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PREGHIERA

41. Preghiera dei malati con Gesù durante la Passione   1

Vittorio Varca

Gesù, nostro Salvatore,
veniamo con te al monte dell'agonia,
saliamo con te verso il Calvario,
cadiamo e ci rialziamo,
troviamo tua madre e stiamo vicini a lei,
ci uniamo a Veronica,
aiutiamo il Cireneo,
piangiamo con le donne.

Quando ti spogliano e ti piantano i chiodi,
pensiamo ai nostri dolori, alle nostre malattie
e ci uniamo al tuo martirio;
veniamo con te sulla croce,
ci mettiamo con te sulle ginocchia di Maria
e con lei attendiamo la nostra guarigione
nell'anima e nel corpo.
Gesù, donaci la forza del tuo martirio.
Amen!

malatimalattiasofferenzapassione

inviato da Don Vittorio Varca, inserito il 20/03/2017

PREGHIERA

42. Maria, Vergine della Quaresima

Antonio Rungi

Maria, Madre della conversione,
in questo tempo di Quaresima,
guidaci nel cammino che porta a Gesù,
unico Salvatore e Redentore dell'umanità.

Fa', o Vergine della Quaresima,
che in questi giorni di ascolto, preghiera e penitenza,
ogni uomo, credente nel Vangelo,
e che sa di essere polvere e in polvere ritornerà,
possa sperimentare la misericordia divina
nel sacramento della riconciliazione e del perdono.

Nell'assiduo ascolto della Parola di Dio,
nella celebrazione quotidiana della liturgia eucaristica,
nella carità senza limite verso ogni fratello di questa Terra,
possa diventare un vero adoratore di Dio, in spirito e verità.

O Maria, Madre del Redentore,
Madre del Cristo ritirato nel deserto,
per pregare, fare penitenza e prepararsi
all'annuncio del suo Regno,
ottienici dal tuo Figlio, Morto e Risorto,
per la nostra salvezza,
la grazia di non abbandonarci nella tentazione,
ma di liberarci da ogni male
e portarci con lui nell'eternità. Amen

quaresimamariaconversioneparoladesertoriconciliazione

inviato da Padre Antonio Rungi, inserito il 06/03/2017

TESTO

43. Dio sempre aspetta   1

Papa Francesco, Omelia 24 settembre 2013, Casa Santa Marta

Dio sempre aspetta. Dio è accanto a noi, Dio cammina con noi, è umile: ci aspetta sempre. Gesù sempre ci aspetta. Questa è l'umiltà di Dio. Nella storia del Popolo di Dio ci sono momenti belli che danno gioia e anche momenti brutti di dolore, di martirio, di peccato, e sia nei momenti brutti, sia nel momenti belli una cosa sempre è la stessa: il Signore è là, mai abbandona il Suo popolo!

vicinanzapazienzaamore di Diomisericordiaattesastradacammino

inviato da Qumran2, inserito il 20/02/2017

TESTO

44. Beati noi, poveri nello spirito

Paolo VI, Visita alla Basilica dell'Annunciazione in Nazareth (5 gennaio 1964)

Beati noi, se, poveri nello spirito,
sappiamo liberarci
dalla fallace fiducia nei beni economici
e collocare i nostri primi desideri
nei beni spirituali e religiosi;
e abbiamo per i poveri riverenza ed amore,
come fratelli e immagini viventi del Cristo.

Beati noi, se, formati alla dolcezza dei forti,
sappiamo rinunciare alla potenza funesta
dell'odio e della vendetta
e abbiamo la sapienza di preferire
al timore che incutono le armi
la generosità e il perdono,
l'accordo nella libertà e nel lavoro,
la conquista della bontà e della pace.

Tratto da "La vita in Cristo e nella Chiesa, maggio 2014, pag. 53"

beatitudinipovertàricchezzaforzadebolezzaperdonovendetta

inviato da Giuseppe Impastato, inserito il 20/02/2017

PREGHIERA

45. Siamo qui   1

Paolo VI, La vita in Cristo e nella Chiesa, maggio 2014, pag. 53

Siamo qui, Signore Gesù.
Siamo venuti come colpevoli che ritornano
al luogo del loro delitto.
Siamo venuti come colui che ti ha seguito,
ma ti ha anche tradito,
tante volte fedeli e tante volte infedeli.
Siamo venuti per riconoscere il misterioso rapporto
tra i nostri peccati e la tua Passione,
l'opera nostra e l'opera tua.
Siamo venuti per batterci il petto
e domandarti perdono,
per implorare la tua misericordia.
Siamo venuti perché sappiamo che tu puoi,
che tu vuoi perdonarci
perché hai espiato per noi.

Tu sei la nostra redenzione e la nostra speranza.

* Preghiera pronunciata dal Papa il 4 gennaio 1964 nel Santo Sepolcro, durante lo storico viaggio a Gerusalemme

passionepeccatomisericordia di Diosalvezzagiovedì santovenerdì santopasqua

inviato da Giuseppe Impastato, inserito il 20/02/2017

TESTO

46. Io non prego perché Dio intervenga   1

David Maria Turoldo, Intervista a Roberto Vinco, Il Gazzettino, 1° novembre 1991

Io non prego perché Dio intervenga. Chiedo la forza di capire, di accettare, di sperare. Io prego perché Dio mi dia la forza di sopportare il dolore e di far fronte anche alla morte con la stessa forza di Cristo.

Io non prego perché cambi Dio, io prego per caricarmi di Dio e possibilmente cambiare io stesso, cioè noi, tutti insieme, le cose. Infatti se, diversamente, Dio dovesse intervenire, perché dovrebbe intervenire solo per me, guarire solo me, e non guarire il bambino handicappato, il fratello che magari è in uno stato di sofferenza e di disperazione peggiore del mio?

Perché Dio dovrebbe fare queste preferenze? Perché dire: Dio mi ha voluto bene, il cancro non ha colpito me ma il mio vicino! E allora: era un Dio che non voleva bene al mio vicino? E se Dio intervenisse per tutti e sempre, non sarebbe un por fine al libero gioco delle forze e dell'ordine della creazione?

Per questo per me Dio non è mai colpevole. Egli non può e non deve intervenire. Diversamente, se potendo non intervenisse, sarebbe un Dio che si diverte davanti a troppe sofferenze incredibili e inammissibili.

Ecco perché, come dicevo prima, il dramma della malattia, della sofferenza e della morte è anche il dramma di Dio.

accettazionedoloremalattiasofferenzamorte

inviato da Qumran2, inserito il 20/02/2017

TESTO

47. Test del missionario

don Paolo Nagari

Da ogni parte si afferma che tutti siamo missionari, che la Chiesa per sua natura è missionaria, che esistiamo per evangelizzare.
Mettiti in discussione con il seguente test e poi verifica il tuo punteggio.

Ho orecchie:
- aperte a chi mi parla di lieto annuncio di Gesù
- tese all'inaudito di Dio
- pulite per non essere di freno all'urto dirompente
- fini per lasciar passare i sussurri misteriosi
- libere dal tampone del preconcetto
- liberate da virus velenosi e dal pensiero dominante di oggi.

Ho labbra:
- dolci grazie all'abitudinaria frequenza del buon sapore della Parola
- vere, pronte alla fermezza della verità
- sciolte, non tacciono il nome di Gesù, fonte del mio agire
- attraenti, invitano ad un sincero dialogo evangelico-caritativo.

Ho ginocchia:
- robuste, allenate alla frequenza del tabernacolo, per smuovere il cuore di Dio
- elastiche per abbassarsi davanti al fratello bisognoso
- agili per lanciare più in alto la gioia e la speranza
- umili per rimanere in terreni scomodi.

Ho piedi:
- sensibili e capaci di tornare indietro, come i discepoli di Emmaus
- veloci e capaci di andare rapidamente da chi ha bisogno, come Maria da Elisabetta
- allenàti per andare su ogni tipo di terreno vicino o lontano
- pronti a partire ad ogni invio parrocchiale o extra.

Se hai ritenuto questo test interessante, puoi verificare il risultato del punteggio ottenuto, chiedendo un dialogo personale con il direttore dell'ufficio missionario della tua Diocesi. Sarà ben lieto di incontrare chi è interessato alla collaborazione e all'impegno missionario.

missionarivocazionechiamatamissionarietàdiscernimentoaperturadisponibilitàevangelizzazione

inviato da Silvia Arieti, inserito il 31/01/2017

RACCONTO

48. La lucciola di Natale

Ad adorare il bambino Gesù nella capanna di Betlemme insieme con gli altri animali accorsero anche gli insetti. Per non spaventare il piccolo restarono in gruppo sulla soglia. Ma Gesù, con un gesto delle rosee manine, li chiamò ed essi si precipitarono, portando i loro doni. L'ape offrì il suo dolce miele, la farfalla la bellezza dei suoi colori, la formica un chicco di riso, il baco un filo di finissima seta. La vespa, non sapendo che cosa offrire, promise che non avrebbe più punto nessuno, la mosca si offrì di vegliare, senza ronzare, il sonno di Gesù.

Solo un insetto piccolissimo non osò avvicinarsi al bambino, non avendo nulla da offrire.

Se ne stette timido sulla porta; eppure avrebbe tanto voluto dirgli il suo amore. Ma, mentre con il cuore grosso e la testa bassa stava per lasciare la capanna, udì una vocina: «E tu, piccolo insetto, perché non ti avvicini?». Era Gesù stesso che glielo domandava. Allora, commosso l'insetto volò fino alla culla e si posò sulla manina del bambino.

Era così emozionato per l'attenzione ricevuta, che gli occhi gli si colmarono di lacrime. Scivolando giù, una lacrima cadde proprio sul piccolo palmo di Gesù. «Grazie», sorrise il bambinello. «Questo è un regalo bellissimo». In quel momento un raggio di luna, che curiosava dalla finestra, illuminò la lacrima. «Ecco è diventata una goccia di luce!», disse Gesù sorridendo. «Da oggi porterai sempre con te questo raggio luminoso. E ti chiamerai lucciola perché porterai con te la luce ovunque andrai».

nataleluce

inviato da Don Antonello Pelisseri, inserito il 28/12/2016

RACCONTO

49. Le due candele   3

Don Luca Murdaca, ilbuongiorno.wordpress.com

In una piccola chiesetta di montagna, vi era ai piedi di una splendida croce un cesto pieno di candele, pronte per essere accese e così illuminare il volto di Gesù.
Quella mattina, una delle candele iniziò a dire alla sua vicina: «Non vedo l'ora che qualcuno mi prenda e mi accenda per illuminare il volto del mio Signore». L'altra invece preoccupata rispose: «No, io non voglio morire così presto... voglio vivere ancora...». Entra in chiesa una bambina con la sua nonna e prende proprio la candela che non vedeva l'ora di essere accesa, l'altra invece non appena vedeva avvicinarsi qualcuno, scivolava in fondo al cesto per non farsi prendere. A fine giornata la prima candela si era ormai consumata, ma per molte ore aveva fatto luce al volto di Gesù.
Il sacrestano ritirò il cesto con le candele avanzate in sacrestia, ma distrattamente le lasciò sul termosifone. Il mattino le ritrovò tutte sciolte e ormai inutilizzabili.

Vi sono persone che hanno speso la loro vita per illuminare le tenebre del mondo, altre invece che non hanno mai fatto luce e si sono sciolte nelle proprie paure e insicurezze.
Tu che candela vuoi essere?

vocazionesceltaresponsabilitàimpegnosacrificiotestimonianzaluce

4.5/5 (2 voti)

inviato da Luca Murdaca, inserito il 28/12/2016

TESTO

50. Cerca il Signore

Jorge Mario Bergoglio, Omelia Messa di mezzanotte, Natale 2010

Cerca il Signore in un presepio,
cercalo dove nessuno lo cerca,
nel povero, nel semplice, nel piccolo,
non cercarlo tra le luci delle grandi città,
non cercarlo nell'apparenza.
Non cercarlo in tutto questo apparato pagano che ci si offre ogni momento.
Cercalo nelle cose insolite e che ti sorprendono.

cercare Gesùnatalepresepepoveriincarnazione

inviato da Qumran2, inserito il 28/12/2016

TESTO

51. E' facile dire Natale

Giuseppe Impastato S.I.

Come dire "Natale" alle giovani braccia alzate
per fermare i carri armati? Che orrore: no! No!
non si sono arrestati quei carri... e fu stritolato
lo sterminato grido di popolo oppresso,
e tanto sangue innocente bagnò la grande piazza
sotto gli occhi muti e increduli del mondo!

Come dire ‘Natale' ad Auschwitz, Dachau, Nagasaki,
alle Fosse Ardeatine e di Katyn, a Piazza Fontana,
al mare di Lampedusa e ai cieli di Ustica? Che orrore,
mio Dio: non tacciono i fucili dei plotoni di esecuzione,
sono accesi i forni crematori, bruciano le Torri Gemelle...
e stadi e carceri sono affollati di nemici del potere!

Come dire ‘Natale' a Tobagi, Bachelet, Dalla Chiesa,
Anna Frank, Martin Luther King, Falcone, Pino Puglisi?
Che orrore, mio Dio! Non si sono inceppate le P38,
si ode il crepitio dei kalashnikov, si propagano le nubi
di Cernobyl, scoppiano le mine antiuomo, crollano
gli ospedali di Siria, il ponte di Mostar... Sangue, sangue.

Come dire ‘Natale' all'immenso coro di dolore,
che si innalza da ghetti, campi di sterminio, al pianto
di neonati buttati tra i rifiuti, di uccisi nelle strade,
agli occhi lucidi di vecchi soli buttati lontano dalla vita...
Cosa dire agli inebetiti dalle droghe e dall'alcool,
dagli istupiditi dal gioco, ad abusati e violentate?

Mescolate col sangue scorrono sangue e bestemmie.
Caino è sempre tra noi, su Abele si dirigono le belve umane,
a Betlem si levano urla di madri, Susanna è condannata a morte.
Su melma e su fango, tra lacrime grida e spari
si spande un biancore puro di luce: sei tu, Gesù. Per tutti
è Natale di attenzione, vicinanza, pace, gioia, speranza.

nataledolorepaceguerra

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 28/12/2016

PREGHIERA

52. Oggi a me dici, come a Zaccheo: "Voglio fermarmi ad incontrarti"   4

don Valentino Porcile

Signore Gesù, posso sentirmi a posto o sentirmi sbagliato, sapermi apprezzato dagli altri o giudicato male. Posso sentirmi in pace con Dio o sapere di dover cambiare. In qualunque modo io sono, oggi a me dici, come a Zaccheo: "Voglio fermarmi ad incontrarti".

Nulla potrà fermare questo incontro. Non c'è motivo per non accoglierti nella casa della mia vita, delle mie scelte e anche dei miei sbagli.

Signore Gesù, solo l'incontro profondo con te è capace di smuovere l'anima, di far fiorire i deserti del nostro cuore. Vieni Signore Gesù, anch'io oggi voglio vederti meglio per incontrarti.

zaccheoconversionemisericordia di Dio

inserito il 30/10/2016

RACCONTO

53. Pietre e calce per un muro solido   3

Quando devi fare un muro di pietre, devi prenderle una per una e lavorarle per bene. Se risci a squadrarle bene, ci vuole meno calce per farle combaciare. La calce che ci tiene insieme è la carità.
Se ognuno rimane con gli spigoli che ha, ci vuole molta più calce per tenerci insieme. Se lavoriamo su noi stessi cercando di smussare gli spigoli, ci vuole meno fatica per farci stare uniti.

"Carissimi, stringendovi a Cristo, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale." (1 Pt 2,4-5)

caritàimpegnocaratterecomunitàcoppiaamore

inserito il 28/10/2016

PREGHIERA

54. Preghiera del XXVI Congresso Eucaristico Nazionale (2016)   3

O Dio, Padre buono,
con viscere di misericordia
sempre ti chini su di noi
piccoli e poveri,
viandanti sulle strade del mondo,
e ci doni, in Cristo tuo Figlio
nato dalla Vergine Maria,
la Parola che è lampada
ai nostri passi
e il Pane che ci fortifica
lungo il cammino della vita.

Ti preghiamo:
fa' che, nutriti al convito eucaristico,
trasformati e sospinti dall'Amore,
andiamo incontro a tutti
con cuore libero e sguardo fiducioso
perché coloro che Ti cercano
possano trovare una porta aperta,
una casa ospitale,
una parola di speranza.

Fa' che possiamo gustare
la gioia di vivere gli uni accanto agli altri
nel vincolo della carità
e nella dolcezza della pace.

Desiderosi di essere da Te accolti
al banchetto del tuo Regno di eterno splendore,
donaci la gioia di avanzare nel cammino della fede,
uniti in Cristo, nostro amato Salvatore.
Amen.

eucaristiamisericordia

inviato da Qumran2, inserito il 16/09/2016

RACCONTO

55. La Messa ovunque   2

Fratel Remo di Gesù

Durante la rivoluzione francese del 1793, i sacerdoti dovettero fuggire alla persecuzione. A Morlaix una domenica mattina si sentì suonare la campana della chiesa. Sorprese, le guardie si precipitarono alla parrocchia, per rendersi conto del fatto inaudito: c'era, forse, qualche prete, entrato di nascosto in paese, e che ora sfidava la legge, celebrando la Messa? Giunti alla chiesa, i soldati la trovarono chiusa; ma videro tutti i parrocchiani inginocchiati in un prato davanti ad essa.
- Che fate qui? - chiese un soldato.
- Noi ascoltiamo la Messa domenicale - rispose tranquillamente uno del popolo.
- Ma se la chiesa è chiusa, e nessun prete può venire qui, come potete ascoltarla?
- Sì, voi avete cacciato il nostro buon parroco; ma egli, partendo, ci ha promesso di celebrare ogni domenica la Messa per noi, a quest'ora, in qualunque posto si fosse trovato; e noi stiamo qui ad ascoltarla.
- Ma voi siete pazzi! Credete di sentire la Messa a tanta distanza?
- Noi sappiamo che la preghiera fa un cammino ancora più lungo, salendo dalla terra al Cielo.

comunitàchiesapreghieramessaeucaristiapersecuzione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Fra Roberto Brunelli, inserito il 05/09/2016

PREGHIERA

56. Hai varcato la porta stretta   1

Remigio Menegatti

"Credo", a partire dall'idea della porta stretta... varcata da Gesù.

Hai varcato la porta stretta, quando tu, Figlio eterno del Padre, creatore del mondo, ti sei fatto uomo e sei nato a Betlemme dalla Vergine Maria, accolto da poveri e pastori.

Hai varcato la porta stretta quando tu, "luce che illumina le genti e gloria di Israele" sei stato portato al tempio da Maria e Giuseppe come tutti i figli primogeniti per essere donato al Padre.

Hai varcato la porta stretta sei cresciuto nel silenzio di Nazareth, conosciuto solo come il figlio del falegname Giuseppe, obbedendo a Maria e Giuseppe e crescendo in sapienza, età e grazia.

Hai varcato la porta stretta quando, lasciata Nazareth, sei andato al Giordano per il battesimo di Giovanni, e poi a Cafarnao per scegliere pescatori e pubblicani e farne i tuoi discepoli.

Hai varcato la porta stretta quando il tuo vangelo era annunciato ai peccatori, ai poveri, quando hai toccato e sanato il lebbroso, lo storpio, il cieco; quando hai accolto i cinque pani e due pesci del ragazzo per sfamare le folle che cercavano la tua parola.

Hai varcato la porta stretta quando, rinnegato dai tuoi e condannato a morte, dopo aver subito una passione umiliante sei morto crocifisso tra due malfattori, subendo il supplizio destinato agli schiavi e a chi non ha nessun diritto.

E anche da risorto hai varcato la porta stretta affidando la notizia della tua vittoria a delle donne, ad apostoli impauriti, a due viandanti che fuggivano ad Emmaus.

Hai varcato la porta stretta donando lo Spirito a chi ti aveva rinnegato, abbandonato, lasciato solo, e così li hai resi testimoni della tua vittoria della misericordia di Dio sul peccato e sulla morte.

porta strettaincarnazione

inviato da Don Remigio Menegatti, inserito il 05/09/2016

TESTO

57. Viviamo la Santa Messa   1

Ettore Lomaglio Silvestri

Quale momento di profonda unione con Dio è la Santa Messa, egli ci invita alla sua mensa come fosse il Giovedì Santo. Ci fa sentire come i suoi apostoli ed ognuno di noi deve esserlo ricevendo il suo Corpo. Vi sarà sempre un Giuda Iscariota ma noi non dobbiamo esserlo.
Raccogliamoci quindi nella preghiera e nel dialogo con nostro Signore. Ogni momento ha il suo significato. E ascoltiamo con devozione la Parola del Signore e l'omelia, sono la nostra catechesi quotidiana. E durante la preghiera eucaristica non siamo distratti, meditiamo in ginocchio ogni parola. E il segno della pace diamolo col sorriso della vera pace... Poi quando ci accostiamo alla comunione non camminiamo come ad una sfilata ma con la testa china nella preghiera prepariamo il nostro cuore a ricevere il Corpo di Cristo. Facciamolo con la preghiera profonda, anche commuovendoci.
Insomma che la Santa Messa sia il culmine della nostra giornata dedicata al Signore.
Io provo questa grazia quasi ogni giorno e il peccato non osa avvicinarsi a me.

Messaeucaristiapaceliturgiapartecipazione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Ettore Lomaglio Silvestri, inserito il 05/09/2016

PREGHIERA

58. Guarda quanto ti amo

Padre Antonio Merico

Ciascuno di noi crede in te, Signore Gesù,
perché, prima di noi hanno creduto i tuoi discepoli che,
per bocca di Pietro,
ti professarono come il Cristo, il Figlio del Dio Vivente.

Il cammino del discepolato non è semplice,
tuttavia è la strada maestra per seguirti,
senza giudicare il tuo disegno e le tue scelte
sulla nostra vita e sul modo di agire nel mondo.

L'invito alla tua sequela
comporta il rinnegare noi stessi,
l'accogliere le difficoltà di ogni giorno,
il seguirti sulla via che conduce a te.

E' difficile, talvolta, Signore Gesù,
accettare tutto ciò che ci chiedi,
perché i nostri dubbi, le nostre fragilità
ci impediscono di seguirti sulla via della perfezione.

La sequela, non per logica umana e di potere,
ma per amore e donazione a te Signore Gesù,
ci offre la possibilità di aprirci all'amore che salva
e di sentirci dire: "guarda quanto ti amo".

discepolatosequelaessere cristiani

inviato da Titti Scianaro, inserito il 05/09/2016

PREGHIERA

59. Cristo immagine radiosa del Padre

Bruno Forte, dalla Catechesi "Essere missionari: Andate!", a Rio de Janeiro, GMG 2013

Cristo, immagine radiosa del Padre,
principe della pace, che riconcili Dio con l'uomo
e l'uomo con Dio,
Parola eterna divenuta carne,
e carne divinizzata nell'incontro sponsale,
in te soltanto abbracceremo Dio.

Tu che ti sei fatto piccolo per lasciarti afferrare
dalla sete della nostra conoscenza e del nostro amore,
donaci di cercarti con desiderio,
di credere in te nell'oscurità della fede,
di aspettarti ancora nell'ardente speranza,
di amarti nella libertà e nella gioia del cuore.

Fa' che non ci lasciamo vincere dalla potenza delle tenebre,
sedurre dallo scintillio di ciò che passa.
Donaci perciò il tuo Spirito,
che diventi egli stesso in noi desiderio e fede,
speranza e umile amore.

Allora ti cercheremo, Signore, nella notte,
vigileremo per te in ogni tempo,
e i giorni della nostra vita mortale diventeranno
come splendida aurora, in cui tu verrai,
stella chiara del mattino, per essere finalmente per noi il sole,
che non conosce tramonto. Amen. Alleluia

Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto

fedefiducia in DioattesaoscuritàGesù Cristoincarnazioneumiltàrapporto con Dio

inviato da Qumran2, inserito il 05/09/2016

TESTO

60. Risposta viva alla chiamata di Dio

Frère Roger

La nostra vita acquista significato quando è innanzi tutto risposta viva alla chiamata di Dio. Ma come riconoscere una tale chiamata e scoprire ciò che Dio si aspetta da noi? Dio si aspetta che siamo un riflesso della sua presenza, portatori di una speranza del Vangelo. Chi risponde a questa chiamata non ignora le proprie fragilità, così custodisce nel suo cuore queste parole di Cristo: "Non temere, continua a fidarti!".

sequelavocazionechiamatarispostafragilitàfiducia

inviato da Paola Berrettini, inserito il 26/08/2016

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