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PREGHIERA

41. Malattia   1

scritti personali

Io come
chicco di grano
sono caduto
sotto la mole
dura e pesante
della mia malattia.

Sento le ossa stritolare,
mi vedo come grigia polvere.

Ascolto le tue parole:
"...io sono venuto
perché abbiano la vita
e l'abbiano in abbondanza...
non andranno mai perdute
e nessuno le rapirà dalla mia mano",
sono il mio conforto.

Quale gioia!
Quella polvere grigia
diventa candida farina,
una mano la raccoglie,
ne fa un pane.
Dita amorose
la elevano al cielo.
Entro in quel mistero d'amore.

Il grido disperato di prima
muta in
lacrime di gioia.

È la gioia di sapere che mi hai messo
accanto a te
in quell'ostia offerta
gradita al Padre.

speranzadoloresofferenzamalattiacroce

inviato da Felice Di Iorio, inserito il 14/07/2006

PREGHIERA

42. Quando ti dico "ti amo"

Daniele Pasini

Amore non è possesso
Amore è desiderare il vero bene
Amore non si pronuncia
se non è ispirato dall'amore di Dio.
Voglio dirti "ti amo"
perché sei importante e speciale
ogni volta che t'incontro
perché te come tutti gli altri
siete dono particolare,
ognuno con una diversa qualità!
Non te lo dico per desiderare
un abbraccio.
Non te lo dico per avere
un consenso.
Te lo dico perché desidero
che i tuoi occhi brillino d'amore
per donarlo agli altri
con l'ascolto,
nel dolce silenzio amico,
e perché desidero donarti il mio cuore
che non può essere esclusivo
in quanto sempre sovrabbonda...
E prima che giunga un qualsiasi peccato
voglio approfittarne,
sia con la parola che con l'azione
per dimostrare a tutti,
- da quelli che conosco
a quelli che "capitano" -
che voglio amare
e voglio poterlo dire
a chi ha un cuore così puro
da saper accogliere nel giusto
una parola così bella!

amoregratuitàamicizia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luisa Mugheddu, inserito il 05/02/2006

TESTO

43. La necessità del silenzio

Madeleine Delbrel, Noi delle strade

Non c'è solitudine senza silenzio.

Il silenzio è talvolta tacere, ma è sempre ascoltare. Un'assenza di rumore che fosse vuota della nostra attenzione alla parola di Dio non sarebbe silenzio. Una giornata piena di rumori, piena di voci, può essere una giornata di silenzio se il rumore diventa per noi l'eco della presenza di Dio, se le parole sono per noi messaggi e sollecitazioni di Dio.

Quando parliamo di noi stessi, quando parliamo tra noi, usciamo dal silenzio.

Quando ripetiamo con le nostre labbra gli intimi suggerimenti della Parola di Dio nel profondo di noi stessi, lasciamo il silenzio intatto.

Il silenzio non ama la confusione delle parole. Sappiamo parlare o tacere, ma non sappiamo accontentarci delle parole necessarie. Oscilliamo senza posa tra un mutismo che affossa la carità e una esplosione di parole che svia la verità.

Il silenzio è carità e verità. Esso risponde a colui che chiede qualcosa, ma non dà che parole cariche di vita. Il silenzio, come tutti gli impegni della vita, ci induce al dono di noi stessi e non ad un'avarizia mascherata. Ma esso ci tiene uniti per mezzo di questo dono. Non ci si può donare quando ci si è sprecati. Le vane parole di cui rivestiamo i nostri pensieri sono un continuo sperpero di noi stessi.

"Vi sarà chiesto conto di ogni parola". Di tutte quelle che bisognava dire e che la nostra avarizia ha frenato. Di tutte quelle che bisognava tacere e che la nostra prodigalità avrà seminato ai quattro venti della nostra fantasia o dei nostri nervi.

silenziopreghieraascolto

inviato da Don Welman Minoia, inserito il 01/01/2006

RACCONTO

44. Il monaco e la donna   1

Anthony de Mello

Due monaci buddisti, in cammino verso il monastero, incontrarono sulla riva del fiume una donna molto bella. Come loro, ella desiderava attraversare il fiume, ma l'acqua era troppo alta. Così uno dei due monaci se la pose sulle spalle e la portò all'altra sponda.

Il monaco che era con lui era scandalizzato. Per due ore intere lo rimproverò per la sua negligenza nel rispettare la santa regola: aveva dimenticato che era un monaco? Come aveva osato toccare una donna? E peggio, trasportarla attraverso il fiume? E cosa avrebbe detto la gente? Non aveva screditato la loro santa religione? E così via.

Il monaco rimproverato ascoltò pazientemente l'interminabile predica. Alla fine lo interruppe dicendo: «Fratello, io ho lasciato quella donna al fiume. Non sarà che tu te la stai ancora portando dietro?».

leggeregolecaritàmalizia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Martina Bresolin, inserito il 01/07/2005

TESTO

45. Il frutto del silenzio è la preghiera   1

Madre Teresa di Calcutta

Bisogna che tutti noi troviamo il tempo
di restare in silenzio e di contemplare,
soprattutto se viviamo nelle metropoli.
Dio è amico del silenzio:
dobbiamo ascoltare Dio perché ciò che conta
non è quello che diciamo noi,
ma quello che egli dice a noi e attraverso di noi.
Puoi pregare in qualsiasi momento e ovunque.
Io credo che davvero la benzina della nostra vita sia la preghiera.

silenziopreghieraascoltorapporto con Dio

inviato da Giuseppe Puccio, inserito il 22/09/2004

PREGHIERA

46. Preghiera per la parrocchia

Mons. Giuseppe Verucchi

Signore, ti ringraziamo per i doni che ci hai fatto per mezzo della vita e della missione della parrocchia.
Nella comunità abbiamo ricevuto, tante volte l'Eucaristia, la Parola, il dono dello Spirito e il perdono dei peccati!
Qui siamo stati educati nella vita di fede, abbiamo maturato la capacità di amare, siamo stati aiutati a vivere la nostra vocazione.
Dona, o Signore, alla nostra parrocchia la grazia di rinnovarsi per svolgere, anche oggi, la sua missione nella fedeltà a te e all'uomo.
O Maria, guidaci ad essere assidui all'ascolto della Parola, perseveranti nella preghiera, uniti nell'assemblea eucaristica, ferventi nella comunione e nella carità verso il prossimo, gioiosi testimoni di Cristo nel mondo e coraggiosi annunciatori dei valori del Vangelo.
Benedici, o Madre, tutte le parrocchie del mondo, perché continuino ad essere fuochi d'amore, fari di luce, comunità di vita, sorgenti di comunione e di speranza.
Amen.

parrocchiacomunitàchiesa

inviato da Davide Benazzi, inserito il 10/08/2004

PREGHIERA

47. E non ti vedo

Renzo Barsacchi, Marinaio di Dio

Sei penetrato in me
senza fartene accorgere, come da una porta socchiusa
il delicato amante che rimane alle spalle
per non turbare il sogno che lo sogna,
ma sei vivo, più vivo
dell'assente invocato.
Ti presagisco nella perplessità d'ogni amore,
nell'ascolto che supera la voce,
nello sguardo che varca la veduta.
Ma dove sei? Dove cominci?
Forse
quando finisce l'albero, al di là dell'estrema
curvatura del mare,
nel cavo del silenzio, nella spuma
del suono. Sei il proseguo
d'ogni carezza, il cuore più accorato
della gioia e del dolore.
E non Ti vedo,
come non vedo l'aria che respiro
e la luce profonda che colora.

rapporto con Dioricerca di DioDioricerca di sensofelicità

inviato da Riccardo Benedini, inserito il 28/06/2003

RACCONTO

48. Scrivilo sulla pietra   4

Racconta una storia di due amici che camminavano nel deserto. In qualche momento del viaggio cominciarono a discutere, ed un amico diede uno schiaffo all'altro. Addolorato, ma senza dire nulla, scrisse nella sabbia:
Il mio migliore amico oggi mi ha dato uno schiaffo.

Continuarono a camminare, finché trovarono un'oasi, dove decisero di fare un bagno. L'amico che era stato schiaffeggiato rischiò di affogare, ma il suo amico lo salvò. Dopo che si è ripreso, scrisse in una pietra:
Il mio migliore amico oggi mi ha salvato la vita.

L'amico che aveva dato lo schiaffo e aveva salvato il suo migliore amico domandò: «Quando ti ho ferito hai scritto nella sabbia, e adesso lo fai in una pietra. Perché?».

L'altro amico rispose: «Quando qualcuno ci ferisce dobbiamo scriverlo nella sabbia, dove i venti del perdono possono cancellarlo. Ma quando qualcuno fa qualcosa di buono per noi, dobbiamo inciderlo nella pietra, dove nessun vento possa cancellarlo».

amiciziaascoltodisponibilitàperdono

4.5/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 27/06/2003

TESTO

49. Dare

Ogni uomo che ti cerca, viene per chiederti qualche cosa;
il ricco annoiato, la dolcezza della tua conversazione;
il povero, il tuo danaro; il triste, un po' di consolazione;
il debole, uno stimolo; colui che lotta, uno stimolo morale;
l'ammalato, un vero sollievo.
Ogni uomo viene per chiederti qualcosa.
E tu, ti permetti di perdere la pazienza!
Tu osi pensare: "Che fastidio!". Che infelice!
La legge nascosta che distribuisce misteriosamente
le cose eccelse si è degnata di donarti
il privilegio dei privilegi, il bene dei beni,
la prerogativa delle prerogative: dare!
Tu puoi dare! Per quante ore ha il giorno tu dai;
benché sia un sorriso, benché sia una stretta di mano,
benché sia una parola di sollievo.
Per quante ore ha il giorno, tu rassomigli a Lui,
che altro non è se non donazione perfetta,
diffusione perfetta e regalo perpetuo.
Dovresti inginocchiarti davanti al Padre e dirgli:
"Grazie perché posso dare, Padre mio!
Mai passerà sul mio volto l'ombra dell'impazienza!".
"In verità vi dico che vale più dare che ricevere!".

donaregratuitàamorecaritàsolidarietàaltruismoascoltodisponibilità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 27/06/2003

RACCONTO

50. L'anello benedetto

Gabriele Mandel, Saggezza islamica

C'era una volta un re che aveva tre figli e un anello. Sì: un anello d'oro e pietre preziose così bello, che se ne parlava perfino di là dalle frontiere, al punto che lo si riteneva magico, benedetto, simbolo del potere, e chissà che altro. Ognuno dei figli del re sperava di ricevere in eredità quell'anello, e spesso litigavano fra di loro per questo. Allora il re, sentendosi oramai prossimo a morire, decise di far fare dal gioielliere di corte altri due anelli in tutto simili al suo; e vennero così ben lavorati che proprio non se ne poteva distinguere uno dagli altri. Quando il re morì, ognuno dei tre prìncipi ricevette un anello, ma subito cominciarono a litigare gridando: «L'autentico è il mio. Questo è l'anello benedetto!».

Non venendo a capo di niente, decisero di rivolgersi a un maestro sufi che albergava in una grotta sul monte, uomo saggio, un mago che conosceva i segreti delle cose. Giunsero da lui e, mostrandogli gli anelli, chiesero: «Quale di questi è l'autentico?».

Il venerabile sufi guardò gli anelli, li rigirò a lungo fra le mani, poi, restituendoli, disse: «Non lo so, ma lo posso chiedere alla terra. La terra sa tutto e mi darà la risposta». E posato un orecchio a terra, rimase a lungo in ascolto. Poi si alzò e disse: «Ha risposto così: di' ai tre prìncipi che io non so a chi appartiene l'anello benedetto, ma io so che tutti e tre appartengono a me. Litigano per un poco d'oro e di pietre, e io nel mio ventre ne ho a profusione. Ma perché litigano, dal momento che anche loro verranno nel mio ventre?».

I vecchi maestri sufi dicono che il re simbolizza Dio, e i tre anelli simbolizzano la religione ebraica, la religione cristiana e la religione musulmana.

religioneebraismocristianesimoislamismotolleranzaconvivenzadialogo interreligiosoreligiosità

4.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Lianza, inserito il 01/04/2003

TESTO

51. Il silenzio

L'uomo vive nel rumore,
nella civiltà delle parole;
non sa più cosa è il silenzio.

La vita nasce nel silenzio.
L'uomo muore nel silenzio.
Dio s'incontra nel silenzio.

Il silenzio è indispensabile
per la vita dell'uomo;
Esso ti stimola a pensare,
ti serve per non sbagliare,
ti dispone ad ascoltare,
ti aiuta a pregare.

silenzioascoltopreghierarapporto con Dio

inviato da Graziella Sartori, inserito il 16/03/2003

TESTO

52. Come leggere la Bibbia

Dietrich Bonhoeffer

Credo che solo la Bibbia sia la risposta a tutte le nostre domande, e che noi dobbiamo solo interrogarla con assiduità e con un po' di umiltà, per avere la risposta. Non si può semplicemente leggere la Bibbia come altri libri. Si deve essere pronti a interrogarla realmente: solo così essa si fa capire.

Solo se noi aspettiamo una risposta ultima, essa la dà. Ciò dipende dal fatto che nella Bibbia Dio parla a noi. E su Dio non si può semplicemente riflettere per conto proprio, ma lo si deve interrogare. Solo se noi lo cerchiamo egli risponde. Naturalmente si può leggere anche la Bibbia come ogni altro libro, dunque dal punto di vista della critica del testo o in altri modi. Non c'è assolutamente niente in contrario. Solo che questo non è l'uso che svela l'essenza della Bibbia, ma ci dà solo la superficie.

Solo se finalmente osiamo rimetterci alla Bibbia, come se qui realmente parlasse a noi quel Dio che ci ama e che non vuol lasciarci soli con le nostre domande, avremo gioia nella lettura della Bibbia.

BibbiaSacra ScritturaParola di Diorapporto con Dioascolto

inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002

PREGHIERA

53. Donaci un cuore che ascolta

Bernard Häring, Prego perché vivo, vivo perché prego

Dio grande e meraviglioso,
molte volte, nelle nostre litanie,
abbiamo detto: «Ascoltaci, Signore»,
senza esserci prima chiesti se noi abbiamo
ascoltato te,
se siamo stati in sintonia con le tue parole,
con i tuoi silenzi.
Vogliamo che tu porga l'orecchio
alla nostra supplica,
senza preoccuparci di correggere
la nostra sordità, la durezza del nostro cuore.
Interpreta tu, Padre, la nostra povera preghiera;
ed ogni volta che ci senti ripetere:
Ascoltaci, Signore,
sappi che intendiamo dirti:
Apri il nostro orecchio
ad ascoltare la tua voce.
Apri i nostri occhi
a vedere te ovunque.
Apri le nostre labbra per lodare te.
Donaci un cuore che ascolta
te, Padre di misericordia,
con il Figlio e lo Spirito d'amore:
ascolta Dio, e perdona!

ascoltorapporto con Diopreghieraintercessionevolontà di Dio

inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002

PREGHIERA

54. Insegnaci il silenzio   1

Alice Claire Mansfield

Santa Maria, Madre di Dio, che hai conservato tutte le cose meditandole nel tuo cuore, insegnaci il profondo silenzio interiore, che ha avvolto tutta la tua vita.

Il silenzio dell'Annunciazione, di fede, missione ed obbedienza,
il silenzio della Visitazione, di umiltà, di servizio e lode;
il silenzio di Betlemme, della nascita, incarnazione e meraviglia;
il silenzio della fuga in Egitto, di perseveranza, speranza e fede;
il silenzio di Nazareth, di semplicità, intimità e comunione;
il silenzio del Calvario, di coraggio, morte ed abbandono;
il silenzio della Pasqua, di resurrezione, giubilo e gloria;
il silenzio dell'Ascensione, di realizzazione, trasformazione e nuova creazione;
il silenzio della Pentecoste, di pace, potenza ed amore.

Maria, nella tua saggezza insegnaci quel silenzio che ci abilita ad ascoltare la voce lieve, ma ferma del nostro Dio; che ci spinge ad adorare lui solo in spirito e verità.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi ora e sempre, perché possiamo entrare nel tuo silenzio che ci unisce a Gesù, tuo Figlio, nel mistero del suo silenzio davanti al Padre di misericordia.

silenzioascoltoMariaMadonna

5.0/5 (1 voto)

inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002

PREGHIERA

55. Insegnami ad ascoltare

Ruth McLean

Insegnami ad ascoltare, o mio Dio,
chi sta accanto a me,
la mia famiglia, i miei amici, i miei colleghi.
Aiutami a capire che,
per quante parole io possa udire,
il messaggio è:
"Accoglimi come persona. Ascolta me".
Insegnami ad ascoltare, o Dio premuroso,
i lontani,
il bisbiglio dei senza speranza,
il lamento dei dimenticati,
il grido degli angosciati.
Insegnami ad ascoltare, o Dio, mia Madre,
me stesso.
Aiutami ad avere meno paura,
a fidarmi della voce interiore,
che risuona nel mio intimo.
Insegnami ad ascoltare, Santo Spirito,
la tua voce,
nell'attività e nella noia,
nella sicurezza e nel dubbio,
nel rumore e nel silenzio.

ascoltoaccoglienza

inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002

PREGHIERA

56. Preghiera a Maria

P. Maior

O Maria, piena di grazia,
madre di Cristo e madre nostra,
insegnaci il raccoglimento,
il silenzio e la meditazione.

Tu sei stata povera di parole
ma ricca di opere,
povera di cose umane
ma ricca di Dio.

Tu ci inviti ogni giorno
all'ascolto della parola di Dio,
ad accogliere la sua salvezza,
a prendere sul serio la vita,
ad essere coerenti con la fede.

O Maria,
tu che sei la vita di umiltà che piace a Dio,
la via di semplicità che porta a lui,
la vita di servizio per i fratelli,
guarda il nostro mondo che manca di Dio,
manca di pace, manca di amore;
guarda la nostra povera vita
e assistici sempre con la tua materna protezione.

mariamadonnasilenzioaccoglienzaservizioumiltà

inviato da Federico Bernardi, inserito il 25/11/2002

TESTO

57. Padrone del tempo

Michel Quoist

L'uomo che non è più padrone di se stesso "si lascia andare", passa davanti alla porta senza mai osare di entrare in casa sua.

Se hai paura di fermarti, è perché hai paura di incontrarti, e se hai paura di incontrarti è perché non sei più in intimità con te stesso, non ti conosci più, temi i tuoi rimproveri e le tue esigenze.

Non hai tempo per sostare? Sii leale, vi sono sempre dei momenti di vuoto nelle tue attività. Non affrettarti a colmarli cercando il chiasso, un giornale, una conversazione, una presenza... Quando puoi concederti un momento di silenzio, non mettere subito un disco. Fermati...

Se ti fermi, è per prendere coscienza di te, riunire tutte le tue forze, riordinarle e dirigerle, al fine di impegnarti tutto intero nella tua vita.

Accettare di fermarsi, è accettare di guardare se stesso, e accettare di guardarsi, è già impegnarsi, perché è far penetrare lo spirito nell'interno della propria casa.

Non ti riconoscerai né ti comprenderai appieno se non nella luce di Dio. Quando dai un appuntamento a te stesso, tu dai contemporaneamente un appuntamento al Signore.

Nel corso delle tue giornate, cogli tutte le occasioni che la vita ti offre per riafferrarti e comunicare con Dio. Non "ammazzare il tempo" per breve che sia, è un dono della Provvidenza; il Signore vi è presente.

silenzioascoltomeditazioneonestà con se stessicoerenza

inviato da Eleonora Polo, inserito il 18/11/2002

TESTO

58. Messaggio dell'Anziano

Se il mio camminare è oscillante e le mie mani tremano, aiutami.
Se non ascolto bene e devo sforzarmi per sentire le tue parole, abbi compassione.
Se non vedo bene e la mia comprensione è scarsa, aiutami con pazienza.
Se a causa delle mie mani che tremano lascio cadere sul tavolo e per terra del cibo, non arrabbiarti, ho cercato di fare del mio meglio.
Se mi trovi per strada, non schivarmi, fermati e parla un po' con me; a volte mi sento solo.
Se tu, con la tua sensibilità, mi vedi triste e solitario, regalami soltanto un sorriso.
Se ti ho raccontato per la terza volta la stessa storia in un solo giorno, non rimproverarmi, semplicemente ascoltami.
Se mi comporto come un bambino, accoglimi con tenerezza.
Se ho paura della morte e cerco di allontanarla, aiutami a prepararmi all'addio.
Se sono ammalato e ti sono di peso, per favore, non abbandonarmi!

vecchiaiaanzianità

inviato da Lidia Perin, inserito il 29/08/2002

TESTO

59. Nel suo deserto incontri la verità

Padre Severino Consolaro, Il tuo volto io cerco

Non è un luogo il deserto: è il silenzio delle tue labbra chiuse che custodisce il tuo cuore che parla
Non è un luogo il deserto: è il tuo ascolto nelle profondità del mistero che ti avvolge e ti penetra tutto.
Non è un luogo il deserto:è l'immagine del Dio che ti ha plasmato, riflessa nello specchio, reso puro, della tua anima.
Non è un luogo il deserto: è il fuoco che brucia sotto le ceneri della tua umanità e ti chiede di soffiare per alimentarlo.
Non è un luogo il deserto: è la tua vita che incessantemente rinasce e si rinnova nel silenzio adorante.
Non è un luogo il deserto: è l'estasi di Dio che si contempla in te stesso
Non è un luogo il deserto: è la chiave che apre il tuo cuore perché vi entri il suo regno.
Non è un luogo il deserto: è riposare alla sua presenza "come bimbo svezzato in braccio a sua madre" (sal. 130)
Non è un luogo il deserto: è partecipare al silenzio di Dio, sorgente dell'armonia del cosmo.
Non è un luogo il deserto: è la sua pace che scende in te quando gli presenti il vuoto del tuo nulla.

desertosilenzio

inviato da Moreno Cattelan, inserito il 15/06/2002

PREGHIERA

60. Ti ascolto

Tonino Lasconi

Mio Dio,
mi hanno detto che tu,
molte volte,
hai parlato ai tuoi amici:
ad Abramo, a Mosè, a David,
al tuo figlio Gesù
quando viveva tra noi,
a San Francesco....

Mio Dio,
mi hanno detto che tu
parli sempre a chi vuole ascoltarti.

L'universo intero,
le creature della terra,
le opere dell'uomo,
i fatti e le persone,
le pagine della Bibbia
sono pieni di te.

Io mi siedo.

Tante voci mi piovono addosso,
ogni giorno, ogni istante.
I genitori, i professori e
gli amici, i cantanti e i campioni,
la televisione e i giornali...
tutti vogliono dirmi la loro.

Io mi siedo,
con la testa in silenzio,
con il cuore tranquillo,
con il corpo disteso.

Ecco,
tra mille emittenti,
voglio sintonizzarmi
con te.
Sono pronto.
Mio Dio, parla.
Io ti ascolto.

ascoltopreghierarapporto con Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 14/06/2002

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