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TESTO
Date un pensiero al rito dell'imposizione delle Ceneri. Meriterebbe una prefazione storica, che lo fa risalire all'antico Testamento (Cfr. ad es. Ier. 25, 34; Iud. 9, 1; Dan. 9, 3, etc.), e lo travasa nel nuovo (Cfr. Luc. 10, 13; Matth. 11, 21), e poi nella prassi dei primi secoli cristiani e nei seguenti. Ma guardatene il senso, il pessimismo cioè che grava sulla vita umana nel tempo; rileggete uno dei libri, sapienziali, e in certo senso, quasi sconcertante, della Bibbia, l'Ecclesiaste (ora indicato col termine ebraico Qohèlet), che comincia con le famose parole, adatte per un cimitero dell'umanità senza speranza: «vanità della vanità, tutto è vanità» (Eccl. 1, 1); e ripensate al pauroso verismo di certa letteratura e di certa filosofia contemporanea; e vi convincerete della sincerità della Chiesa nella sua pedagogia spirituale; ella non può passare sotto silenzio l'esperienza della morte e del dissolvimento, a cui la nostra temporale esistenza è condannata. Ma con questa immediata rettifica ad una concezione disperata del nostro vero destino: la vita, in Cristo, sarà vittoriosa. E cioè bisogna ricordare e scoprire l'aspetto positivo della quaresima, cioè della penitenza cristiana. Essa non è voluta e promossa per offendere e per rattristare l'uomo, insaziabilmente avido di vita, di pienezza, di felicità, ma per ammaestrarlo e per condurlo, mediante l'arduo cimento della penitenza, alla conquista, o meglio alla riconquista del «paradiso perduto». Periodo perciò di riflessione si apre davanti a noi. È la concezione, in fondo, della nostra vita che passa all'analisi della coscienza cristiana; è l'autocritica fondamentale, è la filosofia che sfocia nella sapienza, è lo sforzo di salvataggio, dall'inevitabile naufragio travolgente, che accetta la mano salvatrice di Cristo, che ci è offerta in questa palestra spirituale. Procuriamo di comprendere, cerchiamo di profittarne.
mercoledì delle ceneripenitenzaquaresimasalvezza
inviato da Luca Peyron, inserito il 08/12/2004
TESTO
62. Pasqua, festa dei macigni rotolati 1
Tonino Bello, Pietre di Scarto
Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E' la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.
E' il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.
pasquaresurrezionerisurrezionerinascitavita nuovapeccatosperanza
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 29/07/2004
TESTO
S. Tommaso d'Aquino, Conferenze
Nessun esempio di virtù è assente dalla croce. La passione di Cristo infatti è sufficiente per orientare tutta la nostra vita.
Chiunque vuol vivere in perfezione non faccia altro che disprezzare quello che Cristo disprezzò sulla croce, e desiderare quello che egli desiderò. Nessun esempio di virtù infatti è assente dalla croce.
Se cerchi un esempio di carità, ricorda: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 13).
Se cerchi un esempio di pazienza, ne trovi uno quanto mai eccellente sulla croce. Infatti «quando soffriva non minacciava» (1 Pt 2, 23) e come un agnello fu condotto alla morte e non aprì la sua bocca (cfr. At 8, 32). Se cerchi un esempio di umiltà, guarda il crocifisso: Dio, infatti, volle essere giudicato sotto Ponzio Pilato e morire.
Se cerchi un esempio di obbedienza, segui colui che si fece obbediente al Padre fino alla morte.
Se cerchi un esempio di disprezzo delle cose terrene, segui colui che è il Re dei re e il Signore dei signori. Egli è nudo sulla croce, schernito, sputacchiato, percosso, coronato di spine, abbeverato con aceto e fiele.
Non legare dunque il tuo cuore alle vesti ed alle ricchezze, perché «si sono divise tra loro le mie vesti» (Gv 19, 24); non gli onori, perché ho provato gli oltraggi e le battiture (cfr. Is 53, 4); non alle dignità, perché intrecciata una corona di spine, la misero sul mio capo (cfr. Mc 15, 17); non ai piaceri, perché «quando avevo sete, mi han dato da bere aceto» (Sal 68, 22).
GesùcrocesofferenzaumiltàpazienzaCrocifissoobbedienzainterioritàesteriorità
inviato da Pier Luca Bancale, inserito il 27/07/2004
PREGHIERA
Vento del Suo Spirito che soffi dove vuole, libero e liberatore,
vincitore della legge, del peccato e della morte... Vieni!
Vento del Suo Spirito che alloggiasti
nel ventre e nel cuore di una cittadina di Nazareth... Vieni!
Vento del Suo Spirito che ti impadronisti di Gesù
per inviarlo ad annunciare una buona notizia ai poveri
e la libertà ai prigionieri... Vieni!
Vento del Suo Spirito che ti portasti via nella Pentecoste
i pregiudizi, gli interessi e la paura degli Apostoli
e spalancasti le porte del cenacolo
perché la comunità dei seguaci di Gesù
fosse sempre aperta al mondo, libera nella sua parola
coerente nella sua testimonianza
e invincibile nella sua speranza... Vieni!
Vento del Suo Spirito che ti porti via sempre le nuove paure della Chiesa
e bruci in essa ogni potere che non sia servizio fraterno
e la purifichi con la povertà e con il martirio... Vieni!
Vento del Suo Spirito che riduci in cenere la prepotenza, l'ipocrisia e il lucro
e alimenti le fiamme della Giustizia e della Liberazione
e che sei l'anima del Regno... Vieni!
Vieni o Spirito perché siamo tutti vento nel tuo Vento,
vento del tuo Vento,
dunque eternamente fratelli.
inviato da Massimo Di Lullo, inserito il 22/12/2003
ESPERIENZA
In un convento di clausura, ogni volta una suora, che ha vissuta l'intera vita sempre e solo con Dio, torna al Padre, le campane suonano a festa. Fu chiesto alla superiora il perché di queste campane a festa: "Noi, spose di Cristo, siamo come le vergini in continua attesa che arrivi lo sposo: e, quando arriva, è festa, grande festa. Ci vestiamo di bianco come per le nozze e riempiamo di gioia tutta la liturgia".
mortedefuntirisurrezioneparadisovita eterna
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 16/12/2003
PREGHIERA
Signore Gesù Cristo,
tu che hai potere sulla vita e sulla morte,
tu che conosci i segreti più intimi,
purificami dal male
che io ho commesso nel segreto,
sotto il tuo sguardo.
Ecco, i miei anni declinano di giorno in giorno
e i miei peccati aumentano.
Signore, Dio delle anime e dei corpi,
tu conosci l'estrema fragilità
della mia anima e del mio corpo.
Donami forza, Signore,
nella mia debolezza
e sostienimi nella mia miseria.
Donami un cuore riconoscente
che si ricordi sempre dei tuoi benefici,
Signore di bontà infinita.
Non ricordare i miei numerosi peccati
e dimentica i miei tradimenti.
Signore, non disprezzare la preghiera
di questo povero peccatore che io sono,
ma conservami la tua grazia
che mi protegga sino alla fine
come mi ha protetto fino ad oggi!
Signore, io ti lodo e ti glorifico,
perché la tua misericordia
con me non ha avuto limiti:
tu sei stato per me aiuto e protezione.
Sia eternamente benedetto il tuo nome,
perché tu sei il nostro Dio, e il mio Dio,
nei secoli dei secoli.
Amen.
inviato da Don Giosuè Lombardo, inserito il 18/10/2003
TESTO
Melitone di Sardi, Omelia sulla Pasqua (II sec.)
Egli è risorto dai morti ed ha gridato a gran voce:
«Chi è colui che viene a giudizio contro di me?
Si ponga di fronte a me!
Io ho liberato il condannato,
io ho restituito alla vita colui che era morto,
io ho risuscitato il sepolto.
Chi è colui che si oppone a me?
Io - dice - sono il Cristo,
io sono colui che ha annientato la morte
ed ha trionfato del nemico
ed ha calpestato l'Inferno sotto i piedi.
Io - dice - sono il Cristo,
io sono la vostra riconciliazione,
io la Pasqua della salvezza,
io l'Agnello immolato per voi,
io il vostro Riscatto,
io la vostra Vita,
io la vostra Risurrezione,
io la vostra Luce,
io la vostra Salvezza, io il vostro Re.
Sono io che vi conduco nell'alto dei cieli
e là vi risusciterò.
Io vi mostrerò il Padre che è dai secoli,
io vi risusciterò con la mia destra».
inviato da Anna Barbi, inserito il 28/06/2003
PREGHIERA
O Dio, tu ci hai creati con un corpo,
con i piedi per venire incontro a te,
con la testa per pensare,
con il cuore per imparare ad amare.
O Dio, tu ci hai dato le mani per stringere altre mani,
e non per serrarle in pugni violenti.
Mani aperte come un'offerta
come una preghiera di domanda e di grazie.
Mani che benedicono, mani che accolgono,
mani che ricevono il pane di vita.
O Gesù, con le tue mani,
hai innalzato il povero e l'escluso,
non hai gettato la pietra ma condiviso il pane,
hai portato la croce...
O Gesù, con le tue mani,
hai fatto passare Tommaso dal dubbio alla fede.
Le mani del Risorto ci invitano a sperare
a prenderci per mano, a non far cadere le braccia
davanti alla morte e all'isolamento.
O Dio, insegnaci a condividere di più, perché
le nostre mani sono il prolungamento del cuore
e diventano le tue mani,
quelle che danno vita.
condivisionesolidarietàcorporeitàumanità
inviato da Anna Barbi, inserito il 17/12/2002
PREGHIERA
Santa Maria, Madre di Dio, che hai conservato tutte le cose meditandole nel tuo cuore, insegnaci il profondo silenzio interiore, che ha avvolto tutta la tua vita.
Il silenzio dell'Annunciazione, di fede, missione ed obbedienza,
il silenzio della Visitazione, di umiltà, di servizio e lode;
il silenzio di Betlemme, della nascita, incarnazione e meraviglia;
il silenzio della fuga in Egitto, di perseveranza, speranza e fede;
il silenzio di Nazareth, di semplicità, intimità e comunione;
il silenzio del Calvario, di coraggio, morte ed abbandono;
il silenzio della Pasqua, di resurrezione, giubilo e gloria;
il silenzio dell'Ascensione, di realizzazione, trasformazione e nuova creazione;
il silenzio della Pentecoste, di pace, potenza ed amore.
Maria, nella tua saggezza insegnaci quel silenzio che ci abilita ad ascoltare la voce lieve, ma ferma del nostro Dio; che ci spinge ad adorare lui solo in spirito e verità.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi ora e sempre, perché possiamo entrare nel tuo silenzio che ci unisce a Gesù, tuo Figlio, nel mistero del suo silenzio davanti al Padre di misericordia.
inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002
PREGHIERA
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Improvvisamente un'immensa pesantezza è caduta su di me,
e non so dove fuggire.
Non ho più voglia di vivere.
Dove sei Signore?
Trascinato senza vita, verso un deserto immobile,
soltanto ombre circondano le mie frontiere.
Come posso uscirne?
Pietà di me, mio Dio...
Come una città assediata,
mi circondano, mi opprimono,
mi soffocano l'angoscia,
la tristezza, l'amarezza, l'agonia.
Come si chiama tutto questo?
Nausea? Tedio della vita?
Non ti dimentico, Gesù,
Figlio di Dio e servo del Padre,
che là, nel Getsemani, il tedio e l'agonia
ti oppressero fino a farti versare lacrime e sangue.
Una pesante tristezza di morte inondò la tua anima,
come un mare amaro... Ma tutto passò!
Io so, che anche la mia notte passerà.
So che squarcerai queste tenebre, mio Dio,
e domani spunterà la consolazione.
Cadranno le grosse mura e di nuovo potrò respirare.
La mia anima sarà visitata e tornerà a vivere.
Grazie, mio Dio, perché tutto è stato un incubo,
soltanto l'incubo di una notte che è già passata.
Adesso donami pazienza e speranza.
E si compia in me, la tua volontà, mio Dio. Amen.
sofferenzadepressioneconsolazionesolitudineangosciasperanza
inviato da Anna Barbi, inserito il 04/12/2002
TESTO
Se nonostante tutto siamo ottimisti
è perché Cristo è risorto!
Se spero in un mondo migliore
è perché Cristo è risorto!
Se non mi spavento di me stesso
è perché Cristo è risorto!
Immersi nella sua morte e risurrezione,
risorgiamo ogni giorno.
Un augurio a voi:
sentite Cristo risorto
anche per ognuno di voi
e per tutti i vostri cari.
don Franco Delpiano, sacerdote salesiano, morto a 42 anni di leucemia ha scritto questo augurio ai suoi giovani a pochi giorni dalla sua morte.
Pasquarisurrezioneottimismosperanza
inviato da Federico Bernardi, inserito il 03/12/2002
TESTO
Tutto è per noi Cristo.
Se desideri medicare le tue ferite,
egli è medico.
Se bruci di febbre,
egli è la sorgente ristoratrice.
Se sei oppresso dalla colpa,
egli è la giustizia.
Se hai bisogno di aiuto,
egli è la forza.
Se temi la morte,
egli è la vita.
Se desideri il cielo,
egli è la via.
Se fuggi le tenebre,
egli è la luce.
Se cerchi il cibo,
egli è il nutrimento.
Gustate, dunque, e vedete
quanto è buono il Signore;
felice l'uomo che spera in lui.
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 11/06/2002
PREGHIERA
Salve, o Madre, Regina del mondo.
Tu sei la Madre del bell'Amore,
Tu sei la Madre di Gesù,
fonte di ogni grazia,
il profumo di ogni virtù,
lo specchio di ogni purezza.
Tu sei gioia nel pianto,
vittoria nella battaglia,
speranza nella morte.
Quale dolce sapore il tuo nome
nella nostra bocca,
quale soave armonia
nelle nostre orecchie,
quale ebbrezza nel nostro cuore!
Tu sei la felicità dei sofferenti,
la corona dei martiri,
la bellezza delle vergini.
Ti supplichiamo,
guidaci dopo questo esilio
al possesso del tuo Figlio, Gesù.
Amen.
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 08/06/2002
RACCONTO
74. Tutto dipende da quel mattino di Pasqua
Si racconta di uno scienziato tedesco che, cercando un posto tranquillo dove sistemarsi, aveva finito per scegliere un'abitazione che stava nelle immediate vicinanze di un monastero di clausura.
Non aveva la fede, ma quell'ambiente presentava il vantaggio di essere ideale quanto a quiete per le sue ricerche.
"Qui almeno troverò il silenzio di cui ho bisogno per i miei studi e i miei esperimenti", pensava.
Le sue previsioni si rivelarono esatte solo parzialmente.
Di fatto, gran parte della giornata la sua casa era come avvolta dal silenzio, rotto soltanto dal suono di una campanella. Ma poi venivano le ore di ricreazione delle monache. Allora non c'era verso di difendersi da quell'allegria scoppiettante; l'esplosione delle risate trapassava muri e finestre.
Per lo studioso diventò quasi un'ossessione. Ragionava:
"Queste donne sono povere, conducono una vita di penitenza, non conoscono il piacere. Come fanno ad essere così contente? Non ci sarà sotto, per caso, qualcosa di losco?".
Decise di togliersi il pensiero parlandone direttamente con l'abbadessa. Questa gli fornì una spiegazione semplicissima:
"Siamo le spose di Cristo". "Ma il vostro sposo non è morto duemila anni fa?", obiettò quello.
"Mi scusi, signor professore, ma lei non deve essere stato informato che tre giorni dopo è risorto da morte. E noi siamo testimoni appunto, di ciò che è accaduto tre giorni dopo".
Tutto dipende da quel mattino di Pasqua.
fedepasquarisurrezionesperanzaottimismogioiafelicità
inviato da Mariangela Molari, inserito il 02/06/2002
TESTO
Se la pianta non si orienta verso la luce, appassisce. Se il cristiano rifiuta di guardare la luce, se si ostina a guardare solo le tenebre, cammina verso una morte lenta; non può crescere né costruirsi in Cristo.
A poco a poco Cristo trasforma e trasfigura tutte le forze ribelli e contraddittorie che ci sono dentro di noi... Piangere sulla nostra ferita ci trasformerebbe in uno strazio, in una forza che aggredisce con violenza noi stessi e gli altri, soprattutto chi ci è più vicino. Una volta trasfigurata da Cristo, la ferita si trasforma in una fonte di energia, in una sorgente da cui scaturiscono le forze di comunione, di amicizia e comprensione.
Questa trasfigurazione è l'inizio della risurrezione sulla terra, è vivere la Pasqua insieme a Gesù; è un continuo passare dalla morte alla vita.
pasquarisurrezionepeccatoconversione
inviato da Mariangela Molari, inserito il 01/06/2002
RACCONTO
Un giovane e ambizioso cavaliere era noto per la vita dissoluta e sfrenata. Un buon frate cercò di farlo riflettere sui rischi che avrebbe corso presentandosi con l'anima così carica di peccati all'ultimo giudizio del Signore.
"Non ho nessuna paura" rispose sprezzante il cavaliere. "So che il Signore è buono e misericordioso. Poco prima di morire pronuncerò tre prole che mi garantiranno la salvezza eterna. Dirò: Gesù, pietà, perdonami".
Il frate scosse la testa e il cavaliere, ridendo, riprese la sua vita depravata.
Un giorno, durante un terribile temporale, cavalcava a spron battuto sulle rive di un fiume gonfio d'acqua. Non voleva mancare ad una festa. Un fulmine spaventò il cavallo che lo disarcionò e lo fece piombare nella violenta corrente del fiume.
Le ultime tre parole del cavaliere, prima di morire, furono: "Crepa bestiaccia infame!".
inviato da Patrizia Traverso, inserito il 06/05/2002