con Dio

4.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 30/06/2017

RACCONTO

4. Accogliere lo straniero   4

Papa Francesco, Udienza Generale del 26 ottobre 2016

Alcuni giorni fa, è successa una storia piccolina, di città. C'era un rifugiato che cercava una strada e una signora gli si avvicinò e gli disse: "Ma, lei cerca qualcosa?". Era senza scarpe, quel rifugiato. E lui ha detto: "Io vorrei andare a San Pietro per entrare nella Porta Santa". E la signora pensò: "Ma, non ha le scarpe, come farà a camminare?". E chiama un taxi. Ma quel migrante, quel rifugiato puzzava e l'autista del taxi quasi non voleva che salisse, ma alla fine l'ha lasciato salire sul taxi. E la signora, accanto a lui, gli domandò un po' della sua storia di rifugiato e di migrante, nel percorso del viaggio: dieci minuti per arrivare fino a qui. Quest'uomo raccontò la sua storia di dolore, di guerra, di fame e perché era fuggito dalla sua Patria per migrare qui. Quando sono arrivati, la signora apre la borsa per pagare il tassista e il tassista, che all'inizio non voleva che questo migrante salisse perché puzzava, ha detto alla signora: "No, signora, sono io che devo pagare lei perché lei mi ha fatto sentire una storia che mi ha cambiato il cuore". Questa signora sapeva cosa era il dolore di un migrante, perché aveva il sangue armeno e conosceva la sofferenza del suo popolo. Quando noi facciamo una cosa del genere, all'inizio ci rifiutiamo perché ci dà un po' di incomodità, "ma... puzza...". Ma alla fine, la storia ci profuma l'anima e ci fa cambiare. Pensate a questa storia e pensiamo che cosa possiamo fare per i rifugiati.

papa francescomigrantirifugiatimisericordiaaccoglienzacaritàsolidarietà

inviato da Qumran2, inserito il 27/10/2016

TESTO

5. Sul monte degli Ulivi

Andrea di Creta, Discorsi

Venite, e saliamo insieme sul monte degli Ulivi, e andiamo incontro a Cristo che oggi si avvicina spontaneamente alla passione, per compiere il mistero della nostra salvezza.

Corriamo anche noi insieme a colui che si affretta verso la passione, e imitiamo coloro che gli andarono incontro. Non però per stendere davanti a lui lungo il suo cammino rami d'olivo o di palme, tappeti o altre cose del genere, ma come per stendere in umile prostrazione e in profonda adorazione dinanzi ai suoi piedi le nostre persone.

Accogliamo così il Verbo di Dio che avanza e riceviamo in noi stessi quel Dio che nessun luogo può contenere.

Stendiamo noi stessi rivestiti della sua grazia, o meglio, di tutto lui stesso poiché quanti siamo stati battezzati in Cristo, ci siamo rivestiti di Cristo e prostriamoci ai suoi piedi come tuniche distese.

Agitando i rami spirituali dell'anima, anche noi ogni giorno, assieme ai fanciulli, acclamiamo santamente: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele».

passionedomenica delle palmeadorazione

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 28/03/2015

TESTO

6. Cara Quaresima   8

Diego Passoni

Cara Quaresima,

bentornata tra noi! So che non sei abituata ad essere notata, ma quest'anno prometto di considerarti per quel che meriti, un'occasione per alzare l'asticella.

Da oggi cominciano i quaranta giorni (che ricordano gli anni di esodo degli ebrei, nel deserto, e i giorni di digiuno e tentazione di Gesù, prima che iniziasse a predicare) che precedono la Pasqua. La festa più importante dei cristiani. No? Beh, così dovrebbe essere!

Da oggi iniziano giorni in cui poter, se non seguire i precetti del digiuno ecclesiastico e dell'astinenza dalla carne il venerdì, quantomeno rimettere in discussione le nostre priorità. Provare a riempirci un po' meno di cibo - e di cose materiali in genere - ad ascoltare ciò che abbiamo dentro. E magari scoprire che molte frustrazioni, tristezze e malesseri, ci vengono solo come conseguenza del nostro vivere in modo vorace, e che non abbiamo un tempo infinito per accumulare piacere sulla terra, e che presto o tardi si tornerà ad esser cenere (che dà il nome a questo speciale mercoledì) per cui vale la pena di pensare a chi aspetta le nostre scuse, un nostro sorriso, o un'attenzione che non abbiamo mai concesso.

E imparare - come recita un antico libro, il Qoelet - che c'è un tempo giusto per ogni cosa, e vivere bene il tempo del digiuno, porta a godere il tempo della festa. E se viviamo bene il tempo presente, arriveremo pronti al nostro tempo per morire. Altrimenti tutta la nostra vita è inutile.

E Il tempo del ravvedimento, che c'è nell'ebraismo, nell'islam, e in tutte le pratiche religiose, è l'unico modo per cambiare in meglio, per far morire in noi le cose brutte e farne nascere di belle; per diventare uomini e donne nuovi. Che poi, per chi ci crede, si esprime con il termine risorgere.

Bentornata attesa!

quaresimatempoprioritàrinascitaconversione

4.8/5 (8 voti)

inserito il 06/03/2014

TESTO

7. Fede per contagio   2

Raniero Catalamessa, Maria, madre e modello del sacerdote

Ciò che i fedeli colgono immediatamente in un sacerdote e in un pastore, è se "ci crede", se crede in ciò che dice e in ciò che celebra. Chi dal sacerdote cerca anzitutto Dio, se ne accorge subito; chi non cerca da lui Dio, può essere facilmente tratto in inganno e indurre in inganno lo stesso sacerdote, facendolo sentire importante, brillante, al passo coi tempi, mentre, in realtà, è un "bronzo che tintinna e un cembalo squillante".

Perfino il non credente che si accosta al sacerdote in uno spirito di ricerca, capisce subito la differenza. Quello che lo provocherà e che potrà metterlo salutarmente in crisi, non sono in genere le più dotte discussioni della fede, ma trovarsi davanti a uno che crede veramente con tutto se stesso. La fede è contagiosa. Come non si contrae contagio, sentendo solo parlare di un virus o studiandolo, ma venendone a contatto, così è con la fede.

sacerdotepretefeconditàministerofedeapostolatomissioneapostolatotestimonianza

2.5/5 (2 voti)

inviato da Luca Peyron, inserito il 20/09/2012

TESTO

8. A Messa perché è bello!   5

Nardo Masetti

Per secoli e secoli abbiamo insistito sul fatto che "perdere la Messa alla domenica è peccato mortale". Naturalmente lo scopo era quello di far sì che i fedeli vi partecipassero in massa. Risultato statistico di presenze visibili: circa il 15%. Se avessimo insistito maggiormente sopra un diverso aspetto, avremmo potuto ottenere una percentuale almeno del 16%? Secondo me sì.

La gente ha sempre pagato le tasse mal volentieri e purtroppo molti, quando lo possono fare impunemente, non le pagano. Il presentare la Messa esclusivamente come una tassa settimanale da pagare al buon Dio, non credo che funzioni: le statistiche dicono che ci sono molti evasori.

Oggi in particolare c'è il culto del bello. La televisione e i mass media in genere ci portano in casa persone giovani, belle, ben vestite, prodotti di bellezza... Solo noi cristiani praticanti dobbiamo trangugiare cose indigeste, pur di arrivare un giorno in paradiso? Ma il nostro non è il Dio della bellezza (guardare il microcosmo e il macrocosmo)? Perché allora non mettiamo spesso in risalto l'aspetto estetico della fede cristiana, ed in particolare la bellezza della Celebrazione Eucaristica?

Noi andiamo a Messa, perché è bello trovarci in udienza ufficiale e personale allo stesso tempo davanti al nostro Dio. E' bello sentirci perdonati da lui; è bello ascoltare la sua voce, che ci incoraggia, che ci indica la strada giusta fra le tante equivoche che ci sono proposte. E' bello trovarci assieme a tutta la Chiesa terrena e celeste, come anticipo di quell'unione beatificante ed eterna che ci attende. E' bello prendere con noi nel cammino difficile della settimana, quel meraviglioso Dio che ci ama al punto da lasciarsi mangiare da noi...

Se provassimo ad insistere per secoli e secoli... forse la percentuale dei fedeli alla Messa domenicale potrebbe anche raggiungere il... %.

messaeucaristiadomenicarapporto con Dio

3.3/5 (4 voti)

inviato da Nardo Masetti, inserito il 20/09/2012

RACCONTO

9. L'appuntamento   5

Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice. Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9,00.

Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo. Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita. Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita.

Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta. L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie. Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall'Alzheimer. Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi. Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni.

Ne fui sorpreso, e gli chiesi: "E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi è lei?".

L'uomo sorrise dicendo: "Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi è lei".

Dovetti trattenere le lacrime... Avevo la pelle d'oca e pensai: "Questo è il genere di amore che vorrei nella mia vita".

Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.

amorefedeltàcoppiamatrimoniomalattiaaccettazionevecchiaiaammalati

5.0/5 (7 voti)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 21/02/2011

TESTO

10. Il mistero cristiano

Lettera a Diogneto, capitolo V

I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. Mettono in comune la mensa, ma non il letto. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. Non sono conosciuti, e vengono condannati. Sono uccisi, e riprendono a vivere. Sono poveri, e fanno ricchi molti; mancano di tutto, e di tutto abbondano. Sono disprezzati, e nei disprezzi hanno gloria. Sono oltraggiati e proclamati giusti. Sono ingiuriati e benedicono; sono maltrattati ed onorano. Facendo del bene vengono puniti come malfattori; condannati gioiscono come se ricevessero la vita. Dai giudei sono combattuti come stranieri, e dai greci perseguitati, e coloro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell'odio.

cristianicristianesimotestimonianzavita cristianapersecuzione

inviato da Anna Barbi, inserito il 24/11/2010

TESTO

11. E se questa notte Gesù non nascesse?   1

E se Gesù questa notte non nascesse? E' proprio una ipotesi così improbabile? Siamo così abituati a mettere il Natale nei nostri programmi e nei nostri calendari, che neppure ci sfiora un'ipotesi del genere.

Eppure il rischio di un Natale senza Gesù che nasce è più presente di quanto non si creda. Infatti il Natale per molti è già passato con gli ultimi acquisti e gli ultimi regali nell'ultimo negozio che ha abbassato le saracinesche. Rimane la Messa di mezzanotte. Ma è poco più che una formalità. La solita storia di duemila anni fa, carica sempre di suggestione e di poesia, e il solito invito ad essere un po' più buoni e più attenti ai bisogni dei poveri.

Dunque per la maggior parte, forse, un Natale senza novità rivolto solo al passato. Probabilmente ben pochi si aspettano che Gesù nasca di nuovo, che prenda carne nella nostra umanità... Quanti di noi, qui presenti, aspettiamo una cosa del genere?

E se Gesù non nasce, tutto rimane come prima. Il Natale è solo un giorno di memoria di uno che non c'è più. La speranza dei poveri poco più che una illusione. L'inizio di una umanità nuova ancora una volta rinviata. Se Gesù non nasce questa notte è come tutte le altre notti e domani sarà solo un giorno in più per tutti.

Riflettiamo. Il rischio che Gesù non nasca c'è davvero, ed è nel cuore di ciascuno.

NataleGesù

inviato da Franco Canzian, inserito il 24/11/2009

TESTO

12. Otto cose che Dio non vi chiederà in quel giorno

1. Dio non chiederà che genere di automobile hai guidato.
Chiederà quante persone hai guidato e che non avevano guida.

2. Dio non chiederà di quanti metri quadri era la vostra casa.
Chiederà quante persone avete accolto favorevolmente nella vostra casa.

3. Dio non chiederà notizie sui vestiti che avete avuto nel vostro armadio
Chiederà quante persone avete contribuito a vestire.

4. Dio non chiederà quanto alto era il vostro stipendio.
Chiederà se siete scesi a compromessi per ottenerlo.

5. Dio non chiederà quale era il vostro titolo di studio.
Chiederà se avete fatto il vostro lavoro al meglio delle vostre capacità.

6. Dio non chiederà quanti amici avete avuto.
Chiederà per quante persone siete stato un amico.

7.Dio non chiederà con quale vicinato avete vissuto.
Lui chiederà quale cura avete avuto per i vostri vicini.

8. Dio non chiederà quale era il colore della vostra pelle
Chiederà notizie sui vostri sentimenti e del vostro carattere.

Dio vi porterà amorevolmente alla vostra casa in Paradiso e non alle porte dell'inferno.

giudizioesempiomisericordiavita eternasenso della vitavitaimpegnoresponsabilità

inviato da Giusy Crescenti, inserito il 27/10/2006

PREGHIERA

13. Tu ci sei necessario o Cristo   1

Paolo VI, Lettera pastorale alla Diocesi di Milano, 1955

O Cristo, nostro unico mediatore, Tu ci sei necessario:
per vivere in Comunione con Dio Padre;
per diventare con te, che sei Figlio unico e Signore nostro, suoi figli adottivi;
per essere rigenerati nello Spirito Santo.

Tu ci sei necessario,
o solo vero maestro delle verità recondite e indispensabili della vita,
per conoscere il nostro essere e il nostro destino, la via per conseguirlo.

Tu ci sei necessario, o Redentore nostro,
per scoprire la nostra miseria e per guarirla;
per avere il concetto del bene e del male e la speranza della santità;
per deplorare i nostri peccati e per averne il perdono.

Tu ci sei necessario, o fratello primogenito del genere umano,
per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini,
i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace.

Tu ci sei necessario, o grande paziente dei nostri dolori,
per conoscere il senso della sofferenza
e per dare ad essa un valore di espiazione e di redenzione.

Tu ci sei necessario, o vincitore della morte,
per liberarci dalla disperazione e dalla negazione,
e per avere certezze che non tradiscono in eterno.

Tu ci sei necessario, o Cristo, o Signore, o Dio-con-noi,
per imparare l'amore vero e camminare nella gioia e nella forza della tua carità,
lungo il cammino della nostra vita faticosa,
fino all'incontro finale con Te amato, con Te atteso,
con Te benedetto nei secoli.

GesùCristorapporto con Cristo

inviato da F. Carlo Poloni, inserito il 13/07/2006

TESTO

14. Nessun uomo è un'isola

John Donne

Nessun uomo è un'isola, intero per se stesso;
Ogni uomo è un pezzo del continente,
parte della terra intera; e se una sola zolla vien portata via
dall'onda del mare, qualcosa all'Europa viene a mancare,
come se un promontorio fosse stato al suo posto,
o la casa di un uomo, di un amico o la tua stessa casa.
Ogni morte di uomo mi diminuisce perché
io son parte vivente del genere umano.
E così non mandare
mai a chiedere per chi suona la campana:
essa suona per te.

solidarietàumanitàsolitudinecomunionecomunitàmondo

inviato da Don Luca Vialetto, inserito il 07/01/2005

TESTO

15. Pienezza e vuoto

Madre Teresa di Calcutta

Maria è assolutamente vuota: di superbia, di invidia, di gelosia, di asprezza, di malizia, di vendetta e di altre miserie del genere. Per questo può essere piena di Dio. Quando noi cerchiamo questo tipo di vuoto, pratichiamo la vera devozione a Maria.

"Ecco io sono la serva del Signore": umile, nascosta, totalmente vuota di sé. Così è piena di Gesù, così lo può portare agli altri. È stata la prima a ricevere Gesù, a donarlo e a servirlo.

Mariaumiltàrapporto con Diomissione

inviato da Luca Peyron, inserito il 08/12/2004

TESTO

16. Etica

Clive Staples Lewis, Il cristianesimo così com'è, Adelphi

Alcuni dicono che comportarsi bene, se non significa fare ciò che giova a un determinato individuo in un determinato momento, significa tuttavia fare ciò che giova all'insieme del genere umano; e che quindi in questo non c'è niente di misterioso. Gli esseri umani, in fin dei conti, non sono privi di senno, e capiscono che si può essere veramente sicuri o felici soltanto in una società nella quale ognuno agisca correttamente; per questo cercano di comportarsi bene. Ora, è verissimo che sicurezza e felicità possono derivare soltanto dall'onestà, equità e gentilezza reciproca degli individui, classi e nazioni. E' una delle verità più importanti del mondo. Ma come spiegazione del nostro modo di sentire riguardo al giusto e all'ingiusto, alla ragione e al torto, è fuor di proposito. Se io chiedo: "Perché dovrei essere altruista?" e voi rispondete: "Perché giova alla società", io posso ribattere: "Perché dovrei curarmi di ciò che giova alla società, quando non giova a me personalmente?"; e voi allora dovrete dire: "Perché bisogna essere altruisti", il che ci riporta al punto di partenza. Dite una cosa vera, ma non fate un passo avanti.

spiritonichilismomoraleeticavalorialtruismo

inviato da Luca Peyron, inserito il 22/09/2004

RACCONTO

17. Il giardino di Dio   1

Pino Marelli, Nuovi Incontri per i genitori, Elledici

C'era una volta un giardino chiuso da altissime mura, che suscitava la curiosità di molti.
Finalmente una notte quattro uomini si munirono di un'altissima scala per vedere che mai ci fosse di là.
Quando il primo raggiunse la sommità del muro, si mise a ridere forte e saltò nel giardino.
Salì a sua volta il secondo, si mise a ridere e saltò anch'egli.
Così il terzo.
Quando toccò al quarto, questi vide dall'alto del muro uno splendido giardino con alberi da frutta, fontane, statue, fiori di ogni genere e mille altre delizie.
Forte fu il desiderio di gettarsi in quell'oasi di verde e di quiete, ma un altro desiderio ebbe il sopravvento: quello di andare per il mondo a parlare a tutti dell'esistenza di quel giardino e della sua bellezza.

È questo il tipo di uomo che salva l'umanità.
Colui che avendo visto Dio desidera condividerne con gli altri la visione.
Costui avrà un giorno nel giardino un posto speciale, accanto al cuore di Dio.

condivisioneannunciomissione

inviato da Anna Barbi, inserito il 01/04/2003

TESTO

18. Il senso e la religione

Albert Einstein

Qual'è il senso della nostra vita? Qual'è il senso di tutti i viventi in genere? Dare una risposta a questa domanda significa essere religiosi. Tu mi chiedi: ha assolutamente senso porre questa domanda? Io rispondo: chi percepisce la propria vita e la vita dei suoi simili come priva di senso, non solo è infelice, ma non è affatto in grado di vivere.

senso della vitaricerca di sensovitaprogettoreligiosità

inviato da Emilio Centomo, inserito il 29/01/2003

TESTO

19. La Scrittura

S. Giovanni Crisostomo

Si sente dire: "Non è mio compito leggere la Scrittura. Tocca a coloro che hanno rinunciato a questo mondo". Ebbene, io vi dico che avete più bisogno delle Scritture voi che non i monaci. Quanto ad essi, ciò che li salva è il loro genere di vita! Voi, al contrario, siete nel pieno della mischia, siete esposti senza tregua a nuove ferite.

Perciò voi avete bisogno della Scrittura: un bisogno continuo per attingervi la forza...

Molti mi diranno: "E gli affari... e il lavoro?". Bel pretesto, in verità! Voi discutete con i vostri amici... andate allo spettacolo... assistete agli incontri sportivi... Allora? Quando si tratta della vita spirituale pensate che sia cosa senza importanza?

Ah, dimenticavo! Vi è un'altra scusa: "Noi non abbiamo libri!". Questo pretesto merita solo una bella risata!

BibbiaSacra ScritturaParola di Diospiritualitàvita spirituale

inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002

RACCONTO

20. Le cose non sempre sono quelle che sembrano

Due angeli viaggiatori si fermarono per passare la notte nella casa di una ricca famiglia. Era una famiglia di persone molto avare che si rifiutarono di far dormire i due angeli nella camera degli ospiti. Infatti concessero agli angeli solo un piccolo spazio fuori, nel duro e freddo pavimento del pergolato davanti alla casa. Mentre si preparavano come potevano un letto per terra il più vecchio degli angeli vide un buco nel muro e lo riparò. Quando l'angelo giovane gli chiese perché, lui rispose soltanto: "Le cose non sono sempre quello che sembrano".

La notte dopo la coppia di angeli cercò riparo nella casa di una molto povera ma, molto ospitale famiglia, dove furono accolti da un contadino e sua moglie. Dopo aver diviso con gli angeli il seppur poco cibo che avevano, i contadini cedettero agli angeli i propri letti, dove finalmente i viaggiatori si poterono riposare comodamente.

Quando il sole sorse, la mattina dopo, gli angeli trovarono l'uomo e sua moglie in lacrime. La loro unica mucca, la sola loro fonte di sostentamento, giaceva morta nel campo. Il giovane angelo ne fu infuriato a chiese al più vecchio come avesse potuto lasciare accadere una cosa del genere. "Al primo uomo, che pure aveva tutto, hai fatto un favore", lo accusò. "Questa famiglia seppure aveva pochissimo era pronta a dividere tutto, e tu hai lasciato morire la mucca!".

"Le cose non sono sempre quello che sembrano" replicò l'angelo. "Quando eravamo nel cortile della villa ho notato che c'era dell'oro nascosto nel muro e che si poteva scoprire grazie a quel piccolo buco. Siccome quell'uomo era così avaro e ossessionato dal denaro io ho riparato quel buco, così non avrebbe trovato anche quella ricchezza. Poi la notte scorsa quando dormimmo nel letto del contadino l'angelo della morte venne per sua moglie. Io invece di lei gli ho dato la mucca. Le cose non sono sempre quello che sembrano".

futuroprogetto di DiomisteroProvvidenza

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 14/12/2002

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