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RACCONTO
Bruno Ferrero, Il canto del grillo
Un vecchio saggio indiano dava questo consiglio agli irruenti giovani della sua tribù: «Quando sei veramente adirato con qualcuno che ti ha mortalmente offeso e decidi di ucciderlo per lavare l'onta, prima di partire siediti, carica ben bene di tabacco una pipa e fumala.
Finita la prima pipa, ti accorgerai che la morte, tutto sommato, è una punizione troppo grave per la colpa commessa. Ti verrà in mente, allora, di andare a infliggergli una solenne bastonatura.
Prima di impugnare un grosso randello, siediti, carica una seconda pipa e fumala fino in fondo. Alla fine penserai che degli insulti forti e coloriti potrebbero benissimo sostituire le bastonate.
Bene! Quando stai per andare a insultare chi ti ha offeso, siediti, carica la terza pipa, fumala, e quando avrai finito, avrai solo voglia di riconciliarti con quella persona».
I monaci di un convento trovavano molta difficoltà ad andare d'accordo. Spesso scoppiavano dispute, anche per motivi futili. Invitarono allora un maestro di spirito che affermava di conoscere una tecnica garantita per portare l'armonia e l'amore in ogni gruppo. A loro il maestro rivelò il suo segreto: «Ogni volta che sei con qualcuno o ce l'hai con qualcuno, devi dire a te stesso: io sto morendo e anche questa persona sta morendo. Se pensi veramente a queste parole, ogni amarezza scomparirà».
perdonopazienzacomunitàconviverepace interiore
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 03/06/2002
PREGHIERA
Dammi solo poco,
perché non dimentichi mai
di chiamarti il mio tutto.
Lasciami solo poco,
perché in ogni luogo
senta bisogno di te,
perché senza ritegni
possa tornare da te,
perché in ogni momento
possa offrirti il mio cuore.
Lasciami solo poco,
perché i tuoi doni
non ti nascondano mai;
dammi una sola catena
con cui possa legarmi
al tuo viso per sempre;
lascia che il tuo desiderio
inanelli la mia vita
e diventi catena per te.
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 02/06/2002
TESTO
È colui che entra
in punta di piedi,
senza invadere
lo spazio sacro dell'altro,
senza condizionare
l'unicità,
l'originalità,
l'individualità dell'amico,
senza imposizioni
o richieste faziose
e interessate.
È colui che sta
vicino con la vocazione
di comunicare
fiducia,
stima,
ottimismo,
incoraggiamento
ad andare avanti,
a cavalcare il successo,
a raggiungere traguardi
sempre più alti,
senza invidia
e timore
di essere superato.
È colui che fa
tutto per l'altro,
senza risparmiarsi,
senza rendiconti,
con l'unico desiderio
di condividere
il proprio "tutto"
all'amico,
per ricordarsi reciprocamente
di avere un Amico
che ha lasciato
una lezione unica
sull'amicizia.
inviato da Stefania Raspo, inserito il 02/06/2002
PREGHIERA
Lascerò tutti gli onori,
ma non l'onore di servire te.
Chiamerò tutti il giorno in cui potrò trovare
un granello della polvere dei tuoi piedi.
Non potrò nascondere
le parole della tua chiamata.
In tutte le parole, in tutte le azioni
proclamerò la tua adorazione.
Lascerò tutti gli onori,
ma non l'onore di servire te.
Gli onori che ho ricevuto nel lavoro
se ne andranno tutti lontano.
Solo il tuo onore, ad una voce,
risuonerà nel mio corpo, nel mio spirito.
Quando me ne starò,
distratto alla finestra del mondo,
anche il viandante della strada
vedrà nel mio volto la tua parola.
Lascerò tutti gli onori,
ma non l'onore di servire te.
inviato da Mariangela Molari, inserito il 02/06/2002
RACCONTO
1765. Tutto dipende da quel mattino di Pasqua
Si racconta di uno scienziato tedesco che, cercando un posto tranquillo dove sistemarsi, aveva finito per scegliere un'abitazione che stava nelle immediate vicinanze di un monastero di clausura.
Non aveva la fede, ma quell'ambiente presentava il vantaggio di essere ideale quanto a quiete per le sue ricerche.
"Qui almeno troverò il silenzio di cui ho bisogno per i miei studi e i miei esperimenti", pensava.
Le sue previsioni si rivelarono esatte solo parzialmente.
Di fatto, gran parte della giornata la sua casa era come avvolta dal silenzio, rotto soltanto dal suono di una campanella. Ma poi venivano le ore di ricreazione delle monache. Allora non c'era verso di difendersi da quell'allegria scoppiettante; l'esplosione delle risate trapassava muri e finestre.
Per lo studioso diventò quasi un'ossessione. Ragionava:
"Queste donne sono povere, conducono una vita di penitenza, non conoscono il piacere. Come fanno ad essere così contente? Non ci sarà sotto, per caso, qualcosa di losco?".
Decise di togliersi il pensiero parlandone direttamente con l'abbadessa. Questa gli fornì una spiegazione semplicissima:
"Siamo le spose di Cristo". "Ma il vostro sposo non è morto duemila anni fa?", obiettò quello.
"Mi scusi, signor professore, ma lei non deve essere stato informato che tre giorni dopo è risorto da morte. E noi siamo testimoni appunto, di ciò che è accaduto tre giorni dopo".
Tutto dipende da quel mattino di Pasqua.
fedepasquarisurrezionesperanzaottimismogioiafelicità
inviato da Mariangela Molari, inserito il 02/06/2002
PREGHIERA
Signore, che nessun nuovo mattino venga ad illuminare la mia vita senza che il mio pensiero si volga alla tua Resurrezione e senza che in ispirito io vada, coi miei poveri profumi, verso il sepolcro vuoto dell'orto!
Che ogni mattino sia per me mattino di Pasqua!
Che ognuno dei miei risvegli sia un risveglio alla tua presenza vera, un incontro pasquale con Cristo nell'orto, questo Cristo talvolta inatteso.
Che ogni episodio della giornata sia un momento in cui io ti senta chiamarmi per nome, come chiamasti Maria!
Concedimi allora di voltarmi verso di te.
Concedimi con una parola sola ma con tutto il cuore, di rispondere: "Maestro!"
buongiornopasquarisurrezionerapporto con Dionuovo giorno
inviato da Mariangela Molari, inserito il 02/06/2002
PREGHIERA
Questo nuovo giorno sia veramente tuo,
da te condotto nella mia vita,
secondo la tua volontà.
Che io sia guidata per mano da te.
A te affido quanto ho di più caro:
la famiglia, la vera amicizia,
il lavoro, le mie responsabilità,
i miei problemi, le mie sofferenze,
la mia città, la mia patria.
Affido a te la mia fede debole,
il mio coraggio incerto,
la mia fiducia spenta,
la mia volontà stanca,
il mio cammino disorientato.
Dammi tu l'energia per vivere con dignità,
per affrontare e superare le difficoltà
con coerenza e con coraggio.
Fammi, Signore,
strumento di pace dovunque sarò,
con chiunque mi incontrerò,
e in qualunque vicenda verrò a trovarmi.
Signore, sento che tu mi stai dicendo:
«Buon giorno!».
Grazie, Signore!
E questo l'unico augurio
di cui ho veramente bisogno,
non solo perché sincero,
ma perché onnipotente!
buongiornoaffidarsinuovo giorno
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 02/06/2002
PREGHIERA
Signore, aspettami!
Non andare così in fretta...
Io non posso seguirti.
Tu vai troppo forte per me.
Aspettami, lasciati raggiungere.
Signore, però non devi fermarti,
né rallentare il tuo passo.
Signore, voglio percorrere
la strada verso la tua casa.
Signore, non preoccuparti
di venire verso di me.
Io mi affretto verso di te.
Potremo parlarci lungo la strada,
fare una sosta.
Signore, non sono degno
di accoglierti sotto il mio tetto!
Però tu hai già aperto la porta
e varcato la soglia: Signore,
non ho nulla di pronto,
non ho preparato niente per riceverti!
Ma già l'Amore senza limiti
è entrato nella mia stanza e mi dice:
«Mettiti a tavola, voglio cenare con te».
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 02/06/2002
TESTO
Io non sono un uomo di lettere o di scienza.
Io pretendo umilmente di essere un uomo di preghiera.
E' la preghiera che ha salvato la mia vita,
senza la preghiera, da molto tempo avrei perso la ragione.
Se non ho perduto la pace dell'anima, nonostante tutte le prove,
è perché questa pace viene dalla preghiera.
Si può vivere qualche giorno senza mangiare, ma non senza pregare.
La preghiera è la chiave del mattino, è il catenaccio della sera.
La preghiera è l'alleanza santa tra Dio e gli uomini per ottenere di essere liberati dalle grinfie del principe delle tenebre.
Dobbiamo fare una scelta:
o allearci con le forze del male o, al contrario, con le forze del bene.
Ecco la mia testimonianza personale;
chiunque ne faccia l'esperienza vedrà che la preghiera quotidiana
aggiunge qualche cosa di nuovo alla sua vita, qualche cosa
che non ha un equivalente in null'altro.
serenitàpreghierapace interiore
inviato da Mariangela Molari, inserito il 01/06/2002
PREGHIERA
1770. Preghiera per chi va in montagna
O Signore,
ti prego che la mia coscienza
sia diritta come il grande abete che si slancia verso il cielo;
che la mia generosità sia come la sorgente,
che sempre dona e mai si esaurisce;
che la mia anima abbia la limpidezza delle acque,
che nascono dalle nevi senza macchia;
che la mia volontà sia come il granito senza falle;
che la mia giovinezza abbia sempre te come guida;
che nella solitudine delle vette noi sentiamo la tua presenza,
nell'arditezza delle cime, un anelito verso il cielo,
nel candore delle nevi lo splendore della tua bellezza e della tua grazia.
Amen!
montagnanaturacreatoroutecammino
inviato da Michela Serluca, inserito il 01/06/2002
PREGHIERA
1771. Signore non so cosa domandarti 1
Signore, non so cosa domandarti.
Tu però, conosci le mie necessità
perché tu mi ami più di me stesso.
Concedi a me, tuo servo, quanto non so chiederti.
Io non oso domandarti né croci né consolazioni.
Rimango solo in veglia davanti a te:
tu vedi ciò che ignoro.
Agisci secondo la tua misericordia!
Se vuoi, colpiscimi e guariscimi, atterrami e rialzami.
Io continuerò ad adorare la tua volontà
e davanti a te starò in silenzio.
A te mi consegno interamente:
non ho desideri, voglio solo che si compia il tuo volere.
Insegnami a pregare, anzi, prega tu stesso in me!
abbandonofedefiduciavolontà di Dio
inviato da Giuliana Babini, inserito il 01/06/2002
PREGHIERA
Cristo, mio redentore.
Sono libero quando accetto la libertà degli altri.
Sono libero quando riesco ad essere persona.
Sono libero quando non credo nell'impossibile.
Sono libero se la mia unica legge è l'amore.
Sono libero quando credo che Dio è più grande del mio peccato.
Sono libero quando solo l'amore riesce a incantarmi.
Sono libero se mi accorgo che ho bisogno degli altri.
Sono libero quando sono capace di ricevere la felicità che mi regalano gli altri.
Sono libero se solo la verità può farmi cambiare strada.
Sono libero se posso rinunciare ai miei diritti.
Sono libero quando amo il bene del mio prossimo più della mia stessa libertà.
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 01/06/2002
PREGHIERA
L'autentico «eroe»
è l'uomo qualunque che ha pazienza,
è l'umile che accetta
il mistero della vita,
il mistero della fede,
il mistero dell'eternità.
Eroe è l'operaio flagellato dalla vita;
è la madre ricca di paura
per l'avvenire e di lacrime;
è il prete solitario e amato solo da Dio,
dimenticato da tutti,
tormentato dalla sua solitudine
e assetato di bellezza;
è il giovane che si apre alla vita
e la trova amara e malinconica...
Eroe è colui che crede fino allo spasimo
all'amore di Dio,
al progetto infallibile della provvidenza,
al mistero dell'infinito e dell'onnipotente;
eroe è colui che ogni giorno
accetta con pazienza e con sorriso la vita
e aspetta l'incontro con Cristo.
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 01/06/2002
TESTO
Se la pianta non si orienta verso la luce, appassisce. Se il cristiano rifiuta di guardare la luce, se si ostina a guardare solo le tenebre, cammina verso una morte lenta; non può crescere né costruirsi in Cristo.
A poco a poco Cristo trasforma e trasfigura tutte le forze ribelli e contraddittorie che ci sono dentro di noi... Piangere sulla nostra ferita ci trasformerebbe in uno strazio, in una forza che aggredisce con violenza noi stessi e gli altri, soprattutto chi ci è più vicino. Una volta trasfigurata da Cristo, la ferita si trasforma in una fonte di energia, in una sorgente da cui scaturiscono le forze di comunione, di amicizia e comprensione.
Questa trasfigurazione è l'inizio della risurrezione sulla terra, è vivere la Pasqua insieme a Gesù; è un continuo passare dalla morte alla vita.
pasquarisurrezionepeccatoconversione
inviato da Mariangela Molari, inserito il 01/06/2002
TESTO
Carlo Carretto, Lettere a Dolcidia
Ti faccio un esempio fisico che ho qui di fronte nel deserto (il deserto è una grande scuola!). C'è un pezzo di deserto, tutto sabbia e morte, tutt'al più qualche spino. Gli uomini vogliono trasformare il deserto in un'oasi verdeggiante. Incominciano a lavorare. Si fanno strade, stradette, canali, ponti, case, ecc. ecc. Non cambia nulla: tutto rimane deserto. Manca l'elemento base: l'acqua. Allora chi ha capito (è strano che si capisca bene nel mondo fisico e poco bene in quello soprannaturale) incomincia non a lavorare in superficie, ma si mette a scavare in profondità. Cerca l'acqua. Fa un pozzo, la fecondità dell'oasi non dipenderà dai canali fatti, dalle strade, dalle case, ma da quel pozzo. Se sgorgherà l'acqua tutto si vivificherà, se no niente.
inviato da Mariangela Molari, inserito il 01/06/2002
TESTO
1776. L'importante è seminare 1
Semina, semina
l'importante è seminare:
un po', molto,
tutto il grano della speranza.
Semina il tuo sorriso,
perché tutto splenda intorno a te.
Semina la tua energia,
la tua speranza
per combattere e vincere
la battaglia quando sembra perduta.
Semina il tuo coraggio
per risollevare quello degli altri.
Semina il tuo entusiasmo
per infiammare il tuo prossimo.
Semina i tuoi slanci generosi,
i tuoi desideri, la tua fiducia,
la tua vita.
Semina tutto ciò che c'è di bello in te,
le piccole cose, i nonnulla.
Semina, semina e abbi fiducia,
ogni granellino arricchirà un piccolo angolo della terra.
Da una ricerca sul web sembrerebbe che il titolo sia "Semina la speranza" e l'autore sia Ottaviano Menato
inviato da Nadia, inserito il 31/05/2002
ESPERIENZA
1777. Pregando, posso amare i poveri
Un giorno Madre Teresa parlò con un seminarista. Guardandolo con i suoi occhi limpidi e penetranti gli chiese: "Quante ore preghi ogni giorno?". Il ragazzo rimase sorpreso da una simile domanda e provò a difendersi dicendo: "Madre, da lei mi aspettavo un richiamo alla carità, un invito ad amare di più i poveri. Perché mi chiede quante ore prego?". Madre Teresa gli prese le mani e le strinse tra le sue quasi per trasmettergli ciò che aveva nel cuore. Poi gli confidò: "Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega; pregando, Dio mi mette il suo Amore nel cuore e così posso amare i poveri. Pregando!".
inviato da Immacolata Chetta, inserito il 31/05/2002
TESTO
Come potrà mai realizzare la Verità colui nel cui cuore
si agitano liberamente le passioni?
Le passioni sono, per il nostro cuore,
ciò che è la tempesta per l'oceano.
Soltanto il marinaio che si tiene saldamente alla nave
riesce a salvarsi dalla tempesta.
E soltanto colui che si tiene unito a Dio con la fiducia,
può trionfare sulla tempesta che si agita nel suo cuore.
inviato da Filippa Castronovo, inserito il 29/05/2002
RACCONTO
Bruno Ferrero, Solo il vento lo sa
Una catechista aveva raccontato ai suoi ragazzi del catechismo la parabola del figliol prodigo, ma si era accorta che dopo un po' molti si erano distratti. Allora aveva chiesto che gliene scrivessero il riassunto.
Uno di loro scrisse così: «Un uomo aveva due figli, quello più giovane però non ci stava volentieri a casa, e un giorno se ne andò via lontano, portando con sé tutti i soldi. Ma ad un certo punto questi soldi finirono e allora il ragazzo decise di tornare a casa perché non aveva neanche da mangiare. Quando stava per arrivare, suo padre lo vide e tutto contento prese un bel bastone e gli corse incontro. Per strada incontrò l'altro figlio, quello buono, che gli chiese dove stava andando così di corsa e con quell'arnese: "E' tornato quel disgraziato di tuo fratello; dopo quel che ha fatto si merita un bel po' di botte!". "Vuoi che ti aiuti anch'io, papà?". "Certo", rispose il padre.
E così, in due, lo riempirono di bastonate. Alla fine il padre chiamò un servo e gli disse di uccidere il vitello più grasso e di fare una grande festa, perché s'era finalmente tolto la voglia di suonargliele a quel figlio che gliel'aveva combinata proprio grossa!».
Capire la logica del cuore di Dio è difficile per tutti.
perdonomisericordia di Dioamore di Dio
inviato da Immacolata Chetta, inserito il 29/05/2002
TESTO
Kahlil Gibran, Il Profeta
E una donna che reggeva un bambino al seno disse: Parlaci dei figli.
Ed egli disse:
I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie dell'ardore che la vita ha per se stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
e benché vivano con noi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Poiché essi hanno i loro propri pensieri.
Potete dar ricetto ai loro corpi ma non alle loro anime,
Poiché le loro anime dimorano nella casa del domani, che neppure in sogno vi è concesso di visitare.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercate di rendere loro simili a voi.
Poiché la vita non va indietro né indugia con l'ieri.
Voi siete gli archi da cui i vostri figli come frecce vive sono scoccate.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi piega e vi flette con la sua forza perché le sue frecce vadano veloci e lontane.
Fate che sia gioioso e lieto questo esser piegati dalla mano dell'Arciere:
Poiché come ama la freccia che scaglia, così Egli ama anche l'arco che è saldo.
famigliacoppiafigligenitorimatrimonio
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 29/05/2002