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PREGHIERA
Quella notte Gesù ti hanno posto sulla fredda roccia. Dopo aver coperto quel tuo corpo martoriato, hanno posto un macigno all'entrata della tomba.
In quel momento l'uomo aveva smesso di credere in Dio!
Tu avevi guarito molti lebbrosi, ridato la vista ad un povero cieco, avevi sfamato migliaia di persone, avevi ridato perfino la vita al tuo amico Lazzaro... e ti hanno inchiodato sul legno della croce.
C'erano molte persone che stavano a guardare la tua umana agonia, che ti hanno visto soffrire e portare quel peso sulla via del Calvario. Alla tua morte non solo il cielo si è oscurato, ma anche il cuore di ogni uomo si è riempito del vuoto più assoluto.
Tutti ti hanno abbandonato quel pomeriggio, pochi ti sono stati vicini senza temere.
Cosa è successo nella tomba in quella notte Gesù?
Nessuno lo sa, e nessuno vorrà mai saperlo. Voler spiegare con la nostra mente umana quell'evento è presunzione.
Ma come poteva l'uomo pensare di chiudere in una tomba la Vita? Come è possibile coprire la Luce con le tenebre? Come è possibile voler chiudere tra i confini della fredda roccia l'Infinito Amore?
Tu Gesù sei il seme che, piantato per terra, muore e porta frutto. La tua morte ha portato alla nostra salvezza, ha portato alla vittoria della vita sulla morte.
Sei rinato a vita nuova per poter vivere ogni giorno e in ogni momento nel nostro cuore, in ognuno di noi.
La tomba abitata dalle tenebre, con la tua risurrezione è illuminata dalla vita, una luce che da speranza ad ogni uomo.
speranzaPasquafiduciarisurrezione
inviato da Antonio Ruffato, inserito il 29/09/2005
TESTO
Quanta disperazione nei cuori
per le difficoltà della vita,
per l'incomprensione degli altri,
per quello che vediamo attorno a noi,
per le ingiustizie che si compiono
e di cui tante volte siamo vittime!
Sperare in Dio
non è come sperare negli uomini,
che non possono neppure sorreggere
il nostro desiderio
e la nostra piccola fiducia.
Sperare vuol dire resistere
a quello che ogni giorno vediamo
di brutto nella vita.
Che cosa vuol dire questo,
se non ci fosse dietro Qualcuno
che prende il posto della nostra tristezza?
Sperare vuol dire guardare al di là
di questa breve giornata terrena;
vuol dire pensare
ad una giornata che viene,
perché Dio si è impegnato
a far camminare il mondo nella giustizia,
perché il male non può trionfare,
perché Cristo
ha preso l'impegno del bene;
e voi sapete che Cristo
lo ha difeso in questi secoli
nonostante tutte le nostre bestemmie.
inviato da Giorgio Musso, inserito il 23/09/2005
TESTO
Non credo
al diritto dei più forti,
al linguaggio delle armi,
alla potenza dei potenti.
Voglio credere
ai diritti dell'uomo,
alla mano aperta,
alla potenza dei non-violenti.
Non credo alla razza o alla ricchezza,
ai privilegi, all'ordine della forza e dell'ingiustizia:
è un disordine.
Non credo di potermi disinteressare
a ciò che accade lontano da qui.
Voglio credere che il mondo intero
è la mia casa e il campo nel quale semino,
e che tutti mietono ciò che tutti hanno seminato.
Non credo
di poter combattere altrove l'oppressione,
se tollero l'ingiustizia qui.
Voglio credere che il diritto è uno,
tanto qui che altrove,
che non sono libero finché un solo uomo è schiavo.
Non credo che la guerra e la fame siano inevitabili
e la pace irraggiungibile.
Voglio credere all'azione semplice,
all'amore a mani nude,
alla pace sulla terra.
Non credo che ogni sofferenza sia vana.
Non credo che il sogno degli uomini resterà un sogno
e che la morte sarà la fine.
Oso credere invece, sempre e nonostante tutto,
all'uomo nuovo.
Oso credere al tuo sogno, o Dio,
un cielo nuovo, una terra nuova dove abiterà la giustizia.
giustiziasperanzaimpegnoresponsabilità
inviato da Giovanni Vacca, inserito il 21/06/2005
TESTO
104. Andiamo fino a Betlemme (versione breve)
Andiamo fino a Betlem, come i pastori. L'importante è muoversi. Per Gesù Cristo vale la pena lasciare tutto: ve lo assicuro. E se, invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, con tutte le connotazioni della miseria, non ci venga il dubbio di aver sbagliato percorso.
Perché, da quella notte, le fasce della debolezza e la mangiatoia della povertà sono divenuti i simboli nuovi dell'onnipotenza di Dio. Anzi, da quel Natale, il volto spaurito degli oppressi, le membra dei sofferenti, la solitudine degli infelici, l'amarezza di tutti gli ultimi della terra, sono divenuti il luogo dove egli continua a vivere in clandestinità. A noi il compito di cercarlo. E saremo beati se sapremo riconoscere il tempo della sua visita.
Mettiamoci in cammino, senza paura. Il Natale di quest'anno ci farà trovare Gesù e, con lui, il bandolo della nostra esistenza redenta, la festa di vivere, il gusto dell'essenziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della collaborazione, la voglia dell'impegno storico, lo stupore della vera libertà, la tenerezza della preghiera.
Allora, finalmente, non solo il cielo dei nostri presepi, ma anche quello della nostra anima sarà libero di smog, privo di segni di morte, e illuminato di stelle.
E dal nostro cuore, non più pietrificato dalle delusioni, strariperà la speranza.
nataleincarnazionericerca di Diosperanza
inviato da Giovanni Vacca, inserito il 19/06/2005
PREGHIERA
Chiesi a Dio di essere forte
per eseguire progetti grandiosi:
Egli mi rese debole per conservarmi nell'umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute
per realizzare grandi imprese:
Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto:
Mi ha fatto povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me:
Egli mi ha dato l'umiliazione
perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita:
Mi ha lasciato la vita perché potessi apprezzare tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci furono esaudite.
Sii lodato; o mio Signore, fra tutti gli uomini
nessuno possiede quello che ho io!
Scritta da Kirk Kilgour, famoso pallavolista rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. Kirk ha letto questa preghiera di fronte al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma.
doloresofferenzasperanzaprogetto di Dioricchezzavitafelicitàfiduciadisabilità
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 13/06/2005
PREGHIERA
106. Preghiera per il nuovo anno 2
Un nuovo anno comincia
e invano scruto l'orizzonte
per scorgere in anticipo
quello che accadrà.
Davanti al tempo, Signore,
lo devo ammettere,
avverto tutta la mia fragilità
e il mio smarrimento.
Non posso sapere con certezza
quello che accadrà
di qui a poche ore
e come posso prevedere
ciò che mi riserverà
questa nuova carovana di giorni?
Non riesco neppure a intravedere
le sorprese che mi attendono dietro l'angolo
e come posso riconoscere
ciò che sta nel cuore di questi mesi?
E tuttavia, Signore, anche se
televisioni e giornali
continuano a rovesciare su di me
la loro valanga di sciagure,
di notizie sconfortanti,
di previsioni nere,
io non voglio lasciarmi vincere
dall'ansia o dallo scoraggiamento
dal pessimismo o dalla tensione.
No, Signore, vado incontro
a questo nuovo anno
con fiducia e con speranza.
E sai perché? Qualunque cosa accada,
ne sono certo,
tu sarai con me.
fedefiduciafiducia in Dioaffidamentotemposperanzapresentefuturo
inviato da Don Michelangelo Tondolo, inserito il 18/04/2005
TESTO
Buon Natale, amico mio: non avere paura.
La speranza è stata seminata in te. Un giorno fiorirà. Anzi, uno stelo è già fiorito. E se ti guardi attorno, puoi vedere che anche nel cuore del tuo fratello, gelido come il tuo, è spuntato un ramoscello turgido di attese.
E in tutto il mondo, sopra la coltre di ghiaccio, si sono rizzati arboscelli carichi di gemme. E una foresta di speranze che sfida i venti densi di tempeste, e, pur incurvandosi ancora, resiste sotto le bufere portatrici di morte.
Non avere paura, amico mio.
Il Natale ti porta un lieto annunzio: Dio è sceso su questo mondo disperato. E sai che nome ha preso? Emmanuele, che vuol dire: Dio con noi.
Coraggio, verrà un giorno in cui le tue nevi si scioglieranno, le tue bufere si placheranno, e una primavera senza tramonto regnerà nel tuo giardino, dove Dio, nel pomeriggio, verrà a passeggiare con te.
Clicca qui per il biglietto di auguri creato da Avvenire
inviato da Luigi Spilla, inserito il 13/04/2005
PREGHIERA
108. Preghiera del Papa per la Giornata mondiale del Malato 2005 1
Giovanni Paolo II, Messaggio Giorn. Mond. Malato 2005
Maria, Vergine Immacolata,
Donna del dolore e della speranza,
sii benigna verso ogni persona che soffre
e ottieni a ciascuno pienezza di vita.
Volgi il tuo sguardo materno
specialmente su coloro che in Africa
sono nell'estremo bisogno,
perché colpiti dall'AIDS o da altra malattia mortale.
Guarda le mamme che piangono i loro figli;
guarda i nonni privi di risorse sufficienti
per sostenere i nipoti rimasti orfani.
Stringi tutti al tuo cuore di Madre.
Regina dell'Africa e del mondo intero,
Vergine Santissima, prega per noi!
inviato da Anna Barbi, inserito il 23/01/2005
PREGHIERA
109. Maranatha, vieni Signore Gesù 1
"Il popolo che camminava nelle tenebre,
ha visto una gran luce;
sopra coloro che abitavano in terra tenebrosa,
una grande luce ha brillato" (Isaia 9,1).
Quando dici:... "Non ce la faccio a risolvere i miei problemi..."
Dio ti dice "Io guido i tuoi passi".
Quando dici: "E' impossibile..."
Dio ti dice "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio".
Quando dici: "Mi sento molto solo..."
Dio ti dice "Non ti lascerò e non ti abbandonerò".
Quando dici: "Come posso fare questo che mi chiedi? Chi mi aiuterà?..."
Dio ti dice "Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio".
Quando dici: "Non merito perdono..."
Dio ti dice "Io ti perdono".
"Anche se i vostri peccati fossero scarlatto, diventeranno bianchi come neve" (Isaia 1,18).
Quando dici: "Ho paura..."
Dio ti dice "Non temere, perché io sono con te".
Quando dici: "Sono molto stanco..."
Dio ti dice "Io ti ristorerò".
Quando dici: "Nessuno mi vuole bene e nessuno mi considera..."
Dio dice "Io ti amo, ti porto disegnato sul palmo delle mie mani".
Quando dici: "Non so come andare avanti..."
Dio ti dice "Io ti indicherò il cammino".
Quando ti domandi... "Quale è la via che mi conduce a te...?"
Dio ti risponde: "Il mio Figlio amato Gesù Cristo".
C'è un fatto straordinario che sta accadendo in questi giorni:
Dio si fa uomo e viene ad abitare in mezzo a noi.
Apriamo gli occhi, stiamo attenti e vigilanti,
non perdiamo anche questa occasione
per incontrarci con il Signore.
"State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!" (Marco 13,33).
Avventosperanzarapporto con Diofiduciapaurasolitudine
inviato da Eleonora Galassi, inserito il 06/11/2004
TESTO
Vivere è più che lottare:
è dare come un albero dà i suoi frutti:
i passeri i loro canti;
il ruscello quanto dà ai prati.
Vivere è più che credere
È dare uno scopo e dire, ad alta voce,
che si porta una croce.
Vivere è raccogliere all'infinito
Come raccolgono i colori dalla luce
In una fonte qui per terra!
Chi ha dato del suo agli altri
E ha diviso il suo essere
Ha visto che nel cesto del suo cuore
Si è moltiplicato il pane
E sempre ne rimane in resto.
Io stesso tendo le mani a Dio ed esclamo:
"Signore,
guarda ciò che la vita ha fatto di me!"
E tuttavia, ogni volta
Che mi siedo di fronte al foglio
Nuoto tra le rocce difficili di questa mia vita
E strappo una stella o un diamante
Mentre nella superficie
Mi crescono dolori
E una desolazione di pianto.
vitacrocesofferenzasperanzaimpegnomalattiadolore
inviato da Lidia Pautasso, inserito il 29/07/2004
TESTO
Romano il Melode, Inno XL
Corri presto, Maria, a radunare i miei discepoli.
Ho in te una tromba dalla voce potente:
suona un canto di pace
alle orecchie timorose dei miei amici nascosti,
svegliali tutti come dal sonno
perché mi vengano incontro
con le fiaccole accese.
Va' a dire loro:
«Lo sposo si è destato, uscendo dalla tomba,
e trascinando ogni cosa dalla morte alla vita.
Scacciate, apostoli, la tristezza mortale,
poiché si è ridestato
Colui che offre agli uomini caduti
la risurrezione.»
Pasquaresurrezionerisurrezionemariasperanza
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 29/07/2004
PREGHIERA
Circondato fedelmente e silenziosamente da forze buone, custodito e confortato meravigliosamente voglio trascorrere questi giorni con voi e con voi incamminarmi verso il nuovo anno.
Le cose passate tormentano i nostri cuori, il peso duro dei giorni brutti ci opprime: o Signore, da' ai nostri spiriti affranti la salvezza che ci hai preparato. Tu ci porgi il pesante e amaro calice della passione, pieno fino all'ultima goccia: noi lo prendiamo, grati, senza tremare, dalle tue care e buone mani.
Eppure, tu vuoi darci ancora la gioia per questo mondo e lo splendore del suo sole: ci ritorna alla mente il nostro passato e a te appartiene tutta la nostra vita.
Fa' che le candele che hai portato al nostro buio oggi ardano in silenzio e caldamente; raccoglici, se è possibile, di nuovo insieme: noi lo sappiamo, la tua luce arde nella notte.
Se ora si diffonde attorno a noi il silenzio, fa' che percepiamo il suono delle cose che, invisibili, si ergono attorno a noi, inno di lode di tutti i tuoi figli.
Custoditi meravigliosamente da forze buone aspettiamo, felici, le cose future: Dio è con noi la sera e la mattina e, sicuramente, ogni nuovo giorno.
fiducia in Diosperanzafuturoanno nuovorapporto con Diocrocesofferenza
inviato da Antonella Longo, inserito il 29/07/2004
TESTO
113. Pasqua, festa dei macigni rotolati 1
Tonino Bello, Pietre di Scarto
Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E' la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.
E' il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.
pasquaresurrezionerisurrezionerinascitavita nuovapeccatosperanza
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 29/07/2004
TESTO
Giovanni Paolo I, Udienza Generale 20 settembre 1978
Qualcuno dirà: ma se io sono un povero peccatore? Gli rispondo come risposi a una signora sconosciuta, che s'era confessata da me molti anni fa. Essa era scoraggiata, perché - diceva - aveva avuta una vita moralmente burrascosa.
«Posso chiederle - dissi - quanti anni ha?»
«Trentacinque.»
«Trentacinque! Ma lei può viverne altri quaranta o cinquanta e fare ancora un mucchio di bene. Allora, pentita com'è, invece che pensare al passato, si proietti verso l'avvenire e rinnovi, con l'aiuto di Dio, la sua vita.»
Citai in quell'occasione S. Francesco di Sales, che parla delle «nostre care imperfezioni». Spiegai: Dio detesta le mancanze, perché sono mancanze. D'altra parte, però, in un certo senso, ama le mancanze in quanto danno occasione a Lui di mostrare la sua misericordia e a noi di restare umili e di capire e compatire le mancanze del prossimo.
speranzapeccatofedeperdonodebolezzapentimentoconversioneperdono di Diomisericordia
inviato da Luca Peyron, inserito il 28/07/2004
TESTO
115. La speranza è incrollabile 1
Anche se sono vissuto fra molte tenebre, sotto duri regimi totalitari, ho visto abbastanza per essere convinto in maniera incrollabile che nessuna difficoltà, nessuna paura è così grande da poter soffocare completamente la speranza che zampilla eterna nel cuore dei giovani. Non lasciate che quella speranza muoia! Scommettete la vostra vita su di essa! Noi non siamo la somma delle nostre debolezze e dei nostri fallimenti; al contrario, siamo la somma dell'amore del Padre per noi e della nostra reale capacità di divenire l'immagine del Figlio suo. Là, tra gli uomini, è la casa di Cristo, che chiede a voi di asciugare, in suo nome, ogni lacrima e di ricordare a chi si sente solo che nessuno è mai solo se ripone in Lui la propria speranza.
speranzagiovanivitafuturoottimismoimpegnoresponsabilità
inviato da Luca Peyron, inserito il 28/07/2004
TESTO
Nella mia vita ho amato,
cuore ed anima,
luci ed ombre della terra.
Questo amore senza fine
ha fatto udire la voce della speranza
nell'azzurro del cielo.
E rimarrà nella felicità
e nel dolore più profondo,
rimarrà in ogni gemma ed in ogni fiore,
nelle notti primaverili ed estive.
Ho messo l'anello di nozze
alla mano del futuro.
amorefelicitàsperanzafuturoottimismosenso della vita
inviato da Cesarina Volontè, inserito il 28/07/2004
TESTO
Al termine della strada,
non c'è la strada
ma il traguardo.
Al termine della scalata,
non c'è la scalata
ma la sommità.
Al termine della notte,
non c'è la notte
ma l'aurora.
Al termine dell'inverno,
non c'è l'inverno
ma la primavera.
Al termine della disperazione,
non c'è la disperazione
ma la speranza.
Al termine della morte,
non c'è la morte
ma la vita.
Al termine dell'umanità,
non c'è l'uomo
ma l'Uomo-Dio.
stradafuturosperanzafedemortevita eternaattesaavvento
inviato da Anonimo, inserito il 27/07/2004
TESTO
E mi sorprende
quella inesauribile
risorsa
di speranza
che ti permette
di danzare
quando tutti
proprio tutti
si arrendono
all'evidenza
del tuo fallimento.
...e mi sorprende
quella forza
che mette vigore
nel tuo cuore
e dalle ceneri
dell'odio
e della violenza
fa nascere
amore
e compassione.
...e mi sorprende
la tua resistenza
che ti spinge
a credere nell'impossibile
certezza
di un'alba nuova,
quando la notte
dura da troppo.
...e mi sorprende
il tuo coraggio
di sognare
un avvenire
per i tuoi popoli
quando tutti
hanno già sentenziato
la tua scomparsa
dal mondo
che conta.
...e mi sorprendi
Africa mia
dalle mille
e inesauribili
risorse di vita.
speranzafiduciafuturostuporeAfrica
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 27/07/2004
TESTO
Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa
L'essenza dell'ottimismo non è guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando altri si rassegnano, la forza di tener alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, ma lo rivendica per sé.
Esiste certamente anche un ottimismo stupido, vile, che deve essere bandito. Ma nessuno deve disprezzare l'ottimismo inteso come volontà di futuro, anche quando dovesse condurre cento volte all'errore; perché esso è la salute della vita, che non deve essere compromessa da chi è malato.
Ci sono uomini che ritengono poco serio, e cristiani che ritengono poco pio, sperare in un futuro terreno migliore e prepararsi ad esso. Essi credono che il senso dei presenti accadimenti sia il caos, il disordine, la catastrofe, e si sottraggono nella rassegnazione o in una pia fuga dal mondo alla responsabilità per la continuazione della vita, per la ricostruzione, per le generazioni future.
Può darsi che domani spunti l'alba dell'ultimo giorno: allora, non prima, noi interromperemo volentieri il lavoro per un futuro migliore.
ottimismofuturosperanzapresenteimpegnoresponsabilità
inviato da Giulio Gerbino, inserito il 22/12/2003
TESTO
Ogni volta nasce un bimbo,
non importa il colore,
ebreo, cristiano, indù o musulmano,
Dio sorride dall'alto di gioia nel cuore.
Sorride quando sulla terra
Due cuori si incontrano
E sfidando l'egoismo
Si giurano amore eterno
E diventano riflesso sulla terra
Del Dio che è trino, ma uno per l'amore.
Come sorride Dio quando quaggiù
C'è qualcuno che offre il suo dolore,
sorride a quella donna ammalata,
a quel figlio schiavo della droga,
a quel padre stanco e senza lavoro,
ma fiducioso che Dio è Provvidenza.
Ogni volta qualcuno si stringe la mano,
si perdona di cuore, si fa la pace vera,
c'è un uomo che porta speranza,
e un altro che semina la gioia,
Dio dall'alto acconsente e sorride.
Ma Dio sorride anche quando
ci vede troppo indaffarati,
sempre di corsa, con l'ansia nel cuore
eternamente insoddisfatti e alla ricerca.
Dio ci sussurra piano all'orecchio:
"Tranquilli" e stringendoci, ci sorride.
Come ride di gusto Dio
Sulle nostre manie,
sulla mode che passano,
sui cultori dell'effimero,
come sorride
sui soldi accumulati e i cuori ingombri,
sulle storie strappalacrime e inventate,
sui concorsi di bellezza e gli idoli e stravaganze.
Sorride perché sa che tutto si riduce in polvere.
Quante volte trattiene il sorriso
e scoppia in lacrime
sugli orrori, i massacri e le vendette,
sui bambini deturpati e gli anziani abbandonati,
sull'uomo che perde la dignità
e distrugge i valori.
Ma poi, guardando quaggiù
si ricorda che siamo suoi figli
e chiudendo un occhio per amore
continua a sorriderci e la vita non finisce,
perché in fondo è l'uomo il vero sorriso di Dio.
rapporto con Dioamore di Diosperanza
inviato da Padre Gianni Fanzolato, inserito il 27/10/2003