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PREGHIERA

41. Preghiera della sera   1

Dietrich Bonhoeffer

Signore, mio Dio, ti ringrazio
di questo giorno che si chiude;
ti ringrazio di aver dato riposo al corpo e all'anima.
La tua mano è stata su di me,
mi ha protetto e mi ha difeso.
Perdona tutti i momenti di poca fede
e le ingiustizie di questo giorno.
Aiutami a perdonare tutti coloro
che sono stati ingiusti con me.
Ti affido i miei cari, ti affido questa casa,
ti affido il mio corpo e la mia anima.
Dio, sia santificato il tuo santo nome.

buonanotte

inviato da Qumran2, inserito il 29/10/2006

RACCONTO

42. Il pellegrino e i tre spaccapietre   3

Bruno Ferrero

Durante il Medioevo, un pellegrino aveva fatto voto di raggiungere un lontano santuario, come si usava a quei tempi. Dopo alcuni giorni di cammino, si trovò a passare per una stradina che si inerpicava per il fianco desolato di una collina brulla e bruciata dal sole. Sul sentiero spalancavano la bocca grigia tante cave di pietra. Qua e là degli uomini, seduti per terra, scalpellavano grossi frammenti di roccia per ricavare degli squadrati blocchi di pietra da costruzione.

Il pellegrino si avvicinò al primo degli uomini. Lo guardò con compassione. Polvere e sudore lo rendevano irriconoscibile, negli occhi feriti dalla polvere di pietra si leggeva una fatica terribile. Il suo braccio sembrava una cosa unica con il pesante martello che continuava a sollevare ed abbattere ritmicamente.
"Che cosa fai?", chiese il pellegrino.
"Non lo vedi?" rispose l'uomo, sgarbato, senza neanche sollevare il capo. "Mi sto ammazzando di fatica".
Il pellegrino non disse nulla e riprese il cammino.

S'imbatté presto in un secondo spaccapietre. Era altrettanto stanco, ferito, impolverato.
"Che cosa fai?", chiese anche a lui, il pellegrino.
"Non lo vedi? Lavoro da mattino a sera per mantenere mia moglie e i miei bambini", rispose l'uomo.
In silenzio, il pellegrino riprese a camminare.

Giunse quasi in cima alla collina. Là c'era un terzo spaccapietre. Era mortalmente affaticato, come gli altri. Aveva anche lui una crosta di polvere e sudore sul volto, ma gli occhi feriti dalle schegge di pietra avevano una strana serenità.
"Che cosa fai?", chiese il pellegrino.
"Non lo vedi?", rispose l'uomo, sorridendo con fierezza. "Sto costruendo una cattedrale".
E con il braccio indicò la valle dove si stava innalzando una grande costruzione, ricca di colonne, di archi e di ardite guglie di pietra grigia, puntate verso il cielo.

interioritàfinalitàsenso della vitafaticaimpegnosacrificio

5.0/5 (1 voto)

inserito il 13/07/2006

PREGHIERA

43. La preghiera nella sofferenza   1

Adele Caramico Stenta

Mi chiedevo... ma quanto avrà sofferto Gesù sulla Croce?
Mi chiedevo... ma come avrà fatto a sopportare tutto?
Mi chiedevo... tante cose ed anche ora, in mezzo alla sofferenza, mi chiedo ancora dove sia un senso a tutto questo.
Ecco, assimilata alla tua Croce ora comprendo che ogni sofferenza non è inutile.
Il mattino mi sveglio grata di aver potuto riaprire gli occhi alla luce, e poi...
Una fatica ed un offrire continuo fino alla sera.
Ogni ora che passa è un'ora in più che il Signore concede.
Cosa dire ancora?
Come Paolo anch'io vorrei poter dire che non sono io che vivo ma è Cristo che vive in me... ma sono troppo fragile per riuscire ad avere una fede così grande.
Signore, questa croce è pesante, portala tu insieme a me ed insieme ce la faremo.
Amen.

sofferenzaoffertacrocesacrificio

inviato da Adele Caramico Stenta, inserito il 06/02/2006

PREGHIERA

44. Preghiera di una madre

Anna Marinelli

Signore, ti ringrazio d'avermi resa madre
perciò cooperatrice del tuo divino disegno
di paternità universale.
Ma ora, Signore, che il figlio da tempo è svezzato
e gli anni corrono come lampi nel cielo,
ora dammi forza e grazia
per continuare la mia missione di madre.
Dammi forza nelle mani quando stanca, a sera tardi,
ho ancora da stirare;
forza nelle gambe, quando mi trascino
da una stanza all'altra per qualcosa ancora
da sistemare.
Dammi braccia grandi come ali di aquila
per abbracciare tutti all'unisono,
perché nessuno provi la cocente sensazione del rifiuto
o della dimenticanza.
Rendi i miei occhi capaci di scrutare
le ansie di ognuno, anche le più nascoste,
e ispirami la parola che solleva e conforta.
Fa' che il sorriso non si spenga mai
sulle mie labbra e il mio cuore materno sia faro
e punto di riferimento sicuro
nei momenti della prova.
Ch'io sappia essere sempre
oasi, rifugio e riva
quando la piccola barca della loro vita
sarà scossa dalle prime tempeste.
Dammi, oggi e sempre, o Padre Nostro,
il pane dell'amore incessante,
che non conosca misura, sconfinato e immenso
come deve essere quello di una madre,
dammi la forza di dire sempre SI
anche quando vorrei risparmiarmi,
e la forza di dire NO
quando è giusto disapprovare,
perché la vita, una madre, non la dà soltanto
al momento del travaglio, ma la continua a dare
giorno dopo giorno, come pane quotidiano,
condito d'amore.
Dammi, o Signore,
la forza di educare i figli secondo la tua legge,
che è legge d'amore e di misericordia,
affinché, varcando quel dì beato,
la soglia del tuo cielo, io ti possa mostrare orgogliosa
i figli che mi hai dato, e con essi lodarti e benedirti
insieme a tutto il creato.

preghiera di una madre

5.0/5 (2 voti)

inviato da Anna Marinelli, inserito il 06/02/2006

TESTO

45. Maria come fiocco di neve

Angelo, Rover di 19 anni

Maria,
buona madre,
come fiocco di neve,
hai viaggiato tutta la notte,
cercando un'improbabile alloggio,
proprio tu che sentivi
il Cristo muoversi in te.
Nell'aria della sera ho sentito
il tuo profumo,
nello zaino la tua fatica,
nello sguardo dei miei anni,
la tua dolcezza.
Le tue mani affaticate,
hanno sorretto le mie pene,
il tuo cuore,
è stato pieno della mia ansia.
Ti ringrazio, Maria,
perché mi hai fatto gustare
il piacere delle piccole cose,
della neve fresca
che si sgretolava sotto i miei piedi,
della gelida carezza del vento,
del fuoco che si è fuso con la mia anima.
Ti ringrazio, perché mi hai dato
qualcuno con cui parlare,
qualcuno a cui pensare.
Ti ringrazio, per le gioie,
ma ancor più per i dolori,
per le speranze,
ancor più per le delusioni,
la sete, la fame,
il freddo, la stanchezza.
Ti dono tutti i momenti
di dolce struggimento
passati davanti ad un fuoco
e le lacrime penose
della mia anima.
Ti ringrazio perché
negli altri
ho ritrovato Dio.

MariaMadonnastradanatale

inviato da Maria Palma Mignini, inserito il 01/01/2006

PREGHIERA

46. Signore, io ti chiedo sempre perdono   1

Signore, io ti chiedo sempre perdono, ad ogni mancanza mi ricordo che tu soffri per questo mio peccato che potevo evitare.
Dico parolacce e la sera prima di addormentarmi ti chiedo di perdonarmi.
...Ma un mio amico mi offende e non riesco a dimenticare tale offesa...
Non aiuto in casa e sono menefreghista nei confronti dei miei genitori che fanno sacrifici per me. Scusa Signore per la mia indifferenza.
...Però un mio amico non mi aiutato in un compito ed ho deciso che d'ora in poi con me ha chiuso...
Signore, perdonami perché ti penso poco e dedico poco tempo alla preghiera e al dialogo con te.
...Però un mio ex compagno di classe non si fa più sentire e ho deciso di dimenticarlo perché non merita le mie attenzioni....
C'è qualcosa che non quadra Signore: ti chiedo di perdonarmi azioni che io stesso non sono capace di perdonare ad altri.... Ma è difficile...
Signore, dammi la forza di riuscire a perdonare perché il mio piccolo mondo possa essere un mondo di pace.

perdonopacemisericordiamisericordia di Dio

inviato da Lisa Gleria, inserito il 02/10/2005

PREGHIERA

47. Avanzo sulla mia strada

San Patrizio

Avanzo sulla mia strada
con la forza di Dio come unico appoggio
con la potenza di Dio per proteggermi
con la saggezza di Dio per orientarmi,
l'occhio di Dio per guidarmi,
l'orecchio di Dio, testimone del mio parlare.
Cristo davanti a me, dietro a me,
Cristo in me e ai miei fianchi, Cristo attorno e dappertutto,
Cristo alla mia sinistra e Cristo alla mia destra,
Cristo con me al mattino e con me alla sera,
Cristo in ogni cuore che penserà a me,
Cristo in ogni sguardo che si poserà su di me,
Cristo in ogni orecchio che mi ascolterà.

rapporto con Diointeriorità

inviato da Stefania Raspo, inserito il 23/09/2005

RACCONTO

48. La preghiera dell'alfabeto   3

Anthony de Mello

Un contadino povero, nel rincasare la sera tardi dal mercato, si accorse di non avere con sé il suo libro di preghiere. Al suo carro si era staccata una ruota in mezzo al bosco ed egli era angustiato al pensiero che la giornata finisse senza aver recitato le preghiere.

Allora pregò in questo modo: «Ho commesso una grave sciocchezza, Signore. Sono partito di casa questa mattina senza il mio libro di preghiere e ho così poca memoria che senza di esso non riesco a formulare neppure un'orazione. Ma ecco che cosa farò: reciterò molto lentamente tutto l'alfabeto cinque volte e tu, che conosci ogni preghiera, potrai mettere insieme le lettere in modo da formare le preghiere che non riesco a ricordare».

Disse allora il Signore ai suoi angeli: «Di tutte le preghiere che oggi ho sentito, questa è senz'altro la più bella, perché è nata da un cuore semplice e sincero».

preghiera

4.5/5 (2 voti)

inviato da Martina Bresolin, inserito il 01/07/2005

RACCONTO

49. I due lupi   1

Una sera un uomo anziano confidò al suo giovane nipote la storia di una battaglia che si combatteva all'interno del suo cuore: «Figlio mio, ciò che si combatte dentro di me è una battaglia fra due lupi. Il primo malvagio è pieno di invidia, collera, angoscia, rimorsi, avidità, arroganza, sensi di colpa, orgoglio, sentimenti d'inferiorità, menzogna, superiorità e egocentrismo. Il secondo buono è pieno di pace, amore, disponibilità, serenità, bontà, gentilezza, benevolenza, simpatia, generosità, compassione, verità e fede».
Il bambino un po' disorientato pensò per un minuto e chiese: «Chi è colui che vince?».
Il vecchio rispose semplicemente: «E' colui che nutro».

benemalecoscienzainterioritàlotta spirituale

4.0/5 (1 voto)

inviato da Don Floriano Donatini, inserito il 07/01/2005

PREGHIERA

50. Una luce nel buio

Dietrich Bonhoeffer

Circondato fedelmente e silenziosamente da forze buone, custodito e confortato meravigliosamente voglio trascorrere questi giorni con voi e con voi incamminarmi verso il nuovo anno.

Le cose passate tormentano i nostri cuori, il peso duro dei giorni brutti ci opprime: o Signore, da' ai nostri spiriti affranti la salvezza che ci hai preparato. Tu ci porgi il pesante e amaro calice della passione, pieno fino all'ultima goccia: noi lo prendiamo, grati, senza tremare, dalle tue care e buone mani.

Eppure, tu vuoi darci ancora la gioia per questo mondo e lo splendore del suo sole: ci ritorna alla mente il nostro passato e a te appartiene tutta la nostra vita.

Fa' che le candele che hai portato al nostro buio oggi ardano in silenzio e caldamente; raccoglici, se è possibile, di nuovo insieme: noi lo sappiamo, la tua luce arde nella notte.

Se ora si diffonde attorno a noi il silenzio, fa' che percepiamo il suono delle cose che, invisibili, si ergono attorno a noi, inno di lode di tutti i tuoi figli.

Custoditi meravigliosamente da forze buone aspettiamo, felici, le cose future: Dio è con noi la sera e la mattina e, sicuramente, ogni nuovo giorno.

fiducia in Diosperanzafuturoanno nuovorapporto con Diocrocesofferenza

4.5/5 (2 voti)

inviato da Antonella Longo, inserito il 29/07/2004

PREGHIERA

51. T'ho trovato

Chiara Lubich, Scritti spirituali, vol. 1

T'ho trovato in tanti luoghi, Signore!
T'ho sentito palpitare nel silenzio altissimo d'una chiesetta alpina,
nella penombra del tabernacolo
di una cattedrale vuota,
nel respiro unanime d'una folla
che ti ama e riempie
le arcate della tua chiesa di canti e d'amore.
T'ho trovato nella gioia,
ti ho parlato al di là del firmamento stellato,
mentre a sera, in silenzio,
tornando dal lavoro a casa.
Ti cerco e spesso ti trovo.
Ma dove sempre ti trovo è nel dolore.
Un dolore un qualsiasi dolore
è come il suono della campanella
che chiama la sposa di Dio alla preghiera.
Quando l'ombra della croce appare,
l'anima si raccoglie
nel tabernacolo del suo intimo
e scordando il tintinnio della campana
ti «vede» e ti parla.
Sei Tu che mi vieni a visitare.
Sono io che ti rispondo:
«Eccomi Signore, te voglio, te ho voluto».
E in quest'incontro l'anima non sente il dolore,
ma è come inebriata del tuo amore:
soffusa di te, impregnata di te: io in te, tu in me,
affinché siamo uno.
E poi riapro gli occhi alla vita,
alla vita meno vera,
divinamente agguerrita,
per condurre la tua guerra.

ricerca di Diotrovare Diorapporto con Diodoloresofferenzacroce

5.0/5 (2 voti)

inviato da Anna Lollo, inserito il 28/07/2004

TESTO

52. Mancanza di fede   1

Indro Montanelli, Corriere della Sera, 28 febbraio 1996

Lo confesso: io non ho vissuto e non vivo la mancanza di fede con la disperazione di Prezzolini... Ma l'ho sempre sentita e sento come una profonda ingiustizia che toglie alla mia vita, ora che ne sono al rendiconto finale, ogni senso! Se è per chiudere gli occhi senza aver saputo di dove vengo, dove vado, e cosa sono venuto a fare qui, tanto valeva non aprirli.

fedemortevita eternasenso della vitaricerca di senso

inviato da Benedini Riccardo, inserito il 01/04/2003

TESTO

53. Se questo è un uomo   2

Primo Levi, Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per un pezzo di pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.



olocaustorazzismocampi di concentramentoantisemitismocrudeltàgiornata della memoriashoah

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 31/03/2003

RACCONTO

54. Voglio ringraziare   1

Paulo Coelho

Matthew Henry è un noto specialista di studi biblici. Una volta, mentre tornava dall'università dove insegna, fu aggredito. Quella sera, egli scrisse questa preghiera:

Voglio ringraziare
in primo luogo, perché non sono mai stato aggredito prima.
In secondo luogo,
perché mi hanno portato via il portafoglio e mi hanno lasciato la vita.
In terzo luogo,
perché, anche se mi hanno portato via tutto, non era molto.
Infine, voglio ringraziare
perché io sono colui che è stato derubato, e non colui che ha derubato.

ringraziamentogratitudinedoni di Diolodevedere oltre le apparenzefortunasfortunaottimismofiducia

4.7/5 (3 voti)

inviato da Anna Lianza, inserito il 31/03/2003

PREGHIERA

55. Preghiera di un pagliaccio   1

Manoscritto spagnolo

Padre,
sono un fallito, però ti amo.
Sono vari anni che sto nelle tue mani,
presto verrà il giorno in cui volerò da te...

La mia bisaccia è vuota,
i miei fiori appassiti e scoloriti,
solo il mio cuore è intatto.
Mi spaventa la mia povertà
però mi consola la tua tenerezza.

Sono davanti a te come una brocca rotta,
però con la mia stessa creta
puoi farne un'altra come ti piace...

Signore,
cosa ti dirò quando mi chiederai conto?
Ti dirò che la mia vita, umanamente,
è stata un fallimento,
che ho volato molto basso.

Signore, accetta l'offerta di questa sera...
La mia vita, come un flauto,
è piena di buchi...
ma prendila nelle tue mani divine.

Che la tua musica passi attraverso me
e sollevi i miei fratelli, gli uomini,
che sia per loro ritmo e melodia,
che accompagni il loro camminare,
allegria semplice
dei loro passi stanchi...

abbandonoumiltàpiccolezzapeccatopovertàmisericordiaperdonofiduciafede

5.0/5 (1 voto)

inviato da Polda, inserito il 17/01/2003

PREGHIERA

56. Voglio abbandonarmi a te   1

Questa sera capisco Pietro e la sua riluttanza
senza mezzi termini: "Tu non mi laverai mai i piedi!".
Nella sua frase intravedo
il rispetto e l'amore per te, Gesù:
non voglio che ti inginocchi qui davanti a me,
non posso tollerare che tu, il Maestro,
ti comporti in questo modo.
Nelle parole di Pietro io riconosco la mia vergogna
nell'apparire come sono,
nella mia nudità, con le mie ferite,
nella mia sporcizia, con i miei sbagli,
nella mia piccineria, con le mie ambiguità.
Non mi piace, Gesù, che tu mi veda così come sono veramente...

Ma tu mi ripeti le stesse parole che hai detto a Pietro,
tu mi inviti ad abbandonarmi, a lasciarmi andare,
a lasciarmi accogliere da te così come sono:
non c'è nessun bisogno di fingere...

Non è facile lavare i piedi a qualcuno,
ma è ancor più difficile lasciarseli lavare.
Non è sempre facile amare,
ma è ancor più difficile lasciarsi amare.
Questa sera intendo quello che tu vuoi da me:
non cerchi il discepolo perfetto,
ma solo un essere che si lasci amare da te,
che si lasci purificare dalla tua bontà,
guarire e salvare dalla tua misericordia.

giovedì santoultima cenaumiltàmisericordia di Dioamore di Dioaccettazione di sé

inviato da Corradini Don Lorenzo, inserito il 04/12/2002

PREGHIERA

57. Preghiera di un soldato morto in guerra

Ascolta, mio Dio.
mi hanno detto che non esistevi
e io, come uno stupido,
ho creduto che avessero ragione.
L'altra sera dal fondo di una voragine,
scavata da un obice, ho visto il tuo cielo.
Di colpo mi sono accorto che mi avevano imbrogliato.
Avessi preso un po' di tempo per guardare le cose,
mi sarei accorto benissimo che quelle persone
si rifiutavano di chiamare gatto un gatto.
Mi chiedo, mio Dio,
se ti andrebbe di stringermi la mano...
Eppure sento che non ti sarà difficile comprendermi.
E' curioso che sia dovuto venire
in questo luogo d'inferno,
per aver il tempo di vedere il tuo volto.
Ti amo terribilmente: ecco quello che voglio che tu sappia.
Tra poco ci sarà un orribile attacco.
Chissa! Può darsi che proprio questa sera
io bussi alla tua porta.
Noi due, fino a quest'istante, non siamo stati amici,
e mi chiedo se mi aspetterai sulla soglia della tua casa.
Lo vedi? Adesso piango. Sì, proprio io, piango come un bambino.
Se ti avessi conosciuto prima...
E' l'ora! Bisogna che vada.
E' strano; da quando ti ho incontrato
non ho più paura di morire.

La paternità di questo testo non è chiara: alcuni testi su internet l'attribuiscono a Aleksandr Zacepa, soldato dell'Armata Rossa; altri dicono che è stato trovato sul cadavere di un soldato americano al momento dello sbarco in Africa del Nord, durante l'ultimo conflitto mondiale. Al di là dell'incertezza sull'autore del testo, resta valido il suo messaggio.

morteguerrafedevita eternaricerca di Dio

inviato da Claudio Guazzarotto, inserito il 03/12/2002

TESTO

58. La fede

Trilussa

Quella vecchietta che incontrai
la sera che mi spersi in mezzo al bosco,
mi disse: "Se la strada non la sai
ti ci accompagno io che la conosco,
se hai la forza di venirmi appresso,
di tanto in tanto ti darò una voce,
fino là in fondo dove c'è un cipresso,
fino là in cima dove c'è una croce".
Io risposi: "Sarà, ma trovo strano
che mi possa guidare chi non ci vede...".
La cieca allora mi prese per la mano
e sospirò: "Cammina!". Era la fede!

Testo originale

Quela Vecchietta ceca, che incontrai
la notte che me persi in mezzo ar bosco,
me disse: - Se la strada nu' la sai,
ti ciaccompagno io, ché la conosco.
Se ciai la forza de venimme appresso,
de tanto in tanto te darò una voce
fino là in fonno, dove c'è un cipresso,
fino là in cima dove c'è la Croce... -
Io risposi: - Sarà... ma trovo strano
Che me possa guidà chi nun ce vede... -
La Ceca, allora, me pijò la mano
e sospirò: - Cammina! - Era la fede.

fede

inviato da Immacolata Chetta, inserito il 02/12/2002

PREGHIERA

59. Restare con te

Carlo Maria Martini

Signore Gesù,
sul far della sera ti preghiamo di restare.
Ti rivolgeremo questa preghiera,
spontanea ed appassionata,
infinite altre volte nella sera del nostro smarrimento,
del nostro dolore e del nostro immenso desiderio di te.
Tu sei sempre con noi.
Siamo noi, invece, che non sempre sappiamo diventare
la tua presenza accanto ai nostri fratelli.
Per questo, Signore Gesù, ora ti chiediamo di aiutarci
a restare sempre con te,
ad aderire alla tua persona
con tutto l'ardore del nostro cuore,
ad assumerci con gioia la missione che tu ci affidi:
continuare la tua presenza,
essere Vangelo della tua risurrezione.

evangelizzazionemissionerapporto con Diodiscepoli di emmaus

2.5/5 (2 voti)

inviato da Anna Lianza, inserito il 25/11/2002

PREGHIERA

60. Dammi coraggio   1

Rabindranath Tagore

Ti prego:
non togliermi i pericoli,
ma aiutami ad affrontarli.

Non calmar le mie pene,
ma aiutami a superarle.

Non darmi alleati nella lotta della vita...
eccetto la forza che mi proviene da te.

Non donarmi salvezza nella paura,
ma pazienza per conquistare la mia libertà.

Concedimi di non essere un vigliacco
usurpando la tua grazia nel successo;
ma non mi manchi la stretta della tua mano
nel mio fallimento.

Quando mi fermo stanco sulla lunga strada
e la sete mi opprime sotto il solleone;
quando mi punge la nostalgia di sera
e lo spettro della notte copre la mia vita,
bramo la tua voce, o Dio,
sospiro la tua mano sulle spalle.

Fatico a camminare per il peso del cuore
carico dei doni che non ti ho donati.

Mi rassicuri la tua mano nella notte,
la voglio riempire di carezze,
tenerla stretta: i palpiti del tuo cuore
segnino i ritmi del mio pellegrinaggio.

coraggiocroceavversitàsofferenzadoloredifficoltà

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 25/09/2002

Pagina 3 di 5