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TESTO

21. Beata la famiglia

Beata la famiglia
il cui Dio è il Signore,
e che cammina
alla sua presenza.

Beata la famiglia
fondata sull'amore
e da esso fa scaturire
parole, gesti, decisioni.

Beata la famiglia
aperta alla vita,
che accoglie i figli
come un dono,
valorizza gli anziani,
aiuta i poveri e i sofferenti.

Beata la famiglia
che prega insieme
per lodare il Signore,
per affidargli la propria vita.

Beata la famiglia
che trova il tempo per
dialogare e fare festa insieme.

Beata la famiglia
dove regna la pace,
e la porta nel mondo.

Beata la famiglia
in cui vivere è gioia,
allontanarsi è nostalgia,
tornare è festa.

famiglia

inviato da Anna Lollo, inserito il 19/06/2005

TESTO

22. Pasqua, festa dei macigni rotolati   1

Tonino Bello, Pietre di Scarto

Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E' la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.
E' il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.

pasquaresurrezionerisurrezionerinascitavita nuovapeccatosperanza

5.0/5 (2 voti)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 29/07/2004

TESTO

23. Lettera di Gesù Bambino a noi   2

Buongiorno nel Signore

Carissimo,

anche quest'anno è passato il mio compleanno, il Natale.

In realtà, da molti anni fa (circa 2000) si festeggia il mio compleanno. I primi anni sembrava che avessero capito quanto io ho fatto per loro, però oggi la gente si raduna e si diverte, senza sapere la ragione della festa.

Un'altra cosa che mi dispiace è che nel giorno del mio compleanno, fanno regali a tutti meno che a me.

Qualcuno dice: "Come faccio a farti un regalo se nemmeno ti vedo?" Io rispondo: "Lasciami nascere nella tua anima. Non mi mandare via con il peccato. Se desideri vedermi guardami nell'Ostia Santa. Sono venuto per salvarti. A Betlemme mia madre mi teneva fra le sue mani, il sacerdote sull'Altare mi tiene tra le sue. Aiuta i poveri, visita gli ammalati e quelli che sono soli, perdona le offese, pensa ai tuoi fratelli e mi vedrai in ognuno di loro e sarà come se l'avessi fatto a me. Questi sono i regali che mi piacerebbe ricevere".

Sono passati 20 secoli ed ogni anno la storia si ripete.Nel migliore dei casi mi vedono come un bambino qualunque, non come Dio fatto uomo. Mi fa pena vederli vivere con tanta sete di amore avendo la Fonte così vicina.

Finisco questa lettera sperando di non averti annoiato. Però credimi, anche se hai poco o niente da offrirmi, lasciami entrare nel tuo cuore. Per me sarà il più bel dono che tu mi possa fare.

Con infinito amore, il tuo miglior amico e il tuo Dio,

Gesù Bambino

Natale

5.0/5 (2 voti)

inviato da Marco Ferrari, inserito il 27/07/2004

TESTO

24. Un natale diverso...

Alice Sturiale, 24 dicembre 1995, seconda media

Sono tre giorni
che rufolo nel mio cuore,
sto cercando...
cerco il mio Natale di sempre
il Natale felice
ed emozionante,
il Natale
della soddisfazione,
il Natale che cerco e non trovo...
dove l'avrò messo?
L'ho infilato
in una busta
che quest'anno
non si apre
perché mancan
le forbici,
manca
il mio spirito pronto
e ho voglia di urlare:
"Aspettate!
Non è il momento,
non sono preparata!
Datemi ancora
un po' di tempo
perché non voglio
vedere la festa
che scappa veloce
sotto i miei occhi.
Datemi tempo,
basta una notte, questa notte..."

Nataleattesaavvento

inviato da Sileoni Barbara, inserito il 29/01/2003

TESTO

25. Semplicemente santi   2

Tonino Bello, messaggio agli aderenti A.C. Diocesi di Molfetta per la festa dell'adesione 8 dicembre 1990

Siate soprattutto uomini.
Fino in fondo.
Anzi, fino in cima.
Perché essere uomini fino in cima
significa essere santi.
Non fermatevi, perciò, a mezza costa:
la santità non sopporta misure discrete.
E, oltre che iscritti all'A.C.,
siate esperti di
cattolicità attiva:
capaci, cioè, di accoglienze ecumeniche,
provocatori di solidarietà planetarie,
missionari "fino agli estremi confini"
profeti di giustizia e di pace.
E, più che tesserati,
siate distributori di tessere
di riconoscimento,
per tutto ciò che è diverso da voi,
disposti a pagare con la pelle
il prezzo di quella comunione
per la quale Gesù Cristo,
vostro incredibile amore,
ha dato la vita.

Azione Cattolicasantità

inviato da Anna Barbi, inserito il 04/12/2002

TESTO

26. Una poesia d'amore   3

Bruno Ferrero, 40 storie nel deserto

Una delle più belle poesie d'amore degli ultimi tempi è stata scritta da una ragazza americana. E' intitolata: "Le cose che non hai fatto".

Ricordi il giorno che presi a prestito la tua macchina nuova e l'ammaccai?
Credevo che mi avresti uccisa, ma tu non l'hai fatto.
E ricordi quella volta che ti trascinai alla spiaggia, e tu dicevi che sarebbe piovuto, e piovve?
Credevo che avresti esclamato: "Te l'avevo detto!". Ma tu non l'hai fatto.
Ricordi quella volta che civettavo con tutti per farti ingelosire, e ti eri ingelosito?
Credevo che mi avresti lasciata, ma tu non l'hai fatto.
Ricordi quella volta che rovesciai la torta di fragole sul tappetino della tua macchina?
Credevo che mi avresti picchiata, ma tu non l'hai fatto.
E ricordi quella volta che dimenticai di dirti che la festa era in abito da sera e ti presentasti in jeans?
Credevo che mi avresti mollata, ma tu non l'hai fatto.
Sì, ci sono tante cose che non hai fatto.
Ma avevi pazienza con me, e mi amavi, e mi proteggevi.
C'erano tante cose che volevo farmi perdonare quando tu saresti tornato dal Vietnam. Ma tu non l'hai fatto.
Ma tu non sei tornato.

Una regola d'oro: passeremo nel mondo una sola volta. Tutto il bene, dunque, che possiamo fare o la gentilezza che possiamo manifestare a qualunque essere umano, facciamoli subito.
Non rimandiamolo a più tardi, né trascuriamolo, poiché non passeremo nel mondo due volte.

amorerimpiantiperdonopresentecogliere l'attimoomissioni

inviato da Maria Grazia Guidetti, inserito il 24/09/2002

TESTO

27. Quando la vita è una festa   1

Madeleine Delbrel

Ciascun atto docile
ci fa ricevere pienamente Dio
e dare pienamente Dio
in una grande libertà di spirito.
Allora la vita è una festa.
Ogni piccola azione è un avvenimento immenso
nel quale ci viene dato il paradiso.
Non importa che cosa dobbiamo fare:
tenere in mano una scopa o una penna,
parlare o tacere,
rammendare o fare una conferenza,
curare un malato o usare il computer.
Tutto ciò non è che la scorza
della realtà splendida:
l'incontro dell'anima con Dio
rinnovata ad ogni minuto,
che ad ogni minuto si accresce in grazia,
sempre più bella per il suo Dio.
Suonano? Presto, andiamo ad aprire:
è Dio che viene ad amarci.
Un'informazione?...Eccola:
è Dio che viene ad amarci.
È l'ora di metterci a tavola?
Andiamoci: è Dio che viene ad amarci.

temporicerca di Dioquotidianità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 23/05/2002

TESTO

28. Nel cuore e nel corpo

Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni

La frase si trova in un testo del Concilio, ed è splendida per dottrina e concisione. Dice che, all'annuncio dell'angelo, Maria vergine "accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio".
Nel cuore e nel corpo.

Fece largo, cioè, nei suoi pensieri ai pensieri di Dio, ma non si sentì per questo ridotta al silenzio.

Offrì volentieri il terreno vergine del suo spirito alla germinazione del Verbo; ma non si considerò espropriata di nulla. Gli cedette con gioia il suolo più inviolabile della sua vita interiore; ma senza dover ridurre gli spazi della sua libertà. Diede stabile alloggio al Signore nelle stanze più segrete della sua anima, ma non ne sentì la presenza come violazione di domicilio.

Santa Maria, donna accogliente aiutaci ad accogliere la Parola nell'intimo del cuore. A capire, cioè, come hai saputo fare tu, le irruzioni di Dio nella nostra vita. Egli non bussa alla porta per intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra solitudine.

Non entra in casa per metterci le manette, ma per restituirci il gusto della vera libertà.

Lo sappiamo: è la paura del nuovo a renderci spesso inospitali nei confronti del Signore che viene. I cambiamenti ci danno fastidio. E siccome lui scombina sempre i nostri pensieri, mette in discussione i nostri programmi e manda in crisi le nostre certezze ogni volta che sentiamo i suoi passi, evitiamo di incontrarlo, nascondendoci dietro la siepe, come Adamo tra gli alberi dell'Eden. Facci comprendere che Dio, se gusta i progetti, non ci rovina le festa; se disturba i nostri sonni, non ci toglie la pace.

E una volta che l'avremo accolto nel cuore, anche il nostro corpo brillerà della sua luce.

Mariafiduciaabbandonoprogetto di Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 10/05/2002

TESTO

29. La gioia è la prima testimonianza del vangelo

Oscar Battaglia, La Madre del mio Signore

E' molto bello che nel vangelo di Giovanni la prima presentazione di Maria avvenga a una festa di nozze, in un momento di gioia intensa e partecipata. Se il messaggio di Gesù è un "vangelo", cioè un lieto annuncio, non poteva esserci momento più significativo per proclamarlo. Non meraviglia che la prima a capirlo e a viverlo così sia proprio sua madre. Era abituata a gustare e a condividere la gioia umana più profonda e autentica (con Elisabetta, con il Magnificat, con i pastori, con Simeone e Anna) perché viveva vicino alla sorgente di quella gioia, Gesù.

Chi pensa e vive la propria fede cristiana come un peso schiacciante e un impegno severo che non lascia spazio a manifestazioni di gioia e a distrazioni festose, non ha capito il vangelo. La fede è prima di tutto pace, gioia e festa con Dio Padre e con i fratelli. Il volto del cristiano deve essere il riflesso del Dio della gioia. Maria insegna a tutti a condividere e a comunicare la gioia di vivere. E' la prima e la più semplice testimonianza del vangelo che il Signore ci chiede.

gioiaMariafelicitàtestimonianzanozze di cana

inviato da Mariangela Molari, inserito il 10/05/2002

TESTO

30. Il sabato

Abraham Joshua Heschel, Il Sabato, ed Garzanti

Il sabato non deve essere mai l'isola intorno a cui si muovono le tempeste dei nostri sei giorni, le nostre sofferenze e le nostre amarezze. Non deve essere mai il settimo giorno quel mondo sospeso, che è completamente distinto dagli altri sei giorni e dalle ore malate, le ore quotidiane del lavoro, della stanchezza, della fatica. Esso invece deve essere come l'architettura che tu metti nell'interno dei sei giorni.

I sei giorni si afflosciano, scivolano dalle mani se il settimo giorno non entra come la struttura, lo scheletro; allora i 6 giorni diventano la settimana.

domenicafesta

inserito il 08/05/2002

TESTO

31. L'ultimo tratto

Rodolfo Sanson

T'accompagno per l'ultimo tratto.
M'accompagni per l'ultimo tratto?
Se inciampo aiutami.
Se m'attardo, aspettami.
Non quanto il Tuo,
ma pesante è il mio legno.
Poco ho creduto
che t'avesse affaticato tanto.
Il tempo è venuto
e Tu sei al mio fianco.
E d'arrivare in cima alla collina
sicuro mi sento.
E allora, se vuoi,
potrò con Te far festa.

crocesofferenzavenerdì Santodoloremorte

inviato da Emilio Centomo, inserito il 08/05/2002

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