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TESTO
41. Le beatitudini del bambino 3
Beato il bambino che inizia la vita incontrando un sorriso.
Beato il bambino che ha più attenzioni dell'auto pulita.
Beato il bambino che è circondato da tanto amore più che da tante cose.
Beato il bambino che non è guastato da eccesso di facilità.
Beato il bambino che non è ubriacato dalla televisione e dalla pubblicità.
Beato il bambino che non è "asfissiato", ma può andare a giocare in cortile.
Beato il bambino che non è obbligato a leggere a tre anni, a ballare a quattro, a suonare a cinque, a essere campione a sei.
Beato il bambino che può essere un bambino.
Beato il bambino che può vivere e giocare da bambino.
Beato il bambino che si sente sussurrare la sera prima di addormentarsi e al mattino al risveglio:
Amore mio ti affido al buon Dio.
beatitudinifigliogenitorifamigliaeducareeducazionebambini
inviato da Forner Fortunato, inserito il 10/12/2009
TESTO
42. I dieci comandamenti laici 1
1. Domina la tua lingua. Dì sempre meno di quello che pensi.
2. Rifletti... prima di fare una promessa e di non rispettarla dopo, non importa quanto ti costa compierla.
3. Mai.... Non lasciarti mai sfuggire l'occasione di dire qualcosa di incoraggiante ad una persona, o qualcosa di buono su di lei.
4. Interessati... alle persone che ti circondano, alle loro famiglie, ai loro focolari, ai loro sogni. Stai con coloro che ridono sanamente e conforta quelli che piangono.
5. Sii allegro. Ridi delle buone storie ed impara a raccontarle. Trasmettere allegria è un dono che tutti possiamo fare.
6. Conserva... una mente aperta per tutte le cose. Ricorda che non ci sono verità assolute. E che è una virtù poter divergere pur conservando l'amicizia di chi si oppone alle nostre idee.
7. Lascia... che le tue virtù parlino da sé e rifiuta di parlare delle debolezze e degli errori altrui. Condanna la mormorazione, soprattutto quella malintenzionata.
8. Fa'... attenzione alla suscettibilità dei molti. E' più facile ferire che riparare dopo.
9. Non... fare caso alle chiacchiere sulla tua persona. Vivi in modo che nessuno possa dare loro credito e finiranno per essere dimenticate.
10. Non... essere eccessivamente geloso dei tuoi diritti. Ma lavora, abbi pazienza, conserva la calma, credi in te stesso, sii fermo e riceverai la tua ricompensa.
"Il passo del tempo deve essere una conquista e non una perdita".
inviato da Don Stefano Rocca, inserito il 11/10/2009
TESTO
43. Decalogo della coppia, immagine dell'unione di Cristo con l'umanità 3
Elaborato dai gruppi famiglie Parr. SS. Salvatore, Biancavilla, CT
1°. Dono all'altro senza condizione.
Come Gesù si è donato all'Umanità.
2°. Fedeltà, avere fiducia nell'altro.
Come Gesù resta sempre accanto all'Umanità.
3°. Dialogo, apertura verso l'altro.
Come Gesù parla alla sua Sposa.
4°. Preghiera, raccogliersi insieme per dialogare con Dio.
Come Gesù implora il Padre per la sua Sposa
5°. Perdono, riconoscere le fragilità di entrambi.
Come Gesù si accosta e rialza la sua Sposa caduta.
6°. Testimonianza, mostrare l'amore di Dio.
Come lo ha testimoniato Gesù.
7°. Coerenza, essere sempre presenti.
Come Gesù resta sempre accanto all'Umanità.
8°. Amicizia, raccontare se stessi.
Come Gesù ha parlato del Padre.
9°. Perseveranza, essere forti nella prova.
Come Gesù ha abbracciato la croce per la sua Sposa.
10°. Sacrificio, rinunciare a se stessi.
Come Gesù si è offerto per l'umanità.
coppiaamorematrimoniofamigliasposi
inviato da Mariella Tirendi, inserito il 20/09/2009
TESTO
San Giovanni Maria Vianney, Omelia per la VI domenica dopo Pentecoste
Quale gioia per un cristiano che ha la fede, che, alzandosi dalla santa Mensa, se ne va con tutto il cielo nel suo cuore!... Ah, felice la casa nella quale abitano tali cristiani!... quale rispetto bisogna avere per essi, durante la giornata. Avere, in casa, un secondo tabernacolo dove il buon Dio ha dimorato veramente in corpo e anima!
- Forse, mi direte ancora: se questa felicità è così grande, perché dunque la Chiesa ci dà il comandamento di comunicarci una volta ogni anno?
- Questo comandamento non è fatto per i buoni cristiani, esiste soltanto per i cristiani pusillanimi e indifferenti verso la salvezza della loro povera anima. Agli inizi della Chiesa, la più grande punizione che si poteva imporre ai cristiani era di privarli di tale felicità; ogni volta che avevano la gioia di assistere alla santa Messa, avevano la gioia di comunicare. Mio Dio! possibile che dei cristiani rimangano tre, quattro, cinque e sei mesi, senza dare questo nutrimento celeste alle loro povere anime? La lasciano morire di inedia!... Mio Dio!, che guaio e quale accecamento!... avendo tanti rimedi per guarirla e un cibo così adatto a conservarla in salute!
La Chiesa, vedendo quanto già i cristiani perdevano di vista la salvezza delle loro povere anime, sperando che il timore del peccato facesse loro aprire gli occhi, dette loro un comandamento che li obbligava a comunicarsi tre volte all'anno, a Natale, a Pasqua e a Pentecoste. Ma in seguito, vedendo che i cristiani diventavano sempre più insensibili alla loro disgrazia, la Chiesa ha finito per non obbligarli più ad avvicinarsi al loro Dio, tranne una volta all'anno. O mio Dio!, che disgrazia e quale accecamento che un cristiano sia obbligato a mezzo di leggi a cercare la sua felicità!
comunione eucaristicaeucaristiaanno sacerdotalecomunione
inviato da Parrocchia S. Giovanni M. Vianney - Roma, inserito il 26/06/2009
ESPERIENZA
Suor Germana, Missionaria in Madagascar
Stavo aspettando che aprissero un ufficio in centro città.
Ho visto una mamma che cercava di preparare il suo "posto per vendere". Aveva con sé 5 bimbi!
Le ho chiesto di far loro una foto. Poi ho trovato nella mia borsa 4 caramelle e ho detto alla mamma che mi spiaceva, ma non ne avevo per tutti!
Lei mi ha risposto che non era importante e che era felice lo stesso.
Ho dato le caramelle ai quattro più grandi, al piccolo, ho pensato che non era grave se non ne davo!
Il più grande ha ringraziato, ha tolto la carta, con i dentini ha rotto la caramella e ne ha dato metà al fratellino più piccolo!
Ti assicuro che mi ha toccato il cuore e, ancora oggi, dopo qualche mese, mi viene un nodo di commozione quando ci penso!
inviato da Linda Pocher, inserito il 17/06/2009
RACCONTO
Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo una lettera. Ad un certo punto, le domandò: "Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me".
La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote: "E' vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto".
Incuriosito il bimbo guardò la matita senza trovarvi alcunché di speciale.
"Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!".
"Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.
Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi passi."Dio": ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la sua volontà.
Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. E' un'azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.
Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere è un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.
Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.
Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione".
vitaviverepaceimpegnoresponsabilitàsofferenzacamminocrescitainterioritàesterioritàrapporto con Diocorrezione
inviato da Raffaella Pisanti, inserito il 07/09/2008
TESTO
47. Il "Decalogo" della Domenica 2
lo sono il giomo del Signore, Dio tuo. lo sono il Signore dei tuoi giorni.
1. Non avrai altri giorni uguali a me.
Non fare i giorni tutti uguali. La domenica sia per te, fratello o sorella cristiana, il giorno libero da tutto per diventare il giorno libero per Dio e per tutti.
2. Non trascorrere la domenica invano,
drogandoti di televisione, alienandoti nell'evasione, caricandoti di altra tensione.
3. Ricordati di santificare la festa,
non disertando mai l'assemblea eucaristica: la domenica è la pasqua della tua settimana, il sole l'eucaristia e il cuore è Cristo risorto.
4. Onora tu, padre, e tu, madre, il grande giomo
con i tuoi figli! Ma non imporlo mai, neanche ai minori, e non ricattarli. Contagia loro la tua gioia di andare a messa: questo vale molto più di cento prediche.
5. Non ammazzare la domenica
con il doppio lavoro, soprattutto se remunerativo: non violarla né svenderla, ma vivila "gratis et amore Dei" e dei fratelli.
6. Considera il giorno del Signore "il momento di intimità
fra Cristo e la chiesa sua sposa", come ha detto il Papa; se sei sposato o sposata, coltiva la tua intimità con il tuo coniuge.
7. Non rubare la domenica a nessuno,
né alle colf, né alle badanti, né ai tuoi dipendenti. E non fartela rubare da niente e da nessuno, né dal denaro, né dal culturismo, né dai tuoi datori di lavoro.
8. Non dire falsa testimonianza
contro il giorno del Signore. Non vergognarti di dire ai tuoi amici non credenti che non puoi andare da loro in campagna o con loro allo stadio perché non puoi rinunciare alla messa.
9. Non desiderare la domenica degli "altri",
i ricchi, i gaudenti, i bontemponi. Desidera di condividere la domenica con gli ultimi, i poveri, i malati.
10. Non andare a messa solo perché è festa,
ma fa' festa perché vai a messa.
inviato da Qumran2, inserito il 16/12/2006
TESTO
48. Otto cose che Dio non vi chiederà in quel giorno
1. Dio non chiederà che genere di automobile hai guidato.
Chiederà quante persone hai guidato e che non avevano guida.
2. Dio non chiederà di quanti metri quadri era la vostra casa.
Chiederà quante persone avete accolto favorevolmente nella vostra casa.
3. Dio non chiederà notizie sui vestiti che avete avuto nel vostro armadio
Chiederà quante persone avete contribuito a vestire.
4. Dio non chiederà quanto alto era il vostro stipendio.
Chiederà se siete scesi a compromessi per ottenerlo.
5. Dio non chiederà quale era il vostro titolo di studio.
Chiederà se avete fatto il vostro lavoro al meglio delle vostre capacità.
6. Dio non chiederà quanti amici avete avuto.
Chiederà per quante persone siete stato un amico.
7.Dio non chiederà con quale vicinato avete vissuto.
Lui chiederà quale cura avete avuto per i vostri vicini.
8. Dio non chiederà quale era il colore della vostra pelle
Chiederà notizie sui vostri sentimenti e del vostro carattere.
Dio vi porterà amorevolmente alla vostra casa in Paradiso e non alle porte dell'inferno.
giudizioesempiomisericordiavita eternasenso della vitavitaimpegnoresponsabilità
inviato da Giusy Crescenti, inserito il 27/10/2006
TESTO
1) Scegli il prefisso giusto, non comporre un numero a caso.
2) Una conversazione telefonica con Dio non è un monologo. Non parlare sempre tu, ma ascolta anche lui che ti parla dall'altro capo.
3) Se la comunicazione si è interrotta, controlla se sei stato tu a far cadere la linea.
4) Non prendere l'abitudine di chiamare Dio nei casi urgenti.
5) Non telefonare a Dio solo nelle ore a tariffa ridotta cioè al termine della settimana. Dovresti riuscire a fare delle brevi chiamate ogni giorno.
6) Ricordati che le chiamate a Dio non costano nulla e sono a sue spese.
7) Controlla che Dio non ti abbia lasciati messaggi registrati nella segreteria telefonica.
Nota bene: se, pur avendo osservato queste regole la comunicazione risulta difficile o disturbata, rivolgiti confidenzialmente allo Spirito Santo. Egli ristabilirà la comunicazione. Se il tuo apparecchio non funziona più portalo a riparare in quell'Ufficio riparazioni che è il sacramento del perdono. Il tuo apparecchio è gratuito a vita e sarai rimesso a nuovo con un intervento gratuito.
rapporto con Diopreghieraconfessionetelefono
inviato da Cosimo Damiano, inserito il 03/05/2006
TESTO
50. Il dogma: prigione o conquista?
Paolo VI, 5 giugno 1968
Il dogma non è una prigione del pensiero; è una conquista, è una certezza, che stimola la mente alla contemplazione e all'esplorazione, sia del suo contenuto, di solito profondo fino all'insondabile, sia del suo sviluppo nel concerto e nella derivazione di altre verità. Intellectus quaerens fidem, l'intelligenza esercita nella fede la sua ricerca, diceva il teologo medievale e tuttora degno d'esserci maestro, S. Anselmo; e aggiungeva: fides quaerens intellectum, la fede ha bisogno dell'intelletto. La fede infonde fiducia all'intelligenza, la rispetta, la esige, la difende; e per il fatto stesso che la impegna allo studio di verità divine, la obbliga ad un'assoluta onestà di pensiero, e ad uno sforzo che non la debilita, ma la conforta, tanto nell'ordine speculativo naturale, quanto in quello soprannaturale.
inviato da Luca, inserito il 01/05/2006
ESPERIENZA
- Non sapevo vivere. Nulla viveva in me, anche se affermavo il contrario. Ho chiesto perdono al Signore perché Lui mi aveva donato la vita, ma io non sapevo accoglierla. Ebbene, sei mesi dopo, un bel giorno, ho capito improvvisamente e ho visto che il Signore mi aveva risuscitato. E da quel giorno è iniziato un cammino di pace, un cammino di vita in cui nulla oppone più resistenza (Giovanni, 19 anni).
- Ho cominciato a lavorare nelle discoteche e l'ho fatto per cinque anni. Ho conosciuto droga, alcolici, sesso, omosessualità. Sono stata distrutta, tradita, ingannata. Ero diventata l'ombra di me stessa. Un giorno, nel momento in cui stavo per suicidarmi, il Signore è venuto a prendermi tra le sue braccia e per la prima volta mi sono fatta dire: "Io ti amo" e ho voluto vivere di nuovo (Anna, 21 anni).
- Ti è mai capitato di aver voglia di morire? Per molto tempo tutte le mattine guardavo dalla finestra dicendo a me stessa: "Ora mi butto!". Oggi non voglio più morire, perché ho scoperto che Gesù è vivo! Questa è la mia preghiera, il mio grido "Gesù è vivo!" (Viviana, 17 anni).
- Ho 19 anni e ho capito, dopo un tentato suicidio a 17 anni - che è fallito - che non potevo rimanere a non far niente della mia vita... Ora sono pronta, moralmente e fisicamente, a dare due o tre anni della mia vita per aiutare coloro che hanno bisogno senza ricevere nulla in cambio. E il fatto di non ricevere nulla in cambio (diciamo materialmente) è molto importante per me. Non credo che potrei costruire la mia vita, o perlomeno una parte di essa, senza offrire un po' della mia gioventù, allo scopo di dare il massimo di me stessa (Giusy).
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 23/09/2005
TESTO
52. Raccomandazioni ai missionari
1. Cercate anime non denari.
2. Usate carità e somma cortesia con tutti.
3. Prendete cura degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini.
4. Fate che il mondo conosca che siete poveri negli abiti, nel vitto, nelle abitazioni e voi sarete ricchi in faccia a Dio e diverrete padroni del cuore degli uomini.
5. Fra di voi amatevi, consigliatevi, correggetevi ma non portatevi mai né invidia, né rancore, anzi il bene di uno sia il bene di tutti, le pene e le sofferenze di uno considerate come pene e sofferenze di tutti e ciascuno studi di allontanarle o almeno mitigarle.
6. Ogni mattino raccomandate a Dio le occupazioni della giornata.
inviato da Paolo De Cillia Sdb, inserito il 23/09/2005
RACCONTO
53. La preghiera dell'alfabeto 3
Un contadino povero, nel rincasare la sera tardi dal mercato, si accorse di non avere con sé il suo libro di preghiere. Al suo carro si era staccata una ruota in mezzo al bosco ed egli era angustiato al pensiero che la giornata finisse senza aver recitato le preghiere.
Allora pregò in questo modo: «Ho commesso una grave sciocchezza, Signore. Sono partito di casa questa mattina senza il mio libro di preghiere e ho così poca memoria che senza di esso non riesco a formulare neppure un'orazione. Ma ecco che cosa farò: reciterò molto lentamente tutto l'alfabeto cinque volte e tu, che conosci ogni preghiera, potrai mettere insieme le lettere in modo da formare le preghiere che non riesco a ricordare».
Disse allora il Signore ai suoi angeli: «Di tutte le preghiere che oggi ho sentito, questa è senz'altro la più bella, perché è nata da un cuore semplice e sincero».
inviato da Martina Bresolin, inserito il 01/07/2005
RACCONTO
In un paesino di montagna c'è un'usanza molto bella. Ogni primavera si svolge una gara tra tutti gli abitanti. Ciascuno cerca di trovare il primo fiore della primavera. Chi trova il primo fiore sarà il vincitore e avrà fortuna per tutto l'anno. A questa gara partecipano tutti, giovani e vecchi. Quest'anno, quando la neve iniziava a sciogliersi e larghi squarci di terra umida rimanevano liberi, tutti gli abitanti di quel paesino partirono alla ricerca del primo fiore. Per ore e ore iniziarono a cercare alle pendici del monte, ma non trovarono alcun fiore.
Stavano già ritornando verso casa quando il grido di un bambino attirò l'attenzione di tutti. "È qui! L'ho trovato". Tutti accorsero per vedere. Quel bambino aveva trovato il primo fiore, sbocciato in mezzo alle rocce, qualche metro sotto il ciglio di un terribile dirupo. Il bambino indicava col braccio teso giù in basso, ma non poteva raggiungerlo perché aveva paura di precipitare nel terribile burrone. Il bambino però desiderava quel fiore anche perché voleva vincere la gara.
Cinque uomini forti portarono una corda. Intendevano legare il bambino e calarlo fino al fiore. Il bambino però aveva paura. Aveva paura che la corda si rompesse e di cadere nel burrone. "No, no - diceva piangendo - ho paura!". Gli fecero vedere una corda più forte e quindici uomini che l'avrebbero tenuto. Tutti lo incoraggiavano. Ad un tratto il bambino cessò di piangere. Tutti fecero silenzio per sentire che cosa avrebbe fatto il bambino. "Va bene - disse il bambino - andrò giù se mio padre terrà la corda!".
Dio Padreaffidamento in Dioabbandono in Dio
inviato da Don Gianni Castignoli, inserito il 23/04/2005
TESTO
55. L'amore secondo i bambini 3
1. L'amore è quando esci a mangiare e dai un sacco di patatine fritte a qualcuno senza volere che l'altro le dia a te. (Gianluca, 6 anni)
2. Quando nonna aveva l'artrite e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei anche se aveva l'artrite pure lui. Questo è l'amore. (Rebecca, 8 anni)
3. L'amore è quando la ragazza si mette il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi. (Martina, 5 anni)
4. L'amore è la prima cosa che si sente, prima che arrivi la cattiveria. (Carlo, 5 anni)
5. L'amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere. (Susanna, 5 anni)
6. L'amore è quella cosa che ci fa sorridere quando siamo stanchi. (Tommaso, 4 anni)
7. L'amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo assaggia prima per assicurarsi che sia buono. (Daniele, 7 anni)
8. L'amore è quando mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo. (Elena, 5 anni)
9. L'amore è quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l'ho lasciato solo tutta la giornata. (Anna Maria, 4 anni)
10. Non bisogna mai dire "Ti amo" se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano. (Jessica, 8 anni)
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 30/03/2004
TESTO
Un pallone da Basket nelle mie mani vale 20 Euro.
Nelle mani di Michael Jordan vale circa 30 milioni di Euro.
Dipende dalle mani in cui si trova.
Una palla da baseball nelle mie mani vale 4 Euro.
Nelle mani di Mark McGuire vale circa 17 milioni di Euro.
Dipende dalle mani in cui si trova.
Una racchetta da tennis nelle mie mani è praticamente inutile.
Nelle mani di Venus Williams, è la vittoria in un torneo.
Dipende dalle mani in cui si trova.
Un bastone nelle mie mani tiene lontano un animale selvatico.
Un bastone, nelle mani di Mosè divide il Mar Rosso.
Dipende dalle mani in cui si trova.
Una fionda nelle mie mani è un giocattolo per bambini.
Una fionda nelle mani di Davide è un'arma straordinaria.
Dipende dalle mani in cui si trova.
Due pesci e cinque panini nelle mie mani sono una buona merenda.
Due pesci e cinque panini nelle mani di Dio sfamano le moltitudini.
Dipende dalle mani in cui si trovano.
I chiodi nelle mie mani possono produrre una cuccia per cani.
Nelle mani di Gesù Cristo producono salvezza per il mondo intero.
Dipende dalle mani in cui si trovano.
Come vedi, tutto dipende dalle mani in cui gli oggetti si trovano.
Allora, metti i tuoi ragionamenti, le tue preoccupazioni, le tue paure
le tue speranze, i tuoi sogni, la tua famiglia e i tuoi rapporti con
gli altri nelle mani di Dio, perché...
...dipende dalle mani in cui si trovano.
impegnoresponsabilitàrapporto con Diofiducia in Dioabbandono in Dio
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 26/01/2004
RACCONTO
57. La raccoglitrice di vetri sulla spiaggia
Una famiglia di cinque persone si stava godendo una giornata sulla spiaggia. I bambini facevano il bagno nell'oceano e costruivano castelli di sabbia, quando comparve in lontananza una vecchina. I capelli grigi le volavano con il vento e gli abiti erano sporchi e stracciati. Mormorava qualcosa fra sé e sé e intanto raccoglieva oggetti nella sabbia e li metteva in un sacco.
I genitori chiamarono i bambini vicino a sé e raccomandarono loro di stare lontani dalla vecchietta. Quando passò accanto a loro, curvandosi di tanto in tanto per raccogliere roba, ella sorrise alla famiglia. Ma essi non ricambiarono il suo saluto.
Molte settimane dopo vennero a sapere che la vecchina da sempre si era assunta il compito di raccogliere pezzetti di vetro sulla spiaggia per evitare ai bambini di ferirsi i piedi.
ingratitudinenon giudicaregiudizio
inviato da Maria Teresa Zanfini, inserito il 12/08/2003
PREGHIERA
La vita in Cristo, n. 5 - 2003
Signore Gesù,
l'amore che ti vogliamo
non sia fatto solo di belle parole
ma di fatti concreti,
di scelte coraggiose vissute giorno per giorno
in attenzione ai tuoi esempi e alla tua Parola.
Rendici ragazzi generosi
che sanno donarsi con gioia.
Rendici ragazzi semplici e poveri
che sanno di aver bisogno degli altri.
Rendici ragazzi aperti
che sanno ascoltare gli altri
e capire le loro esigenze.
Donaci la capacità
di non rifiutare mai il servizio
che ci viene richiesto.
Donaci la gioia
di vedere contenti quelli che ci stanno vicino.
Donaci un cuore grande come il tuo
che sa dimenticare le offese ricevute.
Aiutaci a vivere come tu ci hai insegnato.
Amen.
inviato da Anna Barbi, inserito il 28/06/2003
TESTO
59. Tu sei speciale ed unico 1
Almeno 5 persone in questo mondo ti amano tanto che darebbero la vita per te.
Almeno 15 persone in questo mondo ti amano in qualche modo.
L'unica ragione per cui qualcuno ti potrebbe mai odiare è perché vorrebbe essere proprio come te.
Un tuo sorriso può dare felicità a qualcuno, anche se non gli piaci.
Tutte le notti qualcuno pensa a te prima di addormentarsi.
Tu significhi il mondo per qualcuno.
Se non fosse per te, qualcuno potrebbe non essere vivo.
Tu sei speciale ed unico.
Qualcuno che tu non sai neanche che esista ti ama.
Quando fai il più grande errore della tua vita, qualcosa di buono viene anche da questo.
Quando pensi che il mondo ti abbia girato la schiena, guarda, più facilmente tu hai girato la schiena al mondo.
Quando pensi che non hai più possibilità di avere quello che vuoi, probabilmente non l'avrai, ma, se credi in te stesso, probabilmente presto o tardi l'avrai.
Ricorda sempre i complimenti che ricevi, dimentica i rudi commenti negativi.
Dì sempre a tutti che cosa pensi di loro, ti sentirai molto meglio quando lo sapranno.
Se hai un grande amico, prendi il tempo per fargli sapere quanto è grande.
amiciziaconoscenza di séottimismosperanzapositività
inviato da Giuseppe, inserito il 14/12/2002
TESTO
Ritiro dei sacerdoti della Diocesi di Nola
1. Aggiusta te stesso, e cerca di diventare amabile.
2. Abbi l'umiltà dei tuoi limiti.
3. Non parlare sempre e solo di diritti: abbi il senso degli altri.
4. Non usare le lenti d'ingrandimento per i torti ricevuti.
5. Non essere suscettibile.
6. Cura di essere umorista.
7. Impara a dimenticare.
8. Non ricompensare il bene con il male.
9. Lascia che gli altri siano diversi.
10. Abituati a sopportare te stesso.
11. Non vedere negli altri concorrenti che ti tolgono lo spazio vitale.
12. Non essere causa di recriminazione.
13. Sii discreto.
14. Non pretendere di essere competente su tutto e su tutti.
15. Sii sincero, paziente e chiaro nei rapporti con gli altri.
16. Accetta con grazia di essere "Servo di Jahvé".
relazioneumanitàmagnanimitàumiltà
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 11/12/2002