I tuoi ritagli preferiti

Tutti i ritagli

Indice alfabetico dei temi

Invia il tuo ritaglio

Hai cercato i ritagli medi di tipo testo

Hai trovato 1058 ritagli

Ricerca avanzata
tipo
parole
tema
fonte/autore

Pagina 9 di 53  

TESTO

161. Voglio credere   7

Jorge Mario Bergoglio

Voglio credere in Dio Padre, che mi ama come un figlio, e in Gesù, il Signore, che ha infuso il suo Spirito nella mia vita per farmi sorridere e portarmi così al regno di vita eterna.
Credo nella mia storia, che è stata trapassata dallo sguardo di amore di Dio e, nel giorno di primavera, 21 settembre, mi ha portato all'incontro per invitarmi a seguirlo.
Credo nel mio dolore, infecondo per l'egoismo, nel quale mi rifugio.
Credo nella meschinità della mia anima, che cerca di inghiottire senza dare... senza dare.
Credo che gli altri siano buoni, e che devo amarli senza timore, e senza tradirli mai per cercare una sicurezza per me.
Credo nella vita religiosa.
Credo di voler amare molto.
Credo nella morte quotidiana, bruciante, che fuggo, ma che mi sorride invitandomi ad accettarla.
Credo nella pazienza di Dio, accogliente, buona come una notte d'estate.
Credo che papà sia in cielo insieme al Signore.
Credo che anche padre Duarte (*) stia lì intercedendo per il mio sacerdozio.
Credo in Maria, mia madre, che mi ama e mai mi lascerà solo. E aspetto la sorpresa di ogni giorno nel quale si manifesterà l'amore, la forza, il tradimento e il peccato, che mi accompagneranno fino all'incontro definitivo con quel volto meraviglioso che non so come sia, che fuggo continuamente, ma che voglio conoscere e amare. Amen.

Testo di papa Bergoglio scritto del 1969, poco prima di essere ordinato sacerdote, tratto da Avvenire del 31 marzo 2013.

(*) il sacerdote che lo confessò quel 21 settembre​​​​ citato prima.

credoconfessione di fedepapa Francesco

4.3/5 (7 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 04/04/2013

TESTO

162. Il legno per attraversare il mare   2

Sant'Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni (Gv 1,6-14)

E' come se uno vedesse da lontano la patria, e ci fosse di mezzo il mare: egli vede dove arrivare, ma non ha come arrivarvi. Così è di noi, che vogliamo giungere a quella stabilità dove ciò che è è, perché esso solo è sempre così com'è. E anche se già scorgiamo la meta da raggiungere, tuttavia c'è di mezzo il mare di questo secolo. Ed è già qualcosa conoscere la meta, poiché molti neppure riescono a vedere dove debbono andare.

Ora, affinché avessimo anche il mezzo per andare, è venuto di là colui al quale noi si voleva andare. E che ha fatto? Ci ha procurato il legno con cui attraversare il mare. Nessuno, infatti, può attraversare il mare di questo secolo, se non è portato dalla croce di Cristo.

Anche se uno ha gli occhi malati, può attaccarsi al legno della croce. E chi non riesce a vedere da lontano la meta del suo cammino, non abbandoni la croce, e la croce lo porterà.

croceaffidamentosalvezza

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 25/03/2013

TESTO

163. Dio e la sua creatura

Pierre Teilhard de Chardin

Dio chino sulla creatura che sale fino a lui si affatica con tutte le sue forze per renderla felice e illuminarla. Come una madre egli scruta la sua creatura. Anche se i miei occhi non sanno ancora percepirlo. Non è forse necessaria tutta la durata dei secoli perché il nostro sguardo si apra alla luce?

tenerezzarapporto con Diopaternitàmaternitàamore di Dio

5.0/5 (2 voti)

inviato da Marcellino Pane, inserito il 18/03/2013

TESTO

164. Il mio nome è Io sono   4

Stavo rimpiangendo il passato e temendo il futuro.
Improvvisamente il mio Signore parlò:
"Il mio nome è Io sono".
Dio fece una pausa.
Attesi. Dio continuò:
Quando vivi nel passato con i tuoi errori e rimpianti, è duro.
Io non sono lì. Il mio nome non è Io ero.
Quando vivi nel futuro con i tuoi problemi e timori, è duro.
Io non sono lì. ll mio nome non è Io sarò.
Quando vivi in questo momento non è duro.
Io sono qui. Il mio nome è Io sono.

io sononome di Diopassatopresentefuturofiduciaabbandonoabbandono in Diopaura

4.8/5 (5 voti)

inviato da Piera Tortorici, inserito il 18/03/2013

TESTO

165. La vera disabilità

Gladys Rovini, Appoggiati a me, Edizioni Montag, 2009

La vera disabilità
è quella dell'anima
che non comprende,
quella dell'occhio
che non vede i sentimenti,
quella dell'orecchio
che non sente le richieste d'aiuto.
Solitamente, il vero disabile è colui che,
additando gli altri, ignora di esserlo.

disabilitàdiversitàindifferenzaattenzionesensibilitàchiusura

5.0/5 (1 voto)

inviato da Paola Berrettini, inserito il 18/03/2013

TESTO

166. Io sono la Luce

Io sono la Luce, e voi non mi vedete.
Io sono la Via, e voi non mi seguite.
Io sono la Verità, e voi non mi credete.
Io sono la Vita, e voi non mi cercate.
Io sono il Maestro, e voi non mi ascoltate.
Io sono il vostro Dio, e voi non mi pregate.
Io sono il vostro grande Amico, e voi non mi amate.
Se siete infelici, non rimproveratelo a me.

sequeladiscepolatogioiafelicitàinfelicitàtristezzarapporto con Dio

5.0/5 (2 voti)

inserito il 13/03/2013

TESTO

167. L'impegno politico

Giorgio La Pira, Discorsi

Non si dica quella solita frase poco seria: la politica è una cosa brutta! No: l'impegno politico - cioè l'impegno diretto alla costruzione cristianamente ispirata della società in tutti i suoi ordinamenti a cominciare dall'economico - è un impegno di umanità e di santità: è un impegno che deve potere convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità.

politicabene comuneservizioimpegno

5.0/5 (1 voto)

inviato da Paola Berrettini, inserito il 13/03/2013

TESTO

168. Silenzio e comunicazione   1

Claudio M. Celli, Il silenzio è attivo, in Vita Pastorale n. 5/2012

Il silenzio non è mancanza di comunicazione; il silenzio fa parte del flusso di messaggi e informazioni che caratterizza la nuova cultura della comunicazione.

Il silenzio parla, il nostro silenzio può esprimere la vicinanza, la solidarietà e l'attenzione agli altri.

Il silenzio è un modo forte per esprimere il nostro rispetto e il nostro amore per gli altri. Nel silenzio ascoltiamo l'altro, diamo la priorità alla parola dell'altro. Il silenzio è un atteggiamento attivo. E' il nostro silenzio che permette e dà spazio all'altro per parlare.

Il silenzio rafforza il rapporto, il legame tra due persone. Nel silenzio riesco a capire chi è l'altro e proprio in questo trovo me stesso. Il silenzio mi permette di essere attento al contenuto della comunicazione. E' il silenzio che ci aiuta a vedere... In fondo è nel silenzio che riesco a dare il giusto significato alla comunicazione e non essere solamente sommerso dal volume della stessa comunicazione.

silenziocomunicazione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 13/03/2013

TESTO

169. La vera gratitudine   2

Dio non ti abbandona, Edizioni di Vita Universale

Accettate tutto con gratitudine... così la gioia e l'amore rimarranno in voi.
Accettate con gratitudine le preoccupazioni, i problemi e le sofferenze ed essi scompariranno.
Nel ringraziamento c'è la forza.
La vera gratitudine è vivere positivamente.
Chi percepisce, pensa e parla in modo positivo, vive e ringrazia incessantemente.
Le forze positive dell'infinito sono così al suo servizio.
Esse suscitano gioia, amore, armonia, fiducia e pace nell'uomo.
Le preoccupazioni, i problemi e le difficoltà si allontaneranno da lui, dato che nella vera gratitudine non c'è posto per le sofferenze e le preoccupazioni di questo mondo.
La gratitudine è segno di grandezza.
La vera gratitudine racchiude in sé la certezza che Dio, l'eterna Legge, guiderà ogni cosa nel migliore dei modi.
La gratitudine racchiude in sé anche la protezione e la vicinanza di Dio.
La protezione e la vicinanza di Dio apportano, a loro volta, pace.
Chi è ricolmo di pace è anche ricolmo di amore ed è altruista.
Lo Spirito di Dio fiorisce così dall'interiore dell'uomo.
L'uomo che è appagato in Dio emana, come una rosa, il sacro profumo dell'eterno Io Sono.
La gratitudine racchiude in sé la speranza, la consolazione e la fiducia.

accettazionegratitudinepositività

5.0/5 (3 voti)

inviato da Cinzia Novello, inserito il 13/03/2013

TESTO

170. Fiori di campo   1

don Luigi Verdi

"Guardate come crescono i gigli dei campi" (Mt 6,28). Matteo non scrive come sono belli, ma come crescono i gigli dei campi. Un fiore di serra ha tutto prestabilito: seme, calore, acqua, concime. Ad un fiore di campo il seme lo porta il vento, prende acqua e calore quando viene. La differenza è che un fiore di serra prende la vita come qualcosa di dovuto, un fiore di campo come un dono. Essere come i gigli dei campi vuol dire aprirsi alla bellezza del creato, vivere la vita come un miracolo che si ripete. È riuscire a dire ogni giorno al tuo compagno di viaggio: "È meraviglioso che tu esista".

provvidenzavitadono di Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Maurizio Mariani, inserito il 06/03/2013

TESTO

171. Se tu credi   2

P. Gilbert

Se tu credi,
che un sorriso è più forte di una lacrima,
se tu credi alla potenza di una mano offerta,
se tu credi che quello che unisce gli uomini
è più forte di quello che divide,
se tu credi che l'essere diversi
costituisce una ricchezza e non un pericolo,
se tu preferisci la speranza al sospetto,
se credi che devi fare il primo passo anziché gli altri,
allora la pace verrà.

Se lo sguardo di un bambino riesce ancora
a disarmare il tuo cuore,
se l'ingiustizia fatta agli altri ti suscita ribellione
come se l'avessi subita tu stesso,
se per te l'estraneo è un fratello che ti viene presentato,
se sai donare gratuitamente un po' del tuo tempo per amore,
se sai accettare che un altro ti renda un servizio,
se dividi il tuo pane e sai aggiungere un po' del tuo cuore,
se credi che il perdono va più lontano della vendetta,
allora la pace verrà.

Se puoi ascoltare gli infelici che ti fanno perdere tempo
e conservare il sorriso,
se sai accettare la critica ed approfittarne
senza respingerla e difenderti,
se sai accogliere un consiglio diverso dal tuo e adottarlo,
se ti rifiuti di versare sul petto altrui la tua colpa,
se per te la collera è una debolezza e non una prova di forza,
se tu preferisci essere abbandonato
anziché fare torto a qualcuno,
se tu rifiuti che dopo di te venga il diluvio,
se ti schieri dalla parte del povero e dell'oppresso
senza pretendere di essere un eroe,
se tu credi che l'amore è la sola forza della discussione,
se tu credi che la pace sia possibile,
allora la pace verrà.

pacesperanzafiduciaottimismo

4.8/5 (5 voti)

inviato da Cinzia Novello, inserito il 06/03/2013

TESTO

172. Il fuoco del giudizio   1

Olivier Clement

Noi dobbiamo tuttavia pregare che il fuoco del giudizio - cioè il fuoco dell'amore divino - consumi non i peccatori, ma la parte di male che è in ciascuno di essi. Così la divisione fra "capri" e "pecore" di cui parla la scena del giudizio universale non si farebbe tra due moltitudini di esseri umani, ma all'interno di ciascuno di loro.

giudiziomisericordiagiudizio finale

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 04/01/2013

TESTO

173. Di sogni e di meraviglia   2

Luciano Mendes de Almeida

Tante volte si sogna con gli occhi aperti, con la carta e la penna in mano, scrivendo, organizzando i pensieri, immaginando i passi per arrivare a concretizzare quello che non è solo un sogno, ma è una chiamata a fare del bene, ad andare incontro alla pecora smarrita, alle persone bisognose, alle popolazioni che si trovano nella fame, nella guerra, nella sventura.

I sogni sono belli, perché si trasformano tante volte in realtà. C'è qualche cosa in più.

Diceva Helder Camara che il sogno che si sogna da solo non è altro che sogno, ma quello che sogniamo insieme è il sogno che si fa realtà. Proprio perché nell'essere condiviso con gli altri crea unione e collaborazione, porta frutto di vita e di fraternità.

sognifare del benefraternitàcondivisioneportare frutto

4.0/5 (3 voti)

inviato da Simona Pirlo, inserito il 28/10/2012

TESTO

174. Anno della Fede   10

P. Gianni Fanzolato

Ad ogni uomo che nasce Dio affida un lume che accende nell'animo: la fede.
Nessuno può vivere, camminare, correre ed amare senza questa luce viva.
Nascendo il bimbo ha fede nella mamma, il papà nel pilota d'aereo.
Ogni mattina ci fidiamo del lattaio, del barista, dell'avvocato e del taxista.
Di Dio allora non dobbiamo fidarci? Lui che ci conosce, ama e dà la vita?
Errando vagabondi nei labirinti della storia questo lume acceso ci indica la via.
Lungo le coste dove il mare è in tempesta e la mia nave sembra naufragare,
Lontano ma sicuro ecco un faro di salvezza, un'ancora di speranza: è la fede
A volte questa luce sembra spegnersi, resta un lumino fumigante che si dilegua.
Forze avverse sembrano soffiare contro per finirlo del tutto e tu remi senza meta.
E' arrivato il tempo per fare il pieno, caricar le pile, ravvivare questa fiamma.
Dio è l'unico da ritrovare: più ritorni a Dio, più l'uomo si svela nel suo grande mistero.
Ecco il tempo di grazia, tempo favorevole per credere ancora: è l'anno della fede!

anno della fedefedefiducia in Dio

3.1/5 (9 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 09/10/2012

TESTO

175. Due piccoli occhi   6

don Franco Tassone

Due piccoli occhi per guardare Dio.
Due piccole orecchie per udire la sua parola.
Due piccoli piedi per seguire la sua strada.
Due piccole labbra per cantare le sue lodi.
Due piccole mani per fare il suo volere.
E un piccolo cuore per amarlo per sempre.
Ecco, Signore, il nostro bambino!

battesimobambinipiccolinascita

4.4/5 (11 voti)

inviato da Simona Pirlo, inserito il 06/10/2012

TESTO

176. Giudizi   3

Imitazione di Cristo

Se terrai conto massimamente dell'interiorità, non darai molto peso a parole che volano; giacché nei momenti avversi, è prudenza, e non piccola, starsene in silenzio volgendo l'animo a Dio, senza lasciarsi turbare dal giudizio della gente. La tua pace non dimori nella parola degli uomini. Che questi ti abbiano giudicato bene o male, non per ciò sei diverso.

giudizio degli altriserenitàcritichesilenziointerioritàesteriorità

3.0/5 (3 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 23/09/2012

TESTO

177. Dio ama ciò che è perduto   3

Dietrich Bonhoeffer, Riconoscere Dio al centro della vita

Dio non si vergogna della bassezza dell'uomo, vi entra dentro (...) Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l'insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono "perduto", lì egli dice "salvato"; dove gli uomini dicono "no", lì egli dice "sì".

Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì egli posa il suo sguardo pieno di amore ardente e incomparabile. Dove gli uomini dicono "spregevole", lì Dio esclama "beato".

Dove nella nostra vita siamo finiti in una situazione in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e davanti a Dio, dove pensiamo che anche Dio dovrebbe adesso vergognarsi di noi, dove ci sentiamo lontani da Dio come mai nella vita, proprio lì Dio ci è vicino come mai lo era stato prima.

Lì egli vuole irrompere nella nostra vita, lì ci fa sentire il suo approssimarsi, affinché comprendiamo il miracolo del suo amore, della sua vicinanza e della sua grazia.

amore di Diovicinanza di Diomisericordia di Diogratuitàvicinanza

4.0/5 (6 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 23/09/2012

TESTO

178. Il Cristianesimo è Gesù di Nazareth

Romano Guardini, L'essenza del Cristianesimo, Morcelliana, Brescia 1984

Il Cristianesimo non è una teoria della verità o una interpretazione della vita. Esso è anche questo, ma non in questo consiste il suo nucleo essenziale. Questo è costituito da Gesù di Nazareth, dalla sua concreta esistenza, della sua opera, dal suo destino.

cristianesimo

inviato da Qumran2, inserito il 23/09/2012

TESTO

179. Essere fedeli al proprio servizio   2

Un sacerdote pone alcune domande a una famosa benefattrice, poco prima della sua morte. "Non pensa che ciò che lei ha fatto è una goccia d'acqua in mezzo ad un'immensità di bisogni?". Risposta: "La sola cosa importante è la fedeltà personale".

Bella lezione! E' ben vero che non possiamo prendere su di noi tutti i problemi del mondo. Ma ciò che Dio richiede da ciascuno di noi è la fedeltà, è una marcia coerente con la nostra fede; è rispondere al bisogno che è posto davanti a noi.

Non dobbiamo forse riconoscere che troviamo spesso dei pretesti per non fare ciò che è posto davanti a noi? Ci stimiamo sovraccarichi di doveri che riteniamo imperativi, sollecitati da tante urgenze che potrebbero attendere, preoccupati da tanti pensieri talvolta ingiustificati.

Molto spesso, simili al sacerdote o al levita della parabola del buon Samaritano (Lc 10,25-37) vediamo il nostro prossimo nelle difficoltà, ma "passiamo oltre" poiché questa è la soluzione più facile.

Bisogna forse ricordare che il buon Samaritano - bella immagine del Signore Gesù Cristo - ha visto il ferito, si è fermato, si è avvicinato, si è chinato su di lui, l'ha curato e lo ha portato in un luogo sicuro?

Tra i nostri vicini, forse il vicino di casa, o nella nostra Chiesa, esistono certamente delle anime ferite dalla vita moderna, che giacciono (moralmente) sul ciglio della strada, incapaci di rialzarsi. Che cosa facciamo per loro?

buon samaritanofedeltàimportanza del singoloimportanza delle piccole coseindifferenzasolidarietà

4.0/5 (2 voti)

inviato da Maria Maistrini, inserito il 23/09/2012

TESTO

180. La bisaccia del cercatore   2

Tonino bello, La bisaccia del cercatore, ediz. La meridiana

Se io fossi un contemporaneo di Gesù, se fossi uno degli Undici ai quali Gesù, nel giorno dell'Ascensione, ha detto: "Lo Spirito santo verrà su di voi e riceverete da lui la forza per essermi miei testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, la Samaria e fino all'estremità della terra" (At 1,8), nell'atto di congedarmi dai fratelli, sapete cosa avrai preso con me? Innanzitutto il bastone del pellegrino e poi la bisaccia del cercatore e nella bisaccia metterei queste cinque cose: un ciottolo del lago; un ciuffo d'erba del monte; un frustolo di pane, magari di quello avanzato nelle dodici sporte nel giorno del miracolo; una scheggia della croce; un calcinaccio del sepolcro vuoto. E me ne andrei così per le strade del mondo, col carico di questi simboli intensi, non tanto come souvenir della mia esperienza con Cristo, quanto come segnalatori di un rapporto nuovo da instaurare con tutti gli abitanti, non solo della Giudea e della Samaria, non solo dell'Europa, ma di tutto il mondo: fino agli estremi confini della terra. Ecco, io prenderei queste cose. Ma anche il credente che voglia obbedire al comando missionario di Gesù dovrebbe prendere con sé queste stesse cose.

segnifedecredereobbedienzamissioneevangelizzazionelibertàinterioritàesterioritàtestimonianzaascensione

5.0/5 (4 voti)

inviato da Don Fabio Sgaria, inserito il 23/09/2012

Pagina 9 di 53