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TESTO
341. Dinnanzi all'altare arde una lampada
Dinnanzi all'altare arde una lampada che annuncia la presenza reale del Cristo sotto le specie eucaristiche. Interroghiamola e diciamole: "Che cosa dobbiamo fare per piacere a Dio?".
La lampada ci risponde e ci dice: "Io ardo e ardendo do luce: fa' anche tu di essere un uomo di grande fede. Sia la tua fede come la mia luce: viva, intensa, efficace. Io nutro la mia fiamma con l'olio puro: anche tu devi nutrire la tua fede con l'olio purissimo delle buone opere. Guai a te se quest'olio venisse a mancare: tu saresti simile alle vergini stolte di cui parla il Vangelo".
La lampada continua e dice: "Io ardo e ardendo do calore; dà tu pure al Signore il calore dell'amor tuo, l'affetto più sincero, costante".
Dice ancora: "Io sto costantemente presso il Tabernacolo, ardo giorno e notte e questa mia costanza forma la mia caratteristica. Sii anche tu costante nella fede e nelle virtù. In questa risposta sta l'essenza della vita spirituale".
preghierafedetestimonianzafedeltàadorazione
inviato da Rita Guazzi, inserito il 08/01/2011
TESTO
342. Decalogo per trattare con un arrogante 2
Mons. Domenico Sigalini, Messagero di Sant'Antonio, marzo 2009
1. Non ti sentire mai offeso, nessuno può entrare nel sacrario della tua coscienza.
2. Non perdere tempo a rendere pan per focaccia: peggiori tu e spingi l'altro a perseverare.
3. Non compatirlo, ma creagli attorno un contesto disarmante di amicizia.
4. Spesso è maleducazione incosciente la sua: aiutalo a scoprire i sentimenti tenui della vita.
5. Sappi che ogni uomo ha bisogno degli altri per essere felice, ma deve allargare il cuore per far loro spazio.
6. Si è fatto lui centro del mondo: aiutalo a scoprire il vero centro che è Dio.
7. Per valutarsi nella verità di se stesso, ha bisogno di lasciare il suo loculo, nel quale si sente papa, re e profeta.
8. Se comincia a chiedere scusa, anche tra i denti, non lo scoraggiare: è su una buona strada.
9. La buona educazione non è il politicamente corretto, ma il lasciarsi conquistare da un ideale.
10. Conquisti più arroganti con una goccia di miele che con un barile di aceto.
arroganzaviolenzaprepotenzagentilezzaumiltàserenitàperdono
inviato da Luca, inserito il 08/01/2011
TESTO
343. Tu non scendesti dalla croce 1
Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov
Tu non scendesti dalla croce,
quando per schernirti e per provocarti ti gridavano:
"Scendi dalla croce, e crederemo che sei proprio tu!".
Non scendesti perché, anche questa volta,
non volesti rendere schiavo l'uomo con un miracolo,
perché avevi sete
di una fede nata dalla libertà e non dal miracolo.
Avevi sete di amore libero,
e non dei servili entusiasmi dello schiavo
davanti al padrone potente
che lo ha terrorizzato una volta per sempre.
inviato da Don Stefano Zangarini, inserito il 08/01/2011
TESTO
344. La pace è il desiderio di ogni uomo
Ernesto Olivero, Il sogno di Dio, Città Nuova, 2006
La pace è il desiderio di ogni uomo. Pace è avere la serenità dentro,
è sapere che la propria famiglia può avere il necessario per ogni giorno.
Pace è vivere in armonia con Dio creatore e con gli uomini affratellati tra di loro.
Pace è non avere paura, è desiderare di vivere con pienezza, è non temere la morte.
Ma la pace non abita in questo nostro tempo,
come non ha mai abitato in mezzo a noi,
perché troppi uomini badano principalmente ai propri interessi.
Eppure l'uomo è per la pace, l'umanità va verso la pace,
la storia diventerà pace per tutti.
inviato da Laura Baravelli, inserito il 08/01/2011
TESTO
345. I dieci comandamenti del bambino 5
1° Non avrai altri bambini che noi oggi:
rispettaci, difendici, amaci: solo così saremo gli uomini del domani.
2° Non deturpare il nostro nome di bambini:
lasciaci giocare, sorridere e sognare; permettici di essere bambini.
3° Siamo noi bambini la festa della famiglia e del mondo,
perché siamo nati dal cuore stesso di Dio e siamo il futuro: santificaci col tuo amore.
4° Amando noi, onorerai Dio che è nostro Padre e Madre;
anche noi domani saremo Padre e Madre, se ci avrai trasmesso valori da vivere.
5° La vita è vita dal concepimento alla morte: dopo inizia la definitiva:
rispetta la nostra vita fin dal seno materno e continua a generarci, permettendo di nascere, vivere e cantare.
6° Non c'è niente al mondo di più bello, semplice e puro di un bambino;
difendi la nostra trasparenza col tuo affetto vero e non sporcarti della nostra innocenza.
7° Non rubarci la nostra spontaneità, il nostro sorriso, la nostra allegria con i tuoi idoli:
lasciaci essere bambini e non voler bruciare le tappe per noi: c'è tempo.
8° Non dire che ci vuoi bene finché ci saranno bambini soldati, minatori, schiavi del sesso e fonte di guadagni, piccoli lavoratori senza diritti e difesa: quante bugie su di noi.
9° Non desiderare di arricchirti, aver prestigio, potere e forza, magari calpestandoci, sfruttandoci, non trovando tempo da perdere con noi per giocare insieme: troppo in fretta diventeremo grandi.
10° Non desiderare l'ideale di noi, magari additandoci il figlio del vicino perché migliore: amaci come siamo, nel reale, perché così Dio ama anche te: solo così potremo cambiare insieme.
bambinicomandamentiinnocenzarispettoinfanziadieci comandamenti
inviato da Gianni Fanzolato, inserito il 08/01/2011
TESTO
Dissi all'uomo
che stava
all'inizio dell'anno:
"Dammi una lampada
affinché possa inoltrarmi
sicuro nell'ignoto".
Egli mi rispose:
"Esci nella notte
e metti la tua mano
nella mano di Dio...
... ti sarà
più utile della luce
e più sicuro
di una strada conosciuta".
affidamentoaffidarsianno nuovofuturo
inviato da Qumran2, inserito il 05/01/2011
RACCONTO
347. Adamo ed Eva a Betlemme 1
Tra i pastori
che accorsero alla grotta di Betlemme,
c'erano anche Adamo ed Eva:
avevano desiderato tanto il Salvatore!
Umili s'inginocchiarono fuori della grotta.
Di tanto in tanto guardavano i doni sinceri
che i pastori deponevano
davanti al neonato Signore.
Che dono gradito avrebbero essi
potuto offrire a Gesù Bambino?
Si guardarono in faccia
e, quando ci fu un po' di quiete,
si alzarono e si avvicinarono
all'Atteso dalle genti.
Si prostrarono profanamente,
come per invocare la più grande pietà.
Quando Maria li invitò ad alzarsi,
avevano il pianto negli occhi.
Fu allora che Adamo si fece coraggio:
estrasse dalla sua bisaccia
un frutto bellissimo già morsicato:
il frutto del bene e del male
colto nel paradiso perduto.
Così pregò Adamo:
"Signore, perdona:
non abbiamo altro da offrirti
che il nostro peccato!"
Fu Maria che prese
dalle mani di Adamo quel dono
e lo depose ai piedi del Figlio.
Quando Maria accompagnò
Adamo ed Eva sulla soglia,
erano uomini nuovi.
pentimentopeccatoperdono di Dioconversioneepifaniare magi
inviato da Don Giuseppe Ghirelli, inserito il 05/01/2011
RACCONTO
Bruno Ferrero, Tante storie per parlare di Dio
Una volta gli animali fecero una riunione.
La volpe chiese allo scoiattolo:"Che cos'è per te Natale?"
Lo scoiattolo rispose: "Per me è un bell'albero con tante luci e tanti dolci da sgranocchiare appesi ai rami".
La volpe continuò: "Per me naturalmente è un fragrante arrosto d'oca. Se non c'è un bell'arrosto d'oca non c'è Natale".
L'orso l'interruppe: "Panettone! Per me Natale è un enorme profumato panettone!".
La gazza intervenne: "Io direi gioielli sfavillanti e gingilli luccicanti. Il Natale è una cosa brillante!".
Anche il bue volle dire la sua: "E' lo spumante che fa il Natale! Me ne scolerei anche un paio di bottiglie".
L'asino prese la parola con foga: "Bue sei impazzito? E' il Bambino Gesù la cosa più importante del Natale. Te lo sei dimenticato?".
Vergognandosi, il bue abbassò la grossa testa e disse: "Ma questo gli uomini lo sanno?".
Solo l'asino conosce la risposta giusta alla domanda fondamentale: «Ma che cosa si festeggia a Natale?».
Anche noi oggi vogliamo chiederci: "Qual è l'elemento essenziale del Natale?" Proviamo a dire il nostro parere.
inviato da Qumran2, inserito il 28/12/2010
TESTO
349. I cristiani, anima del mondo
Lettera a Diogneto, capitolo VI
A dirla in breve, come è l'anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani. L'anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra. L'anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo. L'anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile; i cristiani si vedono nel mondo, ma la loro religione è invisibile. La carne odia l'anima e la combatte pur non avendo ricevuto ingiuria, perché impedisce di prendersi dei piaceri; il mondo che pur non ha avuto ingiustizia dai cristiani li odia perché si oppongono ai piaceri. L'anima ama la carne che la odia e le membra; anche i cristiani amano coloro che li odiano. L'anima è racchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono nel mondo come in una prigione, ma essi sostengono il mondo. L'anima immortale abita in una dimora mortale; anche i cristiani vivono come stranieri tra le cose che si corrompono, aspettando l'incorruttibilità nei cieli. Maltrattata nei cibi e nelle bevande l'anima si raffina; anche i cristiani maltrattati, ogni giorno più si moltiplicano. Dio li ha messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare.
cristianicristianesimotestimonianzavita cristianapersecuzione
inviato da Anna Barbi, inserito il 24/11/2010
PREGHIERA
Vito Morelli, Appuntamento con Dio
Padre,
ti ringrazio di essere chiesa,
di appartenere ad una comunità,
alla tua chiesa.
È la comunità
di quanti credono in te,
di quanti si radunano nel tuo nome,
è la comunità
di quanti vivono nella tua attesa.
Vorrei amarti senza gli altri,
vorrei adorarti senza chiesa,
vorrei pregarti da solo.
Tu mi vuoi con gli altri
Non per star meglio,
né per essere forte,
ma per essere vero.
Mi chiami ad essere chiesa,
essa è forte se spera
essa è vera se ama,
essa è santa se ognuno è santo.
Essere chiesa è
esistere per gli altri,
incontrarti negli uomini,
pregarti con essi,
dare ragione della propria speranza.
Nella chiesa è la tua parola,
la parola che salva,
che mi dà conforto, se abbattuto,
mi rende sereno, se triste,
mi fa forte, se debole,
mi perdona, se ho peccato,
mi dà coraggio, se ho paura.
Ti ringrazio per il messaggio di vita,
per la comunità di amore,
per la chiesa.
Dacci una chiesa
che pensi come pensi tu,
che operi come vuoi tu,
che viva come hai insegnato tu,
che ami come hai amato tu.
Ti prego per la chiesa,
perché non tradisca il vangelo,
perché difenda i deboli,
perché non abbandoni i poveri.
Ti chiedo una chiesa
di meno parole e più impegno,
che predichi la pace
e faccia la giustizia.
Aiutami ad essere chiesa,
ad avere molte cose da pensare assieme,
da imparare assieme,
da fare assieme.
Perdona il mio modo di essere chiesa
e purifica il mio modo di restare in essa.
Chiesacomunitàfedeltà al Vangelo
inviato da Daniela Viviani, inserito il 10/11/2010
RACCONTO
351. Il comandamento dell'amore 1
Martin Buber, Racconti chassidici
Uno scolaro domandò a Rabbi Shmelke: «Ci è comandato di amare il nostro prossimo come noi stessi. Come posso farlo se egli mi ha fatto un torto?».
Il Rabbi rispose: «Devi comprendere queste parole nel loro giusto significato, che è: ama il prossimo tuo come qualcosa che tu stesso sei. Tutte le anime infatti sono una cosa sola; e ognuna è una scintilla dell'anima originale, che è insita in tutte le anime allo stesso modo come la tua anima è compenetrata in tutte le tue membra. Può accadere che la tua mano si sbagli e ti colpisca. Ma prenderai tu forse allora un bastone e la castigherai per la sua mancanza di comprensione, accrescendo così il tuo dolore? Lo stesso si applica al tuo prossimo, che con te forma un'anima sola: se egli, per ignoranza, ti fa un torto e tu lo punisci, non fai che colpire te stesso». Ma quello insisteva: «Ma se vedo che un uomo è malvagio al cospetto di Dio, come potrò amarlo?».
Gli rispose il Rabbi: «Ignori forse che l'anima primordiale scaturì dall'essenza di Dio e che l'anima di ogni uomo è una parte di lui? E non avrai allora pietà di quell'uomo, vedendo che una delle sue scintille si è smarrita ed è quasi spenta?».
inviato da Silvana Ungaro, inserito il 20/10/2010
TESTO
Ci sono quelli che danno poco
del molto che hanno
e lo danno per ottenerne riconoscenza;
e il loro segreto desiderio guasta i loro doni.
E ci sono quelli
che hanno poco e danno tutto:
sono proprio loro
quelli che credono nella vita,
e nella generosità della vita,
e il loro scrigno non è mai vuoto.
Ci sono quelli che danno con gioia,
e quella gioia è la loro ricompensa.
E ci sono quelli che danno con dolore
e questo dolore è il loro battesimo.
E ci sono quelli che danno
e nel dare non provano dolore
né cercano gioia
né danno pensando alla virtù.
Essi danno come in quella valle laggiù
Il mirto esala nello spazio la sua fragranza.
Per mezzo delle mani di gente come loro
Dio parla e dietro ai loro occhi
egli sorride alla terra.
E' bene dare quanto si è richiesti,
ma è meglio dare quando,
pur non essendo richiesti,
si comprendono i bisogni degli altri.
E per chi è generoso
Il cercare uno che riceva
È gioia più grande che il non dare.
E c'è forse qualcosa che vorresti trattenere?
Tutto ciò che hai
un giorno o l'altro sarà dato via:
perciò dà adesso,
così che la stagione del dare sia la tua,
non quella dei tuoi eredi.
inviato da Qumran2, inserito il 30/09/2010
PREGHIERA
Sempre ti chiamo
quando tocco il fondo,
so il numero a memoria
e ti disturbo come un maniaco
abbarbicato al telefono;
lascio un messaggio se sei fuori.
So che a volte cancelli
a qualche fortunato
il debito che tutti con te abbiamo.
La bolletta falla pagare a me,
ma dimmi almeno
che non farai tagliare la mia linea.
Ti prego, quando echeggerà
quell'ultimo e dolorante squillo,
Dio-per-Dio!
non staccare: rispondimi!
perdono di Diomisericordia di Diomortericerca di Dio
inviato da Mario Varano, inserito il 05/09/2010
PREGHIERA
354. Sei nato in una stalla sì, però sei nato 2
Sei nato in una stalla sì,
però sei nato;
nessuno ti voleva,
ma ti hanno accolto almeno,
una mamma ed un papà!
Quanti bambini invece,
non vedranno oggi la luce,
quanti papà non sanno
e non sapranno mai,
di aver avuto un figlio!
E quante donne oggi,
guardando il tuo presepe,
in segreto piangeranno,
un bimbo non voluto!
Ma tu dalla tua culla,
piccolo Dio bambino,
consola quelle mamme,
a cui manca tanto
un figlio.
Maria, tu che sei donna,
raccogli il loro pianto,
benedici anche chi,
un giorno non ha saputo,
ripetere il tuo "sì".
inviato da Assunta Vergani, inserito il 05/09/2010
TESTO
355. Tu lo puoi chiamare amore ma è Dio
Maria Teresa Crovetto, Perle di Spirito
Quando pensi all'amore e lo desideri
senza averlo trovato;
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!
Quando guardi il bambino diverso
e lo trovi cento volte più bello degli altri:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!
Quando guardi gli avvenimenti sbagliati del mondo
e desideri rimediarvi:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!
Quando senti nel cuore il desiderio
di far vivere la pace alle persone che ami:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!
Quando senti il desiderio di solitudine
per contemplare i tuoi pensieri
e senti nel cuore la gioia di esistere:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio che prega in te!
amorevedere Dioriconoscere Diorapporto con Dio
inviato da Elena Zanchiello, inserito il 05/09/2010
TESTO
Custodite nelle vostre case la Bibbia,
leggete, approfondite e comprendete pienamente le sue pagine,
trasformatele in preghiera e testimonianza di vita,
ascoltatela con amore e fede nella liturgia.
Create il silenzio
per ascoltare con efficacia la Parola del Signore
e conservate il silenzio dopo l'ascolto,
perché essa continuerà a dimorare,
a vivere e a parlare a voi.
Fatela risuonare all'inizio del vostro giorno
perché Dio abbia la prima parola
e lasciatela echeggiare in voi alla sera
perché l'ultima parola sia di Dio.
parola di Diosacra scritturabibbiaascoltosilenzio
inviato da Don Giuseppe Ghirelli, inserito il 05/09/2010
TESTO
Facciamo silenzio
prima di ascoltare la Parola,
perché i nostri pensieri
sono già rivolti verso la Parola.
Facciamo silenzio
dopo l'ascolto della Parola,
perché questa ci parla ancora,
vive e dimora in noi.
Facciamo silenzio
la mattina presto,
perché Dio deve avere la prima Parola,
e facciamo silenzio
prima di coricarci,
perché l'ultima Parola
appartiene a Dio.
Facciamo silenzio
solo per amore della Parola.
parola di Diosacra scritturabibbiaascoltosilenzio
inviato da Don Giuseppe Ghirelli, inserito il 05/09/2010
TESTO
Beato Alano della Rupe, Il Salterio di Gesù e di Maria, il Santissimo Rosario, libro IV
Quando dico Ave Maria, il Cielo esulta, la terra si riempie di stupore.
Quando dico Ave Maria, Satana fugge, trema l'inferno.
Quando dico Ave Maria, il mondo perde valore, il cuore si strugge di Amore per Dio.
Quando dico Ave Maria, sparisce l'accidia, ogni istinto si placa.
Quando dico Ave Maria, sparisce la tristezza, il cuore si riempie di gioia.
Quando dico Ave Maria, si accresce la devozione, inizia il pentimento dei peccati.
Quando dico Ave Maria, il cuore è colmo di speranza e di consolazione.
Quando dico Ave Maria, l'anima è forte e ricolma di Amor di Dio.
inviato da Don Roberto Paola, inserito il 05/09/2010
PREGHIERA
Michel Evdokimov, La prière des chrétiens de Russie
Perdona tutti noi
benedici tutti
ladri e samaritani
quelli che cadono per strada
e i sacerdoti che passano senza fermarsi
i carnefici e le vittime
quelli che maledicono
e quelli che sono maledetti
quelli che si rivoltano contro di te
e quelli che s'inginocchiano davanti al tuo amore
prendici tutti in te
Padre Santo e Giusto.
perdonomisericordiaperdono di Dio
inviato da Luca, inserito il 05/09/2010
TESTO
S. Luigi M. Grignion de Montfort, Trattato della Vera devozione alla S. Vergine, n 225
Ogni volta che tu pensi a Maria, Maria pensa per te a Dio. Ogni volta che tu dai lode e onore a Maria, Maria con te loda e onora Dio. Maria è tutta relativa a Dio, e io la chiamerei benissimo la relazione di Dio, che non esiste se non in rapporto a Dio, o l'eco di Dio, che non dice e non ripete se non Dio. Se tu dici Maria, ella ripete Dio.
S. Elisabetta lodò Maria e la disse beata per aver creduto: Maria, l'eco fedele di Dio, intonò: "L'anima mia magnifica il Signore".
Ciò che Maria fece in quell'occasione, lo ripete ogni giorno. Quando è lodata, amata, onorata o riceve qualche cosa, Dio è lodato, Dio è amato, Dio è onorato, Dio riceve per le mani di Maria e in Maria.
inviato da Elena Calvini, inserito il 03/09/2010