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RACCONTO
Bruno Ferrero, L'importante è la rosa
Il poeta tedesco Rilke abitò per un certo periodo a Parigi. Per andare all'Università percorreva ogni giorno, in compagnia di una sua amica francese, una strada molto frequentata.
Un angolo di questa via era permanentemente occupato da una mendicante che chiedeva l'elemosina ai passanti. La donna sedeva sempre allo stesso posto, immobile come una statua, con la mano tesa e gli occhi fissi al suolo.
Rilke non le dava mai nulla, mentre la sua compagna le donava spesso qualche moneta.
Un giorno la giovane francese, meravigliata domandò al poeta: «Ma perché non dai mai nulla a quella poveretta?».
«Dovremmo regalare qualcosa al suo cuore, non alle sue mani», rispose il poeta.
Il giorno dopo, Rilke arrivò con una splendida rosa appena sbocciata, la depose nella mano della mendicante e fece l'atto di andarsene.
Allora accadde qualcosa d'inatteso: la mendicante alzò gli occhi, guardò il poeta, si sollevò a stento da terra, prese la mano dell'uomo e la baciò. Poi se ne andò stringendo la rosa al seno.
Per una intera settimana nessuno la vide più. Ma otto giorni dopo, la mendicante era di nuovo seduta nel solito angolo della via. Silenziosa e immobile come sempre.
«Di che cosa avrà vissuto in tutti questi giorni in cui non ha ricevuto nulla?», chiese la giovane francese.
«Della rosa», rispose il poeta.
«Esiste un solo problema, uno solo sulla terra. Come ridare all'umanità un significato spirituale, suscitare un'inquietudine dello spirito. E' necessario che l'umanità venga irrorata dall'alto e scenda su di lei qualcosa che assomigli a un canto gregoriano. Vedete, non si può continuare a vivere occupandosi soltanto di frigoriferi, politica, bilanci e parole crociate. Non è possibile andare avanti così» (Antoine de Saint-Exupéry).
amoreinterioritàspiritualitàbisogno di affetto
inviato da Maria, inserito il 21/05/2002
RACCONTO
22. Lo specchio e la finestra 1
Un giovane ebreo andò da un Rabbino, suo maestro di vita, a esporgli una sua perplessità: "Quando vado nella casa dei ricchi non mi sento a mio agio, ho l'impressione di non essere accolto e non riesco a comunicare. Quando, invece, entro nella casa dei poveri, non ho alcun problema, mi comporto e parlo così come faccio con gli amici di vecchia data. Che differenza c'è tra ricchi e poveri?".
Il rabbino lo invitò ad andare alla finestra e a descrivere ciò che vedeva. "Ci sono una donna e un bambino, su di un carro, che si dirigono contenti verso la zona del mercato".
Al che il rabbino soggiunse: "Ora va' davanti allo specchio e dimmi cosa vedi".
Il giovane rispose che scorgeva solo la sua immagine.
Il saggio maestro di vita così concluse: "Figlio mio, la finestra e lo specchio sono fatti entrambi di una lastra di vetro. Ma, mentre la finestra ti permette di vedere la vita che c'è attorno, lo specchio ti permette di vedere solo te stesso. Basta un foglio d'argento per non farti contemplare la realtà e renderti triste nel mostrarti solo la tua immagine".
inviato da Emilio Centomo, inserito il 08/05/2002
TESTO
Esiste un solo problema filosofico veramente serio: il suicidio. Giudicare se la vita vale la spesa di essere vissuta o meno, è rispondere alla questione fondamentale della filosofia. Il resto, per esempio se il mondo ha tre dimensioni, se lo spirito ha nove categorie o dodici, sono questioni secondarie. Sono gioco. In compenso vedo molte persone che muoiono perché giudicano che la vita non è degna di essere vissuta. Il senso della vita è il problema più urgente.
senso della vitaricerca di sensosuicidiomortevitaprogetto
inviato da Emilio Centomo, inserito il 05/05/2002