Quando hai bisogno, Qumran ti dà una mano, sempre.
Ora Qumran ha bisogno di te.
- Clicca qui per sapere il perché.
Hai cercato nuovo tra i ritagli medi
Hai trovato 168 ritagli
TESTO
La morte non è nulla. Non conta.
Io me ne sono solo andato nella stanza accanto.
Non è successo nulla.
Tutto resta esattamente come era.
Io sono io e tu sei tu
e la vita passata che abbiamo vissuto così bene insieme
è immutata, intatta.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il vecchio nome familiare.
Parlami nello stesso modo affettuoso
che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce,
non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Sorridi, pensa a me e prega per me.
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima.
Pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato
che ha sempre avuto:
È la stessa di prima,
c'è una continuità che non si spezza.
Cos'è questa morte se non un incidente insignificante?
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri
e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte,
proprio dietro l'angolo.
Va tutto bene; nulla è perduto.
Un breve istante e tutto sarà come prima.
E come rideremo dei problemi della separazione
quando ci incontreremo di nuovo!
mortevita eternadefuntiparadiso
inviato da Simone Pestelli, inserito il 07/02/2016
TESTO
suor Chiara Carla Cabras, osc, La preghiera del cuore, dalla rivista "Gesù confido in Te"
Il nome di Gesù libera, salva, guarisce, caccia lo spirito del male, conduce ad ampi spazi di libertà, a nuove ragioni di speranza, a terre inesplorate dell'amore, purifica il nostro cuore e lo rende nuovo, lo fa passare dalla "sclerocardia" (durezza del cuore) alla tenerezza e misericordia; rende il cuore docile, malleabile, pronto a fare la volontà di Dio. Il cuore che conosce il nome di Gesù sarà anche tutto tenerezza e amore, dolcezza, forza e misericordiosa compassione.
nome di Gesùmisericordiaamorepreghieracuoresperanzagioiavolontà di Diotenerezzapurificazione
inviato da Stefano Molisso, inserito il 03/02/2016
PREGHIERA
23. Preghiera per il 5° Convegno ecclesiale nazionale 1
don Paolo della Peruta e Anna Maria Pizzutelli
Signore Gesù,
aiutaci ad essere Chiesa
che incarna il tuo stesso stile:
uno stile capace di educare l'uomo di oggi
alla vita buona del Vangelo,
uno stile capace di uscire
verso le periferie esistenziali e della storia,
per annunciare a tutti la Buona Notizia.
Aiutaci ad essere Chiesa
che sa abitare ogni luogo,
ogni circostanza,
ogni trasformazione culturale, sociale...
capace di vicinanza e partecipazione
alla vita di ogni fratello...
soprattutto del più povero.
Aiutaci ad essere Chiesa
che attingendo dalla vita liturgica, dai sacramenti
e dalla preghiera personale,
sa trasfigurare la propria e altrui umanità
attraverso la carità.
Signore Gesù,
solo imitando te - Uomo nuovo - ,
saremo Chiesa
che testimonia il volto di Dio.
Amen.
chiesaevangelizzazionenuovo umanesimo
inviato da Don Paolo Della Peruta, inserito il 06/11/2015
TESTO
24. Il grande mistero della Pasqua
Papa Francesco, Udienza generale 1° aprile 2015
A volte il buio della notte sembra penetrare nell'anima; a volte pensiamo: "ormai non c'è più nulla da fare", e il cuore non trova più la forza di amare... Ma proprio in quel buio Cristo accende il fuoco dell'amore di Dio: un bagliore rompe l'oscurità e annuncia un nuovo inizio, qualcosa incomincia nel buio più profondo. Noi sappiamo che la notte è "più notte", è più buia poco prima che incominci il giorno. Ma proprio in quel buio è Cristo che vince e che accende il fuoco dell'amore. La pietra del dolore è ribaltata lasciando spazio alla speranza. Ecco il grande mistero della Pasqua! In questa santa notte la Chiesa ci consegna la luce del Risorto, perché in noi non ci sia il rimpianto di chi dice "ormai...", ma la speranza di chi si apre a un presente pieno di futuro: Cristo ha vinto la morte, e noi con lui. La nostra vita non finisce davanti alla pietra di un sepolcro, la nostra vita va oltre con la speranza in Cristo che è risorto proprio da quel sepolcro. Come cristiani siamo chiamati ad essere sentinelle del mattino, che sanno scorgere i segni del Risorto, come hanno fatto le donne e i discepoli accorsi al sepolcro all'alba del primo giorno della settimana.
pasqualucerisortoresurrezionedisperazionesperanzaricominciarevita nuova
inviato da Qumran2, inserito il 17/06/2015
TESTO
"È nato un bambino".
Questa la frase che, identica, risuona sotto diversi cieli.
Non si dice: "È nato un cristiano, un musulmano,
un ricco, un povero o un americano".
No! Ma semplicemente: "Un bambino".
Un essere umano bisognoso d'amare e di essere amato.
Un figlio di Dio e dell'uomo.
Un miracolo: un nuovo continuo "natale".
Scarica la raccolta completa di preghiere e testi di don Valentino Savoldi.
nascitabambinovitaessere umanoumanità
inviato da Don Valentino Salvoldi, inserito il 16/06/2015
PREGHIERA
26. Fiat: sia fatto di me secondo la tua parola (per rispondere con gioia alla chiamata)
Prima che il tempo fosse,
Tu, Spirito Santo,
planavi sulla creazione
informe, inanimata e vuota,
nell'attesa del primo "Fiat":
"Sia fatta la luce".
Nella pienezza dei tempi,
Tu, Spirito d'Amore,
adombrando di gloria la Vergine,
hai messo sulle sue labbra un nuovo "Fiat".
Così il Verbo si è fatto carne della nostra carne,
rendendo Maria Madre di Dio e dell'umanità.
Pure su di me ora plana e aleggia,
Tu, Spirito di vita,
che tutto perdoni, ricrei e risusciti.
Dà forma alla mia anima
e trasforma il mio corpo in tempio di Dio,
tua stabile dimora.
Inondami di grazia,
trasforma la mia vocazione in missione,
divinizza questo mio corpo
destinato ad un eterno peso di gloria in cielo,
con Maria, con i santi, con chi mi attende
là dove la gioia non avrà mai fine.
Scarica la raccolta completa di preghiere e testi di don Valentino Salvoldi
volontà di Diomissionevocazionedisponibilitàmaria
inviato da Don Valentino Salvoldi, inserito il 16/06/2015
RACCONTO
C'era una volta un povero spaccapietre che col sole o con la pioggia passava la giornata a spezzar sassi sul ciglio della strada. «Ah, se potessi essere un gran signore», pensò un giorno, «mi riposerei finalmente». C'era per aria un Genio, che lo udì. «Sia esaudito il tuo desiderio!», gli disse.
Detto fatto. Il povero spaccapietre si trovò di colpo in un bel palazzo, servito da uno stuolo di domestici. Poteva riposare a suo agio...
Ma un giorno lo spaccapietre ebbe l'idea di levar gli occhi al cielo, e vide ciò che forse non aveva guardato mai: il Sole! «Ah, se potessi diventare il Sole!», sospirò. «Non avrei neppure il fastidio di vedermi intorno tutti quei domestici». Anche questa volta il Genio buono lo volle far contento: «Sia come vuoi!», gli disse.
Ma quando l'uomo fu diventato il Sole, ecco che una nube venne a passargli innanzi, offuscando il suo splendore. «Potessi essere una Nuvola!», pensò. «Una nuvola è persino più potente del Sole».
Ma esaudito che fu, soffiò il Vento, che ridusse a brandelli le nuvole nel ciclo.
«Vorrei essere il Vento che travolge ogni cosa!». E il Genio compiacente di nuovo lo esaudì.
Ma, divenuto Vento impetuoso e violento, incontrò la Montagna che resiste anche al Vento.
Trasformato in Montagna, si accorse che qualcuno gli spezzava la base a colpi di piccone.
«Ah, poter esser quello che spezza le montagne!». E per l'ultima volta, il Genio lo esaudì.
Così lo Spaccapietre si ritrovò di nuovo sul ciglio della strada, nella sua prima forma di umile operaio. Né mai d'allora in poi si lagnò più.
accontentarsifelicitàinfelicitàimportanza delle piccole coseconsapevolezzalamentarsiricchezza
inviato da Il Patriota Cosmico, inserito il 09/06/2015
TESTO
P. Dennis Doren Lahr L.C., Sembrando Esperanza II, 2012
Natale sei tu, quando decidi di nascere di nuovo ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima.
L'albero di Natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita.
Gli addobbi di Natale sei tu quando le tue virtù sono i colori che adornano la tua vita.
La campana di Natale sei tu quando chiami, congreghi e cerchi di unire.
Sei anche luce di Natale quando illumini con la tua vita il cammino degli altri con la bontà la pazienza l'allegria e la generosità.
Gli angeli di Natale sei tu quando canti al mondo un messaggio di pace di giustizia e di amore.
La stella di Natale sei tu quando conduci qualcuno all'incontro con il Signore.
Sei anche i re magi quando dai il meglio che hai senza tenere conto a chi lo dai.
La musica di Natale sei tu quando conquisti l'armonia dentro di te.
Il regalo di natale sei tu quando sei un vero amico e fratello di tutti gli esseri umani.
Gli auguri di Natale sei tu quando perdoni e ristabilisci la pace anche quando soffri.
Il cenone di Natale sei tu quando sazi di pane e di speranza il povero che ti sta di fianco.
Tu sei la notte di Natale quando umile e cosciente ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del mondo senza rumori ne grandi celebrazioni; tu sei sorriso di confidenza e tenerezza nella pace interiore di un Natale perenne che stabilisce il regno dentro di te.
Un buon Natale a tutti coloro che assomigliano al Natale.
Tale testo è presente sul web e su molti social network ed è attribuito a Papa Francesco, mentre in realtà è stato scritto da P. Dennis Doren L.C., vedi qui la versione video in spagnolo.
inviato da Qumran2, inserito il 24/12/2014
TESTO
Nei periodi più oscuri, molto spesso un piccolo numero di donne e di uomini, sparsi nel mondo, sono stati capaci di rovesciare il corso delle evoluzioni storiche, perché speravano contro ogni speranza. Ciò che sembrava destinato alla disgregazione, è entrato allora nella corrente di un dinamismo nuovo.
inviato da Qumran2, inserito il 16/09/2014
PREGHIERA
30. Per i cristiani perseguitati
sr. Mariangela Tassielli fsp, Cantalavita.com
Nuove terre sono bagnate dal sangue dei martiri
e, oggi, il cielo ascolta nuovo dolore.
Piccoli e grandi, uomini e donne,
sani e malati, l'odio non fa distinzioni
e ogni giorno uccide la fraternità.
Proteggi, Signore, chi per fede muore.
Custodisci i passi di coloro che fuggono
per non far morire il futuro e la fede in te.
Sii la forza di chi non cede alla paura e, con audacia,
testimonia il tuo nome e la tua salvezza.
Noi crediamo che tu sei il Signore, Dio dell'universo;
crediamo che il tuo nome, invocato oggi
tra lacrime e pianto, tra terrore e speranza,
può portare salvezza al mondo.
Ognuno di noi lo invochi, chiedendo salvezza,
in comunione con i nostri fratelli e sorelle
perseguitati in tante parti del mondo.
Amen.
persecuzionimartiriotestimonianzafede
inviato da Suor Mariangela Tassielli, inserito il 30/08/2014
RACCONTO
C'era una volta un possente taglialegna in cerca di lavoro. Dopo aver girato diverse città, il taglialegna trovò finalmente impiego presso un importante commerciante di legno. L'ottima paga e le eccellenti condizioni di lavoro convinsero il taglialegna a dare il meglio di sé.
Il primo giorno il capo diede al nuovo arrivato un'ascia e gli indicò l'area del bosco dove avrebbe dovuto lavorare. Al termine della giornata, il possente taglialegna frantumò il record degli altri dipendenti, raggiungendo i 18 alberi abbattuti. Il capo si congratulò sinceramente con lui e questo motivò ancor più il taglialegna.
Il secondo giorno il taglialegna lavorò con tutte le sue energie, ma al tramonto gli alberi abbattuti furono 15. Per nulla demoralizzato, il terzo giorno il taglialegna si impegnò con ancora più vigore, ma anche questa volta il numero di alberi calò: 10 unità. Per quanta energia mettesse nel suo lavoro, giorno dopo giorno, il numero di alberi abbattuti continuò a calare inesorabilmente.
Mortificato, il taglialegna sì presentò dal capo scusandosi per lo scarso rendimento. Al che l'esperto commerciante di legno pose al suo dipendente una semplice domanda: «Quando è stata l'ultima volta che hai affilato la tua ascia?»
Un po' imbarazzato il taglialegna rispose: «Signore, non ho avuto tempo per affilare la mia ascia, ero troppo impegnato a tagliare gli alberi.»
efficaciainterioritàesterioritàspiritualitàallenamento
inviato da Qumran2, inserito il 31/07/2014
TESTO
Gianfranco Ravasi, Le parole e i giorni. Nuovo breviario laico
Certo, sia la rondine sia la piuma si librano nell'aria, ma la differenza è netta: la rondine sceglie la traiettoria, naviga contro il vento opponendogli il suo petto carenato; la piuma, invece, è sospinta da ogni corrente d'aria, è succube a ogni soffio. Una domanda s'impone: e noi come siamo? Siamo rondini libere e sicure o piume agitate da ogni brezza e variabilità?
libertàforzadeterminazionesicurezzadecisionescegliere
inviato da Qumran2, inserito il 23/10/2013
RACCONTO
Due fratelli, uno di cinque anni e l'altro di dieci, vestiti di stracci, continuavano a chiedere un po' di cibo per le case della strada che circondava la collina. Erano affamati, ma non riuscirono ad ottenere niente, i loro tentativi frustanti li rattistavano.
Finalmente, una signora diede loro una bottiglia di latte. Che festa per i due bambini! Allora si sedettero sul marciapiede, e il più piccolo disse a quello di dieci anni: "Tu sei il maggiore, bevi per primo...", e lo guardava coi suoi denti bianchi, con la bocca mezza aperta.
Il grande si portò la bottiglia alla bocca e, facendo finta di bere, stringeva le labbra per non far entrare nemmeno una sola goccia di latte. Poi passò la bottiglia al fratellino che, dando un sorso, esclamò: "Com'è saporito!".
Poi fu di nuovo il turno del maggiore. Anche questa volta si portò la bottiglia alla bocca, ormai già quasi mezza vuota, ma non bevve niente. E fecero così finché il latte non finì.
A quel punto il fratello maggiore, benché con lo stomaco vuoto ma col cuore traboccante di gioia, cominciò a cantare e a danzare.
Saltava con la semplicità di chi non fa niente di straordinario, o ancora meglio, con la semplicità di chi è abituato a fare cose straordinarie senza dargli importanza.
Noi che viviamo in un mondo di agiatezze, possiamo imparare una grande lezione da quel ragazzo: "Chi dà è più felice di chi riceve".
donaredareamoregratuitàfamiglia
inviato da Cinzia Novello, inserito il 06/07/2013
PREGHIERA
Roberto Laurita, Servizio della parola, n. 445, febbraio 2013
Quaranta giorni davanti a noi, Gesù:
ecco un dono prezioso
per la nostra vita di fede,
un'occasione per sperimentare
una nuova primavera dello Spirito.
Quaranta giorni per ritrovare
un rapporto autentico con te:
per togliere le maschere
che abbiamo posto sul nostro volto,
per ascoltare la tua parola
e fermarci ai tuoi piedi
lasciando che essa raggiunga
il profondo dell'anima.
Quaranta giorni per abbattere
ogni muro che ci separa
dai nostri fratelli
e spezzare via sospetti e dubbi
che ci bloccano quando tentiamo
un gesto di amore e di solidarietà,
una parola di consolazione e di tenerezza.
Quaranta giorni per riscoprire
un equilibrio nuovo nella vita
e sbarazzarci di tanta zavorra
che ingombra e impedisce di camminare,
per avvertire la fame di un cibo
capace di cambiare l'anima
e dissetarsi alla sorgente della vita.
Quaranta giorni per condividere
una preghiera costante,
una fraternità rinnovata,
una Parola viva ed efficace.
Quaranta giorni per cambiare
e celebrare la tua Pasqua!
quaresimamercoledì delle cenericonversione
inviato da Qumran2, inserito il 05/03/2013
RACCONTO
Una donna arrivò disperata dal suo ginecologo e disse: "Dottore, lei mi deve aiutare, ho un problema molto, ma molto serio... mio figlio ancora non ha ancora compiuto un anno ed io sono di nuovo incinta, non voglio altri figli in un cosi corto spazio di tempo, ma con qualche anno di differenza...".
Allora il medico domandò: "Bene, allora lei cosa desidera che io faccia?". La signora rispose: "Voglio interrompere questa gravidanza e conto sul suo aiuto".
Il medico allora iniziò a pensare e dopo un lungo silenzio disse: "Per risolvere il suo problema penso di aver trovato il metodo meno pericoloso per lei".
La signora sorrise pensando che il medico avesse accettato la sua richiesta.
Il dottore continuò: "Allora cara signora, per risolvere il suo problema e non stare con due neonati in un così breve spazio di tempo, uccidiamo questo che è fra le sue braccia, cosi lei potrà riposare per nove mesi finché avrà l'altro. Se dobbiamo uccidere, non fa differenza fra questo o quell'altro, anche perché sacrificare questo che lei ha tra le sue braccia è molto più facile, perché non ci saranno rischi per lei".
La donna rimase molto più che disperata e disse: "No dottore, uccidere un bambino è crimine!".
Il dottore rispose: "Anch'io la penso come lei, ma lei era tanto convinta che ho pensato di aiutarla".
Dopo alcune considerazioni, il dottore capì che la sua lezione aveva fatto il suo effetto, e riuscì a far capire alla madre che non c'era la minima differenza fra il figlio tenuto in braccio e quello dentro del suo ventre. Sorrise e disse: "Ci vediamo fra una settimana per la prima ecografia e per sentire il cuoricino del fratellino".
inviato da Qumran2, inserito il 18/10/2012
TESTO
36. La bisaccia del cercatore 2
Tonino bello, La bisaccia del cercatore, ediz. La meridiana
Se io fossi un contemporaneo di Gesù, se fossi uno degli Undici ai quali Gesù, nel giorno dell'Ascensione, ha detto: "Lo Spirito santo verrà su di voi e riceverete da lui la forza per essermi miei testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, la Samaria e fino all'estremità della terra" (At 1,8), nell'atto di congedarmi dai fratelli, sapete cosa avrai preso con me? Innanzitutto il bastone del pellegrino e poi la bisaccia del cercatore e nella bisaccia metterei queste cinque cose: un ciottolo del lago; un ciuffo d'erba del monte; un frustolo di pane, magari di quello avanzato nelle dodici sporte nel giorno del miracolo; una scheggia della croce; un calcinaccio del sepolcro vuoto. E me ne andrei così per le strade del mondo, col carico di questi simboli intensi, non tanto come souvenir della mia esperienza con Cristo, quanto come segnalatori di un rapporto nuovo da instaurare con tutti gli abitanti, non solo della Giudea e della Samaria, non solo dell'Europa, ma di tutto il mondo: fino agli estremi confini della terra. Ecco, io prenderei queste cose. Ma anche il credente che voglia obbedire al comando missionario di Gesù dovrebbe prendere con sé queste stesse cose.
segnifedecredereobbedienzamissioneevangelizzazionelibertàinterioritàesterioritàtestimonianzaascensione
inviato da Don Fabio Sgaria, inserito il 23/09/2012
TESTO
Tu cerchi il modo di incontrare Gesù. Cerchi di incontrarlo non solo con la mente, ma anche nel tuo cuore. Ricerchi il suo affetto, e sai che questo affetto implica tanto il suo cuore quanto il tuo. Ma rimane in te qualcosa che impedisce questo incontro.
Vi sono ancora tanta vergogna e tanta colpa incrostate nel tuo cuore, che bloccano la presenza di Gesù. Non ti senti pienamente a tuo agio nel tuo cuore; lo guardi come se non fosse un luogo abbastanza buono, abbastanza bello o abbastanza puro per incontrare Gesù.
Quando guardi con attenzione alla tua vita, vedi quanto sia stata afflitta dalla paura. Non riuscirai ad incontrare Gesù finché il tuo cuore rimane pieno di dubbi e di paure. Gesù viene a liberarti da questi legami e a creare in te uno spazio nel quale puoi stare con lui. Egli vuole che vivi la libertà dei figli di Dio.
Non disperarti, pensando di non poter cambiare te stesso dopo tanti anni. Entra semplicemente come sei alla presenza di Gesù. Tu non puoi renderti diverso. Gesù viene a darti un cuore nuovo, uno spirito nuovo, una nuova mente e un nuovo corpo. Lasciati trasformare dal suo Amore solo così sarai capace di ricevere il suo affetto nell'interezza del tuo essere.
incontrorapporto con Dioaccettazionemisericordiaperdonoserenitàpaura
inserito il 21/09/2012
TESTO
38. Meditazione e ritorno al mondo
Dietrich Bonhoeffer, Vita comune
Ogni giorno porta al cristiano molte ore di solitudine in mezzo ad un mondo non cristiano. Questo è il tempo della verifica. Esso è la prova della bontà della meditazione personale e della comunione cristiana. La comunità ha reso gli individui liberi, forti, adulti, o li ha resi invece dipendenti, non autonomi? Li ha condotti un po' per mano, per far loro imparare di nuovo a camminare da soli, o li ha resi paurosi e insicuri?… Qui si tratta di decidere se la meditazione personale ha portato il cristiano in un mondo irreale da cui si risveglia con spavento, nel ritornare al mondo terreno del suo lavoro, o se viceversa lo ha fatto entrare nel vero mondo di Dio, che permette di affrontare la giornata dopo aver attinto nuova forza e purezza. Si è trattato di un'estasi spirituale per brevi attimi, cui poi subentra la quotidianità, o di un radicarsi essenziale e profondo della Parola di Dio nel cuore?… Solo la giornata potrà deciderlo… Ognuno deve sapere che anche il momento in cui è isolato ha una sua retroazione sulla comunione. Nella sua solitudine egli può dilacerare e macchiare la comunione o viceversa rafforzarla e santificarla….
solitudinecomunitàrapporto con Dioimpegnoessere cristiani
inviato da Qumran2, inserito il 12/08/2012
TESTO
Dietrich Bonhoeffer, Sequela
La grazia a buon mercato è grazia senza sequela, grazia senza croce, grazia senza Gesù Cristo vivo, incarnato.
Grazia a caro prezzo è il tesoro nascosto nel campo, per amore del quale l'uomo va a vendere con gioia tutto ciò che aveva; la pietra preziosa, per il cui valore il mercante dà tutti i suoi beni; la signoria regale di Cristo, per amore del quale l'uomo strappa da sé l'occhio che lo scandalizza; la chiamata di Gesù Cristo, per cui il discepolo abbandona le reti e si pone alla sua sequela.
Grazia a caro prezzo è il vangelo, che si deve sempre di nuovo cercare, il dono per cui si deve sempre di nuovo pregare, la porta a cui si deve sempre di nuovo bussare. È a caro prezzo, perché chiama alla sequela; è grazia, perché chiama alla sequela di Gesù Cristo; è a caro prezzo, perché costa all'uomo il prezzo della vita, è grazia, perché proprio in tal modo gli dona la vita; è a caro prezzo, perché condanna il peccato, è grazia, perché giustifica il peccatore.
La grazia è a caro prezzo soprattutto perché è costata cara a Dio, perché gli è costata la vita di suo Figlio «siete stati riscattati a caro prezzo» (1Cor 6,20) e perché non può essere a buon mercato per noi ciò che è costato caro a Dio. E' grazia soprattutto perché Dio non ha ritenuto troppo elevato il prezzo di suo Figlio per la nostra vita, ma lo ha dato per noi. Grazia a caro prezzo è l'incarnazione di Dio.
graziaconversionesequeladiscepolatotesoro nascostoperla preziosaredenzione
inviato da Qumran2, inserito il 12/08/2012
TESTO
40. Sulle orme degli Apostoli 2
Agata Fernandez Motzo, Mio tutto - Oltre la morte
E' morto in croce
ma è vivo in tutto il mondo...
E' vivo nel sacerdote,
che nella sua vigna
si prodiga ogni giorno
in mezzo a tante ortiche...
E' vivo nei missionari
che sono le sue mani,
spesso sanguinanti...
E' vivo negli occhi
di chi negli ospedali
lo guarda in croce
sul camice bianco
di una suora
che si aggira fra i lebbrosi
o assiste pietosa
chi è vicino a morire
o sfinito soccombe
sotto il peso dei malanni...
E' vivo nella mano operosa
di chiunque
per l'umanità sofferente
è pronto anche a patire
la passione di Cristo,
per dare ai fratelli
un cuore nuovo...
E' morto in croce
ma è vivo in tutto il mondo...
Fino a lontani orizzonti,
dove i servitori fedeli
sulle orme degli Apostoli
arrivano
e con sudate opere
e sacrifici immani
ne portano ovunque la voce...
E' morto in croce
ma è vivo in tutto il mondo...
crocifissorisurrezioneresurrezionepasqua
inviato da Agata Fernandez Motzo, inserito il 12/08/2012