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PREGHIERA

121. Apriti!   1

Pierfortunato Raimondo, Abbiate sale in voi stessi - Effatà, Ed. Cantalupa (TO), 2005

Ed oggi ancora, Signore,
pronunzia quella parola:
"Effatà, àpriti!"
di fronte a ciascuno di noi.
Apri le nostre orecchie
affinché non siamo sordi
agli appelli del nostro prossimo,
amico o traditore che sia,
e della tua voce nella coscienza,
piacevole o antipatica che sia.
Apri le nostre bocche
perché possa sgorgare sincera
la voce dell'affetto e della stima,
ferma e convinta,
quella che difende la giustizia e la pace.
Apri le nostre mani
affinché restino pulite
nella nostra professione,
leste e operative
nelle nostre attività,
capaci di stringere le mani di tutti,
indipendentemente
dal loro colore e calore.
Apri i nostri cuori
affinché vibrino all'unisono col tuo,
vivendo emozioni
che conducono a scelte concrete
e sentimenti che resistono
alla corsa del tempo e dei tempi.

battesimoimpegnodisponibilità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 03/09/2010

TESTO

122. Il tempo per vivere davvero   1

Henri J. M. Nouwen

Mi sembrava sempre di avere qualcosa di più urgente da fare.
Tuttavia, se mi lasciassi condizionare da ciò che è urgente, non riuscirei mai a occuparmi di ciò che è essenziale.
E' così facile dedicare tutto il tempo alle cose urgenti e non cominciare mai a vivere, a vivere davvero!

tempoessenzialeessenzialitàagire

4.0/5 (2 voti)

inviato da Sara Cannizzo, inserito il 26/08/2010

TESTO

123. Un decalogo per il papà, proposto da un bambino   2

Antonio Mazzi

1. Non viziarmi. So benissimo che non dovrei avere tutto quello che chiedo. Voglio solo metterti alla prova.

2. Non essere incoerente: questo mi sconcerta e mi costringe a fare ogni sforzo per farla franca ogni volta che posso.

3. Non fare promesse: potresti non essere in grado di mantenerle. Questo farebbe diminuire la mia fiducia in te.

4. Non correggermi davanti alla gente. Ti presterò molta più attenzione se parlerai tranquillamente con me a quattr'occhi.

5. Non brontolare continuamente: se lo fai dovrò difendermi facendo finta di essere sordo.

6. Non badare troppo alle mie piccole indisposizioni. Potrei imparare a godere di cattiva salute se questo attira la tua attenzione.

7. Non preoccuparti per il poco tempo che passiamo insieme. È come lo passiamo che conta.

8. Non permettere che i miei umori suscitino la tua ansia perché allora diventerei ancora più pauroso. Indicami il coraggio.

9. Non dimenticare che non posso crescere bene senza molta comprensione ed incoraggiamento... ma non ho bisogno di dirtelo, vero?

10. Ricordati, io imparo di più da un esempio che da un rimprovero.

padrepaternitàeducazionebambinigenitorifigli

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 26/08/2010

PREGHIERA

124. Preghiera alla croce

San Giovanni Leonardi

O Croce,
il mio cuore languisce d'amore,
di ardente passione e di desiderio,
di fremiti.
Di essere a te unito,
a te fissato,
da te onorato,
illuminato e perfezionato.
Per te restituito a colui
che è sospeso a te
che dalle sacre gocce del suo sangue
fosti arrossata, fregiata e consacrata.

O se mi sarà concesso
di stendere le mani
sopra le tue braccia,
come fece il mio Maestro.
Avrò conseguito tutto il mio scopo,
raggiungerò ciò che da lungo tempo desidero,
sarò vero discepolo del mio Maestro.

O Croce,
tu sola sei che mi puoi consolare,
tu sola mi puoi appagare,
tu sola quella che mi puoi ricondurre
al mio dolce Maestro.
Altra via che te, non trovo
per andare a lui,
per presentarmi al suo cospetto,
di far che un domani
possa contemplarlo faccia a faccia.
Altra scala non trovo
per potere ascendere al cielo.

O Croce buona accoglimi,
o Croce portatrice di salvezza,
o Croce desiderabile,
o Croce, bella fine della mia lunga peregrinazione,
ricompensa delle mie afflizioni.
Gemma preziosa,
fregio tessuto di perle e oro,
ghirlanda dei tuoi innamorati,
premio di una vita onorata.

O Croce
a te vengo,
sicuro di recarti gioia.
Vienimi incontro lietamente
poiché tanto tempo ti ho cercata,
ti ho desiderata,
tanto tempo bramata
e finalmente,
ti ho trovata.
In te
finirò il mio viaggio,
in te sarà confermata la mia fede.
Amen.

croce

5.0/5 (1 voto)

inviato da P. Luigi Murra, inserito il 11/08/2010

RACCONTO

125. Le croci quotidiane   2

Francesco Cipri

C'era un tempo in cui ognuno portava sempre sulle spalle la propria croce. Quando si andava a Messa, le croci venivano appoggiate all'ingresso e poi riprese all'uscita. Un'anziana signora arrivava sempre fra i primi e quindi lasciava la sua croce nei primi posti disponibili, poi usciva fra gli ultimi e così riprendeva la sua croce e andava via.

Un giorno, stanca del peso della sua croce, e pensando che quelle degli altri fossero più leggere, studiò una strategia per cambiare la sua croce con quella di qualcun altro.

"Arriverò per prima" - pensò, "ma questa volta uscirò anche per prima, così potrò scegliermi una croce più leggera. A qualcun altro toccherà la mia, così faremo un po' per uno. Non posso sempre essere io quella che porta il peso maggiore!". E così fece.

Ma quando uscì ebbe un'amara sorpresa: le altre croci erano tutte più pesanti della sua!

Mogia mogia aspettò che tutti uscissero, si prendessero ognuno la propria croce e, pregando e chiedendo in cuor suo perdono dei cattivi pensieri, riprese la sua croce, che questa volta le sembrò più leggera, e riprese la sua strada.

sofferenzainvidiacroceaccettazioneprogetto di Diofedefiduciaaffidamento

4.0/5 (1 voto)

inviato da Francesco Cipri, inserito il 26/06/2010

RACCONTO

126. Il cuore

Martin Buber, Storie e leggende chassidiche, Mondadori

Rabbi Mendel soleva dire che tutti gli uomini che gli avevano chiesto di pregare Dio per loro gli passavano nella mente quando diceva la tacita preghiera delle Diciotto Benedizioni (preghiera che si recita tre volte al giorno stando in piedi).

Un giorno un tale si stupì che ciò fosse possibile, poiché il tempo non bastava certo. Rabbi Mendel rispose: "Una traccia della pena di ognuno rimane incisa nel mio cuore. Nell'ora delle preghiera io apro il mio cuore e dico: Signore del mondo, leggi ciò che è scritto qui!".

preghieraintercessionecomunione

1.0/5 (1 voto)

inviato da Elena Calvini, inserito il 26/06/2010

RACCONTO

127. Battista il tartarughino misterioso   2

Ero assopito nei miei pensieri quando incontrai, per la prima volta, un semplice e carino tartarughino. Mi colpì subito, era diverso dagli altri perché era misterioso. Facemmo subito amicizia e la prima cosa che feci lo battezzai Battista, e con tutte le mie capacità cercai di scoprire il mistero che ogni tanto lo faceva entrare nel suo guscio.

Non mi fermai alla sua apparente sicurezza perché capì che aveva tanto bisogno di tenerezza.

Mi armai di tanto buon senso e pazienza e cominciai a portarlo nel mondo della fantasia e dei sogni, nonostante la realtà fosse ben diversa. Lo portai nel mio mondo fatto di tenerezza e magia e cercai di fargli assaporare quella dolcezza che non si vede se non con gli occhi del cuore.

Tutto faceva sperare al meglio, anche perché iniziammo la terapia dello scioglimento che consiste a fare esercizi nel dire ciò che si prova senza vergogna e paura. Una cosa per lui molto difficile e molto più faticosa di un duro allenamento di sport.

Con il tempo siamo diventati molto complici, io e Battista, anche se a volte si chiude completamente e non mi lascia entrare nel suo guscio. Pensa che non potrà mai più migliorare e che non potrà dare più di tanto. Quindi i suoi "ti voglio bene" timidi non sa quanto gli giovano.

Battista non sa che grazie a lui ho scoperto me stesso: lui è il mio specchio e mi ha dato la possibilità di conoscermi.

Alla fine la terapia serve a tutti e due e anche se verranno momenti di pausa, credo in lui e so che un giorno mi mostrerà senza paura tutta la sua tenerezza e allora si potrà dire che il nostro è un rapporto magico e speciale.

amiciziainterioritàtimidezzaaperturaaprirsi agli altrichiusura

5.0/5 (1 voto)

inviato da Chianese Raffaella, inserito il 26/06/2010

TESTO

128. Affidarsi allo Spirito

Carlo Maria Martini

Affidarsi allo Spirito significa riconoscere che in tutti i settori arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo, né svegliarlo, ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, seguirlo.

Anche nel buio del nostro tempo, lo Spirito c'è e non si è mai perso d'animo: al contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva là dove mai avremmo immaginato.

Spirito Santo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 29/05/2010

TESTO

129. Le due sorgenti   2

Tomàs Spidlík, Il professor Ulipispirus e altre storie

La montagna si eleva verso il sole. Ma la montagna pesa. E' fatta di sassi. In qualche recesso delle sue viscere nacquero un giorno due piccole sorgenti d'acqua limpida, che cercavano di uscire all'aperto. Ma la montagna non cedeva: le opprimeva, le soffocava.

Dopo un bel po' di tempo le sorgenti, facendosi largo a poco a poco, riuscirono a venire alla luce ai piedi della montagna. Com'erano stanche! Ma non c'era tempo per riposarsi.

Erano appena scaturite dalla terra quando sentirono delle grida provenienti dal muschio, dall'erba, dai fiorellini, dalle rose alpine: "Dateci da bere! Dateci da bere!"

"Fossi matta!", disse la prima sorgente. "Ho faticato tanto senza sosta laggiù, sottoterra, mentre voi, pigri, ve ne stavate al sole. Non vi darò proprio niente!"

"Non ci darai niente?", disse il muschio piccato. "E allora noi non ti lasceremo passare."

"Ti sbarreremo la strada con le nostre numerose radici", dichiarò l'erba.

"Ti copriremo così nessuno ti troverà", minacciarono i cespugli di rose alpine e di rovi.

La seconda sorgente fu condiscendente: "Bevi, sorella erba, però fatti da parte perché io possa proseguire il mio cammino!" Bevvero un poco anche i cespugli ma si tennero fuori dalla corrente e così il muschio e la rosa alpina.

La sorgente correva. Dava da bere a tutte le piante e tutte le cedevano il passo. La sua acqua era fresca e limpida come cristallo. Lei stessa non sapeva come. Le piante l'amavano e lasciavano che altre sorgenti si unissero a lei. Alla fine arrivò al mare. Quando giunse alla foce, l'azzurro padre Oceano la prese fra le braccia e la baciò sulla fronte. "E dov'è tua sorella sorgente?", le chiese.

"Ah, Padre! Purtroppo è diventata paludosa, marcia e puzzolente."
"Così è la vita, figliola mia", disse padre Oceano.

"Tua sorella non voleva dare agli altri ciò che ha ricevuto. Vedi? Anch'io oggi ti ricevo in restituzione del vapore che da me è salito verso la montagna. La vita è dare. Tenere per sè è la morte."

daredonaresenso della vitagratuitàvita

inviato da Maria Carmela Moretti, inserito il 22/12/2009

TESTO

130. La crisi

Don Luigi Verdi

Solo una terra ben lavorata può diventare terra propizia, ci dicono i contadini. Per questo paradossalmente un tempo di difficoltà e sconvolgimenti può rivelarsi come il tempo più adatto a una nuova nascita: ogni parto è preceduto dalle doglie, ogni nuova illuminazione e crecita sconta la propria stagione dell'inferno, ogni passaggio di iniziazione è scandito dal ritmo di notti scure.

E mi piace pensare che ogni crisi abbia l'effetto dei sassi di Pollicino che, nel folto del bosco, riescono sempre a indicare la strada. Ogni crisi ci permette allora di elevarci al di sopra della superficie del mondo, per scorgere le cime inviolate che la nebbia nasconde a coloro che vivono nella pianura. Viene un giorno in cui, dentro la tua penobra o nel tuo labirinto, si apre un varco inaspettato che ti indica il sentiero dentro il non senso. Nel profondo della notte, nel buio della crisi, c'è sempre una luce verso cui andiamo, o che viene verso di noi.

speranzacrisidifficoltàdoloresenso della vitaricerca di sensotenacia

4.0/5 (2 voti)

inviato da Maria Carmela Moretti, inserito il 13/12/2009

TESTO

131. Dio è nostro Padre   1

Madre Speranza di Gesù, Come un Padre e una tenera Madre

Dio è nostro Padre.
Credo che per elevare il nostro cuore a Dio non siano necessari tanti argomenti: ci può bastare la convinzione che Dio è nostro Padre.
Questa considerazione muove teneramente il cuore a un amore intenso, capace di penetrare tutta l'anima per molto tempo, disponendola a grandi cose.
Fra tutti i sentimenti, quello che può rimanere più a lungo nel cuore e nella mente, fino al punto di diventare un'idea fissa, è il poter chiamare Padre Dio stesso!

Padre è il titolo che conviene a Dio perché a lui dobbiamo quanto è in noi nell'ordine della natura e in quello soprannaturale della grazia, che ci fa suoi figli adottivi.
Vuole che lo chiamiamo Padre, perché come figli lo amiamo, gli obbediamo e lo veneriamo, e per destare in noi gli affetti di amore e di fiducia per i quali otterremo quanto gli domandiamo.
Nostro perché non avendo Dio che un Figlio naturale, nella sua infinita carità, ne volle avere molti adottivi, per poter comunicare ad essi le sue ricchezze; e perché, avendo tutti lo stesso Padre ed essendo fratelli, ci amassimo tra di noi scambievolmente.

Dio si è chinato verso di noi come il Padre più amoroso verso suo figlio e ci invita ad amarlo e a donargli il nostro cuore.
Questo amore egli potrebbe esigerlo per diritto e per forza.
Invece preferisce chiederlo affettuosamente, con dolcezza, perché la nostra risposta sia più spontanea e perché ricorriamo a lui con amore filiale.

Che gli uomini conoscano Dio come un Padre buono che si adopera con tutti i mezzi e in ogni modo per confortare, aiutare e far felici i suoi figli e che li segue e li cerca con amore instancabile come se non potesse essere felice senza di loro.

Dio Padrepaternità di Diorapporto con Diomisericordia di Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da M. Lucia Lisci, inserito il 10/12/2009

TESTO

132. Impara a saperti fermare   1

Aldo Aluffi, Nell'iniziativa di Dio, ed. Pro Sanctitate

Gli rispose Gesù: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". (Mt 8,20)

Un segno abituale della ricchezza è di essere, o di apparire molto occupato. Il ricco, o colui che mira ad esserlo, conta i minuti che gli sfuggono, come altrettanti guadagni che sfumano. Lui, Gesù, non si mostrava, mai preso dall'impazienza o dalla fretta di finire. Segno della sua padronanza su se stesso, segno soprattutto della sua totale dedizione agli altri. Il suo tempo non è più prezioso di quello degli infelici che lo assediano; il suo tempo, in realtà, non è suo, ma di tutti coloro che hanno bisogno di lui.

Impara da Gesù a saperti fermare, a dedicare il tuo tempo a chi ti chiede ascolto o compagnia, a combattere la fretta, la superficialità, la distrazione.

tempovalore del tempofrettacalmaascoltopovertàricchezzadisponibilità

5.0/5 (1 voto)

inviato da D'Augelli Mariagrazia, inserito il 08/12/2009

TESTO

133. Io mi impegno - Preghiera per l'adesione all'azione cattolica   1

Azione Cattolica Diocesana di Napoli

Confermando la scelta di aderire all'Azione Cattolica Italiana mi impegno:

- a camminare sulla strada della santità, tenendo fisso lo sguardo su Gesù;
- ad avere un contatto continuo con la Parola di Dio e a vivere una vita sacramentale intensa;
- a curare la mia formazione cristiana, attraverso la meditazione, lo studio personale, la partecipazione alle iniziative di formazione e alla vita dell'associazione parrocchiale, Diocesana e nazionale.
- ad avere a cuore la formazione cristiana dei più piccoli dell'Associazione (ACR);
- a far crescere la qualità della vita dell'AC attraverso la preghiera e la cura delle relazioni con le persone, la condivisione delle proposte che l'associazione offre, la promozione degli obiettivi che si da, la corresponsabilità e il sostegno economico;
- a vivere in comunione con il Vescovo e i sacerdoti, in particolare con il mio parroco, "con tutti i fratelli nella fede e con le altre aggregazioni ecclesiali";
- ad essere "fermento di dialogo con tutti gli uomini di buona volontà" ;
- a spendermi, insieme a tutti gli aderenti all'Associazione, affinché la mia parrocchia sia sempre più accogliente, estroversa, missionaria;
ad andare incontro alle persone che incrocio nelle diverse situazioni della vita;
- a portare da laico, giorno dopo giorno, "il fermento del Vangelo" in famiglia, a scuola, all'università, nei luoghi di lavoro e del tempo libero, nell'economia e nella politica;
- a prendere la vita sul serio e ad essere lievito buono, parola che comunica fiducia, sale che esalta il sapore delle cose.

Affido questi miei santi propositi al cuore e alle mani di Maria, la Madre del Signore Gesù.

azione cattolicaimpegnoevangelizzazionecomunione

inviato da Qumran2, inserito il 07/12/2009

TESTO

134. I poveri hanno bisogno di noi   1

Annalena Tonelli

I piccoli, i senza voce, quelli che non contano nulla agli occhi del mondo ma tanto agli occhi di Dio da essere i suoi prediletti, hanno bisogno di noi. Noi dobbiamo essere con loro e per loro, e non importa nulla se la nostra azione è come una goccia d'acqua nell'oceano. Gesù Cristo non ha mai parlato di risultati. Lui ha parlato solo di di amarci, di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonarci sempre. I poveri ci attendono e i modi del servizio sono infiniti, lasciati all'immaginazione di ciascuno di noi. Non aspettiamo di essere istruiti nel tempo del servizio, inventiamo e vivremo nuovi cieli e nuova terra ogni giorno della nostra vita.

Annalena Tonelli è una missionaria italiana nata a Forlì nel 1943; visse dal 1969 al 2003 in Africa, a servizio dei Somali. Scelse la piena e assoluta condivisione di una delle realtà più povere della terra.

servizioamorepoveripovertàimpegno

inviato da Paola Berrettini, inserito il 19/11/2009

TESTO

135. I dieci comandamenti laici   1

1. Domina la tua lingua. Dì sempre meno di quello che pensi.

2. Rifletti... prima di fare una promessa e di non rispettarla dopo, non importa quanto ti costa compierla.

3. Mai.... Non lasciarti mai sfuggire l'occasione di dire qualcosa di incoraggiante ad una persona, o qualcosa di buono su di lei.

4. Interessati... alle persone che ti circondano, alle loro famiglie, ai loro focolari, ai loro sogni. Stai con coloro che ridono sanamente e conforta quelli che piangono.

5. Sii allegro. Ridi delle buone storie ed impara a raccontarle. Trasmettere allegria è un dono che tutti possiamo fare.

6. Conserva... una mente aperta per tutte le cose. Ricorda che non ci sono verità assolute. E che è una virtù poter divergere pur conservando l'amicizia di chi si oppone alle nostre idee.

7. Lascia... che le tue virtù parlino da sé e rifiuta di parlare delle debolezze e degli errori altrui. Condanna la mormorazione, soprattutto quella malintenzionata.

8. Fa'... attenzione alla suscettibilità dei molti. E' più facile ferire che riparare dopo.

9. Non... fare caso alle chiacchiere sulla tua persona. Vivi in modo che nessuno possa dare loro credito e finiranno per essere dimenticate.

10. Non... essere eccessivamente geloso dei tuoi diritti. Ma lavora, abbi pazienza, conserva la calma, credi in te stesso, sii fermo e riceverai la tua ricompensa.

"Il passo del tempo deve essere una conquista e non una perdita".

comandamentivitasapienza

inviato da Don Stefano Rocca, inserito il 11/10/2009

PREGHIERA

136. Preghiera per quando non preghiamo

Matteo Salvatti, Insegnaci a Pregare, raccolta di preghiere

Signore,
Tu ci insegni a pregare con perseveranza,
a scegliere la parte migliore,
ci insegni a ricordarci di pregare più volte di quanto non respiriamo.
Purtroppo spesso, troppo spesso, la preghiera è invece ai margini della nostra vita.
Le riserviamo un posto di convenienza, di circostanza.
Nelle nostre giornate il tempo che vi dedichiamo è irrisorio. Perdonaci ancora.
Tu, o Gesù, eri in continuo dialogo con il Padre.
Signore, aiutaci a pregare.
Signore, fa' che la nostra vita diventi preghiera.
Fa' che la nostra preghiera non sia solo preghiera parolaia, ma fatta di fatti.
Fa' al tempo stesso che la nostra vita non sia vuoto attivismo, ma anche orazione.
Signore, perdonaci quando ci dimentichiamo dell'essenziale.
Insegnaci ad amare la preghiera, ad amare te che nei la fonte e l'essenza.
Amen.

preghierarapporto con Dio

inviato da Matteo Salvatti, inserito il 11/10/2009

PREGHIERA

137. Santa Maria, donna del riposo, donaci il gusto della domenica

Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni, ed. Paoline, pagg. 64-65

Santa Maria, donna del riposo, donaci il gusto della domenica. Facci riscoprire la gioia antica di fermarci sul sagrato della chiesa, a conversare con gli amici senza guardare l'orologio. Frena le nostre sfibranti tabelle di marcia, tienici lontani dall'agitazione di chi è in lotta perenne col tempo.

Liberaci dall'affanno delle cose. Persuadici che fermarsi sotto la tenda, per ripensare la rotta, vale molto di più che coprire logoranti percorsi senza traguardo.

Ma, soprattutto, facci capire che se il segreto del riposo fisico sta nelle pause settimanali o nelle ferie annuali che ci concediamo, il segreto della pace interiore sta nel saper perdere tempo con Dio. Lui ne perde tanto con noi. E anche tu ne perdi tanto.

preghieradomenicariposomariamadonna

inviato da Massimiliano Mastrecchia, inserito il 18/07/2009

TESTO

138. Lavorare per il cielo

San Giovanni Maria Vianney

Molti sono i cristiani, figli miei, che non sanno assolutamente perché sono al mondo... "Mio Dio, perché mi hai messo al mondo?". "Per salvarti". "E perché vuoi salvarmi?". "Perché ti amo".

Com'è bello conoscere, amare e servire Dio! Non abbiamo nient'altro da fare in questa vita. Tutto ciò che facciamo al di fuori di questo, è tempo perso. Bisogna agire soltanto per Dio, mettere le nostre opere nelle sue mani... Svegliandosi al mattino bisogna dire: "Oggi voglio lavorare per te, mio Dio! Accetterò tutto quello che vorrai inviarmi in quanto tuo dono. Offro me stesso in sacrificio. Tuttavia, mio Dio, io non posso nulla senza di te: aiutami!".

Oh! Come rimpiangeremo, in punto di morte, tutto il tempo che avremo dedicato ai piaceri, alle conversazioni inutili, al riposo anziché dedicarlo alla mortificazione, alla preghiera, alle buone opere, a pensare alla nostra miseria, a piangere sui nostri peccati! Allora ci renderemo conto di non aver fatto nulla per il cielo.

Che triste, figli miei! La maggior parte dei cristiani non fa altro che lavorare per soddisfare questo "cadavere" che presto marcirà sotto terra, senza alcun riguardo per la povera anima, che è destinata ad essere felice o infelice per l'eternità. La loro mancanza di spirito e di buon senso fa accapponare la pelle!

Vedete, figli miei, non bisogna dimenticare che abbiamo un'anima da salvare ed un'eternità che ci aspetta. Il mondo, le ricchezze, i piaceri, gli onori passeranno; il cielo e l'inferno non passeranno mai. Stiamo quindi attenti!

I santi non hanno cominciato tutti bene, ma hanno finito tutti bene. Noi abbiamo cominciato male: finiamo bene, e potremo un giorno congiungerci a loro in cielo.

salvezzascopo della vita

5.0/5 (1 voto)

inviato da Parrocchia S. Giovanni M. Vianney - Roma, inserito il 26/06/2009

PREGHIERA

139. Preghiera per le vocazioni sacerdotali

Guy Bagnard, Vescovo di Belley-Ars

Signore Gesù, guida e pastore del tuo popolo, tu hai chiamato nella Chiesa San Giovanni Maria Vianney, curato d'Ars, come tuo servo. Sii benedetto per la santità della sua vita e l'ammirabile fecondità del suo ministero. Con la sua perseveranza egli ha superato tutti gli ostacoli nel cammino del sacerdozio.

Prete autentico, attingeva dalla Celebrazione Eucaristica e dall'adorazione silenziosa l'ardore della sua carità pastorale e la vitalità del suo zelo apostolico.

Per sua intercessione, tocca il cuore dei giovani perché trovino nel suo esempio di vita lo slancio per seguirti con lo stesso coraggio, senza guardare indietro.

Rinnova il cuore dei preti perché si donino con fervore e profondità e sappiano fondare l'unità delle loro comunità sull'Eucaristia, il perdono e l'amore reciproco.

Fortifica le famiglie cristiane perché sostengano quei figli che tu hai chiamato.

Anche oggi, Signore, manda operai alla tua messe, perché sia accolta la sfida evangelica del nostro tempo. Siano numerosi i giovani che sanno fare della loro vita un "ti amo" a servizio dei fratelli, proprio come San Giovanni Maria Vianney.

Ascoltaci, o Signore, Pastore per l'eternità. Amen.

sacerdotipretipresbiterianno sacerdotalevocazioni

inviato da Parrocchia S. Giovanni M. Vianney - Roma, inserito il 26/06/2009

TESTO

140. Semina   2

Semina sorriso fin dal mattino,
e nel tempo fiorirà un giardino.
Semina grani di certa speranza
ci sarà molta esultanza.
Semina nella fede e con l'ardore
e l'angolo più grigio avrà colore.
Semina parole e fatti d'amore
e nel mondo avrà senso il cuore.
Semina entusiasmo e semplicità
e sarà facile la felicità.
Semina sempre con forza e coraggio
e la paura avrà nuovo linguaggio.
Semina in pazienza e perseveranza
e la terra avrà frutti in abbondanza.
Semina gesti di vera dolcezza
perché la violenza genera tristezza.
Semina dovunque germi di pace
e di certo l'urlo di guerra tace.
Semina, semina il bene: crescerà
ed ogni seme nuova vita darà.

seminareamorepacetestimonianzagratuitàsperanzaperseveranza

4.0/5 (1 voto)

inviato da Albamaria Bianchi, inserito il 22/06/2009

Pagina 7 di 18