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TESTO

1. Alla mia luce - La preghiera del cero pasquale

Luca Rubin, www.lucarubin.it

Il fuoco nuovo di Pasqua
ha dato inizio alla mia missione:
simbolo del Cristo risorto
ho diradato le tenebre della notte
in mezzo alla comunità cristiana
riunita intorno al suo Signore.

Questa sera verrò riposto
in un angolo di sacrestia,
il tempo di Pasqua è compiuto,
ma il suo effetto rimane:
la mia fiamma ti viene affidata
per guidare i tuoi passi
sulle orme di Gesù Cristo
Signore e Salvatore.

Tornerò a illuminare la preghiera
in occasione di un battesimo,
quando Vita germoglia in un nuovo figlio,
e per l'ultimo saluto
di chi ci lascia per essere accolto
nella casa del Padre,
e allora indicherò il cielo
per annunciare ancora e ancora
che la Vita non finisce.

Alleluia, il Signore è risorto,
veramente risorto, alleluia!

"Questa sera" si riferisce alla sera di Pentecoste, quando al termine del Tempo Pasquale il Cero non viene più acceso, se non durante i Battesimi e i Funerali.

cero pasqualepentecosteSpirito Santorisurrezione

inviato da Luca Rubin, inserito il 23/06/2020

TESTO

2. Natale non è Babbo Natale?   1

Giuseppe Impastato S.I.

Non è un telegramma di auguri (Buon Natale e Buone Feste).
Non è una dichiarazione che siamo perdonati (vabbè, scurdàmuci o passato e arrivederci a tutti in paradiso).
Natale non è una promessa elettorale che ci sarà un condono tombale per tutti (tranquilli, non preoccupatevi più) e che tutti i guai che abbiamo combinati sono con un solo tocco magicamente scomparsi (pim pum pam, tutto a posto).
Natale non è una vaporosa o fantasmagorica apparizione in un sogno dove tutto il mondo (abracadabra) è divenuto meraviglioso.
Natale non è una visita di cortesia o di obbligo (toccata e fuga e chi s'è visto s'è visto).

Natale è una presenza,
una presenza povera per distruggere il fascino della ricchezza,
una presenza inerme per distruggere il mito della potenza,
una presenza mite per svilire la tentazione della prepotenza.
una presenza costante, definitiva, di un Dio che amerà senza pretese, senza ripensamenti e senza rimpianti.

Natale è una incarnazione, cioè: il Figlio di Dio è venuto tra noi,
e ormai è uno di noi, uno come tutti gli altri,
che abita come noi in questo sporco fastidioso mondo,
che viene per noi,
per essere cammino di luce e indicarci una via,
per essere energia e forza per cambiare il mondo,
per essere vittoria su ciò che è morte e donare amore.

Nessuno può dirgli: ma tu chi sei? che ci fai qui?
Che ci vieni a raccontare? che ne sai dei nostri guai?
che cosa rappresenti per noi? chi ti ha chiesto di venire?

Avevamo un progetto e un sogno: essere come Dio.
Ma non siamo riusciti a realizzarli.
Ora con Lui progetto e sogno sono realizzabili.

Ma Dio ora realizza il suo progetto e il suo sogno: diventare Uomo!
Ma se ha scelto la nostra vita, vuol dire che è bella!
Coraggio! La vera rivoluzione è iniziata; scegliamo Gesù!

NataleDio con noipresenzaincarnazione

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 29/12/2018

TESTO

3. Betlemme città del pane... Pane nostro

Gianni Fanzolato

Pane nostro, né tuo, né mio, ma nostro, è di tutti.
Nasci in cielo, perché seminato nel cuore di Dio,
ma fiorisci nei prati del mondo dove tutti possono sfamarsi.

Il tuo nome sacro e fragrante sarà onorato e santificato,
se verrà moltiplicato e presente in tutte le mense del mondo.
Se anche un bambino dell'Africa, che non ha neanche acqua
per bere, potrà assaporare la delizia del tuo caldo sapore di pane.

Quando la tua presenza onorerà il desco del povero e del ricco,
e sarai pane di vita in tutti gli altari del mondo per lenire la nostra
fame di Dio, che è grande, allora il tuo regno è una splendida realtà.

E' volontà di Dio che ti condividiamo, che ti spezziamo, rinnovando
il miracolo che un giorno Cristo ha fatto con cinquemila affamati.
Continua a seminare nel tuo cuore questo seme di vita, così in Asia,
Africa, America ed Europa ogni giorno ci darai la pianta con pane per tutti.

Gesù, se imparassimo una buona volta ad essere generosi, a pensare
a chi non ha niente, ci sarebbero perdonati molti peccati, perché
molto abbiamo amato. Il mondo sarebbe una foresta verde piena di vita.

Scuotici, svegliaci, Signore per non lasciarci nella tentazione
dell'egoismo e della chiusura, e liberaci dal male che distrugge
l'umanità. Se il pane ci sarà per tutti, la vita fiorirà come un campo
appena arato e seminato e ci sarà festa per tutti i tuoi figli, che ami.

Loreto, S. Natale 2018, P. Gianni Fanzolato

paneeucaristianatalecondivisioneegoismopadre nostrogenerosità

inviato da P. Gianni Fanzolato, inserito il 29/12/2018

TESTO

4. Non te ne andare

Didier Rimaud, Gli alberi nel mare, LDC 1975, pagg. 30-31

Non te ne andare giù nel giardino,
Gesù mio Signore,
non te ne andare giù nel giardino,
prima dell'alba!

Se non me ne vado giù nel giardino
a notte fonda,
chi vi guiderà
fino alle stelle del paradiso?
Sì, me ne andrò giù nel giardino
a notte fonda.

Non farti legare quelle tue mani,
Gesù mio Signore,
non farti legare quelle tue mani,
senza aprir bocca!

Se non mi faccio legare le mani
come un bandito,
chi distruggerà
sbarre e prigioni di cui soffrite?
Sì, mi farò legare le mani
come un bandito.

Non ti distendere su quella croce,
Gesù mio Signore,
non ti distendere su quella croce
fino a morire!

Se non mi distendo su quella croce
ad ali aperte,
chi vi salverà
da questo inferno a cui correte?
Sì, starò steso su quella croce
ad ali aperte.

Non ti lasciare spaccare il cuore,
Gesù mio Signore,
non ti lasciare spaccare il cuore,
da chi ti uccide!

Se non mi lascio spaccare il cuore
come un melograno,
chi vi laverà
con acqua e sangue per farvi pure?
Sì, mi lascerò spaccare il mio cuore
come un melograno.

Non farti chiudere in quella tomba,
Gesù mio Signore,
non farti chiudere in quella tomba
che ti hanno aperto!

Se non mi chiudono in quella tomba
come frumento,
chi solleverà
i vostri corpi freddi di morte?
Sì, starò chiuso in quella tomba
ma per dormire.

Cristo è disceso giù nel giardino, alleluia!
Cristo si è fatto legare le mani, alleluia!
Cristo ha voluto soffrire la croce, alleluia!
Cristo ha voluto il cuore spaccato, alleluia!
Cristo è disceso giù nel giardino, alleluia!
Cristo ha dormito nella sua tomba, alleluia!

crocifissocroceredenzionemortepassionerisurrezionevenerdì santosabato santo

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 31/05/2018

TESTO

5. Test del missionario

don Paolo Nagari

Da ogni parte si afferma che tutti siamo missionari, che la Chiesa per sua natura è missionaria, che esistiamo per evangelizzare.
Mettiti in discussione con il seguente test e poi verifica il tuo punteggio.

Ho orecchie:
- aperte a chi mi parla di lieto annuncio di Gesù
- tese all'inaudito di Dio
- pulite per non essere di freno all'urto dirompente
- fini per lasciar passare i sussurri misteriosi
- libere dal tampone del preconcetto
- liberate da virus velenosi e dal pensiero dominante di oggi.

Ho labbra:
- dolci grazie all'abitudinaria frequenza del buon sapore della Parola
- vere, pronte alla fermezza della verità
- sciolte, non tacciono il nome di Gesù, fonte del mio agire
- attraenti, invitano ad un sincero dialogo evangelico-caritativo.

Ho ginocchia:
- robuste, allenate alla frequenza del tabernacolo, per smuovere il cuore di Dio
- elastiche per abbassarsi davanti al fratello bisognoso
- agili per lanciare più in alto la gioia e la speranza
- umili per rimanere in terreni scomodi.

Ho piedi:
- sensibili e capaci di tornare indietro, come i discepoli di Emmaus
- veloci e capaci di andare rapidamente da chi ha bisogno, come Maria da Elisabetta
- allenàti per andare su ogni tipo di terreno vicino o lontano
- pronti a partire ad ogni invio parrocchiale o extra.

Se hai ritenuto questo test interessante, puoi verificare il risultato del punteggio ottenuto, chiedendo un dialogo personale con il direttore dell'ufficio missionario della tua Diocesi. Sarà ben lieto di incontrare chi è interessato alla collaborazione e all'impegno missionario.

missionarivocazionechiamatamissionarietàdiscernimentoaperturadisponibilitàevangelizzazione

inviato da Silvia Arieti, inserito il 31/01/2017

TESTO

6. Risposta viva alla chiamata di Dio

Frère Roger

La nostra vita acquista significato quando è innanzi tutto risposta viva alla chiamata di Dio. Ma come riconoscere una tale chiamata e scoprire ciò che Dio si aspetta da noi? Dio si aspetta che siamo un riflesso della sua presenza, portatori di una speranza del Vangelo. Chi risponde a questa chiamata non ignora le proprie fragilità, così custodisce nel suo cuore queste parole di Cristo: "Non temere, continua a fidarti!".

sequelavocazionechiamatarispostafragilitàfiducia

inviato da Paola Berrettini, inserito il 26/08/2016

TESTO

7. Misericordia, legge che abita nel cuore di chi guarda con occhi sinceri

Papa Francesco, Misericordiae Vultus, Bolla d'indizione del Giubileo della Misericordia

Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Non cadiamo nell'indifferenza che umilia, nell'abitudinarietà che anestetizza l'animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell'amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l'ipocrisia e l'egoismo.

È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti.

misericordiabontàopere di misericordiavicinanzasolidarietà

3.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran, inserito il 25/08/2016

TESTO

8. Sentire il Natale - Auguri di Natale

Diego Goso

Mi dispiace se non lo sentite il Natale, quest'anno. Io lo sento.

Lo sento perché sono stato un po' di tempo vicino al Presepe e mi sono ricordato che è bello, che è vero, che puro.

Forse alcuni non lo sentono perché non sentono più Cristo nella loro vita: e quindi cosa puoi voler festeggiare a Natale, l'amicizia degli uomini? Suvvia...

Mi dispiace se non lo sentite il Natale, quest'anno. Io lo sento.

Lo sento perché amo la vita, amo chi ha deciso di camminare con me. Amo chi in questa vita ci è entrato gattonando. Amo chi ci è entrato da pochissimo e non gattona ancora. Amo perché ho delle persone vere intorno. Che mi sopportano, mi aiutano, mi capiscono anche quando mi rendo incomprensibile. Amo la vita perché è una vita passata con loro.

Mi dispiace se non lo sentite il Natale, quest'anno. Io lo sento.

Anche nella gioia superficiale dei regali. Che ho preparato con attenzione pensando a quanta più gente potessi. E alla fine mi sono voltato a guardare il mucchio che è già in distribuzione e si sta rimpicciolendo: sono riuscito a trovare qualcosa per dire con un gesto che ti voglio bene. Lo so che non è essenziale, ma i malati dell'essenziale io proprio non li sopporto: l'hamburger è buono con le patatine di contorno, così ci capiamo tutti.

Mi dispiace se non lo sentite il Natale quest'anno. Io lo sento.

Perché sono fortunato ad ascoltare le confessioni dei miei parrocchiani: e sono commosso nel vedere che c'è tanto di grande in questo mondo, anche dietro il passeggiare incerto di una anziana signora che pensa di valere poco mentre è un gigante di umanità. Proprio come il Bambinello del Presepe: sembra nulla, eppure è Tutto.

Mi dispiace se non lo sentite il Natale quest'anno. Io lo sento. E se aprite il cuore siete ancora in tempo anche voi.

nataleauguri

inviato da Qumran2, inserito il 25/08/2016

TESTO

9. Dio ci vuole leggeri come i bambini

Luigi Pozzoli, Elogio della piccolezza, Edizioni Paoline, Milano 2002

Dio non vuole gente che abbia delle virtù, ma fanciulli che egli possa prendere come si solleva un bambino, in un momento, perché è leggero e ha grandi occhi; non è una santità a basso prezzo, ma una «piccola via», per collegare la santità allo spirito d'infanzia evangelico, che è spirito di semplicità, di fiducia, di abbandono incondizionato alle iniziative di Dio. C'è un complotto dei «grandi» contro l'infanzia forse? Basta leggere il vangelo per rendersene conto. Leggeri, come quella lunga schiera di piccoli che attraversano la storia senza che la storia parli di essi: sono uomini e donne che hanno nel cuore le parole della leggerezza, che sono capaci di solitudine e silenzio, che sono guariti da ogni smania di apparire e da ogni pretesa di sapere. Ancora la domanda: perché Dio si è convertito al fascino della piccolezza? Perché la piccolezza è libertà. Chi è evangelicamente piccolo, non solo è leggero, ma anche libero. È il bambino che può dire tutto quello che vuole, non l'adulto. Potremmo dire: i bambini sono «pericolosi» perché non hanno il buon senso di tenersi per sé la verità. Allo stesso modo i piccoli del vangelo sono le persone più libere. E si potrebbe facilmente dimostrare che le persone grandi e «pesanti», attaccate al potere e alle cose, non sono libere. Nessuno è più libero di Gesù, perché nessuno è più povero di lui. È povero di beni, è povero di legami familiari, è povero di successi umani. Per questo, non avendo nulla da difendere è libero anche di fronte alla morte.

piccolezzalibertàsantitàsemplicitàbambiniinfanziapovertàricchezza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Padre Franco Naldi Ofm, inserito il 06/02/2016

TESTO

10. A chi credere?   1

Giuseppe Impastato S. I.

Ma come si fa a crederti,
se il canto degli angeli
è disturbato dai ragli dell'asino,
se la puzza e il fetore della stalla
impedisce il profumo del cielo?
Il canto meraviglioso degli angeli
è coperto dalle parole sgangherate dei pastori!
Non so a cosa credere!

Crederò al sorriso di un Bimbo,
che invita ed accoglie i rifiutati
per essere l'Emmanuele,
il Dio con noi, il Pastore...

natalepastoriincarnazionegesù bambinoumiltà

5.0/5 (3 voti)

inviato da Giuseppe Impastato S. I., inserito il 24/12/2015

TESTO

11. Il grande mistero della Pasqua

Papa Francesco, Udienza generale 1° aprile 2015

A volte il buio della notte sembra penetrare nell'anima; a volte pensiamo: "ormai non c'è più nulla da fare", e il cuore non trova più la forza di amare... Ma proprio in quel buio Cristo accende il fuoco dell'amore di Dio: un bagliore rompe l'oscurità e annuncia un nuovo inizio, qualcosa incomincia nel buio più profondo. Noi sappiamo che la notte è "più notte", è più buia poco prima che incominci il giorno. Ma proprio in quel buio è Cristo che vince e che accende il fuoco dell'amore. La pietra del dolore è ribaltata lasciando spazio alla speranza. Ecco il grande mistero della Pasqua! In questa santa notte la Chiesa ci consegna la luce del Risorto, perché in noi non ci sia il rimpianto di chi dice "ormai...", ma la speranza di chi si apre a un presente pieno di futuro: Cristo ha vinto la morte, e noi con lui. La nostra vita non finisce davanti alla pietra di un sepolcro, la nostra vita va oltre con la speranza in Cristo che è risorto proprio da quel sepolcro. Come cristiani siamo chiamati ad essere sentinelle del mattino, che sanno scorgere i segni del Risorto, come hanno fatto le donne e i discepoli accorsi al sepolcro all'alba del primo giorno della settimana.

pasqualucerisortoresurrezionedisperazionesperanzaricominciarevita nuova

5.0/5 (3 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 17/06/2015

TESTO

12. Colui che cerchi è con te...   1

Bernardo di Chiaravalle, In Passione et resurrectione Domini, 15,38

Donna, perché piangi, chi cerchi? Colui che cerchi è con te, e non lo sai?
Possiedi la vera, eterna felicità e piangi?
Hai dentro di te quello che cerchi al di fuori. E veramente stai fuori, piangendo vicino a una tomba.
Ma Cristo ti dice: il tuo cuore è il mio sepolcro: io non vi riposo morto, ma vivo in eterno.
La tua anima è il mio giardino... Il tuo pianto, il tuo amore e il tuo desiderio sono opera mia: tu mi possiedi dentro di te senza saperlo, perciò mi cerchi al di fuori.
Allora ti apparirò all'esterno, per riportarti nel tuo intimo e farti trovare nell'interno quello che cerchi fuori.
Maria, io ti conosco per nome, tu impara a conoscermi per fede...
Non toccarmi... perché non sono ancora asceso al Padre: tu non hai ancora creduto che io sono eguale, coeterno e consustanziale al Padre.
Credi dunque questo e sarà come se mi avessi toccato. Tu vedi l'uomo, perciò non credi, perché non si crede quello che si vede. Dio non lo vedi: credi e vedrai.

ricerca di Diopresenza di Diorapporto con Dioresurrezionerisortofedepasqua

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 16/06/2015

TESTO

13. Al centro Cristo   1

Giuseppe Impastato S.I.

Quando scoprirò in pieno
che mi ha modellato su di lui,
cesserò di lottare
per realizzare i miei progetti.
Mi arrenderò a chi è morto per me
e non patteggerò
perché sta preparando
la mia risurrezione
e la vuole somigliante alla sua.
Il mio ultimo viaggio intraprenderò
in letizia
e senza timore approderò
perché lì ad attendermi
so che c'è lui!
Da oggi, col suo fuoco
cercherò di inondare di luce
chi incontro.

resurrezionepasquamortevita

5.0/5 (5 voti)

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 16/06/2015

TESTO

14. L'operatore di pace

Valentino Salvoldi

L'operatore di pace è figlio di Dio:
ama come Cristo, porgendo l'altra guancia a chi lo percuote.
E con gioia testimonia
che la verità senza carità non viene da Dio.
La giustizia senza misericordia non viene da Dio.
La lotta senza contemplazione non viene da Dio.
Perché "Dio è amore".

Scarica la raccolta completa di preghiere e testi di don Valentino Salvoldi

operatore di pacepacemisericordiamitezza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Valentino Salvoldi, inserito il 16/06/2015

TESTO

15. L'amore evangelico (in noi si dovrà trovare tutto)   1

Madeleine Delbrel, Indivisibile amore, Piemme 1994, p. 155

In noi si dovrà trovare tutto
il bicchiere d'acqua, il cibo per chi ha fame,
tutto il vero cibo per tutti i veri affamati,
tutti i veri cibi e tutti i veri mezzi per distribuirli,
l'alloggio per i senza tetto,
il pellegrinaggio alle carceri ed agli ospedali,
la compassione per le lacrime, quelle che si devono versare insieme
e quelle di cui occorrerebbe eliminare le cause,
l'amicizia per ogni peccatore,
per coloro che sono malvisti,
la capacità di mettersi al livello di tutte le piccolezze,
di lasciarsi attrarre da tutto ciò che non conta,
e tutto avrà il suo orientamento, la sua pienezza, nella parola "fraterno".

Infatti i nostri beni, se diventano i beni degli altri, saranno il segno della nostra vita donata per gli altri, come assimilata di diritto alla loro, e che, in realtà, non deve più far parte dei nostri interessi.

Il cristiano che vivrà in questo modo nella città, sperimenterà con tutto il suo essere la forza dell'amore evangelico. La realtà di questo amore risplenderà in torno a lui come una evangelizzazione e in lui come una illuminazione.

Sperimenterà che agire è illuminare, ma anche essere illuminati, sperimenterà che, se pregare è lasciarsi fare da Dio, è però anche imparare a compiere l'opera di Dio.

Un cristiano simile renderà grazie, perché tutti i suoi gesti diventeranno l'espressione di un amore che non conosce né limiti né eccezioni, un amore del quale soltanto Cristo ha detto agli uomini che lo devono e ricercare e donare.

amorecaritàservizioevangelizzazionevita donatadonogratuità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Michele Ferretti, inserito il 14/04/2014

TESTO

16. Cara Quaresima   8

Diego Passoni

Cara Quaresima,

bentornata tra noi! So che non sei abituata ad essere notata, ma quest'anno prometto di considerarti per quel che meriti, un'occasione per alzare l'asticella.

Da oggi cominciano i quaranta giorni (che ricordano gli anni di esodo degli ebrei, nel deserto, e i giorni di digiuno e tentazione di Gesù, prima che iniziasse a predicare) che precedono la Pasqua. La festa più importante dei cristiani. No? Beh, così dovrebbe essere!

Da oggi iniziano giorni in cui poter, se non seguire i precetti del digiuno ecclesiastico e dell'astinenza dalla carne il venerdì, quantomeno rimettere in discussione le nostre priorità. Provare a riempirci un po' meno di cibo - e di cose materiali in genere - ad ascoltare ciò che abbiamo dentro. E magari scoprire che molte frustrazioni, tristezze e malesseri, ci vengono solo come conseguenza del nostro vivere in modo vorace, e che non abbiamo un tempo infinito per accumulare piacere sulla terra, e che presto o tardi si tornerà ad esser cenere (che dà il nome a questo speciale mercoledì) per cui vale la pena di pensare a chi aspetta le nostre scuse, un nostro sorriso, o un'attenzione che non abbiamo mai concesso.

E imparare - come recita un antico libro, il Qoelet - che c'è un tempo giusto per ogni cosa, e vivere bene il tempo del digiuno, porta a godere il tempo della festa. E se viviamo bene il tempo presente, arriveremo pronti al nostro tempo per morire. Altrimenti tutta la nostra vita è inutile.

E Il tempo del ravvedimento, che c'è nell'ebraismo, nell'islam, e in tutte le pratiche religiose, è l'unico modo per cambiare in meglio, per far morire in noi le cose brutte e farne nascere di belle; per diventare uomini e donne nuovi. Che poi, per chi ci crede, si esprime con il termine risorgere.

Bentornata attesa!

quaresimatempoprioritàrinascitaconversione

4.8/5 (8 voti)

inserito il 06/03/2014

TESTO

17. Il legno per attraversare il mare   2

Sant'Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni (Gv 1,6-14)

E' come se uno vedesse da lontano la patria, e ci fosse di mezzo il mare: egli vede dove arrivare, ma non ha come arrivarvi. Così è di noi, che vogliamo giungere a quella stabilità dove ciò che è è, perché esso solo è sempre così com'è. E anche se già scorgiamo la meta da raggiungere, tuttavia c'è di mezzo il mare di questo secolo. Ed è già qualcosa conoscere la meta, poiché molti neppure riescono a vedere dove debbono andare.

Ora, affinché avessimo anche il mezzo per andare, è venuto di là colui al quale noi si voleva andare. E che ha fatto? Ci ha procurato il legno con cui attraversare il mare. Nessuno, infatti, può attraversare il mare di questo secolo, se non è portato dalla croce di Cristo.

Anche se uno ha gli occhi malati, può attaccarsi al legno della croce. E chi non riesce a vedere da lontano la meta del suo cammino, non abbandoni la croce, e la croce lo porterà.

croceaffidamentosalvezza

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 25/03/2013

TESTO

18. Sulle orme degli Apostoli   2

Agata Fernandez Motzo, Mio tutto - Oltre la morte

E' morto in croce
ma è vivo in tutto il mondo...
E' vivo nel sacerdote,
che nella sua vigna
si prodiga ogni giorno
in mezzo a tante ortiche...
E' vivo nei missionari
che sono le sue mani,
spesso sanguinanti...
E' vivo negli occhi
di chi negli ospedali
lo guarda in croce
sul camice bianco
di una suora
che si aggira fra i lebbrosi
o assiste pietosa
chi è vicino a morire
o sfinito soccombe
sotto il peso dei malanni...
E' vivo nella mano operosa
di chiunque
per l'umanità sofferente
è pronto anche a patire
la passione di Cristo,
per dare ai fratelli
un cuore nuovo...
E' morto in croce
ma è vivo in tutto il mondo...
Fino a lontani orizzonti,
dove i servitori fedeli
sulle orme degli Apostoli
arrivano
e con sudate opere
e sacrifici immani
ne portano ovunque la voce...
E' morto in croce
ma è vivo in tutto il mondo...

crocifissorisurrezioneresurrezionepasqua

5.0/5 (2 voti)

inviato da Agata Fernandez Motzo, inserito il 12/08/2012

TESTO

19. Non accusare   1

Isacco di Ninive

Non è adatto alla vita cristiana chi cerca giustizia contro qualcuno;
Cristo non ha insegnato questo.
Porta con amore le pene degli infermi;
piangi sui peccati dell'uomo;
tripudia del pentimento del peccatore.
Non accusare nessuno.
Stendi il tuo mantello sull'uomo che cade e coprilo perché nessuno lo veda.

misericordiaamore fraternocompassionenon giudicaregiudizio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 05/08/2012

TESTO

20. Il grido di Gesù sulla Croce

Suor Annamaria, Congregazione Figlie di Sant'Anna

"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato".
E' il grido di Gesù sulla Croce.
E' il grido del Figlio che invoca il suo Papà, Colui che solo può liberarlo da quella morte crudele.
E' il grido di ogni uomo che sulla Croce si trova solo, senza alcun sostegno, si sente incapace di affrontare quel momento così difficile.
E' il grido che diventa preghiera, la preghiera di ogni uomo, figlio di Dio che sa di avere un Padre che sempre si prende cura e non abbandona mai i suoi figli perché li ama profondamente e sta con loro nell'ora della prova.
E' il grido di chi soffre profondamente fino a sentire il dolore della carne, soffre nel corpo e nell'anima.
E' la preghiera di ogni creatura.
E' la mia, la tua preghiera nei momenti di buio, tristezza, angoscia, paura, non senso, vuoto e dove lui, Gesù, soffre con noi, offre ancora la sua vita e diventa per noi luce, gioia, serenità, speranza, riempie d'amore il vuoto e sconfigge ogni timore.
Entriamo oggi con Gesù, a muso duro, a Gerusalemme perché si compia in noi la volontà del Padre e insieme cantiamo "Osanna al nostro re".

sofferenzadoloresolitudineabbandonoabbandono in Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Suor Annamaria Rita Marino Figlie Di Sant'Anna, inserito il 24/06/2012

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